Il credito alle imprese

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1 L attività creditizia della banca: la valutazione dell equilibrio economico e finanziario d impresa ai fini della determinazione del merito di credito Dipartimento di studi giuridico-aziendali Facoltà di Economia Università di Urbino Carlo Bo alessandro.berti@uniurb.it weblog Urbino, a.a Il credito alle imprese La banca, nell esercizio dell attività creditizia, determina l ammontare massimo di credito concedibile ad un singolo cliente. Tale ammontare si chiama fido e può essere utilizzato sotto forme tecniche diverse. Attraverso il fido, pertanto, si misura il valore di credito di un impresa, ovvero l ammontare massimo di prestiti, vecchi e nuovi, che essa è in grado di sostenere. 2

2 Il credito alle imprese Nell analisi del merito di credito dell impresa, occorre valutare: - la capacità di rimborso del debito; - la tipologia di fabbisogno che viene finanziato. 3 Analisi del rischio di credito delle imprese

3 Le informazioni: l analisi di bilancio Il processo decisionale deve basarsi su considerazioni oggettive che rafforzino aspetti soggettivi del rapporto con l impresa. Per questo il lavoro di analisi di bilancio (dato contabile e oggettivo di espressione delle performance d impresa) è il punto di partenza imprescindibile per verificare e documentare alcuni elementi qualitativi rilevabili con la conoscenza dell impresa. 5 Il bilancio d esercizio La redazione del bilancio è regolamentata dal Codice Civile (artt bis), individuando i soggetti obbligati a redigere il bilancio, la forma ed il suo contenuto. Il bilancio può essere redatto in forma: - Ordinaria - Abbreviata (imprese minori), con rilevanti problemi di approfondimento per l analista esterno 6

4 Bilancio ordinario Il bilancio in forma ordinaria è formato da: 1. Conto Economico (artt bis) 2. Stato Patrimoniale (artt bis) 3. Nota Integrativa (art.2427) 4. Relazione sulla gestione (art.2428) 7 Bilancio abbreviato Il bilancio in forma abbreviata è formato da: 1. Conto Economico: come quello ordinario, pur prevedendo la possibilità di aggregare alcune voci 2. Stato Patrimoniale: comprende solo le macro-voci riassuntive, venendo meno puntualizzazioni importanti sulla composizione del capitale circolante 3. Nota Integrativa: sono omesse alcune informazioni previste dalla normativa 4. Relazione sulla gestione: assente se la nota integrativa specifica già le informazioni richieste. 8

5 Il regime contabile semplificato Sono soggette al regime di contabilità semplificato le imprese individuali esercitate anche sotto forma di imprese familiari e quelle collettive esercitate sotto forma di società di persone e assimilate che, nell'anno precedente a quello in corso abbiano conseguito ricavi non superiori ai seguenti limiti: per le imprese esercenti attività di prestazione di servizi, ,14 euro per le imprese esercenti attività diverse dalla prestazione di servizi, quali la cessione di beni, ,90 euro. 9 Il regime contabile semplificato Poiché non è prevista la redazione del bilancio, il reddito si determina compilando l'apposito quadro annesso al modello di dichiarazione dei redditi (quadro RG), in cui nessun dato è riconducibile alla sua situazione patrimoniale, se non le rimanenze di beni, prodotti e materie prime, oltre ad un registro o una annotazione dei cespiti ammortizzabili. 10

6 Il regime contabile semplificato Un altro ausilio utile alla banca è quello di consultare il quadro IQ utilizzato dall impresa in sede di dichiarazione dei redditi per la determinazione della base IRAP, visto che quanto meno espone le principali componenti del reddito d impresa, utile per qualche indice economico. 11 Rischiosità del cliente e tasso di interesse Per determinare la rischiosità del cliente-impresa e quindi valutare il tasso di interesse da applicare al prestito (c.d.pricing), è necessario verificare: l esistenza della capacità di reddito e la sua costanza nel tempo; la stabilità o la volatilità del fatturato; la costanza o la volatilità dei risultati; 12

7 Rischiosità del cliente e tasso di interesse la costanza o la variabilità dell autofinanziamento, ovvero della capacità di rimborso; l incidenza del capitale circolante netto operativo; la presenza di rischi operativi. 13 Processo di analisi di bilancio Per giungere ad un giudizio analitico e significativo sulla situazione economicofinanziaria di un impresa occorre procedere con: 1. Riclassificazione del bilancio; 2. Analisi dei dati utilizzando: Indici; Flussi; 14

8 La riclassificazione di bilancio Gli obiettivi della riclassificazione di bilancio sono: Valutazione delle performance Confronto temporale Confronto settoriale 15 Strumenti di valutazione del merito di credito Nella prassi bancaria, per la valutazione del merito di credito spesso si ricorre ad alcune (apparentemente) facili scorciatoie: l analisi per indici l assimilazione fra patrimonio netto e capacità di rimborso le garanzie la Centrale Rischi 16

9 Finalità della valutazione del merito di credito Al fine di ottenere una valutazione attendibile e veritiera del merito di credito è necessario soprattutto svolgere un analisi economicofinanziaria dell impresa, in particolare al fine di qualificare e misurare il fabbisogno finanziario 17 Il fabbisogno finanziario Elementi di base da verificare per l analisi del fabbisogno finanziario d impresa: 1. l equilibrio economico, inteso come capacità della gestione corrente/ordinaria di coprire i costi d esercizio con un adeguato volume di ricavi; 2. l equilibrio finanziario, ovvero la capacità della gestione corrente di creare, oltre che reddito, anche liquidità mediante l autofinanziamento. 18

