12 SETTIMANA NAZIONALE DI ESCURSIONISMO

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1 ABRUZZO GIUGNO 2009 Club Alpino Italiano Commissione Centrale Escursionismo a 12 SETTIMANA NAZIONALE DI ESCURSIONISMO 9 CONGRESSO NAZIONALE ACCOMPAGNATORI - 11 MEETING DELLA SENTIERISTICA Club Alpino Italiano Parco Gran Sasso M.ti della Laga Parco della Majella Costa dei Trabocchi Parco d Abruzzo Parco Velino Sirente Commissione Escursionismo

2 Programma escursioni 2 PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA I THOLOS DELLA VALLE GIUMENTINA E L EREMO DI SAN BARTOLOMEO pagina 5 LA VALLE DELL ORFENTO pagina 6 BOCCA DI VALLE - CASCATA DI SAN GIOVANNI - PIANA DELLE MELE pagina 7 FONTE TETTONE - EREMO DI SAN GIOVANNI - DECONTRA pagina 8 RIFUGIO POMILIO - MONTE AMARO - FARA SAN MARTINO pagina 9 PARCO NAZIONALE D ABRUZZO VAL FONDILLO - GROTTA DELLE FATE - PASSAGGIO DELL ORSO pagina 10 FONTE SAMBUCO - LAGO VIVO - BARREA pagina 11 CIVITELLA ALFEDENA - VAL DI ROSE - VAL FONDILLO pagina 12 PESCASSEROLI - RIFUGIO DI IORIO - RIFUGIO COPPO DELL ORSO - VALLELONGA pagina 13 COSTA DEI TRABOCCHI COSTA DEI TRABOCCHI: ORTONA - COLLE SAN DONATO - SAN VITO CHIETINO pagina 14 COSTA DEI TRABOCCHI: RISERVA NATURALE DI PUNTA ADERCI pagina 15

3 3 PARCO REGIONALE DEL SIRENTE VELINO ROVERE - FONTE DELL ANATELLA - S.P. SECINARO pagina 16 OVINDOLI VALLE D ARANO - VIA ROMANA - CELANO pagina 17 ROVERE - MONTE SIRENTE - S.P. SECINARO pagina 18 PIANO DI PEZZA - MONTE VELINO - ROSCIOLO pagina 19 PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA MONTI DELLA LAGA CESACASTINA - LE CANNARE - FOSSO DELL ACERO pagina 20 SENTIERO ITALIA: CAMPOTOSTO - PASSO DI COSTA SOLA - CESACASTINA pagina 21 CAMPOTOSTO - MONTE GORZANO - CESACASTINA pagina 22 GRAN SASSO RIGOPIANO - MONTE SAN VITO - RIFUGIO TRE POZZETTI pagina 23 PRATI DI TIVO - CORNO GRANDE - CAMPO IMPERATORE pagina 24 I SENTIERI ATTREZZATI DEL CORNO PICCOLO pagina 25 IL SENTIERO DEL CENTENARIO pagina 26

4 ABRUZZO: REGIONE VERDE D EUROPA 4 PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA LA COSTA DEI TRABOCCHI PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA PARCO NATURALE REGIONALE SIRENTE - VELINO PARCO NAZIONALE D ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

5 22 Lunedì PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA I Tholos della valle Giumentina e l eremo di San Bartolomeo Dislivello salita 175 m discesa 175 m - Tempo di percorrenza 5 h - Diff.. T L itinerario unisce un importante complesso agro pastorale e uno degli eremi tra i più suggestivi e affascinanti della Maiella. La pietra è l elemento più evidente del paesaggio attraversato: campi terrazzati, muri di recinzione, capanne e una moltitudine di mucchi di spietramento. Il complesso di capanne della Valle Giumentina è un riuscito connubio tra case di pietra e capanne in pietra a secco. Queste hanno costituito per un certo periodo l unica abitazione, divenendo poi, con la costruzione della casa tradizionale, delle dipendenze agricole. La nostra escursione inizierà con la visita della capanna principale, a pianta tonda, realizzata a gradoni, è la più grande capanna in pietra a secco costruita in Abruzzo. Era provvista di un piano superiore di cui sono visibili l ingresso e i buchi dei pali ove poggiare il tavolato. Vicino ad essa troviamo un altra capanna, a pianta quadrata; rappresenta una evoluzione rispetto alla pianta circolare. La zona dove sorge il complesso era un antico bacino lacustre (700 m) frequentato da genti del Paleolitico Inferiore-Medio. Proseguendo lungo la strada sterrata, in leggera salita, in pochi minuti si arriva sul bordo del Vallone di S. Bartolomeo. Un sentiero, a tratti un po ripido, scende al torrente che si attraversa su di un sasso a forma di ponte naturale, una breve salita ci porta all Eremo di S. Bartolomeo. Finita la visita, dopo aver superato una rampa di gradini e aver attraversato un caratteristico foro nella roccia si prosegue verso Roccamorice. Tholos 5 Eremo San Bartolomeo in Legio Come molti altri Eremi della Maiella, S. Bartolomeo fu costruito nel XIII secolo per opera di Pietro da Morrone. Non ne conosciamo con esattezza la data di origine ma possiamo supporre, come per S. Spirito a cui lo lega anche la vicinanza, che sia anteriore al Mille. Con molta probabilità Pietro da Morrone ricostruì l eremo dopo il 1250, visto che si tratta del primo ritiro da lui frequentato dopo S. Spirito. Per la vicinanza ai centri abitati e per il continuo disturbo causatogli dalle frequenti visite dei pellegrini, preferì, negli anni successivi, trasferirsi in S. Giovanni d Orfento.

6 22 Lunedì PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA Valle dell Orfento Dislivello salita 110 m - discesa 120 m - Tempo di percorrenza 4 h - Diff.. T Classica e molto frequentata escursione nella bassa valle dell Orfento lungo un suggestivo tratto di fiume con rigogliosa vegetazione appenninica. Il punto di partenza della passeggiata è il Ponte di Caramanico (536 m) situato all ingresso del paese. Si discende lentamente fino ad addentrarsi nelle gole della valle che da subito ci regala panorami mozzafiato. Dopo circa mezz ora di cammino si arriva in prossimità di un bivio che ci permette, superato un dislivello di circa 100 m, di raggiungere il Centro Visitatori Paolo Barasso della Riserva, situato in località S. Croce (631 m) frazione di Caramanico Terme. La visita guidata al centro permette di vedere il Centro di Allevamento della lontra Europea ed il piccolo, ma interessante museo Naturalistico ed Archeologico che racconta la storia geologica della "montagna madre" degli abruzzesi. Terminata la visita si riprende l escursione costeggiando alcuni campi coltivati. In breve si giunge su una bella balza panoramica a ridosso della profonda gola incisa dalle acque del fiume Orfento. Sulla parete opposta é interessante notare, al di sotto dei rimboschimenti di conifere, i diversi strati di roccia, testimoni delle spinte orogenetiche. Il sentiero scende dolcemente fino a raggiungere in breve il Ponte del Vallone (625 m). Superato il ponte si svolta a sinistra nel fitto del bosco, la gola del fiume si fà sempre più stretta e mediante altri ponticelli si arriva in breve alla fine del sentiero che con ripidi scalini risale dal fiume al soprastante Ponte di Caramanico (536 m). Valle dell Orfento 6 Ponte del Vallone Caramanico Terme, paese legato come quelli circostanti, alla vicina Abbazia di S. Clemente di cui era castello già dal 1036, si stende sul costone occidentale della Majella che avanza tra le valli dell Orta e dell Orfento. Del passato conserva l impianto di borgo fortificato, chiuso dentro la cinta muraria di cui restano tratti e alcune porte di accesso. Al centro del paese si erge Santa Maria Assunta con il bel portale laterale, ricco di decorazioni, edicolette, elementi scultorei, opera di Maestro Giovanni di Lubecca che lo eseguì nel In queste zone si raccolgono le erbe e le radici aromatiche per la preparazione della celebre Centerbe di Tocco da Casauria, alla quale si affiancano gli amari e le sambuche odorose. Caramanico, soprattutto d estate e durante la stagione termale (aprile-ottobre), è un vitale centro turistico che organizza molte manifestazioni di carattere culturale o di svago, passeggiate naturalistiche nella Riserva dell Orfento e nel Parco Nazionale della Majella.

