2.3 Carbuta- Calice Ligure (SV)

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1 2.3 Carbuta- Calice Ligure (SV) Dati generali Il versante di Carbuta, localizzato in una zona dove vengono a contatto ammassi rocciosi ascrivibili ai Porfiroidi del Melogno e agli Scisti di Gorra (Fig.126), è stato monitorato dal 2009 al 2013 sugli inclinometri S1, S2 e S4 (installati nel corso del 2001) e sui piezometri S5, S7, S8 e S9. Nel corso del monitoraggio eseguito il 31/07/2014 si è constatata la rottura degli inclinometri e quindi l impossibilità di eseguire il monitoraggio inclinometrico. Nel contesto degli studi propedeutici alla redazione del progetto di integrazione del monitoraggio ( Resoconto sopralluogo in località Carbuta nel Comue di Calice Ligure Note illustrative alla carta geologico-strutturale ed alla carta geomorfologica - Studio Associato di Geologia tecnica e ambientale) sono intercorsi incontri tra ARPAL, Comune di Calice Ligure, la Provincia di Savona e i tecnici professionisti nel corso del 2014 in cui si è prodotto un programma di esecuzione di tre nuovi sondaggi da condizionare a inclinometro (S12, S13 e S14) e uno a piezometro (S15). Le operazioni di sondaggio e di installazione della strumentazione geotecnica si sono concluse nel maggio Il movimento franoso di stile complesso non presenta all analisi di campagna delle evidenze morfologiche tali da poter con sicurezza definirne i contorni. Si hanno in sostanza solamente delle indicazioni di attività che per la loro distribuzione fanno pensare ad un fenomeno gravitativo unico e di vaste proporzioni che lambisce l abitato di Carbuta ( Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria - CNR). Dai dati provenienti da carotaggi eseguiti è stato ipotizzato, data l estrema tettonizzazione riscontrata all interno del substrato, che la frana interessi significative porzioni di versante legandosi a movimenti tipici di una deformazione gravitativa profonda di versante (DGPV). Gli inclinometri ricadono all interno di un corpo di frana, costituente parte di un più ampio movimento gravitativo e censito nell Inventario dei fenomeni franosi (Progetto IFFI) come segue (Fig.127): Inclinometri: S12, S3 e S14, ex-(s1, S2 e S4) Tipo Stato Complesso Attivo/riattivato/sospeso Identificativo Area [mq] Frana estesa a monte Tipo Stato Complesso Quiescente generico Identificativo Area [mq]

2 Agenzia Regionale per la Protezione Di seguito si riassume l attività di monitoraggio del Data Attività 05/05/2015 lettura di zero sulle guide A1/A2/A3/A4 e sequenza di letture A1B1/A2B2/A3B3/A4B4 Inclinometri S12, S13, S14 1 lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 Inclinometri S12, S13, S14 2 lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 Inclinometri S12, S13, S14 04/08/ /11/2015 Strumentazione Sistema di misura Sonda servoaccelerometrica biax. S Piezometro S15 Sonda servoaccelerometrica biax. S Piezometro S15 Piezometro S15 Tab. 8 Misure effettuate nel 2015 nel sito di Carbuta Fig Stralcio Carta Geologica d Italia sc.1: Sonda servoaccelerometrica biax. S060314

3 S4 S15 S7 S5 S12 S13 S9 S8 S14 S1 S2 Fig Posizione degli inclinometri S1, S2, e S4 e piezometri S5, S7, S8 e S9 all interno del corpo di frana

