Fondi strutturali Europei Da Wikipedia

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1 Fondi strutturali Europei Da Wikipedia I Fondi strutturali sono un complesso di interventi e di linee guida, che si traducono in appositi Regolamenti, ideati e programmati dall'unione Europea per realizzare il proprio progetto comunitario. Scopo Sin dalla nascita dell'ue, agli occhi dei sostenitori risultava evidente che per raggiungere una forma politica pienamente federata, quindi non solo di contrattazione economica (assunto ribadito come principio nel Trattato di Maastricht, 1992), si doveva operare per eliminare le profonde differenze esistenti tra le Regioni più ricche e quelle meno avvantaggiate. A tale scopo fu varata un apposita politica di interventi sul territorio. In particolare, ai sensi degli articoli 158 e seguenti del Trattato istitutivo della costituzione europea[1], la UE ha elaborato e continua a sostenere una specifica politica di coesione economica e sociale. Lo strumento elaborato per concretizzare tale finalità sono, appunto, i cosiddetti Fondi strutturali europei. Questi nel corso del tempo hanno subito continue e opportune modifiche, in rapporto tendenzialmente coerente con le diverse posizioni politiche e programmatiche assunte nel tempo, prima dalla CEE e poi dalla UE. Realizzazione I Fondi strutturali europei nei due ultimi cicli (settennali) hanno avuto a disposizione circa un terzo del bilancio della UE. Nel circa 195 miliardi di euro e in quello in corso ( ) sono diventati circa 335 miliardi. Questi iniziali dati dovrebbero essere sufficienti per delineare l importanza strategica dei Fondi strutturali. Alla loro riuscita partecipano migliaia di funzionari per assicurare che le migliaia e migliaia di progetti sovvenzionati (non a pioggia) seguano le aspettattive previste. In questo contesto, i Fondi strutturali, ossia: FESR - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, FSE - Fondo Sociale Europeo, Fondo di Coesione, per citare i più recenti, sono strumenti polivalenti (finanziari, di programmazione, di pianificazione, ecc.) che da un lato sono stati creati dalla UE per cofinanziare e programmare, in modo pluriennale, gli interventi sul territorio, e dall'altro hanno sigle differenti perché si occupano di aree funzionali differenti, organicamente volti al fine complessivo ora ricordato. Inoltre a livello delle singole Regioni UE i Fondi strutturali vengono espressi da specifici Programmi, analoghi nei fatti agli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale. Tra questi si possono menzionare i cosiddetti Programmi Operativi (PO) sia Regionali (POR) sia Sovraregionali (PON), vincolati alle line guida dettate dai rispettivi Regolamenti[2]. Gli ultimi tre cicli dei Fondi strutturali sono: Programmazione Programmazione Programmazione Come ogni programmazione economica e/o territoriale complessa e pluriennale la durata dei cicli, tuttavia, è più ampia degli anni formalmente indicati. Infatti, i due ultimi cicli dei Fondi strutturali si 1

2 chiudono fiscalmente due anni dopo il rispettivo termine. Ossia il ciclo nel 2008 e quello è prevista nel 2015[3]. Inoltre, per quanto riguarda la valutazione dei risultati di quanto progettato e realizzato, sono necessari ancora altri anni oltre il termine formale, che dipende dalla tipologia del progetto, e che complica non poco la fase della valutazione dei risultati dei Fondi strutturali. Programmazione Il periodo di programmazione ha utilizzato come strumenti finanziari della politica di coesione economica e sociale i seguenti Fondi strutturali: il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR); il Fondo Sociale Europeo (FSE); il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (FEAOG) (detto anche Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola (FEOGA) ); lo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP). I Fondi strutturali per la programmazione , contrariamente al periodo precedente che ne prevedeva cinque, vengono ridotti di numero e collegati a soli tre Obiettivi unitamente a quattro Programmi di iniziativa comunitaria chiamati PIC (INTERREG III, URBAN II, LEADER+ e EQUAL). Obiettivo 1: aveva lo scopo di promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo; vi rientrano in particolare le regioni il cui PIL è minore del 75% della media europea, in particolare le Regioni del mezzogiorno di Italia più Sicilia e Sardegna. L'Obiettivo 1 si rivolgeva ad un numero limitato di Regioni UE, ma disponeva di circa il 70% degli interi finanziamenti (195 miliardi di euro a scala UE). Obiettivo 2: aveva lo scopo di sostenere la riconversione socioeconomica delle zone con difficoltà strutturali. Obiettivo 3: era mirato a sostenere, per le regioni escluse dall'obiettivo 1, l'ammodernamento dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. La programmazione degli Obiettivi a livello nazionale era regolata per l'obiettivo 1 e l'obiettivo 3 dal Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), mentre il Documento Unico di Programmazione (DOCUP) faceva riferimento all'obiettivo 2. Tali documenti erano la base per gli interventi, ed ordinavano le spese concesse ai Fondi strutturali. Questi Programmi analizzando la situazione ex-ante socioeconomica e ambientale delle Regioni interessate dallo specifico obiettivo, delineavano le linee di intervento all'interno dei cosiddetti assi prioritari che ordinavano l'ampia casistica dei materiali propositivi e progettuali di ogni singolo Programma operativo (PO). All'interno di ogni Obiettivo si sviluppavano quindi i Programmi Operativi, che si dividevano in Programmi Operativi Nazionali (PON) e Programmi Operativi Regionali (POR) che delineavano gli obiettivi specifici all'interno degli assi. 2

