La demografia d impresa Anni

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1 29 dicembre 2005 La demografia d impresa Anni L Istat diffonde alcuni indicatori di demografia d impresa riferiti al 2003, resi disponibili grazie al periodico aggiornamento dell archivio statistico delle imprese (ASIA). L evoluzione della demografia delle imprese in Italia nel periodo viene esaminata confrontando i tassi di natalità e mortalità di ciascun anno ed analizzando, a quattro anni di distanza, la sopravvivenza della coorte di imprese nate nel Con riferimento a tale coorte viene misurata anche la variazione dell occupazione (per la metodologia adottata si rimanda alle note informative). I dati e i relativi indicatori sono presentati a livello di settore di attività economica (macrosettori) e di ripartizione territoriale. La componente territoriale trova ulteriore approfondimento attraverso l analisi regionale delle imprese nate e cessate. Ufficio della comunicazione Tel Centro di informazione statistica Tel Informazioni e chiarimenti Archivi statistici sulle unità economiche Via Tuscolana, 1776 Roma Giuseppe Garofalo Tel Caterina Viviano Tel La natalità e la mortalità delle imprese Nel 2003 sono nate poco più di 277 mila imprese, il livello più basso che si sia registrato a partire dal 1999 (Tavola 1). Continua la tendenza alla diminuzione del numero di nuove imprese che, tra il 2002 e il 2003, risulta pari a -2,1 per cento (-3,9 per cento tra il 2001 e il 2002). In presenza di una popolazione di imprese pressoché stabile rispetto al 2002, nel 2003 il tasso di natalità si riduce al 7,2 per cento (7,4 per cento nel 2002). L andamento dei settori è differenziato: la natalità si mantiene sostanzialmente stabile e con tassi superiori alla media nelle costruzioni e negli altri servizi (rispettivamente 9,5 per cento e 8,4 per cento), mentre si abbassa nel commercio e nell industria in senso stretto (rispettivamente circa 4 mila e 3 mila unità in meno rispetto alle imprese nate nel 2002). La diminuzione della natalità d impresa ha interessato maggiormente la ripartizione geografica del Sud e Isole (l 8,0 per cento nel 2003 a fronte dell 8,6 per cento nel 2002), anche se con tassi ancora al di sopra della media nazionale; il calo risulta meno accentuato nel Centro e nel Nord-est (-0,2 punti percentuali per entrambe). Il Nord-ovest è l unica area in cui si manifesta una piccola ripresa: dopo il livello più basso raggiunto nel 2002 (6,6 per cento) il tasso di natalità si porta al 6,8 per cento (Tavola 2).

2 Tavola 1 - Tassi di natalità e di mortalità per settore di attività economica - Anni (numero e valori percentuali) Tassi Imprese Tassi Imprese Tasso netto Anni natalità nate mortalità cessate di turnover Industria in senso stretto , , , , , , , , , , , , , Costruzioni , , , , , , , , , , , , , Commercio , , , , , , , , , , , , , Altri servizi , , , , , , , , , , , , , Totale , , , , , , , , , , , , , Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Tavola 2 - Tassi di natalità per ripartizione geografica - Anni Ripartizioni geografiche Nord-ovest 6,9 7,1 7,0 6,6 6,8 Nord-est 6,4 6,8 6,7 6,5 6,3 Centro 7,9 8,1 8,0 7,7 7,5 Sud e Isole 8,9 9,0 8,9 8,6 8,0 Totale 7,6 7,8 7,7 7,4 7,2 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) 2

