Corso di formazione. Le pensioni del personale della scuola

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1 Proteo Fare Sapere Lombardia FLC CGIL Lombardia ATA, UN LAVORO IMPORTANTE Lavori e professionalità per la scuola dell autonomia. Gestire le risorse, conoscere la normativa, partecipare ai progetti Corso di formazione Le pensioni del personale della scuola

2 Il sistema pensionistico Italiano Obbligatorio pubblico (tutti sono obbligati a versare contributi previdenziali) A ripartizione (i contributi versati dai lavoratori attivi servono a pagare le pensioni)

3 LA GIUNGLA PENSIONISTICA IL PATTO DEGLI ANNI 70. Un regime generale gestito dall INPS (A.G.O. assicurazione generale obbligatoria per l invalidità, la vecchiaia, i superstiti, I.V.S.) Affiancato da forme di esso sostitutive, esclusive, esonerative (finalizzate a garantire ai propri iscritti condizioni pensionistiche più favorevoli) I pubblici dipendenti sono stati esclusi dall obbligo di iscrizione all INPS e quindi destinatari di specifiche norme per l accesso e il calcolo pensionistico (D.P.R. 1092/73) un punto di riferimento normativo per la previdenza dei dipendenti pubblici. Il sistema era retto su una forma di scambio: bassi salari condizioni di lavoro particolari pensioni precoci (19 anni mesi 6 giorni 1)

4 LA CRISI FINANZIARIA DEL 1992 (inflazione a due cifre, uscita della lira dallo SME) SALTI VERSO IL CAMBIAMENTO La legge 421/92 (legge Amato) ha prefigurato un sistema previdenziale avviato verso l unificazione delle varie forme previdenziali e non più incentrato sul solo pilastro obbligatorio pubblico. ha ridefinito le regole per l accesso alle pensioni, sterilizzando le baby- pensioni e rimodulando requisiti e modalità di calcolo dei trattamenti pensionistici dei dipendenti pubblici e privati ha istituito i fondi pensione, secondo pilastro del sistema previdenziale. Tale processo di omogeneizzazione dell universo previdenziale si concretizzato nel 95 con la legge n 335/95.

5 La sostenibilità del sistema e la riforma Dini IL NUOVO PATTO La legge 335/95 Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare dal 1996 delinea un sistema previdenziale articolato su tre pilastri. Previdenza pubblica obbligatoria erogata prevalentemente da INPS e INPDAP. Si ribadisce l obbligatorietà e il sistema a ripartizione Previdenza complementare volontaria attraverso i fondi pensione chiusi o aperti. (Ha carattere volontario e funziona in base al principio della capitalizzazione individuale, ossia i contributi versati da ogni iscritto costruiscono una posizione individuale assieme al contributo del datore di lavoro e agli utili derivanti dalla gestione finanziaria delle somme accantonate). Previdenza complementare attraverso i PIP (piani individuali pensionistici). Anch essa volontaria e a capitalizzazione individuale.

6 Inoltre La Legge 335/95 ha introdotto significative innovazioni sul calcolo dei trattamenti fissando al 31/12/1995 lo spartiacque fra i tre diversi modi di calcolare le pensioni: calcolo retributivo, per chi ha 18 anni di contribuzioni a tale data calcolo misto, per chi ne ha di meno calcolo contributivo, per chi ha contribuzione dal 1 gennaio 96

7 Il calcolo L importo della pensione retributiva, la più vantaggiosa perché garantisce una maggiore copertura previdenziale, è determinato dalla somma di due quote: Quota A, risultante dal prodotto dell ultima retribuzione in servizio, dagli anni di contribuzione al 31/12/1992 e dall aliquota di circa il 2% per ogni anno. Quota B, ottenuta moltiplicando gli anni dal 93 per la media delle retribuzioni degli ultimi 10 anni (a regime) per l aliquota precedente. La pensione mista è ottenuta sommando tre quote: Quota A, come sopra Quota B, ottenuta moltiplicando gli anni dal 1/1/93 al 31/12/95 per la retribuzione media del periodo e la relativa aliquota Quota C, risultante dal montate dei contributi versati per il coefficiente di trasformazione correlato all età del dipendente.

