Mensile del Medio Friuli Anno II n 2 Febbraio 2017 CODROIPO (UD) Euro 1,00 Copia Gratuita

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1 Mensile del Medio Friuli Anno II n 2 Febbraio 2017 CODROIPO (UD) Euro 1,00 Copia Gratuita

2 SETTIMANA CONVENIENZA dal 14 al 18 febbraio ancora più +20% su calzature e abbigliamento

3 ARTICOLI 5 4 EDITORIALE. SOGNANDO UN MUSEO A CODROIPO 6 DOLCETTI: LA VOLONTA' DI SUONARE SENZA COMPROMESSI A SANTIAGO DE COMPOSTELA: SULLE ORME DI CICOGNE E PELLEGRINI 8 UNA VERA STORIA D'AMORE IL GIORNO DEL GIUDIZIO 9 IL MESSAGGIO TELEFONICO COME PROVA PER L'EMISSIONE DI DECRETO INGIUNTIVO RICETTE DEI MIEI RICORDI 10 IL CASTELLO DI FLAMBRUZZO 11 DONNE CELEBRI E NON DEL FRIULI 12 LE "PORTE" DEL SENTIRE E QUELLE DELL'ASCOLTO, LO SGUARDO E LA VISIONE 14 Editore: FORTE & CHIARO Redazione: CODROIPO (UD) Via G.B. Candotti 75 Direttore Responsabile: Lucien Zinutti Aut. Tribunale di Udine N 2/2016 del 28/01/2016 Invio articoli: forteechiarosnc@virgilio.it Grafica ed impaginazione: FORTE & CHIARO pubblicità e immagine Stampa: Tipografia Menini 9000 Copie Per la pubblicità telefonare a: FORTE & CHIARO Sonia Galeotto Isabella Basso Pubblicità: forteechiarosnc@virgilio.it In Copertina: Mille Bisu Patrocinio della Città di Codroipo IL BENESSERE ATTRAVERSO IL DOLCE FLUIRE DELLE ACQUE 15 LE GANES E IL LUPO 16 STAGNAZIONE DELLE IDEE E L'IMPORTANZA DI RINNOVARSI 17 IL CARNEVALE, IL MONDO ALLA ROVESCIA 18 ATTACCHIAMOCI AL TRUMP 19 L'UTE HA 20 ANNI E BEN PORTATI LA PANNOCCHIA: IL LAGHETTO 20 LA VECCHIA DI MEZZAQUARESIMA 21 CARNEVÂL QUALCHI URUTE IN COMPAGNIE FIESTE DES FEMINIS BARZELLETTE IN FRIULANO IL PUST DI CERGNEU 23 LA CAVALLERIA NELLA I GUERRA MONDIALE Ogni mese verranno pubblicati i Vostri migliori articoli, corredati da foto originali senza copyright. Inviare a forteechiarosnc@virgilio.it NOVITÀ: PIZZA MAXI COTTA NEL FORNO A LEGNA PIZZA PER CELIACI SU ORDINAZIONE 3

4 FEBBRAIO 2017 EDITORIALE Sognando un Museo a Codroipo. Amare e conservare la propria Storia e identità Antonio Carneo massimo pittore del Seicento friulano Mito di Vertumno e Pomona - Antonio Carneo Notiamo in giro tanta voglia di cultura e un rinnovato interesse per le opere artistiche del nostro territorio. Un esempio? Il grande successo che hanno avuto le iniziative della dott. ssa Isabella Reale, la quale in occasione del quarantesimo anniversario dal sisma del 76 ha promosso in val Cosa e Val d Arzino una serie di eventi che hanno affrontato il tema dell identità culturale del territorio e realizzato l obiettivo di promuover i beni artistici e architettonici di quelle zone del nostro Friuli. La nostra Regione sta prendendo finalmente coscienza dell importanza e ricchezza della propria storia, dopo un lungo periodo di indifferenza e ignoranza. Per troppe volte, infatti, importanti testimonianze artistiche del nostro territorio hanno preso la via dell esilio, lasciando per sempre la nostra regione, nell indifferenza generale. Messe in vendita dai loro proprietari, non hanno trovato acquirenti in Friuli, e così sono state cedute ad avventori provenienti da fuori regione. Comunque meglio tardi che mai, e oggi si respira un frizzante desiderio di cultura a cui però non corrisponde altret- tanta competenza ed esperienza da parte delle istituzioni che se ne occupano, per cui succede che enti pubblici o comunità - dopo essersi lasciati sfuggire straordinarie occasioni - riacquistino poi opere banali a prezzi esorbitanti rispetto al loro modesto valore culturale; oppure accade che si spendano infelicemente dei capitali per restaurare opere di nessun pregio artistico. Con lo scopo di sensibilizzare e orientare verso delle scelte corrette finalizzate alla salvaguardia del nostro patrimonio storico-artistico e della nostra identità culturale, iniziamo da questo numero di febbraio a presentare alcune significative opere di antichi autori, fortemente legate al Friuli e attualmente presenti sul mercato antiquario, a cui enti pubblici o privati collezionisti dovrebbero - o avrebbero dovuto - prestare maggiore attenzione. Questo fanno le comunità colte e progredite, come avviene ad esempio in Lombardia ed Emilia, dove il benessere economico si unisce alla cultura e privati ed istituzioni investono in arte, costituendo importanti collezioni di significative opere autoctone. E questo dovrebbe avvenire anche nel nostro Friuli. Con questo auspicio, inauguriamo quindi il nostro catalogo presentando oggi un opera di Antonio Carneo. Il dipinto ad olio cm. 97 x 105, qui in foto riprodotto, è un opera tipica del pittore friulano Antonio Carneo, fu messo ultimamente in vendita all'asta con una stima di 35/ euro e una partenza d asta di euro che non ha trovato acquirenti durante l asta. Si tratta di una variante di un opera giovanile del maestro, già custodita nella nota collezione Jacopino del Torso a Roma, in pendant con una tela raffigurante la seduzione e raffigurante il mito di Vertumno e Pomona. L opera in oggetto si differenzia tuttavia per significative dissomiglianze nella costruzione scenica pur mantenendo - allo stesso modo - un intenso gioco di sguardi. Nella giovane donna si avvertono richiami ai maestri cinquecenteschi veneti, da Tiziano a Padovanino, mentre la vecchia maliziosa rivela una sensibilità più realistica, evidentemente aggiornata sulla pittura del Fetti e di Monsù Bernardo. Ma vediamo, per chi non lo conoscesse bene, cosa rappresenta per la cultura friulana questo straordinario pittore le cui opere sono ormai introvabili e quindi motivo in più per dedicargli particolare attenzione. Antonio Carneo è il maggior esponente della pittura del XVII secolo in Friuli. Nasce a Concordia Sagittaria il 26 novembre 1637 e muore a Portogruaro il 16 dicembre 1692 all età di 65 anni. E' probabile, come suppone il Rizzi, che abbia avuto i primi insegnamenti a Udine nella bottega di Giuseppe Cosattini, un allievo del Padovanino. Che sia stato allievo del padre, un semplice contadino, pare invece una leggenda già demolita sin dal 1929 dal Fiocco. Il Carneo è attivo a Udine, ospite dei Conti Caiselli, dal 1667 al 1687, dove realizza in prevalenza ritratti, tra cui ricordiamo il ritratto di Leonardo Caiselli, ora appartenente ad una collezione privata, mentre numerose altre sue opere son tutt ora conservate nell omonimo palazzo. Terminato il soggiorno presso i Conti Caiselli, il Carneo si ritira a Portogruaro dove sceglie di personalizzare il suo modo di dipingere affrancandosi dai limiti della ritrattistica professionale, genere in cui pure aveva ottenuto egregi risultati. La provincia, rispetto a Venezia, gli consente una maggiore indipendenza. Carneo sceglie dunque di non assoggettarsi al gusto progressista vigente nel polo artistico lagunare, ma di assecondare il suo estro retrospettivo, a volte sembrando anacronista, ma dimostrando contestualmente di saper riesaminare con naturale freschezza spunti e stimoli della cultura pittorica di laguna dal Rinascimento al Manierismo. Le opere di questo periodo sono caratterizzate da un naturalismo barocco di vena popolaresca e picaresca, probabilmente suggestionato dall arte del 4

5 ARTE E IDENTITA' danese Monsù Bernardo detto Il Kiel. Questo famoso artista, che ebbe un periodo di formazione a Amsterdam nella bottega del Rembrandt, era attivo dal 1651 nella Repubblica di Venezia, e in particolare a Bergamo - allora sotto il controllo delle Serenissima - influenzando fortemente l'arte dei pittori di genere visionario-popolaresco attivi tra Sei e Settecento in Lombardia. Un importante mezzo per veicolare temi e stili erano le incisioni, da cui i pittori traevano ispirazione. In laguna ne giravano molte anche di artisti esteri, in prevalenza francesi, tra i maggiori Jacques Callot, e i fratelli Le Nain. A questi ultimi il Carneo sembra guardare in diverse sue opere quale Il Giramondo conservato al Civico Museo di Udine, che si colloca inoltre nel solco tracciato da altri artisti come Matteo dei Pitocchi, Francesco Cipper detto il Todeschini e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto. Pur appartenendo alla corrente chiaroscurale dei tenebrosi, insieme al Giordano, al Langetti, e allo Zanchi, il Carneo si dimostra pittore originale attingendo spunti da molte e diverse fonti stilistiche. Compaiono sempre più frequenti nel suo repertorio raffigurazioni dinamiche e passionali orientante verso quel gusto Barocco romanzesco, venato di orrido alla maniera del Langetti, che probabilmente doveva far colpo sulla clientela provinciale. Suggestivi e di notevole forza caratteriale sono i suoi dipinti di nudi senili; le epidermidi di questi vecchi, raffigurate con crudeltà langettiana, appaiono decrepite, descritte con una materia quasi monocroma, spietatamente svelate da una violenta luce cadaverica. Alla morte del genovese Langetti (22 ottobre 1676), a Venezia, la corrente dei tenebrosi inizia la sua parabola discendente. Una nuova visione artistica neo-veronesiana viene introdotta dal romano Francesco Ruschi, assieme a Giovanni Coli, Filippo Gherardi, Andrea Celesti e Antonio Fiumani, quest'ultimo appena tornato da Bologna, dando avvio a un Barocchetto d ispirazione classica che troverà completo compimento solamente nel XVIII secolo. Anche Carneo s adegua al cambiamento abbandonando quell alone chiaroscurale che avvolge le sue opere; da questo momento in poi un luminoso tocco atmosferico schiarirà la sua pittura, anche se questa conserverà il gusto per la materia ricca e saporosa, alla maniera del tedesco Johann Liss - attivo a Venezia assieme a Domenico Fetti qualche decennio prima. Tra le sue opere più notevoli, citiamo l Abramo e Agar, conservato a Trieste al Museo di Storia Naturale; il San Tomaso che dispensa pane ai poveri, realizzata per la chiesa di Santa Lucia di Udine ma oggi conservata nella parrocchiale di Besnate a Varese, dove in una luce crepuscolare si anima una composizione di figure ispirata allo Zanchi; Il giramondo e la meditazione, conservati alla "Galleria D'Arte Antica dei Civici Musei di Udine", dove, oltre a Matteo dei Pitocchi e al Cipper, emergono richiami allo Strozzi e a Luca Giordano; infine, Il martirio di San Bartolomeo, presente nella Basilica delle Grazie a Udine, dove il realismo brutale del Langetti si amalgama con l intenso colorismo del Fetti. Il Carneo ha saputo mettere a frutto con intelligenza quanto offriva la pittura veneta a lui contemporanea; ha interpretato a modo suo gli esiti dei tenebrosi, dimostrando d aver inteso la loro lezione, in particolare quella dello Zanchi per quanto concerne il ritmo compositivo, ma conferma d aver compreso anche la lezione del Giordano, come è ben rappresentato dalla pala di Besnate, una delle più significative opere del Seicento veneto. Lo stile del Carneo denuncia un temperamento impetuoso, caratterizzato dall audacia e dal vigore del disegno, ed è senz altro l artista friulano più esuberante e istintivo di tutto il XVII secolo. Ad ogni modo, anche se visse nell entroterra veneziano, il Carneo non fu solamente attento a quanto avveniva nel polo artistico di Venezia, ma anche a quanto accadeva contemporaneamente nel meridione e nel nord dell Europa. Egli attuò un suo stile originale e spontaneo con un eclettismo che esulava dall'accademismo formale in vigore in laguna, ma che rappresenta contestualmente una superba lezione di pittura veneta Il Giramondo - Antonio Carneo secentesca, e quindi le rarissime sue opere ancora in circolazione devono destare massimo interesse da parte delle istituzioni museali e dei collezionisti d arte del Friuli. In conclusione, dopo l asta l opera è stata oggetto di trattativa privata ed acquisita da un avventore - non friulano - ad un prezzo molto vantaggioso. E così un altra importante opera fortemente legata al nostro territorio è uscita dalla nostra regione. Anche noi qui a Codroipo che non conserviamo alcuna testimonianza del nostro passato artistico dobbiamo meditare, risparmiando su spese meno utili ed investimenti culturali errati ed infruttiferi, avremmo, acquistando quest'opera, posato la prima pietra per costituire un vero museo storico-artistico di opere autoctone e rappresentative del nostro territorio. Lucien Zinutti SVENDITA TOTALE FINE COLLEZIONI ABITI da SPOSA San Giovanni di Casarsa (Pn) solo su appuntamento Tel dal 14 Febbraio Tutto a METÀ PREZZO 5