10 Il fabbisogno finanziario N.B. L equilibrio economico è presupposto necessario ma non sufficiente perché si possa affermare che esiste capacità di rimborso in capo all azienda, quindi per valutare la natura del fabbisogno finanziario d impresa e l equilibrio della struttura finanziaria. 19 Scopi dell analisi di bilancio L analisi di bilancio rappresenta una delle operazioni più importanti per verificare e comprendere la gestione d impresa. Ai fini dell attività bancaria è utile per: 1. analizzare il fabbisogno finanziario d impresa; 2. valutarne il merito di credito; 3. misurare correttamente il rischio; 20

11 Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito Parlare di qualità degli affidamenti significa anzitutto sottolineare la qualità degli aspetti che riguardano il processo del credito, inteso come l insieme delle operazioni che, a partire dall istruttoria, si estendono alla gestione del rapporto ed alla sua revisione/modifica. Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito In altre parole la qualità del rapporto banca-impresa si concretizza innanzitutto nella qualità delle operazioni che hanno consentito di giungere alla decisione di: affidamento iniziale; rinnovo/ampliamento/riduzione; revoca.

12 Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito Poiché la qualità non può essere un concetto astratto, occorre avere riguardo ad almeno tre criteri: 1. la rispondenza dell operazione di affidamento alle logiche del piano strategico della banca; 2. la collocazione dell operazione all interno della combinazione rischio-rendimento della banca; 3. la rispondenza dell operazione deliberata alle effettive necessità del cliente (ovvero dare adeguata copertura al suo fabbisogno finanziario, compatibilmente con il rispetto delle condizioni di cui a 1. e 2.) Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito La rispondenza dell operazione di affidamento alle logiche del piano strategico della banca: le linee strategiche della banca locale sono diverse da quelle delle grandi banche; più in generale dovrebbe trattarsi di operazioni volte a far crescere il territorio e le Pmi che in esso operano, nel primo caso; di operazioni finalizzate a privilegiare la logica della transazione, nel secondo caso.

13 Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito tali linee identificheranno anche gli strumenti da utilizzare e le logiche da seguire, sia come metodologia, sia come piani operativi; è evidente che ove si segua il modello del multibanking muteranno gli investimenti in capitale umano e tecnologia, rispetto all ipotesi di assumere la veste di banca di riferimento. Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito La collocazione dell operazione all interno della combinazione rischio-rendimento della banca. La qualità degli affidamenti implicherà: la corretta determinazione del fabbisogno finanziario d impresa e il giudizio su natura, qualità e durata dello stesso; la corretta misurazione del valore di credito dell impresa; un pricing adeguato al rischio.

14 Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito La rispondenza dell operazione deliberata alle effettive necessità del cliente, ovvero dare adeguata copertura al suo fabbisogno finanziario: individuando le reali motivazioni della richiesta di affidamento e verificandole con l analisi del fabbisogno finanziario; corrispondendo con forme tecniche adeguate (anche per cassa) alle richieste; seguendo il cliente e le sue necessità con la dovuta flessibilità (le aziende mutano più velocemente di quanto si ritenga giusto in base alla periodicità delle delibere). Impieghi in prestiti e qualità del processo del credito In sintesi, è possibile parlare di qualità degli affidamenti non solo e non tanto ove si rispettino le previsioni del processo del credito così come delineate nel regolamento fatto proprio da ogni banca, fatto quest ultimo certamente indispensabile e, per certi versi, pleonastico, quanto piuttosto ove si verifichi la rispondenza dell operazione a due reciproche esigenze da conciliare: quella della banca di effettuare impieghi adeguati per rischio e rendimento alla combinazione attesa; quella dell impresa di trovare un partner finanziario per il proprio sviluppo.

15 Una premessa: la Vigilanza e la regolamentazione del processo del credito in Italia I controlli e l attività di credito Il segmento dell attivo rappresentato dai crediti verso la clientela costituisce da sempre il cuore dell attività del sistema bancario italiano, il cui margine di intermediazione vede il contributo preponderante del margine di interesse, soprattutto nelle banche locali. Nonostante l importanza assunta, il processo del credito non è mai stato definito secondo canoni precisi e ben definiti.

16 I controlli e l attività di credito Una prima regolamentazione al riguardo risale al 1988, ovvero una circolare di Bankitalia, concernente i controlli, regolamenta l attività bancaria relativamente al rischio di credito. Questa circolare (n.4/88) è stata aggiornata nel 1998 (145 aggiornamento 9 ottobre 1998) Circolare di Vigilanza del 1998 La circolare del 1998 definisce così, per la prima volta, le logiche del credito, a partire da una puntualizzazione di metodo, lasciando le altre scelte alla gestione del rischio d impresa.

17 Circolare di Vigilanza del 1998 Fissa il percorso metodologico del processo del credito: istruttoria, erogazione, gestione/controllo, revisione, revoca e gestione delle crisi Circolare di Vigilanza del 1998 Perseguendo la finalità di consentire una corretta valutazione e remunerazione del rischio assunto in coerenza con le politiche del credito approvate in sede di piano strategico (=le Pmi come cliente di riferimento) in definitiva, gestire il rischio di credito in maniera consapevole ed organica rispetto alle scelte di fondo della banca

18 Circolare di Vigilanza del 1998 Nota bene: non vengono indicati strumenti, né adottati metodi quantitativi alle banche è lasciata la più ampia scelta in tema di decisione circa le istruttorie si pone l accento unicamente sul rispetto della metodologia stabilita La valutazione del merito di credito: l istruttoria L istruttoria rappresenta il momento formale di valutazione, da parte del finanziatore, della domanda di prestito, atto avente natura tale da essere considerato sempre e comunque di straordinaria amministrazione, perlomeno nella forma, un po meno nella sostanza...

