UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE ED AZIENDALI M.FANNO CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E MANAGEMENT PROVA FINALE FUNZIONAMENTO E LETTURA DELLA CENTRALE DEI RISCHI DI BANCA D ITALIA RELATORE: CH.MO PROF. ALBERTO ALVISI LAUREANDA: ELISA GHELLER MATRICOLA N ANNO ACCADEMICO

2 INDICE Introduzione 3 1. L informazione nel mercato del credito (cenni) 1.1 Il fabbisogno delle imprese Il merito di credito Il credito e il valore dell informazione Soluzioni al problema 6 2. La Centrale dei rischi 2.1 La valenza del sistema L istituzione della Centrale dei Rischi Da ieri a oggi Il funzionamento del sistema La rielaborazione delle segnalazioni Il quadro normativo La lettura della Centrale dei Rischi 3.1 La rappresentazione dei rischi I crediti di cassa I crediti di firma Garanzie ricevute Derivati finanziari 16 1

3 Sezione informativa Classi di dati La lettura del prospetto Prospetto Veneto Banca: la composizione e un esempio Il prospetto Banca Popolare di Verona Un breve confronto 26 Conclusioni 27 Riferimenti Bibliografici 28 2

4 INTRODUZIONE Il rapporto tra banca e cliente, e in particolare tra banca e impresa, non è mai stato propriamente idilliaco. Ai giorni nostri, questo è un dato di fatto: esiste una linea netta che separa gli interessi delle controparti e che le rende reciprocamente ostili, soprattutto quando entra in gioco l asimmetria informativa. Il ruolo centrale dell informazione emerge con forza nel mercato del credito, caratterizzato sempre più da prodotto eterogenei e da relazioni di fiducia, alla luce delle promesse di adempimenti futuri. Ma come può un intermediario capire se la promessa verrà mantenuta o meno? In altri termini, come può un intermediario fidarsi e gestire il rischio se non si conosce la controparte o se la conoscenza è limitata? Naturalmente, le informazioni che permettono una preliminare conoscenza provengono proprio dalle imprese: bilancio d esercizio, nota integrativa, relazione sulla gestione, business plan, statuto sociale e così via. Ma chiaramente sono documenti non aggiornabili nel continuo. Quindi sono necessarie non solo informazioni relative all attività dell impresa, alla sua capacità di generare reddito o alla sua stabilità patrimoniale, ma anche notizie che indagano il rapporto con un sistema fondamentale per il loro sviluppo: il sistema creditizio. Questo lavoro presenta uno degli strumenti più importanti utilizzato dagli intermediari allo scopo di rendere più robusta la conoscenza della clientela: la Centrale dei Rischi. Istituita nel 1962 e operativa dal 1964, la Centrale dei Rischi è un sistema informativo, gestito da Banca d Italia, sull indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie che ha lo scopo di assistere il sistema bancario nella concessione dei fidi, nella gestione del rischio, migliorando la qualità degli impieghi. Mensilmente, gli intermediari partecipanti comunicano le posizioni debitorie della clientela a Banca d Italia che, attraverso la Centrale, provvede a restituire agli intermediari informazioni in merito all esposizione debitoria di ciascun affidato nei confronti dell intero sistema. A tal fine, la stesura è suddivisa in tre capitoli: - Il primo riguarda, in generale, il ricorso al mercato del credito per lo sviluppo delle imprese, le difficoltà che le asimmetrie informative determinano nella valutazione del merito di credito, e le possibili soluzioni alla luce della collaborazione fra imprese e intermediari; - Il secondo capitolo tratta nel particolare il funzionamento della Centrale dei Rischi e il quadro normativo sottostante; - L ultima parte è invece dedicata al modo in cui la Centrale classifica i diversi rischi. Inoltre, sono riportati, a titolo di esempio, due prospetti restituiti dalla Centrale dei Rischi così come vengono consultati presso Veneto Banca S.c.p.a. e la Banca Popolare di Verona. Questo elaborato è il frutto di quanto appreso e messo in pratica durante il periodo di stage svolto presso il Team Corporate di Vicenza e l Area Vicenza di Veneto Banca S.c.p.a.: rivolgo quindi la mia più sincera gratitudine alle persone che mi hanno offerto un occasione e importanti spunti di riflessione per la stesura di questo testo. 3

5 CAPITOLO 1 L INFORMAZIONE NEL MERCATO DEL CREDITO (cenni) Prima di affrontare il problema relativo all informazione tra banca e cliente, è utile considerare brevemente il ruolo che il credito assume nello sviluppo delle imprese. Questo punto di vista è importante per comprendere il ricorso a particolari forme tecniche di finanziamento, ognuna con un proprio livello di rischio, che determina un necessario rapporto fra la banca e la clientela e il monitoraggio di quest ultima. 1.1 IL FABBISOGNO DELLE IMPRESE Il fabbisogno finanziario di una generica impresa, relativamente all attività caratteristica, si può suddividere fra l area del capitale fisso e l area del capitale circolante netto, legato ai processi della gestione corrente. In particolare, quest ultimo tipo di fabbisogno, deriva da processi non ancora conclusi, come rimanenze di materie prime o mancato pagamento dei crediti commerciali. Se la relazione tra impieghi e fonti di risorse è data dalla seguente formulazione: CI = CF + CCN = CP + CT dove: CI = Capitale investito CF = Capitale Fisso CCN = Capitale Circolante Netto CP = Capitale Proprio CT = Capitale di Terzi allora il CCN si può esprimere in funzione del ciclo monetario: CCN = (cm / 360)x Fatturato, dove cm è il ciclo monetario, dato dalla somma tra durata media dei crediti di gestione e la durata media del magazzino al netto della durata media dei debiti di gestione. (Biffis 2009, p.160) In questo modo è possibile quantificare il fabbisogno finanziario derivante dai processi di acquisto, produzione e vendita: l impresa deve disporre di un adeguato ammontare di liquidità per avviare la produzione e questa liquidità viene fornita in via prevalente dal sistema bancario. Possiamo quindi distinguere le forme tecniche di finanziamento al circolante e le forme tecniche di finanziamento agli investimenti: nel primo caso il fabbisogno è relativo al ciclo produttivo caratteristico e alle dinamiche dell impresa, nel secondo è relativo agli investimenti (macchinari, immobili, impianti..) e dovrà essere considerato ampliando l orizzonte temporale di riferimento. E quindi fondamentale comprendere la coerenza fra struttura del fabbisogno e forma tecnica di finanziamento, a vantaggio di tutte le parti coinvolte IL MERITO DI CREDITO Appare chiaro che la banca si pone come fondamentale interlocutore delle imprese e, in quanto tale, ha l esigenza di conoscerle per capirne il fabbisogno, la tipologia di rischi che rappresentano, la capacità di rientro dall esposizione, le fonti che consentono l estinzione del debito e così via. In sostanza, ciò che una banca deve saper fare è valutarne il merito di credito emettendo un giudizio. Il problema del rischio di credito, cioè del rischio che il cliente sia inadempiente o insolvente, si presenta sia per i nuovi clienti sia per i finanziamenti già in essere che giungono a scadenza e che devono essere rinnovati. Le potenziali cause di inadempienza comprendono la mancanza di liquidità ma anche ragioni indipendenti dalle condizioni finanziarie dell impresa, come il rischio paese o rischi operativi. Se tali ipotesi dovessero verificarsi, l istituto subirebbe un danno o una perdita: per 4