3 Programmazione La nuova programmazione adottata per il ciclo è prodotta da un lato a partire dagli effetti (positivi/negativi) di quanto realizzato nel ciclo precedente ( ), e dall'altro in considerazione dei nuovi obiettivi programmatici inseriti, nel frattempo, nell'agenda ideale della UE. Tra questi vanno ricordate le svolte sia di Lisbona sia di Göteborg, che hanno introdotto diverse variazioni programmatiche negli obiettivi del progetto UE. In particolare hanno ampliato gli indicatori e gli obiettivi meramente economici, quale presupposto e garanzia della crescita territoriale. Infatti, il consiglio europeo di Lisbona (2000) ha rivalutato l'importanza degli strumenti della conoscenza, e quello di Göteborg (2001) del ruolo dell'ambiente. Gli obiettivi dei Fondi strutturali anche nel nuovo ciclo ( ) si semplificano nel numero, divenendo tre. Alcuni cambiano nome e finalità, come il FEOGA che si trasforma in FEASR e lo SFOP in FEP. Il Docup (documento unico di programmazione) previsto dal periodo di programmazione precedente per le Regioni Obiettivo 2 è stato eliminato. Tutte le Regioni beneficiano invece dei Programmi Operativi Regionali (POR), che dispongono tuttavia di finanziamenti diversi. I nuovi obiettivi ( ) sono: Obiettivo "Convergenza". Questo obiettivo, in linea con il precedente Obiettivo 1 ( ), è volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e delle Regioni in ritardo di sviluppo, migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. Esso riguarda gli Stati membri e le Regioni in ritardo di sviluppo. I settori d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente nonché efficienza amministrativa. Il finanziamento è effettuato tramite FESR, FSE e Fondo di coesione. Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". Questo Obiettivo punta, al di fuori delle Regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività, l'occupazione e le attrattive delle regioni. Esso consentirà di anticipare i cambiamenti socio-economici, promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo di mercati di lavoro che favoriscano l'inserimento. Il finanziamento è effettuato tramite FESR e FSE. Le Regioni ammissibili sono le Regioni ammissibili all'obiettivo 1 per il periodo di programmazione , che nel nuovo ciclo non soddisfano più i criteri di ammissibilità regionale dell'obiettivo convergenza, beneficiano di un finanziamento transitorio. Spetta alla Commissione selezionare ed adottare l'elenco delle Regioni UE ammissibili, valido per il ciclo in corso ( ). Per il principio di esclusione, le Regioni della Comunità non ammissibili all'obiettivo Convergenza rientrano nei rimanenti Obiettivi. Per quanto riguarda i programmi finanziati dal FSE, la Commissione propone quattro priorità, in linea con gli orientamenti formulati nell'ambito della Strategia europea per l occupazione (SEO): accrescere l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese, potenziare l'accesso all'occupazione, rafforzare l'inserimento sociale e avviare riforme nel settore dell'occupazione e dell'inserimento. Obiettivo "Cooperazione territoriale europea". Questo nuovo obiettivo è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, basandosi sull'iniziativa Interreg. L azione è finanziata dal FESR. L'obiettivo consiste nel promuovere la ricerca di soluzioni congiunte a problemi comuni tra le autorità confinanti, come lo sviluppo urbano, 3

4 rurale e costiero e la creazione di relazioni economiche e reti di PMI. La cooperazione è orientata su ricerca, sviluppo, società dell'informazione, ambiente, prevenzione dei rischi e gestione integrata delle acque. Sono ammissibili le Regioni di livello NUTS III, situate lungo le frontiere terrestri interne e talune frontiere esterne, nonché alcune frontiere marittime adiacenti, separate da un massimo di 150 chilometri. L'articolazione territoriale degli interventi viene ripartita in: PON (programmi operativi nazionali) POR (programmi operativi regionali) monofondo POIN (programmi operativi interregionali) Note ^ Trattato che adotta una Costituzione per l'europa, op. cit. ^ Scala UE, op. cit. ^ Fonti istituzionali, op. cit. Bibliografia Trattato che adotta una Costituzione per l'europa. Firmato a Roma il 29 ottobre 2004 e pubblicato nella G.U. dell'unione europea del 16 dicembre 2004 (serie C pp.484). Parte 3 - Coesione economica, sociale e territoriale. Articolo III-220. Il testo firmato a Roma avrà effetto dalla data di entrata in vigore, conformemente all'art. IV dello stesso Trattato. Fonti istituzionali Scala UE, ciclo EUROPA - Regolamenti sui Fondi Strutturali periodo Regolamento (CE) N. 1260/1999 del consiglio del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali (pp.42, 56 articoli) Regolamento (CE) N. 1083/2006 del consiglio dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999. (pp. 54, artt. 108 e quattro Allegati) Scala nazionale (Italia) Programmazione dei Fondi strutturali Ministero del Tesoro (MEF) Programmazione dei Fondi strutturali Ministero dello Sviluppo economico (MISE) 4

5 Scala regionale Fonti società civile Ogni regione ha dovuto aprire (v. Regolamenti Fondi strutturali) appositi portali web per rendere trasparenti le fasi e l'applicazione dei Fondi Strutturali nel proprio territorio. Rapporto strategico - Consistenza Fondi strutturali Cartografia Cartografia generale Fondi strutturali Cartografia generale Fondi strutturali

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