Così muore la libertà di un Paese. A proposito di Ue
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1 in PROSPETTIVA PERSONA MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA Anno XLI - n.5 giugno 2014 Reg. n. 119 del Tribunale di Teramo - R.O.C. n Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1/ TE Così muore la libertà di un Paese Il Rapporto 2014 della Corte dei Conti è tornato a dirci che siamo il Paese più tartassato d Europa: alla fine del 2013 il 43,8% del Pil se n'è andato in tasse, tre punti più del 2000 e quattro punti in più rispetto alla media degli altri Paesi Ue (poi, com è noto, c'è chi fornisce dati ancora più cupi). In pratica siamo a livelli da esproprio (per non parlare degli immobili). Lavoriamo gratis per un padrone, lo Stato, per oltre metà dell anno, senza avere in cambio servizi almeno decenti e assistendo, anzi, ad uno spettacolo di sprechi, ruberie e corruzione che fa ribollire il sangue. Nonostante un dissanguamento così pesante la situazione non migliora. Siamo già al terzo anno di cura illuminata dell economia e in due anni aziende hanno chiuso, dal 2007 la produzione è crollata del 25,5 % (mentre nel mondo aumentava del 10%). Dal 2001 abbiamo perso più di un milione di posti di lavoro. L (op)pressione fiscale è sempre più forte,il debito pubblico continua a crescere e la disoccupazione aumenta senza tregua. A ciò si aggiungono le mille oppressioni burocratiche, che limitano o rendono impossibile la libertà di intrapresa, e la perdita progressiva della nostra competitività... Conclusione: la nostra libertà economica è morta. O almeno morente. È noto infatti il principio liberale su cui sono nate le democrazie moderne: no taxation without representation. Tale principio dice che - contrariamente a quanto si pensa in Italia, specie a sinistra - le tasse non sono un salasso dovuto al sovrano-stato perché sperperi miliardi, magari sotto la bandiera ideologica (fasulla) della redistribuzione del reddito, come se i contribuenti fossero dei rei da punire per i soldi guadagnati che - secondo gli statalisti - sarebbero sottratti ai poveri. Al contrario sono nuova ricchezza prodotta col loro lavoro. Tale tributo deve essere governato da coloro che i (tar)tassati hanno eletto per amministrare i loro soldi. H.Bosch, morte e miseria,1490. Un idea per la Nazionale di calcio Eliminati dal mondiale di calcio, è iniziato il Toto Ct della nazionale. L Italia, umiliata dai lottatori di Costarica ed Uruguay ha offerto uno spettacolo deprimente anche per chi non fa del calcio una ragione di vita e di conversazione: quando gioca la Nazionale l orgoglio patrio si sveglia ma il mondiale ha dimostrato che non vale il binomio genio e sregolatezza, paravento per le nostre vittorie, e forse sarebbe meglio un po di regolatezza, ammesso che ci sia davvero il genio nella compagine schierata da un Ct. poco grintoso, poco incoraggiante anche a bordo campo. Il gioco è stato lo specchio di una nazione senza attributi, di un popolo alquanto rammollito, esterofilo, incapace di stimolare e coltivare i talenti autoctoni, pronto ad arrangiarsi per vie traverse, volto al compromesso, disposto ad osannare il personaggio di turno senza vederne i limiti... ma tant è gli italiani sono fatti così! Per i calciatori troppi agi, troppi soldi, troppe coccole, troppe chiacchiere e troppe copertine. Mancano pragmatismo, disciplina, umiltà, senso della nazione, della comunità, del gruppo. Come succede in Parlamento: privilegi e fiumi di parole. Però ora è arrivato Renzi, nuovo Ct del governo.comanda con pugno fermo, annuncia mirabilie, vende il suo prodotto con straordinaria maestria: offerte speciali di 80 euro, donne (possibilmente Questo meccanismo - che poi si chiama democrazia - è stato scardinato a livello nazionale in molti modi. Pensiamo alle leggi elettorali che non ammettono la scelta di candidati né partiti (ci hanno perfino persuaso che ci sottraevano le preferenze per il nostro bene ) e da leggi truffa (presenti e future) per cui delle minoranze finiscono per avere abnormi maggioranze parlamentari. A livello internazionale il principio è stato travolto da progressive e colossali cessioni di sovranità che ci hanno sottratto il governo della moneta, delle politiche fiscali ed economiche cosicché tutti oggi ci sentiamo governati da tecnocrazie che non abbiamo eletto (dalla Bce alla Commissione europea) o da governi, come quello tedesco, eletti da altri (con annessa Bundesbank). E siamo in balia di altre tecnocrazie sovranazionali (come il Fmi o il Wto) che decidono le sorti dei popoli e degli Stati (il caso greco, ma anche il caso italiano, dovrebbero farci chiedere se siamo ancora popoli che possono eleggere i loro governi). Da ultimo, in Italia c è in cantiere pure una legge, quella contro la cosiddetta omofobia, che rischia di introdurre perfino il reato d opinione. Inconcepibile in democrazia. E stante la indeterminatezza, se approvata come è stata proposta, metterà il bavaglio a chi esprime idee non allineate alla nouvelle vague del pensiero dominante, con la conseguente violazione dei diritti costituzionali, della libertà di manifestazione del pensiero, della libertà religiosa e della libertà di educazione dei genitori verso i figli, comprendente anche l educazione sessuale. A tal proposito, il movimento delle Sentinelle in piedi, costituito in molte città per opporsi a questo Ddl, in queste settimane, durante le sue manifestazioni silenziose, è stato sottoposto in più casi ad atti di intolleranza inammissibili, di fronte ai quali le autorità e i media sono pressoché indifferenti. Politikon (Liberamente ispirato da un articolo di Antonio Socci) belle) in pole position nelle liste, spot martellanti sulla velocità delle riforme, dei pagamenti dei debiti della P.A. alle aziende, movimiento movimiento! Tasi e aumenti vari, sono come gol presi in amichevole... Non fanno male!!!! Vinceremo! Affidiamo a Renzi, come ho letto, pure la Nazionale! Accorpando gli incarichi risparmiamo i soldi dati a Prandelli, Lui ha certo una ricetta vincente, ama accentrare il gioco, creare un gruppo di fedelissimi/e, gestire tutto o quasi tutto e dovunque mette la faccia. Facciamo un sondaggio: per il 40,8% sarebbe un ottimo Ct: in tre settimane ricostruisce il team, in 15 giorni sistema i giocatori atleticamente e tatticamente, in 7 giorni fa fare tre amichevoli e un mese dopo ci qualifichiamo per l europeo! Ai lettori Come ogni anno LaTenda va in vacanza. Sappiamo che sarà triste un estate senza il nostro mensile ma siamo certi che saprete resistere! Auguriamo buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre. Per vincere la nostalgia potete rileggere i numeri del giornale sul sito: La magnifica redazione A proposito di Ue Scrive Marcello Veneziani che è iniziato il semestre europeo a guida italiana e l Anonimo Europeo invia il seguente messaggio in bottiglia. L Europa non aderisce ai popoli perché è un guanto indossato a