LA FUNZIONE DEL FACILITATORE

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1 LA FUNZIONE DEL FACILITATORE Treviglio, 11 aprile 2015 Maria Coelli

2 DEFINIZIONE DI AUTO MUTUO AIUTO "UN MOMENTO DI INCONTRO TRA PERSONE, SINGOLE, IN COPPIA O FAMIGLIE, UNITE DA UNO STESSO PROBLEMA (DIPENDENZA, STATO DI BISOGNO, DIFFICOLTÀ IN GENERALE) PER ROMPERE L ISOLAMENTO, PER RACCONTARSI LE PROPRIE ESPERIENZE DI VITA (GIOIOSE O DOLOROSE), PER SCAMBIARSI INFORMAZIONI E SOLUZIONI, PER CONDIVIDERE SOFFERENZE E CONQUISTE CON L'OBIETTIVO DI RISCOPRIRSI RISORSA NON SOLO PER SÈ MA PER L'INTERA COLLETTIVITÀ (S. Bertoldi- ASS. Ama Trento)

3 In un gruppo di auto mutuo aiuto sarebbe bello -Promuovere un clima di speranza realistica, poiché anche se i miglioramenti della singola persona sono modesti, la famiglia nel suo insieme può imparare a fronteggiare i problemi e a vivere una vita di relativa soddisfazione; -dare alle persone il riconoscimento per quanto sono riuscite a fare; -riuscire a parlare di sé;

4 In un gruppo di auto mutuo aiuto sarebbe bello -far sì che le persone si sentano a proprio agio per parlare delle loro preoccupazioni e di quelle dei loro cari, senza timore di giudizio e di critiche; -creare un clima di amicalità e fiducia; -dare la possibilità alle persone di ricevere incoraggiamento sia con le parole, sia con i gesti; tutto si può dire, tutto merita di essere ascoltato.

5 In un gruppo di auto mutuo aiuto sarebbe bello -favorire la percezione che le proprie esperienze e i suggerimenti sono straordinariamente importanti; -accogliere le nuove famiglie in modo caldo e incoraggiarle a presentarsi e a parlare del problema che le ha condotte al gruppo.

6 Obiettivi dei gruppi AMA Aiutare i partecipanti ad esprimere i propri sentimenti Sviluppare la capacità di riflettere sui propri comportamenti Aumentare le capacità personali nell affrontare le difficoltà Aumentare la stima di sé Facilitare la nascita di nuove amicizie.

7 Il gruppo di auto mutuo aiuto è -in grado di funzionare solo grazie ai suoi partecipanti; -aperto ai nuovi partecipanti; -attivo e funzionante durante tutto l anno, con regolarità; -del tutto gratuito; -facilmente accessibile.

8 Quanti partecipanti? -Da un minimo di 3 fino ad un massimo di 10-12; -superato il numero massimo, viene attivato un nuovo gruppo!

9 Spazio e tempo -Cura e gradevolezza dell ambiente; -disposizione circolare dei partecipanti al gruppo; -rispetto degli orari e dei tempi; -eliminazione dei possibili disturbi.

10 Quali tempi? -Ogni incontro ha una durata definita, preferibilmente non più di un ora e mezza; -la periodicità è preferibilmente settimanale, in ogni periodo dell anno, riducendo per quanto possibile le interruzioni.

11 Quali spazi? -Una sede stabile, agibile anche senza la presenza del facilitatore; -un luogo accessibile per tutto l anno; -uno spazio che consenta di mettersi in circolo.

12 Difficoltà del gruppo Trovare le persone che condividono gli stessi problemi e con cui formare gruppo; differenze nelle motivazioni che hanno spinto le persone a partecipare al gruppo; fare gruppo in luoghi non neutri (es. ospedali, istituti );

13 Difficoltà del gruppo mancanza di condivisione della responsabilità e della partecipazione dovuta al fatto che non esiste una rotazione dei compiti; mancanza di continuità; nuovi inserimenti e abbandoni; chiusura nei confronti della comunità locale.

14 Difficoltà personali Mancanza di fiducia nel gruppo e nelle sue potenzialità quando i benefici tardano ad arrivare; parlare di altri, non di sé; avere delle aspettative a cui la partecipazione al gruppo non risponde;

15 Difficoltà personali paura e tensione per la consapevolezza che partecipare al gruppo implica il confronto diretto con i propri conflitti; mancanza di stimoli per cui risulta difficile riuscire a mantenere viva la motivazione a continuare; andare al gruppo per fare salotto.

16 operatore? facilitatore? helper? servitore? catalizzatore? conduttore?

17 IL FACILITATORE è il primo garante del senso / valore del gruppo e del rispetto delle modalità di funzionamento

18 Caratteristiche del facilitatore... -Essere interessato all auto aiuto, al compito, a formarsi; -agire come pari, riducendo le distanze sociali tra sé e i membri e condividendo le loro competenze, rimandando al gruppo la presa delle decisioni; -avere capacità di ascolto, di empatia, di apprendere dalla persona che viene aiutata; -aver raggiunto un certo grado di adattamento rispetto al suo problema ed essere disponibile a parlare della sua esperienza e condividere sia successi che le difficoltà; -avere una certa disponibilità di tempo.