6 questo, la valutazione del merito di credito ha la funzione di controllare il comportamento della clientela e verificare che il debitore, al momento stabilito dal contratto, sia in grado di: - estinguere l obbligazione; - ottenere un rinnovo dallo stesso intermediario; - restituire il prestito grazie ad una linea di credito concessa da un diverso intermediario. Chiaramente, se le prospettive di adempimento sono scarse, per la banca non vi sarà convenienza nell instaurare un rapporto di clientela e del resto, contare sulla possibilità che subentri un secondo finanziatore denota già un giudizio negativo. (Biffis 2009, p. 99) La difficoltà nel valutare la clientela risiede nel fatto che si tratta di considerazioni che coinvolgono dinamiche aziendali future ignote, in quanto in esse risiede la capacità dell impresa di adempiere alle proprie obbligazioni: ad esempio, un impresa si considera affidabile quando le entrate connesse alle vendite consentono di pagare gli interessi o di ridurre l esposizione. Questi eventi però, non si conoscono a priori. Quello che si può fare è indagare l andamento della relazione di clientela, verificare la performance dell impresa sul mercato, o ancora attingere informazioni dal bilancio d esercizio o direttamente dal cliente: in quest ultimo caso, il presupposto è che la rappresentazione della realtà aziendale sia corretta, veritiera e attendibile, ma non sempre è così a causa delle asimmetrie informative. Quindi l analisi del bilancio d esercizio consente di verificare la coerenza delle condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali dell impresa ma non permette di capire quali imprese siano più affidabili rispetto ad altre Il credito e il valore dell informazione In base a quanto detto fino a questo punto, la banca ha la necessità di controllare la qualità del credito e lo specifico rischio di ciascuna controparte: un qualunque deterioramento delle favorevoli condizioni iniziali, così come un errata valutazione del merito di credito, possono determinare un effetto negativo sull attività e sui risultati operativi della banca. Questo procedimento di controllo è reso difficile non solo dalla presenza di asimmetrie nell informazione tra banca e imprenditore, ma anche dalla difficoltà di interpretare e di utilizzare in modo razionale le informazioni esistenti. Secondo le teorie neoclassiche, l uomo è una macchina perfetta capace di valutare senza errori le informazioni a sua disposizione ed è quindi in grado di trovare la corretta interpretazione per ogni stato del mondo, affidandosi pienamente alla correttezza delle proprie aspettative. In realtà la razionalità assoluta non esiste e la sua stessa idea inizia ad essere messa in discussione a metà del secolo scorso, grazie agli studi di Herbert Simon (1947): secondo la sua teoria della razionalità limitata, occorre tenere conto dei limiti cognitivi e ambientali all interno dei quali gli uomini prendono decisioni e ottengono determinati risultati. Si tratta di limiti nell attenzione, nella memoria e nella coerenza, confermati dai più recenti risultati ottenuti dalla psicologia cognitiva e dall economia comportamentale. Ma cosa si intende per informazione? Il dizionario Treccani la definisce come nozione, idea, rappresentazione o ancora l azione dell informare, di dare forma a qualcosa. E permanente, perché dura nel tempo una volta che è stata elaborata; è irreversibile, perché immodificabile; è costosa, anche se il suo prezzo dipende dalla sua quantità e non dal suo uso: per questo motivo il suo valore si riconosce solo prima di utilizzarla, mentre una volta che si è posseduta si perde l incentivo a pagarla. Ciò che è difficile è distinguere l informazione utile da quella inutile; in altre parole, è difficile mettere ordine. La teoria dell informazione ha quindi derivato dalla fisica un concetto importante: l entropia, una misura del disordine presente in un sistema. Il fisico Boltzmann ha definito una particolare relazione fra il grado di entropia S e il disordine P: 5

