La Situazione Energetica in Cina

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1 Master Mea XI Edizione Manfredi Rubino Marco De Vita Michele Angioni

2 1. Informazioni generali e consumi di energia elettrica 2. Investimenti Diretti Esteri (IDE) nel Settore Energetico 3. Il Carbone a) L utilizzo del carbone b) La produzione c) Il mercato del carbone d) Produzione di energia elettrica da carbone e) Il futuro 4. Il Petrolio a) La produzione nazionale b) Le infrastrutture e gli accordi commerciali c) La raffinazione d) Il futuro 5. Il Gas Naturale a) La diffusione in Cina b) Le riserve c) Le infrastrutture e la politica del gas d) Lo shale gas e) Il futuro 6. L Energia Nucleare a) Lo sviluppo del nucleare in Cina b) Regolamentazione e sicurezza c) La politica nucleare d) La tecnologia e) Il futuro 7. Politiche Energetiche e Regolamentazione sulle Rinnovabili in Cina a) Politiche energetiche b) La regolamentazione c) Punti critici del sistema 2

3 8. La Fonte Idroelettrica a) L importanza dell idroelettrico in Cina b) Investimenti stranieri c) Il futuro 9. Il Solare Fotovoltaico a) Lo sviluppo del fotovoltaico b) Il futuro 10. Il Solare Termico a) Lo sviluppo del solare termico b) Il futuro 11. L Eolico a) Lo sviluppo dell eolico sul territorio cinese b) L industria eolica cinese c) Il futuro 12. Le Biomasse 13. La Rete d Interconnessione Regionale Cinese 14. Allegati: tabelle e serie storiche di dati energetici ed economici 15. Bibliografia 3

4 Informazioni generali e consumi di energia elettrica La Cina dall inizio degli anni 2000 sta vivendo un periodo di forte crescita economica. Dal 2000 il PIL è aumentato mediamente del 10% all anno, del 9,2% nel 2011 nonostante la crisi economica mondiale. La popolazione ha superato i milioni di persone, pur avendo adottato la tempo la politica del figlio unico. Anche il PIL pro-capite è in rapido e costante aumento, avendo da poco raggiunto i $ pro-capite, rimanendo tuttavia ancora distante dai valori delle principali economie occidentali. Anche il consumo di energia elettrica, più che raddoppiato dal 2003, è in forte aumento, per sostenere la vertiginosa crescita economica, l urbanizzazione e la modernizzazione che il paese sta attraversando. Nel 2011 i consumi di energia elettrica sono saliti dell 11,7% toccando i miliardi di kwh, secondo dati del National Energy Bureau, rispetto ai miliardi di kwh del In quest ultimo anno ben miliardi di kwh sono stati consumati dall industria. Anche la capacità di generazione di energia elettrica cresce con numeri a doppia cifra, passando da oltre 900 GW del 2010 ad arrivare probabilmente oltre 1000 GW a fine 2011, con una crescita di oltre il 10%. Alla fine del 2010 oltre 700 GW vengono da fonti fossili (la quasi totalità carbone), circa 190 GW e dall idroelettrico, 45 GW dall eolico e oltre 10 GW dal nucleare. L aumento di potenza installata è ancora più significativo se si considerano i decommissioning di 26 GW del 2009 e gli 11 GW del 2010 di vecchi impianti a carbone. Billion Yuan PIL a moneta costante 20, , PIL a moneta costante (miliardi di yuan) Media mobile a 5 anni Produzione Energia Elettrica Produzione Energia Elettrica (TWh) Media mobile a 5 anni PIL cinese nel periodo (blu) e relativa media mobile a 5 anni (rosso). Produzione di energia elettrica dal 1990 al 2010 (blu), con media mobile a 5 anni (rosso). Ancora indietro è la produzione di energia elettrica da gas naturale, ma a fronte degli investimenti previsti dalle autorità cinesi è probabile che la sua quota vada rapidamente aumentando, rubando mercato al carbone, una volta che le infrastrutture raggiungeranno un livello adeguato. 4

5 Consumi di energia M t o e Petrolio Gas Naturale Carbone Energia Nucleare Idroelettrico Altre Rinnovabili Consumi di energia in Cina, suddivisi per fonte, dal 1985 al Particolarmente forte è l aumento di energia prodotto da fonti rinnovabili degli ultimi anni. Non solo le centrali idroelettriche hanno visto l installazione di oltre 30 GW negli ultimi quattro anni, e tra queste vi è la centrale delle Tre Gole, completata nel 2011 e divenuta la più grande centrale idroelettrica del mondo, ma anche le eoliche e fotovoltaiche stanno affrontando una grande diffusione su tutto il territorio cinese. La Cina si è infatti affermata tra i leader mondiali del settore, tra i principali finanziatori di nuovi progetti ed anche leader nella ricerca e sviluppo. E interessante notare come l intensità energetica del paese stia costantemente calando. Ciò è dovuto sia alla rapida ascesa del PIL cinese, sia all adozione di tecnologie più moderne che permettono migliori efficienze, oltre che ad un uso maggiormente razionale dell energia. Anche qui i livelli medi dei paesi occidentali sono ancora lontani, ma il tendenziale è abbastanza netto e si può prospettare una sua convergenza nei prossimi anni. Produzione di energia elettrica nel periodo

6 Intensità Energetica Million toe / billion yuan Intensità Energetica (Mtoe/Mld Yuan) Media mobile a 5 anni Intensità energetica cinese dal 1985 al 2010 (rosso), con media mobile a cinque anni (rosso). Un interessante confronto può nascere andando a paragonare i dato macroeconomici cinesi con quelli degli altri paesi del BRIC, ovvero Brasile, India e Cina. Da qui si vede chiaramente che la Cina è il paese con la crescita più rapida e con il ruolo di leader trainante per le economie emergenti. Secondo dati ufficiali del Fondo Monetario Internazionale, a fronte di un aumento medio del 10% del PIL a valori costanti cinese dal 2000 al 2010, il Brasile ha avuto un aumento medio del solo 3,6%, l India del 7,5% e la Russia del 4,8%. Numeri comunque di tutto rispetto, considerando che gli Stati Uniti nello stesso periodo hanno visto un aumento medio dell 1,7% e l Italia un mortificante 0,2%. 29% 14% Consumi Totali di Energia % 49% CINA BRASILE INDIA RUSSIA 13% Ripartizione percentuale dei consumi di energia dei paesi BRIC nel 2000 e nel % 18% Consumi Totali di Energia % CINA BRASILE INDIA RUSSIA Per comprendere in maniera completa lo sviluppo intrapreso dalla Cina, è interessante guardare al peso del paese nei consumi di energia totali del BRIC. Già nel 2000 la Cina rappresentava il 49% di tali consumi. Ma la vera sorpresa viene guardando ai consumi del 2010, dove la Cina ha aumentato notevolmente la sua quota arrivando al 62%. E tale trend, secondo le previsioni dei più autorevoli istituti internazionali, continuerà almeno per i prossimi anni. 6

7 Investimenti Diretti Esteri (IDE) nel Settore Energetico Gli investimenti diretti esteri hanno giocato un ruolo fondamentale nell'apertura della Cina al mercato. Dall'avvento della politica della porta aperta del 1978 ad oggi, la Cina è la nazione che attrae più investimenti al mondo. Gli investimenti nel settore energetico originariamente provenivano da paesi quali Stati uniti, Giappone ed altri industrializzati che formavano circa 30% del totale degli investimenti diretti in Cina. Parte considerevole di questi provenivano da investimenti nell upstream oil e gas, attraverso le attività di costruzione e produzione con limitato impatto sul trasferimento tecnologico. Lo sviluppo dei primi campi offshore di petrolio ha portato, alla metà degli anni 80, ad attrarre oltre 2 miliardi di dollari investimenti stranieri, con 33 progetti di esplorazione sottoscritti con aziende provenienti da 12 paesi diversi. Nel tempo gli investimenti si sono concentrati maggiormente in determinate zone geografica. Sul totale dei fondi ricevuti dal 1989, le aree costiere hanno attratto più del 90% degli stessi, a differenza delle province più interne, che sono le meno sviluppate e povere del paese. In parte, questo risultato, proviene probabilmente dall'assenza di programmazione governativa nel rimodulare gli investimenti al di fuori di alcune aree geografiche del paese. Le prime attività di attrazione di capitali stranieri sono avvenute infatti, in specifiche zone economiche (SEZs) 1 che hanno avuto incentivi di tassazione agevolata e ridotta per attirare capitali stranieri e per promuovere la produzione e l'esportazione di beni e tecnologie. In seguito il governo ha suddiviso il paese in 14 città costiere e zone di sviluppo aventi un regime di fiscalità agevolato e priorità nella sviluppo economico. Ma molto spesso questi incentivi hanno solo effetti marginali alla destinazione degli investimenti diretti; fattori più importanti sono da riscontrare nell'inadeguatezza infrastrutturale di collegamenti di trasporto e servizi presenti nelle aree più interne. Secondo le stime più recenti della Banca Mondiale, la Cina ha attratto investimenti diretti nel 2010 per più di 120 miliardi di dollari in bilancia di pagamenti (ovvero calcolato come differenza tra l IDE netto degli stati esteri in Cina e l IDE netto degli investimenti cinesi all estero). Si è avuto, rispetto alla crisi finanziaria dell'anno precedente, una forte ripresa derivante anche dall aumento degli investimenti nel settore ambientale ed energetico. La tendenza è sempre più rivolta ad un aumento degli investimenti esteri, in ragione del ruolo di protagonista della Cina come produttore di beni a livello mondiale, ma anche come paese con forti tassi di crescita interna. 1 Shenzhen, Zhuhai, Shantou, and Xiamen. 7

8 Dalla metà degli anni 80 all inizio degli anni 90, il settore energetico cinese è stato in forte difficoltà. A causa dall incremento della domanda di energia ed alla scarsità di fondi pubblici investiti nel settore e ad un mercato dei capitali interni poco sviluppato, i grandi progetti infrastrutturali, capaci di far fronte alle necessità del paese, erano insufficienti sia a livello locale sia centrale. In questo scenario, i primi tentativi d investimento di capitali stranieri vi erano stati grazie alle attività svolte dalla Banca Mondiale e dall Asian Development Bank, ma con scarsi risultati vedendo approvati solo 3 progetti. In seguito il governo ha predisposto diversi programmi per promuovere l iniziativa privata, in particolare proprio da parte d investitori stranieri. Seguendo le riforme messe in campo dal governo, gli IDE permisero di finanziare 21 nuovi progetti per un valore di 8,5 miliardi di dollari tra il 1995 ed il Dagli inizi del millennio, vari cambiamenti sono avvenuti nel settore energetico cinese, che hanno ribilanciato il rapporto fino allora esistito tra imprese straniere, compagnie di Stato ed autorità pubbliche cinesi. La forte crescita del paese, aveva iniettato liquidità nelle casse dello Stato e nelle compagnie cinesi per finanziare progetti infrastrutturali nel settore. L economia oltra a crescere si stava anche rinforzando e numerose aziende statali avevano completato processi di riorganizzazione aziendale e miglioramento delle competenze tecniche e manageriali, che le avrebbero permesso di accedere ai mercati e finanziamenti internazionali, beneficiando della loro quotazione sulle borse asiatiche ed americane. In questo scenario, le aziende straniere videro diminuire rapidamente il loro vantaggio competitivo di grandi player internazionali e così diminuirono anche gli investimenti esteri nel paese, il quale essendo divenuto negli anni il paese con maggiori riserve mondiali di denaro liquido, aveva maggiore capacità di finanziarsi autonomamente. Andando ad analizzare la tipologia societaria che si viene a creare ogni qualvolta si volta investire in Cina, si trova come la società a totale capitale straniero (WFOE) sia la forma societaria più scelta da chi investe nel paese. Nel 2000 le WFOE, rappresentavano circa il 45% del totale degli investimenti diretti esteri in Cina, il cui peso è salito al 74% nel Allo stesso tempo, le equity joint venture sono diminuite da 35 al 21%, e con loro le cooperative joint venture che nel corso di 10 anni sono diminuite all'1% 3. La tendenza attuale è di controllare interamente l'investimento per evitare le difficoltà ed i potenziali conflitti connessi alla presenza di un partner locale, salvo che questo non sia obbligatorio per legge o non risponda a esigenze particolari, come a volte avviene. Sostanzialmente il governo cinese negli anni ha modificato gli strumenti e le politiche utilizzate per attrarre investimenti stranieri. Da un atteggiamento di apertura con la politica della porta aperta, prima timidamente, poi con sempre maggiore convinzione, ha selezionato i suoi partner commerciali arrivando col tempo a chiudere il suo mercato in molti settori, individuandone alcuni di importanza strategica nazionale come quello energetico, sia nel settore della generazione elettrica che quello petrolifero (joint venture nella distribuzione dei prodotti petroliferi) 4, e ponendo restrizioni a investimenti diretti esteri. In generale, tuttavia, in seguito all adempimento delle obbligazioni verso il WTO, la Cina ha progressivamente reso più permissiva la normativa per l ingresso degli investitori stranieri. A partire dal 2000 inoltre sono stati eliminati molti vincoli che hanno migliorato l operatività della WFOE, rendendo più attraente tale forma di investimento per gli stranieri. In particolare e stato consentito alle WFOE di: 2 China s Power Sector Reforms, where to next? International Energy Agency, China Power Generation Market Report John Loffman Research 4 Catalogue of Prohibited Foreign Investment Industries / html 8

9 produrre sempre più per il mercato interno, eliminando il vincolo che obbligava ad esportare la maggior parte dei prodotti; acquistare le materie prime sia sul mercato interno che su quello internazionale; effettuare transazioni internazionali senza essere sottoposti alla previa autorizzazione governativa. La Cina, quindi, si focalizzerà su un migliore utilizzo degli investimenti diretti esteri nel comparto energetico. In particolare questi saranno mirati a settori con il più alto valore aggiunto come delle energie rinnovabili, nella più efficiente gestione dell'energia e delle risorse ambientali. Il coinvolgimento d investitori stranieri dovrà avvenire in un'ottica di cooperazione tra lo Stato, aziende locali ed aziende straniere, con tecnologie all'avanguardia e avanzati sistemi di gestione dei progetti, con una visione di uno sviluppo del paese più sostenibile nel lungo periodo. 9

