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1 STS Italia online paper Questo paper è disponibile online sul sito web di STS - Associazione Italiana per lo Studio Sociale della Scienza e della Tecnologia; può essere citato in accordo con le consuete convenzioni accademiche e non può essere pubblicato in altri luoghi senza il permesso esplicito di autori o autrici. Si tenga presente che, qualora questo paper venga fatto circolare in forma cartacea o elettronica, vi si deve sempre accludere questa medesima nota sul copyright e, in ogni caso, esso non deve essere utilizzato per fini commerciali o per trarne anche indirettamente profitto. Citare questo paper nella seguente forma: Avveduto, S., Brandi, M.C. e Bussola M., 2008, Formazione, carriera e soddisfazione nel lavoro: un confronto tra i ricercatori di Italia, Spagna e Portogallo che operano nel settore delle scienze della vita, paper presentato al II Convegno nazionale STS Italia: Catturare Proteo. Tecnoscienza e società della conoscenza in Europa, Università di Genova, Giugno; disponibile sul sito Pubblicato online su il 30 novembre Paper presentato al II Convegno nazionale STS, Catturare Proteo. Tecnoscienza e società della conoscenza in Europa, Genova, Giugno 2008, all interno della sessione Pratiche di apprendimento nella Tecnoscienza Formazione, carriera e soddisfazione nel lavoro: un confronto tra i ricercatori di Italia, Spagna e Portogallo che operano nel settore delle scienze della vita Sveva Avveduto, M. Carolina Brandi, Manuela Bussola Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di ricerca sulla Popolazione e le Politiche Sociali (s.avveduto@irpps.cnr.it; c.brandi@irpps.cnr.it; m.bussola@irpps.cnr.it)

2 Formazione, carriera e soddisfazione nel lavoro: un confronto tra i ricercatori di Italia, Spagna e Portogallo che operano nel settore delle scienze della vita di Sveva Avveduto, M. Carolina Brandi, Manuela Bussola "This is not a niche debate, the future economic success of the United States depends on out-performing the competition with smart people and smart ideas. Without the best education system and aggressive investments in basic research and development we will become a second rate economic power." Craig Barrett Presidente, Intel 1. Introduzione L impossibilità di competere nell arena economica mondiale senza investire e puntare sull istruzione e la ricerca, sembra essere una considerazione ormai scontata, fatta propria non solo da accademici e ricercatori ma dalla classe imprenditoriale (uno per tutti il presidente dell Intel richiamato nell esergo) e, almeno nelle enunciazioni, da quella politica; tuttavia merita comunque di essere ribadita. Le risorse umane per la scienza e la tecnologia sono unanimemente considerate elemento essenziale per la diffusione e la promozione dell innovazione. Insieme agli investimenti ed alle infrastrutture tecnologiche, poter contare su un pool di persone ad alta qualificazione, formate per la ricerca costituisce uno dei fattori chiave della competitività sia nel quadro nazionale che internazionale. La gestione e l implementazione del patrimonio risorse umane non possono, per riprendere una famosa metafora di Adam Smith, essere lasciate solo alla mano invisibile che si attiva quando l individuo, nella ricerca del proprio interesse e guadagno, di fatto favorisce, pur non perseguendolo consapevolmente, l interesse della società. La teoria ripresa da Hegel, viene confutata a partire da Marx fino ad Arrow, Scarf e Sen, che, a vario titolo sostengono la necessità dell intervento dello Stato anche in un economia di w w w. s t s i t a l i a. o r g 1

3 libero mercato a garanzia della stabilità e dell ordine sociale. Può essere questo delle risorse umane il campo in cui mettere in atto le azioni che portano al rovesciamento della metafora di Smith con l attivazione della mano visibile che esercita il suo potere anche per garantire equilibrio e stabilità in un settore, quello degli interventi in conoscenza, che tipicamente genera le risorse umane che a loro volta lo alimentano. I policy makers ed i ricercatori sociali pongono grande attenzione e dedicano grandi sforzi al monitoraggio ed alla valutazione della genesi e della qualità degli stock e dei flussi di risorse umane per la scienza e la tecnologia, al fine di anticipare e seguire la possibile domanda sia del sistema di ricerca sia di quello politico. I temi che si associano alla questione delle risorse umane per la scienza e la tecnologia sono molteplici, riguardano le filiere formativa e di lavoro e spaziano dalla domanda e offerta di ricercatori, al ruolo della componente femminile, alla mobilità internazionale, all attrattività degli studi scientifici e delle carriere di ricerca. Le organizzazioni sovranazionali hanno profuso un consistente impegno sull analisi e sullo sviluppo di procedure per seguire e per valutare l educazione, i percorsi di carriera e le condizioni di lavoro dei ricercatori e dei dottori di ricerca, si ricordano a questo proposito, per esempio, il programma OCSE-Eurostat-Unesco sulle Careers of Doctorate Holders, o i progetti europei ENMOB, Brain drain e MOMO sulla mobilità. Il range di settori disciplinari toccati dai temi suddetti è naturalmente molto vasto, anzi esaustivo di ogni componente del sapere. Per limitare l analisi, dando tuttavia significatività ampia alle deduzioni possibili, ci si può concentrare su ambiti molto significativi perché fortemente pervasivi. Uno di questi è quello del settore delle scienze della vita. Le scienze della vita giocano un ruolo crescente in campi considerati di grande importanza per lo sviluppo delle scienze tout court, per la crescita economica e per gli sviluppi industriali. Molti settori produttivi, come quelli sanitario, agricolo, alimentare e ambientale sono fortemente influenzati dagli sviluppi scientifici che hanno origine nelle aree coperte dalle scienze della vita. Le scoperte degli scienziati che operano in questo settore e le possibili applicazioni pratiche del loro lavoro riguardano infatti un ampia gamma di campi, che vanno dalla sanità, per esempio la prevenzione e la cura delle malattie in conseguenza delle possibili utilizzazioni nell industria farmaceutica, all agraria per esempio la migliore produzione di alimenti e quindi la più alta sostenibilità dell agricoltura. Le scienze della vita risultano così cruciali per una serie di w w w. s t s i t a l i a. o r g 2

