LA VITE N 2 del maggio 2016 Fase fenologica Aggiornamenti nella difesa contro la peronospora della vite

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1 LA VITE N 2 del maggio 2016 Fase fenologica Continua una certa differenziazione nello sviluppo vegetativo a seconda delle diverse zone, nonché all interno delle stesse in considerazione della localizzazione dei vigneti e delle condizioni di coltivazione. Negli appezzamenti e/o sulle varietà più precoci la vite è arrivata alla fase fenologica di 4-6 foglie distese (stadi secondo la scala BBCH) e oltre, mentre nelle situazioni più tardive si è alla fase di 1-2 foglie distese (stadi BBCH). Aggiornamenti nella difesa contro la peronospora della vite Ormai in tutte le aree viticole lombarde la vite ha raggiunto la fase di suscettibilità verso questa malattia, rappresentata dal momento in cui sulla pagina inferiore della foglia si aprono e diventano funzionanti gli stomi. Questo stadio differisce a seconda della varietà, ma generalmente viene raggiunto quando la foglia arriva a circa 10 cm 2 di superficie, mediamente raggiunti quando il germoglio ha una lunghezza di circa 10 cm (questo è infatti uno dei tre parametri minimi fissati dalla Regola dei 3-10). In questo momento, quindi, le variabili che possono causare differenze nello sviluppo delle infezioni primarie della peronospora tra le diverse aree viticole sono quelle meteorologiche, essenzialmente la temperatura media e la piovosità, che influiscono sulla germinazione degli organi svernanti del patogeno. E bene quindi consultare i bollettini tecnici territoriali, in grado di seguire meglio localmente lo sviluppo della malattia. Rispetto allo scorso anno, la disponibilità di prodotti fitosanitari per la difesa da questa malattia non è molto variata: si riporta di seguito una tabella in cui vengono indicate le principali caratteristiche dei diversi principi attivi inseriti nel disciplinare regionale di difesa integrata.

2 Sostanza attiva Gruppo Caratteristiche del formulato Rischio resistenza Basso-medio Indicazioni FRAC Strategia antiresistenza Sali di rame Inorganici Mancozeb Metiram ditiocarbammati Prodotti di copertura Propineb tradizionali basso Non necessaria Dithianon Tiocianochinoni Folpet Ftalimidi Cimoxanil Cianoacetamidi Citotropico Persistenza limitata Basso-medio Fluazinam Piridinammine Preventivo basso No indicazioni Fosetil-Al Etilfosfiti Sistemico Basso No indicazioni Metalaxil, Metalaxil-M Elevato Fenilamidi Sistemico Benalaxil, Benalaxil-M Dimetomorf Amidi acido cinnamico Iprovalicarb Bentiavalicarb Valinamide carbammati Valifenalate CAA Mandipropamide Piraclostrobin Famoxadone Fenamidone Ciazofamide Amisulbrom Amidi acido mandelico Strobilurine Axazolidinedioni Imidazolinoni Cianoimidazoli Sulfamoiltriazoli QoI Ametoctradina Triazolopirimidilamine QxI Zoxamide Fluopicolide Benzamidi piridinilmetilbenzamidi QiI Translaminare Elevato Medio-elevato Medio-elevato Basso-medio Non noto No indicazioni Fosfonato di potassio Inorganici Sistemico Non noto No indicazioni Olio essenziale di arancio dolce Di contatto Non noto No indicazioni modificato da Brunelli A., 2013

