Decisione N. 335 del 14 gennaio 2016

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) LAPERTOSA (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) CERINI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) GRECO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) ESTRANGEROS Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) ESTRANGEROS Nella seduta del 11/06/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Il ricorrente richiede il risarcimento del danno, pari a 9.000,00, derivante dalla emissione di un assegno circolare, destinato a regolare un pagamento a suo favore, rivelatosi poi falso. In particolare il ricorrente propone ricorso sia nei confronti dell istituto negoziatore avendo il medesimo dichiarato la bene emissione del titolo (intermediario A), che nei confronti dell istituto che avrebbe emesso il titolo in ragione del comportamento gravemente colpevole (intermediario B). In particolare, con reclamo del 15 gennaio 2015 rivolto all intermediario A e, quindi, trasmesso il 22 gennaio 2015 anche all intermediario B, e con successivo ricorso del 3 marzo 2015, il ricorrente osserva quanto segue: - di essersi recato, in data 20/11/2014, presso una filiale dell intermediario A al fine di verificare l effettiva esigibilità di un assegno circolare emesso dall intermediario B, dell importo di euro 9.000,00, corrispondente ad un pagamento ricevuto da un soggetto terzo in relazione ad una compravendita, e di aver ricevuto, in tale occasione, tramite l intermediario A, dall intermediario B, la conferma del bene emissione e dunque la copertura del predetto titolo; Pag. 2/6

2 - di avere, pertanto, dato seguito all operazione di compravendita presentando all intermediario A il titolo per l incasso sul proprio conto corrente acceso presso la filiale del medesimo intermediario; - di aver ricevuto, in data 26/11/2014, comunicazione con la quale l intermediario A dichiarava di dover stornare dal conto corrente la somma accreditata, trattandosi di assegno circolare rivelatosi falsificato; - contesta, dunque, all intermediario A di aver confermato il bene fondi sottolineando di non aver rilevato gravi anomalie rilevabili ictu oculi con la particolare diligenza dell accorto banchiere consistenti nella falsa indicazione di ABI/CAB inesistenti rilevabili con un normale grado di diligenza da personale qualificato osservando, in particolare, come il CAB indicato sul fronte del titolo non corrisponderebbe a nessun istituto bancario presente sul territorio nazionale. - Contesta, altresì, all intermediario B di aver reso false informazioni sulla copertura del titolo in considerazione del fatto che la conferma di bene emissione da parte dell intermediario A era avvenuta a seguito di telefonata intercorsa con un funzionario della filiale dell intermediario B che aveva emesso detto assegno. Sulla base di quanto sopra, il ricorrente, rivolgendo le proprie domande sia all intermediario A che all intermediario B, chiede all ABF il risarcimento del danno subito, quantificato in euro 9.000,00, pari alla cifra, non incassata, riportata sull assegno circolare rivelatosi falso. In uno con il ricorso, il ricorrente ha depositato la seguente documentazione: all.1 riscontro dell intermediario A; all.2 copia assegno circolare; all.3 lista movimenti c/c; all.4 verbale di denuncia - querela. L intermediario A ha depositato le controdeduzioni il 6 maggio 2015, osservando quanto segue: - che, a seguito di richiesta del ricorrente volta ad ottenere il bene emissione sul titolo oggetto del ricorso, era intercorsa una telefonata tra un proprio funzionario e un soggetto qualificatosi come dipendente dell intermediario B, che aveva confermato la bontà dell emissione dell assegno circolare; - che, a seguito di una verifica interna, era emerso che la filiale dell intermediario B aveva subito intromissioni sulla linea telefonica da parte di sconosciuti, che avevano rilasciato dei falsi bene emissione ; - di dover rigettare la richiesta di risarcimento in quanto il bene emissione non può costituire una garanzia per il cliente [ ] e in quanto non sussistono specifici obblighi contrattuali che impongano alla banca una verifica preventiva al momento della presentazione all incasso di un assegno circolare; - di aver appreso dall intermediario B, solo a seguito della restituzione del titolo impagato da parte dell intermediario B, che si trattava di una contraffazione con intromissione sulla loro linea telefonica di malviventi che rilasciavano false bene emissioni. Sulla base di quanto sopra, e del fatto che dall esame dei fatti di causa non emergono profili di colpa a sé riferibili, l intermediario A chiede, il rigetto del ricorso. In uno con le controdeduzioni, l intermediario A convenuto ha depositato in atti la seguente documentazione: all.1 copia assegno circolare; all.2 distinta e contabile di versamento; all.3 copia estratto conto; all.4 denuncia querela; all.5 denuncia querela; all.6 copia decisione n. 3640/2014 ABF. L intermediario B ha depositato le controdeduzioni il 24 aprile 2015, osservando quanto segue: che il presunto titolo oggetto del ricorso è falso, non è mai stato emesso dall intermediario ed è stato utilizzato a sua insaputa, essendo l intermediario B Pag. 3/6