rovescio: è morbido e accogliente all esterno, ispido e rigido all interno. È permeabile fuori e impermeabile dentro. L Europa si veste quando è in casa e si spoglia quando esce; indossa l elmo (tedesco) e l uniforme (bancaria) tra le pareti domestiche e invece esce in pigiama e pantofole. Dentro rompe le scatole, fuori rompe le righe. Fiscale con gli indigeni, inerme con gli allogeni.che l Europa sia un guanto indossato a rovescio lo si capisce anche dal nome in codice che usa: si fa chiamare Ue anziché Eu che è il suo prefisso e che in greco indica ciò che è bene e volge al meglio. I simboli a rovescio hanno sempre qualcosa di funesto: la svastica è simbolo di luce ma i nazisti la ruotarono al contrario, in direzione inversa. Simboli e metafora rispecchiano perfettamente la realtà europea. Uniforme all interno, dove occorrerebbe riconoscere e valorizzare le differenze, informe all esterno, cioè incapace di esprimere una politica estera univoca o almeno concorde, di darsi una comune linea strategica, militare e per fronteggiare l immigrazione, l importazione, la concorrenza extraeuropea e le forme striscianti di colonizzazione. L incapacità di presentarsi unita all esterno viene assurdamente compensata dalla rigidità dei suoi parametri all interno. Rovesciate il guanto. E per i popoli mediterranei meno guanti e più ventagli. VACANZE PER TUTTI Filastrocca vola e va del bambino rimasto in città. Chi va al mare ha vita serena e fa castelli con la rena, chi va ai monti fa le scalate e prende la doccia delle cascate.. E chi quattrini non ne ha? Solo resta in città: si sdraia al sole sul marciapiede, se non c'è un vigile che lo vede, e i suoi battelli sottomarini fanno vela nei tombini. Quando divento Presidente faccio un decreto a tutta la gente: - Ordinanza numero uno: in città non resta nessuno; ordinanza che viene poi, tutti al mare, paghiamo noi; inoltre le Alpi e gli Appennini sono donati a tutti i bambini. Chi non rispetta il decreto va in prigione difilato. Gianni Rodari
2 APPUNTI E SPUNTI 2 Il Liberty - Forlì, Musei di San Domenico Arte? Mah!Piuttosto voglia di rinnovare le stucchevoli case borghesi di mezza Europa, liberandole dal buffet e controbuffet neogotici, neoclassici o quel che volete,in favore di snelli e arricciati salottini, di bovindo azzurro cielo, di ingressi con le conchiglie per appendere il cappello e divanetti a volute. Questa è,più o meno, l opinione di molti riguardo al Liberty, considerato più un estetismo applicato alle arti che arte vera e propria. Eppure la mostra di Forlì ci ricorda che questo stile, affermatosi alla fine dell 800 in Europa e oltre, ha avuto illustri maestri, addirittura Botticelli, evidente nelle forme sinuose, allungate e nei chiari colori pastello e Michelangelo, così presente negli scultorei nudi di atleti G.Boldini, donna al piano che campeggiano nei manifesti dei Fratelli Treves o negli olii di Giulio Aristide Sartorio. Un bisogno di grandeur e, insieme, una stilizzazione estrema del segno grafico che riproduce, sì, fiori, foglie, pavoni, intricate foreste, ramages e profonde acque turchine, ma sempre senza intenzioni realistiche. Tutto è simbolico, misterioso, fluttuante, ed anche sensuale, come i nudi mollemente atteggiati e adagiati, spesso soffusi di violenti riflessi rosso-arancio : sono ninfe, dee, creature magiche colte nella loro purezza irraggiungibile, come recitano i titoli dei quadri, ma in realtà fortemente ambigue ed allusive. Ed anche lo slancio eroico degli atleti, novelli ercoli, è solo un utopia che gli imminenti venti di guerra avrebbero presto ridimensionato. Il Liberty ha influenzato quasi tutti gli artisti e gli artigiani dell epoca, e la mostra espone perciò oli, pastelli, sculture, ceramiche, vetri, arazzi, costumi e mobili intagliati: arduo e noioso sarebbe accennare a tutti, meglio sorvolare sui più noti, come Previati, Boldini o Boccioni, ed anche sui cugini europei come Klimt, o Beardsley o Burne- Jones, per sponsorizzare glorie locali, come il romano Aristide Sartorio, il faentino Domenico Baccarini, il toscano Galileo Chini. Baccarini è presente con i suoi autoritratti a matita, fortemente intimi ed espressivi, ma anche con capolavori in maiolica come Volata di donne, che si avvitano danzanti intorno ad un vaso, e ci lascia un po in sospeso la sua morte precoce che ha interrotto bruscamente chissà quali sviluppi. Chini, pittore e ceramista,oltre che mille altre cose, come l eclettismo artigianale di quegli anni richiedeva, ha realizzato tele, fregi, splendidi vasi e pannelli importanti, tra cui La primavera classica alla maniera di Klimt. A Sartorio, infine, il compito di celebrare Roma Capitale con il suo stile aulico e solenne, i suoi fregi neoclassici e monumentali, rivisitati tuttavia in chiave fortemente simbolica. Giorni felici così conclude il dépliant della mostra la borghesia del primo novecento celebra il suo stile prima dell uragano. Artemisia Le ciglia d Oriente Stevka Šmitran, Le ciglia d Oriente, (la Vita Felice Milano 2013). Nel libro, presentato per la prima volta a Teramo (sua città del cuore) il 3 luglio u.s., Stevka Šmitran fonde ricordi, emozioni, vicissitudini dalle ciglia d Oriente dal sapore amaro con immagini oscillanti tra ombre e luci della terra d Abruzzo (le ultime poesie sono dedicate a suo marito Luigi, recentemente scomparso). Città, luoghi, persone, brevi excursus sono come affratellati da un vincolo di amore e umanità che la poetessa, cittadina del mondo, caparbiamente offre al lettore. Stevka Smitran è nata a Bosanska Gradiška, città della Bosnia-Erzegovina dove ha trascorso l infanzia, fulcro della sua biografia e della sua poetica. Dopo gli studi universitari a Belgrado, si trasferisce in Italia. Poetessa, traduttrice e docente universitaria (insegna presso la Facoltà di Scienze Politiche di Teramo Lingua e letteratura russa). Ha pubblicato numerosi saggi sulla poesia slava, ha tradotto opere di Ivo Andri e altri autori. Ha pubblicato il libro di storia Gli uscocchi. Pirati, ribelli, guerrieri tra gli imperi ottomano e asburgico e la Repubblica di Venezia (2009). Segretario del premio internazionale NordSud di letteratura e Scienze presso la fondazione Pescarabruzzo. Ha vinto premi per le traduzione per la poesia edita e inedita. Nel 2007 ha ricevuto il riconoscimento Great Women of the 21st Century dall American Biographical Institute. G.D.L. Viaggio in Persia Eccoci tornati dalla Persia, noi donne ci siamo sfilate lo hijab, cioè il velo, dalla testa (che non è poi tutta sta tragedia, a parte, naturalmente, il peso simbolico che riveste), felici di smentire gli amici-corvi rimasti a casa che non mollano il loro scetticismo su una nazione ostile e piena di pericoli. Ma di che si ragiona? Mai vista gente così cordiale e disponibile, ci hanno sorriso, ci hanno fotografato (eravamo quelli vestiti strani rispetto a loro), ci hanno chiesto notizie di noi e del nostro viaggio, curiosissimi di sapere