Libero 10/2 Parte :12 Pagina 1. Introduzione. di Renato Brunetta

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1 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 1 Introduzione di Renato Brunetta

2 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 2 Sabato 11 novembre. Sono a casa. Un sabato come tanti altri, trascorso a lavorare con la tv in sottofondo che borbotta notizie. Improvvisamente, però, tutto questo viene interrotto da uno tsunami mediatico. Prodi se la prende con gli italiani. Qui, ormai, siamo in un Paese impazzito, che non pensa più al domani. Queste le parole del Professor Romano Prodi, Presidente del Consiglio. Un altro folle giorno di un governo contro l Italia e gli italiani. L ennesimo giorno di un governo ridicolo, che ormai ha perso non solo la rotta, ma anche la bussola e la testa. Ormai è chiaro a tutti: Prodi e compagni si sono incartati. Sì, incartati: sono rimasti vittime delle loro stesse bugie, delle loro strumentalizzazioni, delle loro ideologie, del loro cinismo, della loro stessa fortuna. Invece che prendere atto che l economia era in ripresa, che gli italiani pagavano le tasse, che i conti stavano andando a posto, che le riforme del precedente governo cominciavano a funzionare, hanno continuato con il loro ossessivo mantra: siamo al disastro finanziario, il Paese è in bancarotta, la colpa è di Berlusconi e degli evasori fiscali. Servono sangue, sudore e lacrime, che i ricchi piangano. Prodi e C. si sono, così, infilati in un tunnel buio e senza 2

3 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 3 Introduzione fine, sempre più lontani dal Paese reale, sempre più lontani dai veri interessi della gente che chiedeva stabilità, e non conflitti inutili, che chiedeva di andare avanti e non la lotta di classe. E l angoscioso iter di questa Finanziaria ne è lo specchio fedele: tutti contro tutti, a difendere privilegi, corporazioni, poteri forti. Purchè rigorosamente di sinistra. Un governo che in un momento strategico per l inversione del ciclo economico europeo, e dunque anche italiano, costruisce una manovra Finanziaria per il 2007 masochisticamente recessiva e dannosa. Un governo che ha improntato una politica economica sfasata rispetto al mood e al sentiment del Paese. Un Paese che chiedeva sviluppo e speranza. Niente da fare. Partendo dall assunto che gli italiani sono, per il trio Prodi, Visco e Padoa- Schioppa, evasori fiscali di professione, ladri ai danni dello Stato, il trio predispone una grande vendetta fiscale. Pensare che il 70-80% degli italiani trascorra le proprie giornate architettando triangolazioni per evadere l Iva, è perverso. Solo chi non ha mai lavorato veramente può avere una visione così distorta e ideologica del proprio Paese. Un inutilmente pesante manovra da oltre 40 miliardi di euro, che probabilmente arriverà, con le addizionali, a 45. Il risultato: effetti depressivi sui consumi, sugli investimenti, sui risparmi. Insomma una Finanziaria figlia del livore di Prodi nei confronti di Berlusconi e del suo governo, ma anche degli stessi partiti della sua maggioranza e delle loro basi di consenso. Di giorno in giorno le tasse aumentano, come unica via d uscita agli infiniti ricatti incrociati di una coalizione senza missione (parole di Ciampi), senza intelligenza, senza cuore. Solo tasse e cattiveria. Un governo di matti, che giorno dopo giorno afferma, per poi smentire, per poi ancora smentire la smentita. Un governo del contrordine compagni continuo. Ma tutto ciò non basta. C è di peggio. C è un governo retto da una mag- 3

4 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 4 Introduzione gioranza che al suo interno è in eterno conflitto. Così, assistiamo al teatrino di una politica fatta di minacce e provocazioni che mettono quotidianamente non solo a rischio l esistenza stessa del governo, ma che producono ansia e incertezza. Oggi è un esponente del governo, domani un leader di partito, dopodomani un leader sindacale amico, che al fine di ottenere soldi pubblici da spendere, ricatta il Professor Prodi. Una volta è Mastella, l altra è Di Pietro, l altra ancora i comunisti, piuttosto che i verdi. Le riunioni del Consiglio dei Ministri, poi, immagino siano a dir poco curiose. Chi prima si trova ad approvare, nel collegio di governo, misure che non gli piacciono, che fa? Dopo il voto, sveste il suo ruolo, per scendere in piazza a contestare ciò che poco prima aveva approvato. Come a dire: contrordine compagni, il mio governo ha votato così, ma io la penso in maniera opposta. Bella ignobile riedizione del di lotta e di governo... Un comportamento strano, strano ma non inconsueto per lor signori. Ad ogni livello, infatti, si sono alzati dei veri e propri muri. Così i filosofi sindaci, come quello della mia Venezia, non esitano a contestare Prodi manifestando contro la legge Finanziaria. Poi ci sono i sindaci sindacalisti, come quello di Bologna, che sbottano come ai tempi delle più accese battaglie sociali. E così via, spudoratamente. Larga parte dell elettorato del sinistra-centro è angosciata per essersi fatta fregare clamorosamente dalle promesse di una campagna elettorale e da un programma, quello dell Ulivo allargato, che affermava tutto e il contrario di tutto. Un programma dove non si capiva nulla e che consentiva le più diverse interpretazioni. Tutto ciò è accaduto. Tutto e il suo contrario sembra essere, dunque, la filosofia ispiratrice della politica economica del governo Prodi. Una Finanziaria peggio di così non poteva, infatti, nascere. Fin dal suo varo, lo scorso 30 settembre, la manovra per il 2007 ha visto rincorrersi annunci e smentite, modifiche e ripensamenti, 4

