Le tappe della formazione calcistica dai 6 ai 16 anni

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1 Le tappe della formazione calcistica dai 6 ai 16 anni A cura di Claudio Chincoli RESPONSABILE TECNICO ATTIVITA di BASE A.S. 2008/09 1

2 Il calcio di base è un gioco semplice, non complichiamolo! Sino a venti anni fa non operava nel settore dell attività di Base, alcuna struttura federativa che potesse indirizzare, coordinare ed organizzare le attività calcistiche. Ciò nonostante, i giovani, nell età compresa tra i 6 e i 12 anni, hanno sempre praticato questo sport. Possiamo anzi dire che gli stessi, spinti dalla voglia di giocare, di divertirsi, si sono intrapresi sul campo calciatori ed organizzatori insieme. Nel loro tempo libero si sono sempre organizzati nel cortile di casa ed in ogni spazio che hanno potuto avere a loro disposizione. I giocatori, sempre in numero variabile, in ragione di chi al momento era presente, giocavano tutti, animati dallo spirito di gruppo, infatti non vi erano né riserve né sostituzioni. L arbitro era figura pressoché inesistente e se c era, era uno degli stessi giocatori che di volta in volta, a rotazione, si prestava a svolgere questo ruolo. Non vi erano tornei, né classifiche, né campi regolamentari. Generalmente, nello stesso pomeriggio venivano giocate molte partite, una di seguito all altra senza interruzione con modifica continua delle formazioni delle squadre, a seconda del numero disponibile dei presenti. Difficilmente venivano organizzati tornei con gironi all italiana o ad eliminazione diretta, promossi raramente dai giocatori o da chi sovrintendeva le attività ricreative (sacerdoti). 2

3 Da racconti pallonari di Bruno Etrari 1995: Lo sai papa, che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia, quando ti sei arrampicato alla rete di recinzione, urlando contro l arbitro? Io non ti avevo mai visto così arrabbiato! Forse sarà anche vero che, lui, l arbitro, ha sbagliato; ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu mi dicessi niente. Anche se ho perso la partita per colpa dell arbitro, come dici tu, mi sono divertito lo stesso. Ho ancora molte gare da giocare e sono sicuro che se non griderai più, l arbitro sbaglierà di meno.papà, capisci, io voglio solo giocare, ti prego lasciamela questa gioia, non darmi suggerimenti che mi faranno innervosire: tiraaa, passaaa, buttalo giù Mi hai sempre impegnato di rispettare tutti, anche l arbitro e gli avversari e di essere educato e se buttassero giù me, quante parolacce diresti? 3

4 Un altra cosa papà : quando il mister mi sostituisce o non mi fa giocare, non arrabbiarti! Io mi diverto anche a vedere i miei amici stando seduto in panchina. Siamo in tanti ed è giusto far giocare tutti ( come dice il mio Mister ). E, per piacere, insegnami a pulire le mie scarpe da calcio, non è bello che tu lo faccia al posto mio, ti pare? E insegnami a vestirmi da solo e ad allacciarmi le scarpe.. E, scusami papà, non dire alla mamma, al ritorno dalla partita oggi ha vinto o ha perso, dille solo che mi sono divertito tanto e basta. E poi non raccontare, ti prego, che ho vinto perché ho fatto un gol bellissimo: non è vero papà! Ho buttato il pallone dentro la porta perché il mio amico mi ha fatto un bel passaggio, il mio portiere ha parato tutto, perché assieme agli altri miei amici, ci siamo impegnati moltissimo: per questo abbiamo vinto ( ce lo ha detto anche il mister ). 4