3 Il rallentamento della crescita economica, evidenziato dai tassi di natalità, è confermato anche da un aumento della mortalità delle imprese (Tavola 1). In particolare, rispetto all anno precedente, nel 2002 le cessazioni di unità aumentano del 9,1 per cento raggiungendo un livello pari a 304 mila unità, con un tasso di mortalità che è del 7,9 per cento. Le cessazioni di imprese mostrano andamenti differenziati per settore di attività economica: sono più numerose nel settore degli altri servizi che, con circa 19 mila unità, incide per il 74 per cento; a seguire il commercio e l industria in senso stretto (rispettivamente con 6 mila e 2 mila unità in più che cessano). All opposto, nel settore delle costruzioni il numero di cessazioni si riduce di oltre 2 mila unità. L aumento della mortalità tra il 2001 e il 2002 risulta, invece, più omogeneo se analizzato per ripartizione geografica (Tavola 3). L incremento della mortalità delle imprese si mantiene, seppur di poco, al di sopra della media nazionale (+0,6 per cento) tra le attività localizzate nel Nord-ovest e nel Centro Italia (rispettivamente +0,8 per cento e + 0,7 per cento) mentre risulta più contenuto nel Nord-est e nel Sud e nelle Isole (rispettivamente +0,5 per cento e +0,6 per cento). Le ripartizioni geografiche caratterizzate da tassi di mortalità più elevati rispetto alla media nazionale continuano ad essere il Centro e il Sud e Isole. Tavola 3 - Tassi di mortalità per ripartizione geografica - Anni Ripartizioni geografiche Nord-ovest 7,0 6,5 6,7 7,5 Nord-est 5,9 6,0 6,1 6,6 Centro 7,2 7,4 7,7 8,4 Sud e Isole 8,2 8,0 8,4 9,0 Totale 7,1 7,0 7,3 7,9 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) L evoluzione delle due componenti demografiche ha determinato, per la prima volta nell anno 2002, un turnover di imprese negativo dello 0,5 per cento 1. Pesa su questo risultato non soltanto l effetto dei settori dell industria in senso stretto e del commercio (ambedue con un turnover pari a -1,7 per cento, in ulteriore decrescita rispetto agli altri anni) ma anche una riduzione nei valori positivi ottenuti per il settore degli altri servizi. Sopravvivenza e crescita delle imprese nate nel 1999 A quattro anni dalla nascita, appena il 60,3 per cento delle imprese nate nel 1999 sopravvive nel 2003 (Figura 1). A livello nazionale la perdita più elevata di unità avviene nei primi due anni di vita: nel primo e nel secondo anno non sopravvivono rispettivamente l 11,6 e l 11,8 per cento delle nuove nate mentre il tasso scende all 8,8 per cento nel terzo e al 7,5 per cento nel quarto anno. Le imprese più longeve sono localizzate in particolare nel Nord-est (64,1 per cento), mentre nel Mezzogiorno ne sopravvivono soltanto il 58,1 per cento. Tale differenza è rilevante fin dai primi anni di vita: i tassi di sopravvivenza delle imprese delle regioni del Sud e delle Isole sono costantemente al di sotto della media nazionale per tutti e quattro gli anni considerati. Le imprese che sopravvivono di più sono attive nel settore industriale e sono localizzate nel Nord-est (poco più del 67 per cento) (Figura 2), quelle che mostrano le percentuali più basse di sopravvivenza operano nel settore degli altri servizi ed hanno sede nel Centro e nel Mezzogiorno (intorno al 57 per cento). I tassi di sopravvivenza delle imprese del commercio risultano più omogenei tra le diverse aree 1 Generalmente il saldo ottenuto dal confronto tra due popolazioni di imprese attive in due periodi, se permette di valutare il flusso di entrate ed uscite con riferimento ai dati di un archivio, non consente di identificare esattamente le componenti demografiche reali. Di conseguenza, se il confronto tra due strutture dell archivio ASIA, tra il 2002 e il 2003, porta ad un saldo demografico sostanzialmente nullo, con la scomposizione e l analisi delle componenti demografiche reali si può ottenere un risultato diverso (Cfr. le note informative in allegato). 3