4 2.3.2 Analisi dei dati inclinometrici Inclinometro S1 (35.5 m) zona inferiore della frana (valle del centro abitato) In 4 anni di monitoraggio si è rilevato uno spostamento totale di 45mm in direzione W, coerentemente con la morfologia del versante e nell ultimo ciclo di letture effettuato l'elaborazione differenziale integrale dal basso ha evidenziato un incremento di 22mm in 10 mesi (luglio maggio 2013). Il fascio delle curve inclinometriche ha individuato come unico punto di deformazione, al di sopra di 35m (livello di deformazione già rilevato a suo tempo), una zona localizzata a soli 2m di profondità. A tale profondità si registra la progressione del movimento (spesso rilevato con riattivazioni e pause), confermato dall elaborazione differenziale locale con un picco, il cui valore si aggira intorno a 25mm (Figg.130 e 131). Nel corso del 2014 (31 luglio) sono state riscontrate due zone di deformazione con formazione di gradini non superabili dalla sonda a -1.8m e -2.4m, profondità alle quali si era già riscontrato un continuo spostamento durante il periodo di monitoraggio (Fig.128). L inclinometro come è risultato dall ispezione televisiva non è risultato più utilizzabile. Il 24/03/2015 è stato effettuato un sopralluogo per verificare se le deformazioni riscontrate nel luglio 2014 che hanno reso inutilizzabile l inclinometro abbiano prodotto una ulteriore rottura della tubazione alle profondità alle quali si era già riscontrato lo spostamento (Fig.129). Dall analisi delle foto non si osservano variazioni nel volume libero all interno della tubazione e quindi una ulteriore rottura dell inclinometro. Fig Rottura dell inclinometro S1 a -1.8m (a sinistra) e a -2.4m (a destra) 31/07/2014

5 Fig Rottura dell inclinometro S1 a -1.8m (a sinistra) e a -2.4m (a destra) 24/03/2015 Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S1

6 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S1

7 Inclinometro S2 (44 m) zona centrale della frana e dell abitato L'elaborazione differenziale integrale, dopo l accelerazione di 26mm misurata nel maggio 2013, ha evidenziato nell ottobre 2013 una decelerazione pari a 4mm, per uno spostamento totale di 65mm e una direzione generale di movimento verso S-SW. Gli incrementi sono determinati principalmente dallo scorrimento della massa franosa lungo il piano di taglio principale già individuato nel corso del 2009 e registrato dall inclinometro a 17m di profondità (Figg.134 e 135). Complessivamente dal febbraio 2009 l inclinometro ha evidenziato continui spostamenti senza rilevare particolari accelerazioni o pause, eccezion fatta per lo spostamento misurato nel maggio 2013, che risulta ampiamente il maggior incremento. Si sottolinea che l'inclinometro, già fortemente deformato alla profondità di 17m, a seguito dell ultima lettura di ottobre 2013 è stato considerato inutilizzabile poiché il recupero della sonda è avvenuto con molta difficoltà, dopo molti tentativi per disincagliarla lungo le guide A1 e A3. Nel corso del 2014 (31 luglio) sono state riscontrate due zone di deformazione con formazione di gradini non superabili dalla sonda a -16.8m e a m (Fig.132), profondità alle quali si era già riscontrato il piano di taglio principale. L inclinometro pertanto non è risultato più utilizzabile. Il 24/03/2015 è stato effettuato un sopralluogo finalizzato a verificare se le deformazioni riscontrate nel luglio 2014 che hanno reso inutilizzabile l inclinometro abbiano prodotto una ulteriore rottura della tubazione alle profondità alle quali si era già riscontrato lo spostamento (Fig.133). Dall analisi delle foto non si osservano variazioni nel volume libero all interno della tubazione e quindi una ulteriore rottura dell inclinometro. Fig Rottura dell inclinometro S2 a -16.8m (a sinistra) e a 17.10m (a destra) 31/07/2014

8 Fig Rottura dell inclinometro S2 a -16.8m (a sinistra) e a 17.10m (a destra) 24/03/2015 Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S2