19 La valutazione del merito di credito: l istruttoria è singolare, infatti, la casistica delle domande di prestito, mai effettivamente precise nel definire la natura del fabbisogno (perché si ha bisogno di denari ), quasi sempre descrittive di sintomi, mai delle cause. Il che, giustificabile per la piccola impresa, non lo è per la banca (motivo della domanda = per liquidità) Circolare di Vigilanza del 1998 La Banca d Italia rende espliciti rende espliciti i punti cardine nella valutazione del credito, affermando che dall istruttoria dovrà risultare la coerenza (ovvero il legame, logico e ricostruibile) fra: progetto finanziato importo erogato forma tecnica prescelta

20 Circolare di Vigilanza del 1998 E ancora, pertanto, si afferma che: i bilanci sono indispensabili la richiesta e l assunzione di garanzie segue logicamente (e non precede) la valutazione del merito di credito e le scelte sul pricing l esame dei dati della Centrale dei Rischi è solo uno degli elementi che, alla fine, si debbono considerare Presupposto metodologico Il documento del Comitato, infatti, fin dall inizio ha indicato come il primo tra i fattori da considerare nell assegnazione dei rating: la capacità storica e futura di generare liquidità, necessaria a rimborsare i propri debiti e a far fronte ad altre esigenze di liquidità ( ) affinché il prenditore resti operativo e sia in grado di generare flussi di cassa

21 Il fondamento Alla luce di Basilea 2, perciò, si deve considerare: la capacità storica e futura di generare liquidità quale punto di partenza per definire le variabili che devono essere poste alla base dell analisi del fabbisogno finanziario l approccio statico come quello meno coerente con tali previsioni I contenuti dell istruttoria Alla luce di quanto evidenziato finora, l istruttoria deve dunque servire a verificare la compatibilità finanziaria delle scelte economiche nella loro globalità e non, semplicemente, delle sole scelte di investimento o della richiesta contenuta nella domanda di fido.

22 Finalità della valutazione del merito di credito Al fine di ottenere una valutazione attendibile e veritiera del merito di credito è necessario soprattutto svolgere un analisi economicofinanziaria dell impresa, in particolare al fine di qualificare e misurare il fabbisogno finanziario Analisi del fabbisogno finanziario d impresa Pertanto argomento ed oggetto dell attività istruttoria non può che essere l analisi del fabbisogno finanziario d impresa sotto il profilo della: natura qualità durata

23 L analisi del fabbisogno finanziario fondamento per relazioni di clientela durature essenziale per valutare il rischio assunto... ma quale modello valutativo seguire? Esiste un problema culturale, ma anche tecnico Il rapporto banca-impresa in Italia, tuttavia, si è finora caratterizzato per una costante singolare la totale assenza di analisi circa il fabbisogno finanziario d impresad

24 Una questione metodologica Perché occorre analizzare le imprese sotto il profilo economico-finanziario? Quale deve essere il risultato ottenuto dall analisi? Come deve essere esposta la valutazione dell analista per ottenere la qualità del processo del credito? Analisi economica della gestione: la formula competitiva dell impresa, la redditività per risultati progressivi

25 Il Conto Economico Il Conto Economico è un prospetto che, con gradi di dettaglio differenti, espone tutti i ricavi e i costi d esercizio, pervenendo alla determinazione del reddito d impresa. 49 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo I principali contenuti della struttura multi-marginale del Conto Economico riclassificato: + ricavi di vendita - costo del venduto o consumo merci = ± MARGINE IND.LE/COMM.LE LORDO - costi di struttura = ± VALORE AGGIUNTO - costo del personale = ± MARGINE OPERATIVO LORDO - ammortamenti e accantonamenti = ± RISULTATO OPERATIVO 50

26 Criteri generali di riclassificazione Nel procedere nel lavoro di riclassificazione del conto economico è necessario aver presente delle regole generali: La riclassificazione ha una forte componente soggettiva che dipende dal tipo di attività, dall organizzazione del piano dei conti, dall obiettivo di analisi I criteri adottati nel raggruppare le voci reddituali devono rimanere costanti negli anni La riclassificazione dei costi deve avvenire alla luce della valutazione del contributo che ogni costo/risorsa apporta alla realizzazione delle vendite 51 Obiettivi della riclassificazione di CE Nel procedere al lavoro di riclassifica di un Conto Economico occorre tener presente quali siano gli obiettivi informativi che attraverso l analisi potranno emergere: - verifica della capacità di reddito dell impresa per formulare un giudizio sul merito di credito - analisi dell evoluzione della formula competitiva per identificare i punti di forza e/o di debolezza di questa - comparabilità delle performance negli anni per comprendere il trend anche prospettico dei risultati 52

27 La riclassificazione del conto economico: i ricavi di vendita I ricavi di vendita: sono esposti al netto di sconti ed abbuoni (ma anche della variazione delle rimanenze e di costi capitalizzati); sono al netto dei premi passivi sul consumo; non comprendono i ricavi extra caratteristici anche per non inficiare l analisi volumi-costi-risultati. 53 La riclassificazione del conto economico: il costo del venduto Il c.d. costo del venduto o consumo merci è calcolato come segue: (+) esistenze iniziali (+) acquisti (-) rimanenze finali 54

28 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo Il margine industriale/commerciale lordo rappresenta la differenza fra i ricavi di esercizio e il cd. consumo di merci, ovvero quella parte di fatturato: in surplus rispetto ai costi di acquisto; che può essere distribuita sotto forma di remunerazione ai dipendenti; destinato alla copertura degli ammortamenti, cioè al reintegro degli investimenti effettuati... e degli altri costi operativi. 55 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo I costi generali Non si tratta di semplici spese/uscite di liquidità non direttamente collegate alla fase produttiva/commerciale dell attività aziendale ma sono, appunto... costi di struttura 56