8 Il calcolo lasciate ogni speranza I TASSI DI SOSTITUZIONE VARIANO A SECONDA DELLA TIPOLOGIA DEL SISTEMA DI CALCOLO: Anzianità contributiva al 31/12/95 Contributi 18 anni 10 anni 0 anni Età 60 67,1% 55,4% 48,5% 65 67,1% 61,8% 56,7% Ipotesi assunta: PIL 1,5%; dinamica retributiva + 2% Fonte Inpdap 2003

9 IL PREZZO DELL EUROPA EUROPA Governo Prodi (Rispettare i parametri di Maastricht, avvicinamento all euro) La Finanziaria 98, ha rivisto i requisiti per l accesso alle pensioni d anzianità estendendo ai dipendenti pubblici le più rigide regole dei privati e raffreddando il meccanismo di rivalutazione delle pensioni. Governo Berlusconi (i conti pubblici) Un ulteriore modifica al sistema previdenziale avverrà dal 1 gennaio 2008 con la Legge 243/04 (legge Maroni), che inasprisce i requisiti anagrafici e contributivi per conseguire il trattamento pensionistico. Per favorire la permanenza in servizio la legge 243 prevede che chi matura il diritto alla pensione entro il 31/12/2007 e non lo esercita, può richiedere all Inpdap il relativo certificato e andare successivamente in pensione con le attuali regole di requisiti e calcolo.

10 Dimmi quando Pensione di vecchiaia: Matura con 65 anni d età (60 per le donne) e 20 anni di contributi oppure con 40 anni di contributi. Il personale scolastico cessa obbligatoriamente il 1 settembre, Per raggiungere i 20 o i 40 anni, sono considerati utili i quattro mesi da settembre a dicembre. (Al 31 agosto si arrotonda: 19 anni, 7 mesi, 16 giorni oppure 39 anni, 7 mesi e 16 giorni. Le donne che maturano i 60 anni e vogliono rimanere in servizio non debbono presentare alcuna istanza in quanto l età di collocamento a riposo d ufficio è anche per loro di 65 anni. Si può chiedere di restare fino a 67 anni; Il decreto Bersani del luglio 2006 ( l. 248/06 ) ha abrogato la legge n. 186/2004 che dava facoltà all amministrazione di accogliere richieste di permanenza in servizio fino a 70 anni di età per tutti.

11 Vengo anch io io Pensione d anzianità: La pensione d anzianità, la più diffusa nel comparto scuola, viene richiesta da chi non ha i requisiti per la pensione di vecchiaia. Si accede alla pensione di anzianità, fino al 31/12/2007, con 57 anni di età e 35 anni di contributi oppure con 39 anni di contributi e qualsiasi età. Dall 1/1/2008, con i seguenti requisiti fissati dalla Legge 243/04: 2008 e 2009: età 60 e contributi , 2011, 2012 e 2013: 61 e 35 dal 2014: 62 e 35 Viene cancellata la pensione d anzianità retributiva alle donne le quali possono continuare ad andare fino al 2015 con ma col calcolo contributivo, quindi con una penalizzazione mediamente compresa fra il 20 e il 30 %.

12 Perché non? Pensione d'anzianità + part-time. Chi ha maturato i requisiti per la pensione di anzianità può richiedere la pensione e rimanere in servizio part-time La retribuzione complessiva non può superare la somma percepita in servizio ad orario pieno. La pensione viene ricalcolata alla cessazione definitiva ed erogata assieme alla buonuscita.

13 Anche se Pensione d invalidità La pensione d invalidità (dispensa per infermità) matura con 15 anni di contributi a prescindere dall età anagrafica, Il relativo trattamento calcolato sulla propria anzianità contributiva può decorrere da qualunque giorno dell anno. Pensione d'inabilità In caso di infermità al 100% e contestuale inidoneità a qualsiasi proficuo lavoro, si può richiedere la pensione d'inabilità. si prescinde dall età, bastano 5 anni di contribuzione di cui 3 nell ultimo quinquennio. La pensione d inabilità maturata in misura diversa Pensione ai superstiti viene calcolata maggiorando l anzianità Spetta al coniuge e/o figli del dipendente già in pensione (pensione di reversibilità) o morto in attività di servizio con almeno 15 anni di anzianità contributiva oppure con 5 anni di anzianità contributiva di cui 3 nell ultimo quinquennio (pensione indiretta).