6 FEBBRAIO 2017 Duo strumentale di Udine composto da Gianni Jana Rojatti alle chitarre e synth ed Erik Tulissio alla batteria. La loro musica combina elementi da un mix di diversi generi musicali: progressive, electro, rock, reggae e dubstep. I Dolcetti sono nel loro elemento naturale quando suonano dal vivo, supportato unicamente da sequenze elettroniche e loop sullo sfondo, dove la proposta del loro repertorio musicale viene elaborata con virtuose improvvisazioni. Hanno fatto da supporter band ufficiale al tour italiano degli Aristocrats e hanno aperto i concerti di tanti artisti tra cui Elio & Le Storie Tese, Kiko Loureiro, Reb Beach, Steve Vai. A novembre 2016 è uscito il loro ultimo lavoro discografico intitolato Arriver dalle sonorità mutevoli e mai scontate, come non sono scontati di certo i titoli degli 8 brani che compongono il disco! Ho fatto qualche domanda a Gianni per poterli conoscere meglio, ecco cosa ci hanno risposto: Da quanto tempo esistono i Dolcetti? Da tantissimo, visto che Erik e io suoniamo assieme da una vita. Negli anni assieme abbiamo fatto veramente di tutto: dal punk nei centri sociali, al funk e jazz nei conservatori, passando per il pop in studio di registrazione. A un certo punto, abbiamo deciso di convogliare il nostro eclettismo musicale in un unico progetto e così, una decina d anni fa, sono nati i Dol- cetti. Era l estate del 2006 e l Italia vinse i Mondiali. Non abbiamo mai creduto fosse una coincidenza! Come è stato scelto il nome? Quando andammo in studio a incidere le prime idee (che sarebbero diventate poi il nostro disco di debutto Metallo Beat ) andava molto in voga una band udinese chiamata Amari. Benché avessimo un grande rispetto per i consensi che stavano raccogliendo e per la tenacia e capacità con la quale lavoravano, quello che suonavano, per noi, era quanto più lontano possibile da quello che amavamo e avremmo voluto suonare. Così, quasi per scherzo, decidemmo di nominare quella prima sessione di registrazione Dolcetti. Per qualche mese abbiamo pensato che avremmo cambiato nome alla prima occasione, invece, ci trovammo a fare uno dei nostri primi concerti (da spalla a Paul Gilbert) così. Quando ci presentammo al pubblico, la reazione fu incredibile. Capimmo che saremmo stati Dolcetti per sempre. MUSICA Dolcetti: la volontà di suonare senza compromessi Chi sono Gianni ed Erik? Due grandi amici che inseguendo con passione la volontà di suonare senza compromessi quello che amavano profondamente, sono riusciti ad esaudire tanti sogni e a spassarsela un sacco. Come nascono le vostre canzoni? Chi le scrive? Le canzoni nascono in svariate maniere. Posso scrivere io un riff melodico e poi lasciarlo a Erik perché lo sviluppi ritmicamente in autonomia; oppure molte canzoni sono nate jammando assieme in sala prove. Altre volte ancora, partiamo unicamente da un idea ritmica, molto articolata e complessa, sulla quale poi inventiamo un arrangiamento armonico e melodico. Perchè hanno tutte dei titoli strani?! Il bello della musica strumentale è che lascia all ascoltatore estrema libertà nell immaginare la storia che la canzone racconta. I nostri titoli, così stralunati e surreali, sono un incentivo a spronare la fantasia di chi ci ascolta. Quali sono state le collaborazioni più importanti? Nel 2010, con un altra formazione, partecipammo al Festival show. il nostro vicino di camerino era Al Bano. Quello è stato indiscutibilmente il momento più alto della nostra carriera. Qualche parola sull ultimo lavoro discografico appena uscito. Arriver, il nostro secondo album, è un lavoro che ci rende estremamente orgogliosi; siamo riusciti a creare una fotografia per noi davvero efficace di quello che veramente amiamo. Ne è uscito un calderone coloratissimo di stili anche parecchio diversi tra loro ma, che nella nostra visione, convivono in maniera armoniosa; elettronica, reggae, virtuosismo, blues amalgamati con sense of humor e piglio visionario. Moni Zinu 6

7 RACCONTI DI VIAGGIO A Santiago De Compostela: sulle orme di cicogne e pellegrini L idea di poter fare il Cammino di Santiago mi solleticava da tempo. Un mese? dicevo a me stessa. E chi ce l ha! A piedi? Figuriamoci. Eppure... qualcosa continuava a suggerirmi che anch io ci sarei potuta andare. Non con zaino in spalla, certo, ma in aereo e pullman sì. Un Cammino più comodo ma sulla stessa via che, da millenni, richiama pellegrini da tutto il mondo. In una settimana. Sì, è fattibile. Ecco che dall idea alla realtà non ci è voluto poi molto. Quasi in un baleno ecco la Spagna, sulla strada che da Pamplona conduce a Santiago De Compostela estendendosi a Finisterre. Lo spirito del Cammino è ovunque. Nell aria, nella cordialità, nella semplicità. Qui nessuno è mai solo perché le persone profumano di gentilezza e non conoscono la parola indifferenza. Estesi vigneti, pale eoliche come vedette, nidi di cicogne benedicono i paesi baschi e la verde Vitoria, la filigrana di paesini, chiese romaniche e cattedrali, ponti, fiumi, monasteri. Scrittori muti di romanzi millenari. Pellegrini di ogni età sorridono alle ginestre mentre in- cidono le loro orme sui sentieri a fianco della superstrada. Li ammiro e mi scopro felice di essere qui, pur ignara della visione che sta per riservarmi Santo Domingo de la Calzada, dove un vero pollaio è incredibile monumento dentro la cattedrale. Il canto del gallo mi accompagna fino a Burgos, il cui castello d avorio invita al Mirador, dove la falce lunare abbraccia l orizzonte. Il giorno seguente, biondi campi e sconfinate mesetas annunciano Leon, con la cattedrale di luce e le architetture di Gaudì. Ad ogni tappa una sorpresa. Feste, sfilate, musica. Una rotta in continuo crescendo che delizia il palato con il cioccolato di Astorga, per poi invertire l orologio anagrafico a Castriglio de las Polvazares, il paesino già set di film famosi, dove famiglie di cicogne albergano su fortunati comignoli. Con animo e piedi leggeri raggiungo la Cruz de Fero, dove poso il sasso che ho tenuto in tasca per tutto il viaggio. Un piccolo, volontario sacrificio, in segno di gratitudine per l esperienza del Cammino. I passi danzano tra i fiori di erica prima di abbracciare la croce, obbedendo ai rituali degli antichi pellegrini. E come avere le ali! Che già volano al Castello dei Templari a Ponferrada e poi a Cebreiro, dove il Sacro Graal e la Bibbia in tutte le lingue trovano degna dimora. La materialità lascia spazio all essenzialità e alla consapevolezza di quanto siano im- mensi i doni della Vita. Come Samos, Melìde, il Monte Gozo, la piramide di pietra incisa dallo spirito di Papa Giovanni Paolo 2. Arrivare a Santiago ormai è urgenza. Vederne i primi, netti profili, fa accelerare il battito. Entrare in cattedrale dalla porta del Cammino e abbracciare San Giacomo dal Camarìn, riflettendo il volto sull oro del suo manto, è emozione così grande da annullare ogni parola. Che risorge nel silenzio di un istintiva preghiera. Pierina Gallina AMBIZIONE: PARTIRE DA ULTIMI ED ARRIVARE PRIMI CORRERE IN SICUREZZA VIA LIGNANO IUTIZZO CONVENZIONATI CON LE MAGGIORI SOCIETÀ DI LEASING CODROIPO CENTRO APERTO ANCHE SABATO dalle 07:30 alle 17:00 ORARIO FLESSIBILE su appuntamento Via Gortani, 23 CODROIPO (Ud) Tel Cell ESPERIENZA DISPONIBILITA PROFESSIONALITA 7