29 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo Il costo del lavoro Si tratta di un tipo di costo dalle specifiche caratteristiche: è rigido verso il basso; non è immediatamente sostituibile con altri fattori produttivi. 57 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo Il margine operativo lordo rappresenta quella parte di fatturato: che paga il reintegro degli investimenti e degli accantonamenti; che contribuisce alla determinazione del risultato operativo 58

30 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo Il risultato operativo: è il reddito prodotto dalla gestione tipica dell impresa; è la parte di reddito destinabile al pagamento degli oneri finanziari, delle imposte e del reddito; 59 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo Il risultato operativo: è noto anche come EBIT (earning before interest & taxes); aggiungendo gli ammortamenti e le svalutazioni si ottiene l EBITDA (earning before interest taxes depreciations & amortization), quale espressione grezza di flusso di cassa potenziale o economico. 60

31 La riclassificazione del conto economico: uno schema operativo Gli oneri finanziari rappresentano: il costo delle risorse ottenute a titolo di finanziamento esterno; sono esposti sotto la riga del risultato operativo al fine di distinguere la gestione caratteristica da quella finanziaria; devono essere paragonati al risultato operativo in termini di copertura. 61 La liquidità potenziale Una categoria importante di aggregati di componenti economiche è quella degli indici di liquidità potenziale: 1. EBITDA (Earning before interest taxes depreciation and amortization)= MOL Fornisce un indicazione di massima sulla liquidità potenzialmente disponibile 2. EBIT (Earning before interest taxes)= RO Fornisce un indicazione più prudente della liquidità potenziale, è significativo nei casi di imprese in cui gli ammortamenti non possono essere considerati parte dell autofinanziamento (l ammortamento contabile è minore dell ammortamento reale, quindi si presenta la necessità di continui investimenti) 62

32 La liquidità potenziale 3. CASH FLOW LORDO: RN+ Amm.ti+ Acc.ti Fornisce un approssimazione più precisa della liquidità potenzialmente disponibile all impresa attraverso l intera gestione, tuttavia deferisce delle discrepanze temporali presenti tra le manifestazioni monetarie di costi e ricavi che compongono tale dato 63 Lo Stato patrimoniale, l analisi per indici e la valutazione della dinamica finanziaria d impresa: il CCNO

33 Lo stato patrimoniale Lo Stato Patrimoniale è un prospetto che, con gradi di dettaglio differenti, espone i saldi a fine anno dei conti relativi ai crediti e debiti, agli immobilizzi e alle poste del patrimonio d impresa. 65 Riclassificazione dello SP I criteri di riclassificazione dello Stato Patrimoniale generalmente utilizzati sono due: 1. Finanziario: le voci patrimoniali vengono riclassificate in base alla loro capacità di mettere a disposizione o di richiedere all azienda mezzi finanziari (il tempo di trasformazione in moneta) 2. Funzionale o della pertinenza gestionale: le voci di bilancio vengo riorganizzate rispetto alle aree di attività dell impresa, cercando di evidenziare la gestione operativa dell impresa 66

34 Criterio finanziario Attivo ATTIVITA IMMOBILIZZATE (Immobilizzazioni immat., mat., fin) ATTIVITA CORRENTE: DISPONIBILITA (Rimanenze) LIQUIDITA DIFFERITE (Crediti verso clienti; Altri crediti di funzionamento) LIQUIDITA IMMEDIATE banca attive) (Cassa e Patrimonio Netto Passivo PASSIVITA CONSOLIDATE (Banche e altri finanz. M/L, Finanziamento soci fruttifero, Fondi) PASSIVITA CORRENTI (Banche e altri finanz. B, Debiti vs/ fornitori, Altri debiti di funzionamento) 67 Criterio funzionale Attivo Immobilizzazioni(imm., mat., fin) Rimanenze Crediti verso clienti Crediti per immobilizzi tec. e fin. ceduti Altri crediti di funzionamento Cassa e banca attive Patrimonio Netto Passivo Fondo TFR e altri fondi Banche e altri finanz. M/L Finanziamento soci fruttifero Banche e altri finanz. B Debiti vs/ collegate Debiti vs/ fornitori Debiti verso fornitori per immobilizzi tec. e fin. Altri debiti di funzionamento 68

35 Stato patrimoniale CEE Attivo Cr. vs/soci per vers. ancora dovuti Imm.ni (imm., mat., fin) Rimanenze Crediti oltre l esercizio entro l esercizio Attività finanziarie che non costituiscono immobilizz.ni Disponibilità liquide Ratei e risconti Passivo Patrimonio Netto Fondi per rischi e oneri Fondo TFR Debiti oltre l esercizio entro l esercizio Ratei e risconti 69 Crediti vs/soci La categoria dei crediti verso soci, genericamente intesa, può presentarsi come crediti verso soci per: versamenti ancora dovuti prelievi del titolare acconti spese etc. Sono tutti crediti che riguardando il rapporto impresaimprenditore, pertanto, vengono considerati tutti in un unica posta: il valore del patrimonio netto, come dato indicativo dell ammontare reale (rettificato di prelievi e apporti) di patrimonio di cui l impresa può disporre come fonte di finanziamento. 70

36 Immobilizzazioni Il dato delle immobilizzazioni utile per l analisi di bilancio è il valore al netto dei fondi di ammortamento, valore già presente in stato patrimoniale redatto secondo le previsioni europee. Tale valore è al netto, poiché esprime il valore contabile, considerando l utilizzo/obsolescenza, del capitale immobilizzato con cui l impresa opera. 71 Crediti Nell attività di riclassificazione dello stato patrimoniale è importante valutare le varie voci dei crediti (disponibili nelle specifiche in NI), facendo riferimento alla loro natura: E un credito commerciale? Il credito è connesso all attività caratteristica dell impresa? Il credito è connesso ad un attività finanziaria? 72