7 22 Lunedì PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA Bocca di Valle - Cascata di San Giovanni - Piana delle Mele Dislivello salita 820 m discesa 820 m - Tempo di percorrenza 4,30 h - Diff.. E Da Bocca di Valle si prende la stradina, a sinistra della fontana, che porta sul sentiero che sale a Piana della Civita, zona carsica, panoramica, ricca di piante aromatiche e il cui toponimo evidenzia la presenza di un centro fortificato del VIII-VI secolo a.c. Un luogo provvisto di tutte le caratteristiche di primitivi alloggiamenti, di area sacrale e di vasto spazio per pascoli. Sempre sul pianoro è visibile un pozzo circolare usato dai tedeschi, opportunamente mimetizzati, come osservatorio verde della linea Gustav durante la seconda guerra mondiale. Si continua lungo il sentiero ben evidente per Colle Garofalo, si prende quindi il sentiero n 24A sulla destra, scendendo fino ad avvistare, tra la faggeta, il salto d acqua del torrente Vesola. Una breve deviazione a sinistra prima della cascata permette la visita della grotta di Corradino. L escursione prosegue, prestando attenzione al fondo sconnesso, risalendo sulla destra della cascata fino alla grotta delle Porche, dopo 10 minuti si arriva ai resti dell Eremo di S. Giovanni. Adesso il sentiero va in discesa, si oltrepassa la Valle delle Monache, ed ancora in leggera discesa si raggiunge Piana delle Mele. Da qui in breve si arriva all area picnic e quindi a Bocca di Valle, esattamente al punto di partenza. 7 Cascata di San Giovanni Bocca di Valle Bocca di Valle è caratterizzata dalla parete verticale di roccia sulla quale si leggono queste toccanti parole: Figli d Abruzzo morti combattendo per l Italia e sepolti lontano tra le Alpi e il mare, la Maiella madre vi guarda e benedice in eterno. Commovente benvenuto al visitatore che si accinge ad entrare nella grotta-sacrario realizzata nel 1920 per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale. Vi si accede per una scalinata che porta alla tomba di Andrea Bafile, tenente di vascello caduto nella Grande Guerra simbolo di tutti gli abruzzesi morti per difendere la patria. L ambiente è reso ancor più suggestivo da tre grandi pannelli fatti di piastrelle di ceramica dipinta (quasi 1400 pezzi in totale) che rievocano le scene della Pietà e del Sacrificio. Furono realizzate nel 1924 da Basilio e Tommaso Cascella.

8 22 Lunedì PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA Fonte Tettone - Eremo di San Giovanni - Decontra Dislivello salita 370 m discesa 1250 m - Tempo di percorrenza 5 h - Diff.. E Da località Fonte Tettone (1654 m) si risalgono i prati della Maielletta sulla destra degli impianti di risalita e, seguendo il sentiero CAI n. 18, si perviene sulla cresta detritica che fa da cornice alla Valle Buglione. Si procede a mezza costa, per un buon tratto, lungo il sentiero panoramico che porta agli aerei Prati della Maielletta (1826 m) e lasciando in basso a destra lo Stazzo di Caramanico con il Rif. M. di Marco (1747 m). Percorsa la magnifica cresta prativa con vista sulla valle dell Orfento, si scende in mezzo alla faggeta fino a raggiungere l area picnic di Pianagrande (1650 m 1,30 h). Si percorre la carrareccia che scende a Decontra fino a dei cumuli e omini di pietra che segnalano un sentierino che scende sulla sinistra nella faggeta. Per tornanti e ripidi scalini scavati nella roccia si perviene alla Grotta di S. Giovanni (1227 m 1 h) uno degli eremi più suggestivi della Majella. Dopo la sosta si prosegue nella faggeta, per sentiero con balconate e passaggi aerei che offrono scorci suggestivi sull alta Valle dell Orfento, fino a risalire alla carrareccia che scende a Decontra (810 m 2,30 h) una frazione di Caramanico. 8 Majella Località Fonte Tettone Majella Eremo di San Giovanni Eremo Rupestre del XIII secolo. Aerea cella eremitica che si apre sulle pareti di una delle più belle valli laterali dell Orfento. La bellezza selvaggia della natura circostante e la collocazione dell Eremo fanno di S. Giovanni un luogo pieno di fascino e di mistero. L accesso all eremo, due cellette scavate nella parete rocciosa, avviene per una scalinata ed un camminamento, anch essi scavati nella parete, che portano ad un passaggio obbligato di circa 2 m da percorrere, strisciando pancia a terra, su di una stretta e angusta cengia rocciosa, sospesa a circa 10 m di altezza sul sottostante riparo in cui, anticamente, vi erano una chiesetta, le cellette dei pochi monaci ed una foresteria per i pellegrini che, nonostante il difficile accesso, vi giungevano numerosi attirati dalla fama di santità di Pietro che vi soggiornò per nove anni, dal 1284 al 1293.

