MONTEFIASCONE. Facciata e interno di San Flaviano

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1 MONTEFIASCONE Il viaggiatore che da Orvieto o da Viterbo segua sulla via Cassia il percorso dei pellegrini lungo l antica via Francigena passa davanti a San Flaviano, una singolare chiesa romanica a due piani, dove a quello inferiore manca nella volta una campata dalla quale possono affacciarsi i fedeli del piano superiore, a guardare di sotto. Facciata e interno di San Flaviano Dalla facciata della chiesa superiore riconoscerà subito, salendo lungo una strada dritta verso la porta settecentesca della città, una nitida sequenza di temi collettivi: davanti alla porta una piazza nazionale di incerta fattura ma resa tale dal monumento ai caduti nel giardino pubblico e da una bella scuola déco, poi, oltrepassata la porta, la strada principale (che sembra riecheggiare seppure non così perfettamente diritta la Strada Farnese tracciata nella vicina Viterbo nella seconda metà del Cinquecento, al tempo in cui anche Montefiascone era governata da un cardinale Farnese), rallegrata dalle dignitose case della borghesia ottocentesca e dalla chiesa del Divino Amore, su su fino alla piazza principale, con il municipio di fronte, alla destra di un grande arcone, con il caffè déco in un fabbricato degli anni Trenta, con la fontana che celebra nel 1898 il nuovo acquedotto del Cimino, l edicola dei giornali, il vecchio albergo ristorante Dante lì presso. La porta di borgo e la strada principale 1

2 Vedute della strada principale verso la piazza principale e dalla piazza principale verso la porta La piazza principale A destra, in basso, una breve strada mostra un altra porta oltre la quale la veduta della maestosa cupola del duomo è ringiovanita dalla recente torre dell ascensore che risale dal moderno parcheggio mentre un altra strada, più lunga e quasi parallela alla strada principale il Borgonicchio ridiscende davanti a un grande palazzo al monastero benedettino di San Pietro, poi alla porta di Santa Lucia e al piccolo santuario della Madonna dell Arco questa è una città di archi e di porte, ne abbiamo già incontrate quattro e un altra la incontreremo in seguito oltre la quale un tempo stava il prato della fiera. La porta verso il duomo e la nuova torre dell ascensore, il mercatale con porta Santa Lucia Ma qui la sequenza diventa meno ovvia, perché dalla piazza principale l arcone ci suggerisce che, finora, eravamo nella città moderna e questo nuovo arco era poi la porta della città medievale, la cui piazza principale con a sinistra i tre archi della facciata dell antico palazzo municipale, con la chiesa di Sant Andrea, con la seconda fontana pubblica (la prima, fino al 1368, era in basso, al mercatale) contrappunta nella sequenza la piazza moderna e quella contemporanea. 2

3 La prima piazza principale Se saliamo oltre entriamo nell ambito della Rocca, con la sua chiesetta di Santa Maria in Castello: ma a dire il vero un castello con l aria discreta piuttosto di un grande palazzo che di una fortezza: ché infatti, quasi da sempre dominio dei pontefici e governata da cardinali, Montefiascone era una rifugio o una loro residenza e non un vero presidio militare. La Rocca e l immagine di Montefiascone nell atlante secentesco di Munster L ambito della Rocca era frutto di decisioni estranee alle competenze della civitas ma dopo il 1870 la civitas lo ha ricondotto alla propria sfera estetica, facendo del suo giardino un giardino pubblico, affacciato da un lato sul panorama del lago di Bolsena e dall altro sulla cupola del duomo, e destinando la Rocca medesima a un piccolo museo d architettura e all enoteca provinciale. 3

4 La sequenza cittadina, in realtà, non risale infatti la collina ma prosegue dalla piazza principale medievale nella strada monumentale cinquecentesca, Santa Lucia dei Filippini, dove vediamo i pochi palazzi nobili della città e quello del Monte di Pietà fino alla piazza dove si fronteggiano la cattedrale e l episcopio, per proseguire ancora davanti al seminario e alla chiesa di San Bartolomeo fino a una seconda porta settecentesca, che contrappunta quella su piazza Roma, e che sottolinea, rallegrata da un belvedere, la cerchia dei boulevard: tracciata sulle mura tutt intorno alla città consente il contrappunto del convento agostiniano a nord e di quello francescano (oggi incorporato nell ospedale) a sud. La strada monumentale Il Seminario e la porta della Borgheriglia Il boulevard attuale e la veduta dal belvedere 4

5 Pianta tematizzata Questa percezione così semplice della città ignora qualche evidente incongruenza: perché in realtà da un lato non solo l originario palazzo comunale di epoca medievale è oltremodo modesto ma mancano anche gli edifici pubblici consueti nelle altre città, e dall altro i pochi palazzi patrizi in via Santa Lucia non sono gran che più grandiosi delle case correnti, la cui qualità architettonica è infatti dovunque molto elevata, una decorazione fitta fatta di portali e di cornici accuratamente lavorati che non ha l eguale in altre città, anche più grandi. La cosa è curiosa perché il primo palazzo municipale italiano venne fatto costruire da un pontefice per un dispetto a Federico Barbarossa progettato infatti da un architetto della Lega lombarda nel Comune di Anagni, e avremmo dovuto attenderci che anche Montefiascone, la cui Comunità era stata riconosciuta proprio da Federico (seppure un funzione filoimperiale e antipapale), dovesse ricevere il medesimo riconoscimento, tanto più che non soltanto era stata dal 5

6 Quattrocento in poi nella sfera del dominio della Chiesa ma anche che i papi vi avevano ripetutamente soggiornato e ne avevano apprezzato la fedeltà. Il palazzo comunale di Anagni Ma forse una spiegazione sta proprio in questo. A suo tempo, nel 1377, il pontefice aveva riconosciuto la lealtà di Montefiascone assegnando alla Comunità vastissimi territori, che la Comunità gestiva in proprio ricavandone un reddito diffuso, manifesto nelle ricche facciate di tutte le case caso analogo a quello di Caltagirone, in Sicilia, investita di feudi da re Ruggero. Da un lato, dunque, il dominio della Chiesa impedisce che Montefiascone diventi il feudo di qualche signoria - sicché vi mancherà sempre una corte e con la corte quella competizione tra le famiglie patrizie che si esprime nella ricchezza dei loro palazzi - mentre dall altro il saldo sentimento della comunanza degli interessi sembrerà sufficiente a garantire la coesione della Comunità anche senza riconoscimento simbolico di un vistoso palazzo comunale - che di fatto esprime un confronto con l Imperatore o con altri signori o con altre città qui del tutto assente - un popolo pacifico e ricco nel territorio pontificio, coesione che a sua volta tende a scoraggiare la competizione edilizia tra le famiglie eminenti e che si opporrà al progetto di papa Alessandro Farnese di farne la capitale di un suo ducato. E se è vero che la singolare chiesa di San Flaviano e il grandioso duomo ottagonale progettato nel Settecento da Carlo Fontana forse ricordando quella bramantesca di Todi ricordano l impronta del dominio pontificio la modesta consistenza dei temi specifici del Comune non ha forse a che vedere con la modestia della civitas quanto al contrario con la forte coesione di una cittadinanza la cui espressione simbolica sta soprattutto nelle facciate di tutte le sue case. 6

7 L evidente ricchezza dei portali e delle finestre anche nelle case più modeste Veduta riassuntiva A questo ritratto la cui prima versione è stata pubblicata nel volume Piccole città, borghi e villaggi edito dal Touring Club Italiano nel 2007 ha collaborato Ludovico Milesi. 7