7 S = k ln P In particolare, l entropia tende all infinito quando un sistema è chiuso. Dal nostro punto di vista l entropia è una misura inversa della disponibilità di informazione: quanto minore è la probabilità che un evento si verifichi, tanto maggiore è la sorpresa se esso si verifica; quindi, tanto minore l informazione disponibile, tanto maggiore il disordine che ne risulta. (Ziliotti 2001, p.38) La mancanza di informazione determina una caratteristica saliente dell intero mercato del credito: il suo razionamento nei confronti delle imprese. Questo concetto è un indicazione molto importante contenuta nel Trattato sulla moneta di Keynes: per effetto delle asimmetrie nella conoscenza, il mercato del credito bancario e i mercati finanziari sono imperfetti e sono caratterizzati dal razionamento (si veda Esposito, 1994). Di conseguenza, le banche, non disponendo di informazioni adeguate per la valutazione dei progetti, potranno effettuare il razionamento del credito e in effetti alcune imprese, hanno sperimentato, soprattutto dopo il 2008, un ridimensionamento delle linee di credito, mentre altre non sono state capaci di ottenere il finanziamento nonostante la loro disponibilità a pagare tassi d interesse piuttosto elevati. Naturalmente questo non fa che acuire l instabilità e l incertezza. 1.3 SOLUZIONI AL PROBLEMA Per una banca è difficile valutare un impresa, soprattutto se gli unici dati a disposizione vengono estrapolati dal solo bilancio d esercizio o, in aggiunta, dalla dichiarazione dei redditi. La stessa ABI (Associazione Bancaria Italiana) e Confindustria hanno siglato nel febbraio del 2013 un Protocollo d intesa per la comunicazione finanziaria con l obiettivo di migliorare il flusso di informazioni che le imprese trasmettono alle banche a fronte di una richiesta di finanziamento. Infatti, la ripresa del mercato del credito dipende anche e soprattutto dal miglioramento delle relazioni tra banche ed imprese ed è quindi fondamentale diffondere tra queste ultime la consapevolezza sull importanza rivestita dalle informazioni quantitative e qualitative nella valutazione del merito di credito. Più in dettaglio, il modello si basa su una matrice fabbisogni/informazioni che tiene conto del tipo di impresa (dimensione, settore di attività..) e dello specifico fabbisogno finanziario (routine e di finanziamento del circolante; finanziamento degli investimenti; finanza straordinaria e di mercato). Il risultato che ne scaturisce è una check-list operativa che individua l elenco minimo delle informazioni che le imprese sono tenute a comunicare alle banche aderenti. Tuttavia, sappiamo già che la relazione contrattuale tra banca e impresa è caratterizzata da una divergenza informativa fra le parti: l impresa in particolare può sfruttare il proprio vantaggio informativo per adottare un comportamento opportunistico, alla luce di quell interesse personale che muove ogni agente, come scriveva Edgeworth nel 1881 (si veda Pelligra). Secondo Oliver Williamson (1985) gli individui si comportano in modo opportunistico se perseguono con astuzia finalità egoistiche, anche ricorrendo all imbroglio, alla distorsione e ad atteggiamenti quali mentire, travisare e offuscare pur di raggiungere i propri fini, cioè tenere nascoste informazioni rilevanti che potrebbero influenzare il comportamento della controparte. L opportunismo incentiva dunque la rappresentazione incompleta dell informazione da parte degli agenti. E proprio l incertezza in merito ai comportamenti della controparte e agli eventi futuri (razionalità limitata) non fa che alimentare difficoltà dal punto di vista relazionale, nonché notevoli costi di transazione in termini di tempo e denaro per ricercare informazioni adeguate, arrivare ad un accordo e farlo rispettare. Quindi, il sistema informativo non potrà funzionare se ci si limiterà a raccogliere generiche informazioni e dichiarazioni, o a considerare il tutto come un semplice esercizio di compilazione: è 6

8 necessario che i clienti stessi siano disposti a collaborare e a lasciare da parte la ritrosia a mettere a disposizione informazioni. In altri termini, è importante la trasparenza, un atteggiamento prudente ma al tempo stesso sensibile alle necessità altrui, capace di auto-equilibrio e contrario all opportunismo, anche se difficile da assumere. Infatti: "Unfortunately, [trust] is not a commodity which can be bought very easily. If you have to buy it, you already have some doubts about what you've bought. Trust and similar values, loyalty or truth telling, are examples of what the economist would call "externalities". They are goods, they are commodities; they have real, practical economic value; [...] But they are not commodities for which trade on the open market is technically possible or even meaningful". (Arrow, 1974, p.23) Il cliente deve capire che la corretta diffusione delle informazioni è al servizio del miglioramento dell immagine aziendale e del più facile accesso al credito. Solo così si potrà passare dal rischio di razionamento all ampliamento delle opportunità finanziarie: quanto più i soggetti dicono il vero e abbandonano l atteggiamento di opportunismo, tanto più nell economia si instaura un modus operandi basato sulla fiducia e non sul sospetto, che permette di incrementare i rapporti di scambio e favorire la crescita economica, soprattutto delle imprese attraverso nuovi affidamenti. Proprio su queste considerazioni e sulla necessità di dare solidità al sistema bancario, il Nuovo Accordo sul capitale (Basilea 2), entrato in vigore nel 2007 e aggiornato nel 2010, ha sottolineato il bisogno di migliorare il flusso informativo tra banca e clientela, affinché la corretta valutazione di quest ultima si possa tradurre in effettive opportunità di crescita. In particolare, la banca deve classificare il merito creditizio di un impresa affidata, o potenzialmente tale, sulla base di tutte le informazioni disponibili, attraverso un procedimento che non si esaurisce nella sola analisi dei dati di bilancio forniti dall impresa, ma che comprende anche analisi di settore e l analisi andamentale, la quale ha lo scopo di identificare il grado di fiducia che il sistema bancario ripone nelle capacità di rimborso dell impresa e verificare l eventuale tensione nell utilizzo dei fidi ( si vedano Lenoci e Peola, 2012) Quest ultimo tipo di analisi si focalizza prevalentemente sul rapporto tra l impresa e il sistema bancario nel suo complesso, soffermandosi su eventuali comportamenti anomali, effetti insoluti, somme accordate e percentuale di utilizzo, numero di banche affidanti, richieste di prima informazione e molto altro. Si ricorre all analisi andamentale soprattutto in sede di monitoraggio dei rapporti di credito, in quanto è l unica a basarsi su informazioni aggiornate in via continuativa e capaci di individuare in via preventiva l insorgere di situazioni anomale negli affidamenti; è dunque molto più aggiornata rispetto all analisi quantitativa ( che si basa sul bilancio e ha cadenza annuale) e all analisi qualitativa, costituita di fatto da generiche statistiche riguardanti il settore di attività dell azienda. In conclusione, se l analisi qualitativa è troppo generica e l analisi quantitativa è soggetta a problemi di manipolazione e asimmetria informativa, l analisi andamentale si basa su informazioni trasmesse reciprocamente dalle banche stesse. Esiste quindi una particolare banca dati per svolgere questo tipo di analisi: la Centrale dei Rischi di Banca d Italia, definita come un sistema informativo sull indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie, divenuta ormai uno strumento di analisi imprescindibile. 7