10 Il Carbone L utilizzo del carbone L economia cinese ha basato il suo boom economico degli ultimi 15 anni Consumi di Carbone sostanzialmente sul carbone, basandoci la propria economia e soprattutto la sua produzione elettrica sin dalle riforme economiche di Mao. Anche il riscaldamento, soprattutto fuori dalle città (solo nel 2011 la popolazione urbana in Cina ha superato quella rurale), è stato ed è spesso ancora alimentato con vecchie stufe a carbone. Dopo gli Stati Uniti e la Russia, la Cina Cina Giappone Germania possiede le maggiori riserve provate di carbone al Mondo, pari a 114,5 miliardi di tonnellate, il 13,3% delle riserve mondiali. Nonostante la notevole diversificazione che la Cina ha messo in atto negli ultimi dieci anni, nel 2009 il 71% dell energia elettrica prodotta in Cina derivava ancora dal carbone. Nonostante ciò, fino allo stesso anno la Cina è rimasta un esportatrice netta di questa fonte fossile, fino a quando ha dovuto ricorrere ad importazioni da diverse parti del mondo, comprese Australia, Indonesia, Vietnam e Nord Corea, ma anche Sud Africa, Stati Uniti ed altre. La Cina ha così superato il Giappone come maggiore importatore netto mondiale. La produzione Milioni di tep Nel 2010 la produzione locale ha raggiunto la cifra record di 3,240 miliardi di tonnellate annue con un aumento del 9% rispetto all anno passato ed attestandosi al 48,3% della produzione mondiale di carbone. Per confronto, gli Stati Uniti si sono fermati a 984,6 milioni di tonnellate. Anche il consumo infatti continua ad aumentare, avendo raggiunto lo stesso anno le 1713 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, con un aumento del 10,1% rispetto al Tradizionalmente l industria cinese del carbone è molto frammentata. Ci sono numerose società e miniere di proprietà di grandi industrie nazionali, ma anche di società locali e spesso anche a livello comunale/cittadino. Vi sono infatti decine di migliaia di piccole miniere a livello locale dove insufficienti investimenti e tecnologie prevengono il pieno utilizzo delle risorse. Le miniere legali sono circa , ma si stima che ci siano varie migliaia di miniere illegali sparse per il paese. Le 3 maggiori compagnie nazionali insieme producono meno del 15% del carbone prodotto a livello nazionale. La società più grande è la Shenhua Coal, che è anche il maggior produttore di carbone al mondo, e detiene il 9% della produzione cinese. La maggior parte del carbone cinese viene dalle province di Shaanxi, Shanxi, Mongolia Interna e Hebei. E inoltre molto dibattuta a livello mondiale la questione sulla sicurezza delle miniere cinesi. Gli incidenti sono all ordine del giorno ed ogni anno vengono documentati oltre morti nelle miniere, mentre i dati reali potrebbero arrivare a 10 volte tanto (nel 2004 dati ufficiali partano di 6,027 morti, mentre nello stesso 10

11 anno negli Stati Uniti i morti sono stati 28). Spesso gli operai lavorano in condizioni che noi definiremmo disumane, anche 14 ore al giorno e sottopagati. Tuttavia spesso sono posti di lavoro ambiti, perché molti non hanno altri modi di guadagnarsi da vivere. Molti infatti sono migranti che pianificano di lavorare qualche anno fino ad avere abbastanza soldi per comprarsi un pezzo di terra o degli animali. E tuttavia presente anche qualche eccellenza. Per esempio la miniera Shangwan Pit della Shenhua, nel sud della Mongolia Interna, è una delle miniere più tecnologicamente avanzate del mondo. E infatti completamente automatizzata e produce più di un milione di tonnellate di carbone al mese con solo 300 lavoratori. Il mercato del carbone Il mercato cinese è sempre stato molto chiuso. Solo negli ultimi anni si è notevolmente aperto alle imprese straniere. Non solo in pochi anni sono aumentate esponenzialmente le importazioni (tra il 2002 ed il 2010 il consumo di carbone in Cina è più che raddoppiato), ma anzi diverse imprese straniere hanno investito pesantemente nel paese, portando nuovo know how in tutta l industria del carbone. Attualmente il principale partner per investitori stranieri è il China National Coal Import and Export Corporation, che collabora già con numerosi partner stranieri. Non è da trascurare neanche la domanda di carbone coke. La Cina è infatti il principale produttore di acciaio al mondo (nel 2010 ha prodotto il 44,3% dell acciaio mondiale), in cui è usato il carbone coke come materiale principale. E inoltre un industria estremamente energivora e quindi bisognosa di grosse forniture di energia elettrica, generalmente fornite tramite centrali a carbone. Anche nel caso del carbone coke la Cina è una importatrice netta. Infatti solo una bassa percentuale delle riserve di carbone cinesi contengono carbone adatto a questi processi. Produzione di energia elettrica da carbone Per lungo tempo oltre il 90% della produzione di energia elettrica è stata prodotta dal carbone. Con circa il 70% del mercato, tutt oggi il carbone rappresenta il principale combustibile per le centrali elettriche del paese, arrivando a produrre circa l 80% dell energia elettrica. La capacità installata nel 2008 era stimata in 797 GW. Negli ultimi anni sono stati aggiunti mediamente GW annui di nuove installazioni. A fronte della disattivazione di vecchie ed obsolete centrali per circa 20 GW annui, il parco di centrali a carbone si è notevolmente rinnovato con tecnologie più moderne. Mediamente infatti l efficienza delle centrali cinesi è oggi superiore a quella statunitense. FACTS Global Energy stima che a fine 2011 saranno stati raggiunti GW di capacità installata, mentre nel 2020 si potrebbe arrivare fino a GW. Contrariamente a quanto si pensi, però, attualmente le centrali cinesi non vanno tutte al massimo della capacità produttiva. Mediamente anzi lavorano poco sopra le ore/anno. Ciò è dovuto principalmente ai prezzi del carbone che sono attualmente alti, rispetto al passato. Dunque gli impianti più vecchi o di società più piccole, essendo il prezzo dell energia elettrica venduta fissato dallo Stato, lavorano spesso in perdita, mentre gli altri hanno una serie di altre ragioni: mantenere margini di riserva, confrontarsi con fonti più economiche o incentivate, o come avviene frequentemente essere limitati da problemi di congestione della trasmissione dell energia elettrica. Molto diverso è invece di discorso per le emissioni. Infatti una normativa di controllo delle emissioni è stata sempre carente, se non addirittura assente. Solo ultimamente, anche per via della pressione internazionale che gli altri stati stanno attuando verso la Cina, la questione delle emissioni inquinanti e climalteranti è 11

12 stata presa sul serio dalle autorità cinesi. Difatti il Governo cinese, come detto a più riprese, vuole imporsi per il futuro come una potenza responsabile, pur senza penalizzare nel frattempo in alcun modo la crescita del Paese. Sebbene questa visione sembri essere in contraddizione, bisogna ricordare come i cinesi abbiano una visione che va molto avanti nel futuro, molto di più di quanto non siamo abituati noi occidentali. Il futuro Sebbene la tendenza sia quella di diversificare le fonti usate, l uso massiccio del carbone in Cina perdurerà ancora per molti decenni. Alcune stime prevedono che il picco di produzione interna sarà raggiunto entro il 2020, costringendo quindi il Paese ad aumentare le importazioni. Sicuramente il fabbisogno continuerà ad aumentare almeno fino a quella data, con numerose nuove centrali a carbone che entreranno in funzione per sostenere la crescente domanda di elettricità. Sarà sempre questo infatti il principale utilizzo della fonte fossile, a fronte dell urbanizzazione del paese e del progressivo abbandono del riscaldamento a carbone a favore del riscaldamento a metano, in atto in tutto il Paese. Come già detto, sebbene il carbone sia stato a lungo un settore industriale chiuso agli investimenti stranieri, da alcuni anni la situazione è cambiata. Particolare risalto ed attrazione riguarda la cattura della CO 2 (Carbon Capture and Sequestration (CCS)), che permetterebbe alla Cina di continuare ad usare più a lungo i suoi impianti a carbone, limitando ove possibile l impatto sull ambiente. Infatti si sta investendo molto in queste tecnologie e sono in atto numerose collaborazioni con enti e università straniere, tali che la IEA riconosce alla Cina un ruolo da leader nella ricerca sulla CCS. Nel 2007 China Huaneng Group, una delle maggiori compagnie del settore elettrico cinese, ha stretto una collaborazione con l Australian Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization per la costruzione di un impianto CCS sperimentale. E entrato in operatività nel 2008, con una capacità di tonnellate annue catturate. Di recente Shenhua ha realizzato un impianto di cattura di anidride carbonica su larga scala a Ordos Shi, nella Mongolia Interna. Sarà utilizzato un particolare processo di precombustione tramite il quale tonnellate annue di CO 2 verranno intrappolate in acquifero salino. Tale bacino ha una capacità di stoccaggio prevista di 4,4 miliardi di tonnellate ed il costo di realizzazione dell impianto è stato di 31 milioni di dollari. Vari altri progetti sono in fase più meno avanzata. Oltre alla cattura della CO 2, sono previsti forti investimenti nella produzione di Coal Bed Methane, nella gassificazione e nella liquefazione del carbone. Ad oggi tuttavia non si ripone molta fiducia negli impianti IGCC, ovvero a carbone gassificato. Le principali critiche sono il suo alto costo e la scarsa affidabilità. Tuttavia la ricerca continua anche in questo settore e questa visione, forse legata al passato, potrebbe cambiare velocemente. Viceversa il governo cinese sta promuovendo lo sviluppo di un industria di larga scala sulla liquefazione, anche con progetti di ricerca avanzata. Il primo impianto di liquefazione di grande taglia è stato commissionato nel 2009 ad una controllata del gruppo Shenhua, nella regione autonoma della Mongolia Interna, ed è già entrato in funzione. L impianto ha una capacità di produzione di barili al giorno di diesel da carbone, con l obiettivo di arrivare a barili/giorno nel Altri progetti sono attualmente in fase di studio. 12

13 Il Petrolio La produzione nazionale La Cina è ormai la seconda potenza economica mondiale ed è divenuta anche la seconda consumatrice di petrolio dopo gli Stati Uniti. Con una produzione annua di greggio di 203 milioni di tonnellate (Mton) e un consumo di 428,6 Mton, la Cina al 2010 è una forte importatrice di petrolio con 234,6 Mton, soprattutto medio orientale ed africano. Se negli anni 80 vi era un esportazione netta di petrolio, questa tendenza si è andata modificando a partire dal 1993 quando le importazioni hanno iniziato ad aumentare rapidamente partendo da 1,8 Mton, fino ad arrivare ai livelli odierni. Nonostante gli ingenti investimenti in campagne di esplorazione on-shore, la produzione domestica non è mai incrementata oltre il 7% annuo, con riserve provate di 14,8 Mton. I vecchi giacimenti on-shore, che costituiscono l'85% del totale, sono localizzati nel nord del paese e non riuscendo a compensare la forte e crescente domanda interna, ha portato le maggiori compagnie petrolifere di Stato a focalizzarsi sullo sviluppo di riserve non sfruttate nelle province occidentali interne e mongole e campi off-shore nel mare cinese del sud. Le infrastrutture e gli accordi commerciali A fronte del forte aumento della domanda di petrolio prevista per i prossimi anni, la Cina sta costruendo una politica di relazioni e di legami economici e commerciali con paesi ricchi di petrolio. Approfittando anche della crisi economica e del calo dei consumi del mondo occidentale, i cinesi stanno incrementando le acquisizioni globali ed il finanziamento di progetti sia in Asia Centrale, che in Medio Oriente, in America Latina ed in Africa, per espandere le riserve e la produzione di petrolio, diversificare i fornitori di energia primaria e ridurre il rischio operativo, sviluppando un sistema logistico globale efficace ed acquisendo competenze sia tecniche (deepwater, tight oil) che manageriali. La relazione che intercorre tre le aziende petrolifere statali (NCO), quali Sinopec e China National Petroleum Corporation (CNPC), quinta e sesta azienda per ricavi mondiali, e il governo cinese è complessa e all'apparenza con interessi divergenti. Infatti, anche se le compagnie petrolifere cinesi sono partecipate per la maggior parte dallo Stato, vi sono sia capitali privati interni che esteri che detengono quote societarie minori, e quindi i driver della loro attività non sono dettati dall'alto ma nascono da necessità e sfruttamento di opportunità di carattere commerciale. Negli ultimi anni, le tre principali aziende petrolifere cinesi, CNPC, Sinopec e la Cina National Offshore Oil Corporation (CNOOC), si sono contraddistinte come importanti player sul mercato globale, con fusioni e acquisizioni di società estere operanti nella fase di upstream. Tra il 2009 e il 2010 sono stati spesi oltre 38 miliardi di dollari in operazioni di Merger and Acquisition (M&A) da parte di imprese cinesi, che rappresentano il 20% del totale mondiale registrato nel periodo. L'aumento delle loro capitalizzazioni e delle operazioni su mercati esteri hanno creato nuove dinamiche ai modelli regionali di approvvigionamento energetico che interessano il panorama politico e lo sviluppo economico nella regione. Tuttavia le NCO sono ancora dipendenti dal mercato internazionale, dove acquistano la maggior parte del petrolio. Molti partner commerciali storici cinesi sono paesi del Medio Oriente da dove la Cina importa ben miliardi di barili al giorno. In particolare vi è l'arabia Saudita che nell'ultimo periodo sta beneficiando delle politiche di embargo promosse da Stati Uniti ed Europa nei confronti dell'iran. Infatti, così facendo il colosso asiatico sta acquistando sempre maggior potere di contrattazione sul prezzo del petrolio iraniano, favorito anche dalla calma apparente dello stretto di Hormuz protetto dalle truppe statunitensi senza nessun 13