4 studi, scoperte ed applicazioni. Il settore peraltro è in crescita. Infatti, sia l occupazione che il numero di progetti di ricerca in questi ambiti, sono in aumento in molti paesi europei. Per questa serie combinata di motivazioni ci si è rivolti allo studio dei ricercatori in questo specifico settore svolgendo un progetto di ricerca internazionale finalizzato alla raccolta ed all analisi di informazioni sugli studiosi europei di scienze della vita Metodologia Il progetto si è avvalso di una metodologia comune per individuare e raccogliere informazioni sulle caratteristiche e le dinamiche di carriera dei ricercatori europei operanti sia nel settore pubblico che in quello privato. I tre elementi principali attorno ai quali è ruotata la raccolta e l analisi dei dati sono: le caratteristiche personali ed il processo educativo e le caratteristiche di carriera. Questi elementi identificati sono ritenuti quelli più significativi per poter evidenziare ogni importante risvolto che serva a dare successive rilevanti informazioni per delineare indicazioni di policy utili al livello europeo. L analisi si è focalizzata su un target alto. Si è ritenuto infatti utile evidenziare dati e tendenze non già nella fascia iniziale di accesso alla ricerca, che risente di problemi e presenta dinamiche sue proprie, bensì focalizzandosi su una fascia di ricercatori la cui analisi rendesse possibile prendere in considerazione tutto lo spettro di questioni inerenti la formazione e le carriera, potendo cioè contare su una esperienza pluriennale e quindi trarre informazioni e approfondimenti relativi ad uno spettro più ampio di temi e problemi, e consentendo di analizzare la loro evoluzione nel tempo. Per identificare con un totale grado di comparabilità internazionale le discipline incluse nell indagine ci si è basati sulla classificazione ISCED97, quella cioè internazionalmente utilizzata. Le discipline che compongono il settore delle scienze della vita sono: Gruppo 421 Biologia e biochimica (Biologia, Biometrica, Biofisica, Botanica, Entomologia, Genetica, Limnologia, Microbiologia, Biologia molecolare, 1 European Commission, Erawatch Network: RESCAR, Collection and analysis of existing data on researchers careers and implementation of new data collection activities. Il progetto finanziato dalla Commissione Europea, prevedeva l analisi di dieci Paesi della UE ed ha avuto la durata di un anno, il w w w. s t s i t a l i a. o r g 3

5 Ornitologia, Parassitologia, Farmacologia, Tossicologia, Virologia, Zoologia) e Gruppo 422 Scienze ambientali (Ecologia, Scienze ambientali). Lo studio è stato realizzato utilizzando sia dati esistenti per comporre un quadro di base, sia, come già detto, svolgendo una nuova survey in rete. Questa nuova originale indagine è rivolta ai ricercatori nelle scienze della vita, del settore pubblico e privato, attivi nel campo da diversi anni in dieci Paesi europei. Questo articolo si concentra sui risultati della survey per tre paesi europei, Italia, Spagna e Portogallo. 3. Il campione e i risultati I campioni sono stati ottenuti da due database di riferimento, in modo da scegliere ricercatori esperti, selezionati in base ad una eccellente produttività scientifica e tecnologica, misurata dal numero di citazioni (dal database delle citazioni ISI-Thomson) e dal numero di brevetti (database dei Brevetti Europei EPO). Per quel che riguarda le citazioni sono stati utilizzati i dati di riferimento per un periodo di circa tre anni dal 1/1/2004 ai primi due mesi del 2007 inclusi. Il numero di citazioni individuato è riportato nel prospetto che segue Costituzione dell universo: Risultati ottenuti per N. di citazioni Paesi n. di records N di autori N di istituzioni Italia Portogallo Spagna Fonte: Indagine Rescar, 2007 Per quel che riguarda i brevetti il primo step è consistito nell individuare i domini tecnologici rilevanti, ciò è stato fatto utilizzando la tavola delle concordanze sviluppata da Incentim- CWTS che correla i campi scientifici e tecnologici usando riferimenti non di carattere brevettale: la correlazione tra settore scientifico e area tecnologica si assume essere presente se in un dato ambito tecnologico un numero alto di citazioni si riferisce ad un dato dominio scientifico. In particolare per le scienze biomediche sono stati scelti i seguenti domini tecnologici (secondo la classificazione IPT): w w w. s t s i t a l i a. o r g 4