14 Cumulo: pensione retributiva o mista con redditi di lavoro Il cumulo tra trattamento pensionistico e redditi da lavoro dipendente o autonomo è consentito: a chi è andato in pensione di vecchiaia con 40 anni di contributi con almeno 58 di età e 37 anni di contributi a chi ha raggiunto anche dopo la pensione i 60 anni (donne) e i 65 (uomini) Per chi è in pensione d'anzianità i redditi di lavoro dipendente non sono cumulabili, per i redditi di lavoro autonomo c è una trattenuta a scelta fra il 30 % della quota di pensione eccedente il minimo Inps e il 30 % del reddito di lavoro autonomo. Per chi è in pensioni d invalidità, sui redditi di lavoro dipendente c è una trattenuta del 50 % della quota di pensione eccedente il minimo INPS, per i redditi di lavoro autonomo una trattenuta scelta fra il 30 % della quota di pensione eccedente il minimo Inps e il 30 % del reddito di lavoro autonomo.

15 Cumulo: pensione contributiva con redditi da lavoro dipendente o autonomo Per chi è andato in pensione con un età inferiore a 63 anni e svolge lavoro dipendente, la pensione è interamente trattenuta. In caso di redditi da lavoro autonomo la pensione viene trattenuta per il 50% della parte eccedente il minimo Inps, fino a concorrenza dei redditi prodotti dall attività. Al compimento del 63 anno di età la trattenuta è del 50 % della parte di pensione eccedente il minimo anche per i redditi di lavoro dipendente, fino a concorrenza dei medesimi.

16 Finalmente, ma La pensione, viene annualmente aggiornata in gennaio in rapporto al tasso d inflazione dell anno precedente con le seguenti modalità: adeguamento al 100% dell inflazione sull importo mensile sino a 3 volte il minimo Inps; al 90% sull importo mensile compreso tra 3 e 5 volte il minimo; al 75% dell inflazione sull importo mensile oltre 5 volte il minimo. A tanti pensionati non è quindi assicurato nemmeno il recupero completo del potere d acquisto maturato all atto della cessazione del servizio.

17 LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE: PERCHE? Gli anni 90 portano una serie di riforme previdenziali che modificano il sistema della previdenza pubblica. Le riforme partono dal presupposto che il sistema legato al rapporto numerico lavoratori-pensionati e il meccanismo cosiddetto a ripartizione non garantiva nel medio termine le pensioni future. Invecchiamento della popolazione, allungamento della vita media e calo delle nascite, i diversi fattori economico-produttivi che hanno comportato la riduzione dei lavoratori dipendenti (crisi, licenziamenti e minori assunzioni), la precarietà HANNO CAMBIATO il quadro macroeconomico della società. Rapporto lavoratori/pensionati in favore dei pensionati: 1960 il 24% il 48,8% - proiezione 2020 il 63,3%

18 Non tutto è perduto I Governi, accanto a misure di RIFORMA PREVIDENZIALE, hanno introdotto contemporaneamente le norme legislative che avviano la PENSIONE COMPLEMENTARE

19 Nasce ESPERO: LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE: COME? CONQUISTA Contrattuale (cui aderiscono TUTTI i SINDACATI) Costituito definitivamente nel Novembre 2003 e autorizzato dalla operativo dal 12 maggio 2004 COVIP è ESPERO NON ha scopi di lucro La sua FINALITA è EROGARE una PENSIONE INTEGRATIVA E un FONDO NEGOZIALE (CCNL). Organismi: Amm.ne e OO.SS. I SOCI (lavoratori) DECIDONO (elezioni del Consiglio Amm.ne) chi e quali strategie il Fondo dovrà effettuare per investire i risparmi dei lavoratori Espero si DIFFERENZIA già da qui con le altre forme private (a scopo di lucro) di previdenza complementare, cui ognuno può aderire ma senza poter influire sugli assetti gestionali Espero funziona in regime di capitalizzazione individuale, per cui i contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro confluiscono su una sorta di libretto di risparmio personale rivalutati annualmente dagli utili derivanti dalla gestione finanziaria delle somme accantonate.