5 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 5 Introduzione correzioni e controproposte su tutto, o quasi, quello che inizialmente era stato scritto. Niente riforme, solo tasse. Non sanno più cosa fare! Prodi è nel caos più totale. Basta fare alcuni esempi. Emblematico quello relativo alla tassa di successione. Già in campagna elettorale non si capiva nulla. Ognuno diceva la sua. Prodi inizialmente parlava di grandi patrimoni riferendosi alla cifra di 250 mila euro, Bertinotti affermava che erano troppi correggendo il tiro a 180 mila euro. Poi, però, i signori della sinistra hanno cercato una via più vaga indicando in parecchi milioni la soglia per il ripristino della tassa di successione. Infine, scopriamo che nel decreto fiscale, la tassa di successione (mascherata sotto il nome di imposta di registro) va a colpire i grandi patrimoni di 250 mila euro!! Finché arriva l annuncio di un emendamento che sposta la franchigia a 1 milione. Aspettate a morire... potrebbe cambiare ancora!!! Analoga vicenda sui bolli auto. Nessuno ha più capito cosa sta succedendo! Euro 4 o Euro 5. Bollo sì o bollo no. Sembra questo il dilemma shakespiriano della politica ambientale, in materia di trasporti, del governo Prodi. Prima spuntano gli sgravi per le auto meno inquinati, e contemporaneamente maggiori costi per quelle in ritardo rispetto alla normativa europea, vale a dire dalle Euro 0, alle Euro 3. Poi a tre giorni di distanza voilà e i bolli sulle auto Euro 4 e Euro 5 si pagano, come del resto anche le maggiorazioni per le auto più inquinanti. Risultato: siamo diventati esperti di normativa europea sull inquinamento delle auto, e abbiamo scoperto che dovremmo pagare tutti di più. Polemiche a non finire anche per gli odiati SUV (Sport Utility Vehicle). Comincia il caos: sarà abbassata la soglia del peso fino a chili. No. Sarà innalzata per colpire i più ricchi che vanno in Suv anche all edicola. No, va cambiato tutto perché non si può ammazzare un settore che tira e ha visto la vendita solo quest anno, in Italia, di pezzi. E via così, di dubbio in dubbio. Come andrà a finire con i gipponi? Non è dato saperlo. 5

6 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 6 Introduzione Ridicolo, poi, è il comportamento del governo sui fondi alla ricerca. Il Ministro Mussi, titolare del dicastero per l università e la ricerca, non ci sta. Si inalbera anche la signora Rita Levi Montalcini, eminente scienziato, ma, soprattutto, senatrice a vita, e per questo determinante, nei confronti del governo per ottenere più fondi per i ricercatori italiani. Prodi è alle corde. Annuncia di aver trovato nuove risorse per gli studiosi italiani e per il rientro dei cervelli costretti a lavorare all estero. Si salva in corner? No. La smentita è immediata. Secca. E tocca proprio al Ministro Mussi il quale, tristemente, fa notare che quei fondi sbandierati da Prodi, in realtà, erano già stati stanziati. Come dire... un imbroglio. Niente di più, niente di meno che un imbroglio. Povera senatrice Montalcini. Gli esempi sono tantissimi e le pagine che seguono analizzano con la solita scrupolosità, che contraddistingue questa collana, ogni singola sfaccettatura della Finanziaria per il Dalle norme sul Tfr, alle nuove nuove (perchè sono cambiate due volte) aliquote Irpef. Dalle gravi distorsioni al sistema finanziario create dalla nuova tassazione sul risparmio, alla commedia degli inganni della riduzione del cuneo fiscale. Dal ticket sul pronto soccorso (piccola parentesi: 27 euro rubati a chi con urgenza si reca in ospedale), alla tassa di soggiorno ammazza turismo. Dalla incomprensibile tassa di scopo, al blocco degli investimenti per opere infrastrutturali. Dalla tartassata sulla casa, con la revisione degli estimi catastali, alle misure di polizia fiscale introdotte da Visco per controllare gli scambi commerciali. Dalla revisione degli studi di settore, all aumento dei contributi per i lavoratori autonomi. Ultimi titoli dei giornali: Ticket più caro (no, meno caro...), ancora giallo sui fondi per la ricerca; lavoro: staffetta giovani anziani; aumenti agli statali, sì ma non ci sono i soldi... E mentre scriviamo i cambiamenti continuano..., non ci stiamo più dietro, aiuto! Ultim ora: ancora più Irpef; in compenso, spinelli per tutti!! 6

7 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 7 Introduzione Cosa mai avranno fatto di male gli italiani per meritarsi tutto questo? Una Finanziaria contro gli italiani, tutti matti, voluta dall unico sano di mente? Prodi. E pensare che il suo fattore C aveva ancora una volta funzionato: l odiato Berlusconi gli aveva lasciato un Paese in ripresa economica, col record di gettito fiscale, con le riforme più rognose già fatte. Bastava, con onestà ed intelligenza, riconoscerlo e guardare avanti. Ma Prodi non ne è capace. Ha preferito violentare il Paese con inutili medicine. Ha preferito negare l evidenza, per portare a termine le sue vendette. Poteva fare una Finanziaria da 15 miliardi di euro, 10 di correzione europea, e 5 di stimolo all economia. E dedicarsi alle liberalizzazioni e privatizzazioni non costose. Altro che campionato a -26, come la Juventus. Studi l economia, Prof. Prodi. Ma ciò voleva dire venir meno al suo livore, al suo cinismo. Evidentemente non ce l ha fatta. E ha preferito dare retta alla CGIL, ai rifondaroli, alle componenti più radicali della sua maggioranza. Ed è rimasto solo. Ferocemente solo. Con il Paese contro. Con i suoi stessi compagni di governo, contro. Dopo il danno, anche, la beffa del giudizio del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che, come abbiamo sentito, ci considera tutti dei pazzi. Pazzi, forse, ma non scemi. A casa, a casa, mister Prodi, la misura è colma. PS:...e pensare che questi signori descrivevano Berlusconi & C. come degli incapaci, dei ladri, dei farabutti, dei buoni a nulla, degli impresentabili, la vergogna dell Italia. E pensare che metà del Paese ci aveva pure creduto. Grazie Prodi, ci hai ridato l onore...! 7

8 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 8

9 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 9 1 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica di Davide Giacalone

10 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 10 E brutta, la legge finanziaria preparata dal governo Prodi. Non piace neanche ai sostenitori del governo. Non piace neanche a chi lo compone e regge. E brutta e qui proviamo a scandagliarne le insufficienze e le negatività, a cominciare dal suo essere incentrata pressoché esclusivamente sulla fiscalità, vale a dire sulle maggiori tasse da pagarsi. Ma il fatto che piaccia solo a chi l ha scritta, al tecnico Tommaso Padoa-Schioppa ed al politico Vincenzo Visco, m induce a partire da due assunti: a. i governi sono sempre più deboli e costretti a barattare la durata con la capacità di governare; b. il meccanismo istituzionale che regola la legge finanziaria è una schifezza, da cambiarsi il più in fretta possibile. Il sistema elettorale consegna subito un vincitore, ma subito dopo lo trasforma in un sopravvissuto Oggi al governo c è Romano Prodi, prima c era Silvio Berlusconi e spero presto ci sia qualcun altro. Ma chiunque sieda su quella sedia ci può stare solo a due condizioni: o perché è il vincitore della competizione elettorale, oppure perché si è fatto marameo agli elettori e dopo qualche tempo il vincitore è stato fatto fuori e sostituito. Nel primo caso il presidente del Consiglio dovrà tenere conto del fatto che la coalizione vincitrice, ovvero la sua, è eterogenea, contrad- 10

11 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 11 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica dittoria, contenente nel suo seno anche un pezzo dell opposizione. Il che significa che egli durerà a patto di non forzare le diversità, di non creare tensioni, di non sfidare la tenuta di gruppi che già non si sopportano fra loro. Durerà, insomma, a patto di non governare. A Berlusconi capitò, dovendo fare i conti con i conservatorismi di alcuni e gli estremismi di altri. Cercò di tenere fermo il baricentro, ma per non spostarlo dovette rinunciare alla mobilità ed al dinamismo nell azione di governo. E durato cinque anni, ma ha realizzato meno di quanto avrebbe potuto. Prodi ha studiato la lezione ed ha scelto un approccio più spregiudicato, facendo direttamente lui l accordo con gli estremisti e tenendo i riformisti ed i moderati in ostaggio. Se lo fanno cadere, questa è la sua costruttiva prospettiva politica, lui porta tutti a fondo con sé. Lo dice esplicitamente: se cado io, cadete tutti. Una prospettiva di grande vitalità. A questo punto non è difficile capire perché, dopo un anno di campagna elettorale, dopo le elezioni di aprile, dopo l ingorgo istituzionale ed il ritardo nel far partire il governo, già a settembre si parla di crisi di governo. Che ci sia o no, cambia poco, perché si dimostra che il nostro sistema è largamente inefficiente: impieghiamo tempo e fatica per misurare le forze politiche in campo, ma una volta superate le elezioni il governo è già un malato grave. Sono più di dieci anni che facciamo finta di avere un sistema maggioritario e bipolare, sono più di dieci anni che votiamo come se si stesse scegliendo il capo del governo, e sono più di dieci anni che subito dopo il voto il vincitore è già un sopravvissuto. Che altro deve accadere perché si aprano gli occhi? Quanto ancora può reggere un Paese dove si vota contro? E un analisi che ho già condotto altrove e qui mi limito a riassumere la conclusione: il nostro bipolarismo si regge solo e soltanto su Silvio Berlusconi, è lui che calamitò i voti dispersi a causa di un sistema politico democratico distrutto dalle inchieste giudiziarie, è lui che fa da collante ai voti della sinistra. Berlusconi ha poi berlusconizzato la sinistra, nel senso che a sinistra 11

12 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 12 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica hanno copiato pari pari il suo modo d intendere la coalizione che lo portò alla vittoria nel 1994, ma mentre quella primigenia operazione aveva uno scopo ed un significato politico (che credo resterà nei libri di storia patria), adesso è solo lo strumento di una disfida fra schieramenti, fra truppe raccogliticce oramai incapaci di esprimere alcunché abbia a che vedere con le riforme, con la gobettiana ed ancora inagguantabile rivoluzione liberale. La sinistra di oggi è tutta dentro questa trappola, che si è chiusa in occasione della legge finanziaria. Certo, c è sempre la seconda modalità, ovvero far nascere un governo diverso, non capitanato da Prodi, non coincidente con la coalizione che gli ha consentito di vincere le elezioni. E già successo, nel Non è una novità, anzi, sarebbe la conferma di quel che comunque a me pare evidente, ovvero che il bipolarismo che ci raffiguriamo è un falso. Nulla (o quasi) può essere peggio dell incubo di una tale accozzaglia capace di durare cinque anni. Penso nessuno ci creda, se non il solo Prodi. Ma quando la rottura avverrà non sarà il caso di festeggiare, bensì di porre il problema di un sistema elettorale ed un sistema istituzionale che siano capaci di produrre politiche di governo. Diverse, in competizione fra loro, non costrette ad innaturali accordi, ma pur sempre politiche, ovvero scelte, anteposizione d interessi, disegni di sviluppo e cambiamento, programmi di riforme. Altrimenti finiremo soffocati dalla trippa che non riusciamo più a muovere. La telenovela della legge finanziaria è la più fedele rappresentazione di un sistema bloccato ed impazzito In questo libro si analizza e critica la brutta legge finanziaria proposta dal governo Prodi. Ma sarebbe sciocco non vedere che questa telenovela di terz ordine si replica ogni anno, con risultati diversi, certamente, ma sempre dentro al copione di un meccanismo istituzionale con non funziona più. Volendo guardare al futuro, quindi, si deve dire chiaro e tondo che fra le prime cose da riformare c è proprio la legge finanziaria. Legge che, a scanso di 12

13 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 13 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica equivoci, non è un pilastro costituzionale ma un innovazione introdotta nel 1978, in tempi di solidarietà nazionale ovvero di un governo che aveva l appoggio anche dei comunisti (senza offesa, si chiamavano così), e serviva a rendere rigida e non opinabile la gestione del bilancio. Quello che allora era un bisogno si è poi trasformato in un incubo. Sembra il gioco dell oca. Si parte prima dell estate, con il Dpef (documento di programmazione economica e finanziaria) nel quale si descrive lo scenario economico, la situazione di fatto, le previsioni di crescita e di spesa, l indirizzo che s intende dare all economia. Lo elabora il governo e lo presenta al Parlamento che lo approva con una mozione. Fatto quel lavoro il resto dovrebbe essere un mero piano d esecuzione. Come dire che si è stabilito dove edificare, di quanti piani deve essere il palazzo, con quante porte e quante finestre, quanto deve costare ed entro quanto deve essere terminato, da quel momento in poi si va per piani esecutivi, ci sono da risolvere problemi pratici, ma è roba da capocantiere. Invece manco per idea, perché il Dpef non conta nulla, sono parole al vento, prive di valore costrittivo. Il ministro competente ci può scrivere quello che gli pare, tanto sono gli stessi che glielo votano a fregarsene di quel che è stampato nero su bianco. Quest anno Tommaso Padoa-Schioppa ci ha scritto che si dovevano fare tre cose: a. riformare le pensioni; b. introdurre i tickets per la spesa sanitaria; c. riformare la finanza locale. I suoi colleghi ministri, per non parlare dei parlamentari della maggioranza, neanche hanno perso tempo a leggere quella roba che, difatti, non si ritrova nella finanziaria neanche sotto forma di pallida imitazione. Superato l inutile Dpef, chiusesi le dotte ed accalorate discussioni fra finti scienziati dell economia, è usanza che il governo prometta una immediata presentazione della legge finanziaria, in cui, naturalmente, si troveranno gli stessi contenuti. E non meno diffuso costume che avvenga l esatto contrario: la finanziaria verrà presentata senza alcun anticipo, all ultimo minuto, e come se il Dpef non 13

14 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 14 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica fosse mai esistito. Questa volta la discussione all interno del governo sarà meno amichevole ed i ministri eviteranno di dormire, perché, questa volta, quel che si scrive nella finanziaria sarà vincolante. Se nel Dpef si dice che la spesa pubblica deve diminuire del tot per cento nessuno se ne occupa, tanto sono chiacchiere, ma se nella legge finanziaria si tocca un determinato capitolo di spesa allora arrivano gli strilli, perché quelli sono soldi veri, in capo a veri ministeri, di cui sono responsabili ministri quasi veri. Dico quasi veri perché, negli anni, ho visto persone diverse, espressione di partiti diversi, che si trovano in coalizioni diverse, difendere gli stessi capitoli. Ci si domanda: come è possibile? La risposta è: nella gran parte dei casi il ministro non è competente, non sa con precisione di cosa si stia parlando, ma sa che la difesa di quello che gli suggeriscono i funzionari è parte integrante del suo prestigio, quindi si batte come un leone. Con il che nessuno pensi io stia tessendo l elogio dei ministri tecnici, quelli che si suppone siano preparati e competenti. Intanto perché non è affatto detto che la millantata competenza poi sia un fatto reale, e poi perché il mestiere di ministro è un mestiere politico, vale a dire che si deve tenere conto di variabili ed interessi politici. Solo, mi pare piuttosto originale che la qualifica di politico debba accompagnarsi alla condizione d ignorante. Il ministro deve essere un politico, ma essere un politico non gli impedisce di studiare, lavorare, capire. Nessuna legge lo vieta, ed anzi, un grande Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ne faceva un appropriato richiamo alla serietà: conoscere per deliberare. La prima ragione per cui i tagli alla spesa pubblica sono difficili sta nel fatto che vi si oppongono i ministri della spesa, i quali, ad urne ancora calde, già dimenticano le promesse elettorali e diventano i curatori del proprio orticello, o latifondo, di potere, quindi i referenti degli interessi e delle corporazioni che dalla spesa pubblica dipendono. Purtroppo, ed è una delle cause del nostro declino, in Italia il 14

15 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 15 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica settore pubblico allargato copre un area impressionante dell economia, con conseguente vasta forza della conservazione spendaiola. Talora qualche buontempone prova ad introdurre in questo mondo qualche parametro di produttività, ma è solo fuffa propagandistica. Da noi le cose funzionano così: si spendono soldi pubblici per assumere personale che nei tribunali faccia funzionare i sistemi informatici, siccome non sono capaci o neanche ci pensano, in omaggio all emergenza giustizia si pagano, sempre con soldi pubblici, ditte esterne che svolgono il già pagato lavoro, poi, dato che i soldi non bastano mai e si accumulano i debiti, visto che le aziende non lavorano per fare beneficenza, sempre in omaggio all emergenza giustizia si chiede che aumentino gli stanziamenti e così la spesa pubblica cresce senza che cresca la produttività. Morale; abbiamo la peggiore giustizia d Europa e la paghiamo più di ogni altro. Ecco, questo è il meccanismo. La spesa pubblica, ovviamente, non è eliminabile. Non solo perché esistono comparti (come la giustizia, appunto) che non possono che essere pubblici, ma perché vi sono anche settori di mercato dove l investimento pubblico ha effetti meravigliosi (si pensi all elettrificazione, per dirne una). Quindi non è una diatriba ideologica, non si tratta di dividersi su spesa pubblica sì o no, ma si dovrebbe sapere distinguere fra spesa buona e spesa cattiva. A questo serve la politica, perché il buono ed il cattivo dipendono da tante cose ed hanno come arbitro l elettore, ma è proprio questo che la politica non sa fare. Con il risultato che la spesa pubblica continua ad essere enorme, le categorie che da questa dipendono continuano a crescere, ma i benefici sono scarsi. Torniamo alla legge finanziaria. Quando esce dal Consiglio dei ministri è solo una lontana parente del testo che vi entrò, e non ha più alcun dna comune con il Dpef che tutti quelli del governo e della maggioranza applaudirono come un gran salto di qualità. Ma siamo solo alle prime caselle. 15

16 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 16 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica Una legge camaleontica, che cambia con lo scorrere delle ore, talora approdando a soluzioni opposte a quelle di partenza Prima di iniziare il dibattito parlamentare comincia quella detestabile ed incresciosa sceneggiata che si chiama confronto con le parti sociali. Una lunga serie di organizzazioni sindacali, nei confronti delle quali non si è mai fatto valere il dettato costituzionale, sostanzialmente rappresentative di se stesse, vanno a presentare le proprie richieste al governo. Dopo averle presentate cominciano le proteste, talora gli scioperi, per farle valere con maggiore forza. A questo punto sono gli unici che hanno un effettivo mandato ed una reale rappresentanza popolare, ovvero i parlamentari, a dire che quelle richieste devono essere ascoltate, perché provenienti da quell indefinibile cosa che s usa chiamare società civile. Mi correggo, scusate: i parlamentari non parlano, perché sono gli eletti ma non contano granché, parlano le forze politiche, i partiti, che sempre più sono in grado di determinare chi mette piede in Parlamento e chi no, il che fa anche cadere parte del discorso sulla rappresentatività. Ma è un altro tema, non divaghiamo. In tutte le forze politiche (o quasi, perché oramai ve ne sono molte fatte in casa, che portano addirittura il nome del patriarca) c è la rappresentanza dei commercianti, dei professionisti, dei sindacati e così via, quindi è tutta una gara a far vedere chi difende meglio quegli interessi. A quel punto si apre un mese di corrida, nel corso del quale i giornali faranno dei gran titoli annunciando come contenuti della finanziaria cose e norme che non ci sono ancora, e che magari non ci saranno mai, o danno per cancellati articoli che poi ricicciano da un altra parte, nel frattempo s insalsicciano nel testo cose che non c entrano un fico secco, giorno e notte lavorano gli esperti di tutte le corporazioni che diventano gli unici conoscitori del testo reale, coordinati da funzionari ministeriali che, di tanto in tanto, devono anche perdere del tempo per spiegare al loro ministro, che guarda allibito, a che punto sono i lavori. La finanziaria, a questo punto, è già un prodotto più probabi- 16

17 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 17 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica listico che di governo, nel mentre il ministro dell economia s affanna a dire che non si devono toccare le uniche cose che contano, ovvero i saldi finali. Lo ha detto anche Padoa-Schioppa, non so se rendendosi conto o meno che quella è la certificazione definitiva del fallimento. E come se, in famiglia, si aprisse la discussione circa la spesa di centomila euro per l acquisto di un appartamento da destinarsi alla figlia, ma, dopo ampia e democratica discussione, si decidesse di spenderli per acquistare spinelli giamaicani. Il familiare proponente, allora, si alza e dice: è stata rispettata la mia proposta, centomila euro (e tutti pensano che abbia già consumato buona parte della scorta caraibica). Terminata la stagione alticcia del dibattito con le parti sociali, esauriti i dotti interventi di economisti di passaggio e messi nel conto gli articoli di commentatori indignati (compresi i miei), si passa al dibattito parlamentare, in cui, se possibile, si scassa quel che ancora restava in piedi. E dato che l opposizione, normalmente, non si accontenta di gridare alla schifezza, ma s industria nel renderla peggiore con migliaia di emendamenti, ecco che, con il freddo invernale arriva anche l alzata d ingegno di quello che, con notevole sforzo di fantasia e grande magnanimità si chiama capo del governo : basta, ora mettiamo la fiducia. Ottenendo un duplice risultato ridicolo. La prima ridicolaggine è che siccome la fiducia non si può mettere sul voto complessivo della legge, ma articolo per articolo, ed al fine di evitare di lasciarci le penne con numerosi e ripetuti voti di fiducia, la fantasia perversa ha portato alla seguente soluzione: mettere tutta la legge in due o tre articoli, qualche volta è capitato che delle leggi siano concentrate in un solo articolo, con centinaia di comma e scritti in decine di pagine. Un mostro informe che rende del tutto aleatoria la certezza del diritto, alla cui lettura possono dedicarsi solo i pazzi, o quelli che vogliono ben documentarsi su come violare la norma. La seconda ridicolaggine sta nel fatto che il governo lega la sua stessa esistenza ad un testo di cui non è autore, 17

18 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 18 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica cresciuto deforme secondo l iter qui succintamente descritto, quindi espressione più del caos mentale e legislativo, più del corporativismo imperante che di nulla che possa definirsi politica di governo. Ecco, caro lettore, ci siamo, a questo punto sta per nascere la legge finanziaria. E sembra di essere nella sala parto del film La mosca parte seconda, quando la puerpera, ingravidata da un uomo il cui dna era stato contaminato dall odioso insetto, scodella una larva schifosissima che il medico si rifiuta di maneggiare. Siamo a dicembre, si prepara il Natale. Con la Befana si avvierà la discussione sulla manovra di assestamento vale a dire su tutto quello che non è più nella finanziaria e che comunque dovrebbe essere fatto. Discussione non meno oziosa e deludente della prima, perché le cose serie saranno rimandate alla finanziaria dell anno successivo, naturalmente propiziata da un Dpef finalmente serio, severo, concentrato sui temi dello sviluppo e della crescita economica. Si ripone il gioco nella scatola, si va in vacanza, magari nel frattempo il governo cade e nessuno lo rimpiange, che, tanto, a settembre si ricomincia da capo. E qui volevo arrivare: questa roba va cancellata. In un sistema istituzionale serio la legge finanziaria deve contenere la politica economica del governo, che a sua volta ne risponde con la sua stessa esistenza In altri Paesi europei, non meno democratici del nostro e con un Parlamento non meno, anzi più influente del nostro, la legge di bilancio è da considerare inemendabile. Non è l unica, perché in quei più saggi sistemi il governo può proporre anche in altre materie il non cambiamento delle proprie proposte, naturalmente condizionando alla loro approvazione la sua stessa esistenza. La politica economica del governo è impostata davanti agli elettori, che ne sono poi i giudici. Questo non significa affatto che il Parlamento viene scavalcato od ha una funzione meramente notarile, perché se le proposte del governo non passano è segno che il governo ha esaurito la sua funzione ed il suo consenso, 18

19 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 19 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica quindi si torna davanti agli elettori. Quel che non si può fare, ed è saggio non si faccia, è tenersi lo stesso governo dopo avergli scassato la legge di bilancio. In quello schema si ottiene un ulteriore conseguenza virtuosa: l opposizione parlamentare è del tutto inutile si metta a far caciara, sparando a raffica nella speranza che almeno una pallottola raggiunga il governo e facendolo cadere non si sa come, non si sa su cosa, né in quale direzione, ma è costretta a comportarsi seriamente ed a controproporre una diversa impostazione della politica economica, destinata non a sostituirsi in Parlamento a quella del governo, ma a rappresentare una valida alternativa per gli elettori. Se il governo propone, mettiamo, di imporre nuove tasse per finanziare ulteriori spese, all opposizione non sarà sufficiente dire di essere contraria alle tasse, ma dovrà dire quali spese taglierebbe, quali non farebbe, o quali ulteriori e diverse cose tasserebbe. Da noi, al contrario, sembra di essere sempre in quella surreale scena che si deve al genio di Vittorio De Sica, in Miracolo a Milano, quando più soggetti fanno a gara nel dire il numero più alto, senza più alcun appiglio alla compatibilità, alla ragionevolezza, e financo alla mera contabilità. Tanto poi, alla fine, vince chi, beffando tutti, aggiunge un più uno. Sono più di venti anni che giriamo a vuoto cercando la via di un riallineamento istituzionale, di una correzione di quell architettura che, nei suoi tratti fondamentali, risale alla Costituente. Che allora fu cosa ottima, in grado di, con la centralità parlamentare ed il proporzionalismo, di condurre l Italia dal fascismo e dalla miseria alla libertà ed alla ricchezza, ma che da tempo, da molto tempo perde colpi e non riesce più a garantire la governabilità. Siamo ancora lì, da dove non riuscì a smuoverci la commissione presieduta da un vecchio liberale, Aldo Bozzi. Quando si ritroverà la lucidità e la consapevolezza di riprendere quel lavoro, la struttura istituzionale della legge finanziaria sarà fra le prime cose da modificare, se non altro per risparmiarci uno spettacolo sempre meno commendevole. 19

20 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 20 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica Quel che la sinistra disse in campagna elettorale, il pasticcio in cui si mise e la premessa di questa brutta legge finanziaria Confesso al lettore che l idea iniziale di queste pagine era quella di controllare, dopo la presentazione della legge finanziaria, quale fosse la rispondenza fra le cose dette da Prodi in campagna elettorale e quelle poi effettivamente fatte. Ma confesso anche che l idea di riprendere in mano il tomo sgrammaticato del programma sinistro mi gettava nello sconforto. Lo avevo già letto tutto per scrivere I peccati di Prodi, e non l avevo trovata una lettura sollazzevole. Inoltre, come si fa a fare un paragone se i contenuti della finanziaria sono alla mattina già diversi da quelli che avevamo lasciato la sera, prima di andare a dormire? In fondo ha ragione Emanuale Macaluso, che ha recentemente scritto, rivolgendosi idealmente a Prodi: Approvata la finanziaria, deve accantonare il libro programmatico dove c è scritto tutto e non c è scritto niente, dato che quel tutto è raccontato con parole equivoche, invocate da chi vuole una certa riforma e al tempo stesso pretende il suo contrario (Il Riformista 31 ottobre 2006). In effetti potrei qui riprodurre le poche pagine, 6, che in quelle 281 annegano cercando di dire e non dire in materia fiscale, ma, alla fine se ne ricaverebbe solo una sgradevole sensazione stilistica. La lettura, però, non è del tutto inutile, quindi ne faccio un estratto e lo metto in una nota finale, a beneficio dei volenterosi *. Misuri ciascuno la distanza fra parole e fatti. Mi paiono, invece, utili le considerazioni svolte da Claudio Velardi (L anno che doveva cambiare l Italia, Mondadori, pagine ) e la sua ricostruzione dei vari passaggi della campagna elettorale. Velardi è stato un dirigente del partito comunista italiano, uno dei più stretti collaboratori di D Alema a Palazzo Chigi, per poi cominciare a correre (letteralmente) da solo ed accorgersi di quanto diverso è il mondo, una volta dismesse le lenti dell ideologia. Egli scrive, riferendosi al vivo della propaganda elettorale: Un certo giorno si decide (chi lo decide, dove si decide?) di trasformare un innocua, vaga proposta elettora- 20

21 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 21 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica le in una perentoria e puntuale affermazione: ridurremo il cuneo fiscale di 5 punti nel primo anno di legislatura. ( ) Così comincia il calvario di un mese su un tema le tasse su cui, se proprio non si riesce a tacere, è buona norma dire pochissime cose ed inequivoche. E l ideale sarebbe dirle dopo e non prima. Si parte chiarendo agli italiani per bocca dell ineffabile Vincenzo Visco che sì, l obiettivo è proprio quello di tassarli: è da ritenersi cosa buona e giusta. Si prosegue smentendo Visco, tanto per cominciare, e parlando di tassazione delle attività finanziarie, senza chiarire se le modifiche riguarderanno le nuove o anche le vecchie emissioni, questa o quella attività finanziaria. Distinzioni assai complesse per il grande pubblico: dunque sarebbe stato meglio tacere. Si continua con un orrido balletto sui limiti dell imposta di successione: si va dai euro già in vigore nel 2000, ai , ai , agli umoristici parecchi milioni di euro. Un balletto da cui emerge una cosa sola: ancora una volta nessuno ha ritenuto opportuno chiudere i vertici parola forte della coalizione in un stanza, buttare la chiave, e farli uscire solo dopo aver concordato una linea di comunicazione. Più si avvicinano le elezioni, più cresce il balbettio. I proventi della lotta all evasione diventano copertura universale. L intera campagna elettorale sembra costruita per seminare incertezze, per abbattere punti di riferimento, per regalare a Berlusconi il ruolo di difensore dei risparmiatori, dei lavoratori onesti, del famoso ceto medio, compreso quello riflessivo. D altro canto, se si è vaghi sull imposta di successione o sulle rendite finanziarie, come dissipare il dubbio che non vi siano altre zone franche, che tutto possa accadere? In realtà, la campagna dell Unione è l espressione di una cultura fiscale da paura. Tassazioni retroattive. Nuove, più onerose bardature. Voluta sottostima del gettito dei provvedimenti. Estensione indiscriminata della qualifica di evasori ad interi settori, e addirittura ai risparmiatori che li finanziano: gli esperti valutano che la quota dei fondi immobiliari di proprietà di molti risparmiatori possa ridursi fino al 40-50%. Nel frattempo, la riduzione dei 5 punti di 21

22 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 22 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica contributi si fa via via sempre più selettiva, diventa uno strumento di lotta alla precarietà, finisce per non riguardare per nulla i contributi, ma solo l Irap. Forse, pare, dicono. Ed è proprio questo guazzabuglio, così descritto da Velardi, a riprodursi nella legge finanziaria, nel suo continuo divenire, nel suo mutare perpetuo. Non volendo far la parte di quello che critica sempre e per partito preso avevo scritto un intervento favorevole ad una norma contenuta nella finanziaria, che prevedeva la proibizione di vendere gli alcolici ai minori. In effetti con la finanziaria non c entrava niente, ma era giusto. Ce l hanno tolta, dicendo che era fuori tema. Ma chi ce l aveva messa? Sui Suv mi sono rifiutato di commentare, anche solo di seguire l altalena, ed ancora oggi, mentre scrivo, non si sa come andrà a finire ed il governo continua a rettificare ogni pubblico annuncio. Nel frattempo, però, il mercato è guastato da una serie di anticipazioni a capocchia, poi rimangiate, poi riproposte, poi ricorrette. Roba da mal di mare. Tutto questo non induca a credere che la legge finanziaria non abbia un anima ed un significato politico, perché ci sono, e sono le cose peggiori. Quel che è veramente scritto nell articolo 53 della Costituzione Attenti, però, a credere che la legge finanziaria sia solo un minestrone in cui un cuoco arruffone ha buttato di tutto, perché, al contrario, ha una suo preciso significato ed indirizzo politico. E visto che ne è l aspetto di gran lunga peggiore, visto che è un principio che ha salde radici e che le sopravviverà, è meglio parlarne in modo esplicito. Questa legge finanziaria è brutta perché chi l ha concepita ritiene che il fisco debba essere utilizzato per riequilibrare e ridistribuire i redditi. A ben vedere questo è un concetto che troviamo proprio nell inutilmente prolisso programma dell Unione e non può, quindi, contestarsi l incoerenza. Sono coerenti, da questo punto di vista, ma nell errore. Molti sono convinti, a forza di ripeterlo ad orecchio senza mai averlo letto, che quel principio sia contenuto 22

23 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 23 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica nella nostra Costituzione, il che è del tutto privo di fondamento. Leggiamolo, l articolo 53, così la si pianta di ripetere sciocchezze. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Punto. I principi sono due: a. pagano tutti, b. chi più ha più paga. Il resto non c è, e di sicuro non si scorge traccia del moralismo senza etica che spinge i governanti a volere punire e schiaffeggiare chi ha l ardire di guadagnare e consumare troppo (troppo secondo loro). Il fatto che si debba pagare tutti non ci ha impedito di stabilire che alcuni non pagano. Il centro destra ha inserito il principio della no tax area, vale a dire di una soglia minima di reddito al di sotto della quale non si pagano tasse sullo stesso, ed in tal senso si muove anche il centro sinistra. Ed è giusto, perché quel tutti deve essere letto alla luce della ragionevolezza e del senso d equità. In quanto alla progressività, questa è intesa come un criterio che informa il sistema fiscale, non come un meccanismo che punisca la ricchezza. In altre parole, non solo va bene, ma è giustissimo che i redditi più alti paghino aliquote più alte, quindi, in termini assoluti, che paghino proporzionalmente di più dei meno ricchi, ma a tale progressività deve essere posto un limite, oltre il quale comincia l azione regressiva d impoverimento. Quel limite è stato abbondantemente e da tempo superato. Il centro destra lo aveva avvertito, ed ha la responsabilità, in cinque anni di governo, di avere corretto solo marginalmente la stortura. Ma, almeno, la viveva come una stortura. Il centro sinistra, tutto al contrario, vive la progressività senza limiti come uno strumento di giustizia sociale, ed è proprio questo modo di pensare ad essere uno dei due genitori dell evasione fiscale. Tutti i cittadini hanno eguali diritti ed uguali doveri, tutti siamo uguali davanti alla legge. Ma per il resto siamo diversi, e le nostre diversità sono preziose. C è chi lavora e chi è pigro, chi crea ricchezza e chi compone versi, chi aspira al benessere e chi alla fama presso i posteri, chi è 23

24 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 24 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica capace e chi è zuccone, chi è veloce e chi è lento. Il reddito non può che essere funzione di queste diversità, ed i soldi sono il premio per chi più opera e, così facendo, più si rende utile alla collettività. E il solo meccanismo giusto che si conosca, il solo, è bene sottolinearlo mille volte, che consente al figlio di un povero di diventare ricco e spinge il figlio scemo di un ricco a diventare povero. Come è giusto che sia. Il premio al merito rende fluida e mobile una società, quindi la rende viva, la rende giusta, le consente la dinamicità con cui competere nel mondo. Il nostro sistema fiscale rema nella direzione opposta, ed a certi livelli di merito ritiene giusto portare via più della metà del reddito guadagnato. Questo non è un modo per favorire i più deboli, ma per rendere debole il mercato e condannarli alla mediocrità. Questo modello regressivo e pauperista si regge grazie a quella che chiamo moralità senza etica, non a caso è la stessa matrice che toglie al nostro sistema la possibilità di avere una giustizia che funzioni. La moralità senza etica porta lo Stato, e per esso le forze politiche e le maggioranze di governo, ad emettere giudizi e stabilire delle penalità per i comportamenti privati. E questa la lunga discussione sui Suv, è questa la decisione dei superbolli, è l idea che esista una sorta di estetica pubblica da rispettarsi, l idea che chi compera il fuoristrada sia un cafone arricchito (vale a dire un contadino del sud che ha fatto i soldi, ovvero un soggetto che la sinistra ideologica odia, perché lo vuole bracciante e manifestante contro il latifondo, fermo a cinquanta anni fa), un soggetto socialmente negativo, quindi da tassarsi per punizione. Per farlo si trovano le scuse più ridicole, come quelle relative all inquinamento: i Suv sporcano l aria, quindi vanno disincentivati. Ma i Suv si trovano nei negozi, sono dotati di regolare omologazione rilasciata dallo Stato, dopo il controllo anche dei gas di scarico, non si comperano al mercato nero, ma se ne fa la pubblicità su giornali e televisioni. Quindi se compero un Suv od una Lamborghini gialla sono affaracci miei. Li pago cari, perché sono molto costosi, e li pago con soldi sui quali ho già 24