37 Crediti I crediti connessi alla gestione operativa dell impresa devono essere distinti in due grandi categorie: Crediti verso clienti: per definirne il valore più corretto di realizzo sarebbe opportuno rettificarli del valore del fondo svalutazione crediti. Crediti di funzionamento: è una categoria residuale che comprende tutti quei crediti riconducibili all attività operativa e corrente d impresa 73 Attività finanziarie non immobilizzate Questa voce del bilancio CEE comprende tutte quelle attività finanziarie, quindi esterne alla gestione caratteristica, che per le caratteristiche del titolo non rientrano tra le immobilizzazioni (es. titoli di veloce realizzo o partecipazioni non strategiche). 74

38 Disponibilità liquide In questa voce è necessario porre molta attenzione ad un dato, soprattutto se di importi rilevanti: le banche attive. Questo valore può essere determinato da: - Anticipi di fatture di clienti salvo buon fine: questo valore ha un significato sostanziale differente dalla forma, sono crediti verso clienti non ancora incassati. - Disponibilità di cassa: sono partite connesse alla gestione finanziaria d impresa, occorre particolare attenzione se rilevanti. 75 Patrimonio Netto Comprende il capitale sociale, le riserve, utili e perdite degli esercizi precedenti. Tuttavia, per una corretta determinazione del patrimonio netto, la riclassificazione deve considerare anche tutte quelle voci patrimoniali che sostanzialmente vanno ad incidere sull ammontare delle risorse apportate dall imprenditore in azienda (es: prelievi, finanziamenti infruttiferi, etc.) 76

39 Debiti Come per i crediti, lo stato patrimoniale redatto secondo la normativa CEE abbreviata riporta solo in Nota Integrativa la specificazione della natura dei debiti, altrimenti esposti distinguendoli tra il breve e il medio-lungo termine. 77 Debiti di finanziamento In questa categoria rientrano tutti i debiti bancari o verso altri finanziatori che sono stati contratti dall impresa, a titolo oneroso, al fine di coprire un fabbisogno finanziario. Lo stato patrimoniale riporta il saldo a fine anno di un debito che durante l esercizio è stato caratterizzato da un evoluzione che trova spinta nella gestione e nell andamento economico d impresa. 78

40 Debiti di funzionamento Questa categoria di debiti, connessi all attività caratteristica d impresa, devono essere almeno distinti tra: Debiti verso fornitori, per il reperimento delle risorse che in CE definiscono la formula competitiva d impresa, in primis le materie prime Altri debiti di funzionamento: categoria residuale di altre tipologie di debito, seppure connesse all attività corrente. 79 Obiettivi della riclassificazione di Stato Patrimoniale Nel procedere al lavoro di riclassifica dello Stato Patrimoniale occorre tener presente quali siano gli obiettivi informativi che attraverso l analisi vogliono essere raggiunti: - Composizione del capitale investito nell attività d impresa, in particolare gli investimenti al servizio dell attività operativa - Analisi dell equilibrio finanziario dell impresa, valutando anche le scelte finanziarie d impresa 80

41 Obiettivi della riclassificazione di Stato Patrimoniale - Comparabilità delle performance negli anni per comprendere il trend anche prospettico dei risultati - I criteri di riclassificazione in grado di soddisfare i requisiti di un istruttoria motivata e fondata dovranno essere fondati sulla necessità di cogliere e quantificare i termini dell evoluzione del fabbisogno finanziario d impresa. 81 CCNO e liquidità Una valutazione più attenta della liquidità ottenuta dall attività operativa d impresa non può prescindere, però, da un analisi delle sole componenti operative che vanno a comporre il Capitale Circolante Netto Operativo: + Magazzino + Crediti verso clienti + Crediti di funzionamento - Debiti verso fornitori - Debiti di funzionamento 82

42 CCNO e liquidità Alcuni indicatori utili per l analisi, costruiti utilizzando l aggregato del CCNO sono i seguenti: Tasso di intensità del CCNO CCNO Fatturato Liquidità corrente operativa Attività correnti operative Passività correnti operative 83 CCNO e liquidità Il dato al servizio dell analisi di bilancio per procedere alla valutazione della liquidità prodotta dall impresa è l autofinanziamento: Cash flow lordo - CCNO Questo dato corregge il dato della redditività potenziale d impresa di tutte quelle variazioni intervenute nella gestione operativa d impresa che hanno comportato modifiche ai tempi e modi di realizzazione monetaria del reddito. 84

43 Analisi della gestione corrente: il CCNO Il capitale circolante netto operativo o CCNO riassume tutte le principali voci che qualunque azienda, di qualunque dimensione, può ritrovare nei propri bilanci. Ogni azienda, infatti, negozia termini di pagamento con clienti e fornitori, gestisce stocks, etc. 85 Composizione del CCNO CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO = CREDITI VERSO CLIENTI + ALTRI CREDITI DI FUNZIONAMENTO + SCORTE Meno DEBITI VERSO FORNITORI + ALTRI DEBITI DI FUNZIONAMENTO 86

44 Composizione del CCNO È bene rammentare che: non si devono inserire i crediti ed i debiti di finanziamento; i primi poiché misurano valori che sono espressione di scelte di impiego della ricchezza aziendale e non appartengono alla gestione operativa; i secondi per la diversa origine dei debiti di finanziamento, contratti per coprire un fabbisogno e non espressione di costi non pagati. 87 Analisi finanziaria della gestione corrente Il CCNO è l espressione sotto il profilo finanziario di costi/ricavi sostenuti/conseguiti ma non pagati/incassati. Tale combinazione risulta quindi di assoluto rilievo per l analisi finanziaria della gestione corrente dell azienda, soprattutto per le Pmi. 88