6 A61 Scienze mediche e veterinarie, Igiene C07 Chimica organica C12 Biochimica, Microbiologia, Enzimologia, Ingegneria genetica G01 Misurazioni e prove Sono stati considerati i brevetti depositati a partire dal Il prospetto che segue evidenzia i dati ottenuti. Costituzione dell universo: Risultati ottenuti per N. di brevetti Paesi brevetti inventori organizzazioni Italia Portogallo Spagna Fonte: Indagine Rescar, 2007 Dopo le operazioni di pulitura del campione e di filtraggio, necessarie per evitare duplicazioni, si è giunti ad un campione costituito, per questi tre Paesi da 3236 persone. Per quel che riguarda il campione derivante dal database ISI ciascuno degli autori selezionati risultava avere un minimo di 8 citazioni per il campione italiano, 9 per quello spagnolo e 3 per quello portoghese. Il numero di brevetti minimo per anno era invece di 6 per l Italia e la Spagna e 1 per il Portogallo. Il tasso di risposta è stato, per questo tipo di indagine on line, piuttosto soddisfacente, si sono ottenute infatti complessive 752 risposte di cui 295 dai ricercatori italiani con un tasso di risposta del 25,0%, 172 da portoghesi con il 26,2%, e da 285 spagnoli con il 24,6%. In tutti i paesi considerati, la maggioranza degli intervistati è compresa tra i 40 ed i 49 anni di età (Italia 37,9%; Portogallo 37,8%; Spagna 45,7%). La distribuzione per genere è invece diversa da paese a paese: gli uomini sono in larga maggioranza in Italia (73,6%) ed in Spagna (70,5%), mentre le donne sono la maggioranza in Portogallo (53,5%). Almeno per quanto riguarda l Italia, questa distribuzione per genere del campione non rispecchia quella generale dei ricercatori nel settore delle scienze della vita, tra i quali la maggioranza sono donne. E per altro stato messo in evidenza da molti w w w. s t s i t a l i a. o r g 5

7 altri studi come le donne tendano a mostrare un output scientifico più basso degli uomini, soprattutto nella prima parte della loro carriera (Palomba, 2000), probabilmente a causa di una persistente discriminazione nel riconoscimento dell effettivo contributo dato dalle donne alle ricerche al momento della pubblicazione dei relativi risultati. Sia in Italia che in Portogallo e Spagna, la percentuale di ricercatori delle Scienze della Vita con un eccellente produzione scientifica e tecnologica impiegati nelle imprese è minima (Italia: 1,4%, Portogallo 1,2 %; Spagna 2,9%) e molto basso è anche quella di chi lavora nel privato non profit (Italia: 3,9%, Portogallo 8,2%; Spagna 2,5%), mentre è largamente prevalente il numero di coloro che lavorano nell università (Italia: 71,9%, Portogallo 68,4%; Spagna 60,6%) e considerevole è anche il numero di quanti operano in istituzioni pubbliche non universitarie (Italia: 19,9%, Portogallo 12,3%; Spagna 32,9%). Per quanto riguarda lo stato civile, in tutti i paesi considerati la maggioranza dei ricercatori intervistati è sposata ed ha figli; la percentuale di coloro che si trovano in questa condizione è minima tra coloro che hanno meno di 40 anni e massima nella fascia di età compresa tra i 40 ed i 49 anni; nella fascia d età superiore, questa percentuale tende a diminuire, specialmente in Spagna e Portogallo. Lo stato civile non sembra influenzato da nessuna delle altre variabili prese in considerazione. 4. Caratteristiche educative Considerando l incrocio tra il settore disciplinare nel quale è stata conseguita la laurea e quello nel quale si è ottenuto il dottorato (tab.1), è interessante notare come, in tutte e tre le nazioni, i laureati in una disciplina afferente alla Scienze della Vita hanno conseguito nella quasi totalità il dottorato nello stesso raggruppamento disciplinare, mentre molti di coloro che si sono laureati in Fisica o in Ingegneria hanno conseguito poi il dottorato in una disciplina afferente alle Scienze della Vita: questo fenomeno riguarda il 25,7% dei fisici italiani, il 35,7% dei portoghesi ed il 17,9% degli spagnoli. Un fenomeno analogo si riscontra tra coloro che si sono laureati in medicina, anche se questo caso è molto più frequente in Spagna e Portogallo rispetto all Italia. Questi dati dimostrano che, nel nostro campione, in molti casi la scelta di dedicarsi alla ricerca nelle Scienze della Vita viene presa, da chi non è laureato in discipline afferenti a questo settore, all inizio della carriera scientifica. w w w. s t s i t a l i a. o r g 6