14 contributo finanziario in quest operazione di messa in sicurezza della via del petrolio, fondamentale per gli equilibri energetici mondiali. Anche l Africa gode fin dalla metà degli anni ottanta di privilegiati rapporti commerciali con i cinesi e recentemente la Cina ha ampliato le sue relazioni con paesi come Angola, Nigeria e Sudan. Rispetto alle multinazionali occidentali del petrolio, le relazioni instaurate con questi paesi hanno seguito dei percorsi differenti, evitando l'errore di considerare il continente Africano come un unica entità e adottando politiche commerciali differenti da paese a paese. Infatti alcuni stati, anche avendo ingenti riserve, non possiedono gli strumenti e le competenze nella fase upstream o downstream, oppure in altri casi conflitti interni possono impedire quella stabilità e sicurezza territoriale necessaria per il pieno sfruttamento e utilizzo delle stesse. Il rapporto cino-africano è così divenuto notevolmente complesso nel corso del tempo, affiancando ad accordi di lungo periodo di sfruttamento delle risorse petrolifere quelli di concessioni di prestiti ai governi in difficoltà finanziaria, linee di credito per la realizzazione di progetti infrastrutturali, ma anche vendita di armamenti a regimi autoritari in cambio di permessi di esplorazione e sfruttamento di campi petroliferi e non solo. Problematiche geopolitiche legate al commercio del petrolio vi sono anche nel mare cinese dell'est, in un area di miglia quadrate, in merito sia alla disputa nella fissazione dei confini territoriali marini, che al controllo dell'isola di Daioyu tra Cina, Giappone e Sud del Corea, ricca di gas e petrolio. Lo stesso discorso si può fare per un altra porzione dell'oceano Pacifico, quello del Mare Cinese Meridionale, che comprende una vastissima area, dallo stretto di Malacca fino al nord di Taiwan, incluse le isole piccole Spratly oggetto delle contese territoriali tra Cina, Filippine, Vietnam e Malesia. Negli ultimi anni prestiti e finanziamenti per la costruzione di oleodotti sono stati fatti in collaborazione con la Russia, con il progetto Siberia Pacific Ocean (2009), oleodotto che si estenderà per oltre duemila miglia dalla città russa di Taishet fino alle coste del Pacifico. Altri progetti riguardano il Turkmenistan per la costruzione di oleodotti e gasdotti in cambio di contratti di approvvigionamento di lungo termine, il Brasile con l acquisizione del 40% dell azienda sussidiaria brasiliana della spagnola Repsol, l Argentina con il 50% della compagnia di stato argentina Bridas e il Venezuela, con contratti di approvvigionamento di lungo periodo. A fronte delle suddette problematiche geopolitiche d importazione di petrolio tramite nave, la Cina ha contemporaneamente cercato di migliorare l'integrazione della rete domestica di pipeline, per il 70% gestita da CNPC con miglia di tubi che riforniscono soprattutto gli insediamenti industriali e le grandi città sulla costa est del paese, così come di stabilire connessioni internazionali con paesi confinanti e diversificare le rotte di importazione di petrolio. Alla fine del 2009, la Cina ha concluso accordi con paesi limitrofi per importare gas e petrolio da tutte le direzioni. Il particolare per la costruzione di oleodotti sono stati fatti investimenti in collaborazione con la Russia, con il progetto Siberia Pacific Ocean (2009), oleodotto che si estenderà per oltre duemila miglia dalla città Russa di Taishet fino alle coste del pacifico e con altre 14

15 repubbliche ex-sovietiche, Kazakistan, Uzbekistan e Turkmenistan, verso la regione occidentale di Xinjiang. Inoltre è stato costruito un oleodotto a sud per accedere alle riserve di Myanmar per evitare le difficoltà di navigazione dello stretto di Malacca. La raffinazione Mappa delle nuove rotte del petrolio createsi negli ultimi anni. (Fonte: IEA) La Cina sta anche aumentando la sua capacità di raffinazione al fine di soddisfare la crescita della domanda di derivati quali benzina, di cui il 50% utilizzato nei trasporti, diesel e kerosene. Nel 2010 la Cina aveva una capacità di raffinazione di 10 milioni di barili al giorno (+6,8% dal 2009) e si attende un incremento di 3,7 milioni di barili al giorno tra il 2011 e il La produzione di prodotti derivati arriva a 8,4 milioni di barili, la seconda al mondo dopo gli USA e con un incremento dal 2009 dell'11,4%, tendente all'aumento ed in forte competizione con le raffinerie Indiane. I due maggiori operatori del settore sono CNPC e Sinopec, con capacità rispettivamente del 50 e 35 % sul Migliaia di barili al giorno Consumi di Petrolio e Raffinazione Consumi di Petrolio Capacità di Raffinazione 15 totale. Tuttavia anche CNOOC è entrata nel settore downstream attraverso la commissione della prima raffineria della società, con capacità di barili al giorno con l impianto di Huizhou, anche se storicamente focalizzata e leader nell upstream off-shore. Il settore della raffinazione ha infatti subito un profondo cambiamento negli ultimi anni con decine di raffinerie di piccole dimensioni (gli impianti da a barili al giorno in Cina rappresentano circa il 15 per cento della capacità di raffinazione totale) costrette a chiudere, non riuscendo a sostenere la competizione dei grandi colossi petroliferi. Negli ultimi anni però, i raffinatori hanno dovuto convertire i loro impianti ed adattarli alla raffinazione di petroli più pesanti come quelli del Medio Oriente e del Sudan.

16 Il futuro A fronte dello scenario attuale del mercato petrolifero in Cina, l Agenzia Internazionale dell'energia (IEA) prevede che nel 2035 vi sarà un aumento del consumo di petrolio che potrebbe raggiungere i 17 miliardi di barili giorno e nei prossimi cinque anni la metà della crescita globale della domanda di petrolio sarà sostenuta dalla Cina. La forte crescita economica e demografica degli ultimi anni, la domanda di carburante utilizzato per trasportare merci e per fornire le flotte di veicoli privati (la Cina è divenuta il più grande mercato auto del mondo nel 2009), così come la crescente domanda di materie prime petrolchimiche e la mancanza di riserve petrolifere locali consistenti, hanno reso il problema dell'approvvigionamento energetico, e in particolare quello petrolifero, un punto fermo della politica energetica cinese. All apertura del mercato cinese dei primi anni 70, le gradi major petrolifere hanno investito ingenti capitali in Cina, in attività quali la petrolchimica, le attività di esplorazione e produzione (E&P), fino a ricoprire varie parti della filiera petrolifera. In questo excursus, le multinazionali del petrolio avevano come obiettivo principale quello di imporsi nel mercato locale come player internazionali attraverso l instaurazione di rapporti commerciali con le aziende petrolifere cinesi, che in breve si sono trasformate in vere e proprie acquisizioni di pacchetti azionari delle stesse. Dalla fine degli anni 90 in poi, questa tendenza si è invertita, le aziende cinesi non necessitavano più di capitali e tecnologia straniera, la loro posizione si era rafforzata e divenendo esse stesse grandi aziende globali hanno costretto compagnie quali BP, Shell, Exxon, a vendere le loro partecipazioni azionarie e instaurare nella maggior parte dei casi collaborazioni win-win strategy nell attività di marketing e di E&P. Quindi, se nel passato la Cina era vista come un mercato da esplorare, con forte potenziale di sviluppo ma scarsa competizione interna, oggi le potenzialità si sono affermate, l attrattività è aumentata, ma il livello di competizione è elevato e presenta differenti rischi da dover considerare prima di intraprendere delle attività d investimento dirette. Un aspetto importante da dover considerare è la situazione politica internazionale. Come abbiamo visto i conflitti territoriali e le instabilità politiche hanno una profonda influenza sul mercato del petrolio in Cina. Come importatore netto, la Cina è molto sensibile alle fluttuazioni del prezzo del greggio mediorientale e non, e per gli investimenti esteri il rischio di cambiamento della situazione politica, anche se molto inferiore a qualsiasi altro paese in via di sviluppo, è una variabile da tener presente. In secondo luogo, l atteggiamento del governo cinese nei confronti delle aziende petrolifere straniere si è modificato rispetto al passato. Il governo, infatti, sta cercando di rafforzare il controllo sul mercato locale per supportare le aziende di stato attraverso una maggiore rigidità della concessione di licenze d esplorazione, produzione e costruzione d impianti di raffinazione, settore strategico per lo sviluppo del paese. Possiamo concludere che il mercato cinese del petrolio è ancora molto ricettivo agli investimenti esteri ed abbondante di opportunità da esplorare, anche se con le dovute cautele. 16

17 Il Gas Naturale La diffusione in Cina Rispetto ai paesi occidentali, soprattutto Europa ed USA, il gas naturale ha ancora un ruolo marginale nell economia del paese, essendo poco ramificato e mancando, fino ad adesso, le necessarie infrastrutture per consentirne una sua diffusione capillare. Sono due i principali fattori che hanno portato ad uno sviluppo rallentato di questo mercato: prima di tutto, il business del gas naturale Consumi di Gas Naturale richiede sostanziali investimenti per le infrastrutture, soprattutto in un paese geograficamente vasto come la Cina; secondo, Cina Stati Uniti Italia Russia il gas naturale è un combustibile notevolmente più caro del carbone, di cui la dispone in gran quantità e su cui ha fondato la propria economia. Nel 2010 il consumo di gas naturale ha subito un forte aumento rispetto al 2009, il 21,8%, raggiungendo un consumo di 98,1 milioni di tep. Miliardi di metri cubi Il Governo cinese dai primi anni del nuovo millennio ha infatti deciso di effettuare massicci investimenti per rendere disponibile il gas naturale nella gran parte del Paese e favorirne il suo uso in sostituzione del carbone. Anche in Cina infatti si è preso coscienza del problema ambientale e, sebbene la nazione non sia ancora soggetta a stretti vincoli internazionali come in Europa, vuole proporsi come futuro modello verde nel lungo termine e sta pesantemente finanziando anche ricerche e l utilizzo di fonti più pulite Le riserve Come spesso avviene la quantità di riserve può cambiare a seconda di chi le misura. Sicuramente le riserve di gas naturale convenzionale nel sottosuolo cinese sono di notevole entità, anche se incapaci da sole di sostenere la crescente domanda dell economia cinese. Il BP statistical review 2011 stima le riserve provate cinesi in miliardi di m 3, mentre l U.S. Energy Information Administration arriva a miliardi di m 3. Le principali riserve sono localizzate nella parte interna del paese, principalmente nella parte occidentale e centro-nord. Storicamente lo sviluppo dell estrazione del gas in Cina è sempre stata legata alla perforazione di campi petroliferi. Solo recentemente sono stati perforati giacimenti di gas non associato. I maggiori bacini sono quelli di Tarim Basin, Ordis Basin e Sichuan Basin, che da soli 17

18 compongono più della metà delle riserve provate cinesi. La produzione 2010 si è attestata a 96,8 miliardi di m 3, con un aumento di ben il 13,5% rispetto all anno passato. Le infrastrutture e la politica del gas Fino alla creazione di grosse infrastrutture, l uso del gas naturale in Cina è sempre stato di portata locale ed era usato principalmente come carburante o materiale nei fertilizzanti chimici. La prima linea interregionale di trasporto del gas, dovuta alla significante scoperta del giacimento di Ordos Basin alla fine degli anni 80, è stata completata nel 1997 e collegava Ordos (Shaanxi) con Beijing (Pechino). E lunga 868 km e trasporta 3,6 miliardi di metri cubi di gas annui. Approvata nel 2000, nell ottobre del 2004 è stata invece completata la prima West-East pipeline, di una lunghezza complessiva di km ed una capacità originaria di 12 miliardi di m 3 annui di gas, per un costo di circa 5,7B $. E la prima pipeline che porta il gas delle riserve interne verso le città costiere dell est ed è stato l inizio per la Cina dell avvento del business del gas che è passato da scala locale, come era stato fino ad allora, a scala nazionale. Oggi la capacità è stata aumentata a 17 miliardi di m 3. Nel 2005 è stata invece completata la seconda Ordos (Shaanxi) Beijing pipeline, con una capacità di 12 miliardi di m 3. Tale linea è stata voluta principalmente per cercare di diversificare l utilizzo di fonti primarie nell area di Pechino, ovvero fondamentalmente ridurre l uso di carbone, con l obiettivo di ridurre l inquinamento locale in vista dei giochi olimpici del Visto la crescente domanda nel febbraio del 2008 è cominciata la costruzione della seconda West-East pipeline, completata a giugno 2011 e la cui entrata in funzione è prevista per la metà del Costata ben circa 22,5B $, con i suoi km e 30 miliardi di m 3 annui di capacità si tratta della pipeline più lunga del mondo. Il gas proviene stavolta dal Turkmenistan. Ad agosto 2011 è stata annunciata dalle autorità cinesi il progetto di raddoppiarne la capacità per il La terza West-East pipeline è invece in costruzione ed è previsto il suo completamento nel La sua capacità sarà di circa altri 30 miliardi di m 3 annui e porterà il gas dell Asia Centrale (Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakhstan) principalmente verso la regione a sudest di Fujian. Piani cinesi prevedono anche l inizio dei lavori della terza e quarta pipeline entro il Anche diverse linee inter-regionali sono state costruite negli ultimi anni o sono in costruzione. Altre ancora sono in fase di progetto per portare il gas in regioni attualmente sprovviste. Anche l LNG gas ha avuto un rapido progresso in questi ultimi anni. Il primo rigassificatore è entrato in funzione nel 2006 a Guangdong ed ha aperto la Cina al mercato internazionale. Oggi in Cina sono presenti 4 rigassificatori funzionanti con una capacità complessiva di oltre 20 miliardi di m 3 annui e ben 5 sono attualmente in costruzione. Inoltre la Cina ha stretto diversi accordi commerciali con i paesi interessati a questo mercato; dal 2005, per esempio, è presente una collaborazione tra Cina ed Australia per scambi reciproci di know how delle industrie dei due paesi nella ricerca e nella formazione del personale. 18