9 CAPITOLO 2: LA CENTRALE DEI RISCHI LA VALENZA DELLA CENTRALE DEI RISCHI La Centrale dei Rischi è un sistema informativo sull indebitamento della clientela verso il sistema bancario e finanziario: presenta dunque il cliente, anche potenziale, considerando gli affidamenti già in essere, le modalità e le percentuali di utilizzo degli stessi, l esistenza o meno di garanzie, nonché l evoluzione nel tempo di tali fattori. Se il mondo fosse caratterizzato dalla presenza di soli mercati perfettamente concorrenziali, le informazioni sarebbero disponibili per tutti ma la realtà non è così semplice: i soggetti operano a stretto contatto con i più comuni fallimenti del mercato e in condizioni di estrema incertezza tanto che le notizie e le informazioni sono distribuite in modo iniquo e sono percepite come bene scarso e costoso. La fondamentale importanza dell informazione emerge in modo particolare nel panorama dei mercati finanziari in quanto la costante presenza di promesse di adempimenti futuri rendono essenziale la conoscenza delle caratteristiche della controparte e il suo trasparente monitoraggio; e chi meglio potrebbe generare tale flusso informativo se non gli intermediari finanziari, vigilati dalla Banca d Italia? Il quadro normativo che regola la Centrale dei Rischi non è fine a se stesso: le regole che disciplinano il funzionamento del sistema intendono garantire l esistenza di vantaggi per tutti i fruitori del servizio e questa certezza rappresenta un incentivo notevole al mantenimento della collaborazione fra tutti i soggetti partecipanti. Tali vantaggi possono essere ben intuiti: la CR consente al sistema creditizio e finanziario di migliorare i livelli di concorrenza, efficienza e stabilità, di attenuare il moral hazard e disincentivare l adverse selection; la condivisione delle informazioni permette agli intermediari di impiegare in modo più efficiente le risorse: infatti, è evidente che lo scambio e la consultazione delle notizie riferita al passato debitorio dei soggetti, consente agli intermediari di avviare una politica di monitoraggio che porta all individuazione dei clienti più meritevoli di fiducia. In questo modo, gli istituti di credito potranno migliorare la qualità del portafoglio clienti e raggiungere l equilibrio economico e finanziario; infine, la clientela più meritevole può accedere al credito in modo più agevole, sia in termini di qualità che di pricing (costo del finanziamento). Tali obbiettivi possono essere raggiunti grazie al controllo dei flussi informativi da parte di un soggetto pubblico che, in quanto tale, dispone di prerogative particolari. Sarebbe però altamente e pericolosamente riduttivo soffermarci sui soli aspetti che rendono la CR uno strumento imprescindibile per il sistema creditizio: al suo interno, si celano asimmetrie e barriere informative che restituiscono alle banche un immagine che potrebbe risultare difficile da comprendere. Innanzitutto, data la necessità di rielaborare i dati che provengono dall intero sistema, la CR soffre di un congenito ritardo temporale e ciò non consente agli intermediari di consultare una situazione definibile attuale ; tale sfasamento fra l avvenuta segnalazione e la messa a disposizione delle informazioni è solitamente compreso tra i 40 e 70 giorni. La stessa Centrale dei Rischi ottiene i dati 8

10 con ritardo, dal momento che il soggetto segnalante può attendere fino al 25 giorno del mese successivo e questo non è coerente con la necessità di disporre di informazioni fresche. Ancora, le operazioni cosiddette sotto soglia, cioè sotto l importo minimo previsto, non sono oggetto di segnalazione e, pertanto, non risulteranno nel prospetto finale consultato dai soggetti segnalanti. Ultimo limite: le banche possono consultare i dati relativi al soggetto segnalato su un orizzonte temporale di massimo 36 mesi. 2.2 L ISTITUZIONE DELLA CENTRALE DEI RISCHI Il 16 maggio 1962, con delibera del CICR (Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio), veniva istituita la Centrale Rischi. Si tratta di una banca dati pubblica gestita dalla Banca d Italia che si inserisce nell ambito della vigilanza dell attività tipica degli intermediari, ossia la raccolta del risparmio e l esercizio del credito. La denominazione attribuita a questo sistema comunica istantaneamente la finalità principale: creare una rete condivisa di informazioni per consentire agli intermediari finanziari di gestire in modo consapevole ed attento il rischio derivante dal cumulo degli affidamenti concessi ad uno stesso cliente da più istituti di credito, valutandone il rischio creditizio o il merito. Chiamata anche Servizio per la centralizzazione dei rischi bancari, la Centrale dei Rischi è uno strumento di fondamentale importanza che gli intermediari, in un contesto economico sempre più competitivo, non possono permettersi di sottovalutare Da ieri ad oggi Alla luce dei cambiamenti intervenuti nel contesto socio-economico italiano, l impianto originario della Centrale Rischi ha conosciuto una profonda evoluzione per rispondere a rinnovate esigenze conoscitive del sistema di vigilanza e monitoraggio del credito. Le principali innovazioni hanno riguardato: a. gli intermediari partecipanti; b. la soglia di rilevazione degli affidamenti; c. la tipologia e la quantità delle informazioni. Durante il corso degli anni 60, il sistema informativo era caratterizzato da una soglia di rilevazione del fido molto elevata (250 milioni di lire), vi partecipavano le sole aziende di credito e gli affidamenti venivano classificati esclusivamente in base alla loro forma tecnica. Negli anni 70 si comincia a comprendere l enorme potenziale informativo del sistema: non si descrivono semplicemente gli affidamenti in essere ma si enfatizza l andamento del rapporto di credito cogliendone le sofferenze, l eventuale default e i rischi indiretti. La soglia di rilevazione viene radicalmente abbassata a 30 milioni di lire nel L intervento più radicale prende vita nella seconda metà degli anni 90 allo scopo di aumentare la qualità e la quantità dei dati disponibili per le banche, per le società finanziarie di cui all art. 65 TUB e gli intermediari indicati dall articolo 107 dello stesso Testo Unico. Si tratta di anni in cui i mercati finanziari crescono rapidamente: vengono introdotti nuovi prodotti e strumenti finanziari, la concorrenza aumenta e i diversi mercati interagiscono sempre di più, accrescendo non solo le possibilità per gli investitori, ma anche i rischi. Per i crediti in sofferenza vengono quindi eliminate le soglie di rilevazione mentre il limite per le segnalazioni viene elevato a 150 milioni di lire e 9