8 5. Lavoro e genere In tutti i tre paesi considerati, la maggioranza del nostro campione di studiosi con una eccellente produzione scientifica è costituita da docenti universitari, mentre gli altri sono prevalentemente definiti, seguendo la classificazione ISCO88, come professionisti nelle Scienze della Vita, della Medicina e della Fisica: il confronto con altre risposte (ed in particolare con quella relativa al settore di impiego, riportata in precedenza) ci consente di identificare con sicurezza la quasi totalità di coloro che ricadono in queste categorie con i ricercatori degli Enti di ricerca o del Servizio sanitario pubblico delle tre nazioni considerate. Differenze rilevanti si riscontrano però tra una nazione e l altra dal punto di vista della suddivisione per genere della professione esercitata (tab.2). In Italia, infatti, la larga maggioranza sia degli uomini (60,6%) che delle donne (61,8%) è costituita da docenti. In Portogallo invece ciò è vero per gli uomini (62,0%), mentre per le donne la percentuale di docenti universitari è di poco superiore alla metà (51,9%). In Spagna invece solo il 41,8% degli uomini ed il 52,0% delle donne insegna all università. Queste differenze rispecchiano evidentemente strutture diverse nel sistema accademico e di ricerca dei tre paesi ed in particolare il maggior peso dell attività professionale rispetto all insegnamento nel sistema di ricerca spagnolo, almeno nel settore delle scienze della vita. 6. Reclutamento alla ricerca: tempi e modalità Estremamente interessante è l analisi del tempo intercorso tra il conseguimento della laurea e l inizio di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (tab.3), dato che esso rispecchia in qualche modo le politiche di reclutamento nei diversi paesi. Sotto questo punto di vista, i dati mostrano una sostanziale analogia tra l Italia e la Spagna; in entrambi questi paesi, infatti, la maggioranza del nostro campione (circa un terzo degli uomini e quasi la metà delle donne) ha ottenuto un rapporto di lavoro stabile dopo più di cinque anni dal conseguimento del titolo; una percentuale considerevole però (il 18,5% degli uomini ed il 16,9% delle donne in Italia, il 22,6% ed il 14,3%, rispettivamente, in Spagna) ottiene un lavoro a tempo indeterminato meno di un anno w w w. s t s i t a l i a. o r g 7

9 dopo la laurea; pochi sono invece coloro che ottengono questo rapporto di impiego con tempi di attesa compresi tra uno e cinque anni. Al contrario, in Portogallo coloro che hanno ottenuto un rapporto di lavoro stabile hanno raggiunto questa condizione nella maggioranza dei casi attendendo meno di un anno dalla laurea (30,0% degli uomini, 41,1% delle donne), mentre coloro che hanno dovuto aspettare più di cinque anni sono molti di meno (rispettivamente il 13,8% degli uomini ed il 12,2% delle donne). In questo paese però la maggioranza del nostro campione (36,3% degli uomini e 36,7% delle donne) non aveva ancora un rapporto di lavoro a tempo indeterminato al momento dell indagine, mentre questo caso è piuttosto raro in Italia ed in Spagna (per gli uomini e per le donne rispettivamente il 6,8% ed l 8,5% per il primo caso, il 10,8% ed il 10,4% nel secondo). Per interpretare questo risultato è bene ricordare ancora una volta che il nostro campione è stato selezionato in base ad un criterio di eccellenza nell output scientifico e tecnologico: è quindi estremamente improbabile che queste differenze siano dovute ad effettive disuguaglianze nelle capacità professionali e non a differenze di impostazione nelle politiche scientifiche. Visti sotto questa luce, i nostri dati indicano che, con l esclusione di un numero piuttosto limitato di casi fortunati, in Italia ed in Spagna si assicura il rapporto di lavoro a tempo indeterminato alla larga maggioranza dei ricercatori eccellenti, almeno nel settore da noi analizzato, ma dopo un periodo di selezione molto (e forse anche troppo) lungo. In Portogallo invece questo risultato viene da non pochi ottenuto dopo un periodo di selezione molto (e forse anche troppo) breve ma, se ciò non si verifica, vi è una considerevole probabilità di non ottenerlo più, indipendentemente dalle proprie capacità scientifiche. Questo diverso atteggiamento non è cambiato molto nel corso degli anni in ogni nazione: l analisi dello stesso parametro per classe di età (tab. 4) mostra infatti che esso si riscontra in maniera sostanzialmente identica per tutte le classi; in particolare, sotto questo punto di vista, i ricercatori di età compresa tra i 40 ed i 49 anni si distribuiscono quasi esattamente come quelli di più di 50 anni in tutti i paesi considerati. Questa diversa impostazione politica si evince anche dall analisi delle percentuali di precariato tra coloro che hanno meno di 39 anni, che sono il 22,0% in Italia, il 32,3% in Spagna e ben il 71,8% in Portogallo. Inoltre, i nostri dati mostrano ancora una volta la presenza di una notevole discriminazione in ambiente scientifico per le donne, che in Italia ed in Spagna debbono attendere in media molto più degli uomini per ottenere un w w w. s t s i t a l i a. o r g 8