9 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S2

10 Inclinometro S4 (34.5 m) zona superiore della frana e del centro abitato L'elaborazione differenziale integrale ha evidenziato nel maggio 2013 il maggior incremento pari a 49mm rispetto a dicembre 2012, cui segue con la lettura di ottobre una decelerazione con 7mm di spostamento; lo spostamento totale ammonta a 120mm e una direzione generale di movimento verso S-SW. Gli incrementi sono determinati principalmente dallo scorrimento della massa franoso lungo il piano di taglio principale già individuato nel corso del 2009 e registrato dall inclinometro a 20m di profondità (Figg.138 e 139). Complessivamente dopo due anni di alternanze tra movimenti e stasi di breve durata, si sono succedute le due maggiori accelerazioni, riferibili ai periodi novembre 2010-aprile 2011 (30mm di spostamento) e dicembre 2012-maggio 2013 (49mm di spostamento) intervallate dalla più lunga quiescenza, della durata di quasi due anni. Nel corso del 2014 (31 luglio) è stata riscontrata una zona di deformazione con formazione di un gradino non superabile dalla sonda a m (Fig.136), profondità alla quale si era già riscontrato il piano di taglio principale. L inclinometro pertanto non è risultato più utilizzabile. Il 24/03/2015 è stato effettuato un sopralluogo finalizzato a verificare se le deformazioni riscontrate nel luglio 2014 che hanno reso inutilizzabile l inclinometro abbiano prodotto una ulteriore rottura della tubazione alle profondità alle quali si era già riscontrato lo spostamento (Fig.137). Dall analisi delle foto non si osservano variazioni nel volume libero all interno della tubazione e quindi una ulteriore rottura dell inclinometro. Fig Rottura dell inclinometro S4 a m 31/07/2014

11 Fig Rottura dell inclinometro S4 a m 24/03/2015 Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S4

12 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S4

13 Inclinometro S12 (39 m) parte mediana del versante Le condizioni strutturali dell inclinometro sono state verificate attraverso l inserimento della sonda pilota che ha permesso di rilevare lo stato della tubazione lungo tutta la lunghezza. La verifica dei dataset attraverso il checksum non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura di zero e nelle letture di esercizio. In particolare dalla lettura di zero si evince che la deviazione dalla verticale per la tubazione inclinometrica si aggira intorno a 0.7% e quindi inferiore al margine di tolleranza di 2%. Complessivamente dall'elaborazione dei dati inclinometrici si osservano valori strumentali compresi nell'intervallo di incertezza (valori <8mm) in direzione S-SW (coerente con la direzione degli spostamenti in S2). Dall'elaborazione differenziale integrale non si registrano zone di deformazione di una certa entità e a profondità significative, anche se una debole inclinazione della deformata riferita alla seconda lettura si può osservare intorno a -27m, mentre più in superficie al di sopra dei 10m sono presenti deboli incrementi (Figg.140 e 141). Dall analisi dell elaborazione locale si osservano deboli innalzamenti dei valori strumentali a - 34m, -26m, -20m e al di sopra dei 16m. Trattandosi della seconda lettura di esercizio si rimanda alle prossime letture qualsiasi concreta valutazione circa la profondità dei piani di scorrimento, già individuati in altre zone intorno a -20m, e l'entità delle eventuali deformazioni. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S12

14 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S12

15 Inclinometro S13 (39 m) parte mediana del versante Le condizioni strutturali dell inclinometro sono state verificate attraverso l inserimento della sonda pilota che ha permesso di rilevare lo stato della tubazione lungo tutta la lunghezza. La verifica dei dataset attraverso il checksum non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura di zero e nelle letture di esercizio. In particolare dalla lettura di zero si evince che la deviazione dalla verticale per la tubazione inclinometrica si aggira intorno a 2% e al limite con il margine di tolleranza di 2%. Complessivamente dall'elaborazione dei dati inclinometrici si osservano valori strumentali compresi nell'intervallo di incertezza (valori <5mm) in direzione E e sia dall'elaborazione differenziale integrale che dall elaborazione differenziale locale non si registrano zone di deformazione di una certa entità e a profondità significative (Figg.142 e 143). In particolare la morfologia dei grafici della risultante non mostra quindi particolari zone in deformazione, mentre dai grafici dell'elaborazione locale si osservano innalzamenti dei valori strumentali al di sopra di 16m. Trattandosi della seconda lettura di esercizio si rimanda alle prossime letture qualsiasi concreta valutazione circa la profondità dei piani di scorrimento, già individuati in altre zone intorno a -20m, e l'entità delle eventuali deformazioni. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S13