11 vengono ampliate le segnalazioni riguardanti i fidi concessi dalle filiali estere di banche nazionali alla clientela italiana. 2.3 IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA Il presupposto fondamentale per il corretto funzionamento della Centrale Rischi è l obbligo a carico degli intermediari partecipanti di comunicare alla Banca d Italia i rapporti di credito e/o di garanzia in essere con i propri clienti, siano essi persone fisiche o imprese. Tale segnalazione (messaggio) deve avvenire con cadenza mensile, entro il 25 giorno del mese successivo rispetto a quello di riferimento e deve essere inviata anche se gli importi non hanno subito variazioni rispetto alle segnalazioni precedenti. I soggetti coinvolti nel servizio sono: - Banca d Italia, che gestisce il servizio; - gli intermediari segnalanti (banche italiane e filiali di banche estere che operano nel territorio della Repubblica, intermediari finanziari di cui agli artt. 64 e 107 TUB); - le centrali dei rischi pubbliche europee che hanno sottoscritto il Memorandum of Understanding ; - i soggetti segnalati: persone fisiche, giuridiche, organismi dotati di autonomia decisionale e contabile, le cointestazioni e fondi comuni di investimento che siano titolari di rapporti di credito o di garanzia con l intermediario segnalante. Per ogni cliente deve essere effettuata una sola segnalazione che comprende tutte le posizioni di rischio. Ai fini delle segnalazioni, gli intermediari devono fare esclusivo riferimento alle istruzioni impartite da parte della Banca d Italia nella Circolare n. 139 del 1991 così come aggiornata il 29 aprile In particolare, gli intermediari sono tenuti a segnalare l'intera esposizione nei confronti del singolo cliente se, alla data cui si riferisce la rilevazione, ricorre almeno una delle seguenti condizioni : - la somma dell'accordato ovvero quella dell'utilizzato del totale dei crediti per cassa e di firma è d'importo pari o superiore a ; - il valore delle garanzie ricevute complessivamente dall'intermediario è d'importo pari o superiore a ; - il valore intrinseco delle operazioni in derivati finanziari è pari o superiore a ; - la posizione del cliente è in sofferenza; - il valore nominale dei crediti acquisiti per operazioni di factoring, sconto di portafoglio pro soluto e cessione di credito è pari o superiore a ; - il valore nominale dei crediti non in sofferenza ceduti a terzi dall intermediario segnalante è pari o superiore a ; - sono stati ceduti a terzi dall intermediario segnalante crediti in sofferenza di qualunque importo. Norme ad hoc sono riferite alla segnalazione inframensile: la Centrale dei Rischi rileva la qualità del rapporto fra banca e cliente e pertanto assumono importanza tutte le informazioni che riguardano i passaggi a sofferenza dei crediti e la loro ristrutturazione. Tali dati devono essere trasmessi al sistema informativo entro i tre giorni lavorativi successivi a quello in cui gli organi competenti abbiano accertato l insolvenza del cliente o approvato la ristrutturazione del credito. Naturalmente la segnalazione non è più dovuta se viene a cessare lo stato di insolvenza, se il credito viene rimborsato dal debitore o da terzi, se il credito viene ceduto a terzi o se gli organi aziendali competenti hanno preso atto dell irrecuperabilità del credito. 10

12 2.3.1 La rielaborazione delle segnalazioni La Banca d Italia, una volta ricevuti i dati da parte degli intermediari segnalanti, provvede alla loro rielaborazione al fine di trarre conclusioni non solo in merito all esposizione dei singoli clienti, ma anche in relazione alla domanda di credito e alla politica creditizia seguita dal sistema bancario nel suo complesso. La Centrale dei Rischi, a sua volta, inoltra agli intermediari segnalanti le informazioni (comunicazioni) ottenute attraverso la rielaborazione delle segnalazioni. Possiamo distinguere tre categorie di informazioni: a. Il flusso di ritorno personalizzato; b. Il flusso di ritorno statistico; c. Informazioni a richiesta. a. Il flusso di ritorno personalizzato Con cadenza mensile e per ogni soggetto segnalato, il flusso di ritorno personalizzato restituisce all intermediario che ha inoltrato la segnalazione i dati anagrafici e la posizione globale di rischio verso l intero sistema creditizio. Com è lecito attendersi, la posizione globale è ottenuta in termini aggregati, vale a dire sommando le singole esposizioni nei confronti degli intermediari, tenendo conto dello schema di segnalazione che caratterizza il sistema informativo. Si trovano inoltre indicati gli sconfinamenti, l ammontare dell utilizzato, il numero degli istituti segnalanti e il numero delle richieste di prima informazione inoltrate negli ultimi sei mesi. b. Il flusso di ritorno statistico Al flusso personalizzato si accompagna il flusso di ritorno statistico: si tratta di una comunicazione inoltrata ad ogni intermediario segnalante che contiene distribuzioni statistiche per ogni variabile di censimento, per aggregazione di categorie, per attività economica, classi di grandezza degli affidamenti e altro ancora. c. Informazioni a richiesta Le informazioni richieste al sistema non necessariamente riguardano soggetti segnalati già in rapporto con uno o più intermediari. In particolare, tali richieste possono riguardare: - soggetti non ancora affidati (potenziali clienti) nei confronti dei quali è stata avviata l istruttoria di affidamento - soggetti già affidati ma non segnalati per il mancato raggiungimento dei limiti di segnalazione indicati dalla Banca d Italia nell apposita Circolare. Il sistema può essere quindi interrogato all occorrenza, secondo due distinte modalità: - Servizio di prima informazione: in qualunque momento, l intermediario può richiedere informazioni su un singolo nominativo con riferimento alle ultime 24 (famiglie consumatrici) o 36 (imprese, società finanziarie, amministrazioni pubbliche) rilevazioni. - Servizio di informazione periodico: l intermediario può richiedere, entro il 25 giorno del mese successivo a quello di riferimento, di accedere ai dati relativi a più nominativi. Le informazioni verranno restituite al richiedente insieme al flusso di ritorno periodico. 11