45 CCNO ed effetto spugna ogni variazione positiva (+) fa diminuire la liquidità ogni variazione negativa (-) fa crescere la liquidità 89 Variazione del CCNO e liquidità Si ha pertanto che: +crediti vs/clienti=+ricavi non incassati +debiti vs/fornitori= +costi non pagati +scorte= +costi sospesi 90

46 Variazione del CCNO e liquidità Si ha pertanto che: -crediti vs/clienti=-ricavi non incassati - debiti vs/fornitori= - costi non pagati - scorte = - costi sospesi 91 Analisi del CCNO e valutazioni sull equilibrio aziendale Lo studio e l analisi del circolante netto operativo rivestono grande interesse: sia per comprendere la dinamica finanziaria d impresa; sia al fine di valutare eventuali anomalie gestionali. 92

47 Si ha o si dovrebbe avere che: Δ + fatturato = Δ + crediti verso clienti Δ + scorte Δ + debiti verso fornitori e pertanto che: Δ - fatturato = Δ - crediti verso clienti Δ - scorte Δ - debiti verso fornitori 93 Alcune indicazioni operative Se il fatturato si riduce e si incrementano scorte e clienti: difficoltà ad incassare crediti inesigibili; vendite a clientela marginale; scorte di lento rigiro, invendibili o frutto di errori di produzione e/o commerciali; eccesso di acquisti conseguente ad eccesso di fiducia; politiche di bilancio = manipolazioni. 94

48 L analisi per flussi e la valutazione dell autofinanziamento L autofinanziamento Per ottenere una configurazione soddisfacente di flusso di cassa o autofinanziamento generato dalla gestione corrente, non è sufficiente, infatti, calcolare il c.d. cash flow, e neppure l EBITDA, poiché: sia il cash flow (risultato netto+ammortamenti+accantonamenti) sia l EBITDA (risultato operativo+ammortamenti+accantonamenti); sono misure potenziali o economiche... che non tengono conto dei componenti di reddito non ancora pagati/incassati.

49 L autofinanziamento In particolare: non è possibile ignorare che il risultato d esercizio è determinato da costi e ricavi a fronte dei quali solo in parte si sono verificate uscite ed entrate di cassa; solo nel caso, del tutto irreale, che i costi fossero pagati contestualmente al loro sostenimento ed i ricavi incassati contestualmente al loro conseguimento il risultato d esercizio, al lordo dei costi non monetari, corrisponderebbe al risultato di cassa. L autofinanziamento L autofinanziamento viene generato come il risultato di 3 componenti: componente economica (EBITDA) componente finanziaria (±ΔCCNO) componente accessoria (Of;Pf;Ps;Os;Tax)

50 L autofinanziamento Risultato operativo (±) Ammortamenti (+) Accantonamenti (+) Variazione C.C.N.O. (±) EBITDA Flusso di cassa della gestione corrente L autofinanziamento (2) Flusso di cassa della gestione corrente Gestione fin. (±) Gestione str. (±) Imposte e Tasse (-) Flusso di cassa della gestione finanziaria e accessoria Autofinanziamento

51 L autofinanziamento Pertanto, nel calcolare l autofinanziamento, si deve tenere conto dei seguenti elementi: del risultato operativo, positivo o negativo, poiché rappresenta creazione (utile) o distruzione (perdita) di ricchezza; degli ammortamenti e degli accantonamenti, poiché si tratta di costi cui non hanno corrisposto uscite di liquidità; L autofinanziamento della gestione straordinaria (proventi e oneri straordinari), finanziaria (proventi e oneri finanziari) e del carico fiscale (imposte e tasse); ma anche che vi sono ricavi non incassati (clienti),costi non pagati (fornitori), costi sospesi (scorte) che tuttavia hanno concorso a determinare l utile;

52 Gli strumenti per rispondere al fabbisogno finanziario dei clienti: le forme tecniche Forme tecniche di affidamento I finanziamenti bancari possono essere genericamente distinti in: finanziamenti alle imprese (per cassa e per firma) finanziamenti alle famiglie 104

53 Le logiche di selezione Il supporto consulenziale che la banca può offrire nell ambito del processo di selezione delle fonti di finanziamento è legato innanzitutto alla corretta valutazione delle forme di finanziamento e renderle confrontabili secondo una logica di selezione funzionale al soddisfacimento dei fabbisogni dell impresa. 105 Le logiche di selezione L identificazione dell area di investimento in capitale fisso piuttosto che in capitale circolante è una prima fase che permette di procedere alla verifica delle fonti di finanziamento coerenti con lo specifico fabbisogno. 106

54 Le logiche di selezione In questi termini, l investimento in capitale circolante può essere finanziato, escluso il ricorso al debito di fornitura, da: apertura di credito in conto corrente, sconto cambiario, anticipi su fatture e ricevute bancarie, anticipazioni su merci, factoring, polizza di credito commerciale e cambiale finanziaria. 107 Le logiche di selezione Viceversa, l investimento in capitale fisso può essere finanziato, escluso il ricorso all aumento di capitale, da: mutuo, leasing finanziario, certificato di investimento e prestito obbligazionario. 108

