PROGETTO SOSTEGNO DONNA

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1 Servizio Sanitario Regionale AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA Ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione ( D.P.C.M. 8 aprile 1993) DIREZIONE SANITARIA - Direttore Sanitario: dott.ssa Lucia Pelusi PROGETTO SOSTEGNO DONNA Standard 5: continuità e cooperazione L. Dudine, Pelusi L. C. Zappetti AOUTs Ospedali Riuniti di Trieste

2 SCENARIO IN ITALIA LA VIOLENZA DI GENERE L OMS (2002) considera la violenza di genere come una priorità per la sanità pubblica e una violazione dei diritti umani: un problema troppo spesso ignorato o sottostimato, anche perché una delle forme più comuni di violenza è quella domestica. L ISTAT riporta che in Italia, nel 2006, quasi sette milioni di donne tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita da parte di uomini; sono, infatti, 6 milioni e 743 mila (il 31,9 per cento) le donne vittime di tali violenze nel corso della propria vita; il dato è pari ad 1/3 delle donne che vivono in Italia. Il sommerso è elevatissimo ed è consistente anche la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite ( anche se vittima la donna si sente in colpa e ha difficoltà a riconoscere la violenza subita come reato )

3 SCENARIO IN AOUTS in una provincia con unità di cui (il 52,9%) sono donne In un anno 261 donne si rivolgono al Pronto Soccorso ( tot. 329 accessi )

4 SCENARIO IN AOUTS Personale formato sul tema delle violenze in particolare nei PS Procedura attiva in PS e di raccordo con Centro Antiviolenza GOAP Collaborazione fattiva della Direzione Sanitaria con i PS e del PS con il 118 Fenomeno monitorato con rilevazione degli accessi in PS delle donne vittime di violenza

5 SCENARIO IN AOUTS Nel avvio di un progetto dedicato Sperimentazione di un nuovo servizio operativo all interno del Pronto Soccorso ( 2 sedi ), in sinergia con la rete territoriale. Progetto SOStegno Donna Contributo WEWORLD ONLUS (confronto con altri ospedali coinvolti in sperimentazione a livello nazionale, supporto metodologico e finanziario)

6 SOSTIENICI AIUTACI A REALIZZARE GLI SPORTELLI SOSTEGNO DONNA. CAMPAGNA RACCOLTA FONDI NAZIONALE

7 STRUTTURAZIONE DEL SERVIZIO IN AOUTS Responsabilità del Progetto: dr.ssa L. PELUSI Responsabile dei Pronti Soccorsi: dr. W. ZALUKAR Referenti: Direzione Medica: dr.sse C. ZAPPETTI, E. MESESNEL,R. PIANI Direzione Sanitaria funzione psicologia: dott.sa L. DUDINE S.C. Pronto Soccorso: Ospedale Maggiore: dr.ssa C. FERREIRA, IP R. IOVELE; Ospedale di Cattinara: dr.ssa A. PIRULLI Professioniste colloqui psicologici e sociali (reperibilità e sportello): dott.sse L. POMICINO, P. CIUFO, F. MOSENGHINI, A. SUMAN

8 FINALITÁ Garantire supporto, informazioni ed attivazione di servizi extraospedalieri mirati alla presa in carico di donne oggetto di violenza domestica e contribuire alla riduzione del fenomeno attraverso la sensibilizzazione di tutta la popolazione (operatori e cittadini). Studiare il fenomeno da un osservatorio ospedaliero Ri-strutturare e ampliare i protocolli di rete e migliorare le procedure interne. MIGLIORARE E RAFFORZARE LA COOPERAZIONE E LA CONTINUITA CON I SERVIZI E CON GLI ENTI PRESENTI NELLA RETE TERRITORIALE LOCALE STANDARD 5

9 ATTIVITÁ prima finalità Le attività principali sono: Cura ed assistenza anche psicologica immediata e mirata alle donne vittime di violenza e/o in situazioni a rischio; Ascolto e supporto psicologico e sociale alle donne in situazione di privacy e protetta; Erogazione di informazioni mirate al problema della violenza verso le donne; Attivazione rete extraospedaliera

10 ARTICOLAZIONE DEL SERVIZIO Servizio attivo sulle 24 ore per le donne vittima di violenza e/o a rischio nel Pronto Soccorso: cura e supporto qualificati (medico, infermieristico, psicologico e sociale) per una risposta ai possibili diversi bisogni; Apertura di uno sportello SOStegno donna, in orari diversi in entrambi i presidi, a cui rivolgersi in modo anonimo ove operano psicologhe ed assistenti sociali; Possibilità di consulenze nei dedicata

11 ATTIVITÁ Seconda finalità Monitoraggio del fenomeno: registrazione schede di sorveglianza; analisi dei dati creazione Report Aumento della sensibilizzazione e delle competenze degli operatori Supervisione attività in itinere Evento finale di condivisione risultati e formulazione ipotesi future

12 IL LAVORO DI RETE TERRITORIALE GOAP (centro Antiviolenza) Servizio 118 Servizi dell AAS1 Triestina Polizia di Stato ( Posto di Polizia presente in Ospedale) altri soggetti (Comune, Provincia, Regione, ecc ) Raccordi formali ed informali Lavoro sul campo: emersione di criticità Incontri soggetti rete (avvio tavoli di lavoro) Eventuale revisione protocollo

13 LE DONNE Hanno fruito del servizio nei primi 10 mesi (a regime dal 5/15) 43 donne; attualmente tutte su proposta del personale medico Tutte hanno fruito di almeno un colloquio psicologico e/o sociale con valutazione del rischio( da 1 fino a 5 colloqui) sono stati attivati e/o riattivati raccordi con servizi territoriali e Centro Antiviolenza

14 Descrizione Età delle donne che hanno fruito del servizio

15 Descrizione

16 GRADO DI VIOLENZA DA VERBALE DI PS

17 VIOLENZE AGITA DA.

18 COABITAZIONE CON IL POSSIBILE AGGRESSORE

19 SERVIZI/ASSOCIAZIONI GIÀ COINVOLTE

20 DENUNCE, INTENZIONI E PAURE

21 PROSSIME AZIONI E LA RETE TERRITORIALE Incontri con Comuni, Ambiti, Servizi Territoriali ed Ospedale Pediatrico (IRCCS Burlo) Incontri con Prefettura e Questura Discussione protocolli Miglioramento delle criticità Sensibilizzazione e coinvolgimento di soggetti ed enti regionali NELLA CONVINZIONE CHE Senza una rete forte che preveda una continuità fra tutti gli attori, non si esce da problema L ospedale è un luogo di passaggio, ma in un momento critico ed importante I raccordi devono essere chiari e stabiliti Tutti luoghi ed i percorsi vanno presidiati e dotati di personale formato

22 INFORMAZIONI Grazie dell attenzione e della collaborazione

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