5 Nelle partite i ragazzi giocavano con agonismo e voglia di vincere, ma quando gli incontri terminavano la vittoria non veniva esasperata e, di contro, la sconfitta veniva accettata tranquillamente. Chi perdeva aspettava con ansia e tanta voglia di potersi riscattare il giorno seguente quando avrebbe nuovamente giocato. I ragazzi riuscivano così a realizzare un proprio modello di calcio dove l unica motivazione era il sano divertimento, senza esasperazione dei problemi, La nascita delle Scuole di calcio ha fatto si che venisse regolamentato ciò che prima non lo era, o meglio quello che prima veniva lasciato al libero dominio degli stessi giocatori. Non dobbiamo però, dimenticare, che il calcio praticato in età giovanile è,prima di tutto, espressione della libertà e della fantasia del ragazzo. E necessario per una corretta impostazione delle Scuole di Calcio che, gli indirizzi tecnici organizzativi, pur regolamentando l attività calcistica di base, non arrivino a comprimere ogni libera espressione del giovane calciatore, salvaguardando, in ogni caso, quel patrimonio di libera inventiva e creatività che è propria del giovane. 5

6 PREMESSA Una programmazione didattica efficace, seppur costruita su una puntuale indagine conoscitiva iniziale che studi attentamente le capacità generali degli allievi sia dal punto di vista psico-motorio che dal punto di vista tecnico, deve necessariamente ben strutturarsi riguardo ai contenuti e agli obiettivi, in modo da essere tradotta in attività concreta, attraverso una scelta adeguata dei metodi didattici da utilizzare. La scelta dei metodi non deve essere drastica, ma assolutamente integrata e flessibile, poiché l esperienza di campo ci suggerisce che nello svolgimento delle attività motorie aspetti globali, analitici, induttivi, deduttivi si alternano, si completano anzi il più delle volte sono le stesse attività a determinare il metodo più appropriato. In linea generale siamo comunque certi nell affermare che un approccio di natura globale sia indicato per gli allievi più piccoli della scuola calcio procedendo progressivamente con i più grandi verso attività più specifiche, più analitiche al fine di raffinare meglio il gesto tecnico-motorio. Al di là di queste necessarie precisazioni occorre soffermarsi, elencandoli, su alcuni aspetti essenziali dell attività che verrà svolta: Adeguare le attività in base alle caratteristiche auxologiche, cognitive e fisiologiche degli allievi. Considerare sempre e anzi stimolare le richieste che provengono dal gruppo per impostare attività già stabilite in sede di programmazione. Proporre soprattutto nelle fasce più basse della scuola calcio, situazioni che stimolino, risposte motorie e/o tecnicotattiche personali, creative, originali (successivamente ne valuteremo la bontà e apporteremo le conseguenti correzioni se necessarie). Procedere con attività continue, graduali e progressive secondo una scala che vada dal semplice al complesso, dal conosciuto al nuovo. Garantire una formazione multilaterale con una base motoria che sia la più ampia possibile in relazione alla fascia di età considerata. Rendere l allievo l unico protagonista assoluto dell attività. 6

7 LINEE TECNICHE GUIDA Massimizzare lo sviluppo e la cura della tecnica individuale dovrà essere la costante del lavoro che ogni istruttore dovrà porre alla base della sua programmazione. Il miglioramento tecnico rimane l unico aspetto propedeutico di qualsiasi insegnamento tattico, la regola è migliorare il singolo per migliorare il gruppo. Allo stesso tempo e parallelamente, ugual attenzione dovrà essere indirizzata all allenamento delle capacità motorie e considerata l età dei nostri giovani, dovranno essere sviluppate in particolar modo le capacità coordinative (fase sensibile 6-11 anni). Programmare razionalmente la preparazione generale dei nostri giovani calciatori significa necessariamente conoscere la dinamica con cui procedere nello sviluppo delle loro capacità fisiche e tecnico-tattiche e le modalità con cui esse interagiscono e si influenzano reciprocamente. Occorrerà considerare come aspetto prioritario la trasformazione delle capacità motorie in abilità tecniche e poi tattiche attraverso l insegnamento ed il perfezionamento tecnico. Successivamente, (13-14 anni) dovrà essere considerata la struttura fisica del giovane, si lavorerà progressivamente e sempre più sulle capacità condizionali specifiche, combinandole ed integrandole con quelle coordinative e tecnico-tattiche. L unica nostra preoccupazione sará quella di non proporre esercitazioni inutili, ma adeguate all età degli allievi. Ricordiamoci sempre che i nostri allievi vogliono divertirsi, vogliono giocare! TAPPE DELLA FORMAZIONE Preparazione generale Specializzazione iniziale dai 6 ai 10 anni dai 10 ai 12 anni Specializzazione finalizzata dai 12 ai 14 anni Perfezionamento e completamento sportivo dai 14 ai 16 anni Questa suddivisione naturalmente non va intesa in senso rigoroso, perché come abbiamo ricordato precedentemente si deve tener conto soprattutto della maturazione biologica del ragazzo in base alla quale potrebbero venir corretti i valori limite e cronologici delle tappe formative. 7