8 8 FEBBRAIO 2017 Una Vera Storia d'amore Dolfina e Settimio... sullo stesso treno per il cielo. Dopo 67 anni insieme Ormai si sente parlare ogni giorno di yoga, meditazione, chakra, fiori di bach, cristalloterapia, yoga della risata, riflessologia facciale e plantare, riequilibrio energetico, guarigioni di ogni tipo. La Pizza Filosofale è una serata in pizzeria in cui un relatore spiega uno di questi e molti altri argomenti. La Pietra Filosofale custodisce il potere di trasformare i metalli in Oro. Anche gli elisir Filosofali ci donano l eterna giovinezza. La Pizza Filosofale quindi trasforma le nostre Coscienze in Oro... e ci riempie la pancia! Avere una panoramica più vasta possibile degli strumenti disponibili ci permette di scegliere con consapevolezza il consulente giusto per noi, in questo momento. Se siamo scettici su questi argomenti si può iniziare con discipline più vicine BERTIOLO - POZZECCO. San Valentino sarebbe felice di leggere questa storia d amore che ha premiato i suoi protagonisti con la partenza sincronizzata per l ultimo viaggio. Insieme in una vita lunga 67 anni vissuta mano nella mano anche alla recente festa di anniversario. Nevicava quel giorno, come quando si erano sposati. Insieme nella morte, serena, come in un sogno sperato da entrambi. Dolfina Dell Angela, 92 anni e Settimio Iacuzzi, 97, sono deceduti serenamente poche ore l una dall altro nella residenza Zaffiro di Fagagna dove condividevano la stessa camera. Donna forte Dolfina, combattiva verso ogni difficoltà della vita, lavoratrice instancabile. Agricoltore, emigrante e combattente nella campagna del Montenegro, Settimio. Non era stata facile la loro vita. Settimio, orfano di madre a 8 anni, a 13 era andato a lavorare nelle risaie in Piemonte, dove già si trovava un fratello. Poi si era trasferito in Svizzera, sempre per lavoro. Rientrato verso i 30 anni a Pozzecco, si era sposato. Dolfina aveva avuto problemi seri di salute, ma aveva sempre superato con tenacia ogni difficoltà. Sostenersi sempre uno all altro e amare la famiglia, è sempre stata la loro forza. Erano, infatti, genitori di tre figlie, Anna, Giuseppina e Luigina, attuale assessore alla cultura del Comune di Bertiolo. La longeva coppia da poco più di un anno era ospite della casa di riposo, visto che entrambi avevano bisogno di essere seguiti con continuità anche dal punto di vista sanitario. L epilogo finale ha visto Settimio spirare alle tre di mattina del 1 febbraio e Dolfina alle 12 dello stesso giorno. Non per il dispiacere perché lei non lo aveva saputo. Più bello pensare che lui l abbia chiamata con la voce di quella che è stata la loro forza in una lunghissima vita: l Amore. Il loro desiderio di essere sempre insieme si è realizzato e anche lassù continueranno a tenersi per mano, uniti, e solo nel bene. Pierina Gallina La Pizza Filosofale a noi e accettate dalla Comunità Scientifica come lo Yoga della Risata o la Riflessologia. Quasi ogni lunedì alla Pizzeria Al Passeggio (Viale Duodo 111 Codroipo), alle 20 ci incontriamo per cenare insieme al relatore, così da entrare in confidenza e conoscere gli altri ospiti. Segue la conferenza. Scettico oppure no, in ogni caso una serata passata in nostra compagnia sarà sicuramente ben spesa per la salute e per poter cambiare punto di vista. Prossimi Appuntamenti: 20 febbraio Shahrhuz Rouholfada Biologia Karmica. 27 febbraio Donata Peressinotto Floriterapia Australiana e Costellazioni Familiari. 6 marzo Stefania Sirtoli - Esagrammi dell'antica tradizione cinese dell'i-ching. 13 marzo Cristian Rossi stile di vita e abitudini. - SMS Facebook Pizza Filosofale - Porta chi vuoi bene! SOCIALE Il Giorno del Giudizio Leggiamo insieme il brano di Matteo da 25, 31 a 46, dove l evangelista racconta della scelta dei poveri, gli anawim, gli ultimi, cui il Signore offre particolare attenzione e misericordia, sentendo pietà per la miseria e il limite umano fin nei suoi visceri, detti in ebraico rahumin, cosicché il suo giudizio terrà conto soprattutto del cuore, cioè dei veri sentimenti, della autentica vocazione umana, quando, nella parusìa, la seconda venuta, evocata anche dal Corano (Sura 43, 59-61), verrà a giudicare i vivi e i morti. Il cardinale Carlo M. Martini, in una sua meditazione proposta durante gli Esercizi spirituali ignaziani alla luce del Vangelo secondo Matteo (pubblicati da ADP, Roma 2006, pp ), riflette sul brano ponendosi molte domande, la prima delle quali è se la fede sia prevalente sulle opere, seguendo Paolo, Agostino e Lutero, oppure se le opere siano una specie di veicolo della fede, soprattutto le opere che riguardano il riconoscimento del prossimo, come oggetto d amore disinteressato e libero. In realtà, spiega Martini, non c è contrapposizione tra fede e opere, perché l una illumina e le altre esprimono la coerenza esistenziale e morale del fare il bene. Se uno fa il bene per essere visto dagli altri, scrive Matteo (6, 1-18), non deve aspettarsi un premio spirituale, poiché già gode del riconoscimento umano. Se uno invece fa il bene per essere dentro le cose è diverso, perché si mette in gioco, non limitandosi a osservare come un entomologo ciò che accade. Essere-dentro-le-cose significa non calcolare tutto, le convenienze o il loro contrario, il successo o lo schianto, ma rischiare di essere portati al largo dalle onde oceaniche della vita. Il fatto è che spesso non ci riconosciamo come bisognosi di aiuto, come portatori di limite, come poveri, uguali a quelli che a volte aiutiamo, e a volte ignoriamo. Viviamo talora nel risaputo, nelle comodità concettuali, nell ordine costituito dalle nostre pigrizie, e finiamo per ragionare con stereotipi, perseguendo la tranquillità di un anima non più inquieta, ma chetata dalla consuetudine oppure ottenebrata dalla presunzione. Talvolta siamo onesti a-ore, oppure quando ci conviene, e qui non intendo l onestà morale, ma l onestà esistenziale, l onestà di giudizio sulla propria vita. Forse abbiamo tutti bisogno a volte di farci bambini e di chiedere al Signore di tutto che cosa devo fare? Ecco che, a questo punto, il capolavoro di Michelangelo inaugurato nel 1541 da papa Paolo III Farnese (morto era oramai il committente primo della Sistina, papa Giulio II della Rovere), il Giudizio Universale, diventa plausibile, concepibile, realistico, perfino. E la fine della storia, è l omega del mondo, il momento nel quale qualcuno, proprio Lui, tira le somme e vede dentro il cuore di ognuno, se abbia veramente amato, se abbia amato con calcolo, se non abbia amato per nulla... l altro, l altra, il piccolo e il grande. Nel grande a-fresco del genio Buonarroti, i corpi sono nudi, prima che Daniele da Volterra, morto lui, ne coprisse discretamente le pudenda, perché nudi siamo di fronte alla nostra anima e di fronte a Dio, nudi alla meta, come re detronizzati, come alberi maturi, come canne al vento, anche se pensanti. E questa nudità sarà ciò che ci salva, davanti al giudice severo del tempo, di ogni azione fatta od omessa, e di ogni pensiero pensato. Blog

9 Il decreto ingiuntivo, complice anche la crisi economica e il moltiplicarsi dei casi di insolvenza dei debitori, è divenuto oramai uno strumento giudiziario che trova frequente applicazione nella pratica. L utilizzo del procedimento di ingiunzione, regolato dagli artt. 633 e ss c.p.c., richiede a monte un importante e completa valutazione da parte dell avvocato e del proprio assistito. Pertanto: chi è creditore di una somma liquida di denaro, di una determinata quantità di cose fungibili ovvero chi ha diritto alla restituzione di un bene mobile può depositare, innanzi al Tribunale (per crediti di valore superiore ad euro 5.000,00 o per determinate materie) o al Giudice di Pace (se trattasi di crediti inferiori ad euro 5.000,00), un ricorso per decreto ingiuntivo. Sostanzialmente, dunque, l ingiunzione di pagamento è un ordine che il Giudice da al debitore di pagare il proprio debito entro un termine che solitamente è di quaranta giorni. Tuttavia, in presenza di determinati requisiti, l Autorità Giudiziaria può intimare al debitore il saldo immediato del proprio debito (c.d. provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo). Ciò, ai sensi dell art. 642 c.p.c., accade quanto la sussistenza e l ammontare del credito derivano e sono dimostrate da: cambiale; assegno; documentazione sottoscritta dal debitore nella quale quest ultimo si riconosce effettivamente tale. Il credito che si richiede in pagamento deve essere certo, ossia non contestato, liquido, in quanto determinato o INTENZIONI Il messaggio Telefonico come prova per l'emissione di Decreto Ingiuntivo determinabile nel suo preciso ammontare, ed esigibile, quindi riscuotibile. Dell esistenza dello stesso va fornita prova scritta. Il concetto di prova scritta è chiarito all art. 634 c.p.c. laddove si elencano, a seconda della diversa tipologia di credito, i documenti idonei a fondare la richiesta di emissione di decreto ingiuntivo. In sintesi: sono prove scritte, a mente dell art. 634 c.p.c., le polizze e promesse unilaterali per scrittura privata e i telegrammi, gli estratti autentici delle scritture contabili, relativamente ai crediti di somministrazione merci e fornitura di servizi maturati dall imprenditore, gli estratti autentici delle scritture contabili di cui agli art e seguenti del codice civile, nonché gli estratti autentici delle scritture contabili prescritte dalle leggi tributarie. Ovviamente, l evoluzione tecnologica ha comportato che nel concetto di prova scritta dovessero essere ricompresi anche altri tipi di supporto che trovano sempre più frequente utilizzo nella pratica: si pensi alle comunicazioni mail o di posta elettronica certificata. Si è giunti quindi, grazie all apporto della Giurisprudenza, ad attualizzare e ad interpretare estensivamente l art. 634 c.p.c. riconoscendo anche alla posta elettronica valenza di prova scritta idonea per l ottenimento di una ingiunzione di pagamento. Su tale scia appare molto importante, in ragione del suo portato innovativo, il provvedimento del con il quale il Tribunale di Genova ha accolto la richiesta del creditore che ha emesso un decreto ingiuntivo considerando provata la sussistenza della posta creditoria sulla base del testo di un sms inviato dal debitore al creditore stesso. Simile decisione, soprattutto se troverà seguito in altre provenienti da altri Tribunali, aumenta esponenzialmente la possibilità di valersi dello strumento processuale in discussione per far valere le proprie spettanze dimostrate anche solo da uno scambio di messaggistica istantanea. Tuttavia, il Tribunale di Genova non ha ritenuto, sulla base del testo degli sms, di intimare al debitore il pagamento immediato, assegnando a quest ultimo l ordinario termine di quaranta giorni per dar corso al ripianamento del debito. Ciò in ragione del fatto che non vi potrà mai essere certezza sul fatto che il messaggio sia effettivamente stato scritto e inviato dal debitore in prima persona. In sintesi: vero che i messaggi telefonici intercorsi tra il creditore e il debitore, dal testo dei quali emerge, implicitamente o esplicitamente, l intenzione di quest ultimo di pagare, sono idonei a fondare la richiesta di decreto ingiuntivo, altrettanto vero che gli stessi messaggi non possono legittimare la concessione della provvisoria esecuzione dell ingiunzione emettenda. Avv. Cristian Molaro Codroipo - Piazza Garibaldi n. 90 Ricette dei miei R icordi Ciao a tutti. Questo mese vi propongo un altra ricetta della zia Luciana: i biscotti con le nocciole. Con un a carenza globale di nocciole e dalla richiesta di produttori locali di cioccolata è in crescita l agricoltura di nocciole nell Ontario la provincia del Canada dove abitavo io. Creando opportunità di lavoro. Per avere un buon raccolto si devono attendere dai cinque agli otto anni. I biscotti della zia Luciana, con le nocciole 3 uova 150 gr. zucchero 200 ml. olio di mais un pizzico di vanillina 400 gr di farina 1 bustina di lievito per dolci 1 cucchiaino di cannella (si può anche omettere) 150gr nocciole tostate e tritate grossolanamente. Mescolare assieme la farina con lo zucchero, vanillina, lievito, cannella e nocciole. Creare una fontana e versare dentro l olio e le uova. Amalgamare tutto assieme con le mani e creare una palla. La pasta non sarà asciutta ma molto morbida. Dividere la pasta in quattro. Arrotolare ogni pezzo creando un rotolo di circa 25 cm. Appoggiare i rotoli su una teglia da forno ed infornare nel forno già caldo (190 ) per circa 20 minuti finché i rotoli non sono dorati. Rimuovete dal forno e lasciate raffreddare. Affettate i rotoli in tante fette grosse circa 1 cm. Appoggiate le fette sulla teglia da forno e fate dorare per circa 10 min per parte usando il grill. Cinzia Pauluzzi 9