19 Cosa deve fare... -mettersi a disposizione del gruppo; -creare le condizioni migliori perché il gruppo si costruisca e cresca; -facilitarne il buon funzionamento; -consentire a ciascuno la possibilità di esprimersi.

20 Come fare... -aver fiducia nelle possibilità del gruppo di crescere; -aver fiducia nei singoli partecipanti e nelle loro risorse; -saper ascoltare e saper far ascoltare ; -essere empatici e promuovere l empatia; -accettare, non giudicare, promuovere gli stessi atteggiamenti negli altri; -saper essere testimone piuttosto che esperto; -evitare la sovrapposizione degli interventi; -stimolare e sollecitare senza obbligare.

21 Cosa cercare di ottenere... -comunicazione circolare all interno del gruppo; -partecipanti che si attivano rispetto a sè e agli altri; -coinvolgimento, spontaneità e senso di appart.; -responsabilità dei partecipanti; -costruz. di una rete di relazioni oltre gli incontri.

22 un patrimonio di saperi che le persone pongono a disposizione del gruppo e così facendo lo rendono visibile anche ai loro stessi occhi

23 Cosa garantire... -collaborazione e non competizione: nel gruppo non si cerca l affermazione individuale a scapito degli altri; -autenticità: è possibile esprimere parti di sé (opinioni, sentimenti, critiche, idee) sapendo che non vi saranno censure o giudizi; -libertà di interagire e possibilità di esprimere opinioni su qualsiasi aspetto del funzionamento del gruppo, in qualsiasi momento; -riservatezza: il gruppo è un luogo speciale dove è possibile parlare di sé sapendo che tutto ciò che si dice resterà nel gruppo.

24 Come agire... -trasmettere la speranza che il gruppo sarà un'esperienza gratificante; -rinforzare lo sviluppo di norme che possono agevolare il raggiungimento degli obiettivi del gruppo (es. uguale attenzione a tutti, protezione della confidenzialità, tolleranza delle diversità, presenza regolare); -riconoscere ogni risultato positivo; -aumentare la fiducia di ciascuno sulle potenzialità e capacità, proprie e del gruppo; -adeguare il proprio ruolo al processo di cambiamento e allo sviluppo delle competenze del gruppo, anche in vista di processi di gemmazione del gruppo.

25 Per facilitare il facilitatore deve... -tenere vivi motivazione e senso della partecipazione al gruppo; -mantenere contatti gratificanti con altri facilitatori o partecipanti a gruppi; -sviluppare idee positive sull auto aiuto; -avere momenti di confronto, scambio e sostegno; -avere momenti di formazione e aggiornamento.

26 Le risorse del facilitatore... 1) se stesso, i partecipanti al gruppo; 2) altri facilitatori: i momenti di intervisione; 3) l Associazione AMA: l attività formativa, i momenti della vita associativa ecc..; 4) altri partecipanti ai gruppi: le occasioni di incontro e di festa organizzate dai gruppi e dall associazione; 5) il mondo del volontariato e dei servizi offerti al volontariato (CSV): formazione, aggiornamento, incontri, consulenza ecc..; 6) i servizi e gli operatori collaborazioni, invio, consulenza. dei servizi: contatti,

27 Il facilitatore deve stare attento a... -sviluppare autonomia e non dipendenza; -valorizzare gli aspetti positivi e le risorse; -sapere che le risposte vengono dal gruppo e dai partecipanti; -saper stare al margine e non al centro; -saper essere e stare alla pari.

28 I rischi del facilitatore... -avere (e dare) sempre le risposte (accentrare su di sé la discussione); -non favorire una discussione circolare; -aspettarsi (e chiedere) risultati già definiti; -fare l esperto, il consulente, il tecnico; -sentire in modo esclusivo su di sé la responsabilità del funzionamento del gruppo; legame eccessivo con il gruppo (non manca mai cosa farà il gruppo senza di me);

29 -sentirsi indispensabile per il gruppo; -schierarsi all'interno del gruppo; -essere giudicante e non bloccare un clima giudicante; -non contare su momenti di confronto, condivisione, sostegno rispetto al gruppo (es. incontri di intervisione tra facilitatori); -personalizzare il gruppo proponendo attività che si discostano dall a.m.a..

30 Non è facile per noi operatori sentire e sopportare questa sensazione di non condurre e di trovarsi al seguito

31 Quello del facilitatore è un accompagnamento all autonomia: la sua speranza è che ogni persona possa, attraverso il gruppo, riscrivere la sua storia, un po meno condizionata dal passato, un po più libera da vincoli (Maria Castiglioni)

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