16 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S13

17 Inclinometro S14 (54 m) parte mediana del versante Le condizioni strutturali dell inclinometro sono state verificate attraverso l inserimento della sonda pilota che ha permesso di rilevare lo stato della tubazione lungo tutta la lunghezza. La verifica dei dataset attraverso il checksum non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura di zero e nelle letture di esercizio. In particolare dalla lettura di zero si evince che la deviazione dalla verticale per la tubazione inclinometrica si aggira intorno a 0.9% e al di sotto del margine di tolleranza di 2%. Complessivamente dall'elaborazione dei dati inclinometrici si osservano valori strumentali compresi nell'intervallo di incertezza (valori <8mm) in direzione W e sia dall'elaborazione differenziale integrale che dall elaborazione differenziale locale non si registrano zone di deformazione di una certa entità e a profondità significative (Figg.144 e 145). La morfologia dei grafici della risultante non mostra quindi particolari zone in deformazione, se non lievi incrementi al di sopra di 4m. Trattandosi della seconda lettura di esercizio si rimanda alle prossime letture qualsiasi concreta valutazione circa la profondità dei piani di scorrimento, già individuati in altre zone intorno a -20m, e l'entità delle eventuali deformazioni. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S14

18 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S14

19 2.3.3 Conclusioni Il monitoraggio degli inclinometri S1, S2, e S4 eseguito dal 2009 al 2014 ha consentito di osservare l andamento delle deformazioni nel tempo e la direzione di spostamento degli inclinometri installati nel versante di Carbuta. Mentre per l entità del movimento si riscontra un comportamento non continuo basato su riattivazioni intervallate da pause, per quanto riguarda la direzione si è potuto osservare come essa non si sviluppi lungo la linea di massima pendenza in direzione ovest (Figg.146 e 147), bensì risulta orientata verso sudovest, trasversalmente alla posizione della collina di Carbuta, come se a guidare il movimento gravitativo fossero piani strutturali inclinati verso sud. Poiché nella zona si segnala la presenza di importanti lineamenti strutturali (il principale riguarda un sovrascorrimento avente direzione circa E-W) che coinvolgono i Porfiroidi del Melogno e gli Scisti di Gorra (vedi Carta Geologica d Italia - foglio Albenga-Savona), sembra realistico osservare che la direzione anomala di scorrimento possa essere guidata dalla tettonica, proprio lungo piani di scivolamento determinati dalla struttura interna delle rocce (scistosità e piani di foliazione generici) e/o da lineamenti tettonici a scala regionale (Fig. 148 e 149). Allo stato attuale, sembra predominare un movimento lungo superfici di taglio ben definite che da luogo ad uno scivolamento (deformazione profonda da creep in roccia). Fig Direzione di movimento ( a velocità diversificata tra monte e valle) dell area in frana che insiste sull abitato di Carbuta

20 Fig.147- DTM dell orografia della zona di Carbuta: si noti l energia del rilievo a monte della strumentazione installata e il contrasto planoaltimetrico con l asta torrentizia a valle. Fig Affioramento di scisti quarzo-micacei della formazione degli scisti di Gorra (monte del versante zona S4): in rilievo una della discontinuità (blu) che frammentano l ammasso roccioso lungo i piani della foliazione metamorfica (rosso)