8 COMPITI DELL ISTRUTTORE Conoscere il bambino nella sua personalità e poi passare a considerare la costituzione fisica, la condizione, la coordinazione e quindi le sue attitudini tecnico-tattiche, di seguito imposteremo il nostro lavoro, la nostra programmazione su questi aspetti influenzanti il risultato sportivo. Osservare, studiare, sperimentare, modificare Filtrare le esperienze Preoccuparsi dei bambini che non giocano e non riescono Organizzare l attività con criteri flessibili Creare un clima positivo Fare autocritica Creare aspettative senza illusioni Ricordarsi di essere stato bambino Ricordare chi è il protagonista (l allievo) Rispettare e farsi rispettare Motivare (gioco-gara / confronto-agonismo) Stimolare e correggere al positivo Essere chiaro, preciso e conciso nell informare Verificare sempre se il messaggio è stato compreso ERRORI DA EVITARE Non organizzare la seduta di allenamento Fare lunghe spiegazioni Fare lunghe file nello svolgimento delle esercitazioni Prolungare inutilmente il tempo di recupero Arrestare troppo spesso per correggere Proporre esercizi troppo difficili rispetto alle capacità degli allievi 8

9 Gli studi condotti sull attività motoria indicano tutti la necessità di una metodologia da proporre per un attività motoria di base in cui l istruttore-educatore è il cardine e deve possedere, oltre che la conoscenza scientifica, qualità vocazionali molto particolari. Si tratta, infatti, di proporre un linguaggio, un modo di esprimersi secondo regole e modalità da apprendere o da migliorare. Per quanto si tratti di cose che possono essere proposte come situazioni completamente nuove, dobbiamo ricordarci che comunque anche queste novità vanno a fare parte di un modello che preesiste all attività proposta, che è costato energia e che pertanto va rispettato (può essere migliorato, non travolto o stravolto). L Istruttore oltre a comunicare le regole del gioco, le più elementari, deve mettere il suo bagaglio di conoscenze a disposizione dell allievo, ma ancor più del suo allievo deve mettere al servizio della ricerca il suo senso della possibilità e della relatività. Un Istruttore con idee rigide renderà rigido il comportamento e, quindi, l apprendimento degli allievi. Il campione (o il genio) è sempre quello che fa qualcosa di non previsto e che non sempre accetta l allenamento, ciascuno si diverte, è felice, e rende di più se è libero di partecipare ed esprimersi 9

10 L istruttore assume il ruolo di colui che sa leggere e proporre ricerche sempre in sintonia e continuità con le capacità di espressione motoria del gruppo allievi. Si lavora insieme, non contrapponendosi o imponendosi. L Istruttore lavora alla consapevolezza dei mezzi espressivi del suo allievo, cura soprattutto l obiettivo che l allievo resti centrale nella propria attenzione e non disperda energia applicando la forza in modo inadeguato o contrapositivo. La fase di lavoro dell allievo con l Istruttore (a qualsiasi livello) serve ad amplificare i meccanismi della collaborazione con se stesso. forte motivazione del lavoro e a continuare il lavoro, 10

11 Lettera di Mary e Micael Banks Che sia buona, sia paziente, sempre allegra e divertente. Non dovrà gridare, ma solo giocare, dovrà badare a noi bambini, sapendo che sono vivaci ma carini. Molti regali dovrà fare e poi, dovrà cantar con loro. Le poesie non ci farà studiar, (forse un riferimento alle ripetizioni tecniche, e patetiche, dei gesti atletici?) solo compiti leggeri, niente purghe né clisteri. (magari desiderio di poter sviluppare la fantasia motoria e la creatività!) Se tela senti di obbedire a queste nostre richieste, noi bimbi non te ne faremo mai pentire. Ti promettiamo che nel letto ranocchie mai Ti metteremo, né sale nel The, né pepe nel caffè. Se l offerta Ti va: bene! Vieni! Ma fa in fretta! [Tratto dal film di Walt Disney: Mary Poppins ] 11