55 Le logiche di selezione Una volta verificata la coerenza generale, l azienda deve procedere a un confronto al fine di verificare: nel concreto quali fonti di finanziamento rispondono alle esigenze specifiche; il costo del capitale (da minimizzare); la sostenibilità finanziaria; quantità ed onere delle garanzie legate a uno specifico finanziamento. 109 Il fabbisogno di tesoreria L apertura di credito in conto corrente è lo strumento che meglio degli altri risponde alla copertura degli scompensi temporanei tra entrate e uscite di cassa (funzione monetaria per l impresa). 110

56 Il Conto corrente L apertura di credito è un contratto con cui la banca si impegna a tenere a disposizione di un cliente una somma di denaro di cui il cliente potrà disporre secondo condizioni previamente stabilite. 111 Il Conto corrente Il conto corrente può essere identificato come il cardine dell attività bancaria: È lo strumento sul quale poggiano: operazioni di raccolta (i depositi) operazioni di impiego (apertura di credito) erogazione di servizi (assegni, bancomat, carte di credito, bonifici etc.) 112

57 Il fabbisogno di capitale circolante Tra le diverse forme tecniche vi rientrano: lo smobilizzo crediti commerciali lo sconto cambiario; gli anticipi salvo buon fine su ricevute bacarie e fatture; il factoring; le anticipazioni su merci e titoli; il riporto finanziario e pronti contro termine. 113 Il fabbisogno di capitale circolante Sconto cambiario È un contratto attraverso il quale un impresa cede a una banca i propri effetti cambiari non ancora scaduti e questa, previa deduzione di un compenso (sconto) proporzionale al tempo e all importo delle cambiali si impegna ad anticipare il valore attuale dei crediti stessi all impresa cedente. 114

58 Il fabbisogno di capitale circolante Quanto agli anticipi s.b.f. su ricevute bancarie, esse rappresentano solo una pura quietanza di pagamento: non si tratta quindi di titoli di credito. Il venditore, nel momento in cui procede alla fatturazione, provvede ad emettere ricevute con scadenza predefinita. Tali ricevute vengono successivamente consegnate con supporto magnetico alla banca attribuendole la delega per l incasso. 115 Il fabbisogno di capitale circolante Per quanto riguarda la fattura commerciale, all atto della presentazione della fattura per l anticipo da parte del cliente, la banca accredita una somma tra il 70% e l 80% dell importo sul c/c del cliente e contemporaneamente addebita il c/ transitorio con valuta in giornata. All atto del pagamento della fattura, la banca accredita il residuo 30% o 20% sul c/c e al contempo registra uno storno sul c/transitorio per annullamento della posizione. 116

59 Il fabbisogno di capitale circolante Il factoring è una modalità alternativa di smobilizzo dei crediti, rispetto all anticipo fatture e RI.BA., che può avvenire pro-solvendo (s.b.f.) o pro-soluto (clausola senza rivalsa ), in cui il cedente si libera dai rischi di insolvenza del nominativo affidato al factor. È un operazione particolarmente utilizzata da imprese di dimensioni ridotte per delegare le fasi di gestione amministrativa dei crediti stessi. 117 Il fabbisogno di capitale circolante Le anticipazioni su merci e titoli sono operazione di prestito a breve termine (raramente supera i 4 mesi) mediante la quale la banca concede del credito all impresa sulla base della costituzione di un pegno sui beni dati in garanzia (merci o titoli). Il pegno è una garanzia reale che determina lo spossessamento del bene in capo al cliente senza far venire meno la proprietà dei beni stessi, i quali vengono restituiti all estinzione del contratto. 118

60 Il fabbisogno di capitale circolante Il riporto finanziario e le operazioni di pronti contro termine Il riporto finanziario vede il cliente (riportato) cedere i titoli alla banca (riportatore) al fine di disporre di fondi corrispondenti al prezzo pagato a pronti dalla banca. Il cliente riacquista la proprietà dei titoli attraverso il riacquisto a termine ad un prezzo superiore al prezzo a pronti: la differenza rappresenta il costo finanziario dell operazione. Attraverso l operazione pronti contro termine si invertono i ruoli: il riportato è la banca e il riportatore è il cliente. 119 Alcune osservazioni Nella prassi bancaria è da sempre prevalso l utilizzo, spesso improprio, di forme tecniche a breve termine, poiché il fabbisogno finanziario d impresa non è mai stato analizzato approfonditamente. Dal lato delle imprese, peraltro, l uso di forme tecniche a b.t. è collegato all incapacità dell imprenditore di prefigurare la dinamica del fabbisogno finanziario della propria impresa. 120

61 Alcune osservazioni In realtà tra caratteristiche del fabbisogno finanziario, la sua evoluzione nel tempo e la struttura dei prestiti (dovrebbe esistere) esiste una relazione. La durata dei prestiti, d altra parte, non è legata alla forma tecnica utilizzata, quanto al fabbisogno finanziario previsto e ai potenziali interventi di ricapitalizzazione. 121 Il fabbisogno di capitale fisso I prodotti di natura finanziaria in grado di soddisfare, con gradazioni differenti, le esigenze delle aziende circa l acquisizione di capitali fissi sono: il contratto di mutuo il contratto di leasing 122

62 Il fabbisogno di capitale fisso Il mutuo è un prestito monetario a protratta scadenza, contraendo il quale il beneficiario si impegna a pagare gli interessi e a restituire il capitale secondo un piano di ammortamento previsto dal contratto. Tale forma tecnica è utilizzata in particolare per il finanziamento dell edilizia abitativa e dei settori industriali e commerciali. 123 Il fabbisogno di capitale fisso Ci sono due tipologie di mutuo: 1. Mutuo chirografario: non ci sono garanzie su beni, ma sono presenti solo garanzie personali del richiedente o di terzi (prestiti personali); 2. Mutuo ipotecario: il prestito è coperto da ipoteca sul bene per il quale viene erogato il finanziamento (prestiti finalizzati) 124