13 I dati richiesti possono inoltre essere distinti in primo e secondo livello, a seconda del dettaglio rilevato: saranno di primo grado i dati anagrafici e quelli riguardanti la posizione globale di rischio; appartengono alla seconda categoria le informazioni relative all esistenza di garanzie e il numero di intermediari segnalanti. Naturalmente, trattandosi di dati dal carattere riservato, le richieste possono essere inoltrate solo nel rispetto del principio della finalità, enunciato dall art. 11 del Codice della Privacy: le richieste vengono avanzate solo se concorrono a valutare il merito di credito della clientela effettiva o potenziale. 2.4 IL QUADRO NORMATIVO La Centrale dei Rischi, come già sottolineato, è un sistema informativo sull indebitamento della clientela delle banche e degli intermediari finanziari vigilati da Banca d Italia. E dunque evidente la grande responsabilità degli intermediari nell effettuare le segnalazioni, dal momento che eventuali errori o abusi possono danneggiare il soggetto segnalato: questo si traduce in un articolata normativa che ha l obbiettivo di sottolineare la necessaria collaborazione che lega tutti gli intermediari partecipanti. La Centrale dei Rischi è stata istituita con la delibera del CICR del 16 maggio 1962 ed è operativa dal Con la nuova normativa tale sistema è caratterizzato dalla presenza di un unica Centrale dei Rischi (CR) gestita dalla Banca d Italia. Il contesto normativo nel quale opera viene suddiviso distinguendo le fonti primarie da quelle secondarie; tra le fonti primarie individuiamo: D. Lgs. 1 settembre 1993, n. 385 ( T.U.B.): l articolo 51 afferma che le banche devono inviare alla Banca d Italia, nelle modalità e nei termini stabiliti, le segnalazioni periodiche nonché ogni altro dato e documento richiesto. L articolo 53 dispone invece che la Banca d Italia emana disposizioni di carattere generale avente ad oggetto il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni (rischio di mercato, rischio operativo, rischio reputazionale, rischio di credito,..); D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (Testo Unico sulla privacy): i dati personali della Centrale dei Rischi sono riservati. Gli intermediari partecipanti osservano l obbligo di riservatezza nei confronti di qualsiasi persona estranea all amministrazione dei rischi. Gli intermediari sono esonerati dall obbligo di acquisire il consenso degli interessati per comunicare i dati alla Centrale dei Rischi in quanto tenuti a fornirli ai sensi degli articoli 51, 66, comma 1, e 107, comma 3, del T.U.B. Sono fonti secondarie: Circolare Banca d Italia 11 febbraio 1991, n. 139 (e successivi aggiornamenti): essa riguarda le finalità e la disciplina del servizio, il suo funzionamento, la classificazione dei rischi, le procedure per lo scambio di informazioni e altro ancora; Delibera CICR 29 marzo 1994 ( Accesso ai dati della Centrale dei Rischi dei diretti interessati): il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio ha fissato le finalità della CR, ha individuato i soggetti segnalanti e il servizio di prima informazione. Considerate le conseguenze, anche giuridiche, che possono derivare da un errata segnalazione, gli intermediari devono osservare rigorosamente le norme che regolano il servizio e rispettare i termini indicati per la segnalazione, soprattutto in merito ai dati anagrafici per evitare inesattezze nell imputazione dei rischi. Appare quindi evidente l obbligo e la necessità per gli intermediari di verificare le segnalazioni di rischio inoltrate alla Banca d Italia e di rettificare di propria iniziativa i dati errati o incompleti. 12

14 Alcuni ordini in merito alla correzione delle segnalazioni possono provenire direttamente dalle Autorità di Vigilanza o dalla Banca d Italia: se l ordine è impartito da quest ultima, essa richiede a mezzo fax all intermediario stesso di provvedere alla rettifica o alla eventuale riclassificazione della posizione entro tre giorni lavorativi. In caso di inerzia dell intermediario, la Banca d Italia provvede, entro il giorno seguente alla scadenza, ad avviare la procedura per l irrogazione della sanzione prevista dall articolo 144 del T.U.B. 13

15 CAPITOLO 3 - LA LETTURA DELLA CENTRALE DEI RISCHI 3.1 LA RAPPRESENTAZIONE DEI RISCHI La Centrale Rischi utilizza un sistema di censimento che consente di classificare le operazioni secondo un criterio di rischiosità crescente. In particolare, l intermediario segnalante deve comunicare alla Centrale dei Rischi le posizioni individuali di rischio sulla base di un modello articolato in cinque sezioni: Crediti per cassa Crediti di firma Garanzie ricevute Derivati Finanziari Sezione informativa Rischi Autoliquidanti Crediti di firma commerciali Garanzie ricevute da terzi Contratti derivati Operazioni per conto di terzi Rischi a scadenza Crediti di firma finanziari Operazioni in pool Rischi a revoca Debitori ceduti Finanziamenti a procedura conc. Crediti scaduti Finanziamenti particolari Sofferenze e crediti a perdita Sofferenze Crediti ceduti a terzi Tavola 1 Modalità di rappresentazione dei rischi I crediti di cassa Secondo la definizione fornita dalla Camera di Commercio di Milano, le linee di credito per cassa sono contratti in base ai quali la banca si obbliga a mettere a disposizione della controparte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato. Tali somme possono essere utilizzate più volte e ripristinate grazie a successivi versamenti oppure una volta sola, anche con più utilizzi parziali. Come illustrato dalla Tavola 1, i crediti di cassa sono suddivisi in ulteriori categorie, in base alla loro rischiosità: la natura del fabbisogno del cliente e le diverse configurazioni contrattuali comportano diversi profili di rischio per la banca. a) Rischi autoliquidanti: si tratta di finanziamenti concessi per consentire alla clientela di disporre immediatamente di crediti vantati nei confronti di terzi, non ancora scaduti, per i quali l intermediario ha il controllo dei flussi di cassa. Rappresentano il minore rischio per la banca, sono caratterizzati da fonte di rimborso predeterminata e coinvolgono tre soggetti: l intermediario, il cliente e un debitore di quest ultimo. Nello specifico, rientrano nella categoria le seguenti operazioni, legate ai processi produttivi e al fabbisogno ciclico dell impresa: 14