qualcosa di un occidente estraneo e lontano più dell effettiva distanza geografica. La nostra guida, Sorab, esperto in italiano e molto molto scafato in accoglienza turistica, ci ha condotto da Nord a Sud su questo immenso altopiano, mostrandoci i pezzi forti della collezione. Teheran è stata una delusione, e forse è meglio vederla per prima : è senza stile, un brutto agglomerato di edifici e traffico caotico, e persino il palazzo reale del Golestan resta soffocato da mostri moderni in cemento, che nemmeno Farah Diba riuscì, a suo tempo, ad evitare. Però i suoi musei vantano una produzione antichissima ed Persepoli, palazzo di Dario eccelsa di manufatti di ogni tipo, vasi, statuette, decorazioni murarie, i bassorilievi ed il trono di Dario e poi oggetti in vetro raffinatissimi, da tenere testa tranquillamente anche a Murano. I palazzi sono decorati con migliaia di tessere di specchio, un ricamo di luce che investe pareti, soffitti, vetrate, ed anche se qualcuno ha arricciato il naso, sommerso dall effetto un po kitsch di tanto brillare, vi assicuro che a quei livelli c è solo da rimanere storditi e guardare ammirati. Scendendo per centinaia di chilometri verso Isfahan, ci si ferma a visitare moschee, madrase, giardini, ottocentesche case di notabili, dove c è un tripudio di fontane, lunghe piscine che nel riflesso raddoppiano i porticati e le arcate dei palazzi e dove i mirabili decori raccontano antiche storie, come quella della bella Shyrin (sirena?) nuda al bagno, che lasciò languire il suo innamorato per sposare un principe Ma anche i villaggi più piccoli, tutti in caratteristici mattoncini gialli locali, fango e paglia, raccontano storie lontane, come quelle dei seguaci di Zoroastro che adorano il fuoco in alto sulle colline, e tragiche storie vicine, fissate per sempre nelle foto dei figli soldati, morti combattendo contro l Iraq e immortalati ovunque, sui muri delle case e sui pali elettrici lungo le strade. Isfahan è tutta chiara, luminosa, circondata dai monti e vanta una delle piazze più grandi e belle del mondo, patrimonio dell Unesco, con diverse moschee e l antico palazzo governativo dove, per gradoni di pietra quasi da scalare, si accede ad una sala della musica con i soffitti traforati e destinati a contenere maioliche, per il diletto del sovrano e delle sue favorite. Man mano che si scende a Sud i chador si fanno tutti neri e stretti in viso, mentre l architettura si fa più solare e policroma, con maioliche multicolori, stucchi e pannelli intarsiati che tolgono il fiato, cupole, altari e torri del vento, perfetti meccanismi di aereazione degli edifici. A Yazd siamo saliti, al tramonto, su un altura dove c è una Torre del silenzio, cimiteri zoroastriani en plein air, dove i defunti venivano lasciati come preda degli uccelli, perché la morte non corrompesse madre terra: difficilmente si può trovare un posto pieno di pace e di raccoglimento come quello, forse solo in montagna. E alla fine, a Shiraz, arriva il piatto forte: come aperitivo, le rovine di Pasargad, con la tomba di Ciro il Grande, per pranzo, gli spettacolari bassorilievi sassanidi sui monti Zagros e, per dolce, l area archeologica di Persepoli, imponente ed estesa, dove puoi immaginare facilmente la magnificenza, anche solo con quello che rimane dopo che i macedoni hanno dato tutto alle fiamme. Re e popoli interi sfilano verso Dario: Parti, Medi, Assiri, Egiziani, Elamiti, Frigi, Armeni portano in dono cavalli, elefanti, cammelli, armi, cibo, pecore e leoncini, tutti devoti e sottomessi in una processione lenta e ordinata, ferma nella pietra per l eternità. Ultimo atto, una visita ad un santuario normalmente proibito agli infedeli, d obbligo un buffo chador bianco a fiorellini: in un fantastico ambiente di specchi, intorno alla tomba del santo, brulicava una moltitudine di gente seduta, in preghiera, in picnic coi bambini, in chiacchiere, in silenzio, una religiosità familiare e colloquiale, molto diversa dalla nostra. Ma, attenzione, le ragazze hanno il velo ormai lontano dalla fronte, e si appartano sotto i bellissimi ponti di Isfahan al tramonto, come da noi Khomeini ha salvato il popolo persiano dallo Scià il futuro, inarrestabile, lo salverà da Khomeini con buona pace di Allah! Lucia Pompei, hijab style 2 la tenda n.5 giugno 2014
3 3 CULTURA La Selva delle lettere : Giorgio Bassani Le varie esperienze esistenziali segnano profondamente Giorgio Bassani portandolo a ricercare nei suoi scritti (in cui è quasi sempre coincidente con i suoi personaggi) una vena intimistica e sentimentale che si lega indissolubilmente al tema della solitudine e dell emarginazione ed è accompagnata da una profonda inquietudine che lo porta a non essere mai contento dei suoi testi che ritocca continuamente per tutto il tempo in cui è attivo come scrittore. Palcoscenico e perno della sua narrativa, ambientata negli anni della dittatura fascista e del dopoguerra, è la città di Ferrara con il suo microcosmo ebraico chiuso nel proprio egoismo, privo di ideali, di coraggio civile e fervore morale. Nei suoi racconti si intrecciano fatti vissuti e situazioni immaginate, i suoi personaggi escono dalla fantasia o sono tratti dalla realtà contribuendo alla nascita di quella letteratura della memoria ebraicaitaliana che ci offre un accurato, umano e partecipato ritratto dei comportamenti della ricca borghesia ebraica di una Ferrara terreno di coltura del Fascismo, città chiusa e borghese, appartata dalla campagna da cui detrae la sua ricchezza, città isolata nelle sue lotte intestine, nelle sue crudeli discriminazioni (basti pensare all emarginazione sofferta dal protagonista de Gli occhiali d'oro reo, per la sua omosessualità, di contaminare quel culto della forza e incontenibile virilità caratteristica del tempo), nella sua innata ipocrisia, nel suo opportunismo cinico e freddamente gestito dai suoi protagonisti. Il suo moralismo anticonformista lo avvicina ai diversi, ai solitari, alle figure storicamente perdenti, ai sentimenti offesi dalla brutalità delle convenzioni e dei conformismi sociali (l Edgardo Limentani dè L airone che solo nel pensiero della morte trova la giustificazione del vivere ai margini di una realtà incomprensibile). Nelle sue opere Bassani chiede al lettore di non dimenticare gli orrori della dittatura, delle persecuzioni razziali, del Nazismo e, se da una parte in lui è fortissima la sfiducia nella storia, dall altra la memoria tende alla conservazione gelosa e riservata dei sentimenti umani. Vuole essere il narratore, il testimone degli offesi, degli eroi vittime, degli oppositori, senti di appartenere a quella specie di narratori che non vogliono e non possono disinteressarsi del mondo, della realtà nazionale contemporanea, vuole essere il testimone-poeta che vive storicamente in mezzo alla gente, la scruta, la giudica, la racconta. Nelle sue opere troviamo da una parte l'ebreo ricchissimo proprietario terriero appartato custode dei valori