12 Cos è l apprendimento motorio? Lo sviluppo della personalità dipende tanto dalla maturazione organica, dall azione dell ambiente e dall apprendimento MATURAZIONE Processi scanditi da tempi biologici ( patrimonio genetico individuale) SVILUPPO DELLA PERSONALITA PERSONALITA APPRENDIMENTO Modificazione duratura del comportamento e della personalità a seguito di esperienze ( motivazione ) L ambiente può inibire o accentuare le potenzialità che il bambino possiede 12

13 LO SVILUPPO DEL PENSIERO A SECONDA DELL ETA Fino a 5 anni Il pensiero del bambino si sviluppa facendo riferimento ad aspetti parziali della realtà e si basa su dati percettivi che più li colpiscono. A 5-6 anni fino ai 10 anni Il pensiero è concreto, in quanto il bambino ha bisogno di vedere, toccare la realtà su cui ragiona. Dopo i 10 anni Il pensiero diventa astratto, in quanto il bambino riesce a compiere operazioni mentali che non si riferiscono solo al reale ma alle pure possibilità logiche (pensiero astratto) 13

14 Le differenze di efficienza psicomotoria e fisica sono quasi irrilevanti se si confrontano bambini di 5-6 anni, con o senza esperienze con attività sportive, tali differenze aumentano poi con l età, fino a divenire rilevanti dopo l adolescenza. Nello sviluppo motorio prevale inizialmente una componente maturativa, poi, progressivamente, a partire dalla seconda infanzia (6-11 anni) quella dei fattori di apprendimento. Quando ancora la fase dell apprendimento non si è consolidata (10 anni ) é inutile ( per non dire dannoso), far ripetere un singolo esercizio finché non viene eseguito in maniera soddisfacente. Fino ai 10 anni occorre migliorare i prerequisiti e i processi di integrazione con attività libere e finalizzate. 14

15 Per imitazione: I bambini che osservano le azioni di adulti e coetanei Imitano più facilmente quelle azioni che hanno avuto successo, quelle di cui comprendono il significato. Il rinforzo non è indispensabile perché l apprendimento si stabilizzi. Per condizionamento: Si basa sul rinforzo positivo ( ricompensa ) o negativo ( punizione ) e sull associazione tra uno stimolo e una risposta. Per prove ed errori: Si richiede un certo tempo per stabilizzarsi. Il bambino arriva al comportamento corretto dopo una serie di tentativi e dopo aver eliminato tutte quelle azioni e strategie che non portano al risultato. Così vengono appresi molti dei movimenti specifici delle varie discipline sportive: coordinare i movimenti, dosare la forza, stabilire la velocità, Per intuizione: Apprendimento rapidissimo. Sono rievocati ricordi ed emozioni, quindi, individuate le soluzioni più adeguate per quel momento. Per comprensione: poggia sul ragionamento, sulla capacità di cogliere i nessi logici e significativi tra avvenimenti, concetti, idee. Le forme di apprendimento sopra descritte potranno essere attivate a seconda gli obiettivi e l età degli allievi. 15

16 Il tipo di approccio usato con i bambini durante l allenamento.. L IMPOSTAZIONE COMPORTAMENTISTA, (nord-americana) è oggi criticata per il ruolo passivo degli allievi sottoposti ad un addestramento basato sulla continua ripetizione degli esercizi. Si eseguono gli esercizi senza attivare processi cognitivi. Al contrario L APPROCCIO COGNITIVISTA rivaluta l allievo come mente attiva dotata di consapevolezza in grado di organizzare il comportamento (metodologia induttiva); è più adatta ad essere utilizzata nell ambito dell educazione fisica e dello sport. Affinché gli allievi siano i protagonisti del proprio apprendimento occorrerà presentare situazioni motorie ( in forma ludica) da risolvere singolarmente o in gruppo, (problem solving), la scoperta della soluzione definirà il miglioramento del patrimonio motorio, tecnico, tattico. La motivazione» La motivazione è diretta al perseguimento di obiettivi attraverso cui soddisfare bisogni attinenti al se corporeo, alle relazioni interpersonali, al rapporto con l ambiente naturale e sociale. Le motivazioni possono essere intrinseche (attivate dai suddetti bisogni) o estrinseche (identificabili con le tecniche di rinforzo). 16