9 22 Lunedì PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA Rifugio Pomilio - Monte Amaro - Fara San Martino Dislivello salita 800 m - discesa 2200 m - Tempo di percorrenza 11 h - Diff.. EE 9 E il sentiero più noto della Majella, L itinerario ne attraversa il cuore tra boschi di pino mugo, stelle alpine e cuscini verdi e compatti di silene. Partenza dal Rif. Pomilio per arrivare in cima al Blockhaus dove si trovano i resti in pietra di un fortino. Proseguendo verso Cima Cavallo si incontrano le tavole dei briganti. Si supera l unica fontana presente lungo il percorso e si sale verso Cima Focalone (2676 m). Una breve deviazione sulla sinistra permette di raggiungere il bivacco Fusco da dove è possibile godere di una magnifica vista sull anfiteatro delle Murelle. Si percorre il sentiero a ritroso per un breve tratto per poi proseguire verso i Tre Portoni. Un sentiero di cresta permette di ammirare le vette più alte del massiccio e le valli dell Orfento e delle Mandrelle. Un ultima faticosa salita porta sul Monte Amaro, la vetta più alta della Majella (2793 m). Qui è possibile concedersi una sosta all interno del bivacco Pelino. Il trekking prosegue scendendo verso la Val Cannella e il Rif. Manzini dove è possibile osservare le viole di Eugenia, la genziana della Majella e il merlo dal collare. Si prosegue scendendo verso Macchia Lunga. Il paesaggio si trasforma diventando ricco di vegetazione, boschi di faggio, acqua e insediamenti pastorali. La lunga discesa permette di superare i 2200 m di dislivello che in 5 h porta a Fara S. Martino. Monte Amaro Tavola dei Briganti La Tavola dei Briganti è una serie di rocce calcaree, situate sulla Majella in Abruzzo, dove briganti e pastori hanno inciso le loro testimonianze, particolarmente in relazione al periodo dell'unificazione italiana. Oltre a croci, nomi, date e simboli di vario genere i graffiti riportano iscrizioni, tra le quali la più bella e significativa recita: Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d Italia. Prima era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria. La Tavola dei Briganti è raggiungibile da Passo Lanciano attraverso un itinerario che, partendo dal piazzale posto a 2100 m di quota poco distante dal rifugio CAI Bruno Pomilio", segue il crinale fino al M.te Cavallo e scende a 2080 m di quota, dove sono individuabili le rocce con le iscrizioni.

10 23 Martedì PARCO NAZIONALE D ABRUZZO Val Fondillo - Grotta delle Fate - Passaggio dell orso Dislivello salita 600 m Discesa 600 m - Tempo di percorrenza 5 h - Diff.. T 10 La Val Fondillo è una delle più belle e affascinanti valli del Parco Nazionale D Abruzzo. Nel periodo invernale è meta di sci da fondo, mentre in estate mostra una natura rigogliosa ricca di acque trasparenti e gelide che si sciolgono con generosità in decine di ruscelli sulle cui sponde si trovano salici e faggi. Una passeggiata accessibile a tutti che, partendo da una vecchia segheria, segue il fondovalle costeggiando il torrente Fondillo lungo un antica mulattiera che, attraverso il Passaggio dell Orso, conduce verso la Val Canneto e il versante laziale del Parco. Lungo il percorso si incontra un fontanile con una sorgente d acqua nei pressi di una radura dove è possibile sostare all ombra di una spettacolare faggeta. Proseguendo sul sentiero si incontra la Grotta delle Fate, situata a metà strada per il Passo dell Orso. Scendendo sulla sinistra per una scalinata fatta di lunghe radici di faggi, si giunge alla Grotta: è una cavità bassa e lunga dalla quale sgorga un'acqua pura e trasparente. Dopo una pausa d'obbligo, si può riprendere di nuovo il cammino, ed in quaranta minuti si arriva al sopra citato Passo dell Orso. Questo valico è stato utilizzato per secoli dai pastori per raggiungere il Lazio ed è da lunghissimo tempo percorso dai pellegrini che da Pescasseroli e da Opi si recano al famoso Santuario della Madonna di Canneto, nella valle omonima. Val Fondillo Santuario Madonna di Canneto Posto nel Parco Nazionale d'abruzzo a 1020 m, il Santuario Maria SS.ma di Canneto è il centro mariano più visitato della Ciociaria. Del Santuario, sorto ove si trovava fin dal III sec. a.c. un tempio pagano dedicato alla dea Mefite, (resti apparsi nel 1958 durante dei lavori), non si conosce con certezza quando sia stato edificato, ma nel Chronicon Vulturnense più volte, in alcuni documenti degli anni , si nomina una chiesa dedicata a S. Maria di Canneto, senza però indicarne il luogo preciso, mentre la fonte più antica e di indiscutibile valore storico è un rescritto di Papa Nicolò IV del 13 dicembre 1288.

11 23 Martedì PARCO NAZIONALE D ABRUZZO Fonte del Sambuco - Lago Vivo - Barrea Dislivello salita 450 m discesa 450 m - Tempo di percorrenza 5 h - Diff.. E 11 L escursione inizia nei pressi del lago di Barrea, ricavato dallo sbarramento del fiume Sangro. Lungo le rive, oltre alla vegetazione arbustiva ed erbacea, macchie e boschetti di salici e pioppi. La zona presenta discrete popolazioni avifaunistiche, nonostante l altitudine e l assenza di grosse correnti migratorie. Da Barrea ci si dirige verso Alfedena e al km 67, all'altezza di un tornante, sulla destra, s imbocca una carrareccia che porta alla sorgente del Sambuco, da dove inizia l'itinerario K6. Si segue la carrareccia fino ad una deviazione sulla sinistra per il sentiero K5 che attraversa la faggeta della Valle dell'inferno con costante salita, in una zona sassosa e malagevole, la morena del vecchio ghiacciaio. In 40 minuti si arriva al Valico del Buon Passo, con un effigie della Madonna delle Grazie messa a protezione dei viandanti. Si attraversano alcune radure e si perviene alla conca in cui è incastonato il lago, dominato dalle cime del Tartaro, dell Altare, e del Petroso, che con i suoi 2249 m rappresenta la vetta più alta del Parco. Il lago, posto a 1600 m di altitudine, in primavera con lo scioglimento delle nevi raggiunge il livello massimo; il nome vivo deriva dal fatto che il lago cambia continuamente le proprie dimensioni in base alle stagioni; nel tardo autunno le sue rive sono frequentate dai cervi che si affrontano nella stagione degli amori. Al margine sinistro dell'altopiano la Fonte degli Uccelli garantisce acqua in ogni periodo dell'anno. Il sentiero K4 permette il rientro attraverso una splendida faggeta, con un panorama mozzafiato sul Lago della Montagna Spaccata. Lago Vivo Il centro storico di Barrea si è sviluppato come borgo fortificato a partire da un nucleo originario costituito dallo Studio e dagli edifici circostanti. Il borgo è un esempio notevole di incastellamento a scopo difensivo tipico della fine del primo Millennio, fenomeno nato come reazione all'insicurezza causata dalle scorrerie dei Saraceni e degli Ungari. La struttura urbanistica del centro è rimasta sostanzialmente immutata nel corso dei secoli con una cinta difensiva formata da case-mura prive di aperture verso l'esterno e dotata di due soli accessi ben difesi. Barrea