3 venuto a conoscenza dell esistenza dell assegno solo quando il medesimo, presentato all incasso tramite l intermediario A, veniva trasmesso tramite stanza di compensazione; che in data 27 febbraio 2013 da una diversa filiale dell intermediario era stato regolarmente emesso un assegno circolare recante medesimo numero di serie, estinto il successivo 28 febbraio 2013; di aver provveduto a porre in essere le misure cui era tenuto, comunicando lo stato di impagato e sporgendo denuncia contro ignoti davanti alla pubblica autorità; che nessun collaboratore della filiale presunta emittente del titolo ha mai fornito alcuna risposta telefonica sulla garanzia c.d. bene emissione ; che nella denuncia effettuata contro ignoti, oltre alla mancata emissione dell assegno, si segnalava anche la presunta intromissione di ignoti nelle linee telefoniche della filiale; di aver provveduto a luglio 2014 ad inviare alle banche corrispondenti, tramite sistema interbancario, una messaggio indicante un apposito numero telefonico della competente funzione cui fare riferimento al fine della richiesta della c.d. bene emissione, in considerazione della possibilità di truffe tramite assegni circolari falsi con intromissione di malfattori nelle linee telefoniche di alcune filiali. Sulla base di quanto sopra osservato, l intermediario B chiede il rigetto del ricorso. In uno con le controdeduzioni, l intermediario B convenuto ha depositato in atti la seguente documentazione: all.1 copia assegno; all.2 storia assegno n del 27 febbraio 2013; all.3 nota di fondo del 18 novembre 2014; all.4 comunicazione impagato; all.5 denuncia querela; all.6 messaggio interbancario. DIRITTO La controversia ha ad oggetto la richiesta di risarcimento danni, alternativamente proposta nei confronti dell intermediario A (istituto negoziatore e giratario per l incasso) e, in via subordinata, dell intermediario B (istituto emittente) ed ha ad oggetto il mancato incasso di un assegno circolare dell ammontare di euro 9.000,00 riferito all intermediario B ma da quest ultimo successivamente riconosciuto come falso, dopo aver tuttavia garantito il bene emissione, circostanza sulla quale l intermediario B lamenta l intervento fraudolento di terzi. Nel caso di specie, ritiene il Collegio che l intermediario B abbia documentato in atti la falsità del titolo, avendo documentato sub all. 2 la effettiva storia dell assegno circolare vero caratterizzato dal n. [ ] emesso il 27 febbraio 2013 ed estinto il 28 febbraio successivo. Nello stesso tempo, deve osservare il Collegio come l effettiva esistenza di una telefonata tra un funzionario dell intermediario A e un presunto funzionario della filiale emittente dell intermediario B, circa la conferma da parte di quest ultimo della corretta emissione dell assegno, non possa ritenersi controversa. Infatti, sulla base della documentazione in atti e delle difese svolte dalle parti, è possibile accertare che il 19 novembre 2014 (e non già il 20 novembre, come erroneamente afferma nel ricorso il ricorrente), all atto della presentazione per l incasso del titolo controverso presso l intermediario A, tale telefonata, avente ad oggetto la conferma del bene emissione del titolo, si sia verificata. Come già più volte osservato da questo Collegio (cfr. la recentissima decisione n. 3577/2015 e la più risalente decisione n. 3009/2012), in casi come quello sottoposto dall odierno ricorrente, si tratta di stabilire se l intermediario incaricato dell incasso (nel caso di specie, l intermediario A) abbia agito con la necessaria diligenza. Sulla diligenza richiesta all intermediario giratario di un assegno circolare per l incasso, questo Collegio si Pag. 4/6

