Rassegna 'derivati' 24 marzo

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Annibale Corradi
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1 Rassegna 'derivati' 24 marzo

2 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna 'derivati' 24 marzo Si parla di noi Tirreno Pisa 24/03/2012 p. II Battaglia legale sui derivati, due round alla Provincia 1 Borsa E Finanza 24/03/2012 p. 13 Derivati, nuovo round a Pisa Intesa stragiudiziale più vicina Sofia Fraschini 2 Enti locali Sole 24 Ore 24/03/2012 p. 36 Sui derivati si decide in Italia Marcella Frisane 3 Indice Rassegna Stampa Pagina I

13 Derivati, nuovo round a Pisa Intesa stragiudiziale più vicina Sofia Fraschini 2 Enti locali

3 uattaglia 1 PISA. derivati, sui Sul caso derivati, l'iter giuridico è ancora lungo, ma segna due punti a favore della Provincia di Pisa. Da una parte il Consiglio di Stato che chiede approfondimenti al perito il cui conteggio sull'ammontare dei costi occulti era stato contestato dall'amministrazione provinciale e dall'altra una sentenza (giunta ieri) del tribunale di Londra cui si erano rivolte le banche Dexia Crediop e Depfa Bank che avrebbero voluto fermare l'offensiva pisana. Come si ricorderà, nel 2007 la Provincia di Pisa opera una ristrutturazione del bilancio e stipula un mutuo di 95 milioni di euro con le due banche straniere fatto di obbligazioni cui vengono associati derivati di tipo conservativo e non speculativo. Ma l'andamento dei derivati è negativo a causa dei famosi costi occulti, costi non dichiarati che diventano il centro della battaglia legale. La Provincia fa ricorso e calcola che i costi occulti applicati dalle banche siano euro, ma il Ctu (Consulenza tecnica d'ufficio), ovvero il perito calcola che siano 380n-ila euro. Un conteggio che la Provincia rifiuta facendo ricorso e il Consiglio di Stato, allo stesso perito che aveva nominato ha chiesto un nuovo approfondimento in quanto non convinta della conclusione a cui era giunto. L'udienza finale sarà a giugno. due ro d alla Provincia Intanto, da Londra arriva un' altra notizia. Le banche Dexia Crediop e Depfa Bank si erano rivolte all'alta Corte di Londra per chiedere di togliere il ricorso dalle mani della magistratura italiana e portare la causa alla Corte di Giustizia dell'unione Europea. Ma la sentenza respinge la richiesta delle banche, le condanna a pagare le spese e non concede loro di fare appello. «Nella ampia motivazione - spiega Giuliano Palagi, direttore generale della Provincia di Pisa - il giudice inglese precisa l'ambito del suo giudizio riferito alle sole questioni di diritto civile e commerciale fra le parti. Per la definizione delle materie della controversia si riferisce però nuovamente al giudice italiano e cioè alla Suprema Corte di Cassazione: questo è un passaggio fondamentale della decisione di Londra. Credo che questa pronuncia, la prima del suo genere, e la prima sentenza inglese molto positiva per un ente pubblico italiano, possa facili tare la soluzione del contenzioso, l'accertamento dei costi occulti e il superamento dei contratti oggetto dell'autotutela». «La Provincia di Pisa - conclude Palagi - è oggi ancora più convinta della validità del proprio operato e delle proprie ragioni, a tutela dell'interesse pubblico e della correttezza nei rapporti contrattuali». (g.p.) CR I PROD LIZI ONE RISERVATA ` -d al,,,i.. % 0I.. : ccñia.:a, e,,. ì F % V, ì '!1A$, Si parla di noi Pagina 1

sentenza (giunta ieri) del tribunale di Londra cui si erano rivolte le banche Dexia Crediop e Depfa Bank che avrebbero voluto fermare l'offensiva pisana.