12 23 Martedì PARCO NAZIONALE D ABRUZZO Civitella Alfedena - Val di Rose - Val Fondillo Dislivello salita 845 m discesa 868 m - Tempo di percorrenza 7 h - Diff.. EE 12 Questa escursione consente l incontro ravvicinato con il camoscio appenninico, uno degli animali più rari della fauna italiana. Il sentiero sale percorrendo una fascia erbosa fiancheggiata dalla stupenda faggeta e poi penetra nel fitto bosco. La bellezza del luogo giustifica la fama della Val di Rose. Quando il bosco finisce (1700 m) il paesaggio ci offre sulla destra il M.te Sterpi d Alto e sulla sinistra il M.te Boccanera, zone di protezione totale. In direzione del P.sso Cavuto si attraversano ora i pascoli resi famosi dalla frequente presenza di camosci: naturalmente si richiedono al turista la massima correttezza e il più assoluto rispetto per questi animali. Sempre in salita si raggiunge il P.sso Cavuto (1942 m), un luogo assai panoramico che offre uno sguardo circolare nel cuore del Parco, ove le cime più alte e rocciose emergono dalla faggeta. Dal passo si procede piegando verso sud a mezza costa alla base delle rocce del M.te Cepraro, quindi si volta leggermente a destra e si raggiunge il Rif. Forca Resuni (1952 m). Nei pressi del rifugio si possono ammirare anche i pini mughi, testimoni delle passate ere glaciali che qui si trovano nel punto più meridionale del loro areale europeo. Si prosegue in discesa in ambiente piuttosto roccioso fino ad arrivare alla località Tre Confini dove inizia la Val Canneto, un tempo percorsa dai pellegrini che scendevano all omonimo santuario. Il nostro itinerario procederà nella direzione opposta fino al P.so dell Orso per poi ridiscendere verso Val Fondillo e la vecchia segheria. Camoscio d Abruzzo Civitella Alfedena era, in epoca romana, una cittadella avanzata dell antica Alfedena, L originario insediamento andò distrutto durante le invasioni barbariche. I suoi abitanti trovarono rifugio prima in ripari difficilmente raggiungibili, poi nei centri abitati che iniziavano ad organizzarsi ad opera dei Benedettini. L attuale struttura del paese trae origine dal medioevo; il centro abitato conserva i caratteri tipici del borgo appenninico dell epoca: abitazioni asserragliate a formare una muraglia di difesa contro gli attacchi nemici, contro il freddo, l isolamento e le difficoltà della vita di tutti giorni. Civitella Alfedena

13 23 Martedì PARCO NAZIONALE D ABRUZZO Pescasseroli - Rifugio Di Iorio - Rifugio Coppo Dell Orso - Vallelonga Dislivello salita 800 m discesa 800 m - Tempo di percorrenza 10 h - Diff.. EE 13 Da Pescasseroli il percorso si inoltra nel Vallone di Peschio di Iorio tra un bosco secolare costituito da faggi, aceri e querce partendo da quota 1193 m fino a quota 1500 m per circa 4 km di facile passeggiata sui tracciati delle piste da sci. Nei pressi della seggiovia, il sentiero B4 prosegue verso sud, direzione Val Valcallano, fino a Balzo Tre Confini a quota 1839 m. Il paesaggio diventa ampio e possiamo osservare tutto il comprensorio dei M.ti della Vallelonga e della Marsica occidentale (M.te Velino M.te Sirente) e le vette del Parco nazionale (M.te Tranquillo, M.te Amaro, M.te Marsicano, M.te Petroso). Dal Balzo Tre Confini brevemente si raggiungere il Rif. Di Iorio, a quota 1836 m. Si procede in direzione Valico Schiena d Asino e la Portella, percorrendo la cresta fino a raggiungere il M.te Serrone a quota 1880 m. Restando in quota si attraversano le creste Balzo di Ciotto e Tre Confini da dove si possono ammirare: a nord la Valle Tasseto, il Vallone di Ciafassa e il Vallone dell Acquaro, con i loro boschi di faggeti, a sud il paesaggio Carsico e i prati di Campo di Grano e Pozzo della Neve. Qui vi sono delle insenature e crepacci nei quali è possibile trovare anche nei mesi estivi ghiaccio, in passato trasportato in ceste con paglia fino alle località del Casertano e del Napoletano. Dai Tre confini, a quota 1992 m, fino all arrivo al Rif. di Coppo dell Orso la passeggiata è piacevole e rilassante. Dal rifugio si segue il sentiero R2 fino a raggiungere a quota 1192 m F.te Astuni, nel comune di Villavallelonga. Rifugio Coppo dell Orso Il piccolo Rif. di Coppo dell Orso visto dall alto sembra un luogo fiabesco. Costruito nel 1927 fa parte di una rete di rifugi a faccia vista: dove l uno vede l'altro in serie a gruppo di due, per poter comunicare fra loro e consentire così un migliore controllo del territorio. Poco lontano si trova la chiesetta della Madonna della Lanna, cara a Giovanni Paolo II, assiduo visitatore delle montagne abruzzesi. Madonna della Lanna

14 24 Mercoledì LA COSTA DEI TRABOCCHI Ortona - Colle San Donato - San Vito Chietino Dislivello salita 60 m discesa 60 m - Tempo di percorrenza 4 h - Diff.. T Da Ortona, cittadina adriatica insignita della Medaglia d oro al valor civile per i suoi 1350 morti e chiamata Piccola Stalingrado d Abruzzo, in località Lido Saraceni si segue per un breve tratto il tracciato della vecchia ferrovia fino al piccolo porticciolo vicino alla seconda galleria. Si risale il colle di S. Donato e, per un sentiero che passa in mezzo alla pinetina, si arriva al Cimitero Canadese (1,30 h). Una breve visita e si ripercorre la pinetina, ai cui lati si notano prati di calendule, ginestre, pervinche e fiori di borragine, fino ad affacciarsi sul balcone che domina il golfo dell Acquabella. Si scende per la strada asfaltata di nuovo sul vecchio tracciato ferroviario e in direzione sud si prosegue superando il ponte sul fiume Moro e verso il trabocco della Mucchiola (1,30 h). Notevole, tra i sassi, l estensione di finocchietto marino ricco di vitamine e sali minerali. Si aggira il promontorio scendendo sulla pietrosa battigia, proseguendo si supera il Torrente Feltrino e si raggiunge il molo di Marina di S. Vito Chietino con i suoi Trabocchi. La ridente cittadina era molto cara a Gabriele D Annunzio che vi soggiornò a lungo nell Eremo del Colle del Turchino e vi scrisse un poema. 14 Trabocco Mucchiola Cimitero Canadese su Colle di S. Donato: vi riposano circa 1400 caduti dell VIII^ armata britannica, quasi tutti canadesi con pochi neozelandesi, indiani ed australiani. Liberarono Ortona dai nazisti nella battaglia del 28 dicembre 1943 dopo sei mesi di combattimenti tra il fiume Sangro e la cittadina adriatica. - Trabocco della Mucchiola: unica antica macchina da pesca. Litorale abruzzese