17 Attinenti al corpo Esperienze cinestesiche Autocontrollo Attinenti all ambiente Esplorazione e risoluzione dei problemi attraverso il movimento Attinenti agli altri Iidentificarsi con il gruppo dei pari. Ricerca di consenso Cooperazione ludica. Confronto competitivo. Attinenti al sé corporeo Ricerca di fiducia in se stessi e di autoaffermazione. Ricerca di identità. Esplorazione del valore di sè 17

18 La motricità è il miglior strumento educativo. Si esprime motricità durante attività ludica e gioiosa; occorre sempre potenziarla, mai reprimerla e snaturarla. L atmosfera ludica permette di stimolare la fiducia e di acquisire sicurezza. L operatore sportivo deve mantenere sempre elevate nel tempo le motivazioni dei propri allievi. Occorre evitare la specializzazione precoce e un agonismo esasperato. Non è assolutamente vero che i bambini sono uguali e vanno trattati tutti allo stesso modo; ogni bambino reagisce ad una stessa situazione in modo diverso. Molti bambini necessitano di attenzione particolari ed interventi diversificati. 18

19 Limitazione delle possibili esperienze motorie Mancanza di uno sviluppo generale armonico Stati di ansia e frustrazione nel bambino Abbandono precoce dell attività sportiva 19

20 INDICAZIONI DIDATTICHE Suddividere il programma in unità didattiche, ciascuna con specifici e progressivi obiettivi da raggiungere (sempre dopo aver verificato gli obiettivi raggiunti). Contribuire alla formazione di una personalità, in modo che l insuccesso e la sconfitta non determinino sfiducia ma stimolino il desiderio, di migliorare. Dare a tutti la possibilità di ricevere gratificazioni, proponendo difficoltà adeguate sia in allenamento che durante gli eventi agonistici. Formare il giovane affinché possa essere in grado tecnicamente di rispondere alle varie situazioni di gioco. Preparare nel corso della permanenza nella scuola calcio ragazzi che siano in grado di far parte di settori giovanili professionistici. QUADRO GENERALE PER FASCE DI ETA Premesso che i gruppi di lavoro e quindi le squadre potrebbero subire variazioni non in base all età ma rispetto alle reali capacità di ciascun allievo e ferma restando la canonica suddivisione per fasce, l intento sarà quello di formare gruppi squadra omogenei al fine di garantire un livello di crescita tecnica uguale per tutti, poiché è provato che la disomogeneità causerebbe un appiattimento verso prestazioni e risultati inferiori. Tenuto conto di ció la scuola calcio sarà comunque suddivisa in: PICCOLI AMICI PULCINI ESORDIENTI GIOVANISSIMI ALLIEVI