3 Tra i principi attivi di nuova introduzione, ne troviamo alcuni indicati anche per la difesa di tipo biologico. Fosfonato di potassio: è il sale potassico dell acido fosfonico (H 3 PO 3 ), attivo nei confronti dei ficomiceti, in particolare sulla famiglia della peronosporacee. Il principio attivo viene assorbito rapidamente dai tessuti vegetali ed è caratterizzato da elevata mobilità nelle piante, con una sistemia sia discendente che, soprattutto, ascendente verso gli organi in attiva crescita della vite; agisce con un doppio effetto, un azione tossica diretta nei confronti del patogeno e l attivazione della resistenza della pianta. L impiego ottimale è quello in miscela con altri principi attivi, di copertura o dotati di limitata mobilità, in grado di assicurare una migliore protezione sui tessuti fogliari meno giovani e sui grappoli, organi meno predisposti all assorbimento dei fosfonati. Non è da escludere una certa utilità per trattamenti più tardivi nella stagione, effettuati con lo scopo di proteggere le femminelle. Fluazinam: è un principio attivo inizialmente registrato per l impiego su vite come antibotritico che ha recentemente avuto un estensione di impiego contro la peronospora. È dotato di un azione essenzialmente preventiva ed è caratterizzato da un elevata resistenza al dilavamento (anche mm di pioggia nelle condizioni sperimentali), grazie alla sua capacità di legarsi fortemente alle cere. L impiego più indicato è in associazione con altre molecole di tipo sistemico, nei momenti in cui risulta più elevato il rischio nei confronti delle infezioni peronosporiche. Olio essenziale di arancio dolce: questa sostanza agisce rapidamente ed essenzialmente per contatto sulle pareti cellulari degli organi esterni delle crittogame già presenti sulle piante, disidratando e dissolvendo miceli e spore. Nella difesa contro la peronospora della vite può essere utile in presenza di macchie sporulate, in quanto in grado di devitalizzare le zoospore portate dai rami sporagiofori (muffa bianca) e ridurre così il potenziale di inoculo del patogeno. È bene associare sempre questo principio attivo con altri formulati dotati di azione endoterapica. Le attuali linee di intervento contro la peronospora devono prevedere strategie che hanno lo scopo di ridurre la comparsa di casi di resistenza ai fungicidi. I trattamenti a scopo curativo devono quindi essere limitati a casi particolari, in cui non si è potuto intervenire in modo tempestivo prima dell infezione. L utilizzo in un piano di difesa dei diversi formulati deve essere programmato in modo da sfruttare nel modo migliore le capacità di controllare le infezioni delle diverse sostanze attive alternandole in una strategia

4 antiresistenza. A puro scopo orientativo, un programma di difesa potrebbe essere organizzato in funzione delle fasi fenologiche come di seguito esemplificato: Da inizio suscettibilità della vite alla pre-fioritura: impiego di prodotti di copertura tradizionali, associati in caso di forti precipitazioni ad un principio attivo con maggiore persistenza come il dimetomorph o sistemici come il fosetil-al e il fosfonato di potassio. Periodo a cavallo della fioritura: è il momento migliore per impiegare i prodotti sistemici, che offrono una buona protezione della vegetazione in attivo accrescimento. Dall allegagione alla chiusura del grappolo: in queste fasi i prodotti sistemici non sono in grado di proteggere in maniera adeguata gli acini, per cui è preferibile impiegare, alternandoli tra loro, i principi attivi in grado di fissarsi alle cere. In caso la stagione non presenti particolari problematiche, è già possibile cominciare ad utilizzare i sali di rame. Trattamenti di fine stagione: prodotti rameici. È comunque sempre indispensabile attenersi scrupolosamente alle prescrizioni riportate sulle etichetta per quanto riguarda i tempi di utilizzo, i dosaggi ad ettolitro e ad ettaro, gli intervalli e le cadenze fra i trattamenti, nonché eventuali altre indicazioni quali il numero degli interventi ammessi, eventuali limitazioni all impiego, ecc. Per quanto riguarda la DIFESA IN VITICOLTURA BIOLOGICA, il rame, nei suoi diversi formulati, rimane ancora il più efficace principio attivo a disposizione per combattere la peronospora, che però deve essere preceduto da tutti quegli interventi agronomici utili nell aiutare la vite a resistere meglio alle malattie, che possono incidere fino al 60% sull efficacia di un trattamento. Nel suo impiego bisogna considerare che si tratta di un principio attivo di copertura, da usare in strategia preventiva e dilavabile da una pioggia di mm. Prove condotte negli ultimi anni da diversi Enti hanno evidenziato che il rame può essere utilizzato a dosaggi inferiori rispetto a quelli solitamente utilizzati, dando comunque risultati soddisfacenti. Questo consente di ridurre il dosaggio di rame per ettaro/anno (si ricorda che esiste il limite di 6 Kg/ettaro/anno e comunque non più di 30 Kg/ha/anno nei 5 anni di utilizzo). Ricordiamo come l azione dei prodotti rameici non dipende tanto dal formulato impiegato quanto, soprattutto, dal momento del trattamento e dal dosaggio di rame metallo utilizzato, che possono variare tra i 30 e i 50 g di rame metallo per ettolitro, in funzione dell accrescimento della vite, delle piogge e dello stadio fenologico della pianta. Bisogna prestare molta attenzione alle previsioni meteorologiche ed intervenire con una strategia preventiva prima delle piogge, ripetendo poi i trattamenti dopo precipitazioni consistenti che hanno causato il dilavamento del prodotto, indipendentemente da quando si è effettuato l ultimo