dell'ebraismo tradizionale:cultura raffinata, ricchezza, spirito di superiorità, culto delle tradizioni ebraiche, la consapevolezza ereditaria che le persecuzioni non finiranno mai ( Il giardino dei Finzi-Contini ); dall altra il tipico ebreo italiano, professionista borghese assimilato al suo tempo, iscritto al Partito Fascista, ben pensante, colto, impotente davanti alla progressiva emarginazione e persecuzione antisemita, eppure ambedue destinati all'annientamento. Negli anni 50 per Bassani si delinea una sorta di ostilità, di damnatio da parte delle nuove avanguardie, diventa uno scrittore scomodo in un epoca in cui il mondo ebraico italiano predilige il rientro nella società senza suscitare problemi; sono gli anni della normalizzazione sociale, gli ebrei non vogliono parlare delle persecuzioni subite, l opinione pubblica italiana non ha voglia di rivelare le sue vigliaccherie: quel mondo morto sembra l ultima testimonianza di un Italia antica che nessuno vuole più. E se da una parte Bassani è profondamente compromesso con il giudizio morale dello scrittore che si scioglie nella costante presenza, intorno ai suoi personaggi, del coro della società di cui sono parte, tutto è rappresentato con ferma e contenuta indignazione in cui si fondono una profonda pietas del passato e una drammatica denuncia morale: il dramma collettivo è filtrato nel grigiore della realtà quotidiana, in una anonima angoscia, costruendo una fisionomia precisa e inconfondibile dell evento storico (significativa l autobiografica riflessione dell io-personaggio protagonista di Dietro la porta ). Modesta Corda Nasce a Bologna nel1916, da una ricca famiglia della buona borghesia ebraica ferrarese.a Ferrara Bassani trascorre l'infanzia e la giovinezza fino alla maturità classica. A Bologna, dove si laurea in Lettere, è parte integrante di quel parterre culturale cittadino da cui usciranno alcuni dei più bei nomi della cultura contemporanea.esordisce nel 1940 e pubblica, sotto lo pseudonimo di Giovanni Marchi, il volume Una città di pianura. L esperienza della guerra e le persecuzioni razziali lo costringono a trasferirsi a Roma dove è parte attiva nella Resistenza: viene arrestato per antifascismo nel 43 e trascorre circa tre mesi in carcere. Lascia Roma dopo la promulgazione delle leggi razziali abbandonando l attivià letteraria e l insegnamento nelle scuole pubbliche. Continua tuttavia ad insegnare in una scuola privata israelitica impegnandosi a trasmettere agli alunni quei valori etici universali che arricchiscono l animo dell essere umano e sono patrimonio di tutti senza distinzione di razza. Collaboratore e redattore di numerose riviste culturali, narratore, poeta,saggista, traduttore molto apprezzato, sceneggiatore cinematografico collabora con i maggiori registi del tempo. Responsabile per la narrativa di varie case editrici, con l editore Feltrinelli ha il merito di aver pubblicato il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa da molti rifiutato. Riceve numerosi premi e prestigiosi riconoscimenti in Italia e all estero...insomma: un intellettuale di grande spessore. Muore a Roma nel Matisse, la figura. La forza della linea,l emozione, il colore Ferrara, un grande centro artistico inserito nel 1995 dall UNESCO nella lista dei Patrimoni dell Umanità come città del Rinascimento, è stata essa stessa una delle corti più sfarzose dell epoca tanto da attirare grandi artisti, pittori, scultori e letterati, nomi illustri come Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Niccolò Copernico, Andrea Mantegna e Tiziano, solo per citarne alcuni. Vale la pena girarla a piedi o sulle due ruote essendo definita la capitale italiana della bicicletta : Ferrara è infatti perfetta se assaporata dolcemente per non perdere nemmeno uno scorcio tra le antiche mura, i vicoli medievali, le botteghe, i monumenti e le belle architetture come il Palazzo dei Diamanti, un prezioso edificio progettato nel 1492 da Biagio Rossetti per conto di Sigismondo d Este. Il suo nome è dovuto alla presenza di blocchi di marmo che compongono il bugnato con quella caratteristica forma a punta di diamante. Fino al 15 giugno u. s. ha ospitato la mostra Matisse, la figura. La forza della linea, l emozione del colore. In esposizione oltre 100 opere, provenienti dai musei più importanti del mondo, hanno permesso di conoscere uno dei più noti artisti del XX secolo, illustre esponente del Fauvismo, corrente artistica il cui tratto dominante era l uso del colore come strumento di comunicazione e di espressione emotiva. Matisse, considerato oggi il fondatore del modernismo insieme a Picasso, auspicava il libero uso del colore e la sua influenza si avverte fino agli esperimenti più radicali degli artisti del XX secolo: i suoi dipinti continuano ad infondere equilibrio, purezza e tranquillità. Il genio di Matisse ha cambiato il corso dell arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico ma nessuno di questi l ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al punto da impegnarlo per l intero arco della sua carriera in una ricerca incessante attraverso tutte le tecniche. L esposizione ci ha dato la sensazione di passeggiare all interno del suo atelier, tra dipinti, sculture e opere su carta, dalle opere giovanili a quelle della maturità, seguendo l avventura creativa grazie alla quale Matisse ha dato forma tangibile all emozione risvegliata dai suoi modelli e al piacere stesso di ritrarli. Un esplosione di gioiosa vitalità accende le icone giovanili, raggianti di colori puri, e fa danzare leggeri i corpi nei capolavori della prima maturità. Lo stesso slancio percorre le opere dell ultima fase, dove gli oggetti e l ambiente sembrano risuonare dell energia emanata dalla figura. Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita (Henri Matisse, 1908). Straordinarie e inattese le sculture in mostra, passaggio intermedio verso quello stile definitivo che si coglie nelle tele: i volti delle modelle, i riflessi della luce sulla figura, il mistero delle espressioni rivivono in ritratti dal fascino magnetico, in ambienti dagli arredi esotici... immagini che sono un inno alla bellezza e all arte. Matisse si è ispirato alla figura, il più antico dei temi artistici, e ne ha sovvertito la rappresentazione tradizionale: con semplici sagome colorate ha composto sinfonie di forme quasi astratte che si espandono in uno spazio infinito. A chiudere la retrospettiva su uno dei più celebrati artisti della prima metà del Novecento sono le testimonianze della stupefacente vitalità e dell inesauribile forza d immaginazione dell ormai anziano e malato maestro. Come la Giovane donna in bianco, sfondo rosso, icona della mostra, o Interno blu con due ragazze, o ancora opere rivoluzionarie come il celebre libro Jazz e la serie degli Acrobati. È qui che Matisse inventa la tecnica delle gouches dècoupèes: Ritaglia forme e motivi da fogli di carta dipinti con colori puri e brillanti per poi assemblarli attraverso il collage. Queste creazioni incarnano l essenza dell arte di Matisse, capace con pochi segni di toccare le corde più profonde dell animo e di infondere un senso di perfetta armonia, esercitando una straordinaria influenza sugli artisti del suo tempo e delle generazioni a venire. la tenda n. 5 giugno