10 rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Infine, dai dati del nostro questionario sembra potersi dedurre che i tempi di attesa per un impiego stabile siano decisamente inferiori per coloro che in Italia ed in Spagna operano nelle università (tab.5) rispetto a coloro che lavorano in altre strutture pubbliche (il numero di ricercatori eccellenti che lavorano nel settore privato nei paesi da noi analizzati è troppo basso per poterne ricavare indicazioni statisticamente significative) e che non sembrano emergere differenze nel tempo necessario per ottenere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato tra coloro che hanno avuto esperienze di lavoro all estero e quanti hanno invece sempre lavorato in patria. 7. La carriera Un altro risultato interessante si può evincere dall analisi delle risposte alla domanda relativa alla percentuale di tempo dedicato alle diverse attività professionali (tab.6): infatti se, come è logico data la natura del nostro campione, la maggioranza del proprio tempo di lavoro è dedicato alla ricerca, vi sono però differenze notevoli tra un paese e l altro e tra uomini e donne dato che la percentuale media varia tra un minimo del 49,5% tra gli uomini italiani ad un massimo del 60,7% per le donne portoghesi. In generale il tempo medio dedicato dalle donne alla ricerca è più alto di quello degli uomini in tutti e tre i paesi. Inoltre è evidente in Italia ed in Spagna che gli uomini dedicano un tempo decisamente più alto alle attività gestionali rispetto alle donne: ciò è probabilmente ancora una volta un sintomo di una collocazione delle donne in posizioni meno rilevanti nell organizzazione delle strutture scientifiche. Che il maggiore tempo dedicato alle attività manageriali rispetto a quelle di ricerca in senso stretto sia probabilmente da collegare ad una posizione professionale di maggior rilievo è confermato dal fatto che, in Italia ed in Spagna, questa percentuale cresce al crescere dell età (tab.7). Le informazioni più interessanti si possono però ricavare dall analisi della ripartizione del tempo dedicato alle varie attività da coloro che lavorano in diverse istituzioni (tab.8): nelle statistiche internazionali viene infatti assunto convenzionalmente che i docenti universitari dedichino il 50% del proprio tempo alla didattica ed il 50% alla ricerca, mentre coloro che sono impiegati in altre istituzioni pubbliche di ricerca dedichino a questa attività il 100% del proprio tempo. I nostri dati mostrano invece w w w. s t s i t a l i a. o r g 9

11 come, anche se naturalmente il tempo dedicato alla didattica è ovviamente più alto nelle università in ogni paese, nel nostro campione queste percentuali non siano affatto rispettate: si vede infatti come il tempo dedicato all insegnamento dei docenti universitari sia, in tutti i tre paesi considerati, solamente poco più di un quarto del tempo totale (27,1% in Italia, 29,4% in Portogallo, 26,2% in Spagna), mentre la percentuale del loro tempo dedicato alla ricerca è uguale al convenzionale 50% solo in Italia, ma è nettamente superiore in Portogallo e Spagna. Infine, appare evidente come coloro che sono impiegati in strutture di ricerca pubbliche in Italia dedichino una percentuale considerevole (15,5%) del proprio tempo ad attività didattiche. Questi dati, anche se non corrispondenti alla ripartizione considerata nelle statistiche ufficiali, rispecchiano una situazione per altro ben nota a chiunque operi in ambiente scientifico. Meno prevedibile è invece una correlazione statisticamente significativa, che appare dai nostri dati tra la distribuzione del tempo di lavoro tra le varie attività e le esperienze di lavoro all estero del nostro campione (tab.9): risulta infatti che, tra gli italiani e gli spagnoli che hanno lavorato all estero, il tempo dedicato alla ricerca è percentualmente più alto e quello dedicato all insegnamento più basso rispetto a quanto si verifica per chi ha sempre lavorato in patria. La spiegazione più semplice, attribuire cioè il maggior tempo dedicato alla ricerca al fatto che i ricercatori che hanno avuto esperienze all estero siano più motivati, non è proponibile perché tutto il nostro campione è costituito da ricercatori eccellenti; per altro, se questa spiegazione fosse valida, lo stesso effetto si dovrebbe presentare anche tra i ricercatori portoghesi, cosa che invece non si verifica. Questo fenomeno meriterebbe quindi un maggiore approfondimento, incrociando questa variabile anche con altri parametri, ma l esiguità del campione non permette ulteriori disaggregazioni. 8. La mobilità Riguardo alla mobilità intersettoriale deve in primo luogo essere messo in evidenza che il fenomeno nelle tre nazioni considerate, è molto limitato e circoscritto in pratica al solo passaggio da un istituzione del settore pubblico ad un altra dello stesso settore. Questo tipo di mobilità riguarda in Italia ed in Spagna circa il 30% degli uomini ed una percentuale lievemente inferiore di donne (23,9% in Italia e 27,3% in Spagna). In w w w. s t s i t a l i a. o r g 10