19 La maggior parte dell attività di upstream è concentrata in tre grandi società a controllo pubblico, la CNPC, la Sinopec e la CNOOC, con quote pubbliche rispettivamente del 90%, 77% e 70%. Tutte e tre sono nate negli anni 80, durante gli anni delle riforme economiche. Sono tuttavia presenti diversi altri operatori di minori dimensioni, prevalentemente proprietà dei governi locali. La produzione negli ultimi anni è aumentata notevolmente, più che raddoppiando dal Nel 2011 sono stati prodotti 96,8 miliardi m 3, con un aumento del 13,5% rispetto all anno precedente. Per favorirne una rapida diffusione, il Governo ha promosso sin dall inizio l uso del gas come sostituto del carbone, del petrolio e dell olio combustibile. Dunque le autorità sono state attente a stabilire un basso prezzo di vendita, addirittura probabilmente in perdita all inizio, per favorirne la diffusione soprattutto nel settore residenziale e della produzione di energia elettrica, oltre che per evitare la salita dell inflazione. Infatti soprattutto quest ultimo settore è ancora restio a cambiare combustibile, essendo il carbone presente in notevoli quantità ed a basso prezzo. Il prezzo di vendita è formato da tre componenti: il costo di produzione/importazione, il costo di trasporto (pagato al chilometro di trasporto) ed il costo di distribuzione e vendita. Ciò comporta che aree diverse del paese abbiano prezzi sensibilmente differenti. E anche per questo che il Governo cinese focalizzerà molte risorse nelle infrastrutture, per evitare di bloccare diffusione del gas nelle aree dove attualmente il prezzo di acquisti è più caro. Inoltre dal 2012, per favorire un uso dell energia maggiormente razionale, la Cina ha avviato una sperimentazione in alcune aree del Paese legando i prezzi maggiormente al mercato, invece di tenerli artificialmente bassi. Lo shale gas Quando nel 2009 negli Stati Uniti furono messe sul mercato le nuove tecnologie per lo sfruttamento dello shale gas, iniziò un periodo di grande cambiamento nel mercato mondiale del gas. L apertura allo sfruttamento di massa di questa fonte non convenzionale potrebbe portare negli anni a cambiare lo scenario mondiale dello sfruttamento di questo idrocarburo. Gli Stati Uniti da importatori netti potrebbero diventare a breve esportatori netti, ed il prezzo del gas nel mercato americano ha già subito pesanti ribasso per l eccesso di offerta venutosi a creare. Qualcosa di simile potrebbe accadere anche alla Cina, che si è dichiarata ovviamente molto interessata alla nuova scoperta. Infatti la Cina ha già effettuato diversi investimenti in società americane che operano nel mercato dello Shale Gas ed è notizia recentissima (marzo 2012) della cooperazione tra Shell e CNPC per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di shale gas cinese. Stime sia dell EIA (confermate anche da stime interne della Cina) indicano come il Paese potrebbe possedere le maggiori riserve di shale gas al mondo, stimando riserve tecnicamente recuperabili per miliardi di metri cubi (contro le circa statunitensi). Il futuro L obiettivo del governo cinese riguardo al gas naturale, annunciato nel 10 Piano Quinquennale ( ) e prorogato nell 11 e nel 12, è quello di raggiungere la soglia del 10% nell uso di gas naturale nel mix energetico del Paese per il 2020 (nel 2009, ultimi dati disponibili, ha raggiunto il 4%). Infatti nel 2004 il Development Research Centre del Consiglio di Stato ha promosso lo sviluppo del gas naturale nel report National Energy Policy and Strategy che promuove il suo uso come alternativa pulita al carbone, principalmente per uso residenziale e di produzione di energia elettrica. La Cina è fortemente intenzionata a mostrarsi e divenire una potenza emergente responsabile, come chiaramente sottolineato nel 12 Piano Quinquennale del Le stime dell EIA e della IEA indicano un consumo di miliardi di m 3 per il 2020, mentre previsioni stimano consumi anche superiori a 200 miliardi di m 3. Le stesse previsioni 19

20 aggressive vengono date da autorità cinesi per la produzione di gas naturale convenzionale da giacimenti interni, che si attestano sui miliardi di m 3, mentre stime più moderati indicano una produzione probabile tra 120 e 140 miliardi di m 3. Tutto questo senza considerare lo shale gas, che potrebbe portare in linea teorica la Cina a diventare autosufficiente o addirittura esportatrice di gas metano. Il settore residenziale è il settore in più rapida crescita, soprattutto per gli sforzi del governo per cercare di diminuire l inquinamento locale. Per questo anche nel trasporto pubblico è incentivato l uso del metano. Ad esempio già oggi a Pechino quasi tutti gli autobus pubblici sono a metano, preferito al GPL soprattutto per il legame di quest ultimo ai prezzi del petrolio, che ha portato a forti aumenti di costo in questi ultimi anni. Per quanto riguarda il settore industriale l uso del gas naturale si sta imponendo soprattutto nelle industrie più energivore, vale a dire chimica e petrolchimica, ferro, acciaio ed altri minerali, mentre il suo utilizzo ancora latita nelle industrie a media e bassa intensità energetica. Per la produzione di energia elettrica invece spesso si continua a preferire l uso del carbone, sostanzialmente per facilità di reperibilità e minore prezzo, ed anche se l uso del metano è in forte ascesa, la percentuale di energia prodotta con il gas naturale è ancora bassa, intorno al 3%. Secondo i piani a lungo termine del Governo cinese, entro il 2020 dovrebbero entrare in funzione nuovi impianti tali da superare i 70 GW di potenza. La principale sfida sarà quella di garantire a questi impianti un flusso costante di carburante ed evitare i problemi di alcuni anni fa quando per esempio nel 2007 diversi impianti dovettero sospendere più volte la produzione per mancanza di rifornimenti. I recenti e futuri investimenti pubblici in nuove infrastrutture vanno in questa direzione e si prevede dunque che lo spazio per investimenti privati rimarrà ampio almeno per i prossimi anni, in cui società specializzate nella progettazione e vendita di turbogas e cicli combinati, se sapranno districarsi nella complicata e non trasparente politica cinese, potranno ricavarsi una propria quota di mercato. Lo stesso vale per le maggiori compagnie internazionali operanti nell upstream del gas, in quanto la Cina attualmente non dispone della tecnologia necessaria per lo sviluppo del proprio shale gas ed in questa prima fase dipenderà dal know how straniero. 20

21 L Energia Nucleare Lo sviluppo del nucleare in Cina Contrariamente a quanto avviene nella maggior parte degli stati europei, ed in parte anche in USA e Giappone, la Cina considera tutt ora il nucleare come parte integrante della sua strategia di diversificazione della produzione di energia elettrica. Tutt oggi riveste un ruolo importante nell elettrificazione del paese, soprattutto nella zona costiera. Nel 2010 sono stati prodotti 73,9 TWh, con un aumento del 5,3% sull anno precedente, ed una quota del 2,7% della produzione di energia elettrica nazionale. Le prime mosse verso l energia nucleare sono state fatte durante gli anni 70 ed a partire dal 2005 l industria è entrata in una fase di rapido sviluppo. Negli anni sono state assorbite soprattutto tecnologie francesi, canadesi e russe, e la maggior parte degli attuali reattori in funzione sono basati su tecnologia d origine transalpina. Le ultime acquisizioni tecnologiche, come approfondito più avanti, arrivano sempre dalla Francia ma soprattutto dagli Stati Uniti, grazie a Westinghouse (ad oggi sotto il controllo di Toshiba). Sebbene l incidente di Fukushima abbia attualmente fermato quella che sembrava essere la vigilia di una rinascita nucleare, in Cina sembra avere solo ritardato l ambizioso programma nucleare. Infatti, subito dopo l incidente, il 16 Marzo 2011 l approvazione alla costruzione di nuovi impianti è stata sospesa in attesa di nuovi test sulla sicurezza delle centrali attualmente in funzione ed in costruzioni. Sono stati effettuati nuovi studi soprattutto sulla locazione delle centrali e sul controllo di eventuali perdite di materiale radioattivo. Tuttavia la National Energy Administration (NEA) nel dicembre 2011 ha dichiarato di voler proseguire sulla strada del nucleare e la ripresa delle costruzioni è avvenuta a marzo Regolamentazione e sicurezza L organismo predisposto alla concessione delle licenze, alla regolazione del settore nonché agli aspetti riguardanti accordi internazionali in tema di sicurezza nucleare è il National Nuclear Safety Administration (NNSA), creato nel 1984 ed oggi sotto la China Atomic Energy Authority (CAEE), formata nel 1999 ed a capo di diverse strutture di pianificazione, sviluppo, ricerca, controllo qualità e di cooperazione internazionale. La NNSA riporta direttamente al Consiglio di Stato, ma si ritiene che la sua reale indipendenza dalla CAEE sia limitata. L impegno cinese è quello di raggiungere i migliori standard mondiali in tema di sicurezza e per questo è molto attiva sul piano internazionale. Ad ottobre 2011 ha richiesto ed ospitato 12 missioni Operational Safety Review Team (OSART) dell Agenzia Internazionale dell Energia Atomica (IAEA) ed ogni impianto ha generalmente una revisione esterna sulla sicurezza a cadenza annuale. La politica nucleare La Cina ha definito alcuni punti cardine del suo programma nucleare, che sarà realizzato durante un lungo arco di tempo: I reattori ad acqua pressurizzata (PWR, Pressurized Water Reactor) rappresenteranno la principale tecnologia usata, ma non l unica; Gli assemblati di combustibile nucleare saranno fabbricati e prodotti, quando possibile, dentro i confini nazionali; 21

22 Sarà massimizzata la realizzazione domestica degli impianti e della strumentazione; La cooperazione internazionale sarà comunque incoraggiata. Non ci sono specifiche che definiscono ufficialmente le tecnologie che saranno privilegiate, tuttavia sono due i design che quasi certamente faranno da fulcro per i prossimi reattori: i CPR-1000 e gli AP1000. Per un orizzonte di tempo più lungo le priorità sono reattori refrigerati a gas ad alta temperatura ed a neutroni veloci. Come in molti altri settori, la programmazione in campo nucleare si spinge fino a fine secolo, con una programmazione dettagliata, anche se passibile di aggiornamenti anno per anno. Già prima del 2008 il governo aveva pianificato di aumentare la capacità di generazione di energia elettrica da nucleare fino a 40 GW e (su un totale di circa 1000 GW e pianificati, ovvero il 4%), con ulteriori 18 GW e in costruzione per quella data. Negli ultimi anni il programma si è tuttavia ampliato e ad oggi stime successive all incidente di Fukushima del governo cinese parlano di una potenza tra 60 e 70 GW e per il 2020, 200 GW e per il 2030 ed un numero tra 400 e 500 GW e nel Per metà secolo è anche previsto il pieno regime dei nuovi reattori a neutroni veloci, con stime (ottimistiche) di circa 200 GW e. Contemporaneamente sono ovviamente previsti forti investimenti per la rete di trasmissione, compresi fondi stanziati per la ricerca sulle Smart Grid. A gennaio 2011 State Grid Corporation of China (SGCC) ha annunciato investimenti per 75,4 miliardi di dollari fino al 2016 per estendere la rete di trasmissione ad ultra-alto voltaggio (UHT). La tecnologia CPR-1000: Il reattore CPR-1000 è sostanzialmente una versione aggiornata del reattore di II generazione francese M310 da 900 MW e, importato per l impianto di Daya Bay negli anni 80. E conosciuto come il reattore PWR cinese migliorato e definito essere di generazione II+, sebbene la francese Areva detenga alcune proprietà intellettuali che ne limitano la vendita. E stato equipaggiato di controlli digitali aggiornati e sviluppato per avere una vita di 60 anni, forte delle tecnologie ben collaudate nei decenni precedenti. Il tempo di costruzione standard è di 52 mesi con un costo stimato tra e $/kw; ACPR-1000: Si tratta dell evoluzione del CPR-1000 lanciata dalla China Guangdong Nuclear Power Corporation (CGNPC) nel novembre 2011 e di completa proprietà intellettuale cinese. La sua progettazione è iniziata nel 2009 insieme alle maggiori industrie cinesi ed è pianificato essere disponibile per la costruzione nazionale e la vendita internazionale a partire dal 2013; AP1000: L AP-1000 è un nuovo reattore di III generazione della Westinghouse, le cui commesse cinesi saranno le prime unità ad entrare in funzione al mondo. Nel 2004 il Consiglio di Stato ha approvato i piani per la costruzione di due nuove unità a Sanmen e di sei unità a Yangjing (iniziando con la costruzione delle prime due), con potenze comprese tra e MW e e di III generazione. I reattori da usare sono stati decisi tramite bandi pubblici, a cui hanno partecipato Westinghouse (AP1000), Areva (EPR) e Atomstroyexport (VVER-1000 modello V-392). Nel settembre 2006 un consiglio di circa 200 persone votò a favore della tecnologia americana per i primi quattro impianti da costruire, apprezzando il design passivo, i sistemi di sicurezza semplificati, la costruzione modulare e quindi più rapida. Ad inizio 2007 i due reattori iniziali di Yangjing sono stati spostati a Haiyang. Nel luglio 2007 i contratti tra Westinghouse e le società cinesi del settore (tra cui The State Nuclear Power Technology Corporation (SNPTC), Sanmen Nuclear Power Company, Shangdong Nuclear Power Company) per una cifra che si stima intorno agli 8 miliardi di 22