15 24 Mercoledì LA COSTA DEI TRABOCCHI Riserva Naturale di Punta Aderci - Da Vasto a Casalbordino Dislivello salita 75 m discesa 75 m - Tempo di percorrenza 4 h - Diff.. T 15 Dal Centro Visite della Riserva si scende sul bagnasciuga e si percorre la spiaggia sabbiosa fino all inizio degli scogli. Proseguendo sulla spiaggia sassosa si arriva sotto il promontorio di Punta Aderci. Scogli, scolpiti dal vento e dalle onde, spuntano dal mare e creano un paesaggio esotico spettacolare. Al centro della scogliera tra profumati cespugli di ginestra, si trova il ripido sentiero che porta alla stradina che conduce sul promontorio di Punta Aderci. Guardando verso il mare si scorge la costa che va da Ortona fino a Termoli. Ad ovest le cime della Maiella e del Gran Sasso, i M.ti Gemelli, i M.ti della Laga e i Sibillini. Il sentiero costeggia la scogliera fino a scendere sulla spiaggia sassosa. Sulla sinistra una carrareccia, prima in piano, poi in salita, passando in mezzo a campi coltivati e a vigneti, conduce ad un gruppo di case coloniche e ad un edificio della vecchia ferrovia. Superati alcuni blocchi di calcestruzzo si accede al tracciato ferroviario dismesso, lo si percorre per circa 500 m, fino ai ruderi di un casello ferroviario dove prenderemo la stradina che ci porterà sulla spiaggia di Mottagrossa. Si prosegue lungo la riva fino ad incontrare una scogliera artificiale di protezione che seguiremo fino ai grossi blocchi di calcestruzzo. Qui si imbocca un sentiero che percorre la pineta, attraversa ancora una volta la vecchia ferrovia, costeggia importanti vigneti, porta all interno della pineta della Forestale, ricca di splendidi fiori del sottobosco e finisce sul ponte del fiume Sinello, punto di arrivo della nostra escursione. Punta Aderci La Riserva Naturale di Punta Aderci, a Vasto, è nata per proteggere un ambiente unico: una vasta spiaggia sabbiosa, falesie costiere ed il sistema di dune più esteso e meglio conservato d Abruzzo. La posizione, con il promontorio che si protende sul mare Adriatico, rende questo tratto della costa un posto ideale per osservare molte specie di uccelli: gabbiani, stercorari, sule, berte ed il fratino. Quest ultimo, simbolo della Riserva, riesce a nidificare solo nei tratti abbandonati di spiaggia, come tra le dune della Riserva di Punta Aderci. Vasto Marina

16 25 Giovedì PARCO REGIONALE DEL SIRENTE VELINO Rovere - Fonte dell Anatella - S.P. per Secinaro Dislivello salita 60 m discesa 60 m - Tempo di percorrenza 2 h - Diff.. T All entrata di Rovere a quota 1350 m si imbocca la strada asfaltata che porta al cimitero, fin nei pressi di un ponticello dove si parcheggia vicino ad un fontanile. Inizia qui una carrareccia che sul fondo di una piccola gola, che divide il paese dai piani del Sirente, scende dolcemente fino ad un sentiero che costeggia la faggeta proprio ai limiti del pianoro denominato Campo di Rovere. Si percorre qui qualche tratto all ombra dei faggi e tra i valloncelli ai piedi di Colle di Mandra Murata si arriva al fontanile dell Anatella, a quota 1404 m da qui si riesce ad avere un ottima vista sulle balze rocciose del Sirente che in tutta la sua lunghezza ricorda i massicci dolomitici. Nei piani dell Anatella esiste un recinto che viene utilizzato dal Corpo Forestale dello Stato prima di liberare daini e altri ungulati dopo averli accuditi. Ora si segue a ritroso parte del percorso già fatto all andata per poi deviare su una sterrata che, pianeggiante, conduce alla strada provinciale per Secinaro in località Vado della Forcella. 16 Campo di Rovere Fonte dell Anatella Posto a m di quota, ai piedi della catena montuosa del Sirente, Rovere vanta probabilmente le origini più antiche tra i centri dell Altopiano delle Rocche. Fece parte, fin dalla sua nascita, della Contea di Celano e della Diocesi dei Marsi. Solo nel 1806 passò volontariamente sotto la giurisdizione di Rocca di Mezzo mantenendo comunque ancor oggi la sua dipendenza dalla Diocesi dei Marsi. In un atto testamentario del 1590 si cita Rovere "alla cui sommità sono ben visibili imponenti mura diroccate.. di un antichissimo castello o fortezza". Questo castello, di cui oggi rimangono significativi ruderi, ancora oggetto di varie campagne archeologiche, era in realtà probabilmente la propaggine orientale del borgo fortificato di forma triangolare con tre torri poste ai vertici, di cui rimane solo quella addossata alla chiesa di S. Pietro trasformata in campanile. Tali caratteristiche del borgo fortificato originario, in parte ancora leggibile, erano chiaramente documentate in una tela raffigurante il Santo protettore con Rovere sul palmo della mano, andata purtroppo distrutta.

17 25 Giovedì PARCO REGIONALE DEL SIRENTE VELINO Ovindoli - Valle D Arano - Via Romana - Celano Dislivello salita 150 m discesa 680 m - Tempo di percorrenza 5.30 h - Diff.. E Da Ovindoli si seguono le indicazioni che portano a Valle D Arano. Si percorre quasi tutta la strada asfaltata e si arriva ad un piazzale dove si parcheggia la macchina e si parte a piedi per la carrareccia di sinistra. La strada corre al margine di un area pianeggiante erbosa e giunge ad un ricovero di pastori, vicino ad un fontanile. Da qui si imbocca il sentiero sulla sinistra della fonte che in leggera salita entra nella faggeta, percorrendo a mezza costa il M.te Savina. Il sentiero continua a svilupparsi a mezza costa lungo le pareti del M.te Etra alternandosi tra boschi di faggio e pinete. Lungo il percorso si possono ammirare splendi panorami delle Gole di Celano, vera meraviglia della natura e che costituiscono una delle maggiori attrattive turistiche dell Abruzzo. Alla fine dei boschi si gira a sinistra lungo una sella che divide il M.te Etra dal M.te Secino (Prati di Cerro). Si percorrono i Prati di Cerro in direzione sud-est attraversando una zona a pascolo nota come la Difesa fino ad incrociare la carrareccia che scende dai Prati del Sirente. La strada sterrata diventa sempre più ripida e scende velocemente verso il piazzale delle Foci. 17 Gole di Celano Celano Antico borgo medievale centro dei possedimenti dei conti di Celano, arroccata tra la montagna e la fertile piana del Fucino, Celano, centro vitale della Marsica, si pone agli occhi del visitatore come una inaspettata sintesi di natura, arte, storia, e comfort. Facilmente raggiungibile con l'autostrada (Roma- Pescara, uscita Aielli-Celano), a quaranta minuti da L Aquila e dal Parco Nazionale D Abruzzo, la località montana offre varie opportunità per un soggiorno confortevole e rilassante, al riparo dalle temperature torride della stagione estiva. Simbolo storico e culturale dell'antica roccaforte è il castello, generalmente noto come castello "Piccolomini" dal nome del nipote di Papa Pio II, Antonio Tedesco Piccolomini, a cui si deve il compimento dell'opera. La sua posizione strategica quanto mai pittoresca, sulla cima del colle di S. Flaviano, impone l'attenzione dello sguardo praticamente da ogni angolo, consentendo una veduta panoramica contraddistinta dall'imponenza delle cime dell Appennino.