4 PARLIAMO DI... Cristina da Pizzano Cristina (Christine) da Pizzano (de Pizan) nacque a Venezia nel 1365, ma visse in Francia fin dalla più tenera età, dato che il padre, medico, astrologo e cattedratico, era tenuto in grande considerazione da reali e nobili parigini. Sposa a 15 anni, a 25 vedova con tre figli, e in stato di povertà, si lamenterà sempre della condizione di vedovanza ma con determinazione mise a frutto la sua formazione, voluta da suo padre a dispetto del sesso, scrivendo ballate dedicate a personaggi illustri, traendone vantaggi economici: fu dunque il primo scrittore professionista della letteratura francese. Nessuno prima di lei aveva fatto della penna un mezzo per vivere! Perfezionò la sua cultura letteraria, leggendo le opere degli antichi e dei contemporanei e il suo sapere, esteso ed eclettico, le valse la qualifica di umanista. S impegnò nella poesia lirica, poesia di corte, creando componimenti prevalentemente di carattere personale e amoroso. Quando scrive d amore, divaga su temi convenzionali ma sempre invoca la sua esperienza, i dolori della vedovanza, le sue difficoltà materiali, l autenticità della sua esperienza di donna. Il femminismo astratto delle precedente poesia lirica lei lo volle trasferire sul piano della vita pratica: per attirare sì compassione ma collegando i problemi individuali a questioni di morale che già fanno intravedere il suo gusto per la filosofia. Il successo delle sue opere, negli ultimi anni del secolo, migliorò notevolmente la sua situazione economica. Un dibattito letterario su Le roman de la rose, in cui difese con successo il femminismo almeno a livello intellettuale, la rese di colpo una figura letteraria di primo piano. Gli anni furono per Cristina un periodo di produzione intensa che meraviglia per il numero e l estensione delle sue composizioni in uno spazio di tempo così breve. La sua vita sembrò allora confondersi con le sue opere. Ebbe fama nel campo della poesia lirica ma le opere di carattere moralizzante la coinvolsero maggiormente. Il solo riassunto delle opere basta a rivelare la sua tecnica di composizione, basata sull accumulazione di exempla presi dalle fonti Giacomo Puccini - Gianni Schicchi Donne più diverse e sull allegoria. Leggerle oggi non è facile ma nel basso Medioevo questi procedimenti erano il fondamento stesso della creazione letteraria: da qui il successo immediato e considerevole, a dispetto della difficoltà di una lingua talvolta oscura, spesso appesantita dall accumulazione delle subordinate, delle parentesi e degli incisi. Fu, dunque, una vera professionista della scrittura: donna di lettere, abile manager della sua carriera e della diffusione delle sue opere. Se la politica editoriale di Cristina fu estremamente attenta, la politica, nel senso proprio del termine, appare invece molto più fluttuante, opportunista, dettata dalle necessità del momento. Negli scritti politici, sotto il guazzabuglio degli exempla, propone concrete soluzioni ai problemi che dilaniavano la Francia secondo un ideale politico che restò saldo nel corso degli anni: un desiderio di pace civile che richiedeva la concordia dei diversi états e una concezione vigorosa della crescita del bene pubblico. L uno e l altro potevano essere garantiti solo da un re degno, incontestato e circondato da consiglieri illuminati e disinteressati. Questa fermezza sui principi spiega paradossalmente la successione degli atti di fedeltà di Cristina a vari prìncipi. Come la sua politica, così la sua morale passa per un coacervo di luoghi comuni: l onnipresenza del tema della Fortuna sarebbe la piatta espressione di un pessimismo alla moda nel corso dell autunno del Medioevo. L esistenza stessa di Cristina prova, invece, che la fatalità può essere combattuta. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in convento e morì intorno al La sua opera ampiamente letta e copiata, poi stampata nel corso dei secc. XV e XVI, conobbe l inevitabile eclissi del secolo XVII. Riscoperta, verso la metà dei secolo XVIII, da allora è stata incessantemente studiata, e persino usata da nazionalisti e da femministe. Oggi è oggetto di studi eruditi ma poco conosciuta dal grande pubblico. Il nome di Cristina, come simbolo della creazione letteraria femminile del Medioevo, continua tuttavia a parlare alla memoria collettiva. Lirica Il 14 dicembre 1918 il Metropolitan di New York metteva in scena il Trittico, l insieme delle tre opere brevi di Puccini: Gianni Schicchi, Suor Angelice e Tabarro. La prima opera, composta nella primavera del 1918 su libretto di Giovacchino Forzano, si riferiva a un sensazionale episodio di cronaca nera, avvenuto intorno al 1250 a Firenze, che aveva avuto come protagonisti personaggi di due delle famiglie più importanti di Firenze: i Cavalcanti e i Donati. Il fatto, centrato sulla sostituzione di persona, e dunque sull inganno, dietro la spinta dell avidità, aveva destato grande scalpore, tanto che circa 30 anni dopo Dante ne riferisce nel 30 canto dell Inferno, dove incontra Gianni Schicchi tra i falsari, collocati nella X bolgia; altre notizie dell episodio il Forzano attinge da un anonimo fiorentino del XIV secolo, commentatore di Dante. Il protagonista è reo di essersi sostituto ad altri falsificando sé in altrui forma per guadagnar la donna de la torma... avendo voluto falsificare in sé Buoso Donati, testando e dando al testamento norma. L incontro fra il genio del poeta fiorentino e il grande musicista lucchese, entrambi partecipi del gusto per la beffa e l umorismo nero tipici dello spirito toscano, produce un opera breve, ma indimenticabile, che ruota intorno a un testamento, asse portante dell intreccio. L opera narra la vicenda con accenti veri, informandoci minuziosamente sull età e i rapporti di parentela dei protagonisti, poiché deve essere chiaro il ruolo dei lasciti inseriti nel testamento. I numerosi personaggi sono delineati in base alle caratteristiche psicologiche, mediante diversi stili vocali; la narrazione è ricca di riferimenti storici e paesaggistici e di espressioni vernacolari, in perfetto stile verista, anzi questa si può considerare l opera più verista di Puccini. I personaggi in scena sono tanti, ma i veri protagonisti sono Gianni, imparentato con la famiglia dei Cavalcanti, sua figlia Lauretta e Ranuccio Donati, figlio di Buoso e fidanzato di Lauretta. Lo stile musicale è piuttosto buffonesco, con l eccezione dell aria di Lauretta, lirica e delicata, interpretata da tutti i più grandi soprani. L azione inizia in una camera da letto dove giace Buoso Donati, appena deceduto, circondato dai parenti. Il tono grottesco dell