20 L adesione al fondo è volontaria e comporta per il lavoratore: una quota d iscrizione una tantum di 2,58 una quota associativa annua stabilita dal Consiglio d amministrazione non superiore allo 0,12% della retribuzione utile ( stipendio, indennità integrativa e tredicesima mensilità) un contributo mensile dell 1% della propria retribuzione utile per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato entro il 31/12/2000, la trasformazione del t.f.s. (buonuscita) in t.f.r. e versamento mensile al fondo del 2% delle quote di t.f.r. maturate dall iscrizione. per gli assunti dopo il 31/12/2000, il versamento di tutte le quote di trattamento di fine rapporto (t.f.r.) che maturano dalla data di iscrizione al fondo

21 Come si finanzia Espero un contributo dell amministrazione dell 1% mensile della retribuzione utile (un bonus aggiuntivo per 12 mesi dello 0,5% della retribuzione utile per chi si iscrive entro il 31/12/2006) un contributo dell 1% mensile del lavoratore; gli iscritti ex t.f.s. possono aggiungere fino a un ulteriore 2%, gli iscritti già in T.F.R. fino al 10% un contributo dell amministrazione del 2% della quota mensile di t.f.r. maturato, solo per gli ex. t.f.s. un contributo dell amministrazione (bonus) dell 1,2 % di stipendio, i.i.s., tredicesima, solo per gli ex. t.f.s. un contributo dell amministrazione del 6,91% della retribuzione mensile utile, solo per i dipendenti neoassunti o già in t.f.r. I contributi del 2%, dell 1,2% e del 6,91% sono accantonati figurativamente presso l Inpdap che li versa al fondo al momento del pensionamento o della cessazione del rapporto di lavoro. L Inpdap, in via transitoria, applica su di essi un tasso di rivalutazione corrispondente alla media dei rendimenti netti di un paniere di fondi. Successivamente, consolidata la struttura finanziaria del fondo, li rivaluterà col rendimento del fondo gli utili della gestione finanziaria.

22 Altri vantaggi: trattamento fiscale dei contributi versati dal lavoratore Sono deducibili Il contributo obbligatorio dell 1% mensile Il contributo facoltativo aggiuntivo mensile del lavoratore (massimo 2% per il personale ex t.f.s.; massimo il 10 % per chi è gia in t.f.r.) La deduzione è ammessa fino a annui e non può superare né il 12% del reddito complessivo, né il doppio del t.f.r. versato a Espero. Non opera sulla quota t.f.r. e sull 1,2 % per gli ex t.f.s.

23 Gli organismi del fondo L assemblea dei delegati composta da 60 membri per metà eletti dagli iscritti al fondo Il 13 ottobre 2006 gli associati hanno votato per eleggere i 30 rappresentanti dei lavoratori Il Consiglio d Amministrazione composto da 18 membri Il Collegio dei Revisori composto da 4 membri effettivi e 2 supplenti Il Presidente e il Vice-Presidente, alternativamente espressione dell amministrazione e degli iscritti Tutti gli organismo associativi di Espero hanno una composizione bilaterale e paritetica: metà espressione dell amministrazione, metà dei lavoratori associati

24 I gestori delle risorse finanziarie Lo statuto di Espero esclude la gestione diretta delle risorse Il fondo affiderà la gestione del patrimonio a Banche, Assicurazioni, Sim (società di intermediazione mobiliare), Sgr ( Società di gestione del risparmio). La composizione del patrimonio di Espero sarà inizialmente prudente con grande prevalenza degli investimenti obbligazionari ( circa l 80 %), rispetto agli azionari. Successivamente, si potrà deliberare la gestione pluricomparto, composta da diverse linee di investimento e differenti profili di rendimento scelti liberamente dall iscritto. Il patrimonio affidato in gestione non è in dotazione dei gestori finanziari, ma della banca depositaria scelta da Espero (Monte dei Paschi di Siena), che certifica la consistenza del patrimonio di Espero. Analogamente, la gestione amministrativa è affidata ad una società di service amministrativo scelta da Espero (Previnet)