21 Fig Particolare della foliazione metamorfica (rosso) che risulta molto fitta. Spesso si interrompe per la presenza di giunti trasversali (blu) che frammentano ulteriormente l ammasso roccioso Per quanto riguarda l idrogeologia, dalla verifica delle piezometrie rilevate dal 2008 al 2014, si evince che, sebbene il monitoraggio venga effettuato in concomitanza delle letture inclinometriche e quindi non preveda più di 3/4 misure l anno, la soggiacenza della falda sia variabile tra 5m e 17-18m in funzione dell assetto topografico. Tale situazione conferma quanto già rilevato nella relazione sopracitata in cui si affermava che all interno dell accumulo di frana è presente una falda libera, attestata a differenti profondità, oscillanti tra 4.5m e quasi 20m dal p.c., in funzione dell assetto topografico del pendio. Da una valutazione delle relazioni geologiche relative al monitoraggio inclinometrico (Studio Associato di Geologia tecnica e ambientale), si sono potuti osservare spostamenti di una certa entità in tutti gli inclinometri. In particolare nel passato si era registrato un movimento complessivo di 20-30mm in testa tubo con l individuazione di una superficie di scorrimento principale tra 17-20m (S2 e S4) e una secondaria a 7m; inoltre sempre tra si erano registrate deformazioni in S1 a circa 36m. Il monitoraggio dal 2009 al 2014, anno in cui si è registrata la rottura definitiva delle tubazioni inclinometriche ha confermato il piano di scorrimento principale in roccia a 17-20m di profondità, a cui si è associato, solo nella parte sommitale, anche un secondo piano di scorrimento più superficiale. Nella zona ove è localizzato S1 si è registrato anche un movimento superficiale intorno a 2 m in direzione ovest (valle morfologico) in continua evoluzione e confermato da cedimenti della

22 sede stradale e rotture nelle strutture di sostegno; allo stato attuale l inclinometro S1 non ha dato segni di deformazioni profonde. A questa situazione si deve aggiungere che esiste un area centrale particolarmente critica, ove già nel 2002 si era verificata la rottura di un inclinometro (S3) a 28m e successivamente nel 2004 a 23m (S3 e S3new). Si conferma quindi il grado di attività dello scorrimento, già definito in IFFI come attivo (Fig.150). Fig.150 sezione dell area in frana che insiste sull abitato di Carbuta Nel corso del 2014 sono intercorsi incontri tra ARPAL, Comune di Calice Ligure, la Provincia di Savona e i tecnici professionisti in cui si è prodotto un programma di esecuzione di tre nuovi sondaggi da condizionare a inclinometro (S12, S13 e S14) e uno a piezometro (S15), nel contesto degli studi propedeutici alla redazione del progetto di integrazione del monitoraggio ( Resoconto sopralluogo in località Carbuta nel Comue di Calice Ligure Note illustrative alla carta geologicostrutturale ed alla carta geomorfologica - Studio Associato di Geologia tecnica e ambientale). Preventivamente all avvio della campagna geognostica è stata prodotta dallo Studio professionale un carta geologico-strutturale e geomorfologico che ha indicato come la tettonica abbia determinato il dissesto del versante di Carbuta: la sovrapposizione di fasi deformative con sviluppo di generazioni di scistosità e l influenza della tettonica rigida hanno influenzato in maniera incisiva le dinamiche del versante ed in particolare del reticolo idrografico, risultando la causa predisponente della deviazione di alcuni corsi d acqua e della formazione di alvei sepolti, sede di saturazione idrica nel corso degli eventi meteorici intensi.

23 Agenzia Regionale per la Protezione Nel corso del 2015 si è avviata la campagna geognostica che ha dato le seguenti indicazioni litostratigrafiche: S12 (sondaggio eseguito a distruzione di nucleo, da 30m a 40m a carotaggio continuo) da 0 a 20m presenza di una coltre franosa, da 20 a 30m alternanza di livelli roccia compatta e livelli di roccia intensamente fratturata fino a milonitizzata, segue un importante livello cataclastico fino a 38m e infine fino a fondo foro (40m) si ha una zona di roccia compatta (Figg. 151 e 152). Fig.151 Sondaggio S12, intervallo 30-35m: i porfiroidi alternati agli scisti di Gorra assumono i caratteri di una breccia di faglia, nel caso una cataclasite. Fig.152 Sondaggio S12, intervallo 35-40m: il livello cataclastico prosegue fino a 38m, ove si verifica il passaggio a un litotipo con buona qualità geomeccanica. I porfiroidi mostrano una giacitura inclinata dei piani di scistosità a circa 45 e lungo tali piani si verifica la fratturazione della roccia.