10 FEBBRAIO 2017 Villa Codroipa, poi Rota, attualmente proprietà dei duchi Badoglio, si erge su un sito nominato Flambro Inferiore o Flambruzzo. Citato la prima volta 1258, anno in cui la famiglia Savorgnan restituì al patriarca Gregorio di Montelongo castrum et villam inferiorem de Flambro. In seguito il feudo fu ceduto al Conte di Gorizia che nel 1466 l affidò alla famiglia dei conti di Codroipo che lo detenne sino ai primi del novecento. I feudi del Conte di Gorizia passarono per eredità agli Asburgo ed anche il castello di Flambruzzo fu casa d Austria sino a Napoleone. Nel 1912 il castello fu acquistato dal conte Francesco Rota di San Vito al Tagliamento. La famiglia Rota, di origine bergamasca, si era stabilita in Friuli nel 1570 a Codroipo. In tale famiglia si estinsero altre due importanti casate del Friuli: i de Rinaldis di San Vito al Tagliamento ed i Bertoli di Mereto di Tomba. Francesco Rota rivendette il Castello dopo pochi anni ma, dopo la seconda guerra mondiale, fu acquistato da Mario Badoglio, marito di una delle figlie di Francesco ed è ancor oggi abitato dalla sua famiglia. Anche questo sito, come molti, ha perduto ormai le sue caratteristiche difensive, precipue dell imponente luogo fortificato che fu, sostituite nei vari rifacimenti succedutisi nel tempo connl attuale villa incastellata seicentesca. Fattore questo che nulla toglie al suo fascino e anzi la rendono fruibile e viva. Il castello è circondato da un magnifico parco all inglese ricco di rogge e laghetti di risorgiva. La parte più antica della casa è il lato prospiciente la strada con la torre portaia a cui si accede attraversando l ampio fossato con un ponte che una volta era levatoio; alla destra della torre uno spigolo tondeggiante è quanto rimane di un altra torre circolare. A questo antico nucleo fu aggiunta l ala residenziale seicentesca che termina con un ampio oratorio (considerato ancor oggi pubblico), consacrato alla Santa Croce nel 1598, riccamente decorato con stucchi nel Settecento; tale parte rispetta i canoni della villa veneta con il salone passante e le ali simmetriche. Un tempo una scala a due rampe portava direttamente al primo piano. Molto del fascino di questo luogo è certamente dovuto alle magiche acque che lo abbracciano, lo hanno sempre difeso e lo arricchiscono. Per chi volesse approfondire è possibile rileggere on-line l articolo di Tatiana Dereani per Forte&Chiaro dello scorso settembre Castello di Flambruzzo e i luoghi dei misteri. La Villa conserva gli arredi e l archivio dell abitazione romana di Pietro Badoglio che fu assegnato allo Stato Maggiore della 2ª Armata e al comando della 4ª divisione durante la prima guerra mondiale. Fu ar- TURISMO Il Castello di Flambruzzo tefice della conquista, nel 1916, del Monte Sabotino e, nel 1917, del Vodice e del Monte Kuk. Badoglio fu maresciallo d Italia, senatore e Capo del Governo dal 25 luglio 1943 al 8 giugno Fu nominato marchese dal re Vittorio Emanuele e duca di Addis Abeba. Per quanto concerne le fasi più antiche le sito, non ci sono molte notizie storiche che testimonino la presenza umana sul territorio nella preistoria, tuttavia il ritrovamento in località Il Bosco, nei pressi di Flambruzzo, di un ascia in pietra verde di età Neo - Eneolitica, risalente a circa il III millennio a.c., farebbe presumere un popolamento della zona già in tale periodo, benché non sia possibile stabilire se a carattere stanziale, oppure transumante. Con l epoca romana, invece, la presenza umana si stabilizza intensificandosi. Lo testimoniano i nume- rosi reperti rinvenuti durante recenti campagne di scavi archeologici, le quali fanno ipotizzare l esistenza di nuclei abitativi accentrati legati allo sfruttamento delle risorse agricole e dell abbondante argilla presente nel sottosuolo. Molto vivace risultava essere l attività economicocommerciale di tale periodo, incentrata soprattutto sulla produzione, in un complesso di fornaci, di ceramica, tegole ed altri laterizi e favorita dalla presenza dei numerosi corsi d acqua, al tempo ampiamente navigabili, collegati alle rotte marittime verso Aquileia e i mercati mediterranei. Volgendo lo sguardo verso il Tagliamento e lasciando alle spalle lo Stella, non si può non fare una capatina allo splendido borgo di Sella. Sella è una minuscola frazione del comune di Rivignano Teor. Il piccolo centro è una sorta di reliquia urbanistico-architettonica: mostra intatto l aspetto di una villa rinascimentale, che fa da fulcro all intero villaggio. Uno schema non inusuale nel Friuli centrale che, tuttavia, raramente si è conservato, come in questo caso, come protetto da un incantesimo. Al centro della frazione il palazzo signorile, oggi noto come Villa Romanelli, dal nome dei proprietari più recenti. L edificio venne realizzato alla fine del Quattrocento e, nel 1772, venne acquistato da una famiglia della nobiltà veneziana, i conti Belgrado. A fianco, la chiesetta dedicata a San Leonardo, ad aula rettangolare, con coro quadrato e con la semplice ed elegante facciata sovrastata dal campaniletto a vela. Il piccolo altare, in marmi bianchi e giallo citrino, è del Settecento. Un luogo da visitare. Luisa Chiap 10

11 MISTERI E LEGGENDE Donne celebri e non del Friuli Sabide, la strega buona di Flambruzzo Il 9 novembre del 1599 il vicario foraneo Giovanni Lugaro viene inviato a Flambruzzo su incarico del patriarca di Aquileia al fine di informarsi circa una certa Sabide, vox populi accusandola essere in odore di malefizio. La gente del luogo lo manda alla casa del povero Biagio, figlio di Nicola di Mortean. Biagio ammette di conoscere Sabide, sorella di Ane di Flambruç, di circa quarant anni, misare vedrane e brute. Al che il vicario pensa subito che queste siano le caratteristiche tipiche per essere una strega. Il povero Biagio, trovandosi al cospetto di un autorità che avrebbe anche potuto mandarlo sotto processo, si affretta a raccontare quello che la gente diceva e cioè che Sabide andava di casa in casa, di paese in paese a fare striamenz. Il vicario gli chiede allora di essere più specifico, di dirgli che tipo di stregonerie e di rimedi usasse per i malati e se conosceva qualcuno di questi assistiti. Biagio allora confessa al vicario di non sapere altro e lo manda da Francesco di Mattia di Ariis, che abita proprio accanto a Sabide. Prima di accomiatarsi il vicario pone un ultima domanda a Biagio e cioè se avesse piacere che questa Sabide venisse castigata per le sue pratiche. Biagio, ch era un uomo ragionevole e riservato rispose, come forse il vicario non s aspettava, che ne sarebbe stato lieto se la giustizia l avesse giudicata colpevole, altrimenti era giusto che continuasse a fare liberamente quel che faceva. Il vicario allora si affretta ad andare da Francesco e, non trovandolo, interroga il fratello Pietro. Questi gli dice di conoscere bene Sabide perché Anna è anche sua zia. Pietro afferma che Sabide è una donna per bene che guarisce i malati e toglie loro il malocchio. Il vicario gli chiede quali rimedi usasse ed egli risponde, limitatamente alla sua diretta esperienza, che una volta era stato molto malato, con convulsioni, affanno e mal di cuore e Sabide si era limitata a fissarlo ed egli era completamente guarito. Pietro riferisce che, in paese, Sabide ha guarito anche un certo Mondo Zorat. Prima di andarsene, il vicario chiede anche a lui se sarebbe stato felice di vederla punita per le sue pratiche. E Pietro, per nulla allarmato, risponde che sarebbe soddisfatto di vederla punita solo nel caso in cui ella avesse cagionato del male a qualcuno. Giunto da Mondo Zorat, il vicario riceve le medesime dichiarazioni e cioè, che se non fosse stato per il salvifico intervento di Sabide, egli sarebbe certamente morto. Alla richiesta perentoria del vicario di conoscere per filo e per segno tutta la vicenda, Mondo racconta che una donna, soprannominata l Ocje, per tre volte gli aveva donato del cibo. La prima volta dei fichi, poi dei gamberi, e in entrambi i casi era riuscito a rigettarli dopo grandi dolori di stomaco. Ma la terza volta, le noci dategli da quella donna gli avevano procurato febbre e mal di cuore e non c era stato verso di riuscire a rigurgitarle. Sabide, non appena lo vide, tosto gli aveva chiesto di esaminare la cintura con cui reggeva le braghe e, dopo averla osservata decretò che il pover uomo era stato stregato. Sabide, anche questa volta riuscì a spezzare l incantesimo e Mondo si rimise in pochi giorni. Il vicario, dopo aver attentamente ascoltato, ripeté la sua domanda anche a mondo: Vorreste che questa donna fosse punita per il suo operato? OGNI RICOSTRUZIONE IN OMAGGIO UNO SHAMPOO NUOVA FIBRA (fino ad esaurimento scorte) Mondo, con sdegno e disappunto, ribatté che non era lei che doveva essere punita bensì la donna che gli aveva procurato tanto nocumento con i suoi cibi stregati. Non si conosce esattamente il prosieguo della vicenda ma l archivio della Curia udinese riporta il processo avvenuto nell aprile del 1600, tenutosi nella chiesa di Sant Andrea a Udine. Intervenne il tribunale della Santa Inquisizione e non si ha notizia di come venne risolta la questione. Di certo, per destare tanto clamore da far intervenire il Santo Ufficio, nella allora piccola come ora frazione di Flambruzzo, la buona strega Sabide dev essere stata davvero molto speciale. Luisa Chiap Viale Venezia, 108 CODROIPO (UD) Tel info@ristobbq.it CAMBIA NOME - CAMBIA LOOK BAR BIRRERIA GRILL GRIGLIATE ALLA BRACE PIZZERIA GIROPIZZA SPECIALITÀ PESCE PRIMI PIATTI PRANZI VELOCI E TANTO ALTRO... AMPIO PARCHEGGIO Martedì e Mercoledì 09:00/12:30 14:30/19:00 Giovedì 12:00/21:00 Venerdì 09:00/18:00 Sabato 09:00/17:30 Chiuso il Lunedì si riceve preferibilmente per appuntamento 11