23 dollari per i quattro reattori degli impianti (la parte non nucleare è stata affidata ad altre società, anche estere. Per esempio le quattro turbine sono affidate alla Mitsubushi Heavy Industries). La costruzione del primo reattore è stata iniziata ad aprile 2009, subito seguita dagli altri, e dovrebbe entrare in funzione ad agosto Entro il 2015 dovrebbero entrare in funzione i quattro impianti. Ma ancora più importante è il fatto che l accordo con Westinghouse prevede inoltre un trasferimento di tecnologia ai cinesi in modo che questi ultimi acquisiscano un know how tecnologico tale da aumentare la loro indipendenza della futura progettazione e costruzione di impianti basati su tecnologia AP1000. Tuttavia, nel 2011 sono anche stati presi accordi per la costruzione di altri AP1000 da parte di Westinghouse. Ci sono trattative avanzate per altri 10 impianti ed ufficiosamente si parla di ulteriori reattori nel prossimi decenni. Dell accordo fanno anche parte trasferimenti di proprietà intellettuale a SNPTC e per diventare autosufficienti nella preparazione del combustibile per gli AP1000; CAP 1400: Nel novembre 2010 ulteriori accordi sono stati firmati tra Westinghouse con SNPTC e Shangai Engineering Research & Design Insitute (SNERDI), includendo consulenza di supporto tecnico ai cinesi nel processo di sviluppo del reattore CAP1400, con proprietà intellettuali completamente cinesi. In questo modo la Cina sarà in grado di localizzare il 100% della costruzioni di tali unità entro il Si tratta di unità da MW e a design passivo per uso su larga scala. E attualmente allo studio, sempre nella partnership americo-cinese, anche una versione maggiorata CAP 1700; EPR: Dopo la scommessa persa da Areva nel 2006 a favore di Westinghouse, i francesi si sono aggiudicati nel 2007 un altro bando, per due impianti EPR da realizzare a Taishan, nella provincia di Guangdong, attualmente in costruzione. La costruzione è pianificata durare 46 mesi, significativamente inferiore dunque ai reattori in costruzione in Francia e Finlandia. L accordo è di circa 5 miliardi di euro per i due reattori, e fa parte di un accordo più generale dal valore di circa 8 miliardi di euro, che comprende la vendita del 35% di UraMin, una controllata di Areva operante in Africa, una joint venture nelle tecnologie allo zirconio ed una studio di fattibilità congiunto per la costruzione di un impianto di riprocessamento. E attualmente allo studio la possibilità di costruire altri reattori EPR, di cui (almeno) due sono già pianificati; A neutroni veloci: In un contesto di medio-lungo termine, i reattori a neutroni veloci sono visti come una tecnologia su cui puntare e che diventerà predominante verso la metà del secolo. E stata prevista una road map di avvicinamento verso impianti commerciali: a partire dal 2010 un impianto sperimentale da 65 MW t chiamato Chinese Experimental Fast Reactor (CEFR) ha raggiunto la criticalità e connesso alla rete l anno seguente. E attualmente allo studio in fase pre-concettuale un reattore da 600 MW e, con l obiettivo di iniziare la costruzione di un impianto da 1000 MW e nel 2017 e farlo entrare in funzione nel Quest ultimo progetto è conosciuto come Chinese Demonstration Fast Reactor (CDFR). Inoltre ad ottobre 2009 è stato firmato un trattato con la Russia per la costruzione di due impianti a Sanming, in provincia di Fujian, a partire dal 2013 e far entrare in funzione il primo nel 2019, sulla base del reattore BN-800 da 880 MW e attualmente in costruzione a Beloyarsk, Siberia, da OKBM Afrikantov. Il futuro E difficile dire con certezza se i piani cinesi saranno rispettati. Sicuramente la situazione è opposta rispetta a quanto avviene nei paesi occidentali. Anche nei paesi nucleari per eccellenza, Francia e Giappone, 23

24 l opinione pubblica ha avuto un forte ripensamento riguardo questa fonte di energia. Sondaggi post Fukushima attestavano una sostanziale parità tra favorevoli e contrari al nucleare tra i transalpini (ma il fattore emotivo potrebbe aver giocato un ruolo rilevante) ed anche i giapponesi hanno avuto più di un ripensamento. Anche gli Stati Uniti stanno rivedendo il loro programma nucleare, che comprendeva la costruzione di due nuove unita AP 1000 in Georgia, alla luce della rivoluzione dello Shale Gas, con conseguenza nuova disposizione di gas naturale a basso costo per la costruzione di nuovi cicli combinati ad alto rendimento. Nel resto dell Europa la situazione è ancora più buia. Se l Italia ha bocciato il ritorno al nucleare con il referendum del 2011, Germania e Svizzera hanno annunciato che le centrali nucleari attualmente funzionanti non saranno sostituite con nuove unità al termine del loro ciclo di vita, adottando al loro posto centrali a carbone coadiuvate dalle fonti rinnovabili. In Cina tuttavia è ben noto che il popolo non abbia molta voce sulle questioni di più rilevanza strategica per il Paese e la determinazione di diventare i leader di questa tecnologia potrebbe portare la Cina a realizzare il suo ambizioso piano. Inoltre parte integrante del suo progetto è di acquistare il know how necessario per divenire in prima persona progettista dei propri impianti, e di avanzare tecnologicamente grazie ai propri studi, così come già pianificato per i reattori a neutroni veloci, pur se aiutati da tecnologia russa. Nel prossimi anni ci sarà largo spazio per gli investimenti stranieri in Cina. Westinghouse ed Areva avranno certamente la possibilità di realizzare diversi impianti dei loro reattori di III generazione. Tuttavia il travaso tecnologico che avverrà grazie agli accordi tra i suddetti costruttori e le società cinesi porterà questi ultimi ad avere sempre minor bisogno di acquistare tecnologia estera. Da una parte in mercato cinese si restringerà agli stranieri, dall altra le società cinesi saranno diventate abbastanza solide da esportare e vendere la loro tecnologia agli altri paesi, soprattutto asiatici, che vorranno portare avanti un programma nucleare. Tuttavia, pur riuscendo a realizzare i piani di costruzione delle nuove centrali, la percentuale di energia elettrica prodotta da combustibili nucleari non salirà considerevolmente. Le stime di nuove installazioni di centrali per la generazione elettrica al 2020 portano l energia nucleare ad avere una frazione del totale dell energia elettrica prodotta da tutte le fonti compresa tra il 6 ed il 7%. 24

25 Politiche Energetiche e Regolamentazione sulle Rinnovabili in Cina Politiche energetiche La Cina dall apertura del mercato libero è riuscita a raggiungere livelli di crescita molto elevati grazie alla disponibilità di capitali, lavoro a basso costo e fonti fossili. A causa del forte aumento del rapido tasso di industrializzazione e urbanizzazione, il consumo energetico cinese è cresciuto rapidamente e ad oggi rappresenta il 17 % della domanda globale. A fronte di ciò il governo ha comunque riconosciuto tutte le problematiche provenienti dalla forte crescita economica e dall insostenibilità del modello di crescita passato, quindi negli anni recenti si è fatto un forte sforzo per sviluppare un paradigma di sviluppo economico nei confronti di energia che abbassasse il livello di CO2. Una delle ragioni è certamente la crescente domanda interna di energia elettrica, che ha spinto la Cina alla ricerca di ulteriori fonti energetiche come il nucleare e le fonti rinnovabili (nelle quali consideriamo anche le centrali idroelettriche di grandi dimensioni). Un altro fattore è la crescente spinta internazionale allo sviluppo di energie a basso impatto ambientale al fine di ridurre le forti emissioni di gas effetto serra. La Cina ha fissato un proprio obiettivo di abbassamento delle emissioni al 2020 che prevede un emissione di gas effetto serra per unità di PIL prodotto tra il 40% ed il 45% rispetto ai livello del E indubbio inoltre che le rinnovabili rappresentino un ottima opportunità di crescita economica. La Cina punta a divenire il leader mondiale per la produzione di energia rinnovabili per settori specifici quali: solare, turbine eoliche e tecnologie verdi innovative. La Cina ha aggiunto nel 2010 una quota di 29 GW di potenza installata di impianti alimentati da fonti rinnovabili, raggiungendo la quota complessiva di 263 GW, un aumento del 12% rispetto al Lo stato dell arte ci suggerisce come il 26% della capacità installata in Cina sia d origine rinnovabile. Il 18% della generazione e più del 9% del consumo finale nel La posizione della Cina sulle rinnovabili attraverso molti indicatori è dunque risultante quella di leader: nel 2010 si è registrato il primato in istallazioni di turbine eoliche e impianti solari termici ed è stata il principale produttore di energia idroelettrica. Considerando la politica energetica cinese è possibile constatare che la crescente attenzione all energie rinnovabili derivi comunque in buona parte da ragioni economiche e non rifletta effettivamente un cambio di politica energetica rispetto ai decenni passati. Le fonti fossili continueranno a rappresentare il punto di riferimento del settore energetico cinese nei prossimi anni. L ultimo piano di sviluppo ha previsto investimenti per oltre 300 miliardi di dollari nello sviluppo di energie rinnovabili per il raggiungimento dell obiettivo del 15% al 2020 di rinnovabili sul totale di energia consumata. La metà di questi investimenti sarà diretta ad arricchire il parco idroelettrico che nel 2008 aveva un peso del 17% sulla generazione elettrica, le fonti eoliche che sempre nel 2008 consideravano un 3% nella generazione. Sono inoltre previste agevolazioni fiscali alle imprese del settore delle rinnovabili, ma nonostante gli sforzi politici e gli investimenti economici difficilmente si raggiungeranno gli obiettivi di medio termine sulla diminuzione dell intensità energetica. La regolamentazione Nel 2005 in Cina è stata emanata una legge quadro sulle rinnovabili, a cui hanno seguito singole regolamentazioni per settore come è avvenuto per l eolico, per il solare e per le biomasse. Tale legge sull energia rinnovabile rappresenta una pietra miliare nella storia delle politiche energetiche cinesi. 25

26 In tale ambito precedentemente erano state promulgate una legge sull elettricità nel 1995, una legge sull efficienza energetica nel 1997 ed una legge sulla prevenzione e il controllo dell inquinamento dell aria, nel La realizzazione di programmi appositi viene solitamente corredata di specifici criteri sulle tariffe, sulla componentistica e sulle performance richieste. Come molti altri paesi, inoltre, la Cina adotta misure d incentivi fiscali individuabili in: sussidi, agevolazioni d imposta, compensi in base alla produzione. I dipartimenti responsabili nello sviluppo dell energia rinnovabile in Cina sono: - Il Consiglio di Stato, per la pianificazione economica; - Il Congresso nazionale, per quanto riguarda la parte legislativa; - La Commissione per lo sviluppo e le riforme nazionali, per l approvazione dei progetti e gli schemi per la fissazione dei prezzi; - L Amministrazione nazionale dell energia, per la coordinazione e lo sviluppo di politiche nazionali sulle rinnovabili; - Il Ministero delle Finanze, per il supporto fiscale; - Il Ministero di Scienza e Tecnologia, per la ricerca e sviluppo; - Il Ministero delle Infrastrutture, per la regolamentazione sugli scambi di import/export; - Il Ministero della Protezione Ambientale, per il controllo sugli impatti ambientali dei progetti; - Il Ministero dell Agricoltura, per la regolamentazione sullo sviluppo dell energie su di tipo rurali; - L Ufficio Nazionale della Silvicoltura; - Altre parti interessate come compagnie di Stato. La legge sull energia rinnovabile, entrata in vigore nel gennaio del 2006, ha previsto quattro punti guida per lo sviluppo dell energie rinnovabili: - Condivisione dell investimento per tutti gli utilizzatore finali con un aumento della bolletta per 0.03 dollari/kwh (meccanismo analogo alla componente A3 in Italia); - Una feed-in-tariff, che prevede una maggiorazione del prezzo di remunerazione dell energia rinnovabile differenziato in base al costo della tecnologia di ogni singola fonte; - Un obbligo di acquisto di una percentuale di energia rinnovabile per i produttori di energia elettrica (meccanismo analogo ai Certificati Verdi in Italia); - Un obiettivo nazionale che era stato previsto nel 2005 di produzione nel 2010 del 10% di energia rinnovabile, e del 15% nel Gli strumenti con cui vengono agevolate le fonti rinnovabili sono sussidi, politiche fiscali, fissazione di prezzi quadro, pianificazione di progetti e supporto industriale. I sussidi per lo sviluppo di energie rinnovabili provengono sia dai governi locali, che da quelli nazionali e coprono l intera filiera generativa di tutte le fonti rinnovabili. Le forme di sussidi più frequenti sono: - Ricerca e sviluppo. Il valore totale erogato per la ricerca è stato di circa 585 milioni di dollari per circa 863 attività del Ministero di Scienza e Tecnologia; 26