12 Portogallo, questa mobilità è anche minore (21,5% degli uomini e 20,2% delle donne). Queste percentuali dipendono dall età in modo diverso nei vari paesi: esse infatti decrescono con la classe di età in Spagna, mentre crescono in Italia. Il dato potrebbe essere spiegato dal fatto che in Italia il passaggio dagli enti pubblici di ricerca all università è percepito come un miglioramento del proprio status ed è quindi attivamente ricercato quando si è conseguito un rilevante curriculum scientifico, superando la naturale tendenza a non cambiare la propria situazione, che di solito cresce con l aumentare dell età. In Portogallo invece i passaggi da un impiego pubblico all altro presentano il valore minimo per la classe centrale, ma in questo paese anche questo tipo di mobilità è tanto basso da non essere statisticamente significativo. Riguardo alla mobilità internazionale, i nostri dati rivelano che in tutti i tre paesi esaminati la percentuale di ricercatori del campione che hanno avuto esperienze di lavoro all estero è rilevante (54,7% in Italia, 59,2% in Spagna e 35,9% in Portogallo), anche se tra loro la percentuale delle donne è inferiore a quella degli uomini in tutti i paesi. Tuttavia, pochi tra gli intervistati stavano ancora lavorando all estero al momento dell intervista (17 ricercatori in Italia, 19 in Spagna, 20 in Portogallo): appare quindi evidente che i ricercatori affermati nel settore delle Scienze della Vita, appena ciò sia possibile, tendono a rientrare in patria. Inoltre, tra loro percentuali molto alte (tra il 70% e l 80% in tutti i paesi) non hanno in programma di spostarsi all estero nel futuro e questa tendenza è crescente all aumentare dell età (tab.10). I nostri dati sembrerebbero però mostrare che i ricercatori che hanno avuto esperienze di lavoro all estero mantengano una certa maggiore tendenza alla mobilità: tra loro infatti, in tutti i paesi, è più alta la percentuale di quanti sono passati da un dato tipo di impiego pubblico ad un altro. 9. Conclusioni I dati che abbiamo presentato mostrano una sostanziale analogia in molte delle caratteristiche del campione di ricercatori con un eccellente produzione scientifica dei w w w. s t s i t a l i a. o r g 11

13 tre paesi analizzati: in tutti infatti è prevalente la componente di docenti universitari, in tutti è presente una notevole percentuale di persone che hanno avuto esperienze di lavoro all estero, ma in tutti è scarso il numero di quanti non sono tornati in patria, tutti hanno una percentuale prevalente di ricercatori nella fascia di età compresa tra i 40 ed i 49 anni di età e con una analoga condizione familiare (coniugati con figli). Questi elementi ci portano a concludere che, almeno nei paesi esaminati, le condizioni che facilitano maggiormente una eccellente produzione scientifica nel settore delle Scienze della Vita siano l ambiente universitario, una esperienza temporanea di lavoro internazionale, una situazione familiare tranquilla ed una considerevole esperienza, dato che nel nostro campione prevalgono coloro che non sono più giovanissimi, contrariamente al luogo comune che vuole che i ricercatori più giovani siano i più produttivi. Accanto a queste analogie, vi sono però anche differenziazioni che rendono il caso italiano e quello spagnolo molto simili, mentre differenze più significative si riscontrano con quello portoghese. Queste differenze si rivelano soprattutto nelle diverse politiche di accesso alla carriera accademica, che sono ancora sostanzialmente quelle tradizionali dei paesi dell Europa Mediterranea per l Italia e per la Spagna, mentre sembrano più strettamente legate ad un modello di tipo anglosassone per il Portogallo. E interessante notare come anche nella scala di produttività scientifica basata sui più comuni indicatori scientometrici elaborata da King (2004), mentre Italia e Spagna si presentano tra loro estremamente vicine ed abbastanza ben posizionate in una graduatoria internazionale, il Portogallo risulta invece nettamente distanziato verso il basso, forse a dimostrazione del fatto che, per i paesi latini, il sistema di ricerca tradizionale è più efficiente di quello anglosassone. Bibliografia w w w. s t s i t a l i a. o r g 12

14 Akerblom, M., 2001, Constructing internationally comparable indicators on the mobility of highly qualified workers: a feasibility study, STI Review No. 27, pp OECD 2001, Paris Avveduto S., Brandi M.C., Todisco E., 2004, Le migrazioni qualificate tra mobilità e brain drain, numero monografico di Studi Emigrazione, vol. XLI n. 156 Avveduto S., Brandi M.C., Gagliardi F., 2004, Human Resourches for Research: the Italian case in Avveduto, S (a cura di) Fostering the Development of Human Resources for Science and Technology-OCSE, Biblink, Roma ENMOB, European Network on Mobility, King D. A., 2004, The scientific impact of nations, Nature, 430, pp MOMO, Human Resources in Research & Development: monitoring system on career Paths and Mobility Flows, OECD, 1995, Canberra Manual 1995 Measurement of Human Resources Devoted to S&T, OECD and Eurostat, Paris OECD Eurostat, 1997, "Basic Indicators for Describing the Flow of Human Resources in Science and Technology (HRST), Research and Development, Methods and Data Analysis -Eurostat", NESTI Workshop documents, Paris Palomba, R., 2000, (a cura di) Le figlie di Minerva, F.Angeli, Milano w w w. s t s i t a l i a. o r g 13