4 Derivati,.116 -w~ e Intesa stra6n... ci...., F-d-nu vicaina L'Alta Corte di Londra ha respinto la richiesta delle banche di rinviare la causa alla Corte di Giustizia Ue. Il dg Palagi: «E una svolta decisiva» E si dichiara «disponibile a un'intesa congrua», sulla falsariga del caso Milano La Provincia di Pisa vince un nuovo round nella contesa sui derivati con Depfa e Dexia. E apre ufficialmente alla possibilità di un accordo stragiudiziale con le banche, sulla falsariga del caso Milano. In attesa che in Italia sia rivista la perizia sul caso del consulente tecnico d'ufficio nominato dal Consiglio di Stato, a Londra (dove il processo corre parallelo) l'alta Corte ha respinto la richiesta delle banche di spostare il giudizio in Lussemburgo, alla Corte di Giustizia Ue. «La sentenza - spiega a B&F il dg della Provincia, Giuliano Palagi - segna una decisa svolta anche nel giudizio inglese. In primo luogo perché la sentenza definitiva respinge la richiesta delle banche di rinviare la causa alla Corte di Giustizia l'e. E poi perché la Corte inglese si riferisce espressamente per la prima volta alla giurisdizione del giudice italiano sulle materie dell'autotutela, della convenienza economica e dei costi occulti. Infine condanna le banche alle spese e non concede loro facoltà di appello. Nell'ampia motivazione - continua Palagi - il giudice Teare precisa l'ambi- 5 ì to del suo giudizio riferito alle sole questioni di diritto civile e commerciale fra le parti. Per la definizione delle materie della controversia si riferisce però nuovamente al giudice italiano e cioè alla Suprema Corte di Cassazione: questo è un passaggio fondamentale della decisione di Londra. Credo, dunque, che questa pronuncia, la prima del suo genere e sicuramente la prima sentenza inglese molto positiva per un ente pubblico italiano, possa facilitare la soluzione del contenzioso, l'accertamento dei costi occulti e il superamento dei contratti oggetto dell'autotutela». La svolta ha ovviamente immediati riflessi in Italia e rafforza la posizione della Provincia di Pisa, «oggi ancora più convinta della validità del proprio operato e delle proprie ragioni, a tutela dell'interesse pubblico e della correttezza nei rapporti contrattuali». Con questa ennesima vittoria è chiaro infatti che le banche dovranno fare un passo indietro e magari iniziare a valutare un accordo stragiudiziale. L'ipotesi era già stata tentata dalla stessa Provincia che - avendo come punto fermo l'interesse pubblico - non intende trascinare il contenzioso oltre un ragionevole e conveniente accordo. Una via alquanto probabile a questo punto e in merito alla quale ha fatto un'importante apertura anche il dg Palagi, dicendosi ufficialmente «disponibile a un'intesa congrua». Il caso Milano - che proprio in settimana ha chiuso l'accordo con le quattro banche coinvolte nel processo (Deutsche Bank, Depfa, JP Morgan e Ubs) fa da apripista. La causa sui derivati legati al bond da 1,68 miliardi scadenza 2035 consentirà infatti al Comune di contabilizzare entrate per 455 milioni di euro, 40 dei quali disponibili per la parte corrente del bilancio Dal canto suo Pisa, in attesa di una svolta sul caso, aspetta giugno quando il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla nuova perizia del Ctu. La prima, conclusa solo qualche settimana fa, è stata giudicata infatti incompleta e quindi da rivedere. I giudici hanno stabilito che il Ctu dovrà esaminare nuovamente i rilievi critici avanzati da uno dei consulenti di parte della Provincia, dando espressamente conto dei motivi per cui i rilevi di parte possono o meno essere accolti. In particolare, dovrà fornire chiarimenti sulle osservazioni svolte circa l'effettività o virtualità dei costi degli swap sottoscritti dalla Provincia, nonché sull'effettiva utilità economica dell'operazione Si parla di noi Pagina 2

Dexia. E apre ufficialmente alla possibilità di un accordo stragiudiziale con le banche, sulla falsariga del caso Milano.

5 Anche peri giudici inglesi Sui 1 1 si' decide 1 Italia Marcella Frisane LONDRA Il contenzioso della Provincia di Pisa con Depfa bank e Deaia Crediop rimarrà in Italia e non sarà deciso in Gran Bretagna Lo ha deciso l'alta corte inglese, che in una sentenza depositaieri (Ewhc 68-1/2oi2) harespinto la richiesta delle due banche di rinviare gli atti alla Corte di giustizia Ue per farle stabilire se sulla vicenda dei derivati dell'ente dovesse pronunciarsi il giudice inglese o quello italiano. L'Alta corte inglese, pur non negando la possibilità che il contenzioso possa svolgersi nel RegnoUnito, ha stabilito chela priorità spetta al giudice ammministrativo italiano e sarà casomai la Corte di cassazione italiana a decidere se rimettere gli atti alla Corte di giustizia Ue, mettendo così di fatto un "bollino blu" all'impostazione perseguita dal Consiglio di Stato (a vantaggio dell'ente territoriale toscano). I giudici amministrativi italiani, peraltro, proprio poco tempo fa avevano chiesto al proprio consulente tecnico d'ufficio, il fiinzionario di Bankitalia Roberto Angeletti, di"rivedere" laperizia (alquanto favorevole alle due banche straniere) sulla consistenza dei costi occulti (si veda «Plus24» del t7 marzo scorso). Il giudice inglese hainoltre sottolineato la peculiarità del caso della Provincia di Pisa rispetto a tante altre querelle sparse in Europae portate dai legali delle due panche a supporto della loro tesi secondo la quale anche nel caso dell'ente toscano a pronunciarsi debba essere il giudice inglese. Insomma, contrariamente a quanto si pensasse fino a questo momento in materia di swap, il potere delle lobby bancarie forse sta iniziando a vacillare non trovando "supporto" neanche in casa -0 R]PRODUZ IONE RISERVATA Enti locali Pagina 3

stabilire se sulla vicenda dei derivati dell'ente dovesse pronunciarsi il giudice inglese o quello italiano.

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