27 - Costruzione d impianti. E la sicuramente la voce che ha richiesto più denaro in questi ultimi anni. Basti pensare ai forti sussidi per il progetto della Diga delle Tre Gole che ha ricevuto un sussidio di circa 10 miliardi di dollari; - Sussidi per utilizzatori di energia prodotta da fonti rurali. E il caso dei piccoli impianti solari termici per la produzione di ACS; - Sussidi alla produzione. Sussidi per un valore di milioni di euro sono stati stanziati per la produzione di pellet da residui forestali. Le politiche fiscali in senso stretto sono state limitate in Cina. Si va da una riduzione dell IVA del 6% per i piccoli progetti idroelettrici, una detrazione fiscale alle imprese per la produzione di impianti eolici. Sono comunque previste politiche fiscali locali delle singole province come ad esempio nelle regioni di Xinjiang e del Tibet dove le aziende di energie rinnovabili sono equiparate alle grandi industrie nelle politiche agevolative sul reddito prodotto dall attività commerciale. Una delle politiche agevolative prevede l individuazione di prezzi incentivanti con cui viene remunerata la generazione di energia elettrica. Questa si diversifica in base alla fonte rinnovabile che la produce. Per la fonte eolica nel 2003 è stato emanato un programma che prevedeva una differenziazione della remunerazione in base alle regioni più produttive: - Per le zone del nord e ovest, molto ricche di risorse eoliche, la remunerazione era di 0,74 $/kwh; - Per le zone a sud e a est, con una più modesta produttività, la remunerazione era di 0,82 $/kwh; - Per le zone con scarsa produttività ammontava invece a 0,89 $/kwh. Per il fotovoltaico nel 2009, quando il mercato era ancora molto debole, fu approvata una feed-in-tariff che prevedeva una remunerazione dei progetti per un range che andava da 0,58 ai 1,32 $/kwh prodotto. Successivamente però sono stati concessi prezzi agevolati per i programmi situati in zone poco redditizie. Dato lo stato ancora acerbo del mercato, ci si aspetta una nuova e più dettagliata regolamentazione proprio al fine di attirare investimenti esteri e rendere più certa la remunerazione. Per le biomasse è prevista una feed-in-tariff fissata dal Prevede la remunerazione di 5,1 $/kwh per un periodo di 15 anni. Per coprire il costo delle energie rinnovabili rispetto a quella fossile, è stato previsto un aumento della bolletta inizialmente di 0,014 $/kwh poi alzato a 0,029 $/kwh. Tuttavia nel 2007 il governo ha emanato due programmi (il Provisional Administrative Measures on Pricing and Cost Sharing for Renewable Energy Power Generation ed il Relevant Regulations on the Administration of Power Generation from Renewable Energy) che fissano esattamente i prezzi dell energia prodotta da fonti rinnovabili. Le tariffe sono divise in Prezzi governativi fissati e in Prezzi-guida governativi (che prevedono un prezzo approvato dal governo a seguito di un processo di determinazione competitivo). Una delle caratteristiche della politica energetica cinese è quella di pianificare dei progetti in cui gli elementi economici e tecnici del progetto vengono a-priori determinati in modo analitico. All interno di questa politica rientra ad esempio il National Plan for Promoting Household Biogas Utilization, un piano nazionale per la promozione dell utilizzo di digestori domestici di biogas. Tuttavia sono numerosissimi i programmi sperimentali che vengono fatti in varie regioni. Il supporto industriale prevede l adozione di politiche dirette proprio al settore industriale e poi commerciale dei supporti per le energie rinnovabili. Misure come supporti finanziari, riduzione d imposte, 27

28 bonus di produzione hanno permesso alla Cina di diventare leader mondiale nel settore del solare sia fotovoltaico che termico. Società come Suntech, Tianwei-Yngli, LDK e Trina Solar sono diventate così potenti aziende nel mondo. Nel settore eolico invece le maggiori società Sinovel, Goldwind, Dongfang Steam, Windley e poi ancora Chongqing Gear, Nanjing Gear, Huiteng Blade, Zhongfu Lianzhong e Yongji Motor. In questo settore grazie a queste politiche si è assistito ad un incremento della produzione locale nella produzione di turbine dal 25% al 75%. Tali operazioni hanno attirato molto gli investimenti esteri, tale che molte compagnie Vestas, GE, Gamesa e Siemens hanno da alcuni anni iniziato a produrre in Cina. Punti critici del sistema Il sistema Feed-in-tariff è strutturato in maniera molto complessa ed è stato rinnovato varie volte. Ed anche gli altri sistemi di incentivazione subiscono frequenti aggiornamenti, spesso sovrapponendosi l uno con gli altri. Questi mutamenti normativi scoraggiano parzialmente gli investimenti esteri, in alcuni settori maggiormente che in altri. Capire esattamente quale potrebbe essere la remunerazione per l investimento in una determinata zona (considerando anche che spesso gli investimenti vengono differentemente remunerati in base alla zona geografica) non è un compito banale. Il Fondo per le Rinnovabili ha una durata quadriennale ma non tiene traccia annualmente di quanto venga stanziato e inoltre non sono chiari i criteri con cui vengono premiate le diverse tecnologie. La rete inoltre è un punto debole del sistema elettrico in Cina. Non esiste una vera e propria rete nazionale e inoltre servirebbero delle reti più intelligenti che riescano a bilanciare l offerta energetica non omogenea dei grossi impianti eolici che si stanno installando in questi anni. Questo potrebbe essere certamente un buon campo d investimento, anche per le aziende straniere con una sufficiente esperienza in questo campo. 28

29 La Fonte Idroelettrica L importanza dell idroelettrico in Cina Gli impianti idroelettrici, sia convenzionali a bacino che gli impianti ad accumulazione, sono ottimi sistemi per mitigare le fluttuazioni del sistema. Entrambe le tipologie di sistema possono essere accese e spente velocemente senza avere gravi impatti sul servizio e possono operare anche a carico minimo. Proprio per queste ragioni gli impianti idroelettrici sono una riserva a cui è utile attingere. La Cina ha la più alta capacità idroelettrica installata al mondo e tale capacità è addirittura aumentata di oltre il 25% negli ultimi quattro anni. La fonte idroelettrica inoltre è un elemento d aiuto alla diminuzione delle emissioni di CO 2. L energia prodotta ha inoltre l indubbio vantaggio di non soffrire degli elementi di stagionalità di cui soffrono le altre fonti rinnovabili e quindi della loro non precisa programmabilità. L unico limite è che con l arrivo della siccità che arriva nei mesi invernali quando i venti spirano forti nel nord, la capacità idrica diminuisce e così anche la quota d acqua dispacciabile. Nella provincia di Yunnan ci sono impianti per 21 GW installati e la differenza di produzione tra stagioni di piena e stagioni secche ha comportato una variazione fino a 60 GWh prodotti tra un anno e l altro. Come abbiamo detto uno degli utilizzi più importanti che ne viene fatto è quello di utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti idroelettriche al fine di bilanciare una domanda d energia non prevista. Allo stato attuale però il 70% degli impianti si trovano al centro e al sud dove le risorse idriche sono più abbondanti mentre gli impianti eolici, le cui variazioni di produzione si cerca di bilanciare sono per lo più installati al nord. Quindi uno degli obiettivi collegati all evoluzione della fonte idrica in Cina è collegata al potenziamento delle infrastrutture delle linee di trasmissione che collegano nord e sud. Lo sviluppo dell energia idrica è da attribuirsi alla costruzione di numerose dighe lungo i fiumi che sono state affrontate si dagli inizi del secolo scorso. Nel 1908 venne costruito il primo impianto, l impianto di Shilongba nella provincia di Yunnan; successivamente il primo presidente Sun Yat-sen osteggiava la costruzione di un impianto nel fiume Yangtze nel segmento delle Tre Gole. Tale progetto fu infatti avviato nel 1930 ma interrotto per lo scoppio della guerra col Giappone. Anche Mao Zedong promuoveva la costruzione dell impianto delle Tre Gole sin dall instaurarsi al potere del partito comunista nel Governi nazionali e locali negli anni hanno sempre incoraggiato la costruzione di piccoli impianti idroelettrici e nel 1998 erano ben gli impianti che in quell anno generarono circa 50 milioni di Diga delle Tre Gole. MWh. Sempre nel 1998 circa il 25% delle risorse idriche disponibili erano state impegnate nelle varie regioni interessate. Tali risorse in Cina sono comunque vaste e numerose: nel 2007 una relazione del governo metteva in luce come le risorse idriche presenti in Cina avrebbero potuto portare all installazione di impianti per 540 GW. Queste risorse risiedono per lo più nel sud-ovest del paese. 29

30 Il principale impianto idroelettrico cinese è la Diga delle Tre Gole lungo il fiume Yangtze, nel distretto di Yilling di Yichang, nella provincia di Hubei. E il primo impianto al mondo per potenza installata, che è di 21 GW, ed è secondo solo alla Diga di Itaipù in termini di produzione di energia elettrica annuale (nel 2011 ha prodotto TWh, mentre dalla costruzione ha prodotto 530,64 TWh). L impianto fu iniziato nel 1994 e nel 2006 si è completato il corpo principale, ma solo nel 2008 si è installata la ventiseiesima turbina. Ogni turbina ha una capacità di 700 MW e le ultime due saranno operative nel Il progetto ha permesso di ridurre il consumo di carbone di circa 31 milioni di tonnellate l anno, consentendo inoltre la riduzione di 100 milioni di tonnellate di gas serra e di una vasta quantità di polveri, di zolfo, di diossina, di mercurio e di monossido di carbonio. Le altre maggiori dighe cinesi sono: - Diga di Longtan, completata nel Capacità di 6,3 GW e produzione di 18,7 Twh/anno; - Diga di Laxiwa, completata nel Capacità di 4,2 GW; - Diga di Xiaowan, completata nel Capacità di 4,2 GW; - Diga di Pubugou, completata nel Capacità di 3,6 GW; - Diga di Pubugou, iniziata nel 2004 e completata nel Capacità di 3,3 GW; - Diga di Ertan, completata nel Capacità di 3,3 GW; - Diga di Gezhouba, completata nel Capacità di 3.1 GW; - Diga di Goupitan, completata nel Capacità di 3 GW; - Diga di Jinanqiao, completata nel Capacità di 2,4 GW; - Diga di Lijiaxia, completata nel Capacità di 2 GW. Le principali dighe attualmente in costruzione sono: - Diga di Xiloudu, iniziata nel 2005 sarà completa nel 2015 ed avrà una capacità di 12,6 GW; - Diga di Xianjiaba, iniziata nel 2006 sarà completata nel 2015, ed avrà una capacità di 6,4 GW; - Diga di Nuozhadu, iniziata nel 2006 sarà completata nel 2017, ed avrà una capacità di 5,8 GW; - Diga di Jinping 1 hydropower station, iniziata nel 2005 sarà completata nel 2014, ed avrà una capacità di 3,6 GW; 30

31 - Diga di Jinping 2 hydropower station, iniziata nel 2007 sarà completata nel 2014, ed avrà una capacità di 4,8 GW; - Diga di Pubugou, iniziata nel 2004 sarà completata nel 2010, ed avrà una capacità di 3,3 GW; - Diga di Goupitan, iniziata nel 2003 sarà completata nel 2012, ed avrà una capacità di 3 GW; - Diga di Guanyinyan, iniziata nel 2008 sarà completata nel 2015, ed avrà una capacità di 3 GW; - Diga di Lianghekou, iniziata nel 2009 sarà completata nel 2015, ed avrà una capacità di 3 GW; - Diga di Dagangshan, iniziata nel 2008 sarà completata nel 2014, ed avrà una capacità di 2,6 GW; - Diga di Guandi, iniziata nel 2007 sarà completata nel 2014, ed avrà una capacità di 2,4 GW; - Diga di Liyuan, iniziata nel 2008, ed avrà una capacità di 2,4 GW; - Diga di Ludila, iniziata nel 2007 sarà completata nel 2015, ed avrà una capacità di 2,1 GW; - Diga di Shuangjiangkou, iniziata nel 2007, ed avrà una capacità di 2 GW; - Diga di Ahai, iniziata nel 2006, ed avrà una capacità di 2 GW. Un elemento che potrebbe mitigare il grosso sviluppo delle dighe in Cina è dato dalla constatazione da parte dello stesso Governo cinese che le dighe hanno avuto grossi impatti negativi sull ambiente circostante e sulle città e i paesi circostante le opere. In merito alla Diga delle Tre Gole vennero spostati interi paesi per un totale di un milione di abitanti. Nel 2003 due importanti ingegneri cinesi chiesero ed ottennero che fosse bloccata la diga Summer Gorge sul Fiume Giallo per gli eventuali danni che avrebbe portato una sua possibile rottura. Molti altri progetti hanno trovato le opposizioni di molti detrattori delle opere per gli eventuali danni locali che avrebbero potuto apportare in alcune zone particolarmente delicate. Nel 2007 una relazione governativa affermava come ci fossero gravi preoccupazioni connesse a frane ed inquinamento delle acque nella zona circostante la Diga delle Tre Gole. Il vice sindaco di Chongqing ha avuto modo di riferire al Governo come le coste adiacenti alla diga fossero collassate in 91 punti dalla nascita della diga stessa per un totale di costa interessata di 36 km. La preoccupazione per la situazione portò nel 2007 a indire una conferenza a Wuhan in si ammetteva l esigenza di precauzioni per i possibili effetti catastrofici che potrebbero verificarsi. Nel 2009 si assiste ad un forte inaridamento delle terre circostanti la diga. Gli eventi evidenziati hanno portato negli ultimi anni a una maggiore attenzione ai progetti e la SEPA (China s State Enviromental Protection Administration) nel 2005 ha fermato l inizio di molti lavori che si sarebbero eseguiti di lì a poco, incluso il progetti di Xiluodo, diga che per dimensioni progettuali sarebbe seconda solo alla diga delle tre gole. Investimenti esteri Nei confronti del settore energetico idroelettrico si assiste storicamente a una presenza che potremmo definire anomala rispetto agli altri settori, di investimenti esteri. La maggior parte delle turbine utilizzate nella Diga delle Tre Gole sono state fabbricate da compagnie estere. La compagnia francese Alstom è stata la società che maggiormente ha goduto di questo interesse per tecnologia estera da parte del Governo cinese. La stessa compagnia fornirà 4 generatori di turbine da MW al progetto della diga di Xianjiaba. Inoltre supporterà 4 idrogeneratori per il progetto della diga di Ahia, equipaggiamenti ausiliari al progetto Li Yuan e sei generatori da 179 MVA al progetto Ludila. Voith Hydro e Simens hanno invece fornito le turbine e i generatori rispettivamente per i progetti di Logtan e XIluodu. 31

32 Da notare come molte compagnie godano di agevolazioni per la produzione in Cina di turbine idroelettriche, ad esempio Alstom in virtù di tali agevolazioni produce i propri generatori e le proprie turbine a Tijanjin. GE produce a Hangzhou, mentre Siemens-Voith produce gli equipaggiamenti per impianti idroelettrici a Shanghai. Il futuro Oggi la Cina è il più grande produttore di energia idroelettrica al mondo. Ha una capacità installata di poco superiore ai 190 GW e un consumo di energia idroelettrica di circa 583 TWh. Dal 2009 al 2010 si registra un aumento della produzione idroelettrica del 17% ed una quota nel consumo totale del 21%. La capacità installata che si prospetta ottenga la Cina nel 2020 è di 380 GW (dai poco più dei 190 GW del 2010) con un incremento annuo di circa 16.5 GW. 32