18 25 Giovedì PARCO REGIONALE DEL SIRENTE VELINO Rovere - Monte Sirente - S.P. Secinaro Dislivello salita 900 m discesa 1192 m - Tempo di percorrenza 5.30 h - Diff.. EE Entrati a Rovere si prosegue in direzione del cimitero. Prima di raggiungerlo si gira a destra e si prende la strada che passa accanto al campo sportivo. Su un ponticello si trova il segnavia iniziale del sentiero n. 14. Lo si segue prima obliquamente verso destra attraversando un valloncello, e poi in più netta salita verso est al margine di una fitta faggeta. Il sentiero torna a sinistra su un pianoro con delle grosse doline, poi prosegue in salita, sull orlo dei salti di roccia che dominano la F.te Anatella fino al colle di Mandra Murata. Si continua a saliscendi per la cresta sommitale toccando, o aggirando sulla destra, le tante elevazioni secondarie. Dopo un ultimo breve pendio raggiunge la vetta a 2348 m. Lasciata alle spalle la croce di vetta si inizia la discesa verso la valle Lupara. La si percorre fino a costeggiare alcune pareti rocciose che proseguono fino ad un ampio pendio erboso, che si lascia per entrare nel bosco. Una mulattiera porta fino a quota 1300 m. Da qui si prosegue verso la Valle del Condotto, poi nel bosco lungo il sentiero CAI n 15, indicato da segnavia giallo rossi, fino a raggiungere l'area di sosta della Fonte all'acqua. 18 Monte Sirente Meteorite nei prati del Sirente Per la prima volta, il cratere provocato dall'impatto di un meteorite è stato individuato sul suolo italiano. E' alle falde del M.te Sirente, in Abruzzo, nei pressi di Ovindoli. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori italo-svedesi. L'impatto del meteorite non è lontanissimo nel tempo: niente dinosauri o simili. Siamo al tramonto dell'era romana, probabilmente fra il IV e il V secolo dopo Cristo. Il meteorite è penetrato nell'atmosfera terrestre alla velocità di 20 km al secondo, il doppio di una pallottola, e si è vaporizzato al contatto con il suolo. Una esplosione che ha lasciato come unica traccia un cratere del diametro di circa 140 m ora occupato da un piccolo lago. Per un millennio e mezzo nessuno ne ha saputo nulla. Solo nel 2002 il gruppo italo-svedese ha potuto ricostruire quell'evento, scoprendo così il primo cratere da impatto mai individuato in Italia".

19 25 Giovedì PARCO REGIONALE DEL SIRENTE VELINO Piani di Pezza - Monte Velino - Rosciolo Dislivello salita 951 m discesa 1364 m - Tempo di percorrenza 8.30 h - Diff.. EE 19 Secondo molti, il più suggestivo itinerario che conduce sulla Vetta del M.te Velino, conosciuto anche con il nome di Via degli Aquilani. Si parte dalla località denominata Capi di Pezza (1535 m), dove una comoda mulattiera conduce nella Valle Cerchiata. A quota 1793 m si incontra un bivio, prendendo a sinistra si arriva al Rif. Sebastiani (2126 m), da qui dopo aver attraversato una zona prativa, costeggia la base di un circolo glaciale, sale quindi obliquamente su terreno friabile fino a Colle dell Orso (2175 m). IL sentiero prosegue sul fianco sud-ovest di Punta Trento. Raggiunto un pianoro, scende al Colle del Bicchero (2075 m) e risale poi tutta la cresta del M.te Bicchero fino alla Selletta della Valle dei Briganti (2160 m), si raggiunge poco dopo la Forchetta del Cafornia (2336 m) e poco oltre la Selletta del Cafornia (2405 m) si incontra una lapide posta in ricordo del sacerdote Ludovico Fringuelli qui deceduto a causa di una tormenta. Il sentiero prosegue su filo di cresta denominata Coronella fino alla ripida e faticosa cresta nord che conduce in vetta al M.te Velino (2486 m). Dalla Vetta si scende lungo la ripida cresta nord, si attraversano gli alti pascoli di Bocchetta di Oticito (2386 m) e si risale verso il Costognillo e il M.te Sevice (1 h 2355 m). Dalla vetta del M.te Sevice si scende verso l omonimo rifugio, si prosegue verso la Selletta dei Cavalli per raggiungere F.te di Sevice nell omonimo Vallone. Da qui un ripido sentiero si inoltra in un boschetto e prosegue su una costa brulla per giungere al piazzale di S. Maria in Valle Porclaneta. Monte Velino Santa Maria La notizia più antica del monastero e della chiesa di S. Maria in Valle Porclaneta risale al E' data da un cronista benedettino del monastero di Montecassino. Il cronista scrive:" Il conte Berardo figlio di Berardo, conte dei Marsi, donò al Beato Benedetto (cioè al monastero di Montecassino) il monastero di S.ta Maria in Valle Porclaneta e il castello di Rosciolo con le sue pertinenze". Rimase sotto la giurisdizione di Montecassino fino agli ultimi anni del Dopo questa data non si hanno più notizie del monastero. Si dice che fu distrutto nel 1268 in seguito alla guerra combattuta fra Corradino e Carlo D'Angiò. Rimase la chiesa che, pur tra tante disavventure, ha conservata intatta la sua struttura fino ai nostri giorni.

20 26 Venerdì PARCO NAZIONALE GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA Cesacastina - Le Cannare - Fosso dell Acero Dislivello salita 419 m discesa 419 m - Tempo di percorrenza 2,30 h - Diff.. T 20 Dalla piazza di Cesacastina (1141 m), s imbocca la strada che, attraversando verso ovest il nucleo di Colle, si trasforma in una sterrata all uscita dell abitato. Raggiunto un bivio accanto ad un edicola votiva, si trascura il sentiero per Alvi e Tottea, prendendo a destra la vecchia carrareccia che, costeggiati i ruderi di S. Maria Maddalena, risale a svolte il costone sovrastante il Fosso dell Acero. Ci si immette quindi sulla sterrata proveniente da Le Piane, seguendola verso sinistra e superando il ponte in cemento sul Fosso dell Acero. Dopo pochi metri, una stradina sulla destra, sbarrata da una catena, conduce al Rif. ENEL di Fosso dell Acero, in corrispondenza delle prese sul torrente. Si risale per una netta traccia la sovrastante valletta erbosa, per poi piegare a sinistra ed entrare nel bosco. Si esce quindi sulla radura di Le Cannare, che si risale fino ad incrociare la sterrata che proviene da Le Piane. Salendo ora sulla destra, ci si immette sulla comoda pista che, poco prima, si stacca dalla sterrata. Da qui, seguendo la pista verso destra, ci si addentra nella faggeta, prima in leggera discesa e poi con una salita che si fa sempre più marcata. Ad un tornante, si abbandona la pista, che risale il Bosco Tignoso e sulla quale insiste il tracciato del Sentiero Italia che conduce a Campotosto, proseguendo diritti su una larga mulattiera che, subito dopo, conduce ad una spettacolare radura affacciata su una cascata, alla base dei lunghi scivoli di Fosso dell Acero (1550 m). Il ritorno si effettua lungo il medesimo itinerario. Fosso dell Acero Cesacastina Cesacastina presenta un tessuto urbano di tipo aperto risalente al medioevo, probabilmente fra il XII ed il XIII secolo. L abitato è costituito prevalentemente da costruzioni ottocentesche e moderne a cui si aggiungono alcuni edifici in pietra, risalenti anche al XVI. La chiesa dei SS Pietro e Paolo, nei cui pressi sorgeva, fino a non molti anni fa, un enorme olmo pluricentenario dalla circonferenza di 12 m, risale probabilmente al XVI secolo. All interno conserva due delle più belle opere d arte orafa abruzzese del 400: il prezioso calice in argento dorato con smalti, datato 1426, opera di Bartolomeo da Teramo, e la croce astile d argento sbalzato e dorato con smalti, datata alla fine del XIV secolo e recante il marchio di una corporazione di argentieri aquilani.