15

16 Scienze della vita 73 92,4 9 25, ,3 6 33, , ,7 8 44,4 4 50, , , , ,6 Scienze fisiche e Ingegneria 2 2, ,4 0 0,0 1 5,6 4 4, ,9 2 11,1 0 0,0 1 0, ,8 1 2,0 0 0,0 Sanità e Welfare 4 5,1 1 2, ,7 0 0,0 2 2,2 0 0,0 8 44,4 0 0,0 1 0,7 0 0, ,0 2 9,5 Altro 0 0,0 0 0,0 0 0, ,1 1 1,1 1 2,4 0 0,0 4 50,0 2 1,4 3 5,4 0 0,0 9 42,9 TOTALE , , , , , , , , , , , ,0 w w w. s t s i t a l i a. o r g 1 Tab.1 disciplinare del dottorato per settore disciplinare di laurea Italia, Portogallo e Spagna Scienze della vita Scienze fisiche e Ingegneria disciplinare di laurea Italia Portogallo Spagna Sanità e Welfare Scienze della vita Scienze fisiche e Ingegneria Sanità e Welfare Scienze della vita Scienze fisiche e Ingegneria Altro Altro Altro disciplinare del dottorato N % N % N % N % N % N % N % N % N % N % N % N % Sanità e Welfare Tab. 2 Attuale professione per genere Italia, Portogallo e Spagna Italia Portogallo Spagna M F M F M F Attuale professione N % N % N % N % N % N % Professionista nel settore dell Insegnamento , , , , ,0 Professionista nel settore medico 17 8,6 4 5,9 1 1,4 2 2, ,6 8 10,7 Professionista nel settore delle scienze della vita 42 21, , , , , ,7 Professionista nel settore della fisica 15 7,6 5 7,4 2 2,8 7 8,6 13 6,9 6 8,0 Altro tipo di professionista 4 2,0 2 2,9 4 5,6 4 4,9 8 4,2 2 2,7 TOTALE , , , , , ,0

17 Tab. 3 Tempo trascorso dal conseguimento del più alto titolo accademico e il primo impiego stabile per genere Italia, Portogallo e Spagna Italia Portogallo Spagna M F M F M F Tempo trascorso dal più alto titolo accademico e il primo impiego stabile N % N % N % N % N % N % Meno di 1 anno 38 18, , , , , ,3 Più di 1anno ma meno di 2 anni 24 11,7 6 8,5 5 6,3 4 4,4 14 7,2 6 7,8 Più di 2 anni ma meno di 3 anni 25 12,2 5 7,0 5 6,3 5 5,6 17 8,7 5 6,5 Più di 3 anni ma meno di 4 anni 19 9,3 7 9,9 3 3,8 0 0,0 12 6,2 8 10,4 Più di 4 anni ma meno di 5 anni 20 9,8 4 5,6 3 3,8 0 0,0 18 9,2 3 3,9 Più di 5 anni 65 31, , , , , ,8 Nessun impiego stabile 14 6,8 6 8, , , ,8 8 10,4 TOTALE , , , , , ,0 Tab. 4 - Tempo trascorso dal conseguimento del più alto titolo accademico e il primo impiego stabile per fasce di età Italia, Portogallo e Spagna w w w. s t s i t a l i a. o r g 2 Italia Portogallo Spagna Fino a e oltre Fino a e oltre Fino a e oltre Tempo trascorso dal più alto titolo accademico e il primo impiego stabile N % N % N % N % N % N % N % N % N % Meno di 1 anno 8 16, , , , , , , , ,8 Più di 1anno ma meno di 2 anni 8 16,0 5 4, ,9 3 4,2 3 4,6 3 8,8 3 4,6 12 9,5 4 5,0 Più di 2 anni ma meno di 3 anni 7 14, ,1 10 8,3 3 4,2 6 9,2 1 2,9 2 3, ,3 7 8,8 Più di 3 anni ma meno di 4 anni 4 8, ,3 11 9,1 0 0,0 2 3,1 1 2,9 5 7,7 8 6,3 7 8,8 Più di 4 anni ma meno di 5 anni 2 4,0 7 6, ,4 0 0,0 3 4,6 0 0,0 5 7,7 9 7,1 7 8,8 Più di 5 anni 10 20, , ,4 3 4,2 9 13, , , , ,5 Nessun impiego stabile 11 22,0 6 5,6 3 2, , ,9 0 0, ,3 6 4,8 2 2,5 TOTALE , , , , , , , , ,0