33 Il Solare Fotovoltaico Lo sviluppo del fotovoltaico In virtù di una serie di misure adottate per stimolare gli investimenti, la Cina sul fotovoltaico è dal 2008 il paese con la maggiore produzione di pannelli solari al mondo, con una capacità cumulata che già nel 2008 arrivava a circa MW 5, collocandosi così a un terzo della produzione mondiale. La produzione fino al 2009 è stata per lo più rivolta all esportazione (il 95% verso l Europa e Stati Uniti d America), considerando il livello tecnologico della rete di trasmissione che non permetteva lo sviluppo di una generazione elettrica diffusa e distribuita. Dal 2009 il Governo ha adottato misure volte al miglioramento della rete affinché si creasse una mercato domestico di panelli FV e il consolidamento nella produzione di energia rinnovabile. Uno degli impulsi fondamentali per lo sviluppo del mercato del FV è stato il cosiddetto programma Township Electrification che ha portato alla creazione di un fondo di circa 687 milioni di dollari. Il programma è stato volto alla diffusione capillare di impianti di piccola scala a fonti rinnovabili in 12 regioni cinesi, nelle quali rientravano circa villaggi. Grazie a questo programma sono stati installati impianti per 17 MW. Dal 2004 si assiste ad una decisa crescita della domanda internazionale di pannelli FV, in particolar modo da Germania e Giappone e proprio questa crescente domanda ha rappresentato un opportunità per il mercato cinese che passò da una produzione di circa 10 MW a 2 GW a fine 2008, permettendo alla Cina di raggiungere il primato nell esportazioni internazionali. Dal 2006 si assiste ad un attenzione crescente alla produzione di silicio: infatti era proprio nella fase della produzione upstream di silicio che si intravedeva un difetto nella consolidata posizione di mercato internazionale della Cina. Dal 2008, la diminuzione del prezzo del modulo FV frutto di questo sviluppo di mercato ha portato ad una crescente maggiore attenzione nel mercato domestico cinese. In Cina nel 2008 la capacità installata ha raggiunto i 150 MW. Il 40% di questa capacità alimenta i distretti più remoti del paese, quelli che non vengono del tutto alimentati dal sistema elettrico nazionale. Inoltre dal 2008 si sono incoraggiate iniziative per la costruzione di pannelli FV integrati negli edifici e lo sviluppo del FV nelle aree più desertiche. Con riguardo al primo caso sono state integrati moduli FV nello stadio nazionale di Pechino, costruito per i giochi olimpici del I governatori locali a Pechino ed in altre città hanno supportato l uso di energia solare sui tetti e per l illuminazione pubblica. Sono stati inoltre lanciati programmi di sviluppo di impianti solari fotovoltaici nel deserto del Gansu. Lo sviluppo del FV in Cina è quindi in continua crescita e sviluppo e le sue applicazioni appaiono variegate. Nel marzo del 2009 il Governo cinese ha emanato un Executive Management Rules for Government Subsidies of PV Building Projects nel quale il Ministero delle Finanze (MOF) ed il Ministero delle Costruzioni (MOC) sancivano un progetto di sussidi al settore FV: 20 yuan/wp a progetto e 15 yuan/wp per ogni progetto di impianti FV integrato a edifici. Dopo una valutazione dei circa 600 progetti presentati per oltre 30 province, vennero approvati 111 progetti. Tali progetti prevedevano una copertura di 91 MW di capacità istallata e un costo complessivo di 1.27 Miliardi di yuan. Nel luglio del 2009, il Ministero delle Finanze di concerto con il Ministero di Scienza e Tecnologia (MOST) e l Amministrazione Nazionale dell Energia (NEA) ha approvato il Golden Sun Demostration Program. Tale programma si pose l obiettivo di installare impianti per una potenza di 20 MW ciascuno per ogni provincia nell arco di tre anni. Gli incentivi in tale programma erano divisi per progetti che erano connessi alla rete e quelli che non lo erano: 5 NDRC, Nov. 20, 2009 Presentation. MWp si riferisce al megawatt di picco, o alla capacità potenziale di picco. 33

34 - Grid-connected: 50% dell investimento sostenuto; - Off-grid: 70% dell investimento sostenuto. Le componenti dei progetti come i pannelli, gli inverter, le batterie dovevano essere certificati dal governo cinese. Inoltre il governo impose un prezzo col quale sarebbero stati pagati i pannelli prevedendo un prezzo differenziato per qualità del pannello: - 2$/W per i pannelli di silicio cristallino; $/ W per i pannelli di silicio amorfo. Il programma prevedeva inoltre un minimo di efficienza che doveva essere garantita dai pannelli: - 15% per i pannelli di silicio mono-cristallino; - 14% per i pannelli di silicio poli-cristallino; - 5% per le pellicole sottili di silicio amorfo. Nel novembre del 2009, il Ministero di finanza annunciò la programmazione di 314 progetti che comprendevano l installazione di impianti per 630 MW sempre all interno del Golden Sun Program. Di questi 314 progetti: erano progetti di impianti integrati negli edifici con una potenza installata complessiva di 290 MW; - 35 erano progetti di impianti connessi alla rete per una potenza installata complessiva di 295 MW; - 18 erano progetti di impianti non connessi alla rete per una potenza installata complessiva di 46 MW. Il prezzo del Golden Sun Program si aggirò a circa 2.93 miliardi di dollari. Nel 2010 più del 50% della produzione mondiale si è allocata in Cina. Volendo soffermarci su quelli che sono i principali protagonisti in Cina nella produzione di pannelli solari una menzione è doverosa nei confronti di Suntech che nel 2009 rappresentava il secondo produttore mondiale, raggiungendo nel 2011 il primato mondiale, seguita da JA Solar che è riuscita in soli due anni a passare dal sesto posto come produttore mondiale al secondo. Il futuro Le relazioni ministeriali cinesi annunciavano l obiettivo del raggiungimento di 20 GW installati nel 2020 dopo l obiettivo raggiunto di 1 GW installato nel Attualmente sono in programma la costruzione di grandi impianti di produzione solare nelle province occidentali di Qinqghai e Yunnan. Il primo programma, sponsorizzato dal China Technology Development Group Corp. e da Qinghai New Energy Group, prevede un investimento di 146 milioni di dollari, ma non si hanno ancora dettagli sulla potenza installata. L unico dato da registrare è la comunicazione degli investitori per la quale questo impianto rappresenterà uno degli impianti con potenza installata maggiore del mondo. Il secondo programma, nella provincia di Yunnan, prevede la costruzione di un impianto con potenza installata pari a 166 MW ed un investimento complessivo superiore a 1.3 miliardi di dollari. 34

35 Il Solare Termico Lo sviluppo del solare termico Lo stato attuale delle applicazioni tecnologiche sul solare termico si focalizzano soprattutto in piccoli impianti domestici atti alla fornitura di acqua calda sanitaria (ACS) per usi domestici. A fine 2008 i collettori di ACS coprivano un area di 135 milioni di m 2 e la produzione annuale superava i 25 milioni di m 2 con una crescita del 10% rispetto all anno precedente. A fine 2008 la produzione cinese di ACS rappresentava più del 50% della produzione mondiale. La relativa tecnologia è stata ampiamente commercializzata e le catene industriali per la lavorazione delle materie prime, progettazione, sviluppo e produzione, e servizi di marketing sono ben consolidate. Le relative produzioni di vetro, metallo, materiali isolanti, e le attrezzature sottovuoto sono anche loro in uno stato avanzato. Nel 2007 è stata organizzata una conferenza per l utilizzo nazionale del solare termico, nella quale i ministeri interessati tra cui il ministero delle infrastrutture incoraggiavano i governatori locali all adozione del solare termico. A fine 2008 più di collettori termici erano in produzione in Cina. Come per il solare FV, anche per il solare termico si sono avviati progetti volti all integrazione di collettori termici nei più moderni edifici, integrando le migliori tecnologie con esigenze di funzionalità ed estetiche con l aiuto della moderna architettura. La competitività dei piccoli impianti di produzione di ACS è così elevata e il prezzo di mercato consolidato così basso hanno fatto sì che nello stesso anno l utilizzo di questa fonte rinnovabile arrivasse ad un terzo del consumo di energia da fonti rinnovabili. La tecnologia di energia solare termica è considerando anche il minor grado di obsolescenza - più competitiva a livello economico anche dei collettori elettrici e di quelli alimentati a gas. Nel 2010 Cina ha raggiunto un estensione di 25 milioni di m 2 di collettori e una potenza installata di 118 GW t. Il Futuro Nel 2011 la quota di produzione mondiale detenuta da imprese Cinesi raggiungeva il 64%. Come nel fotovoltaico anche nel termico la Cina ambisce a essere leader assoluto del mercato prevedendo una sempre maggiore espansione nel mercato europeo delle tecnologie nel settore. 35

36 L Eolico La diffusione dell eolico sul territorio cinese La fonte eolica è diventata un elemento fondamentale per la strategia energetica low-carbon della Cina. In base alle stime sul potenziale delle risorse eoliche utilizzabile, la Cina ha almeno 1 TW di potenza nel lungo termine. Lo sviluppo dell'industria eolica in Cina può essere divisa in quattro fasi. La prima agli inizi degli anni 90 con l'istallazione di impianti eolici dimostrativi di piccola taglia, in seguito, dalla metà degli anni 90 agli inizi del 2000 il governo ha supportato gli investimenti nell eolico attraverso una politica d incentivazione e di supporto finanziario per i progetti sul territorio. Dal 2003 al 2007 nuove e maggiormente efficaci politiche d incentivazione e meccanismi di ammortamento dei costi furono stabiliti attraverso una serie di regole e concessioni mirate per la costruzioni di parchi eolici di medie e grandi dimensioni. Dal 2008 fino ai giorni nostri lo sviluppo delle concessioni di costruzione sono state garantite attraverso benchmark di prezzo 6 per differenti zone di istallazione di parchi eolici ed anche una la legislazione specifica per lo sviluppo delle energie rinnovabili, si è focalizzata sull'integrazione di sistemi eolici di larga scala sul territorio ed obbligo per gli operatori di rete di acquisire un quantità minima di energia rinnovabile e relativi copertura degli extra costi necessari. Dal 2006 al 2009 la potenza installata totale in Cina si è duplicata ogni anno, raggiungendo il primato di potenza installata mondiale superando gli Stati Uniti. Alla fine del 2010 la potenza installata totale era di 41 GW, di cui 31 GW operativi, con una produzione di 50 TWh di energia elettrica annua, e previsioni di nuove installazioni per il 2011 di circa 18 GW 7. Le prime cinque regioni e province che spiccano per potenza istallata sono localizzare nella Mongolia interna (nord), Hebei, Liaoning (regioni del nord-est), Ningxia (centro) e Shandong (costa est). La localizzazione degli impianti onshore di grande dimensione, che costituiscono il 98% del totale, non è avvenuta di pari passo allo sviluppo della rete di trasmissione elettrica. L'integrazione della fonte eolica nel sistema infrastrutturale di trasmissione sta diventando un fattore cruciale per il suo sviluppo. Infatti, molti degli impianti esistenti sono concentrati nelle zone della Mongolia interna o centrale del paese, dove la rete di trasmissione è insufficientemente sviluppata ed i colli di bottiglia e l'eccessiva produzione locale di energia stanno mettendo a dura prova la struttura della rete elettrica regionale. Le installazioni offshore rappresentano invece solo l 1.3% del totale, perché lo sviluppo di questa tipologia d installazione è fortemente influenzato dalla profondità del fondale marino. Nel 2010 il National Energy Administration ed il State Oceanic Administration hanno congiuntamente pubblicato una serie di misure, chiamate Interim Measures for the Administration of Development and Construction of Offshore Wind Power, che dovrebbero dare ulteriore impulso alla sviluppo di potenza eolica offshore. Il documento 6 I benchmark di prezzo si riferiscono a quattro zone geografiche, con valori di 0.51,0.54,0.58,0.61 Yuan/kWh. 7 Fonte: Global Wind Statistics Global Wind Energy Council 36