21 26 Venerdì PARCO NAZIONALE GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA Campotosto Passo di Costa Sola - Cesacastina Dislivello salita 643 m - discesa 910 m - Tempo di percorrenza 4 h - Diff.. E 21 Dalla piazza centrale di Campotosto (1408 m), si sale alla parte alta del paese, prendendo la sterrata che segue l ampio crestone a monte dell abitato. Poco dopo le ultime case si abbandona la strada,imboccando sulla destra una mulattiera che scende ad attraversare il Rio Fucino, per immettersi su un altra sterrata. Seguendo la pista verso nord-est, ci si allontana dal Rio Fucino, attraversando ampi pascoli dominati dal versante occidentale di M.te di Mezzo. In breve la sterrata si trasforma in un sentiero che, prima tra rada vegetazione cespugliosa, poi tra macchie di faggi, sale raggiungendo la cresta di Costa Sola. Usciti dal bosco, si attraversa l anfiteatro inciso dal Fosso di Prato Andolino fino all ampio Passo di Costa Sola (1976 m), da dove si apre una magnifica vista sul Lago di Campotosto. Si segue ora, in discesa verso est, una mulattiera che costeggia a sinistra il Fosso della Lagnetta, per poi attraversare i prati dello Iaccio Tondo. Si scende verso un evidente rientranza nel bosco, dove s imbocca una comoda mulattiera che scende nel Bosco Tignoso. Raggiunto uno spiazzo, si prende a sinistra e, superato un tornante, si scende alla radura de Le Cannare. Si prosegue verso sinistra attraversando la radura, poi ancora a sinistra per entrare nel bosco. Raggiunta una valletta erbosa, si discende verso destra fino al Rif. dell ENEL di Fosso dell Acero, da qui si scende alla sterrata sottostante. Oltrepassato il ponte sul Fosso dell Acero, si abbandona la strada, prendendo sulla destra la carrareccia che scende fino alla piazza principale di Cesacastina, (1141 m). Anfiteatro delle Cento Fonti Campotosto e il lago Il paese di Campotosto sorge tra la sponda sinistra del Rio Fucino e la riva settentrionale del lago omonimo. La prima fonte storica risale alla metà del XIII secolo. La chiesa parrocchiale, intitolata alla Vergine Assunta in Cielo, è chiamata S. Maria di Brugnoleto perché, secondo un antica tradizione, fu costruita in un bosco di prugni, nel luogo in cui sarebbe apparsa la Madonna. Al suo interno è visibile un battistero molto antico, anche se l originale chiesa medioevale venne abbattuta senza motivo. Nella parte più alta del paese è situata la chiesa di S. Antonio, edificata nel 1359, successivamente sottoposta a numerose ristrutturazioni che ne hanno modificato la struttura originaria.

22 26 Venerdì PARCO NAZIONALE GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA Campotosto - Monte Gorzano - Cesacastina Dislivello salita 1267 m - Discesa 1534 m - Tempo di percorrenza 7 h - Diff.. EE 22 Da Campotosto si segue l Itinerario Escursionistico fino al P.sso di Costa Sola. Si risalgono verso nord i prati de La Vaccareccia, raggiungendo la sommità di un altura. Seguendo la cresta, si arriva a Cima della Laghetta, la cima più elevata dei M.ti della Laghetta,. Da qui, una breve discesa conduce alla Sella di Gorzano, occupata in primavera da un caratteristico laghetto. Salendo quindi per sfasciumi lungo la cresta sud, si raggiunge la vetta del M.te Gorzano (2458 m), la più alta dei M.ti della Laga, dalla quale il panorama si allarga verso la conca amatriciana e il Reatino da un lato, e il Gran Sasso e l Adriatico dall altro. Tornati indietro alla Sella di Gorzano, si scende sulla sinistra per un dosso, raggiungendo la testata delle Cento Fonti. Si continua in discesa per dossi e ripiani erbosi fino alle captazioni di F.te Mercurio, dove ha inizio la pista che, in breve, conduce al Fosso dell Acero, in prossimità dello Stazzo delle Iaccere. Attraversato il torrente, si scende fiancheggiandone sulla destra i lunghissimi lastroni di arenaria, evitando di camminare sulla roccia bagnata, scivolosa e pericolosissima. Superata una cascata, si devia verso destra per attraversare un affluente ed entrare nel bosco. Sempre in discesa, si costeggia prima l affluente e poi il ramo principale del corso d acqua, fino ad una radura affacciata su una cascata, alla base dei lunghi scivoli di Fosso dell Acero. Si prosegue su una mulattiera che poco dopo si immette, in corrispondenza di un tornante, nella pista su cui insiste il Sentiero Italia proveniente da Campotosto. Da qui, si segue l Itinerario Escursionistico fino all abitato di Cesacastina (1141 m). Cento Fonti e Monte Gorzano Lo Stazzo delle Iaccere, in cui sono stati rinvenuti resti di stazzi di età medievale, costituisce ancora oggi una sede temporanea collegata all economia pastorale della montagna. La frequentazione del sito, può quindi essere riferita, nelle sue fasi iniziali, ad epoca quantomeno medievale, se non più antica. Stazzo delle Iaccere