18 Tab. 5 - Tempo trascorso dal conseguimento del più alto titolo accademico e il primo impiego stabile nella ricerca per settore di impiego attuale Italia, Portogallo e Spagna Tab.6 Percentuale del tempo utilizzato nelle varie attività per genere Media delle quote espresse in %- Italia, Portogallo e Spagna w w w. s t s i t a l i a. o r g 3 privato pubblico privato pubblico Italia Portogallo Spagna accademico/alt Attualmente accademico/alt Attualmente a formazione non occupato privato pubblico a formazione non occupato accademico/alt Attualmente a formazione non occupato Tempo trascorso dal più alto titolo accademico e il primo impiego stabile N % N % N % N % N % N % N % N % N % N % N % N % Meno di 1 anno 3 20, , ,0 0 0,0 6 37,5 9 42, ,3 0 0,0 7 46, , ,1 1 33,3 Più di 1anno ma meno di 2 anni 3 20,0 4 7, ,0 2 25,0 0 0,0 2 9,5 7 6,0 0 0,0 1 6,7 6 6,8 13 7,8 0 0,0 Più di 2 anni ma meno di 3 anni 0 0,0 4 7, ,0 0 0,0 3 18,8 0 0,0 6 5,1 1 6,3 2 13,3 5 5,7 15 9,0 0 0,0 Più di 3 anni ma meno di 4 anni 0 0,0 4 7, ,5 1 12,5 0 0,0 0 0,0 3 2,6 0 0,0 1 6,7 5 5,7 14 8,4 0 0,0 Più di 4 anni ma meno di 5 anni 3 20,0 6 10,9 15 7,5 0 0,0 0 0,0 0 0,0 3 2,6 0 0,0 1 6,7 8 9,1 12 7,2 0 0,0 Più di 5 anni 4 26, , ,5 0 0,0 1 6,3 2 9, ,2 0 0,0 2 13, , ,5 0 0,0 Nessun impiego stabile 2 13,3 2 3,6 11 5,5 5 62,5 6 37,5 8 38, , ,8 1 6,7 8 9, ,8 2 66,7 TOTALE , , , , , , , , , , , ,0 Italia Portogallo Tempo utilizzato (%) M F M F M F Tempo utilizzato nella ricerca 49,5 58,6 57,1 60,7 57,8 59,1 Tempo utilizzato nell insegnamento 23,7 23,1 24,0 21,6 18,1 22,4 Tempo utilizzato nel management/amministr. 20,1 14,3 14,9 16,4 19,5 15,5 Tempo utilizzato in altro 6,7 4,0 2,7 1,3 4,1 3,0 Numero di risposte

19 Tab.7 - Percentuale del tempo utilizzato nelle varie attività per fasce di età Media delle quote espresse in %- Italia, Portogallo e Spagna Tempo utilizzato (%) Fino a e oltre Fino a e oltre Fino a e oltre Tempo utilizzato nella ricerca 58,2 55,0 46,5 68,3 51,5 55,6 66,7 58,4 51,1 Tempo utilizzato nell insegnamento 24,0 20,6 25,8 12,3 30,8 27,2 18,1 18,5 21,3 Tempo utilizzato nel management/amministr. 13,6 19,3 20,3 16,2 15,7 14,7 13,8 18,5 21,8 Tempo utilizzato in altro 4,3 5,1 7,4 1,7 1,9 2,5 1,4 4,6 4,5 Numero di risposte Tab.8 Percentuale del tempo utilizzato nelle varie attività per settore di impiego attuale- Media delle quote espresse in %- Italia, Portogallo e Spagna w w w. s t s i t a l i a. o r g 4 Italia Portogallo Spagna Tempo utilizzato (%) Tempo utilizzato nella ricerca Tempo utilizzato nell insegnamento Tempo utilizzato nel management/amministr. Setto re privato Italia pubblico accademico/ Alta formazione Attualmente non occupato privato Portogallo accademico/ Alta Attualmente pubblico formazione non occupato privato Spagna accademico/ Alta Attualmente pubblico formazione non occupato 62,3 55,7 49,8 56,7 59,7 58,9 55,2 90,4 42,3 63,7 56,0 95,0 9,3 15,5 27,1 10,8 6,3 8,7 29,4 5,7 13,3 7,7 26,2 3,3 20,7 24,0 17,5 4,2 27,2 25,3 13,9 3,9 34,3 22,0 15,3 1,7 Tempo utilizzato in altro 7,7 4,7 5,5 28,3 0,6 7,1 1,5 0,0 10,0 6,6 1,9 0,0 Numero di risposte

20 Tab.9- Percentuale del tempo utilizzato nelle varie attività per presenza di un impiego all estero - Media delle quote espresse in %- Italia, Portogallo e Spagna Italia Portogallo Spagna Fino a e oltre Fino a e oltre Fino a e oltre Intenzione di lavorare all estero N % N % N % N % N % N % N % N % N % Sì 18 41, , , ,0 7 12,5 4 13, , ,7 8 10,3 No 25 58, , , , , , , , ,7 TOTALE ,0 100,0 100, , , , , , , ,0 w w w. s t s i t a l i a. o r g 5 Italia Portogallo Presenza di un impiego all estero Spagna Tempo utilizzato (%) Sì No Sì No Sì No Tempo utilizzato nella ricerca 54,0 49,2 55,5 61,4 63,3 51,0 Tempo utilizzato nell insegnamento 22,1 25,3 22,4 23,1 16,9 23,1 Tempo utilizzato nel management/amministr. 18,8 18,6 19,8 13,7 18,0 19,1 Tempo utilizzato in altro 5,1 7,0 2,3 1,8 1,8 6,8 Numero di risposte Tab.10- Intenzione di lavorare all estero per fasce di età -Italia, Portogallo e Spagna

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