12 FEBBRAIO 2017 Si può sentire senza ascoltare e si può guardare senza vedere. Non bastano i sensi esterni dell udito e della vista per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non bastano. Sono tempi nei quali l attività visiva è sollecitata e solleticata da una miriade di immagini, e quella uditiva da suoni e rumori senza tregua. Ascoltare e vedere sono diventate due attività che richiedono più attenzione del passato, quando c erano più momenti di silenzio e orizzonti più liberi. Anni fa si distingueva bene una voce umana da un rumore, mentre oggi anche ai migliori cantanti si migliora la performance con strumenti elettronici; anni fa la scena del mondo, anche dell arte cinematografica, aveva pochi effetti speciali, oggi abbiamo cartoni animati talmente verisimili che sembrano film interpretati da attori in carne e ossa. Negli ultimi anni il sentire e il guardare sono stati enfatizzati dal profluvio e dal potenziamento geometrico dei media televisivi e web, per cui basta connettersi e si è nel mondo mediatico dell informazione perenne in tempo reale, worldwide. Oggi il problema, non è quello di avere notizie o di sentire le voci dei protagonisti della comunicazione, ma quello di distinguere, selezionare, esprimere un giudizio su quello che passa nell etere, o viene scritto sulla carta stampata, figlia del web e della telefonia satellitare. Il sentire come espressione del sentimento e delle sensazioni, a volte indipendente dalla riflessione, enfasi dell emozione e dell empatia senza limiti. Pericolosissimo. Questa deriva è originata da mode come la New Age e filosofie religiose orientali mal masticate, così come spesso proposte da sedicenti guru e furbacchioni o millantatori vari, di sapienze esoteriche e di visioni del mondo un poco malate. Ascoltare è invece ben altro: è un mettersi davanti a un interlocutore, inter-locutore, cioè uno che parla-in-mezzo, riconoscendolo come tale, provvisto della stessa dignità nostra, e meritevole di attenzione, sebbene fino a... prova contraria. Ascoltare è molto più di sentire, perché tutti i viventi ASSOCIAZIONI Le "Porte" del Sentire e quelle dell'ascolto, lo sguardo e la visione Foto Alida Zanin senzienti sentono, ma solo un essere umano attento ascolta interpretando, e risponde. Invero anche gli animali superiori, e forse non solo loro, ascoltano come possono suoni e parole, percependo significati che magari certamente ci sfuggono, ma solo gli esseri umani sono provvisti di un linguaggio capace di feedback basati su codici linguistici condivisi, vari e completi. La risposta che riceviamo dal nostro cane è cosa diversa. Il solo sentire può essere, non solo insufficiente, ma anche pericoloso, perché confonde i vari piani della percezione. Ben so che vi sono dottrine psicologico-letterarie che negli ultimi decenni hanno invaso le librerie enfatizzando gli aspetti percettivi del sentire, magari anche con l ausilio di sostanze psicotrope naturali o sintetiche (cf. esperienze di Aldous Huxley, con The Doors of Perception, e altri), ma mi sembra che l ascolto e la comprensione interpretativa sia molto distante da ciò. Leopardi non è inferiore a Baudelaire, anzi è il contrario, pur essendosi privato dell assenzio e dell oppio. Per quanto concerne il guardare e il vedere si può fare un discorso analogo, forse. Si guardano molte cose oggi, viviamo in una società guardona, visiva, ci stiamo quasi trasformando in hombres que miran pero no veen, uomini che guardano, ma non vedono. Riprendere un discorso che non sia fatto solo di sguardi distratti, ma di visione è una prospettiva bellissima, sanante le anime perse di questi tempi. Venite e vedete, insisteva il Maestro di Nazaret a chi gli chiedeva il perché dovesse seguirlo. Venite e vedete, non guardate. Guardare non basta, come non basta sentire, ché può essere solo una accedere alla superficie delle cose, che non è la forma sostanziale, o l essenza o la natura della bellezza, ma solo la sua parvenza volatile e peritura. Blog grandi Novità 12 Riscopri il PIACERE di VESTIRE le tue CURVE

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14 FEBBRAIO 2017 TURISMO B Il enessere attraverso il dolce fluire delle Acque Nell' articolo dello scorso mese, gennaio "Acqua: dalle sorgenti al mare un percorso di giochi e di misteri" si parlava di come essa si manifesti in diversi modi nella nostra regione; sorgenti, risorgive, fiumi, fino alla laguna e al mare con colori e paesaggi che cambiano continuamente sorprendendoci, e ci siamo soffermati su un requisito: 'purezza' molto importante dal punto di vista salutistico. Intervista: Dott.ssa K. SARO presso Erboristeria ALCHIMIA VERDE Centro benessere Vibrazionale Gleris di San Vito al Tagliamento (PN) L'acqua di risorgiva effettua meno passaggi, viene direttamente dalla terra e ha "la memoria delle rocce e delle energie di madre terra" dovuta anche al fenomeno carsico, presente in molte aree, che prevede il passaggio delle acque attraverso la roccia che funge da filtro. Unico problema affinché tale purezza giunga a noi è l'utilizzo dei prodotti chimici industriali che utilizza l'agricoltura intensiva e non biologica in quanto possono essere successivamente filtrati dalla stessa acqua nelle falde rischiando un inquinamento da metalli pesanti e molecole chimiche. Il corpo umano è formato da 80% di acqua e spesso ci si dimentica di idratarsi a sufficienza. Un uso corretto si attesta nel bere al giorno dal litro e mezzo ai due di acqua, perché molte tossine presenti sono legate alle molecole d'acqua nel corpo e senza idratazione che pulisce questi complessi misti di acqua e tossina, rimaniamo 'inquinati' internamente con tutte le conseguenze del caso. L'importanza di una buona idratazione risulta quindi indispensabile in quanto permette di eliminare quegli elementi che, incastrati nel sistema immunitario, nervoso e circolatori potrebbero arrecare danno alla salute con insorgenza di malattia. Vi sono altri utilizzi dell' acqua a scopi salutistici, ad esempio, le acque termali che con la loro ricchezza in sali e principi attivi Foto Elido Turco Foto Elido Turco riescono a disintossicare la pelle, essa, insieme a fegato e reni sono detti gli organi della pulizia (emuntori). Immergersi in acqua calda (anche non termale) oltre al fattore disintossicante, ci fa sentire come nel ventre materno riattivando nel cervello sistemi rigenerativi in quanto il corpo ripristina certi meccanismi che erano propri della gioventù. Altra proprietà dell'immersione in acqua calda è l'effetto rilassante di cui molti hanno necessità a causa del 'male' sociale chiamato stress. Quando una persona è sotto stress ci sono due molecole attive nel sistema nervoso: adrenalina e cortisolo (dovrebbero essere attivate solo in caso di estremo pericolo) che consumano e producono tossine. Quando una persona è serena e sta bene, ha un bilancio tra queste due molecole e la serotonina e dopamina (quest'ultime sono presenti nella fase di sonno profondo) riparano e puliscono. In un corpo sano ci sono momenti dove è attivato, per poco tempo, l'asse adrenalina cortisolo e, per maggior tempo, l'asse serotonina e dopamina. Per riequilibrare un po' la tensione accumulata in settimana fare saune, bagni caldi e bere tanta acqua risulta indispensabile per rimane in salute. Un altro fattore è quello emotivo: molte persone che vivono vicino al fiume sanno che quando sono tese e arrabbiate ascoltare il rumore dell'acqua riesce a calmargli il cuore. Questo perché nella spiritualità l'acqua è un fattore determinante per "lavare via" traumi e nodi che sono incastrati nel nostro corpo e nella nostra mente. Fare il bagno in un fiume, quindi essere immersi totalmente nella corrente di acqua pulita come quelle friulana (fenomeno carsico) riescono a pulire a un livello energetico e di campo eletromagnetico entrambe, l'emotività e la fisicità. Si possono unire all'acqua vari elementi, limone, vivamente consigliato perché basifica il corpo e pulisce i reni, ma si possono usare varie tisane ed erbe. Quindi l'acqua diventa un mezzo per trasportare principi attivi nei vari comparti del corpo. In FriuliVG (ma anche nel resto d'italia) abbiamo la più grande biodiversità al mondo quindi lo studio e la sperimentazione nell'uso dell'acqua e delle piante è infinito per lo scopo del benessere (bagni con piante, aromi sprigionati dalle stesse che curano e calmano effetti legati a momenti di difficoltà). Una cosa eccezionale di questo territorio è che qui l'acqua la si trova in diverse tipologie: di sorgente che si può definire come il bambino in età infantile, di fiume che si può attribuire alla giovane età della donna sensuale fino ad arrivare al mare che come la madre tutto accoglie e trasforma. Seguendo i corsi delle acque dal principio alla fine, possiamo rivivere il percorso della nostra esistenza, spaziare nel nostro inconscio e riscoprirci. Lungo questi corsi tante sono le storie che si vivevano, alcune belle altre misteriose, altre ancora curiose.

15 MITI E LEGGENDE DEL FRIULI Foto Elido Turco Le Ganes e il lupo Le ganes vagavano di notte. Si fermavano nello stagno. Dicevano pure che c'era il lupo che ululava, dalle parti di "Rimès dal lôf". Per diverse notti le ganes risciacquavano la biancheria nello stagno. Dicevano gli uomini: "Come mai non ci sono le nostre donne e si sente ugualmente sbattere e bisbigliare?" La mamma sosteneva che parlassero ma non si capiva ciò che dicevano. Aggiungeva che erano donne, avvolte in vesti nere, che sbattevano lenzuola bianche. Testo tratto dal libro ''Agane. Fate d'acqua'' (di B. Bacchetti: T. Dereani) Anguana Edizioni Un patrimonio quello dei fiumi friulani che risulta essere davvero importante per il benessere delle persone attraverso le sue proprietà, i suoi paesaggi e la ricchezza culturale appartentente ai diversi territori. Dal fiume Tagliamento, al Natisone, all'isonzo passando per sorgenti, affluenti e rogge, percorsi e suggestioni, storie antiche e integrazioni, grandi emozioni merito anche dell'antica, ma attuale, sapienza. Tatiana Dereani SERRAMENTI IN LEGNO/ALLUMINIO SERRAMENTI IN LEGNO SERRAMENTI IN PVC SCALE PORTE PORTE BLINDATE Via E di Colloredo, 86 Iutizzo di Codroipo (Ud) Tel./Fax info@falegnameriapontalti.it 15

16 FEBBRAIO 2017 Stagnazione delle Idee e l'importanza di rinnovarsi PROPOSTE Non so se capita anche a voi ma quando mi guardo intorno mi deprimo perché vedo solo malumore e rassegnazione. Sono anni che in Italia si vive in uno stato di depressione culturale ed emotiva e, cosa ancora peggiore, in prospettiva non si vedono miglioramenti. Anni fa, forse decenni fa, c era un fermento nella società civile innescato da governi ed amministratori vivaci, pronti a spingere su quelle iniziative e proposte che realizzavano qualcosa di nuovo a favore della collettività. Sembra strano ma nella prima repubblica, con tutti i suoi difetti, si lanciavano idee e si realizzavano progetti che oggi nemmeno ce li sogniamo. La gente guardava al futuro con speranza ed ottimismo e non era depressa. Forse il segreto per uscire da questa stagnazione culturale dilagante sta proprio in questo, cercare di promuovere progetti inediti, inventare cose nuove o valorizzare l esistente, alimentare speranza e invogliare alla partecipazione.il Friuli Venezia Giulia, è noto, è una terra a forte connotazione aeronautica. La vocazione inizia fin dagli albori dell aviazione con la nascita dell acrobazia collettiva, di piloti e aeroporti che hanno scritto pagine di storia. Nella Regione il territorio di Codroipo si caratterizza come quello aeronauticamente più attraente ed interessante per la presenza delle Frecce Tricolori e non solo. C è anche una realtà aeronautica nel codroipese, meno importante delle Frecce e poco conosciuta, ma meritevole di attenzione. Presso Pannellia, proprio di fronte alla Mangiarotti, da molti anni è attivo un campo di volo che opera con successo attirando centinaia di aeromobili leggeri e da diporto, molti dei quali provenienti dai paesi confinanti: Austria, Germania e Slovenia. Il Casale, questo il nome della struttura, offre ai piloti anche possibilità di vitto e alloggio disponendo di un ottimo ristorante e di tante camere ben arredate e con tutti i servizi. Un campo volo rappresenta per un qualsiasi territorio una importante infrastruttura, con potenzialità interessanti, e una Amministrazione lungimirante dovrebbe valorizzarne la presenza avviando con il proprietario ed i Piloti che la frequentano dei contatti e degli accordi su vari temi di comune interesse. Ne cito solo alcuni. 1.Protezione civile. In caso di grandi calamità il campo volo potrebbe rappresentare l unica via di collegamento con il resto del mondo. Ho letto una volta una frase molto efficace per illustrare questo concetto: con un chilometro di strada non vai da nessuna parte, con un chilometro di pista vai in tutto il mondo. Certo vicino c è Rivolto, ed in caso di maxi emergenza sarebbe senz altro attivato per far fronte alla situazione, ma avere una pista a disposizione, pronta e non gestita dai burocrati nazionali, rappresenta un grande vantaggio. L area del Casale all occorrenza potrebbe anche essere sede di un campo base attivo con tutti i servizi e collegato con elicotteri per i soccorsi. Si potrebbe anche pensare ad allestire un ospedale da campo o tende per personale di supporto. In definitiva credo che i responsabili della protezione civile locale dovrebbero fare un sopralluogo e prendere atto delle cose possibili e realizzabili da inserire in piani di contingenza che potrebbero essere verificati sul campo con delle esercitazioni periodiche, cosa che a Rivolto non sarebbe possibile fare. 2.Flussi turistici Si fa un gran parlare di iniziative per aumentare/diversificare i flussi turistici in Friuli e nel nostro territorio. Ebbene da circa venti anni è nata una nuova forma di turismo che non conosce crisi ed è in costante aumento anno dopo anno. Viene chiamato avioturismo perché condotto da persone che hanno un mezzo aereo e lo usano per i loro spostamenti. È una realtà ignorata in Italia ma vi posso garantire che nella vicina Slovenia i piazzali dell aeroporto di Portorose sono pieni, soprattutto d estate. Il gestore del Casale, da solo e senza alcun aiuto, riesce ad attrarre centinaia di aerei ogni anno con una presenza importante soprattutto dall estero. Vogliamo dargli una mano? 3.Eventi sul territorio Per la nota fiera di San Simone o per le altre decine di iniziative che l Amministrazione mette in piedi ogni anno, credo che si possa trovare il modo di impiegare il campo volo dando per esempio la possibilità agli interessati di giungere a Codroipo anche con il loro aereo. Oppure nell ambito degli eventi stessi utilizzare il Casale per qualche attività delocalizzata dal solito centro storico: concerto, raduno di aerei, voli di mongolfiere, aquiloni, convegni etc Sono solo alcuni spunti che mi sento di indicare ai nostri amministratori. Bisogna cambiare registro, uscire dalla routine che ammazza ogni entusiasmo e dedicarsi a progetti nuovi se si vuole migliorare la nostra situazione ed uscire dalla stagnazione culturale cui siamo precipitati. È giunto il momento di fare. Il Terrone 16