23 27 Sabato PARCO GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA Rigopiano - Monte San Vito - Rifugio Tre Pozzetti Dislivello salita 770 m discesa 310 m - Tempo di percorrenza 4 h - Diff.. E 23 L itinerario ha inizio dalla località di Rigopiano (1200 m), situata in una conca carsica alle pendici dei M.ti S. Vito e Siella e attraversata dal fosso di Rigopiano. L area, inclusa all interno del Parco Nazionale Gran Sasso e M.ti della Laga, è caratterizzata da ampi pascoli e boschi di faggio, dove tuttora vengono svolte attività di pascolo e raccolta della legna. Da questa località ha inizio anche il Sentiero dei 4 Vadi, un importante itinerario a tappe, che percorre tutto il versante settentrionale del massiccio del Gran Sasso. Da Rigopiano si comincia a salire nel bosco seguendo il Sentiero Italia che conduce a Castel del Monte, fino ad arrivare in un ampia radura all altezza della Fonte dei Trocchi (1524 m). Si prosegue lungo lo stesso sentiero fino ad uscire dal bosco a quota 1650 m e poco dopo si raggiunge il Vado di Siella (1725 m). Da qui lo sguardo può spaziare sulla parte orientale della piana di Campo Imperatore, dominata dal massiccio del M.te Camicia (2564 m). Si abbandona il Sentiero Italia, per proseguire in cresta fino a raggiungere la cima del M.te San Vito (1892 m). Per la discesa si segue ancora la cresta toccando la cima del Mte Guardiola (1808 m), fino ad arrivare al valico di Vado di Sole (1621 m), sulla strada che collega Rigopiano con la piana di Campo Imperatore e Castel del Monte. Da qui a poca distanza si può raggiungere il Rif. Tre Pozzetti del CAI di Farindola. Rigopiano A poca distanza da Rigopiano si trova il paese di Farindola, sorto nel medioevo su uno sperone roccioso che domina la Valle del Tavo, e famoso per alcuni prodotti tipici, come il Pecorino di Farindola e il miele. Il paese ospita anche il polo scientifico del Parco, con l'osservatorio di Geologia e un museo naturalistico dedicato al camoscio d'abruzzo. Nella Valle d Angri presso la Cascata del Vitello d Oro si trova l Area Faunistica del Camoscio d Abruzzo, sorta nel 1992 e la prima ad essere realizzata nel Parco Gran Sasso M.ti della Laga. Farindola

24 27 Sabato PARCO NAZIONALE GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA Prati di Tivo - Corno Grande - Campo Imperatore Dislivello salita 1347 m discesa 867 m - Tempo di percorrenza 6.30 h - Diff.. EE 24 Dai Prati di Tivo (1450 m), si segue il S. I. per Casale S. Nicola, salendo al margine del Bosco Trignano, lungo il tracciato della vecchia seggiovia per la Madonnina. All altezza di una radura si devia sulla sinistra per attraversarla ed entrare nel bosco. Si sale fino alla presa dell acquedotto, proseguendo in piano fino alla sommità della parete dell Aschiero. Si riprende a salire, per poi deviare verso sinistra uscendo sui pascoli dell Arapietra. Lasciato il Sentiero Italia si risale il crinale fino alla Madonnina (2015 m), per poi raggiungere la base della cresta nord-est del Corno Piccolo. Superato il P.sso delle Scalette ci si immette nell ampia Valle delle Cornacchie, attraversandola e raggiungendo, per una cengia esposta attrezzata con corda fissa, lo sperone roccioso al centro del vallone. Risalendone il fianco si sale al Rif. C. Franchetti e, successivamente, alla Sella dei Due Corni. Da qui si segue il crinale, per poi risalire sulla destra una paretina e un canalino (passo di II), traversando fino al P.sso del Cannone. Superata una cresta si scende nella Conca degli Invalidi, per poi risalire il pendio roccioso a destra dell anticima nord del Corno Grande, raggiungendo la cresta che la congiunge alla vetta. Da qui, in breve, si raggiunge la Vetta Occidentale del Corno Grande (2912 m). Tornati indietro alla Conca degli Invalidi la si attraversa raggiungendo la Sella del Brecciaio. Ci si abbassa ora con ripide svolte per traversare il versante orientale di Campo Pericoli fino alla Sella di M.te Aquila. Si imbocca il sentiero che, dopo una breve e ripida discesa, traversa a mezza costa, per poi scendere al piazzale di Campo Imperatore. Corno Grande e Corno Piccolo L estremità ovest del grande altopiano di Campo Imperatore ospita un importante stazione turistica, sia estiva che invernale, dotata di numerose strutture come la vecchia stazione superiore della funivia, costruita nel 1934, che ospita un museo ed un ostello, l Osservatorio Astronomico, il Giardino Alpino, la nuova stazione di arrivo della funivia e l Albergo che fu, nel 1943, luogo di detenzione di Benito Mussolini, liberato dopo qualche settimana dal maggiore tedesco Otto Skorzeni. Corno Grande da Campo Imperatore

25 27 Sabato PARCO NAZIONALE GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA Sentieri Attrezzati del Corno Piccolo Dislivello salita 1142 m discesa 1142 m - Tempo di percorrenza 6.30 h - Diff.. EEA 25 Dalla Piana del Laghetto (1650 mt.), si segue l Itinerario per EE fino alla Sella dei Due Corni (2547 mt.), dove lo sguardo si apre sul Pizzo d Intermesoli e sulla Val Maone. Lasciando il sentiero che, verso sudovest, sale al Passo del Cannone e al Corno Grande, si scende nella Valle dei Ginepri, per seguire il Sentiero Attrezzato Pier Paolo Ventricini. Costeggiando il versante sud della Punta dei Due e del Campanile Livia, si raggiunge l attacco della Via Ferrata M. Danesi. Qui, si lascia il Sentiero Ventricini e, salendo verso destra, si raggiungono i tratti attrezzati, con corde fisse e 4 scalette, che conducono all aerea cresta sud, lungo la quale si raggiunge la vetta del Corno Piccolo (2655 mt.). Dalla cima, seguendo la Via Normale da Sud, si scende per cenge e canalini, fino alla Valle dei Ginepri, dove ci si riimmette sul Sentiero Ventricini. Si Prosegue a mezza costa in leggera discesa fino ad un forcellino dopo il quale, discendendo camini e attraversando canali, con l ausilio di corde fisse e scalette, si raggiunge la Forcella del Belvedere. Sempre con scalette e corde fisse, si scende sul fondo del Canale del Tesoro Nascosto, per poi risalire alla Forcella del Canale del Tesoro Nascosto, dove hanno termine i tratti attrezzati. Una breve discesa porta ad attraversare un anfiteatro ghiaioso scavalcando, al margine opposto della conca, la Seconda Cresta del Calderone di Rio Arno. Scendendo sotto la Prima Spalla, si attraversano a mezza costa i ripidi prati dominati dal versante nord del Corno Piccolo, giungendo alla base della cresta nordest, dove ci si reimmette sul sentiero che sale al Rifugio C. Franchetti. Da qui, seguendo a ritroso l itinerario di salita, si scende fino alla Piana del Laghetto (1650 mt.). Corno Grande e Corno Piccolo I Prati di Tivo, ampio declivio di natura morenica circondato da estese faggete ai piedi del Corno Piccolo, sono sede di una nota stazione turistica, sia estiva che invernale, dotata di numerose strutture alberghiere, di piste per lo sci da fondo, impianti di risalita per lo sci alpino e varie altre infrastrutture per lo sport ed il tempo libero. Sono l abituale base di partenza per innumerevoli escursioni ed ascensioni sul massiccio centrale del Gran Sasso. Il toponimo del luogo è dovuto alla posizione della località rispetto al paese di Pietracamela, derivando da Prati Retrivi, cioè retrostanti il centro abitato. Prati di Tivo

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