63 Il fabbisogno di capitale fisso Il costo dell operazione è composto da: Interessi; Spese sostenute per la stima del bene offerto in garanzia e per l istruttoria legale; Eventuali parcelle notarili e altri oneri accessori (es. assicurazione). 125 Il fabbisogno di capitale fisso Prestiti in pool si tratta di un prestito (affidamento) concesso da un insieme di banche consorziate al fine di far fronte a problemi finanziari delle imprese di dimensioni medio grandi. Si adotta tale modalità al fine di concedere prestiti che eccedono il potenziale creditizio dei singoli istituti. Il prestito in pool è un approccio alternativo di tipo organizzativo alla parziale soluzione da parte del sistema bancario di alcuni problemi finanziari delle imprese di dimensioni medio-grandi. 126

64 Il fabbisogno di capitale fisso Prestiti in pool (segue) gli affidamenti oggetto delle convenzioni stipulate fra banche e partecipanti ai pool e dei contratti tra queste ultime e le imprese richiedenti credito possono presentarsi eterogenei, in quanto può trattarsi di prestiti a breve o a medio termine, di prestiti per cassa o di firma, in moneta nazionale o in valuta estera. 127 Il fabbisogno di capitale fisso Il leasing è un contratto tra il locatore (banca o società di leasing) che cede in locazione al locatario (affidato) per un periodo di tempo prefissato, un bene di natura strumentale dietro il pagamento di un determinato canone periodico. 128

65 Il fabbisogno di capitale fisso La varietà delle operazioni di leasing conosciuta sul mercato può essere ricondotta alla distinzione di due tipologie essenziali, una finalizzata all acquisizione delle disponibilità temporanea di un bene (leasing operativo) e la seconda all acquisizione della disponibilità definitiva (leasing finanziario). 129 Le garanzie Nella prassi creditizia le garanzie hanno sempre avuto un ruolo importante poiché rendono più tranquillo, o al limite, rendono possibile un affidamento che non si potrebbe concedere basandosi sulla rispondenza del solo richiedente. Possono essere molteplici, le principali sono: garanzie reali garanzie personali garanzie sussidiarie 130

66 Garanzie reali Le garanzie reali sono una gamma assai ristretta: pegno su titoli - di Stato o garantiti dallo Stato o assimilabili, titoli obbligazionari o azionari quotati o a largo mercato su denaro o su merci; ipoteca su cespiti immobiliari 131 Garanzie reali Il pegno è un diritto reale di garanzia, risultante da atto scritto, che si perfeziona con la consegna al creditore del bene oggetto del contratto o di un documento che ne attribuisce la disponibilità. Solitamente sono preferite attività finanziarie con ridotte oscillazioni potenziali di valore, come titoli di debito emessi dallo Stato. 132

67 Garanzie reali L ipoteca può costituirsi su beni immobili (o su diritti reali immobiliari). Su uno stesso bene possono gravare diverse ipoteche: il numero d ordine con cui sono iscritte determina il grado dell ipoteca e quindi l ordine di preferenza con cui verranno soddisfatti i creditori (p.es. i creditori garantiti da ipoteca di secondo grado verranno soddisfatti solo dopo che sono stati integralmente rimborsati i creditori con ipoteca di primo grado). 133 Garanzie personali Le garanzie personali pur essendo importanti, rivestono carattere sussidiario perché prima di tutto si fa riferimento alla capacità di rimborso del debitore principale, alla sua moralità, etc. Rientrano tra le garanzie personali: la fidejussione (credito non cambiario) l avallo e accettazione (credito cambiario) 134

68 Garanzie personali Tramite la fideiussione, il fideiussore assume un obbligazione personale verso un creditore, garantendo l adempimento dell obbligazione di un debitore. Il fideiussore è obbligato in solido con il debitore, ma si può convenire che sia obbligato al pagamento solo dopo l escussione del debitore principale. L avallo è una firma di garanzia apposta su una cambiale. 135 Garanzie sussidiarie Per ovviare alla scarsa forza contrattuale delle PMI sono stati istituiti, su base provinciale, i consorzi fidi, ovvero delle associazioni di categoria. Tali consorzi hanno come finalità: offrire alle banche una garanzia collettiva, ottenere credito a tassi ridotti; ottenere credito per quelle aziende di piccole dimensioni non in grado di fornire adeguate garanzie 136

69 L importanza dell analisi andamentale per la valutazione del rischio di credito I dati andamentali prendono in considerazione: Il rapporto intrattenuto dall impresa con lo specifico istituto di credito I rapporti intrattenuti dall impresa con il sistema creditizio nel suo complesso (Centrale Rischi) L importanza dell analisi andamentale per la valutazione del rischio di credito Come noto, la Centrale Rischi è un servizio accentrato di informazioni sui rischi bancari gestito dalla Banca d Italia che consente alle singole banche di conoscere le posizioni debitorie (> euro) che i clienti hanno verso il sistema bancario.

70 L importanza dell analisi andamentale per la valutazione del rischio di credito Categorie di censimento della CENTRALE RISCHI 1. CREDITI PER CASSA 1.1 rischi autoliquidanti 1.2 rischi a scadenza 1.3 rischi a revoca 1.4 finanziamenti a procedura concorsuale 1.5 sofferenze 2. CREDITI DI FIRMA 3. GARANZIE RICEVUTE 4. DERIVATI FINANZIARI 5. SEZIONE INFORMATIVA L importanza dell analisi andamentale per la valutazione del rischio di credito Esistono altre strutture esterne appositamente costituite dal e per il sistema bancario: CRIC (importi compresi fra e euro) CRIF (affidamenti non superiori a euro)

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