16 - Anticipo per operazioni di factoring; - Anticipo s.b.f.; - Anticipo su fatture; - Sconto di portafoglio commerciale; - Anticipo all esportazione; - Altri anticipi. b) Rischi a scadenza: questa categoria include le operazioni di finanziamento con scadenza fissata a priori dal contratto ma prive di fonte di rimborso predeterminata. In questa categoria troviamo: - Leasing; - Mutui; - Pronti contro termine e riporti attivi; - Aperture di credito in c/c a tempo determinato dalle quali l intermediario può recedere prima della scadenza solo per giusta causa; - Prestiti personali; - Altre sovvenzioni attive. c) Rischi a revoca: sono comprese le aperture di credito concesse per elasticità di cassa, con o senza scadenza prefissata, per le quali l intermediario si riserva la facoltà di recedere indipendentemente dall esistenza di una giusta causa. E prevista l indicazione del saldo medio, che corrisponde alla media aritmetica dei saldi contabili giornalieri relativi al mese di segnalazione. Nonostante la banca abbia la possibilità di recedere liberamente dal contratto, queste aperture di credito sono identificate con il maggiore rischio per l istituto: se il fabbisogno dell impresa è rigido a causa della difficile dinamica entrate/uscite, l utilizzo della linea di credito diventa sistematica e la banca incontrerà maggiori difficoltà nel rientro della posizione. d) Finanziamenti a procedura concorsuale e altri finanziamenti particolari: sono crediti, assistiti da una specifica causa di prelazione, concessi a organi di procedura concorsuale. In questo modo è possibile distinguerli dagli affidamenti concessi prima dell inizio della procedura. e) Sofferenze: si segnalano le esposizioni nei confronti di clienti in stato di insolvenza a prescindere dall esistenza di forme di garanzia. Si tratta quindi di partite definitivamente immobilizzate, anche accompagnate da fatti amministrativi particolari che segnalano difficoltà irreversibili, che rappresentano un campanello d allarme per il sistema. Tali crediti devono essere segnalati per un ammontare pari agli importi erogati inizialmente, al lordo delle svalutazioni e al netto di eventuali precedenti rimborsi, che tiene conto anche degli interessi e delle spese sostenute per il recupero del credito. Quando il cliente viene segnalato a sofferenza la prima volta, l intermediario è tenuto ad informarlo per iscritto I crediti di firma Con i crediti di firma la banca, anziché mettere a disposizione del cliente una somma di denaro, si impegna a far fronte ad eventuali inadempimenti di obbligazioni che la propria clientela ha assunto nei confronti di soggetti terzi, mettendo a disposizione la propria firma. Si tratta quindi di fideiussioni, avalli, accettazioni e altre garanzie rilasciate dagli intermediari che consentono al cliente di presentarsi al mercato avvalendosi della garanzia di un soggetto ritenuto affidabile e di spuntare migliori condizioni contrattuali. 15

17 Nel dettaglio, si distinguono le garanzie che assistono operazioni di natura commerciale da quelle che accompagnano operazioni di natura finanziaria. Se la garanzia viene escussa con esito positivo, allora il credito vantato nei confronti del garantito dovrà figurare fra i crediti per cassa Garanzie ricevute In questa categoria rientrano le garanzie, reali o personali, rilasciate agli intermediari come particolare forma di tutela contro il rischio di insolvenza. Nello specifico si tratta di: - garanzie reali esterne, ossia garanzie reali rilasciate da un terzo soggetto diverso dall affidato; - garanzie personali di prima e di seconda istanza; - garanzie ricevute da Fondi di garanzia ; - controgaranzie a prima richiesta. Contestualmente al perfezionamento dell operazione garantita, sorge l obbligo per l intermediario di segnalare la garanzia stessa, mentre in caso di inadempimento del soggetto garantito e di infruttuosa escussione della garanzia, la segnalazione deve permanere nella stessa categoria con la dicitura garanzia attivata con esito negativo Derivati Finanziari In questa categoria convergono i contratti derivati negoziati sui mercati over the counter, cioè sui mercati non regolamentati. Sono quindi esclusi i contratti negoziati sui mercati ufficiali. Ciò che deve essere segnalato è il credito vantato dall intermediario nei confronti del segnalato, al netto degli eventuali accordi di compensazione Sezione informativa Nella sezione informativa vengono indicate operazioni diverse: - operazioni effettuate per conto di terzi: finanziamenti erogati a valere su fondi pubblici la cui gestione, che ha natura di mero servizio, dipende da un organo deliberante diverso dall intermediario stesso. L eventuale assunzione di rischio verrà segnalata fra i crediti di firma di natura finanziaria; - operazioni in pool: informazioni aggiuntive sui finanziamenti in pool segnalati fra i crediti per cassa. Nello specifico, la banca capofila deve indicare sia la quota a proprio carico che l ammontare complessivo del finanziamento erogato in pool; - debitori ceduti: a nome del debitore ceduto, viene segnalato il valore nominale di crediti acquisiti dall intermediario attraverso operazioni di factoring, sconto pro soluto e operazioni di cessione del credito pro solvendo e pro soluto; - crediti scaduti: a nome del soggetto cedente, si segnala il valore nominale dei crediti, acquisiti dall intermediario in seguito a factoring, sconto di portafoglio commerciale e finanziario, anticipo s.b.f. e altre operazioni, scaduti nel mese precedente rispetto a quello di segnalazione; - crediti passati a perdita: devono essere indicati, a prescindere dall importo, i crediti in sofferenza che l intermediario ha valutato non recuperabili. Per l intera durata del rapporto creditizio in questa sezione deve essere segnalato lo stock di perdite eventualmente accumulate. Il presupposto è che nel mese precedente l intermediario abbia provveduto a segnalare lo stato di sofferenza del cliente; 16

18 - crediti ceduti a terzi: in questa categoria rientrano le operazioni di cessione di credito da parte degli intermediari segnalanti a società di cartolarizzazione o ad altri soggetti, segnalate a nome del debitore ceduto Classi di dati Categoria di censimento Accordato Accordato operativo Utilizzato Saldo medio Valore garanzia Importo garantito Valore intrinseco Altri importi 1. Crediti per cassa Rischi autoliquidanti Rischi a scadenza Rischi a revoca Finanziamenti a proced. conc. Sofferenze 2. Crediti di firma Crediti di firma commerciali Crediti di firma finanziari 3. Garanzie ricevute 4. Derivati finanziari 5. Sezione informativa Operazioni per conto terzi Operazioni in pool Debitori ceduti Crediti scaduti Sofferenze e crediti a perdita Crediti ceduti a terzi Tavola 2 Categorie di censimento e classi di dati corrispondenti Come dimostra la tabella sopra riportata, esistono variabili di classificazione che forniscono una descrizione più completa delle posizioni di rischio. Quindi, in base alle classi di dati, vengono indicati i diversi importi, prevedendo le seguenti suddivisioni: - Accordato e accordato operativo: è il fido che gli organi competenti dell intermediario hanno deciso di concedere al cliente. Quando la linea di credito viene perfezionata ed è efficace, allora si parla di accordato operativo. Devono essere compresi gli ampliamenti di fido richiesti dalla clientela, mentre i fidi interni devono essere segnalati solo quando accettati dal cliente. - Utilizzato: è l ammontare del credito effettivamente erogato. - Saldo medio: è la media aritmetica dei saldi contabili giornalieri rilevati nel mese di segnalazione. Tale classe è relativa esclusivamente all apertura di credito in c/c. - Valore garanzia: è riferita alle sole garanzie ricevute. Rappresenta l impegno assunto dal garante (garanzia personale) o il valore del bene (garanzia reale). 17