opera si manifesta quando i familiari, preoccupati perché sanno di essere diseredati a favore di un convento, cercano un modo per cambiare il testamento. Al tema dell avidità s intreccia quello dell amore, poiché Ranuccio Donati è innamorato di Lauretta, che non è accettata dalla sua famiglia perché è senza dote, perciò quando trova il testamento lo consegna ai parenti solo dopo che questi consentono al suo matrimonio conla ragazza, figlia di Gianni Schicchi. Sarà proprio lo Schicci, uomo ingegnoso e amante della burla, molto abile nel contraffare ogni uomo, a escogitare un ingegnoso piano per accontentare gli eredi del morto. Dopo un accesa discussione, che termina con l aria di Lauretta (O mio babbino caro), egli fa nascondere il morto e si finge Buoso che sta per morire e vuole fare testamento, imitandone l aspetto e la voce, tanto da trarre in inganno il notaio, chiamato a raccogliere le ultime volontà del moribondo. Molto esilarante il momento in cui il finto Buoso, dopo aver diviso parte del patrimonio tra i vari eredi legittimi, riserva al suo caro amico Gianni Schicchi importanti lasciti fra cui la villa di Firenze e una bellissima mula, senza che i presenti possano opporsi, sia per non compromettere tutto l affare sia per evitare le dure sanzioni previste per il reato di falso (addio Firenze, addio). Dopo l uscita del notaio tutti si scagliano contro Schicchi, ma egli li scaccia dalla casa che è diventata sua. Lauretta e Ranuccio esultano per la felicità, mentre Gianni chiude l opera rivolgendosi direttamente al pubblico: Per questa bizzarrìa m ha cacciato all inferno... e così sia. Ma con licenza del gran padre Dante, se questa sera vi siete divertiti, concedetemi voi l attenuante Emilia Perri 4 Tempo d estate...alta tecnologia da indossare Dopo i Google Glass ancora una novità per l alta tecnologia da indossare. Stiamo parlando degli smartwatch, un tocco di vero glamour per l estate visto che la loro uscita, stando al mondo Android, è prevista per la fine di giugno. Si vocifera sia in arrivo il G Watch della LG, il primo smartwatch con Android Wear e sembra che arriverà anche in Italia. L utilizzo principale sarà quello per leggere e interagire con le notifiche ricevute sullo smartphone accoppiato e per impartire comandi vocali, come spiega la stessa casa produttrice in questo passaggio: Questo [Android Wear] si compone di due sezioni fondamentali: quella per Cyberspace ricevere le notifiche e informazioni contestuali (grazie a Google Now) e un altra per chiedere informazioni o impartire comandi vocali. In concreto, tutte le volte che si riceve una chiamata, un messaggio di chat in Hangout o una , è possibile averne immediata notifica grazie appunto all orologio. D altra parte l integrazione con Google Now permette di avere sempre sott occhio il meteo, eventuali voli, gli ultimi risultati della squadra del cuore. Lo smartwatch, dunque, funge da specchietto dello smartphone, forse ci indurrà a usare meno il telefono o forse no. Lo dirà soltanto l uso che se ne farà! Annarita Petrino 4 la tenda n.5 giugno 2014
5 5 TERAMO E DINTORNI All ombra del campanile Maurizio Di Biagio All ombra del campanile - Galleria di personaggi teramani- (Artemia edizioni, Teramo 2014) Il titolo evocativo e poetico viene definito nella sua concretezza semantica dal sottotitolo che ne chiarisce anche il genere letterario. La recente pubblicazione di Maurizio Di Biagio, giornalista del quotidiano Il Messaggero, presentata il 15 maggio nella sala S.Carlo del Museo Archelogico, è una rassegna di personaggi noti o invisibili che costituiscono la microstoria cittadina. Alcuni sono ancora attivi ed inseriti nel tessuto sociale di Teramo, altri sono passati a miglior vita ma continuano ad essere vivi nel cuore e nella memoria di chi resta. L opera, infatti, è una raccolta di articoli scritti dall autore nell arco di 15/20 anni e già pubblicati su mensili (Il cittadino e Teramani), su settimanali (L araldo abruzzese), su quotidiani (Il Messaggero), e da ultimo anche sul suo blog Il senso. È arricchita inoltre TEr...amo e odio! Sei come una vecchia/abbandonata/ in un letto sghembo /disfatto,/ la polvere ti vela, / le rughe ti solcano/ mentre mollemente ti adagi /tra due testate /consunte. / Somigli/a quelle civiltà / in decadenza / con i segni della carne corrotta /dopo il vizio. / Ti odio, / così piena di buche, /sventrata in una piazza dall ipogeo /e da un parcheggio sotterraneo nell altra, / con le pietre del teatro romano / immolate all usura del tempo, / e quelle del teatro ottocentesco /demolite per il commercio, / via gli enti, la caserma, la telefonia, / via anche i cervelli giovani, / città dormiente ormai, /a misura di vecchi e bambini./ Ti amo disperatamente / per il macigno del Gan Sasso sul cuore,/ l aria fresca di Magnanella / nelle sere afose,/ l abbraccio muto e virente / delle tue colline, / il richiamo appassionato /e ciarliero del tuo Duomo/e dei tuoi resti medioevali /che risuonano di echi lontani,/ per l orizzonte che si spalanca/ sull azzurro di quel mare vicino./ Ti amo ed odio/ come una cartolina ingiallita /dal colore dei miei sogni. Elisabetta Di Biagio Libro in vetrina da una decina di ritratti a matita eseguiti dallo stesso scrittore e da un disegno policromo del Duomo di Teramo realizzato in copertina dall artista Enzo D Ignazio. Ritratti a memoria li definisce il prof. Elso Simone Serpentini nella sua dotta prefazione, parafrasando un titolo del filosofo Russell, o piuttosto schizzi e non ritratti a tutto tondo,, dapprima abbozzati e poi perfezionati con il tratteggio per restituire pienamente il senso della loro esistenza e della loro presenza in una città spesso, troppo spesso, indifferente.... La memoria li consegna alla storia prolungando la loro vita perchè, come dice Cicerone, è tesoro e custode di tutte le cose, fissando per sempre il loro sorriso o la loro lacrima e il loro dolore che nel ricordo diventano eterni. Anche perchè a scrivere di loro non è solo un giornalista ma uno scrittore che non si è limitato a raccontarne le storie ma ha frugato con curiosità umana nelle loro anime. Sala Cristina da Pizzano Venerdì 13 giugno, si è svolta la cerimonia di intitolazione a Cristina da Pizzano ( ?) della Sala polifunzionale della Provincia di Teramo. L iniziativa è stata promossa dal comitato Se non Ora Quando? nell ambito del concorso scolastico sulla toponomastica femminile Sulle vie della parità. La classe IIA del Liceo scientifico Einstein di Teramo ha individuato in Cristina da Pizzano,intellettuale europea, letterata e filosofa, antesignana dell emancipazione femminile, il personaggio di rilievo a cui intitolare la Sala Polifunzionale, sito ideale in quanto sede di convegni, incontri e altre occasioni di scambio culturale. Ricordiamo che la scrittrice teramana Aida Stoppa è autrice del romanzo Io, Cristina. Storia di Cristina da Pizzano. Alle origini della Querelle des femmes (Galaad 2012). Per notizie