4 geografiche, a conferma di come la sopravvivenza in questo settore sia un problema connesso più alle caratteristiche economiche del settore stesso che alla localizzazione delle imprese. Figura 1 - Tassi di sopravvivenza a uno, due, tre e quattro anni delle imprese nate nel 1999 per ripartizione geografica 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 Nord-ovest Nord-est Centro Sud e Isole Totale 1anno 89,2 90,2 88,1 87,0 88,4 2 anni 77,7 79,5 75,7 74,8 76,6 3 anni 69,0 71,3 66,7 65,7 67,8 4 anni 61,5 64,1 59,1 58,1 60,3 Figura 2 - Tassi di sopravvivenza delle imprese nate nel 1999 e sopravviventi al 2003 per ripartizione geografica e macrosettori 70,0 67,5 65,0 62,5 60,0 57,5 55,0 52,5 50,0 Nord-ovest Nord-est Centro Sud e Isole Italia Industria in s.s. Costruzioni Commercio Altri s ervizi Totale Le imprese che sopravvivono incrementano anche il numero di addetti occupati rispetto a quelli presenti alla nascita. La dimensione media delle imprese ancora attive passa, infatti, da 1,5 a 2,5 addetti (Figura 3). Mentre alla nascita la dimensione media è sostanzialmente indifferenziata tra le ripartizioni territoriali, dopo quattro anni si rileva una crescita più significativa nel Nord-ovest dove, nel 2003, la dimensione media delle imprese è pari a 2,8 addetti (Figura 3a). A livello di attività economica, l industria in senso stretto presenta la crescita maggiore, da 2,1 nel 1999 a 4,3 addetti medi nel 2003 (Figura 3b). Al contrario, il commercio si caratterizza come il settore con una dimensione media più bassa sia alla nascita (1,3 addetti) sia dopo quattro anni (1,8 addetti). 4

5 Figura 3 Dimensione media alla nascita e a quattro anni delle imprese nate nel 1999 a) per ripartizione geografica b) per macrosettori Nord-ovest Industria in s.s. Nord-est Costruzioni Centro Sud e Isole dim03 dim99 Commercio Altri servizi dim03 dim99 Totale Totale 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 Fra il 1999 e il 2003 le imprese che sopravvivono aumentano l occupazione di oltre 170 mila unità (+66,8 per cento) (Tavola 4), mentre quelle non sopravvivono perdono circa 144 mila addetti (ossia il 36,1 per cento degli addetti alla nascita). Mentre la perdita di occupazione è generalizzata in tutte le ripartizioni, essendo fortemente condizionata dalla numerosità delle imprese che non sopravvivono, il guadagno di occupazione presenta significative differenziazioni territoriali: +75,4 per cento per le imprese che rimangono in vita nel Nord-ovest ed appena +57,6 per cento per quelle del Nord-est. Complessivamente, il contributo delle imprese nate nel 1999 all occupazione del 2003 è positivo e pari ad oltre 26 mila unità. Tavola 4 - Addetti delle imprese nate nel 1999 e di quelle sopravviventi a quattro anni, per ripartizione geografica (numero e valori percentuali) Ripartizioni geografiche Imprese nate nel 1999 (addetti al 1999) Imprese sopravviventi al 2003 (addetti al 1999) Imprese sopravviventi al 2003 (addetti al 2003) Addetti persi dalle imprese non sopravviventi al 2003 (var. %) Addetti guadagnati dalle imprese sopravviventi al 2003 (var. %) Nord-ovest ,9 75,4 Nord-est ,9 57,6 Centro ,8 63,1 Sud e Isole ,5 67,4 Totale ,1 66,8 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) I guadagni in termini di occupazione si riflettono in misura differenziata a livello settoriale mentre le perdite non presentano differenze significative (Figura 4). Già a un anno dalla nascita l industria in senso stretto registra guadagni occupazionali in percentuale maggiore rispetto agli altri settori e la crescita diventa ancora più marcata nel quarto anno di sopravvivenza (105 per cento). Il commercio si conferma il settore con la crescita più contenuta: gli addetti delle imprese sopravviventi aumentano appena del 40,6 per cento, nettamente al di sotto del dato medio nazionale. 5