24 S13 (sondaggio eseguito a distruzione di nucleo primi 10m, da 10 a 40m a carotaggio continuo) da 0 a 7m sottile coltre franosa, quindi metavulcaniti alterate e molto fratturate, talora con riempimento nelle fratture di materiale terroso alternate a compatte fino a 35m, fino a 38m livello alterato e cataclasato fino a milonitizzato, fino a 40m scisti quarzo-sericitici alterati e fratturati (Figg. 153 e 154). Fig.153 Sondaggio S13, intervallo 30-35m: i porfiroidi con buona qualità geomeccanica mostrano una giacitura inclinata dei piani di scistosità a circa 45 e lungo tali piani si verifica la fratturazione della roccia. Si fa notare che le caratteristiche litotecniche della roccia sono tali già a partire dai livelli superficiali. Fig.154 Sondaggio S13, intervallo 35-40m: cataclasi del materiale e i porfiroidi passano ad assumere i caratteri di una roccia di faglia con una intensa alterazione in prossimità del passaggio verso gli scisti quarzoso micacei.

25 S14 (sondaggio eseguito a carotaggio continuo fino a 55m) da 0 a 22.80m coltre franosa costituita da materiale sciolto e brandelli di basamento roccioso molto alterato, da alternanza di livelli di scisti quarzosi milonitizzati e talora argillificati, con livelli più compatti grigio chiari, talora milonitizzati e degradati fino a 50m, quindi fino a 55 metavulcaniti strutturate, con intercalati livelli più alterati e fratturati (Figg. 155, 156 e 157). Fig.155 Sondaggio S14, intervallo 15-20m: coltre franosa e brandelli di basamento roccioso. Fig.156 Sondaggio S14, intervallo 45-50m: intensa cataclasi del litotipo a partire da la roccia appare completamente destrutturata con una intensa argillificazione da fault breccia.

26 Fig.157 Sondaggio S14, intervallo 50-55m: comparsa del basamento roccioso con una discreta qualità geomeccanica e i porfiroidi risultano fratturati in prevalenza lungo i piani di scistosità. S15 (sondaggio eseguito a carotaggio continuo fino a 20m) comparsa del basamento roccioso da 10m di profondità, alternanza di livelli di roccia alterata e fratturata con orizzonti completamente cataclasati e milonitizzati (Fig. 158) Fig.158 Sondaggio S15, intervallo 15-20m: basamento roccioso alterato e fratturato con bassa qualità geomeccanica.

27 Ciò che emerge dalla stratigrafia dei sondaggi rispecchia quanto osservato fino ad oggi, sia negli spostamenti sia nelle caratteristiche geostrutturali dell ammasso roccioso del versante di Carbuta. Ad elevata profondità al di sotto di circa 20m di coltre franosa, profondità alla quale si sono misurati gli spostamenti degli inclinometri, compare un basamento roccioso dalla pessime qualità geomeccaniche (specie in S12 e S14), molto tettonizzato e spesso con importanti livelli di cataclasiti: la potenza massima di questa roccia completamente destrutturata si ha in S14, ove circa 30m (20-50m) sormontano un livello di roccia di discrete qualità geomeccaniche. Data la potenza di tali livelli cataclastici si ritiene che possano essere rapportati direttamente con la presenza di lineamenti strutturali collegati al sovrascorrimento regionale. La lettura di maggio 2013, ultima misura eseguita nei sondaggi S1, S2 S4, nella zona di monte (S4) ha rappresentato il maggior incremento dal 2009 ad oggi con una accelerazione nel giro di pochi mesi di 49mm, pari esattamente a metà dello spostamento totale registrato in più di 4 anni: il versante ha subito uno spostamento complessivo in direzione S-SW di 120mm nella zona di monte e 65 nella zona centrale (Fig.159). Allo stato attuale il movimento continua a svilupparsi lungo superfici di taglio ben definite in profondità, facendo quindi rientrare la tipologia della frana negli scivolamenti, fino a eventuali modifiche nell evoluzione delle deformazioni. Gli spostamenti osservabili mediante ispezione televisiva nel 2015 hanno evidenziato una stasi nelle deformazioni rispetto alle ispezioni televisive eseguite nel 2014, che avevano evidenziato uno spostamento totale superiore a 120mm per S4 e superiore a 65mm per S2. Velocità deformazioni e piezometrie- Carbuta Spostamento in testa tubo (mm) tagliato tagliato tagliato S5 S7 S8 S9 S1 S2 45 S4 Soggiacenza (m) S12 S15 S13 S Tempo Fig Velocità delle deformazioni e soggiacenza della falda.