in breve sul personaggio: andare a pag.4 Città sciatta Le manifestazioni per la festa della Madonna delle Grazie, a Teramo, il 2 luglio u.s., prevedevano un concerto della Banda di Ailano.Ebbene il concerto c è stato ma ha provocato sconcerto, anzi INDIGNAZIONE profonda nel pubblico presente: la musica a tutto volume proveniente dal Luna Park ha di fatto mortificato in modo indecoroso l esibizione della Banda di Ailano. Si può solo dire che è stata una mancanza di civiltà e di rispetto verso l arte e la musica. Il valentissimo M Nicola Samale ha diretto brani d opera nel frastuono assordante (decibel a go go) del luna Park.Molte persone erano esasperate. Ci si chiede: chi ha permesso tanti decibel di rumore al punto da rendere la buona musica della Banda inascoltabile? Dobbiamo chiedere scusa ai bandisti e al loro Direttore M. Nicola Samale a nome dell intera città. Inciviltà e approssimazione: sul manifesto era sbagliato persino il riferimento del professor Samale, musicista assai noto, indicato come un generico ignoto M Nicola!!!!. Vetrina della Libreria Cattolica- Teramo, via della verdura La Libreria Cattolica offre le novità editoriali nazionali ed internazionali a prezzi vantaggiosi All interno sono inoltre in vendita vestiti per la Prima Comunione, semplici ed economici, oggetti dell artigianato POC (Piccola Opera Caritas) di Giulianova adatti per regali e bomboniere. Si ricorda che è disponibile un punto Internet, è attivo il servizio fax, fotocopie, ricarica dei cellulari, carte telefoniche internazionali e pagamento utenze varie. OSSERVATORIO TERAMANO Buon appetito! Niente c è di definitivo nel mondo, ma le cose meno definitive di questo mondo sono le vittorie elettorali. (Benito Mussolini, Scritti e discorsi, 1914/39). Mi pare che il pensiero del Dux calci a pennello. Dopo la sbornia elettorale. Adesso bisogna davvero mettersi a pensare come dare una svolta a Teramo e alla sua popolazione. Svolta che coinvolga quelli che non hanno lavoro. Svolta per quelli che cercano la luce dietro l angolo. Teramo deve sapersi riappropriare del suo ruolo di capoluogo. Lo ha perso nel tempo. Lo ha perso seguendo quanti hanno deciso di disseminare sul territorio eccellenze che dovevano restare a Teramo. Adesso qualcuno sta cercando di fare l esatto contrario, riportare a Teramo quelle eccellenze sparse sul territorio provinciale, eccellenze che nonno avuto soltanto un ruolo politico per strappare voti. E basta. Riusciremo a rivedere la Teramo d altri tempi. Scriveva il maestro Fernando Aurini Teramo è una piccola incompiuta, tutto ciò che si intraprende resta sospeso, interrotto, e infatti la città si sviluppa caoticamente. Se vivesse una vita densa di contenuti morali, culturali e sociali sarebbe una splendida opera verdiana, traboccante di vitalità, appassionata, onesta e diretta. Rifletterci sopra dovrebbe essere il minimo. Ma c è tanto da fare nel nostro pubblico. Spero di vedere realizzate alcune delle strombazzate opere annunciate durante la campagna elettorale avvelenata e strillata fino alla esasperazione. D altra parte la situazione non pare sia mutata. E identica quella creatasi dopo le ultime elezioni. Insomma vorrei sbagliare ma di nuovo c è poco. All ombra del Duomo teramano. Dunque riflessioni e poi tutti al mare ovviamente chi potrà ancora permetterselo. Al ritorno troveremo le rotonde annunciate (alcune iniziate), troveremo forse i sotto passi di piazza Garibaldi ultimati e rimessi a nuovo, troveremo insomma quanto è stato annunciata con tanto di fanfara prima delle elezioni. E al mare che troveremo? Solito balletto di bandiere blu che confermeranno la bontà delle nostre acque fino al primo divieto di balneazione. Nulla di nuovo e allora che fare, come evitare di affondare nel desolante panorama del post elezioni? Scriveva Aurini Quando si parla del senso voluttuario dei teramani, nati come pochi privilegiati con il gusto ed il piacere della buona tavola, educati al culto della cucina, portati per istinto e per temperamento verso il mangiare ed il bere, bisogna tenere presente che gli abitanti dell Intermania Urbs da secoli e secoli hanno fatto del vino e della buona tavola il loro tempio più sacro. Annodiamoci ancora, come una volta, in tutta serenità il tovagliolo dietro la nuca (anche se non è più chic), allunghiamo i piedi sotto la tavola e pronunciamo di nuovo l augurio sacro dei nostri antichi. Salute e buon appetito. Ma si buon appetito. A tutti ai vincitori, agli sconfitti, ai trombati. Nessun problema comunque ci sarà tempo per riprovarci. Tanto se le elezioni servissero a qualche cosa probabilmente ce le avrebbero negate. Ma questa è un altra storia. Gustavo Bruno TOYOTA Di Ferdinando Vieni nel nostro salone per scegliere la tua nuova Toyota! V. CAMELI 15/23 - TERAMO (TE) Tel Fax info@toyotadiferdinando.it la tenda n.5. giugno
6 MOLESKINE - 6 La comfort zone È una specie di nicchia della mente, un rifugio dove mille ragioni ti inducono a pensare, nel caos generale, come sia meglio lasciar perdere, ché tanto tutto è inutile. È più o meno così che l individuo, in quel momento supremo di reciprocità, comune a molti, inesistente per i più, in cui l altro dovrebbe diventare il tuo prossimo e chiederti una risposta all unico imperativo per cui ha senso vivere, fornisce la sonnacchiosa risposta di cui sopra Eppure è quel preciso momento che può cambiare l animalità in etica. È soprattutto quella grossa fetta di umanità che, tutto sommato, se la passa non c è male che continua a far finta di non saper che fare. Si concentra sui fatti suoi, lancia piatte invettive, vaniloquio socio-politico approssimativo e inutile almeno quanto i programi, tutti identici, dei vari signori del potere di turno. Idee di parte che ognuno sbandiera e propugna come buone all immobilismo del potere. In barba a quel pensiero filosofico che sostiene il miglioramento della società dipendere da quello del singolo, individuo per individuo. Qualcuno che ci crede esiste, però, e quel qualcuno fa la differenza, come a dire tiene ancora alto sulla bilancia il piatto dei buoni - Uscire dalla comfort zone in cui si assiste passivi a ciò che accade è ciò che sostiene, fra gli altri, Nicoletta Iacobacci, una donna che ha fatto di tutto perseguendo lo scopo di svegliare il pensiero e l azione dove poteva, dal giornalismo al teatro, ad altri innovativi mezzi di comunicazione, coordinatrice delle TV pubbliche d Europa, che sta studiando il modo per creare programmi partecipativi e propositivi fra le varie nazioni con la possibilità di interagire in tempo reale. Per aiutare il cambiamento di metodiche infruttuose prendendo atto del ruolo ormai fondante, sempre più completo e irrinunciabile che ha nella vita umana l apparato tecnologico. Farlo conoscere realmente e possedere ai giovani, senza compromettere il ruolo dei libri ma anzi considerandoli un momento di riscontro gaudioso, teoria imperitura di ciò che si applica con le macchine. Credo