6 Figura 4 Addetti persi (guadagnati) dalle imprese nate nel 1999 e sopravviventi a uno, due, tre e quattro anni per macrosettore 120,0 100,0 a) addetti persi b) addetti guadagnati 80,0 60,0 40,0 20,0 0, Anni Totale Industria in s.s. Costruzioni Commercio Altri Servizi Le mappe delle componenti demografiche regionali In generale, se si osserva la mappa della natalità si nota un importante differenza tra le regioni del Nord e quelle del Sud e delle Isole; in queste ultime i tassi di natalità delle imprese sono mediamente più elevati (Figura 5). A livello regionale, Lazio e Campania presentano i tassi di natalità più alti nel 2003, pari rispettivamente a 8,9 e 8,7 per cento (Tavola 5). In particolare per quel che riguarda il Nord Italia si rilevano differenze significative tra le regioni del Nord-ovest e quelle del Nord-est: in queste ultime i tassi sono mediamente più contenuti. Nelle regioni del Centro i tassi di natalità assumono valori piuttosto simili (intorno al 6,5 per cento) con l eccezione del Lazio (8,9 per cento). Mentre il tasso di natalità nelle Marche (6,4 per cento) è più vicino a quello delle regioni del Nord-est, il Lazio presenta valori molto prossimi a quelli delle regioni del Meridione. Tra le regioni del Sud e Isole, il Molise (7,4 per cento) e la Basilicata (7,0) si collocano al di sotto della media della ripartizione. La distribuzione geografica della natalità nel 2003 non si differenzia da quella dell anno precedente: nel 2002 Lazio e Campania presentano i tassi più alti, così come la regione Calabria. Come nel 2003, anche nel 2002 erano le regioni del Sud e Isole quelle in cui si registravano i valori più elevati. Tra le regioni del Nord si sottolineano, invece, alcune differenze: nel 2003 il Veneto ha un tasso di natalità inferiore a quello dell anno precedente (il 6,4 per cento rispetto al 6,7 per cento del 2002); al contrario, l Emilia- Romagna e il Piemonte fanno registrare un passaggio nella classe superiore. Il Piemonte, in particolare, rileva un incremento del tasso di natalità che passa dal 6,4 per cento nel 2002 al 6,7 per cento nel Con riferimento al 2002 la mappa della mortalità delle imprese presenta caratteristiche molto simili a quella della natalità. L Italia appare divisa in due parti: il Nord è caratterizzato da tassi bassi e il Sud e Isole da tassi alti (Figura 6). Fanno eccezione, nell area del Nord-ovest, il Piemonte e la Liguria che, con un tasso di mortalità pari rispettivamente al 7,7 per cento e all 8,1 per cento, presentano valori più simili a quelli delle regioni del Centro e del Sud Italia. 6

7 Tavola 5 - Tassi di natalità (anno 2003) e di mortalità (anno 2002) per regione (numero e valori percentuali) Imprese Tassi Imprese tassi Regioni nate natalità cessate mortalità Piemonte , ,7 Valle d'aosta 583 5, ,6 Liguria , ,1 Lombardia , ,4 Trento , ,6 Bolzano , ,5 Veneto , ,5 Friuli-V.G , ,9 Emilia-Romagna , ,8 Marche , ,6 Toscana , ,4 Umbria , ,4 Lazio , ,0 Campania , ,8 Abruzzo , ,8 Molise , ,4 Puglia , ,4 Basilicata , ,8 Calabria , ,3 Sicilia , ,2 Sardegna , ,2 Italia , ,9 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Figura 5 Tassi di natalità per regione, anni 2002 e classi < 6,5 (6) 6,5-7,5 (8) 7,6-8,5 (3) 8,5 + (3) classi < 6,5 (5) 6,5-7,5 (8) 7,6-8,5 (5) 8,5 + (2) 7