28 Nella zona di valle si sono rilevate ulteriori deformazioni superficiali sempre in direzione W e il piano di scorrimento potrebbe determinare una traslazione della zona inferiore, fatto che non verrebbe rilevato poiché la lunghezza attuale della tubazione inclinometrica risulta utilizzabile solo per la parte superiore alla deformazione localizzata a 36m di profondità. Si noti come il comportamento della frana a monte sia caratterizzato da periodi di quiescenza lunghi anche 2 anni e da brusche accelerazioni, le cui maggiori sono riferibili ai periodi novembre 2010-aprile 2011 (30mm di spostamento) e dicembre 2012-maggio 2013 (49mm di spostamento), mentre la zona centrale si sposta con maggiore gradualità. Ad una scala temporale più ampia comunque lo scorrimento risulta attivo, e complessivamente si può affermare che la velocità media sia di 30mm/anno a monte e 15mm nella zona centrale, tenendo conto che la zona di monte ha subito una deformazione nel 2013 di 50mm/5mesi. I nuovi inclinometri installati nel 2015, dopo due letture di esercizio, non hanno dato particolari indicazioni per quanto riguarda l entità degli spostamenti e l eventuale piano di scorrimento profondo, mentre sono emersi due importanti elementi che confermano il cinematismo della frana di Carbuta. Il primo elemento riguarda l inizio delle deformazioni degli inclinometri, che sebbene ancora di lieve entità, si possono osservare ad una profondità di circa 16m per S12 e S13 (S14 non ha dato particolari segnali di spostamento), profondità compatibili con quanto misurato negli altri inclinometri fino ad oggi. Il secondo elemento riguarda la direzione del movimento, peraltro ancora non completamente individuata, ma che nell inclinometro S12, ubicato nel centro del versante, ha mostrato una certa coerenza con quanto misurato con i vecchi inclinometri: infatti la direzione risulta localizzate nel quadrante SW e in particolare verso S-SW. La direzione di spostamento osservata in S14 invece risulta puntare verso W, secondo la linea di massima pendenza, non completamente coerente con le letture inclinometriche precedenti; anche la direzione polare dello spostamento risulta verso E, lunga la linea di massima pendenza laterale del corpo di frana. I dati relativi alla circolazione idrica sotterranea hanno confermato che il livello della falda variabile tra -5m e -20m in funzione della topografia. La circolazione idrica sotterranea risulta essere sempre presente alle medesime profondità nelle zone centrali e basali del versante di Carbuta, mentre la zona di monte ha fatto registrare ulteriori abbassamenti, che arrivano al massimo nel nuovo piezometro S15 con m: la discesa risulta pari ad oltre 1 metro rispetto ad agosto, e pari a oltre 6 metri da maggio 2015, confermando nell'area la presenza di una forte anomalia dal punto di vista idrogeologico. Nel corso del 2011 si sono rilevate in prossimità dell inclinometro S1 fratture nella sede stradale (Fig. 160) e un cedimento della stessa associato a deformazioni nella struttura di sostegno.

29 Sistema di fratture Sistema di fratture Fig.160 : fessure nella sede stradale : sono evidenti un sistema 1 di fratture parallelo al versante (longitudinale rispetto alla sede stradale) e un sistema trasversale 2 (cedimento della sede stradale) Nel corso del 2014 durante la verifica di funzionalità degli inclinometri, si è potuto constatare come il sistema di fratture 2 si sia evoluto e abbia prodotto una maggiore apertura nelle fessure (Fig. 161). Inoltre poco più a monte del punto di misura S2 e risalendo verso l abitato di Carbuta si è rilevato il cedimento della sede stradale (Fig. 162).