17 IlC arnevale, il mondo alla rovescia Il Carnevale è fonte ispiratrice di grandi capolavori d arte, come le opere di Brueghel e di Goya, ma anche musicali: pensando al Carnevale non si possono non evocare i nomi di Schumann, Berlioz e Paganini. Per non parlare del suo significato in campo letterario: Goethe studiò il Carnevale romano con la stessa acribia scientifica di chi osservi una curiosa manifestazione della Natura. Altri scrittori ne hanno fatto lo sfondo di drammi e commedie. Le maschere della prima scena del Tenorio di José Zorrilla ci immettono in un mondo popolare pieno di mistero. E, nel Medioevo, un poeta amatissimo dai letterati, anche se poco conosciuto in Italia, diede uno splendido affresco dello scontro fra Don Carnal (Messer Carnevale) e Doña Cuaresma (Signora Quaresima), una prima, fondamentale interpretazione del Carnevale. Infatti il Carnevale è quell interruzione nel divenire del tempo sacro che concede di svuotarsi degli ultimi eccessi prima del tempo delle privazioni. Durante il Carnevale il Tempo assume un suo valore, peso specifico, quasi un non-tempo nel corso del tempo regolare, scandito, celebrativo, ritualizzato della religione e delle stagioni, un periodo impazzito e non regolamentato anche se contenuto. È sintomatico infatti che, nel momento in cui l anno cristiano ricevette il suo assetto primitivo, venisse contemplato anche un lasso di tempo con un contenuto socialmente e religiosamente definito, in contrapposizione ad un altro, immediatamente successivo; e che l uno e l altro si caratterizzassero per comportamenti individuali e collettivi esattamente contrari. Il tempo del Carnevale è quindi pregno di significati non solo sociali, ma anche psicologici. Il potersi mascherare permette all essere umano, uomo o donna che sia, di cambiare carattere per alcuni giorni o per alcune ore... a volte persino di cambiare sesso. E forse, per un attimo, esaudire desideri inesprimibili. È allora doveroso ammettere che il Carnevale, lo si voglia o no, è figlio (per quanto prodigo) del Cristianesimo, o meglio, non esisterebbe, senza il contrappeso della Quaresima. Nel Medioevo si definiscono i suoi caratteri fondamentali, sempre mante- nendo inglobate numerose caratteristiche delle precedenti feste pagane. In tal modo, il Carnevale enfatizza il periodo in cui i valori pagani della vita vengono in contrasto con l esaltazione dei valori cristiani propri del successivo tempo di contrizione. Tuttavia la sua vera derivazione non è stata ancora chiarita. Fin dal Rinascimento è diffusa la convinzione che il Carnevale discenda direttamente dai Saturnali. Il lessicografo catalano Sébastian de Covarrubias afferma che molto di quanto caratterizza il Carnevale rivela numerose tracce degli antichi Saturnali, durante i quali ci si riuniva scambiandosi doni e ci si mascherava e travestiva: i nobili assumendo le misere vesti dello schiavo e gli schiavi, liberi per alcuni giorni, non riconoscevano l autorità del padrone. Il nome stesso crea non pochi dubbi etimologici. La radice fa immediatamente pensare a un qualche tabù connesso alla carne, al suo consumo e abuso, o forse al piacere carnale che questo periodo di sollazzi e abbondanza può comportare. L immagine ci riporta alla mente il carnevale di Rio. E anche Lord Byron, entusiasta sostenitore del Carnevale veneziano, scenario impareggiabile per avventure e licenze amorose, in una lettera del 2 gennaio 1817 (riportata da Thomas Moore, The life of Lord Byron...), così scrive: This feast is named the Carneval, which being interpreted, implies farewell to flesh. Personalmente sono più incline ad avvalorare le ipotesi di insigni linguisti come Körting, J. Burckhardt, F. Dìez che ne ritrovavano le origini nei currus navali*. In epoca imperiale, ogni 5 marzo, in occasione della festa di Iside si teneva una processione in cui intervenivano maschere e durante la quale sfilava un imbarcazione, Isidis Navigium. In alcune pitture murarie romane, l imbarcazione appare trasportata da un carro, il currus navalis appunto. Probabilmente la festa ebbe molteplici significati. Apuleio, nell undicesimo libro delle Metamorfosi, ci ha lasciato una puntuale descrizione del corteo che accompagnava l Isidis Navigium a Kenchrees, colonia di Corinto. Comunque siano andate le cose, il Carnevale, con carri, balli, mascherate e dolciumi, resiste. Resiste anche in un epoca laicizzata TRADIZIONI Per imparare a guidare bene... come la nostra, nella quale l ansia di razionalizzazione ha invaso ambiti che superano quello meravigliosamente religioso. Quegli arcani riti e quelle credenze sono pervenuti fino a noi, alcuni convertiti in simboli, altri degradati a rituali ludici. La loro originaria radice pagana si è molto attenuata ed essi si presentano ormai destituiti di qualsiasi valore antropologicamente significativo. Un equivoco va comunque confutato: che cioè le persistenze folkloristico-religiose siano unicamente ed esclusivamente attribuibili ad un ostinata volontà di conservazione popolare. Le stesse autorità civili ed ecclesiastiche, nonostante limitazioni e restrizioni, ne permisero anno dopo anno, secolo dopo secolo, la perpetuazione. Solo in epoche di conflitti all interno del mondo cristiano, tale atteggiamento permissivo conobbe una drastica trasformazione censoria. Luisa Chiap *L idea dei carri rimanda alla celebre opera, satira allegorica didascalica, La Nave dei Folli (Das Narrenschiff) di Sebastian Brandt, stampata nel 1484 e accompagnata delle preziose xilografie di Albrecht Dürer.... dal 1965 CONSEGUIMENTO PATENTI AM, B, C, D, E e CORSI CQC RINNOVO PATENTI VISITE MEDICHE IN SEDE TESSERE BENZINA AGEVOLATA NOVITÀ TUTTE LE PRATICHE AUTO CORSI PER CONDUZIONE MACCHINE AGRICOLE 17

18 FEBBRAIO 2017 Questo 2017 inizia con un probabile grande cambiamento dell assetto politico mondiale, un asse Trump, Putin, May, potrebbe dettare la futura linea politica del pianeta. Ma solo pochi mesi fa chi avrebbe mai pensato che Trump prevalesse sulla democratica Hillary Clinton? Eppure è successo, Trump ha vinto le elezioni in USA e dal 20 gennaio si è insediato alla Casa Bianca e ha immediatamente la sua politica aggressiva, quanto poco ponderata. Annuncia una nuova era, con esiti opposti alla politica lassista e buonista che conosciamo soprattutto qui da noi. Ma chi avrà mai ragione tra questi due modi avversi, più che diversi, di vedere il nostro futuro? Il nostro governo, il Papa, l ex ministro dell interno hanno favorito l accoglienza creando dei ponti ai migranti, Trump firma invece un contratto per la costruzione di un muro invalicabile lungo tutto il confine del Messico per circa km, onde impedire l ingresso a migranti irregolari messicani, guatemaltechi, honduregni, salvadoregni, nicaraguensi. Non diversamente, Teresa May chiude le porte all Europa, all immigrazione incontrollata, alla libera circolazione delle persone. Sono due politiche totalmente opposte e pertanto una delle due deve essere erronea, ma quale sarà mai? Vediamo di fare alcune considerazioni iniziando da un analisi interna ai nostri confini. È ovvio che Papa Francesco, considerato il suo ruolo, predichi la carità, favorevole ad accogliere incondizionatamente chiunque bussi alla nostra porta. Meno ovvio tuttavia è che lo stesso concetto del Papa venga adottato dai nostri politici che dovrebbero invece ragionare in maniera più razionale e sapendo che in Italia il 40% dei giovani è senza lavoro, è totalmente irresponsabile riempire l Italia di persone a cui non possiamo garantire un lavoro, quindi né dignità Attacchiamoci al Trump né futuro, con tutte le gravi conseguenze sociali derivanti da tali condizioni. D altronde l Europa, a cui chiediamo ripetutamente un equa ripartizione dei profughi, più volte ci ha chiesto di emanare delle leggi per limitare l immigrazione piuttosto che farne un business per attingere ai fondi europei, ottenendo sempre un nulla di fatto da parte dell Italia e pertanto ora si accinge a fronteggiare questo fenomeno creando sul Mediterraneo una barriera navale che impedisca la partenza dei barconi dalle coste libiche, proprio l opposto di quello che l Italia sin ora ha fatto con l illustre ministro degli Esteri. Ci viene pertanto naturale una riflessione. La politica protezionistica di Trump avrà convinto i suoi elettori che avvertono la globalizzazione come minaccia ai loro diritti acquisiti, al loro welfare? La sua politica avverte la mondialisation come causa di dislocamento della produzione delle grandi aziende in paesi poveri. La politica di Trump avverte che l accoglienza attira uno tsunami di lavoratori, provenienti della gran maggioranza dei paesi poveri di questo pianeta, che per effetto del principio dei vasi comunicanti abbasseranno drasticamente il costo del lavoro azzerando di conseguenza tutti i privilegi e i diritti acquisiti dai lavoratori e dalla classe media dei paesi ricchi quali gli USA e l Europa. Invece, i nostri lassisti politici predicano l accoglienza incondizionata considerandola come un opportunità di crescita economica e culturale, invece della politica dei muri professano quella dei ponti impegnando a questo scopo persino la marina militare. Forse anche da noi tanti nutrono gli stessi timori degli elettori di Trump, ma il governo attuale - che non rappresenta la volontà del popolo - adotta una politica totalmente inversa a quella del presidente degli USA. SCELTE Ci vien pertanto da chiederci: Trump razionale, obiettivo, difensore dei diritti e dei lavoratori oppure mitomane fascista razzista? I nostri presidenti (già perché noi ne abbiamo tanti quanti erano gli dei pagani!), sostenitori del multiculturalismo, evoluti moderni dalle idee aperte e democratiche che si preoccupano della povera gente del terzo mondo; oppure in malafede avendo altri lucrosi obiettivi politici. Di certo un pregio è stato universalmente riconosciuto a Trump: un uomo che mantiene le promesse! Ovviamente, se questa affermazione venisse solo da noi italiani, risulterebbe del tutto trascurabile, ma tutto il mondo ha compreso che Trump FA. Giusto o sbagliato, ciò che annuncia poi esegue con fermezza e soprattutto rapidità. Quest ultima caratteristica infatti lo rende vincitore a prescindere, poiché l universo vuole rapidità. Le idee non devono rimanere solo sogni o progetti ma trovare realizzazione, ripeto, giusto o sbagliato che sia. Nell ordine matematico delle cose, degli accadimenti, non c è infatti spazio per l etica: esiste solo ciò che si fa e ciò che non si fa. E se si sta lì ad aspettare qualcosa nascerà e accadrà indipendentemente da noi e potrebbe essere nostro malgrado. In natura infatti la stasi è sempre negativa, il movimento invece è sempre vita, cambiamento. Saremo capaci di usare discernimento, di lasciarci condurre dal carro infuocato di un imbizzarrito Trump solo laddove ci serve? Solo laddove nessun altro oserebbe addentrarsi? Perché, bisogna ammetterlo, qui, ora, c è un inferno da attraversare e, come Orfeo, non possiamo voltarci indietro. Trump è già partito per l epica impresa. Saremo capaci di saltare al momento giusto, nel posto giusto e senza farci troppo male? Lucien Zinutti BAR DA TETO Info Viale Venezia, 22 CODROIPO 18 Venerdi' 24 Febbraio - KARAOKE MASCHERATO Mercoledì delle Ceneri - 1 Marzo SERATA MUSICA COUNTRY E MAXI FRITTATA Sabato e Domenica APERTURA ORE 6.30 al mattino