8 Figura 6 Tassi di mortalità per regione, anno 2002 classi < 6,5 (1) 6,5-7,5(8) 7,6-8,5(7) 8,5 + (4) La relazione, in termini di addetti, tra la sopravvivenza delle imprese e la loro crescita a quattro anni dalla nascita rileva significativi comportamenti regionali (Figura 7). Figura 7 Tasso di sopravvivenza a quattro anni delle imprese nate nel 1999 e crescita per regione Tasso di crescita 82,8 79,8 II 76,8 73,8 Calabria Abruzzo Lazio 70,8 Campania Sardegna 67,8 Puglia Piemonte 64,8 Veneto Basilicata 61,8 Marche 58,8 Sicilia Umbria Bolzano 55,8 Toscana Friuli 52,8 Molise Emilia-Romagna V.Aosta 49,8 III IV 46,8 Liguria Trento 50,3 53,3 56,3 59,3 62,3 65,3 68,3 Tasso di sopravvivenza Lombardia I Le due linee che suddividono il diagramma in quattro quadranti rappresentano i tassi di sopravvivenza e di crescita della media nazionale. Nel I quadrante (alti tassi di sopravvivenza e alti tassi di crescita) soltanto la Lombardia mostra condizioni di evoluzione ottimali delle nuove imprese. Nello stesso quadrante si trovano l Abruzzo e la Puglia, sebbene con valori di poco superiori alla media nazionale. Le regioni che si posizionano nel quadrante destro inferiore (IV) e in quello sinistro superiore (II) mostrano una relazione inversa tra i due tassi: la maggior parte delle regioni del Centro (Marche, Umbria Toscana) e del Nord-est (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano) presentano tassi di sopravvivenza più elevati della media nazionale e tassi di crescita inferiori alla media nazionale. Nel II quadrante si collocano alcune regioni del Sud e delle Isole (Calabria, Campania, Sardegna) e il Lazio, caratterizzate da bassi tassi di sopravvivenza rispetto al valore medio e tassi di crescita maggiori della media nazionale. Infine, nel III quadrante si ritrovano le imprese localizzate in Sicilia, Liguria e Molise, che rilevano le maggiori difficoltà e in termini di sopravvivenza e di crescita. 8

9 NOTE INFORMATIVE Metodo di identificazione Il processo identifica le due componenti demografiche pure: le imprese nate reali e le reali cessate. a) Identificazione delle imprese reali nate Step1 Il processo parte con la determinazione di una serie di popolazioni di imprese attive (file congelati) estratte dall archivio statistico Asia e relativamente a ciascun anno t. Tali popolazioni vengono abbinate tra loro per chiavi certe (codici impresa) al fine di identificare le popolazioni obiettivo (le entrate e le uscite) e di seguire le singole unità nel tempo. Step2 - Date tre popolazioni successive di imprese attive, N t, N t-1 e N t-2, la prima componente da identificare è l insieme delle Entrate nell anno t (E t ). Esse rappresentano quel sottoinsieme della popolazione di imprese attive nell anno t che hanno intrapreso l attività per la prima volta nell anno t. Vengono identificate confrontando la popolazione N t con quella dell anno precedente (t-1) e dei due anni prima (t-2) ricorrendo al matching esatto per codici identificativi. Le Entrate sono, quindi, le imprese attive al tempo t e non attive in t-1 e in t-2. Il confronto con la popolazione relativa a due anni prima è utile per escludere le imprese riattivate, ossia imprese non attive in t-1 ma attive in t-2. Step 3 Per identificare all interno delle Entrate le reali nascite è necessario eliminare le creazioni dovute ad eventi diversi da quello della nascita (dal nulla), ossia gli eventi di trasformazione di unità precedentemente esistenti anche se sotto altra forma: fusioni, scissioni, cambi di natura giuridica, successioni ereditarie. Il processo di identificazione delle reali nate consiste nel confrontare le E t con la parte rimanente di popolazione (N t -E t ) utilizzando le informazioni disponibili nel registro statistico e in altre fonti, facendo uso di variabili che identificano le unità (ad esclusione dei codici identificativi o del codice fiscale). Il matching si basa sull applicazione di regole di continuità tra le unità che per semplicità vengono riassunte nella combinazione di tre variabili identificative date dalla denominazione dell impresa, dall indirizzo e dal codice di attività economica. Ciascuna combinazione di variabili abbinate porta alla identificazione di sottopopolazioni di matching costituite dalle unità che presentano almeno 2 variabili abbinate. Per la definizione di match viene applicato un processo di record linkage che presuppone la standardizzazione di nomi e indirizzi e l applicazione di opportune regole di agreement/disagreement. La scelta delle unità da considerare abbinate si basa su criteri deterministici. Le sottopopolazioni di matching sono le seguenti: 1- confronto del settore di attività e della localizzazione: unità entrate che presentano lo stesso codice di attività a 4 cifre e lo stesso indirizzo delle unità nella rimanente popolazione; 2- confronto del settore di attività e del nome; 3- confronto del nome e della localizzazione; 4- unità con legami certi provenienti da fonti statistiche e amministrative. Per sottrazione di unità, eliminando dalle Entrate quelle unità che appartengono ad almeno una delle sottopopolazioni di matching, si perviene alla identificazione delle imprese reali nate. b) Identificazione delle imprese reali cessate Analogamente al processo di identificazione delle reali nate si procede per quello delle reali cessate. Considerato valido lo step1, si prosegue con il passo successivo. Step2 - Date tre popolazioni successive di imprese attive, N t, N t+1 e N t+2, la prima componente da identificare è l insieme delle Uscite nell anno t (U t ). Esse rappresentano quel sottoinsieme della popolazione di imprese attive nell anno t che hanno svolto un attività per l ultima volta nell anno t. Vengono identificate confrontando la popolazione N t con quella dell anno successivo (t+1) e con quella di due anni dopo (t+2) ricorrendo al matching esatto per codici identificativi. Le Uscite sono, quindi, le imprese attive al tempo t e non attive sia in t+1 e in t+2. Il confronto con la popolazione relativa a due anni dopo è utile per escludere le imprese che possono riattivarsi. 9