19 - Importo garantito: è valorizzato il pegno, l ipoteca o il privilegio che accompagna il credito per cassa. - Valore intrinseco: fair value positivo dei derivati finanziari in essere alla data di rilevazione. - Altri importi: l ammontare del debito in scadenza per le operazioni effettuate per conto di terzi; il valore nominale dei crediti per debitori ceduti e crediti scaduti ; il debito del cliente per crediti ceduti a terzi e l ammontare delle perdite per crediti passati a perdita. 3.2 LA LETTURA DEL PROSPETTO Già nel capitolo precedente abbiamo parlato del funzionamento del sistema e della struttura che caratterizza lo scambio di informazioni tra gli intermediari e la Banca d Italia. Le informazioni che la Centrale dei Rischi restituisce agli intermediari costituiscono una risorsa molto importante che ciascun istituto di credito è chiamato a sfruttare utilizzando, solitamente, un layout differente che varia da istituto ad istituto: per questo motivo, i dati contenuti nei prospetti devono essere analizzati ed interpretati tenendo conto di precise istruzioni e regole di consultazione che permettono di individuare le segnalazioni più importanti. Prenderemo ora in considerazione l organizzazione delle informazioni della Centrale dei Rischi così come utilizzata presso Veneto Banca S.c.p.a Il prospetto Veneto Banca: la composizione e un esempio Il prospetto della Centrale dei Rischi utilizzato da Veneto Banca, nella sua conformazione sintetica, può essere suddiviso in tre parti principali: la prima sezione riguarda le informazioni generali e la sezione informativa; la seconda parte riporta la posizione globale di rischio del cliente verso il sistema creditizio in termini aggregati per ciascuna categoria di rischio, per ogni tipologia di importo e per ciascuna variabile di classificazione; l ultima sezione, invece, costituisce un riepilogo dell accordato. a) Informazioni generali Oltre ai dati sensibili della controparte, sono presenti i codici SAE (Settore di Attività Economica) e RAE (Ramo di Attività Economica), la data a cui è riferita l ultima segnalazione (data di ultimo aggiornamento) del prospetto e la data di stampa dello stesso. Nella riga immediatamente sottostante sono riportati gli eventi che hanno interessato il credito alla controparte in termini di crediti ristrutturati, garanzie escusse con esito negativo e finanziamenti a procedure concorsuali; è indicato se altre aziende appartenenti al medesimo gruppo bancario hanno erogato un fido a favore della controparte, se sono presenti affidamenti concessi da banche in pool e se esistono collegamenti (il cliente è socio di..., garante di, garantito da ). La dicitura OPER. PER C/TO TERZI indica operazioni di finanziamento a valere su fondi di terzi (fondi stanziati dalla Regione o dallo Stato): in questo caso la banca si fa da intermediario e si assume il rischio dell operazione, garantendo di fatto l Ente che ha stanziato il fondo. L ultima riga della sezione è molto importante: indica il numero degli istituti che hanno segnalato una sofferenza, l ammontare delle sofferenze in capo alla banca segnalante e il loro ammontare complessivo. Lo stesso vale anche per i crediti passati a perdita. 18

20 76 VENETO BANCA SCPA CENTRALE DEI RISCHI - SINTETICO STORICO DATA Numero e nome della filiale Numero CR e data di ultima segnalazione N.D.G. e nome del cliente SAE/RAE/ATECO e sede GAR. TERZI C. RISTR.: INFRUTT.ESCUS.GAR.: FIN.PROC.CONCOR.: GRUPPO CRED.: FIDI CASSA IN POOL COLLEGATI OPER. PER C/TO TERZI: BANCA: TOT.: NUOVI AFFIDANTI: NON + AFFIDANTI: N. AZ. SEGN. SOFF.: BANCA: TOT.: CRED. PASS. PERD.: BANCA: TOT.: COLLEGATI CR Tavola 3 Informazioni generali e sezione informativa del prospetto Veneto Banca b) Posizione globale di rischio La seconda sezione risulta molto articolata, ed è quindi utile capire come i dati possano essere letti sia in senso orizzontale che in senso verticale. Innanzitutto, nelle righe possono essere individuati i diversi mesi a cui si riferiscono le segnalazioni sugli importi. Rispettivamente, questi mesi sono: il mese dell ultima segnalazione, i due mesi precedenti, l ultimo mese di dicembre, il mese dell anno precedente corrispondente al mese dell ultima segnalazione e la segnalazione del mese di dicembre dell anno precedente. Questo permette di confrontare la situazione dell impresa facendo riferimento a più periodi, anche di anni diversi, utilizzando il medesimo prospetto. Sempre in orizzontale e nello specifico mese di riferimento è riportato il numero di istituti che ha inviato una segnalazione al sistema e il numero di istituti che ha inviato una richiesta di prima informazione: quest ultimo dato deve essere confrontato con il numero di aziende affidanti presente nella sezione introduttiva per capire se la preliminare conoscenza del potenziale cliente si è tramutata poi in effettiva erogazione della linea di credito. Inoltre, sono riportate le seguenti classi di dati: accordato, utilizzato (o valore intrinseco per i derivati finanziari), sconfinamento, garanzie reali, la percentuale di insoluti (solo per l autoliquidante Italia) e il saldo medio (solo per i fidi a revoca), come dimostra la tavola di seguito. AL 4/2013 AZ: (numero) ACCORDATO UTIL./V.INTR. SCONFINAMENTO GAR. REALI Tavola 4 Segnalazione degli importi in senso orizzontale nel prospetto Veneto Banca Le colonne, invece, suddividono gli importi in base alla categoria di rischio corrispondente, in base al seguente schema: rischi autoliquidanti, rischi a scadenza a breve e medio termine, rischi a revoca, garanzie prestate, derivati finanziari e garanzie ricevute. Per ciascuna colonna, inoltre, gli importi sono distinti per totale sistema e istituto segnalante, mentre la sesta colonna riporta il totale dei crediti di cassa, cioè la somma delle precedenti cinque colonne. INF: % INS/SALDO MEDIO 19

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