che il mondo evolva solo quando i coraggiosi si prendono dei rischi. Così in una esplosione di creatività e con la speranza che ciò che sta facendo sia sempre più accettato, esorta la scuola ad avere zero pigrizia per esprimersi attraverso una didattica veramente partecipata, svegliando i sonni tra i banchi, inventando, creando insieme nuove forme di apprendimento aiutandosi con quel mezzo che solo è andato veramente avanti sfidando quasi lo stesso cervello umano e che è, appunto la tecnologia. Sicché la lezione, corale, recitata, fotografata, creata tra docenti e discenti diventi palpitante, vero lavoro comune, non dia tregua, interessi, coinvolga. Creando, si spera, gli svegli di domani. abc Arte in Centro Estate ricca nella macroregione culturale del centro Italia: Ascoli Piceno, Civitella del Tronto, Teramo, Castelbasso, Atri, Loreto Aprutino, Pescara ospiteranno nove mostre: 100 artisti internazionali, nove curatori, una decina di sedi espositive, due regioni, tre provincie, sei enti culturali. Sono i ragguardevoli numeri di Arte in Centro. Cultura contemporanea nei borghi e nelle città, un insieme di mostre che dal 4 luglio al 28 settembre animerà nel segno dell'arte contemporanea un vasto territorio, dalla Marca ascolana alla provincia pescarese passando per i centri storici del Teramano, creando nell'arco dell'estate un museo diffuso tra Marche e Abruzzo. Ricomponendo in un quadro complessivo le nove mostre di Arte in Centro, la proposta va dai maestri storicizzati degli anni Sessanta alla nuova ricerca, in un ampia varietà di poetiche, linguaggi, medium, tra pittura, scultura, fotografia, video, installazione, performance. CALENDARIO SINTETICO Ascoli Piceno - galleria d arte O. Licini (7 luglio/28 settembre?- Amalasunta Collaudi. Dieci artisti e Licini. Castelbasso - (13 luglio/31 agosto) due mostre:. C era una volta a Roma. Gli anni Sessanta intorno a piazza del Popolo - mostra opere artisti contemporanei Paesaggi della mente dedicata al pittore avezzanese Alberto Di Fabio, Teramo - ARCA - Visioni. Enzo Cucchi - (5 luglio/31 agosto). Civitella del Tronto (Te) - (6 luglio/28 settembre),due mostre Visioni. Gianluigi Colin - opere e istallazioni Visioni. Visione Territoriale - mostra di creazioni in ceramica. (segue a p. 8) Alma Tadema e i pittori dell 800 inglese La mostra dedicata ad Alma Tadema e i pittori dell 800 inglese, da poco conclusasi presso il Chiostro del Bramante, a Roma, ha dato a molti visitatori l opportunità di scoprire o riapprezzare e, perché no, anche criticare opere di artisti che comunque, al di là del gusto personale hanno segnato un lungo periodo dell arte inglese. Ci riferiamo ai pittori dell Aesthetic Movement (vedi box) accomunati da tendenze simili, ma ognuno con la sua personalità, i suoi temi prediletti, il suo personalissimo stile: da Millais e Rossetti, i padri preraffaelliti, insieme al poco più giovane Burnes Jones, fino al genio di sir Alma Tadema e le sue tele dedicate al mondo della Grecia e della Roma Imperiale, che hanno ispirato i film mitologici fino agli anni 70. Olandese di origine, naturalizzato inglese, Alma- Tadema, ebbe una passione particolarssima per la storia, l archeologia e la vita quotidiana dell antichità: era affascinato dall architettura, dagli oggetti, dagli abiti di Roma antica, dalla bellezza formale della statuaria classica, ed ebbe la genialità di introdurre tutti questi elementi in composizioni che alludono ai costumi e allo stile di vita vittoriani. Sono tele, quelle in mostra, che ruotano intorno alla mitologia, al Medioevo e ai drammi shakespeariani, ma anche a scene di apparente quotidianità che si trasformano in quadri di enigmatica bellezza fino all apoteosi della storia antica che diviene leggenda, come nel capolavoro di Alma Tadema Le rose di Eliogabalo, una tela colossale esposta alla Royal Academy nel 1888 e ispirata sia dalla Historia Augusta, sia soprattutto al romanziere Huysmans, autore di À rebours, manifesto del Decadentismo europeo. In essa si vede il crudele imperatore romano di origine siriana che schiaccia gli ospiti sotto una cascata di rose. Decadente e al tempo stesso precisissima nella Lawrence Alma - Tadema, rose di Eliogabalo definizione dei particolari, ha per protagonista non un eroe ma un un uomo, crudele e omicida. Il dipinto divenne simbolo del gusto decadente contemporaneo. Un tema centrale del Movimento Estetico è la donna: muse o modelle, femmes fatales, eroine d amore, streghe, incantatrici, principesse; l essere angelicato che può diventare demonio, la salvezza che può diventare tentazione. Nelle opere di questi artisti il corpo femminile non è più prigioniero come nella vita quotidiana, bensì denudato, e simboleggia una forma di voluttà. Le donne sono tutte eroine dell Antichità e del Medio Evo; natura lussureggiante e palazzi sontuosi fanno da sfondo a queste figure sublimi, lascive, sensuali.questi pittori conobbero il disprezzo e le opere subirono un vero diktat del gusto. Un collezionista messicano, Pérez Simòn, che ha messo a disposizione le opere in mostra, in tempi di oblio le ha cercate ed acquistate fino ad avere una delle raccolte private più importanti dell America Latina. La sua passione è l amore per la bellezza, oltre che la pittura raffinata. E chi meglio di questi artisti riesce a unire in un connubio così pregevole queste due passioni? Nella metà del XIX secolo, nel Regno Unito emerge un ideale chiaro e rivoluzionario: la ricerca di una nuova bellezza. Gli artisti che aderiscono al gruppo Aesthetic Movement non cercano nient'altro che una forma d'arte libera, affrancata dalle convenzioni sociali, in aperto contrasto con il puritanesimo vittoriano. La tendenza investe l arte ma anche altre discipline quali l incisione, la rilegatura, la moda e perfino la fotografia contagiando tutte le forme di arti decorative. È l avvento dell arte per l arte, di un arte la cui unica vocazione è la bellezza. I quadri dipinti dagli esteti non hanno intenti narrativi, né morali; le loro sculture sono semplicemente una fonte di delizia, evocatrice di piaceri sensuali, per occhi e mani; la loro poesia ha la pretesa di essere pura. Gli aderenti al Movement adottano la teoria parnassiana diffusa, nel 1835, da Théophile Gautier. Oscar Wilde ( ) si proclama primo guru dello stile, ne diffonde gli ideali che si ispirano alle vicende storiche del passato e ai paesi lontani: l Oriente, la Grecia, l antico Egitto e il Giappone. Gli eccessi e la leziosità dei suoi adepti, indebolirono, forse, la forza creativa del Movi mento la bellezza sfiorisce. Inoltre, nella sua fase tardiva, l estetismo è associato all idea di decadenza, e perde definitivamente la sua carica innovativa ZURIGO Gentile Lea Norma sas Via Paris Teramo Tel Fax la tenda n.5 giugno 2012
frutto della collaborazione fra Volontari della Caritas Parrocchiale, Alunni e Alunne, Insegnanti e Comitato dei Genitori
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