5 intervento. In ogni caso il viticoltore biologico deve essere dotato di una capacità aziendale che gli consenta di effettuare trattamenti tempestivi in qualsiasi momento della settimana. Questa condizione è molto importante per attuare un uso ridotto del rame. Aggiornamenti nella difesa contro l oidio della vite Allo stato attuale delle conoscenze, è ormai riconosciuta la maggiore importanza come fonte di inoculo primaverile degli organi di svernamento specializzati di questo fungo, chiamati cleistoteci: queste strutture, in grado di sopravvivere a temperature anche di molti gradi sotto lo zero, in primavera liberano precocemente delle spore che originano le infezioni sulla nuova vegetazione. La quantità di cleistoteci svernanti è molto spesso correlata con la gravità delle infezioni di mal bianco osservabili verso la fine della stagione, e ciò può essere la premessa per gravi attacchi precoci nella primavera successiva. Questo tipo di infezioni risultano abbastanza diverse da quelle tipiche del mal bianco e si manifestano con macchie clorotiche tondeggianti, spesso inizialmente non bene visibili, che compaiono sul lembo fogliare soprattutto sulla pagina inferiore. Da queste macchie si sviluppa in seguito la tipica muffetta biancastra rappresentata dalle strutture del fungo (ife e rami conidiofori) portanti i conidi, i quali daranno origine alle infezioni secondarie. Nelle zone a maggior rischio di oidio, la difesa dovrebbe essere iniziata precocemente, fin da quando la vite raggiunge lo stadio di suscettibilità all attacco della malattia (1-2 foglie distese), soprattutto se nella passata stagione si sono registrati forti attacchi della malattia. A puro scopo orientativo, un programma di difesa potrebbe essere organizzato in funzione delle fasi fenologiche come di seguito esemplificato, ricalcando quanto già indicato nella passata stagione. Nelle zone a maggior rischio: Da inizio suscettibilità della vite (1-2 foglie distese) alla pre-fioritura: con temperature basse impiegare meptildinocap o spiroxamina, poi può essere utilizzato anche lo zolfo. Periodo a cavallo della fioritura: anche nei confronti dell oidio è il momento migliore per l utilizzo dei prodotti sistemici, sempre associati a un altro principio attivo con differente meccanismo d azione.

6 Dall allegagione all invaiatura: proseguire la difesa alternando i diversi p.a., zolfo compreso, in funzione del loro meccanismo d azione e dell aggressività del patogeno. In generale, in questa fase trovano il momento migliore di applicazione quei principi attivi in grado di fissarsi tenacemente alle cere presenti sugli acini, migliorando in tal modo la protezione degli stessi. In pre-chiusura del grappolo (BBCH 75-77) potrebbe risultare utile un trattamento con lo zolfo in polvere, per proteggere una parte del grappolo difficilmente raggiungibile in seguito con i trattamenti fungicidi. Eventuali trattamenti successivi: zolfo (sospendere i trattamenti qualche settimana prima della vendemmia, per evitare residui di zolfo che nel vino possono aumentare la formazione di idrogeno solforato). Nelle zone a rischio meno elevato: Iniziare la difesa dallo stadio di bottoni fiorali separati con zolfo o spiroxamina, poi proseguire come già descritto. Per quanto riguarda i principi attivi disponibili, rispetto allo scorso anno non sono presenti grandi novità; unica eccezione riguarda la registrazione di un formulato a base di olio essenziale di arancio dolce, le cui caratteristiche sono già state descritte parlando della peronospora. Nel caso della difesa contro l oidio, però, questo principio attivo può dimostrarsi maggiormente utile, per le caratteristiche biologiche di questo fungo. Erysiphe necator, agente del mal bianco della vite, a differenza di Plasmophara viticola (agente della peronospora della vite), è un fungo epifita, che vive cioè all esterno degli organi verdi della vite e quindi risulta maggiormente sensibile alla forte azione di contatto di questo principio attivo, il quale potrebbe quindi essere impiegato in molte delle fasi di sviluppo vegetativo della vite. Ad inizio stagione potrebbe aiutare a combattere le infezioni primarie, nel corso della stagione a contenere infezioni già in atto, associato ad altri principi attivi, e a fine stagione a ridurre il numero dei cleistoteci svernanti, soprattutto in caso di forti attacchi tardivi della malattia. Nella tabella seguente vengono riportate le caratteristiche principali dei principi attivi disponibili per il contenimento del mal bianco della vite in una strategia di tipo integrato.