10 Step 3 Per identificare all interno delle Uscite le reali cessazioni di imprese si prosegue come fatto per il processo di identificazione delle nate. Per l insieme delle cessazioni reali è necessario disporre della popolazione di imprese attive nei due anni successivi a quello di riferimento e ciò implica la conoscenza anticipata di popolazioni che in genere non sono disponibili. Il confronto tra natalità e cessazione, se riferita ad un determinato anno, può essere effettuato per costruzione considerando la sovrapposizione dei periodi in cui l informazione è disponibile. Tenuto conto della modalità di identificazione e nell ottica di un confronto riferito all anno, esisterà comunque sempre uno sfasamento temporale tra l informazione disponibile sui tassi di natalità rispetto a quella sui tassi di mortalità. Infatti, l informazione relativa al numero di unità attive nell anno che cessano durante lo stesso anno è nota solo con un anno di ritardo; e tale dato risulta, inoltre, provvisorio poiché per eliminare i casi di riattivazione dovrà essere noto anche lo stato di attività relativo al tempo t+2. Sono queste le motivazioni che fanno sì che le analisi di natalità coprano l anno 2003 e quelle di mortalità si fermino al Ne consegue che il confronto tra natalità e mortalità è relativo soltanto agli anni per i quali entrambe le variabili sono disponibili (il 2002). GLOSSARIO Imprese attive: l insieme delle imprese operative da un punto di vista economico (ad esempio hanno utilizzato forza lavoro o realizzato fatturato) durante il periodo di riferimento ossia l anno. Imprese nate (reali): per nascita di una impresa si intende la creazione di una nuova attività i cui fattori produttivi scaturiscono dal nulla, ossia dove nessuna altra impresa è coinvolta nell evento. Sono escluse tutte quelle creazioni dovute a modificazioni strutturali quali fusione, scorporo, etc. o che risultino collegate secondo specifici criteri di continuità ad unità già esistenti. Imprese cessate (reali): per cessazione di impresa si intende la dissoluzione di un insieme di fattori produttivi senza che questo evento comporti il coinvolgimento di altre imprese. Sono escluse le cessazioni per trasformazioni strutturali o, applicando le stesse regole di continuità, per legami con altre imprese esistenti. Sopravvivenza: un impresa nata in t sopravvive in t+1 se continua ad essere attiva in t+1 (sopravvivenza senza modificazioni). Se l impresa non è attiva in t+1, si ritiene che sopravviva se la sua attività è rilevata da una nuova impresa (entrata) che ha iniziato l attività in t+1 (sopravvivenza per incorporazione) Tasso di natalità: rapporto tra il numero di imprese nate nell anno t e la popolazione di imprese attive nell anno t (in percentuale) Tasso di mortalità: rapporto tra il numero di imprese cessate nell anno t e la popolazione di imprese attive nell anno t (in percentuale) Tasso di sopravvivenza al tempo t+n: rapporto tra il numero di imprese nate in t e sopravvissute in t+n e numero di impresa nate in t (in percentuale) Tasso lordo di turnover (di imprese): somma del tasso di natalità e di mortalità Tasso lordo di turnover (di occupazione): somma del tasso di natalità e di mortalità in termini di numero di addetti Tasso netto di turnover (di imprese): differenza del tasso di natalità e di mortalità. 10

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