19 BERTIOLO L'U.T.E. ha 20 Anni e ben portati Il 25 gennaio ha siglato i quattro lustri della prima sezione satellite dell Università della Terza età del Codroipese. Nata dal coraggio di un idea di un piccolo gruppo persone, ha visto avvicendarsi 120 insegnanti e 600 allievi, di cui 132 nell attuale anno accademico. Un grande evento, quindi, per Bertiolo e per colei che ne è sempre stata l anima: Rosa Fiume. In un auditorium gremito, l apertura della serata di festa, è stata affidata al Coro UTE di Rivignano diretto dal M Zanetti. Ha interpretato Signore delle cime, Friul di Ciso Fior Oh! Friuli benedetto dal Signore e un canto dedicato a un vecchio lavoro della Val di Resia Il cjalcjumit di Giovanni B. Candotti. L è ca chel puar om... cjalait ce robe... e Gaudeamus igitur, armonizzato e diretto dal M Zanetti ovvero l inno che si canta ai laureati. Presenti gli ex sindaci di Bertiolo, Luigi Lant, Mario Battistutta, e l'attuale, Eleonora Viscardis, il presidente dell UTE del codroipese, dr. Lionello Baruzzini, il consigliere regionale Vittorino Boem, i coordinatori delle sezioni di Rivignano-Teor, Marcello Pestrin e di Lestizza, prof. Adele Russo Perez. Ciascuno di essi ha elogiato le valenze culturali e sociali della sezione, la cui testimonianza sta nelle parole dell attestato donato dal Comune. Plauso con pergamena a tre persone che da vent anni sono iscritte all UTE e prestano il loro servizio volontario: l insegnante del corso di maglia e uncinetto, Malisan Santina, la delegata di sezione Cordovado Loretta e Rosa Fiume, Coordinatrice di sezione che, dal 28 gennaio, ha passato il testimone alla dott.ssa Bacinello Valentina. E stato ricordato più volte il prof. Zanini Roberto, mentore per anni delle sezioni staccate e Presidente, fino a due anni fa dell associazione codroipese. Il consigliere regionale Boem ha dichiarato, tra l altro, che l UTE ha prodotto crescita nelle comunità, dimostrando che si può stare insieme anche se si appartiene a campanili diversi. Il momento chiave è stato quello apprezzatissimo di Letizia Espanoli, ambasciatrice di yoga della risata nel mondo, autrice di numerose pubblicazioni, che ha trattato il tema Invecchiamento e Felicità. Il benessere e la salute non sono sempre fortuna ha esordito la neuroscienza dice che cervello è fatto per migliorare con l uso. Più lo usi più lui migliora. Tutti i giorni nascono nuovi neuroni e non è vero che muoiono e basta. Crescono ma, se quando sono Associazione La Pannocchia Ogni inizio d anno, a La Pannocchia si pianificano i progetti e le attività da farsi nel proseguo dei mesi tra ragazzi ed operatori. Alcuni di questi progetti vengono presentati anche in Regione FVG con la richiesta di contributo e sono approvati. I progetti che sviluppano attività artistiche hanno anche il risultato di abbellire la struttura, e gli angoli più spogli e anonimi con dipinti a colori vivaci. In passato si sono realizzati vari murales, un paio sul muro di cinta verso l esterno, un altro sul muro ad est nel giardino interno. In quest ultimo sono stati inseriti particolari in ceramica come ulteriore passo avanti nelle tecniche decorative. Il giardino segreto si è così arricchito di prati verdi e arbusti di forsitie piccoli non li usiamo, li perdiamo. Ci vuole, quindi, l impegno a usarlo. La neurocardiologia attesta che l intelligenza del cuore genera 40mila cellule atte a dialogare con la mente. Ha citato Seliman, lo scopritore degli effetti dell ottimismo e del pessimismo. L ottimista vede il bicchiere sempre pieno, ottiene più risultati, si ammala di meno e guarisce prima. La psiconeuroendocrinoimmunologia sostiene che ogni nostro pensiero attiva sostanze chimiche all interno del nostro corpo. Se si sta più di 5 minuti arrabbiati il sistema immunitario precipita per le sei ore successive. Dobbiamo allenarci ai pensieri positivi. Se ospitiamo pensieri felici si creano le sostanze della salute, serotonina, ossitocina, le endorfine negli abbracci, almeno otto al giorno. Abilità da allenare. Come il non cedere a ciò che non va. O dare tutto per scontato. La Espanoli ha generosamente suggerito ricette antiage per l anima. La curiosità, ad esempio, uno dei più potenti strumenti antinvecchiamento. Fare cose nuove ogni giorno. Apprendere qualcosa di nuovo. Così si crea la dopamina che tiene attivi. Mai dire non si può fare. Il L aghetto con farfalle, coccinelle, libellule, api e lumachine di ceramica, preparate dai nostri artisti e cotti nel forno per ceramica. I fiori fantastici e non, gli alberi fantasmagorici da arcobaleno a palloncini variamente colorati con dettagli in ceramica hanno risvegliato l attenzione dei ragazzi con lampi di colore come squilli di tromba. La parete bianca, anonima, senza interesse si è trasformata in uno spazio allegro e vistosamente decorato. L estate con enormi fiori colorati sfuma nell autunno con foglie staccate che volteggiano nell aria e l inverno con fiocchi di neve, alberi spogli e bucaneve riprende la fine del freddo e l inizio della bella stagione: un cespo di elleboro con fiori rosati e foglie verde scuro in ceramica chiude il cerchio delle stagioni. Visto che tutti si aspettavano la continuazione di questo murale, la Non smettere di giocare perché si è anziani, ma si invecchia perché si smette di giocare. Non fare parole crociate pensando di prevenire il deterioramento del cervello bensì regalandosi una vita ricca di stimoli. A vedere cose belle dentro e fuori di noi. La qualità del cervello diventa la qualità della vita. Bisogna svelare il bello dentro di noi, dire di più uauh, che meravigliosa persona sono. Gli antiage più efficaci sono: la gratitudine, almeno cinque minuti al giorno di grazie con il cuore non detto meccanicamente ma rimettendo in moto il cuore; l umorismo che fa bene, la risata è a costo zero e provoca la serotonina, l ormone del buonumore; il perdono, che abbassa la pressione, migliora il sonno. Mai dare nulla per scontato nulla né pensare che tutto sia dovuto. Quando un anziano lascia che il bambino sia il suo insegnante non invecchia. Invecchiamento e felicità è, quindi, un binomio possibile a patto che si inizi a dare valore all essere e non al fare, diventando esploratore di bellezza, imparando a essere fantastici. Partire dal corpo vuol dire consentire alla mente di essere un bellissimo campo di opportunità. Si impara a invecchiare da giovani. Pierina Gallina SOCIALE volontaria Michela ha schizzato un progetto in tecniche miste denominato Il Laghetto. A copertura di uno spazio un po più esiguo del precedente, composto da tre finestre che richiamano l idea di una serie di acquari con pesci fantastici, e 4 spazi murari che si decoreranno con tife, fiori di palude e animaletti come al laghetto delle Grovis, si dipingerà un altro murale. Michela ha già sottoposto all approvazione il progetto e ha suggerito come realizzare effetti cromatici speciali utilizzando foglie di salvia come pennelli per sfumature sul dorso dei pesci, rullando foglie vere sulla ceramica per riportare le venature reali, inserendo smalti vetrosi per illuminare gli occhi degli animali o le bolle d aria nell acqua. Naturalmente in corso d opera si vedrà se si debbano apportare modifiche o se il lavoro è azzeccato. I nostri utenti saranno impegnati in piccoli gruppi nella pittura e altri nella preparazione di dettagli in ceramica, all interno della struttura. Bertossi Lisetta 19