4 è espresso in precedenti decisioni ritenendo che, qualora il titolo di credito non presenti anomalie rilevabili ictu oculi, con la particolare diligenza dell accorto banchiere, l intermediario non ha l onere di compiere ulteriori accertamenti sulla validità del titolo prima dell accredito del relativo importo al proprio correntista, a meno che ne sia espressamente richiesto dal cliente. Nel caso di specie il titolo, siccome prodotto in copia da tutte le parti, non risulterebbe presentare anomalie rilevabili ictu oculi e il solo rilievo prospettato dal ricorrente (per il quale il CAB indicato sul fronte del titolo non corrisponderebbe a nessun istituto bancario presente sul territorio nazionale ) da un lato non viene dal medesimo meglio circostanziato e dall altro, in ogni caso, non appare di per sé idoneo ad integrare un anomalia rilevabile ictu oculi da parte del funzionario incaricato della presentazione per l incasso. Peraltro, nel caso di specie, su richiesta del ricorrente, avendo l intermediario A provveduto a mettersi in contatto con la banca emittente per accertare la bene emissione del titolo, si deve ritenere che quest ultimo abbia eseguito correttamente ed esaustivamente il mandato ricevuto. Come noto, e come già osservato nelle decisioni sopra menzionate, la richiesta di bene emissione costituisce una prassi interna tra istituti di credito che, nel caso di assegno circolare, che contiene la promessa incondizionata della banca emittente di pagare a vista la somma indicata nel titolo, rappresenta una garanzia immediata che la banca emittente, la quale con l emissione del titolo ha assunto direttamente l obbligo del pagamento di esso, onorerà il suo impegno, e costituisce fonte di un giustificato affidamento per l intermediario richiedente e per il prenditore... Se risulterà in seguito che l assegno era falso l intermediario che ha richiesto ed ottenuto la conferma di bene emissione dall intermediario emittente non potrà essere ritenuto colpevole di negligenza. Per le ragioni spiegate, non si ravvisano pertanto estremi di colpa a carico dell intermediario A, banca negoziatrice del titolo. Diversa deve essere la conclusione riguardo al comportamento della banca trattaria (cioè, nel caso di specie, dell intermediario B), nei confronti della quale non vale quale esimente di responsabilità l affermata circostanza per la quale si sarebbe verificata una interferenza nella linea telefonica durante la telefonata ricevuta dalla banca negoziatrice. In merito, si deve concordare quanto già osservato da questo Collegio, che, in un caso del tutto analogo, osservava come l interferenza non fosse dimostrata, risultasse inverosimile e tutt al più sarebbe stata idonea a dimostrare che all interno della banca si annidava almeno un complice del falsario truffatore che aveva provveduto a consegnare al ricorrente il titolo (decisione n. 3009/2012). E d altra parte pacifico che non può l intermediario, da un lato, rendere pubblico il proprio numero telefonico (che è dunque a sé riconducibile dal pubblico) e, dall altro, negare la propria responsabilità per contenuti che, attraverso tale numero, vengano riferiti al pubblico ovvero ad altri intermediari. E cioè evidente che l utilizzo del suddetto numero telefonico non può che avvenire sotto lo stretto controllo dell intermediario medesimo, che al più potrà rivalersi nei confronti di terzi per frodi che, attraverso tale numero, siano state perpetrate, anche a proprio danno. Sotto altro profilo, non appare neppure risolutiva della responsabilità dell intermediario B la circostanza dal medesimo documentata secondo cui nel luglio 2014 aveva provveduto ad inoltrare un messaggio tramite sistema interbancario con il quale, affermando l esistenza di intromissioni fraudolente sulle linee telefoniche rendeva noto un numero telefonico dell Area Sistemi di Pagamento cui fare riferimento nel caso in cui intermediari corrispondenti ritenessero opportuno ricorrere alla c.d. bene emissione. In primo luogo, infatti, il messaggio rendeva noto ai partecipanti al sistema interbancario anche il seguente numero telefonico accentrato per la richiesta di bene emissione di assegni Pag. 5/6

5 circolari, non precludendo tuttavia l utilizzo dei numeri ordinari e già pubblici. In secondo luogo, la circostanza documenta che all epoca dei fatti oggetto del presente ricorso l intermediario B avesse piena conoscenza di atti di tale natura e non si sia peritato di mettere in sicurezza le comunicazioni telefoniche eseguite per il tramite delle proprie filiali, in particolare di quella dalla quale, l intermediario A, nel caso di specie, ha raccolto il bene emissione sul titolo oggetto del presente ricorso. Se, dunque, per negligenza o per altro motivo, l intermediario B, in quanto banca emittente, ha omesso di accertare la falsità del titolo quando ne è stata richiesta, lo stesso non può in ogni caso sottrarsi alla sua responsabilità e deve risarcire il ricorrente danneggiato rimborsandogli l importo dell assegno come da domanda. PER QUESTI MOTIVI Il Collegio non accoglie il ricorso nei confronti dell intermediario negoziatore. Il Collegio accoglie il ricorso nei confronti dell intermediario emittente e, per l effetto, dispone che quest ultimo corrisponda alla parte ricorrente la somma di 9.000,00. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario soccombente corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla ricorrente la somma di euro 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6

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