25 E quando si va in pensione? Espero eroga le seguenti prestazioni: Pensione complementare di vecchiaia: almeno 5 anni di iscrizione e 65 anni di età (60 per le donne). Calcolo contributivo con coefficienti attuariali rapportati alla speranza di vita. Si può rivalutare ogni anno in base ai risultati di gestione. Pensione complementare di anzianità: almeno 15 anni d iscrizione (ridotti a 5 fino al 2019), cessazione dell attività, almeno 55 anni d età (50 se donna). Possono essere reversibili La misura della pensione dipenderà dai contributi versati, dalla durata dei versamenti, dai costi di gestione, dai rendimenti conseguiti dal fondo, dalla speranza di vita del beneficiario Capitale una tantum: in caso di mancata maturazione dei requisiti per la pensione, il montante accumulato viene erogato in contanti; se l importo della pensione è inferiore all assegno sociale Inps, 380 nel 2006, l erogazione della prestazione può essere richiesta sotto forma di capitale; Pensione e capitale: Se si matura il diritto a pensione si può percepire sotto forma di capitale fino al 50% del montante accumulato. Il fisco agevola la prestazione sottoforma di capitale se essa non supera di 1/3 la somma maturata.

26 E ancora Anticipazione delle somme maturate. Con almeno 8 anni d iscrizione si può richiedere per acquisto o ristrutturazione della 1 casa per sé o per i figli, spese sanitarie straordinarie, spese sostenute durante il congedo per la formazione continua, fino al 100% della somma accumulata (escluse le contribuzioni figurative accantonate all Inpdap, t.f.r. e 1,2%, liquidate esclusivamente alla cessazione del lavoro). Riscatto per cessazione dell attività: in caso di cessazione del rapporto di lavoro prima del pensionamento si può optare per il trasferimento ad altri fondi o P.I.P., mantenere la posizione individuale in assenza di contribuzione oppure riscattare il capitale maturato. Riscatto per decesso dell iscritto: in caso di morte dell associato prima del suo pensionamento la posizione individuale è riscattata dal coniuge, in sua mancanza dai figli, in mancanza di coniuge e figli dai genitori se conviventi e a carico. In assenza di tali soggetti l iscritto può nominare un beneficiario, in mancanza del quale la posizione resta acquisita al fondo.

27 Trattamento fiscale delle prestazioni Pensione: E tassata con la propria aliquota marginale solo la parte di pensione derivante dai contributi versati e dedotti da lavoratore e amministrazione, dal t.f.r., dal contributo dell 1,5% per chi era in t.f.s. Non concorrono all imponibile fiscale la quota di montante derivante dai rendimenti maturati, tassati alla fonte all 11%, né i contributi versati e non dedotti in quanto eccedenti il limite di deducibilità. Durante l erogazione della pensione, le rivalutazioni anno per anno, sono assoggettate a un imposta sostitutiva del 12,50 %. Capitale: al capitale maturato, esclusa la quota derivante dai rendimenti e dai contributi non dedotti, si applica la tassazione separata con l aliquota media degli ultimi 5 anni. Analoga modalità se, maturato il diritto a pensione, si richiede sottoforma di capitale non più di 1/3 del montante accumulato. Se si richiede più di 1/3 (massimo il 50%) il prelievo diventa più pesante perché anche i rendimenti maturati vengono tassati Anticipazione delle somme maturate: tassazione analoga al capitale superiore ad 1/3. Riscatto per cessazione dell iscritto: tassazione con aliquota marginale esclusi eventuali contributi non dedotti Riscatto per decesso dell iscritto: tassazione separata con aliquota media degli ultimi 5 anni escluse le somme derivanti dalle rivalutazioni e dai contributi non dedotti.

28 Con Espero posso stare sicuro? Non ci sono controindicazioni per aderire ad Espero, varia soltanto il grado di convenienza. I rischi sono particolarmente contenuti perché il contributo del datore di lavoro, i benefici fiscali sulle contribuzioni e le prestazioni, le risorse affidate a più gestori selezionati e specializzati limitano al minimo la possibilità di non riuscire a difendere il potere d acquisto delle somme investite. Il T.F.S. maturato all atto di adesione, le quote di TFR e l 1,2% versate da tale data restano all INPDAP, quindi non corrono il rischio di andare in fumo a causa di investimenti finanziari sbagliati. Solo le aspettative di rendimento finanziario potrebbero non realizzarsi o rivelarsi inferiori alle rivalutazioni del T.F.S. o del T.F.R. E opportuna comunque una valutazione personalizzata

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