20 FEBBRAIO 2017 Foto Piero Favero TRADIZIONI La Vecchia di M ezzaquaresima più spesso benefico, sterile eppure apportatore di benessere, partecipe delle forze ctonie e demoniache del fuoco e, nello stesso tempo, annunziatore della buona stagione che sta per tornare. Insomma la vecchia è il freddo, la carestia, la sterilità, la morte. La si uccide con un rituale di uccisione della morte che diventa, di conseguenza, garanzia di rinascita; infatti, la consumazione del legno attraverso il fuoco è un rito di rigenerazione della vegetazione e, dunque, di rinnovamento dell anno. Barbara Bacchetti Foto Piero Favero 20 Nel calendario generale della tradizione, i riti propiziatori non si esauriscono con la giornata del martedì grasso; infatti, al ciclo di Carnevale appartiene anche la mezzaquaresima. A Udine (e a Pordenone ancora oggi), fino alla metà del secolo scorso, i rigori quaresimali erano interrotti da un altra giornata carnevalesca, proprio a metà Quaresima. Fin dalla mattina, in Mercatovecchio, faceva bella mostra di sé un gran fantoccio, vestito da vecchia. Alla sera gli udinesi si riunivano per assistere al suo rogo, che avveniva tra le grida e gli insulti dei ragazzi. Dopo il 1848 la manifestazione non fu più ripetuta, ma per qualche anno ancora, nelle vie appartate, ragazzi del popolo davano fuoco a piccoli fantocci, tanto che la nonna di Gaetano Perusini ricordava di averne visto bruciare uno, nel 1860, con appesi ai lati della testa, a guisa di orecchini, due sardelloni, nella piazza del Fisco (oggi XX settembre), un tempo semi-abbandonata. L uso di bruciare la vecchia era generale in Friuli fino al 1848 e, come ricorda l Ostermann, si faceva in ogni paese. Ora tale consuetudine è definitivamente scomparsa in gran parte della regione; ad Arta si è continuato a bruciare un fantoccio, appeso ad una corda, tesa tra due case della piazza, fino al In altri paesi della Carnia non vi sono tracce, a memoria d uomo; le uniche risposte positive provengono dai paesi di Ravascletto, di Rivalpo e di Osais, per quanto concerne il periodo di metà Quaresima. E stato segnalato l abbruciamento del fantoccio, oltre che per il Friuli, per il Veneto (Belluno, Verona), il Trentino, la Lombardia, per parte della Germania meridionale, dell Austria e della Francia meridionale; in molti paesi dell Europa nord-orientale (parte dell Austria, Germania centrale ed orientale, Boemia, Moravia, Slesia e Polonia) il fantoccio viene gettato in un corso d acqua, mentre in parte dell Italia settentrionale, dell Italia centrale e meridionale (è attestato dall Emilia e dal Piemonte alla Sicilia) della Spagna, del Portogallo, della Francia e dei Balcani, viene segato. Sia il detto sega la vecchia che il rogo della vecchia hanno qualcosa in comune. In entrambi i casi siamo di fronte ad una cratofania vegetale; tanto nel pupazzo che brucia, quanto nel personaggio che viene segato in due, vive quasi una doppia natura o meglio una natura metamorfica. La vecchia è anche albero e come tale è legittimo bruciarla o tagliarla in due con la sega, a patto che si tratti di un albero secco che non dà frutti; albero senza frutti significa anche persona cattiva, strega ed il fuoco rappresenta la pena tanto terrena quanto eterna, il castigo infernale. La vecchia viene processata e bruciata; il fuoco che brucia il legno secco ed ormai sterile e con le sue ceneri feconda, è simbolo di ritorno alla fertilità. Il fatto che queste manifestazioni si celebrino a mezza Quaresima, può essere spiegato come un rito di rottura del lungo periodo di digiuno; anche il gesto di segare la vecchia in due parti uguali sottintende la consapevolezza di essere giunti a metà del periodo di astinenza e di rigore. Il fantoccio sembra contenere un allusione sacrificale e propiziatoria affine a quella che si trova nell uccisione del Carnevale; rimane comunque un personaggio ambiguo, teso tra le forze della vita e quelle della morte, in qualche caso spaventoso, ma NUOVA GESTIONE Erik Piva Via Ponte Sul Madrisio, 4 VARMO (Ud) Tel LAVAGGIO AUTO MANUALE Manutenzione ordinaria Auto Moto pivaerik@gmail.com

21 Carnevâl No si viodeve la ore che al rivassi chest moment. Si scomensave a preparalu za dal moment cal finive (cul miarcui de cinise). Pa lis fameis al jere il timp de bondanse, cussì a si sperave. Si mangjave dut cuinçât plui dal solit e si scomenzave in grant le ultime setemane cun la joibe grasse. In che sere la cjase e jere dês feminis che a fasevin i crostui o lis fritulis e i mascjos a lavin in ostarie. Parfin i umins a vevin, dome par che zornade, a lasavin la clâf dal camarin in môt ca podevin cjoli ce ca volevin senze domandai al paron di cjase, come ta chês altris zornadis de anade. Daspô fat i dolz e podevin bevi vin e magari qualchidune a si incjocave, a fasevin baldorie dute la gnot e i mascjos quant ca tornavin a cjase de ostarie a scugnivin puartalis in tal jet parseche lôr no rivavin a lâ. I fruts e grancji a pensavin ce môt mascherasi. Prime di dut a no vevin di fasi cognosi e po no jere une mascare ben precise, cui si sporcjave la muse di frusign, il mascjo ca si viestive di femine o femine ca meteve i viestîs di omp. A jerin chei che cjatavin ogni gjenar di pezots o imprescji par podê fa ridi o fa pôre, po a partivin atôr pa lis cjasis o la sere in te stalis in do che jere la famee in file. A contavin alc e come ringrasiament de visite i vignive dât cuatri crostui o ûfs. Prime, perô, IN FRIULANO e volevin savê cui cal jere davour a chest viestiment senze vê rispueste e restant cu la curiositât, ancje se lis discussions, in file, a no finivin adore par viodi cui cal induvinave la persone in mascare (si saveve dome dopo tant timp). A Romans a fasevin il cjar, tirât dai cjavai, cun frascjs e edare, la bande che vevin tal paîs sunave daûr e a ziravin par i paîs dongje fermantsi a balâ cu la int dal puest. Cussì ancje chei ca fasevin il cjar dai paîs dongje, come chei di Roncjs, a pasavin e si balave cul sun de fisarmoniche. A carnevâl ogni scerz al vâl. Paolo Bortolussi Qualchi urute in compagnie La clape Fasinsi compagnie e dediche cualchi orute insieme ai ospits de cjase de polse Daniele Moro di Codroip. Ducji chei ca lein chest piçul articulut e che an voe di vignì cun il cuntribût di une piçule leture o cjantade e ancje sunade, si cjatin: Miarcui 22 fevrâr a lis 10:00 de matine e il teme Carnevâl Miarcui 5 avrîl a lis 10:00 de matine cul teme Pasche Miarcui 3 mai a lis 10:00 de matine cul teme La primevere. Se voleis ancje vualtris us spietin in chestis zornadis. Il dut al è volontariât. Fieste des Feminis Son ormai tredis agns che il cumun di Vildivar e la pro loco Lis aghis di Romans a organizin la fieste dês feminis. Vinars 10 di marz a lis 8:30 di sere in te sale dal Consei Comunâl e vignarâ recuardade la femine e come ogni an o vin sielt il mistîr Lis sartoris. Sabrina Michelin a ten su la serade cun intervistis a sartoris cun cualchi an in plui e ancje zovinis che amin il mistîr, e videos. Dutis lis feminis a son invidadis a vignì ancje cui omps e disi la lôr. La mestre Cristina Pilutti e dirizarâ il coro feminin Notis tra lis calis. Il cumun di Vidivar e pro loco lis aghis, vinars 31 di marz a ricuardin, come ogni an, la fondasion de Patrie dal Friûl 3 avrîl Franco Gover al ciacararâ di Elio Bartolini, il coro Aghe frescje, diret dal Dr. Guerrina Virgili, al cjantarâ cjantadis tradizionâls e la Pro loco a recitarà, par finì in ligrie, une farsute. Il dut mitû dongje di Pauli Burtulùs. BARZELLETTE IN FRIULANO R omeo Patatti Il Pust di Cergneu La notte della vigilia del Epifania, mentre nella vicina conca tarcentina si svolgeva il fiammeggiante palio dei pignarulars, a Nimis veniva liberato il Pust. Il Pust, il Carnevale nel dialetto sloveno, altro non è che uno dei tanti spiritelli o comunque feste pre-cristiane legate alla fine della stagione invernale e la cui ragion d essere deve riscontrarsi nel tentativo di esorcizzare, uccidere quasi, il freddo inverno in favore dell attesissima primavera, piena di gioia ed allegria. Il Pust è una figura tradizionale del carnevale friulano che, vestito di pantaloni e giacca di fustagno, camicia, foulard e un cappello di vimini o di foglie di pan- nocchia, viene trascinato in catene per le vie del paese sino al pignarul, davanti al quale viene liberato. Il tutto dopo la benedizione dell'acqua e del fuoco. La rievocazione storica, organizzata dall associazione culturale Cernedum (con sede a Cergneu), come ogni anno ha visto alcune persone (in abiti d epoca) recarsi alla grotta (Cantun) e liberare il Pust dalle catene, iniziando un assordante corteo, accompagnato da torce infuocate, fino al Palavin (falò), che lo stesso Pust una volta liberato dà alle fiamme. Così ha inizio il Carnevale. Tuttavia, quest anno, a causa del forte vento, l accensione del Palavin è stata rimandata. Ciononostante, la tradizionale fiaccolata verso la grotta del Cantun, da dove il Pust è stato liberato, dopo che i molailu -le richieste, quasi urlate, della gente- per convincere il Carnevale a lasciare la sua grotta hanno funzionato. È seguita una sfilata all insegna della comicità per via dell imbizzarrito Pust che non voleva saperne di seguire un tranquillo percorso. Si goda questi pochi giorni di libertà il discolo Pust, perché, finito il Carnevale, ritornerà ad essere rinchiuso nel suo Cantun fino all anno successivo. Quella del Pust è un altra di quelle feste prettamente pagane, come i Krampus ed i Pignaruls che, la nostra terra friulana, ha saputo perfettamente intrecciare alla millenaria religione cattolica cristiana, permettendoci così di continuare a godere tutt oggi di queste splendide tradizioni. Riccardo Prisciano 21

22 Direttore Sanitario dottor Luigi Sant; Aut. San. prot. N /D.S.2 del 02/05/2013

23 Associazione Nazionale Arma di Cavalleria Sezione Lancieri di Novara di Latisana ARMA DI CAVALLERIA: UNO STILE DI VITA. Oltre tre secoli di storia, di gloria e di fedeltà ai più alti valori. Lo scoppio del primo conflitto mondiale vede una prima, incerta avanzata oltre confine da parte della cavalleria. Ma la guerra di posizione che nel giro di breve tempo si determina per opera delle difese austriache e, soprattutto, del micidiale trinomio trincea - reticolato - mitragliatrice, riduce enormemente le possibilità operative del cavallo. Ma l arma non può e non vuole rimanere inoperosa. Per tale motivo si rende necessario il durissimo sacrificio, anche psicologico, dell appiedamento e la rinuncia al primo, fedelissimo, compagno di combattimento: il cavallo. Varie unità (divisioni, brigate e reggimenti) vengono così impiegate nelle trincee, insieme o in sostituzione della provata fanteria, dopo aver ricevuto un breve periodo di addestramento specifico. Su tremila ufficiali di cavalleria 800, e su soldati di cavalleria transitarono in altre armi e specialità scendendo come suol dirsi da cavallo. Questa è un espressione ironica e curiosa che vuole avere il significato riduttivo di abbassare il tono, calare le arie o le borie. Ebbene la cavalleria è più volte discesa da cavallo, quando glielo ha impo- sto il destino, per combattere a piedi o su altri mezzi. Efficacissima si dimostra poi la funzione svolta nella giovane aeronautica, grazie ai piloti estremamente validi, tra cui primeggia la figura di Francesco Baracca, il cavaliere alato, che abbatte ben 34 velivoli avversari. Senza dimenticare Folco Ruffo di Calabria, Gabriele D Annunzio, Camillo De Carlo, pure essi medaglia d oro. Vengono costituite, con quadri e truppe di cavalleria, oltre trenta compagnie mitraglieri e numerose unità bombardieri. Anche appiedati i cavalieri hanno modo di segnalarsi in vari episodi ed in varie zone: non si può dimenticare la conquista di q. 144 del carso da STORICHE LaC avalleria nella Prima Guerra Mondiale (I parte) parte di Genova Cavalleria (4 ), o le strenue lotte di Nizza Cavalleria (1 ), Lancieri di Vercelli (26 ), Cavalleggeri Guide (19 ) e Cavalleggeri di Treviso (28 ) nella zona di Monfalcone. Ma anche in questa circostanza la guida spirituale rimane invariata, come significativamente sottolinea uno dei più incisivi motti: Soit à pied soit à cheval, mon honneur est sans ègal. Laddove se ne presenti la possibilità e la convenienza operativa, la cavalleria torna al suo naturale impiego ed infatti, nell agosto del 1916, sale nuovamente in sella per liberare Gorizia ed inseguire il nemico in rotta. (Segue nel prossimo numero) 23

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