21 PICCOLI AMICI. L attività didattica sarà orientata a sviluppare le varie esigenze e modalità di movimento utilizzando naturalmente l attrezzo palla. In questa fase l attività dovrà essere esclusivamente ludica e sarà caratterizzata da un naturale processo di socializzazione in cui forte è la spinta egocentrica di ciascun bambino. Tale aspetto andrà via via affievolendosi a favore di un maggior desiderio di dialogo e di collaborazione. PULCINI. La didattica inizierà ad avere toni sempre più specifici, adeguando spazi ed esercitazioni alle caratteristiche fisiche e tecniche di ciascun allievo, dando maggiore risalto ad aspetti legati alla prestazione calcistica. Sarà necessario considerare le differenze riguardo l apprendimento tecnico tra bambini che hanno già trascorso anni nella scuola calcio e quelli che per la prima volta si affacciano al campo di gioco. Bisognerà comunque permettere a tutti di fare esperienze agonistiche che risultano fondamentali per una giusta crescita psicomotoria. L evento gara rappresenta la misura delle loro conoscenze, del livello tecnico posseduto e della capacità di sapersi relazionare con compagni ed avversari. ESORDIENTI. L attivitá evolve verso contenuti ancora più tecnici e legati alla risoluzione di problematiche più o meno complesse che provengono dalla gara agonistica. Da una parte bisognerà valorizzare chi è in possesso di buone potenzialità motorie garantendogli una giusta crescita tecnica e favorire migliori apprendimenti per coloro che dimostrino ritardi, dovuti soprattutto a fasi di crescita fisica differenziata. GIOVANISSIMI. Questa categoria è la cosiddetta punta della piramide alla cui base c è il progetto scuola calcio. I giovanissimi rappresentano la realizzazione degli obiettivi e anche la bontà del pluriennale lavoro svolto. È chiaro che gli insegnamenti saranno improntati ad un definitivo completamento del bagaglio tecnico-tattico di ciascun allievo. Le sollecitazioni nell ambito della preparazione condizionale saranno sempre più mirate e specifiche coinvolgendo le componenti neuromuscolari e le potenzialità aerobiche. ALLIEVI. Se i giovanissimi sono considerati la punta della piramide e la finalizzazione del lavoro svolto nella scuola calcio, la categoria allievi rappresenta il periodo della maturità calcistica. Abbiamo a che fare (o dovremmo avere) con un giocatore ormai completo, pronto a ricevere tutte le informazioni e stimolato a rispondere sempre in maniera efficace e specifica. Le sollecitazioni e le richieste nell ambito tattico e condizionale diventano priorità, proponendo dove è possibile lavori sempre più individualizzati. 21

22 PERCENTUALIZZAZIONE ANNUALE DELL ATTIVITÁ SECONDO I PARAMETRI TECNICO-TATTICO-FISICO CATEGORIA PARAMETRI TECNICO TATTICO FISICO PICCOLI AMICI 55% A.percettivo 45% A.coordinativo 10% 35% Giochi a tema tattico attraverso situazioni semplici e giochi modificati 10% Circuiti motori giococoordinativi tesi a migliorare la rapidità/velocità PULCINI 45% A.percettivo 20% A.coordinativo 25% Dominante tecnica con sollecitazione fisicanell attività con avversario e pressione temporale 40% A.situazionale 25 Tema tattico15% Dominante tattico-cognitiva in regime di tecnica applicata 15% Circuiti tecnico-coordinativi tesi a migliorare, aspetti neuromuscolari, forza veloce e reattività ESORDIENTI 40% A.percettivo 10 % A.coordinativo 30% Dominante tecnica con una sollecitazione fisica maggiore nell attività con avversario e pressione temporale 40% A.situazionale 15% Tema tattico 25% Situazioni problema in situazioni di superiorità ed inferiorità numerica. Migliore utilizzo degli strumenti tecnici 20% A.specifici 15% A. speciali 5% Esercitazioni con e senza palla (componenti neuromuscolari con lievi sollecitazioni delle potenzialità aerobiche) GIOVANISSIMI 30% A.percettivo 5% A. coordinativo 25% Perfezionamento tecnico, dalle capacità alle abilità in situazioni di gioco complesse 45% A. situazionale 15% Tattica 30% Perfezionamento tattico ed introduzione ai moduli di gioco rispetto atattica: Individuale;di reparto;di squadra 25% A.specifici 15% A.speciali 10% Risposte qualitative a determinate sollecitazioni sulla forza esplosiva con sollecitazioni rispetto alle qualità aerobiche ALLIEVI 20% A.percettivo 10% A. coordinativo 10% Uso del miglior gesto tecnico in riferimento alla complessità tattica 50% A. situazionale 15% Tattica 35% Incremento degli strumenti tattici. Individualizzazione dei compiti. Schemi da palla inattiva. Movimenti collettivi 30% A.specifici 15% A.speciali 15% Sollecitazioni aerobiche e anaerobiche lattacide. Forza, resistenza di breve e medio periodo. Aspetti di forza massima 22

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