7 Sostanza attiva Gruppo/codice FRAC Indicazioni FRAC Caratteristiche del Rischio Strategia formulato resistenza antiresistenza Zolfo Inorganici copertura basso non necessaria Meptildinocap Dinitrofenoli /C5 copertura non indicato non necessaria Quinoxifen fenossiquinoline / E1 Copertura affinità con le cere medio necessaria Boscalid Piridino-carbossamidi / C2 translaminare medio-alto necessaria Bupirimate Idrossi-pirimidine / A2 citotropico-translaminare medio necessaria translaminare Trifloxystrobin elevato Strobilurine / C3 QoI affinità con le cere Pyraclostrobin translaminare necessaria Metrafenone Benzofenoni sistemia locale medio necessaria Cyflufenamide Amidossime / U6 sistemia locale affinità con le cere medio necessaria Ciproconazolo Difenconazolo Fenbuconazolo Inibitori della Biosintesi Miclobutanil dell Ergosterolo IBE medio-alto Sistemici Penconazolo necessaria Propiconazolo G1 Tebuconazolo Tetraconazolo Spiroxamina spirochetalamine / G2 Sistemico basso-medio necessaria Bicarbonato di potassio Inorganici Di contatto Non noto No indicazioni Olio essenziale di arancio dolce Origine biologica Di contatto Non noto No indicazioni Ampelomyces quisqualis microrganismo Non noto No indicazioni Dal momento che alcune di queste sostanze, se non usate correttamente, possono anche dare problemi di citotossicità, rimane comunque indispensabile attenersi scrupolosamente alle prescrizioni riportate sulle etichetta per quanto riguarda i tempi di utilizzo, i dosaggi ad ettolitro e ad ettaro, gli intervalli fra i trattamenti e il loro numero massimo, nonché eventuali altre indicazioni. Andamento meteorologico L andamento meteorologico degli ultimi 15 giorni è nel complesso stato favorevole allo sviluppo della vite, per diversi giorni si sono registrate temperature massime da fine primavera, accompagnate da un basso tasso di umidità (26.3 C a Goito-MN il 18.04, 25.7 C a Sondrio il 22.04, 23.6 C a Canevino-PV il 18.04). Vanno però sottolineati anche 2 aspetti meno favorevoli: la perdurante mancanza di precipitazioni in vaste aree del Pavese, del Milanese e del Lodigiano (dal 15 aprile registrati 11 mm a Cavenago d Adda-LO, 4.8 mm a S.Colombano al Lambro-MI, 4 mm a Pavia e 1 mm a Varzi-PV), e le basse temperature minime degli ultimi giorni, in particolare il giorno

8 25 (-0.4 C a Caiolo-SO, 0.3 C a Mariano Comense-CO, 0.5 C a Varzi). Nei prossimi giorni sono attese condizioni instabili, o perturbate, fino alle prime ore di lunedì 2 maggio; successivamente è probabile una rimonta anticiclonica in grado di favorire sia l aumento delle temperature massime che alcuni giorni senza precipitazioni su tutta la regione. Per ulteriori informazioni agrometeorologiche, e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: (aggiornato ogni martedì); agine/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI Casteggio, CO.DI.MA Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia