UBI SICAV. Société d Investissement à Capital Variable Multicomparto. (SICAV di diritto lussemburghese)

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1 Société d Investissement à Capital Variable Multicomparto (SICAV di diritto lussemburghese) Relazione annuale comprensiva del bilancio certificato 11-13, Boulevard de la Foire L-1528 Lussemburgo R.C.S. Luxembourg B Non possono essere accettate sottoscrizioni basate sulle relazioni finanziarie; esse sono valide esclusivamente se effettuate sulla base del prospetto informativo corrente corredato dell ultima relazione annuale e semestrale, se pubblicata successivamente.

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3 Indice Pagina Gestione e amministrazione 5 Relazione degli amministratori 6 Relazione del Réviseur d Entreprises Agréé 10 Stato patrimoniale 11 Prospetto del risultato operativo e delle variazioni del patrimonio netto 18 Variazioni del numero di Azioni 26 Dati statistici 36 Euro Fixed Income Prospetto degli investimenti 46 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 49 Euro Equity Prospetto degli investimenti 50 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 51 USA Equity Prospetto degli investimenti 52 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 54 Asia Pacific Equity Prospetto degli investimenti 55 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 61 Emerging Markets Equity Prospetto degli investimenti 62 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 67 Global Equity Prospetto degli investimenti 68 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 74 Euro Corporate Bond Prospetto degli investimenti 75 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 78 High Yield Bond Prospetto degli investimenti 79 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 88 Short Term EUR Prospetto degli investimenti 89 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 91 Euro Liquidity (1) Prospetto degli investimenti 92 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 93 Active Beta Prospetto degli investimenti 94 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 95 Global Corporate Bond Prospetto degli investimenti 96 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 100 (1) cfr. Nota 19 3

4 Indice (continua) Euro Corporate Short Term Prospetto degli investimenti 101 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 105 Euro Equity High Dividend Prospetto degli investimenti 106 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 107 Emerging Markets Bond Prospetto degli investimenti 108 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 110 Global Dynamic Allocation Prospetto degli investimenti 111 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 113 Cedola Certa Prospetto degli investimenti 114 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 116 Beta Neutral Prospetto degli investimenti 117 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 119 Long/Short Euro Prospetto degli investimenti 120 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 121 Cedola Certa Prospetto degli investimenti 122 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 125 Protezione e Crescita 2017 Prospetto degli investimenti 126 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 127 Cedola Certa Prospetto degli investimenti 128 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 131 Focus Italia Prospetto degli investimenti 132 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 134 Cedola Mercati Emergenti Prospetto degli investimenti 135 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 137 Protezione Mercati Emergenti Prospetto degli investimenti 138 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 139 Multiasset Europe 50 Prospetto degli investimenti 140 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 144 Global High Yield Euro Hedged (1) Prospetto degli investimenti 145 Classificazione geografica ed economica degli investimenti 151 Nota integrativa al bilancio 155 (1) cfr. Nota 19 4

5 Gestione e amministrazione Consiglio di Amministrazione della SICAV: Presidente: Sergio Paci (da aprile 2014) Presidente del Consiglio di Amministrazione UBI Pramerica SGR S.p.A. 5, Monte di Pietà I Milano Giorgio Frigeri (fino ad aprile 2014) UBI Banca S.c.p.a. Piazza Vittorio Veneto, 8 I Bergamo Membri del Consiglio di Amministrazione: Andrea Pennacchia CEO e Direttore Generale UBI Pramerica SGR S.p.A. 5, Monte di Pietà I Milano Suzanne Rohe Amministratrice UBI Pramerica SGR S.p.A. 5, Monte di Pietà I Milano Società di gestione: UBI Management Company S.A. 37/A, Avenue J.F. Kennedy L-1855 Lussemburgo Réviseur d Entreprises Agréé: Deloitte Audit Société à responsabilité limitée 560, rue de Neudorf L-2220 Lussemburgo Consulenti legali: - per il diritto islandese: Lex Law Offices Borgartuni 26, 105 Reykjavik - per il diritto lussemburghese: Bonn & Schmitt 22-24, rives de Clausen L-2165 Lussemburgo - per il diritto italiano: Galante e Associati Studio Legale Via del Banco di S. Spirito, 42 I Roma Distributori: UBI Banca International S.A. 37/A, Avenue J.F. Kennedy L-1855 Lussemburgo UBI Pramerica SGR S.p.A. Sede legale: Piazza Vittorio Veneto, 8, I Bergamo; Uffici amministrativi: Monte di Pietà, 5, I Milano Gestori degli investimenti: UBI Pramerica SGR S.p.A. Sede legale: Piazza Vittorio Veneto, 8, I Bergamo; Uffici amministrativi: Monte di Pietà, 5, I Milano per tutti i comparti, fatta eccezione per quelli di seguito menzionati. Prudential International Investments Advisers, LLC Gateway Center Three 100 Mulberry Street, 4th Floor Newark, NJ USA per i comparti seguenti: UBI SICAV USA Equity UBI SICAV Asia Pacific Equity UBI SICAV Emerging Markets Equity UBI SICAV Global Equity UBI SICAV High Yield Bond UBI SICAV Global Corporate Bond UBI SICAV Emerging Markets Bond UBI SICAV Cedola Mercati Emergenti UBI SICAV Global High Yield Euro Hedged Sub-gestori degli investimenti: Quantitative Management Associates LLC (QMA) Gateway Center 2 McCarter Highway & Market Street Newark, NJ USA Prudential Investment Management, Inc Prudential Plaza Newark, NJ USA Jennison Associates LLC 466 Lexington Avenue New York, NY USA Pramerica Investment Management Limited Grand Buildings, 1-3 Strand, Trafalgar Square Londra WC2N 5HR UK Banca depositaria: RBC Investor Services Bank S.A. 14, Porte de France L-4360 Esch-sur-Alzette Agente amministrativo, conservatore del registro e agente di trasferimento: RBC Investor Services Bank S.A. 14, Porte de France L-4360 Esch-sur-Alzette 5

6 Relazione degli amministratori Relazione annuale del 2014 Sviluppi macroeconomici Nel 2014 l economia mondiale ha proseguito la relativa graduale ripresa, nonostante un ritmo di espansione più contenuto del previsto. A seguito della crescita ridotta registrata nel corso del primo semestre, l attività economica ha conseguito un maggiore slancio nel corso della seconda parte dell anno, trainata principalmente da fondamentali più solidi in talune economie avanzate quali gli Stati Uniti e il Regno Unito. Lo squilibrio tra le condizioni cicliche ha comportato la progressiva divergenza delle politiche monetarie dei paesi avanzati ed emergenti. In un contesto caratterizzato da un eccessiva offerta di lavoro in svariate aree, un elevata capacità produttiva in taluni paesi (ad es. Cina) e una marcata flessione dei prezzi dell energia, le dinamiche disinflazionistiche si sono rafforzate a livello generale. Dopo aver attraversato un primo trimestre negativo a causa di condizioni climatiche avverse, l economia statunitense ha fatto nuovamente registrare una tendenza di crescita alquanto solida, come confermato dai dati definitivi relativi al terzo trimestre, che hanno mostrato una crescita del PIL del 5% rispetto al trimestre precedente. I principali fattori trainanti di tale ripresa sono stati condizioni finanziarie alquanto accomodanti, un contesto caratterizzato da un livello alquanto basso dei tassi di interesse e la riduzione degli spread che si è protratta per un certo periodo. La domanda nazionale è stata sostenuta da un significativo miglioramento del mercato del lavoro, e segnatamente da una marcata flessione della disoccupazione, in ribasso del 5,6% secondo le relazioni di fine anno. Sebbene tale progressivo miglioramento non abbia generato un accelerazione dei salari, verso la fine dell anno sono stati registrati taluni contenuti aumenti. Anche il benessere delle famiglie è aumentato sulla scia della tendenza al rialzo del mercato azionario registrata nel corso degli ultimi anni e della ripresa del mercato immobiliare, con i prezzi delle abitazioni attualmente in rialzo. Ulteriori fattori che hanno contribuito positivamente sono stati la diminuzione degli effetti derivanti dalla riduzione dell indebitamento delle famiglie, la maggiore propensione delle banche a concedere prestiti e, in particolare nella seconda parte dell anno, la notevole flessione dei prezzi del petrolio. Anche le attività di investimento sono aumentate nel corso dell anno, sebbene restino complessivamente al di sotto dei livelli raggiunti prima della crisi del L inflazione si è confermata ridotta nel corso dell anno, traendo beneficio dalla tendenza al ribasso dei prezzi delle materie prime e dalle contenute pressioni salariali. Alla fine dell anno, l inflazione dei prezzi al consumo è scesa allo 0,8% grazie alla notevole flessione dei prezzi dell energia, mentre l inflazione core si è attestata sull 1,6% annuo. Per quanto riguarda la politica monetaria, la FED ha continuato a ridurre lo stimolo economico con ulteriori riduzioni degli acquisti di obbligazioni: i relativi acquisti mensili di titoli garantiti da ipoteche (MBS) e di buoni del Tesoro a lungo termine, che a gennaio ammontavano a 85 miliardi di dollari statunitensi, sono scesi a zero alla fine di ottobre. Ciononostante, l atteggiamento della Banca centrale è rimasto accomodante; nel corso dell ultima assemblea 2014 del FOMC, Janet Yellen ha confermato che il comitato sarà "paziente" nell avvio della normalizzazione della politica monetaria; le tempistiche e le modalità dei futuri aumenti dei tassi dipenderanno dall andamento delle condizioni macroeconomiche e dei mercati finanziari. Nel 2014, la Fed ha gestito con successo la sfida legata alla "comunicazione" ed è riuscita a convincere i mercati del fatto che la riduzione degli stimoli monetari non costituisse un ulteriore forma di stretta monetaria, ma semplicemente un livello più basso di allentamento al fine di riflettere un progressivo miglioramento dei dati macroeconomici. Nel corso del primo semestre 2014 la zona euro ha fatto registrare una contenuta ripresa, seguita da un progressivo indebolimento nel corso dei trimestri successivi. I dati definitivi relativi al terzo trimestre hanno confermato una crescita trimestrale del PIL dello 0,2%, e il ritmo di espansione si è confermato ridotto anche per il quarto trimestre, secondo i principali indicatori pubblicati nelle ultime settimane, con differenze tra i vari paesi della zona euro. In generale, la crescita si è dimostrata inferiore alle attese in Germania, Francia e Italia (che ha fatto registrare una ripresa della recessione), mentre ha sorpreso al rialzo in paesi quali Spagna e Irlanda. Nel corso della prima parte dell anno, la ripresa è stata principalmente trainata dalle esportazioni (sostenute da una solida domanda estera), mentre nel corso del secondo semestre un importante contributo alla crescita è giunto dai consumi. Gli investimenti si sono contratti nel corso del secondo e terzo trimestre dell anno, mentre gli indicatori di fine anno hanno mostrato una ripresa alquanto contenuta degli investimenti nel corso del quarto trimestre, principalmente dovuta al fatto che le società sono ancora in modalità di riduzione dell indebitamento e che all interno del sistema produttivo vi è un eccesso di capacità produttiva inutilizzata. I dati complessivi sul mercato del lavoro relativi all area hanno evidenziato taluni miglioramenti in termini di crescita dell occupazione, sebbene permangano significative differenze tra i vari paesi, differenze che in taluni casi si sono ampliate. Per quanto riguarda il credito, non sono stati registrati miglioramenti significativi; sebbene le dinamiche creditizie restino deboli, almeno il ritmo di contrazione dei prestiti societari sembra attraversare una fase di rallentamento. In definitiva, l accesso al credito ha continuato a risultare particolarmente difficile per le società di piccole e medie dimensioni dei paesi periferici. Relativamente ai prezzi al consumo, l anno è stato caratterizzato da un significativo rafforzamento delle dinamiche disinflazionistiche, che hanno inoltre evidenziato l impatto degli elevati livelli di capacità inutilizzata nell economia e la flessione dei prezzi delle materie prime. Tali dinamiche sono apparse particolarmente pronunciate a dicembre, quando sono stati registrati valori negativi (-0,2% annuo) e l inflazione core si è attesta su livelli alquanto bassi rispetto agli standard storici (0,8% annuo). Nel tentativo di scongiurare il rischio di un periodo eccessivamente lungo caratterizzato da bassa inflazione, nel corso dell anno la BCE ha ridotto il tasso di riferimento dallo 0,25% allo 0,05%, fissando inoltre il tasso di deposito presso la banca centrale dell Eurosistema al -0,20%. Congiuntamente a tali decisioni, la Banca centrale europea ha introdotto una serie di altre misure "non convenzionali" a supporto dell erogazione di prestiti all economia reale nonché al fine di ampliare la portata del bilancio dell Eurosistema. Nello specifico, relativamente alle misure adottare nel corso dell anno, la Banca centrale ha intrapreso un programma di acquisto di titoli emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione di prestiti bancari nei confronti di società e nuclei familiari (Asset Backed Securities Purchase Programme) e di obbligazioni garantite emesse da banche (Covered Bond Purchase Programme). Essa ha inoltre lanciato due operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) a supporto dei prestiti bancari nei confronti dei nuclei familiari e del settore societario non finanziario. Per entrambe le operazioni, l impegno complessivo da parte del sistema bancario della zona euro è stato di poco superiore alla metà del potenziale importo totale disponibile (circa 400 miliardi di euro). In svariate occasioni il Consiglio della BCE ha rinnovato il proprio impegno unanime a ricorrere ad altre misure di politica monetaria non convenzionali, laddove le stesse si rendano necessarie al fine di contrastare i rischi di un periodo eccessivamente lungo caratterizzato da bassi livelli di inflazione e di ampliare il bilancio dell istituto rispetto ai livelli di marzo 2012 (circa miliardi di euro). Nella parte finale dell anno, i responsabili delle politiche monetarie hanno confermato il relativo impegno a rivedere, entro i limiti che possano rendersi necessari nei prossimi mesi, la portata e la composizione del relativo programma di acquisto di attività, con la possibilità di includere titoli di Stato. All inizio di novembre, la BCE ha assunto responsabilità di vigilanza sulle principali banche dell area (circa 120 istituti) a seguito di una fase preparatoria della 6 I dati riportati all interno della Relazione degli amministratori sono dati storici non necessariamente indicativi dei risultati futuri

7 Relazione degli amministratori (continua) durata di un anno che ha incluso un analisi approfondita della qualità delle attività delle banche (Asset Quality Review) e uno stress test, vale a dire una valutazione della capacità di recupero delle banche e della relativa capacità di far fronte a potenziali shock macroeconomici. Il Regno Unito ha fatto registrare un impennata dell attività economica, trainata principalmente da una significativa domanda interna, nello specifico consumi privati e investimenti nell edilizia residenziale. Nel corso del periodo di riferimento, l inflazione si è attestata al di sotto dell obiettivo del 2% definito dalle autorità monetarie per poi raggiungere l 1% verso la fine dell anno, il livello più basso dal Nel corso del 2014, la Banca d Inghilterra ha mantenuto il relativo tasso di riferimento allo 0,5%, decidendo di mantenere il proprio programma di acquisto di obbligazioni (Asset Purchase Programme) invariato a 375 miliardi di sterline. Per quanto riguarda il Giappone, nel corso del primo semestre è stata registrata un accelerazione della crescita, trainata principalmente dalla concentrazione degli acquisti e degli investimenti in anticipo rispetto all aumento dell imposta sui consumi dal 5 all 8%, applicato all inizio del mese di aprile. A seguito di tale breve fase espansionistica, l economia giapponese ha ripreso la relativa tendenza al ribasso, con l attività economica in contrazione del 7,3% nel corso del secondo trimestre (su base annualizzata) e successivamente di un ulteriore 1,9%, facendo entrare il paese in fase di recessione. Nel corso della prima parte dell anno, la Banca del Giappone ha confermato il proprio obiettivi di raddoppiamento della base monetaria. A febbraio, ha deciso di raddoppiare la portata del programma di concessione di prestiti alle banche commerciali (Growth-Supporting Funding Facility), prorogando il periodo di applicazione di un ulteriore anno, nonché del pacchetto di stimolo dei prestiti alle banche (Stimulating Bank Lending Facility). Alla fine di ottobre, nel tentativo di contrastare il rallentamento dell attività economica, la Banca del Giappone ha annunciato l ampliamento del relativo programma di allentamento quantitativo, spiegando che la base monetaria aumenterà di miliardi di yen all anno, grazie a una serie di acquisti di attività maggiormente a rischio. Abe ha rinviato l aumento dell imposta sui consumi previsto per il prossimo autunno fino ad aprile 2017 e, a seguito delle elezioni anticipate di dicembre, che hanno rafforzato la relativa maggioranza, ha rinnovato il proprio impegno al programma di riforme strutturali. Nel corso dell anno, l economia cinese ha mostrato una graduale contrazione della crescita, con dinamiche contenute in termini di inflazione. La crescita è stata principalmente trainata dai consumi e dagli scambi commerciali, mentre gli investimenti hanno apportato un minore contributo, principalmente a causa della flessione degli investimenti nell edilizia residenziale e di una più contenuta espansione del credito. In tale contesto, a novembre la Banca centrale cinese ha deciso di ridurre i tassi benchmark sui prestiti e sui depositi per la prima volta da luglio Nel 2014 l istituto monetario ha incrementato le relative attività di vigilanza al fine di limitare la leva finanziaria e di tenere sotto controllo le attività creditizie non bancarie. Per quanto riguarda il mercato emergente, le differenze tra i vari paesi si sono ampliate e il ritmo della crescita si è in linea di massima stabilizzato su livelli più bassi rispetto ai cicli passati. I paesi importatori di materie prime, quali l India, hanno tratto beneficio dalla flessione dei prezzi delle materie prime, che ha sostenuto i consumi e stabilizzato la bilancia commerciale; al contrario, i paesi esportatori di materie prime, ne hanno risentito. L economia brasiliana ha attraversato una fase di stagnazione, mentre la Russia ha fatto registrare un rapido deterioramento della relativa situazione finanziaria ed economica, anche a causa del crollo del rublo e dell effetto negativo delle sanzioni imposte dai paesi occidentali alla fine di luglio. In linea con tali condizioni macroeconomiche contrastanti, le politiche monetarie di tali paesi hanno seguito andamenti diversi. In Turchia e in India le banche centrali hanno iniziato a prendere in considerazione l adozione di una politica monetaria più accomodante; al contrario, la Banca centrale brasiliana ha avviato un nuovo ciclo di stretta monetaria al fine di riconciliare le aspettative con gli obiettivi di inflazione. In Russia, la Banca centrale ha dovuto annunciare misure più drastiche quali lo sganciamento del rublo dall euro e dal dollaro statunitense nonché l aumento del relativo tasso d interesse guida al 17%, il livello più elevato dalla crisi del Informazioni rilevanti sul mercato Mercati azionari In definitiva, il 2014 si è dimostrato un anno positivo per i mercati azionari. Nel corso dei primi mesi dell anno, i mercati azionari dei paesi periferici della zona euro hanno fatto registrare performance alquanto positive (superiori a quelle dell indice della zona euro) a seguito della flessione dei premi di rischio. Nei mesi successivi, sulla scia di dati economici contrastanti e delle crescenti tensioni in Ucraina e in Iraq, i prezzi dei titoli hanno iniziato a subire una flessione all interno dell area. Nel corso della seconda parte dell anno, i mercati azionari europei hanno inizialmente proseguito la relativa tendenza al ribasso a causa della pubblicazione di dati economici deludenti per la zona euro e crescenti timori relativi alle previsioni sulla crescita globale. Successivamente, con il diminuire dell incertezza sui mercati finanziari e delle tensioni geopolitiche, i mercati azionari hanno fatto registrare una ripresa, chiudendo l esercizio con l indice Eurostoxx 50 in territorio positivo. La ripresa dei mercati azionari europei è stata probabilmente favorita dalle dichiarazioni del presidente della BCE, Mario Draghi, nello specifico in relazione all intenzione della Banca centrale di ampliare il proprio bilancio, possibilmente anche attraverso l acquisto di titoli di Stato. I titoli legati a petrolio e gas, colpiti duramente dalla flessione dei prezzi del petrolio, hanno apporto alcuni dei principali risultati negativi sui mercati azionari europei, in particolare nel corso della seconda parte dell anno; al contrario, il settore delle telecomunicazioni, dopo la scarsa performance registrata all inizio dell anno, si è rivelato uno dei settori che hanno fatto registrare le migliori performance nel corso della seconda parte. I titoli finanziari hanno resistito piuttosto bene alle notizie macroeconomiche e alla valutazione completa della BCE, ma hanno chiuso l anno con una performance leggermente negativa. Nella seconda parte del 2014, il mercato azionario italiano ha subito un ribasso causato dai settori energetico (petrolio e gas) e finanziario, che hanno azzerato gli utili conseguiti nel corso del primo semestre. L indice EuroStoxx 50 ha chiuso l anno al +1,2%, mentre l indice FTSEMib ha conseguito il +0,2%. Per quanto riguarda il mercato azionario statunitense, dopo un primo semestre piuttosto stabile caratterizzato da un iniziale flessione seguita da una ripresa alimentata da dati economici positivi, nel corso della seconda parte dell anno vi è stata una forte impennata della volatilità. Inizialmente, il mercato ha mostrato alcune correzioni di lieve entità causate, probabilmente, dall incertezza geopolitica; a ottobre, a seguito della pubblicazione di dati economici contrastanti e di rinnovati timori circa la crescita globale, i mercati azionari hanno subito una notevole correzione, sia in termini di dimensioni che di volume. Verso la fine dell anno, la pubblicazione di dati macroeconomici I dati riportati all interno della Relazione degli amministratori sono dati storici non necessariamente indicativi dei risultati futuri 7

8 Relazione degli amministratori (continua) più solidi, nello specifico circa la crescita del PIL reale e le condizioni del mercato del lavoro, ha contribuito al rialzo dei prezzi dei titoli e al posizionamento degli indici azionari a livelli alquanto superiori rispetto a quelli registrati a metà anno. Per quanto riguarda la performance settoriale, quest ultima ha più o meno rispecchiato la situazione registrata sul mercato europeo. L indice Dow Jones ha chiuso l anno a +7,5%, lo S&P 500 a +11,4% e il Nasdaq a +13,4%. I mercati azionari delle principali economie emergenti hanno seguito diversi andamenti delle performance in un contesto che ha risentito della stabilizzazione della crescita. L indice di borsa brasiliano, BOVESPA, a seguito di una correzione subita all inizio dell anno in un contesto caratterizzato dalla flessione dell attività economica nazionale, ha fatto registrare una ripresa nel corso della seconda metà dell anno, recuperando in parte la performance negativa e chiudendo al -2,9% alla fine dell anno. L indice di borsa cinese, lo Shanghai Composite, che durante la prima parte dell anno non era affatto decollato, nonostante una certa volatilità, rispetto ai valori registrati all inizio dell anno, ha chiuso il 2014 a +52,9%. Nel corso della seconda parte del 2014 i mercati azionari delle economie emergenti hanno risentito dei flussi in uscita di capitale. L improvvisa flessione dei prezzi del petrolio, ad esempio, ha influito negativamente sui paesi esportatori di petrolio, e i relativi mercati azionari ne hanno risentito, come nel caso della Russia. Dopo la flessione registrata nella prima parte dell anno, la quale ha tenuto conto del rallentamento economico che ha fatto seguito all aumento dell imposta sui consumi introdotta dal governo, i prezzi dei titoli giapponesi sono nuovamente aumentati nei mesi successivi, principalmente sulla scia dei dati macroeconomici positivi. Tale tendenza al rialzo si è inoltre protratta ai mesi successivi, nonostante dati macroeconomici inferiori alle attese. La decisione della Banca del Giappone di ampliare il proprio programma di allentamento quantitativo è stata uno dei principali fattori che hanno contribuito a tale tendenza al rialzo. Alla fine dell anno l indice Topix ha conseguito un utile dell 8,1%. (Tutte le variazioni delle percentuali degli indici sono espresse in valuta locale) Mercati obbligazionari Per i titoli di Stato, il 2014 è stato in generale caratterizzato da un calo dei rendimenti a medio/lungo termine dei titoli di Stato statunitensi e tedeschi, di norma ritenuti meno rischiosi. Per quanto riguarda i rendimenti a breve termine, il quadro non si è dimostrato uniforme. Nel complesso, le curve di rendimento si sono appiattite, in modo più evidente nel caso delle obbligazioni della zona euro e in misura inferiore nel caso delle obbligazioni statunitensi e giapponesi. Nello specifico, i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni, a seguito di un improvvisa flessione a gennaio e una successiva stabilizzazione per la maggior parte del primo semestre dell anno, hanno mostrato un significativo aumento della volatilità nei mesi successivi. I rendimenti sono inizialmente aumentati, riflettendo nel complesso dati migliori del previsto, per poi subire una nuova flessione a partire da metà ottobre, a causa dei timori del mercato circa la crescita globale e aspettative relative a una più moderata stretta monetaria. I rendimenti hanno iniziato nuovamente ad aumentare verso la fine dell anno, forse sulla scia di dati positivi circa l economia statunitense, e hanno chiuso l anno a livelli leggermente inferiori rispetto a quelli conseguiti alla fine di agosto. Un ulteriore fattore che ha contribuito alla flessione dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi sono state le aspettative relative all inflazione, che si sono mantenute stabili nonostante solidi dati relativi alla crescita e al mercato del lavoro. Per quanto riguarda i rendimenti dei titoli di Stato europei a 10 anni anni con rating più elevato, nel corso dell anno è stata registrata una flessione più graduale e meno volatile, in un contesto caratterizzato da dati economici deboli relativi all area e dalla generale incertezza di mercato relativa alle previsioni sulla crescita globale. I rendimenti dei titoli di Stato a breve termine della zona euro con rating AAA hanno fatto registrare una flessione più contenuta, che ha comportato l appiattimento della curva dei rendimenti. Nel complesso, i rendimenti dei Bund e dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni sono scesi rispettivamente dall 1,9% e dal 3% registrati alla fine di dicembre 2013, allo 0,54% e al 2,2% alla fine del Per quanto riguarda i rendimenti dei titoli di Stato periferici della zona euro, ivi compresi i titoli di Stato italiani, è stata registrata una significativa flessione su tutte le scadenze, ancor più accentuata per le scadenze a medio e lungo termine. Gli acquisti di titoli di Stato periferici hanno forse risentito positivamente delle misure monetarie annunciate dalla BCE a giugno. I rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni sono scesi dal 4,1% di dicembre 2013 all 1,9% registrato alla fine del Per quanto riguarda il mercato emergente, le rinnovate tensioni registrate a gennaio sui rispettivi mercati finanziari hanno comportato un ampiamento dei margini di rendimento rispetto ai titoli di Stato dei paesi avanzati, ritenuti in generale più affidabili. A partire da febbraio, i premi di rischio relativi ai titoli dei principali paesi emergenti hanno subito una graduale flessione, a causa della percezione di un più contenuto miglioramento dei fondamentali macroeconomici di tali economie. Nella seconda parte dell anno, i margini di rendimento hanno fatto registrare una nuova impennata legata al forte aumento dell avversione al rischio. Nel corso dell ultima parte del 2014, le condizioni finanziarie di tali mercati hanno subito un rapido deterioramento: i flussi in uscita di capitale sono aumentati, anche sui mercati obbligazionari, e gli spread sovrani sono nuovamente aumentati, raggiungendo i livelli più elevati dal Per quanto riguarda le obbligazioni societarie, la prima parte dell anno è stata caratterizzata da una progressiva riduzione degli spread dei titoli investment grade e delle obbligazioni con rating inferiore. Tale tendenza è stata principalmente favorita dal miglioramento dei dati economici, dalle aspettative relative a possibili azioni monetarie non convenzionali da parte della BCE e dalla costante ricerca di rendimenti da parte degli investitori. Gli spread tra le obbligazioni societarie non finanziarie investment grade e i titoli di Stato sono diminuiti verso la fine dell anno rispetto ai livelli registrati alla fine dell estate, mentre per le obbligazioni con rating inferiore non si sono registrate variazioni. Al contrario, le obbligazioni societarie degli emittenti finanziari con rating inferiori a investment grade hanno fatto registrare significativi aumenti degli spread nella seconda parte dell anno. Valute e materie prime Nel corso del 2014, l euro ha mostrato un andamento irregolare rispetto alle valute delle altre economie avanzate. Tra gennaio e la prima metà di marzo, l euro ha acquistato valore rispetto al dollaro statunitense, un fenomeno che è stato probabilmente favorito da speculazioni sulla futura politica monetaria della BCE, percepita come più vincolante rispetto a quella della Federal Reserve, nonché dal miglioramento delle aspettative di mercato circa le previsioni economiche relative all area. A seguito di talune oscillazioni tra la metà di marzo e l inizio di maggio, la valuta unica ha iniziato a perdere valore rispetto al dollaro statunitense, una tendenza che si è protratta per tutta la seconda parte dell anno. Tali oscillazioni del tasso di cambio sono state probabilmente dovute alle aspettative relative alle nuove misure di politica monetaria nonché alle previsioni di mercato relative alle previsioni di crescita economica della zona euro rispetto alle 8 I dati riportati all interno della Relazione degli amministratori sono dati storici non necessariamente indicativi dei risultati futuri

9 Relazione degli amministratori (continua) altre macro aree. Alla fine del 2014 l euro ha subito una svalutazione pari a circa il 12% rispetto al dollaro statunitense. Per quanto riguarda lo yen giapponese, dopo un primo semestre piuttosto volatile che ha visto l euro subire una progressiva svalutazione, nel corso della seconda parte dell anno la valuta unica europea ha riacquistato terreno rispetto allo yen giapponese, presumibilmente dopo che la Banca del Giappone ha annunciato a ottobre la propria intenzione di ampliare il relativo programma di allentamento monetario qualitativo e quantitativo. Alla fine del 2014, il tasso di cambio dell euro rispetto allo yen giapponese era praticamente invariato. A partire da settembre, l euro ha subito un significativo apprezzamento rispetto al rublo russo, nonché rispetto ad altre valute dei paesi emergenti. La valuta europea ha tuttavia subito una svalutazione rispetto al renminbi cinese. Nel corso del primo semestre dell anno, i prezzi del petrolio si sono dimostrati piuttosto stabili; nello specifico, il Brent si è attestato nell intervallo di contrattazione $ A partire da giugno, i prezzi del petrolio hanno iniziato a diminuire, tendenza che si è intensificata nel corso del quarto trimestre. Tale flessione dei prezzi del petrolio si è verificata sulla scia di un imprevista impennata dell offerta, alimentata dal netto aumento della produzione di olio di scisto negli Stati Uniti, e di una flessione della domanda, in particolare nei paesi emergenti. Verso la fine dell anno, il Brent ha fatto registrare una flessione superiore al 48%, chiudendo l anno a 57 dollari al barile. Per quanto riguarda le materie prime non energetiche, nel corso del primo trimestre i prezzi sono aumentati. Successivamente, i prezzi hanno iniziato a scendere, sebbene tale tendenza abbia rallentato nel corso degli ultimi mesi dell anno; talune materie prime, come i cereali, hanno al contrario fatto registrare un contenuto aumento. I dati riportati all interno della Relazione degli amministratori sono dati storici non necessariamente indicativi dei risultati futuri 9

10 Deloitte Audit Société à responsabilité limitée 560, rue de Neudorf L-2220 Lussemburgo BP 1173 L-1011 Lussemburgo Relazione del Réviseur d Entreprises Agréé Tel.: Fax: Agli azionisti di UBI SICAV 37/A, Avenue J.F. Kennedy L-1855 Lussemburgo A seguito della nostra nomina da parte dell assemblea generale annuale degli Azionisti della SICAV tenutasi il 22 aprile 2014, abbiamo sottoposto a revisione contabile l allegato bilancio di UBI SICAV (la "SICAV") e di ciascuno dei relativi comparti, comprendente lo stato patrimoniale e il prospetto degli investimenti, nonché il prospetto del risultato operativo e delle variazioni del patrimonio netto per l esercizio chiuso a tale data, unitamente a una sintesi delle politiche contabili principali e altre note esplicative del bilancio stesso. Responsabilità del Consiglio di amministrazione della SICAV relativamente al bilancio Il Consiglio di amministrazione della SICAV è responsabile della redazione e corretta presentazione del presente bilancio ai sensi dei requisiti di legge e normativi lussemburghesi in materia di redazione dei bilanci, nonché dei controlli interni a suo giudizio necessari per consentire la redazione di bilanci non viziati da dichiarazioni erronee rilevanti, dovute a frode o errore. Responsabilità del Réviseur d Entreprises Agréé La nostra responsabilità consiste nell esprimere un parere sul presente bilancio in base alla nostra revisione contabile. Detta revisione è stata da noi condotta in conformità agli International Standards on Auditing adottati per il Lussemburgo dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier. Tali criteri ci impongono di osservare norme etiche e di pianificare e condurre la revisione contabile in modo da poter essere ragionevolmente certi che il bilancio sia privo di significative dichiarazioni erronee. Una revisione contabile consiste nell eseguire procedure volte ad acquisire prove documentali relativamente agli importi e alle informazioni esposti in bilancio. Le procedure selezionate dipendono dal giudizio del Réviseur d Entreprises Agréé, inclusa la valutazione dei rischi di sostanziali anomalie del bilancio, dovute a frode o errore. Nell effettuare tali valutazioni dei rischi, il Réviseur d Entreprises Agréé considera i controlli interni rilevanti per la redazione e per la corretta presentazione del bilancio, al fine di pianificare le procedure di revisione adeguate alle circostanze, ma non al fine di esprimere un parere sull efficacia dei controlli interni della società stessa. Una revisione contabile include inoltre la valutazione dell adeguatezza delle politiche contabili utilizzate e ragionevolezza delle stime contabili elaborate dal Consiglio di amministrazione della SICAV, oltre a una valutazione della presentazione generale del bilancio. Riteniamo che le prove ottenute per la verifica siano sufficienti e appropriate a costituire una base per il nostro parere di revisori. Parere È nostro parere che il bilancio allegato fornisca un quadro equo e veritiero della situazione finanziaria di UBI SICAV e di ciascuno dei relativi comparti, nonché del risultato operativo e delle variazioni del patrimonio netto per l esercizio chiuso a tale data, in conformità agli adempimenti di legge e normativi vigenti nel Lussemburgo in materia di redazione dei bilanci. Altre questioni Nell ambito del nostro mandato sono state esaminate informazioni supplementari incluse nella relazione annuale, senza averle sottoposte a specifiche procedure di revisione sulla base dei principi contabili di cui sopra. Non esprimiamo pertanto alcun parere su tali informazioni. Non abbiamo tuttavia alcun rilievo da formulare circa dette informazioni nel contesto del bilancio nel suo complesso. Per Deloitte Audit, Cabinet de révision agréé Emmanuelle Miette, Réviseur d Entreprises Agréé Partner O/S,

11 Stato patrimoniale Euro Fixed Income Euro Equity USA Equity Asia Pacific Equity Note EUR EUR EUR EUR ATTIVITÀ Investimenti in titoli al valore di mercato (2) , , , ,27 Opzioni (acquistate) al valore di mercato (2)(11) , Saldi bancari e intermediari , , , ,44 Crediti per vendita di investimenti ,66 Crediti per sottoscrizioni 7.522, , ,63 Interessi e dividendi attivi , , ,56 Interessi attivi su swaption (13) Commissioni di costituzione capitalizzate (2) Crediti sull acquisto di valute , ,13 Profitti netti non realizzati su contratti di cambio a termine (10)(2) , Profitti netti non realizzati su swaption (13)(2) Profitti netti non realizzati su contratti future (8)(2) ,58 Profitti netti non realizzati su contratti per differenza (12)(2) Altre attività , TOTALE ATTIVITÀ , , , ,27 PASSIVITÀ Scoperti bancari e importi dovuti a intermediari ,16-461, ,02 Opzioni (vendute) al valore di mercato (2)(11) Debiti per acquisto di investimenti , ,20 - Debiti per rimborsi , , , ,96 Perdite nette non realizzate su contratti di cambio a termine (10)(2) Perdite nette non realizzate su contratti future (8)(2) , Perdite nette non realizzate su swap (14) Commissioni di gestione e distribuzione da pagare (3) , , , ,47 Commissioni di performance da pagare (4) , ,53 Imposta sulle plusvalenze da investimenti non realizzata (2) Imposte e spese da pagare , , , ,09 Interessi passivi su contratti per differenza (12)(2) Debiti sulla vendita di valute , ,66 Altre passività TOTALE PASSIVITÀ , , , ,73 TOTALE PATRIMONIO NETTO , , , ,54 Valore patrimoniale netto per azione Classe A Classe B Classe D - 5,585 6,361 5,407 Classe I 11,228 6,063 9,043 6,599 Classe R 10,771 5,351 8,176 5,883 Classe S 6,136 6,944 9,819 8,224 Numero di azioni in circolazione Classe A Classe B Classe D , , ,311 Classe I , , , ,744 Classe R , , , ,039 Classe S , , , ,734 La nota integrativa allegata costituisce parte integrante del presente bilancio. 11

12 Stato patrimoniale (continua) Emerging Markets Equity Global Equity Euro Corporate Bond High Yield Bond Note EUR EUR EUR EUR ATTIVITÀ Investimenti in titoli al valore di mercato (2) , , , ,76 Opzioni (acquistate) al valore di mercato (2)(11) ,82 - Saldi bancari e intermediari , , , ,14 Crediti per vendita di investimenti , Crediti per sottoscrizioni , ,37 - Interessi e dividendi attivi , , , ,08 Interessi attivi su swaption (13) Commissioni di costituzione capitalizzate (2) ,04 Crediti sull acquisto di valute , Profitti netti non realizzati su contratti di cambio a termine (10)(2) Profitti netti non realizzati su swaption (13)(2) Profitti netti non realizzati su contratti future (8)(2) , , Profitti netti non realizzati su contratti per differenza (12)(2) Altre attività , ,66 TOTALE ATTIVITÀ , , , ,68 PASSIVITÀ Scoperti bancari e importi dovuti a intermediari , ,22 - Opzioni (vendute) al valore di mercato (2)(11) Debiti per acquisto di investimenti , ,54 - Debiti per rimborsi , , , ,21 Perdite nette non realizzate su contratti di cambio a termine (10)(2) ,25 Perdite nette non realizzate su contratti future (8)(2) ,00 - Perdite nette non realizzate su swap (14) Commissioni di gestione e distribuzione da pagare (3) , , , ,25 Commissioni di performance da pagare (4) 2.798, , ,71 Imposta sulle plusvalenze da investimenti non realizzata (2) , Imposte e spese da pagare , , , ,03 Interessi passivi su contratti per differenza (12)(2) Debiti sulla vendita di valute , Altre passività TOTALE PASSIVITÀ , , , ,45 TOTALE PATRIMONIO NETTO , , , ,23 Valore patrimoniale netto per azione Classe A ,961 Classe B Classe D 5,316 5,998 5,244 5,052 Classe I 6,155 7,599 7,598 9,708 Classe R 5,540 6,853 7,152 9,179 Classe S 6,707-6,420 7,032 Numero di azioni in circolazione Classe A ,143 Classe B Classe D , , , ,499 Classe I , , , ,306 Classe R , , , ,980 Classe S , , , La nota integrativa allegata costituisce parte integrante del presente bilancio.

13 Stato patrimoniale (continua) Short Term EUR Euro Liquidity (1) Active Beta Global Corporate Bond Note EUR EUR EUR EUR ATTIVITÀ Investimenti in titoli al valore di mercato (2) , , , ,82 Opzioni (acquistate) al valore di mercato (2)(11) Saldi bancari e intermediari , , , ,58 Crediti per vendita di investimenti Crediti per sottoscrizioni , ,25 Interessi e dividendi attivi , , , ,84 Interessi attivi su swaption (13) Commissioni di costituzione capitalizzate (2) Crediti sull acquisto di valute ,00 Profitti netti non realizzati su contratti di cambio a termine (10)(2) ,99 - Profitti netti non realizzati su swaption (13)(2) Profitti netti non realizzati su contratti future (8)(2) ,05 - Profitti netti non realizzati su contratti per differenza (12)(2) Altre attività - 863, TOTALE ATTIVITÀ , , , ,49 PASSIVITÀ Scoperti bancari e importi dovuti a intermediari , ,14 196,27 Opzioni (vendute) al valore di mercato (2)(11) Debiti per acquisto di investimenti Debiti per rimborsi ,35 363, , ,90 Perdite nette non realizzate su contratti di cambio a termine (10)(2) ,42 Perdite nette non realizzate su contratti future (8)(2) , , Perdite nette non realizzate su swap (14) Commissioni di gestione e distribuzione da pagare (3) , , , ,81 Commissioni di performance da pagare (4) - 339,15-49,77 Imposta sulle plusvalenze da investimenti non realizzata (2) Imposte e spese da pagare 9.469, , , ,88 Interessi passivi su contratti per differenza (12)(2) Debiti sulla vendita di valute ,01 Altre passività TOTALE PASSIVITÀ , , , ,06 TOTALE PATRIMONIO NETTO , , , ,43 Valore patrimoniale netto per azione Classe A Classe B Classe D ,202 Classe I 3,734 5,152 5,292 6,081 Classe R 3,703 5,019-5,925 Classe S - 5, Numero di azioni in circolazione Classe A Classe B Classe D ,374 Classe I , , , ,597 Classe R , , ,591 Classe S , (1) cfr. Nota 19 La nota integrativa allegata costituisce parte integrante del presente bilancio. 13

14 Stato patrimoniale (continua) Euro Corporate Short Term Euro Equity High Dividend Emerging Markets Bond Global Dynamic Allocation Note EUR EUR EUR EUR ATTIVITÀ Investimenti in titoli al valore di mercato (2) , , , ,78 Opzioni (acquistate) al valore di mercato (2)(11) ,63 Saldi bancari e intermediari , , , ,89 Crediti per vendita di investimenti Crediti per sottoscrizioni ,17 214, ,64 Interessi e dividendi attivi ,13 329, , ,01 Interessi attivi su swaption (13) Commissioni di costituzione capitalizzate (2) ,83 Crediti sull acquisto di valute Profitti netti non realizzati su contratti di cambio a termine (10)(2) ,80 - Profitti netti non realizzati su swaption (13)(2) Profitti netti non realizzati su contratti future (8)(2) ,10 Profitti netti non realizzati su contratti per differenza (12)(2) Altre attività , ,77 TOTALE ATTIVITÀ , , , ,65 PASSIVITÀ Scoperti bancari e importi dovuti a intermediari , ,05 - Opzioni (vendute) al valore di mercato (2)(11) , ,90 Debiti per acquisto di investimenti Debiti per rimborsi , , , ,07 Perdite nette non realizzate su contratti di cambio a termine (10)(2) , ,74 Perdite nette non realizzate su contratti future (8)(2) , Perdite nette non realizzate su swap (14) Commissioni di gestione e distribuzione da pagare (3) , , , ,16 Commissioni di performance da pagare (4) , , ,06 Imposta sulle plusvalenze da investimenti non realizzata (2) Imposte e spese da pagare , , , ,27 Interessi passivi su contratti per differenza (12)(2) Debiti sulla vendita di valute Altre passività TOTALE PASSIVITÀ , , , ,20 TOTALE PATRIMONIO NETTO , , , ,45 Valore patrimoniale netto per azione Classe A ,303 Classe B ,474 Classe D 5,013 5,289 4,381 5,161 Classe I 5,723 6,187 5,238 6,166 Classe R 5,508 5,474 5,025 5,838 Classe S 5,602 5, Numero di azioni in circolazione Classe A ,548 Classe B ,522 Classe D , , , ,752 Classe I , , , ,274 Classe R , , , ,450 Classe S , , La nota integrativa allegata costituisce parte integrante del presente bilancio.

15 Stato patrimoniale (continua) Cedola Certa Beta Neutral Long/Short Euro Cedola Certa Note EUR EUR EUR EUR ATTIVITÀ Investimenti in titoli al valore di mercato (2) , , , ,33 Opzioni (acquistate) al valore di mercato (2)(11) Saldi bancari e intermediari , , , ,01 Crediti per vendita di investimenti Crediti per sottoscrizioni ,44 426,66 - Interessi e dividendi attivi , , , ,85 Interessi attivi su swaption (13) Commissioni di costituzione capitalizzate (2) , ,76 Crediti sull acquisto di valute Profitti netti non realizzati su contratti di cambio a termine (10)(2) Profitti netti non realizzati su swaption (13)(2) Profitti netti non realizzati su contratti future (8)(2) Profitti netti non realizzati su contratti per differenza (12)(2) , Altre attività , ,40 - TOTALE ATTIVITÀ , , , ,95 PASSIVITÀ Scoperti bancari e importi dovuti a intermediari Opzioni (vendute) al valore di mercato (2)(11) Debiti per acquisto di investimenti Debiti per rimborsi , , , ,92 Perdite nette non realizzate su contratti di cambio a termine (10)(2) Perdite nette non realizzate su contratti future (8)(2) , ,00 Perdite nette non realizzate su swap (14) Commissioni di gestione e distribuzione da pagare (3) , , , ,92 Commissioni di performance da pagare (4) Imposta sulle plusvalenze da investimenti non realizzata (2) Imposte e spese da pagare , , , ,24 Interessi passivi su contratti per differenza (12)(2) - 832, Debiti sulla vendita di valute Altre passività TOTALE PASSIVITÀ , , , ,08 TOTALE PATRIMONIO NETTO , , , ,87 Valore patrimoniale netto per azione Classe A Classe B Classe D Classe I - 4,883 5,198 - Classe R 5, ,592 Classe S Numero di azioni in circolazione Classe A Classe B Classe D Classe I , ,408 - Classe R , ,314 Classe S La nota integrativa allegata costituisce parte integrante del presente bilancio. 15

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