25 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 25 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica pagato le tasse. In ogni caso inquinano meno di certi autobus che sembrano andare a carbone e che se fossero privati non supererebbero alcun controllo sui gas di scarico. Ma questo viene bollato come un linguaggio arrogante, si approfitta di un presunto disvalore estetico per far valere una logica punitiva, e, così facendo, si entra nel terreno limaccioso dell eticità statale. Invece deve valere un principio opposto: sui redditi si pagano le tasse e con i soldi che rimangono ciascuno fa quello che gli pare. La finanziaria di cui parliamo approccia dal lato esattamente opposto, tanto è vero che chiede a me cittadino di rispondere non solo delle somme che affluiscono al mio conto corrente (il che è ovvio, perché se dico di guadagnare cento ed incasso duecento c è qualche spiegazione da dare), ma anche di quelle che escono. Se passo presso la mia banca, dove tengo i miei soldi, e ne prendo la metà perché intendo dilapidarli in una settimana di follie arriva il fisco e mi dice: documenta come li hai usati. Ed invece ho il diritto di non documentare un accidente, perché quelli sono soldi miei ed affari miei. Certo, il migliore dei mondi possibili è quello in cui tutti noi non si usa più denaro contante ma solo carte di credito, in modo che i flussi finanziari siano sempre documentati. Questo chiede l attuale governo, ma lo pretende in modo rovesciato. Le carte di credito sono un business, le compagnie che le amministrano non sono associazioni filantropiche, ma soggetti che giustamente mirano al profitto, quindi che si diano da fare, che mi dimostrino la convenienza ad usarle, che spieghino alle banche che il cliente che in quel modo movimenta il denaro deve essere premiato, ed io, di buon grado, userò la carta di credito. Ma se, al contrario, la banca mi fa pagare ogni movimento ed i costi superano sempre gli interessi attivi, e se la carta di credito si comporta come se fossero loro a fare un piacere a me, allora mi tengo la mazzetta in tasca e vado di leccata e pollice ogni volta che c è da pagare. Se lo Stato, come sta facendo, mi obbliga a divenire cliente di sistemi inefficienti ne aumenta l inefficienza, ed è un danno per tutti. Questo, infine, senza tenere conto del fatto che negli Stati Uniti la moneta 25

26 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 26 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica elettronica ha giustamente soppiantato il dollarone da tenere in tasca, ma in quel Paese certe banche dati non sono quel colabrodo immondo che sono dalle nostre parti. Negli Usa ho visto annunci di escort girls (prostitute) con sotto la scritta si accettano tutte le carte di credito, e la mia mente è andata all anagrafe fiscale ed agli accertamenti bancari chiesti dalla magistratura italiana, tutta roba praticamente di dominio pubblico, tutta roba che finisce sui giornali. Poi non chiedetevi il perché si fanno i pagamenti in contante. Una fiscalità invadente non aiuta nemmeno la redistribuzione del reddito (principio già nefando), ma sposta la capacità di spesa dalle tasche dei singoli privati a quelle dei governi pubblici, moltiplicando l inefficienza Il fisco utilizzato a scopi redistributivi, ovvero il fisco descritto in quel che si comprende nel programma dell Unione, il fisco al quale crede un politico coerente come Vincenzo Visco, ha la pretesa, mediante la progressività esasperata, di ripianare le ingiustizie, di combattere i privilegi, di favorire i bisognosi. Solo che, nella pratica, avviene l esatto contrario. Una fiscalità debordante, come la nostra, non ha l attitudine di Robin, non toglie ai ricchi per dare ai poveri, ma toglie alla spesa privata per dare alla spesa pubblica. La spesa pubblica, a sua volta, è solo in parte necessaria a reggere l essenziale ed insostituibile apparato statale, ma per il resto serve ad irrigare i campi del privilegio e della difesa di quelli che sono chiamati diritti acquisiti, e che, nella sostanza, sono dei privilegi di alcuni, maturati nel passato, fatti valere contro i diritti presenti e futuri di altri. La spesa pubblica non è affatto neutra, e da molto tempo ha perso finalità di spinta allo sviluppo, è, invece, lo strumento politico con il quale si privilegiano e soddisfano dei bisogni, a scapito di altri. Per farlo si tolgono soldi dalle tasche dei cittadini, quindi si opera in modo che sia lo Stato a stabilire quali sono i bisogni e gli interessi giusti, sottraendo libertà di scelta agli individui. Così facendo, però, si toglie energia alla mobilità del mercato e si rende più difficile il premio al merito. Fre- 26

27 Libero 10/2 Parte :12 Pagina 27 La legge finanziaria, la slealtà fiscale dello Stato ed i guasti della politica nare la mobilità è un danno non per chi sta in cima alla scala sociale, non per chi è ricco, non per chi ha un patrimonio, e certo non per chi è un incapace, ma è una gran fregatura per chi sta in fondo, è povero, non ha patrimoni ed è bravo. Facciamo l esempio della più nobile spesa pubblica, quella per l istruzione. Come si può negare che i soldi presi con le tasse e spesi nelle scuole siano soldi spesi bene? Si può, perché se la spesa pubblica perde il riferimento alla qualità succede che si spende una montagna di quattrini per assicurare a tutti, indistintamente, una scuola mediocre. Si spendono quasi tutti i soldi per pagare gli insegnanti ed i bidelli, mentre agli alunni si offre un corso di studi al termine del quale saranno incipriati di cultura generale ma non sapranno nulla di spendibile, di strumentalmente utilizzabile nella loro vita. Magari si arriva anche all abominio, contenuto nella finanziaria, secondo il quale per diminuire la spesa li si promuove sempre e comunque, così saranno asini diplomati, ma pur sempre asini. A quel punto, giunti alla soglia della maggiore età e senza una formazione degna di questo nome, cosa succede? Succede che il figlio del notaio, anche se con la testa di marmo, verrà laureato in giurisprudenza e prenderà lo studio del padre. Il figlio del costruttore prenderà un diploma del piffero in economia e commercio, ma siederà sulla sedia del padre, protetta dai consolidati rapporti sui permessi da ottenersi per le aree edificabili e svilupperà, in questo, la più pregnante capacità relazionale del genitore. Ed il figlio dell impiegato cercherà disperatamente un impiego, affidandosi alle raccomandazioni del politico amico del notaio, o cercherà lavoro nei cantieri di quel suo antico compagno di classe, cretino ma ammanicato, dovendo pure fare i conti con la concorrenza extracomunitaria. Riuscite ad immaginare un sistema più ingiusto? Se, all opposto, si lasciassero gli individui e le imprese liberi di sponsorizzare gli istituti di studio superiore e le università, state sicuri che i figli dei privilegiati avrebbero sempre la corsia preferenziale, ma i costruttori vorrebbero comunque potere disporre di ingegneri che non facciano 27

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