30 Fig.161 : Evoluzione di una fessura nella sede stradale in zona S1 che rispetto al passato mostra una maggiore apertura Fig.162 : Sede stradale in cedimento qualche decina di metri dopo S2 in direzione dell abitato di Carbuta con rigetto della zona ribassata di decine di cm.

31 Dall osservazione delle Figg.163, 164 e 165 si può osservare: -anni 2009 e 2010: caratterizzati da quantitativi di precipitazione molto più elevati rispetto al biennio successivo, si collegano ad una situazione di bassa attività della frana se non addirittura quiescenza; -anni 2011 e 2012: lo spostamento più importante registrato nell aprile 2011 potrebbe essere attribuito al periodo piovoso novembre 2010-aprile 2011 con cumulate mensili di oltre 250mm, mentre il lungo periodo successivo è caratterizzato da scarsi incrementi nello spostamento passanti a una vera e propria quiescenza, indipendentemente dalla presenza di massimi pluviometrici; -anno 2013: la fase di quiescenza durata due anni termina nel 2013 (inverno-primavera) con il maggior spostamento della frana dall inizio del monitoraggio nel 2009 e risulta coincidente con un periodo primaverile (marzo-maggio) con cumulate mensili fino a 300mm di pioggia, verosimilmente responsabili dell accelerazione del versante. Per il 2013 si sottolinea quanto accaduto nel mese di maggio e nel mese di dicembre 2013 con episodi massimi di 322mm in 4 giorni. -anno 2014: il successivo incremento del movimento, registrato nel mese di luglio 2014 con la rottura di tutti gli inclinometri, potrebbe essere messo in relazione con l abbondanza di piogge del mese di dicembre 2013 (400 mm) e considerando l apporto notevole di piogge del mese di novembre 2014 ci si può aspettare un ulteriore movimento. In ultimo si segnalano i tre giorni con oltre 400mm di pioggia del mese di novembre Per quanto riguarda il 2015 si osserva la relativa scarsità di eventi meteorici e conseguentemente l assenza per il momento di spostamenti di una certa entità nei nuovi inclinometri (Fig.166). Nonostante le dimensioni della massa franosa (la superficie di taglio si trova a circa 20m mentre più a valle arriva a 36m), l innesco principale per questo tipo di fenomeno franoso sembra essere determinato, oltre che dalla gravità, dagli eventi meteorici in grado di incrementare il contenuto d acqua dell insaturo (e quindi il peso di volume della massa franosa) a cui si aggiungono la presenza costante di una falda di versante e l attività erosiva delle aste fluviali che incidono la collina di Carbuta. Non ultima va considerata l intrinseca debolezza dei litotipi: la presenza di un basamento intensamente foliato e con scadenti qualità geomeccaniche e la presenza di lineamenti strutturali sarebbero determinanti per spiegare il cinematismo anomalo dello scorrimento.

32 Fig. 163 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione CALIG e CMELO) e letture inclinometriche S4 Fig. 164 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione CALIG e CMELO) e letture inclinometriche S2

33 Fig. 165 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione CALIG e CMELO) e letture inclinometriche Fig. 166 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione CMELO) e letture inclinometriche

34 I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria) evidenziano nel periodo (dati ERS) spostamenti massimi intorno a 5mm/anno nel centro abitato e nel corpo della frana mentre dati ENVISAT nel periodo una situazione di relativa stabilità per quanto riguarda il movimento di PS posti sugli edifici, eccezion fatta per i valori satellitari riscontrati in zona mediana (S3) che rimangono piuttosto alti (circa 5mm/anno). Si deve sottolineare però che i PS presenti nell areale della frana non risultano essere molto numerosi e pertanto risulta difficile avere un numero congruo di misure satellitari da confrontare con i dati inclinometrici. Inoltre poiché i dati inclinometrici si riferiscono a un periodo successivo, dal 2009 ad oggi, non sembra si possa definire in un periodo di circa venti anni ( ) un andamento coerente con quanto rilevato dai dati satellitari, essendo la media del movimento del versante molto più alta, nella parte alta 30mm/anno e nella parte centrale 15mm/anno.

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