37 prevede linee guida per lo sviluppo e criteri di costruzione di parchi eolici offshore, e le procedure di gara di appalto, dove gli investitori stranieri possono partecipare solo con una quota di minoranza nello sviluppo dei progetti. Le tecnologie per installazioni dai 5 ai 50 metri di profondità possono essere considerate mature, mentre quelle per profondità maggiori necessitano di ulteriori studi per poter essere utilizzate in zone con possibilità di tifoni e tempeste tropicali. Tuttavia nel breve periodo verranno sviluppati impianti offshore di dimensioni vicine al Gigawatt per dare impulso allo sviluppo tecnologico di queste applicazioni. Il primo impianto dimostrativo in mare aperto, che è anche il primo progetto eolico offshore al di fuori dell'europa, è stato il parco eolico Shanghai Donghai da 100 MW, che ha iniziato la produzione di energia nel giugno Allo stesso tempo, il governo ha lanciato una offerta pubblica per la prima tornata di progetti eolici offshore effettivi nel maggio 2010, completata nel novembre 2010, per l'aggiunta di 1 GW di capacità eolica in quattro progetti lungo il costa della provincia di Jiangsu, da completare entro quattro anni. L industria eolica cinese La costruzione di turbine eoliche cinesi era quasi sconosciuta prima del 2000 ricoprendo solo il 10% del mercato interno. Dal 2003 la produzione nazionale è aumentata considerevolmente con nuovi progetti per più di 3 GW di potenza, e si sono poste le basi per un rapido sviluppo della stessa. Fino al 2005, solo un'azienda cinese compariva tra i primi 15 costruttori di turbine al mondo. Ad oggi, sono ben cinque quelle presenti nella classifica. Sinovel, Goldwind e DongFang sono riconosciuti come aziende leader nel settore eolico mondiale. Mentre nel 2005 le compagnie straniere dominavano il mercato cinese con una quota di mercato del 70%, nel 2007 è avvenuto il sorpasso delle aziende cinesi e ad oggi la loro quota è scesa fino a raggiungere il 13%. Le aziende internazionali hanno dovuto affrontare condizioni sfavorevoli di competizione del mercato, perché il governo cinese ha imposto che le installazioni di turbine eoliche dovessero avere una quota percentuale minima di parti costruiti da aziende locali. Questa politica ha portato, come abbiamo visto, a concreti e rapidi risultati. Oggi i parchi eolici presenti in Cina sono costituiti quasi esclusivamente da turbine di potenza superiore al Megawat. Seguendo il trend di sviluppo tecnologico globale varie aziende cinesi stanno sviluppando turbine eoliche da 3 e 5 MW. Per soddisfare le esigenze del mercato offshore sia interno sia estero le imprese cinesi hanno iniziato sviluppare anche turbine offshore con rapidi progressi. Differenti sono i fattori che determinano il successo commerciale di una turbina eolica. Oltre naturalmente alle caratteristiche tecniche, il ritorno dell investimento ed il costo di produzione di un impianto eolico sono due fattori di fondamentale importanza. Il primo è funzione delle ore di generazione elettrica nell anno, mentre il secondo dipende dai costi delle materie prime, i costi di costruzione e gestione, le tecnologie e la taglia delle turbine. In considerazione di tutti questi fattori, l'attuale costo di generazione eolica in Cina oscilla tra 0,35 a 0,50 yuan/kwh con incentivi feed-in tra 0.51 a 0.61 yuan/kwh a seconda della regione d istallazione. Considerando solo questi meccanismi di mercato e non i benefici ambientali, la sommatoria di costi e incentivazione sono più alti rispetto ai costi di generazione tramite un impianto a carbone. Una tariffa ragionevolmente sufficiente per sostenere la produzione eolica offshore invece, dovrebbe essere almeno 0.30 yuan/kwh più alta rispetto al carbone, per le difficoltà di costruzione e problematiche tecnologiche che si possono riscontrare 8. Si prevede che le turbine eoliche onshore abbiano ragionevoli margini di riduzione dei costi nel medio lungo periodo. Attraverso il continuo miglioramento tecnologico e l'aumento della taglia delle turbine, il costo potrebbe, nei prossimi anni, divenire inferiore rispetto agli impianti a carbone. Anche considerando i 8 Fonte: IEA - China Wind Energy Development Roadmap

38 possibili incrementi di prezzo dell'acciaio, del rame, e degli altri materiali utilizzati per la costruzione, il prezzo potrebbe avere una riduzione del 10-20% raggiungendo i $/kw al Gli attuali costi per le turbine offshore, invece, sono all'incirca doppi rispetto a quelli su terra, tra i $/kw ed i 3000 $/kw, ma ci si attende una diminuzione sotto i $/kw per il La politica dei prezzi è un fattore chiave nel determinare il livello di investimento da parte degli attori e la crescita del mercato. La Cina ha formulato uno stabile modello d incentivazione per l'energia eolica attraverso l'introduzione di un prezzo fisso per l immissione di energia nella rete di trasmissione regionale. Lo sviluppo del meccanismo di sostegno si è quindi evoluto dalla determinazione di un tasso di rendimento del progetto, come il risultato di un offerta ad asta, ad un prezzo fisso con variazioni in base alle differenze nelle risorse di energia eolica sul territorio. Il futuro In considerazione anche delle difficoltà infrastrutturali sulla rete di trasmissione elettrica ed i possibili ostacoli che potrebbero verificarsi, l'industria eolica cinese potrebbe facilmente svilupparsi su larga scala prima del L'affermazione dell'industria cinese attraverso tecnologie avanzate e standard qualitativi elevati saranno gli elementi principali per raggiungere questo scopo. Si prevede che più di 15 GW saranno installati ogni anno soprattutto in impianti onshore, mentre le installazione in mare saranno ancora limitate in considerazione della sviluppo di nuove tecnologie. Al 2020 la capacità totale installata potrebbe essere superiore a 200 GW ed i costi di generazione inferiori a quelli del carbone, contribuendo significativamente alla generazione elettrica cinese con vantaggi sia in termini economici sia ambientali. Gli elementi fondamentali di questo successo possono essere riscontrati in un industria manifatturiera altamente competitiva sotto il profilo dei costi ma relativamente matura, lo sviluppo di turbine e tecnologia eoliche sono sostenuti da imprese di grandi dimensioni e le politiche di prezzo e incentivazioni tendono ad essere stabili. Gli investimenti totali al 2010 stati di 46 miliardi di dollari e si prevede un forte incremento al Da quando, nel 1985, la prima turbina è stata connessa alla rete per generare energia, l industria eolica cinese è stata caratterizzata una forte crescita. Come abbiamo visto prima la percentuale di mercato per le imprese straniere ultimamente si è ridotta notevolmente, tuttavia questo non significa che le imprese straniere siano fuori dal gioco competitivo. Infatti ancora quattro di loro sono presenti tra i 10 fornitori di turbine del mercato domestico. E chiaro che anche se il mercato è aperto alla competizione internazionale, l'attività di cessione dei permessi di costruzione è gestita localmente dal governo cinese e ciò è un rischio da tenere in conto. In conclusione il mercato eolico cinese possiede tutti gli elementi per un successivo sviluppo e crescita nel futuro. 38

39 Le Biomasse Allo stato attuale in Cina la generazione di energia tramite biomasse si focalizza sulle aree del biogas, della generazione elettrica tramite biomasse solide e dei biocarburanti. Esiste una buona varietà di fonti energetiche da biomasse come i residui delle coltivazioni, residui forestali, piante oleose, rifiuti urbani e rifiuti organici. Attualmente la produzione di residui delle coltivazioni ammonta a circa 150 milioni di tonnellate equivalenti di carbone ed i residui forestali disponibili a circa 200 milioni di tonnellate equivalenti di carbone. Entrambe le fonti sono utilizzabili per la produzione di energia elettrica. Le aree potenziali per la coltivazione di piante oleose e coltivazioni a scopo energetico (incluse jatropha curcas, rapeseed, ricinus communis, lacquer tree, Chinese goldthread tree e sweet sorghum) si stima possano arrivare a produrre le materie prime richieste per raggiungere 50 milioni di tonnellate di biocarburante liquido. I reflui organici industriali e i reflui di allevamento si stima che possano arrivare produrre circa 80 miliardi di metri cubi di biogas ovvero 57 milioni di tonnellate equivalente di carbone. La tecnologia sul biogas è già in fase abbastanza avanzata. Da diversi decenni nelle aree rurali vengono infatti utilizzati dei digestori domestici. Questi inoltre godono dal 2003 di incentivi governativi: vengono infatti emesse obbligazioni nazionali del tesoro che godono di un fondo annuale superiore a 366 milioni di dollari, dal 2009 incrementato a 731. La vera innovazione è rappresentata dall inserimento dei progetti di impianti di biogas di grandi dimensioni inseriti in progetti governativi, creando così un mercato sempre più in espansione. Dal 2008 in Cina sono stati costruiti più di 32 milioni di digestori domestici, 140 mila digestori nelle piscine per la depurazione delle acque reflue e più di 28,3 mila progetti per stalle di bestiame e per i siti di trattamento delle acquee reflue industriali. Attraverso i risultanti 10 miliardi di metri cubi di metano prodotto, queste iniziative del governo cinese alimentano 80 milioni di persone nelle aree rurali nella produzione di carburante per produzione di energia termica. Altri 102 milioni di dollari sono stati stanziati per il consolidamento e il miglioramento delle infrastrutture costruite. 39

40 Rispetto allo sviluppo delle tecnologie applicate per il trattamento di biogas, la biomassa solida è ancora in uno stadio che potremmo dire di sviluppo iniziale. Sebbene le basi per la creazione di un industria legata alle biomasse solide siano state poste non si è ancora giunti ad una fase di vero e proprio commercio. Nel 2006 la capacità installata d impianti alimentati da biomasse solide era di MW: MW da residui di piante utilizzate per la coltivazione, 50 MW da resti di trattamento del riso, 400 MW da rifiuti urbani e il resto da piccoli impianti di gassificatori di biomasse. Dal 2008 la capacità installata ha raggiunto MW e nel MW, e le previsioni sono quelle di raggiungere 30 MW nel Per quanto concerne i biocarburanti, la Cina ha intrapreso un percorso di ricerca e sviluppo per cercare di creare un valido sostituto alla futura possibile dipendenza dal petrolio. Questo ha portato alla creazione di molti piani per la produzione di etanolo che hanno portato finora ad una produzione annuale di circa 1.3 Mtep. La produzione di etanolo avviene nelle province dello Henan, Hebei, Anhui, Shandong e Jiangsu. In quest ultima lo sviluppo è avvenuto grazie al decimo piano quinquennale ed alle sue politiche fiscali, con le quali si è consentito di incrementare la produzione di biocarburante. È di interesse riportare brevemente come si sia evoluta in Cina la ricerca in questo settore. Sesto piano quinquennale ( ) - produzione in laboratorio di biocarburante dai semi di soia; - produzione in laboratorio di etanolo dalla cellulosa. Settimo piano quinquennale ( ) - sistema pilota per la produzione di combustibile grazie al sorgo dolce. Ottavo piano quinquennale ( ) 40

41 - Liquefazione di biomassa in laboratorio. Dal 2007 però è stata ridimensionata la produzione di etanolo da materie prime commestibili. Dal 2010 la capacità produttiva ha raggiunto 2 Mtep sia per la produzione di etanolo che di biodiesel, che ha permesso alla Cina di essere il quinto produttore mondiale. 41

42 La Rete d Interconnessione Regionale Cinese La Cina non ha un unica rete nazionale di trasmissione, ma bensì ha un sistema frammentato in 6 reti regionali che operano indipendentemente. La SGCC (State Grid Corportion of China) gestisce direttamente quattro delle sei reti: (est, centro, nordovest e nordest) e una parte della zona nord (la parte est della zona della Mongolia Interna). Questo network di rete copre 26 provincie. La parte ovest della Mongolia Interna è gestita da un operatore indipendente (nella figura in basso la linea nera indica la separazione delle reti). La rete sud è gestita dalla CSGC (China Southern Grid Company). Tuttavia le interconnessioni esistenti tra le diverse zone sono particolarmente deboli. Nel 2009 gli scambi inter-regionali sono stati di 158 Twh, ovvero solo il 4% della produzione elettrica. Ciò costituisce un grave problema per il sistema di generazione elettrico cinese. Infatti i punti di maggior produzione di energia come le miniere di carbone, le dighe e i parchi eolici si trovano generalmente lontani dai principali punti di utilizzo. Inoltre la capacità di mitigare i cali di potenza che possono derivare in un area ad alto tasso di rinnovabili (per esempio a grande concentrazione di impianti eolici) è relativamente bassa. Si potrebbe ovviare a questi problemi se l area in questione di ciascuna zona regionale fosse più grande. Per meglio affrontare queste problematiche le possibili soluzioni si muovono su due direttive d azione: - Costruire ulteriori linee di trasmissione per aumentare le connessioni con altri impianti che producono energia e poter avere più fonti energetiche; - Rafforzare le linee tra le regioni per favorirne gli scambi. Nel 2010, il premier Wen Jiabao durante un congresso ha posto l obiettivo di creare una forte rete nazionale per il Il progetto è inserito nel dodicesimo quinto piano nazionale e l investimento dovrebbe ammontare sui 40 miliardi di dollari. Nel frattempo sono stati avviati progetti per rafforzare le linee esistenti o ampliarle. 42

43 Lo schema e l immagine che seguono illustrano tali nuovi connessioni in opera: 43

44 La Situazione Energetica in Cina Allegati: tabelle e serie storiche di dati energetici ed economici Produzione delle principali fonti energetiche in milioni di tonnellate di petrolio equivalente. Consumo interno delle principali fonti energetiche in milioni di tonnellate di petrolio equivalente. Importazioni nette, calcolate come differenza tra consumo e produzione, delle stesse fonti energetiche, in Mtep. 44

45 La Situazione Energetica in Cina Stime delle riserve provate di petrolio e gas naturale. Rapporto produzione/consumi per petrolio, gas naturale e carbone. Rapporto riserve/produzione per petrolio e gas naturale, che da la stima del numero di anni a che potrebbe durare la produzione attuale prima di esaurire le riserve. Vari dati macroeconomici ed energetici caratterizzanti l economia e l industrializzazione cinese. 45

46 Bibliografia 1) IEA Overseas Investments by Chinese National Oil Companies, Assessing the drivers and impacts, 2011; 2) IEA Natural Gas in China, Market Evolution and Strategy, 2009; 3) IEA Integration of Renewables, Status and challenges in China, 2011; 4) IEA China Wind Energy Development Roadmap 2050, 2011; 5) EIA World Energy Outlook 2011; 6) EIA Internet site and cabs; 7) BP Statistical Review of World Energy 2011; 8) REN21 Global Status Report 2011; 9) REN21 Recommendations for Improving the Effectiveness of Renewable Energy Policies in China, 2009; 10) Fondo Monetario Internazionale World Economic Outlook Database, 2011; 11) World Bank PPP Insights, The Expansion of China s Generation Capacity, 2011; 12) World Bank data; 13) National Foreign Trade Counsil China's Promotion of Renewable Electric Power Equipment Industry, 2010; 14) World Nuclear Association Nuclear Power in China, 2012; 15) GWEC Global Wind Energy Council Global Wind Report Annual market update 2010; 16) Global LNG Info; 17) National Development and Reform Commission (NDRC) Medium and Long-Term Development Plan for Renewable Energy in China, English Draft; 18) P. Andrews-Speed, Centre for Energy, Petroleum and Mineral Law and Policy, University of Dundee China s Oil Import Strategies; 19) Lei Zhang, Mälardalen University School of Business Opportunities of Foreign Direct Investment in China Oil Market, 2004; 20) Energy Delta Institute; 21) Offshore Energy Today; 22) Renewable Energy World; 23) Reuters; 24) Financial Times; 25) World Oil; 26) MIT Technology Review. 46

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