Modelli teorici sull apprendimento di una L2

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1 Modelli teorici sull apprendimento di una L2 (D00013) Mauro Pichiassi Università per Stranieri di Perugia Pisa, 2009 ISBN: Ultima revisione 24 Settembre 2012

2 Presentazione del modulo Uno degli aspetti più significativi del comportamento umano intelligente è la sua capacità di apprendere. Non dobbiamo fare ogni volta la stessa cosa nello stesso modo: possiamo farla ogni volta in modo diverso e farla meglio. Il progresso sia dell umanità sia dei singoli individui si è caratterizzato per il costante aumento delle conoscenze dovuto al costante scambio e alla continua interazione che ha portato ciascuno a condividere con gli altri le proprie esperienze e scoperte. Gran parte di ciò che impariamo ci viene insegnato da altre persone che conoscono quelle cose, le hanno apprese prima di noi e noi gradualmente le impariamo. Cos è l apprendimento? Come avviene? E per quello che ci interessa, come si ha apprendimento linguistico? A queste domande cerca di dare delle risposte la psicologia applicata all apprendimento linguistico o psicolinguistica. Le risposte a questi quesiti non sono univoche e concordi. Trattandosi di fenomeni di natura psichica, non direttamente osservabili, ma inferibili dai comportamenti esterni, le opinioni e i punti di vista sono diversi. Si registrano teorie diverse sulle interpretazioni della fenomenologia dell'apprendimento, tuttavia, in questo modulo, ci soffermeremo sulle principali: quelle comportamentistiche e quelle cognitivistiche. La conoscenza dei processi generali dell apprendimento e dei processi più specifici relativi all apprendimento linguistico deve rientrare nel bagaglio conoscitivo di un docente di lingua che voglia rendere il suo insegnamento sempre più efficace. Per insegnare in modo adeguato una qualsiasi disciplina o scienza può risultare utile conoscere, per quanto sia possibile, i meccanismi e le variabili coinvolte nell apprendimento. Il processo di apprendimento è molto complesso: esso coinvolge diverse strutture fra loro interagenti attraverso processi di accomodamento, composizione, giustapposizione; fra le più importanti ricordiamo: - le strategie cognitive personali, gli stili di apprendimento, le esperienze individuali e collettive; - il complesso di fenomeni dell'ambiente circostante, le informazioni e gli stimoli provenienti dalla realtà esterna; - i modelli, i formalismi, le teorie, le dinamiche delle agenzie educative (famiglia, scuola ecc.); - i mezzi di comunicazione ed i percorsi che regolano lo scambio delle informazioni. Il processo di costruzione del sistema di conoscenza è determinato, per ogni individuo, dall'intreccio fra componenti intuitive, quantitative e qualitative, e avviene sotto l'influenza di condizionamenti sociali, culturali, emotivi. In questo modulo vengono descritti in modo sintetico quegli aspetti della psicologia linguistica che hanno un riflesso sull apprendimento di una seconda lingua, oltre ai tratti della personalità del discente che condizionano ed influenzano l apprendimento di una seconda lingua. 2

3 Guida al modulo Scopo del modulo Scopo generale del modulo è fornire un quadro, sia pure non esaustivo, delle varie teorie e delle diverse riflessioni condotte sulle modalità e sulle caratteristiche dell apprendimento in genere e di quello linguistico in particolare. L attenzione, tuttavia, non si focalizza sulle semplici teorie che hanno cercato di descrivere cosa è e come avviene l apprendimento, ma soprattutto su quei fattori individuali (interni o esterni) che determinano o influenzano l apprendimento linguistico. Perciò, oltre a descrivere le più note teorie sull apprendimento ci si soffermerà su ciò che caratterizza quello linguistico, come la distinzione tra apprendimento e acquisizione linguistica, la natura dell interlingua e il ruolo di funzioni come quella della memoria e di fattori individuali come l età, la motivazione, l attitudine, gli stili cognitivi e le strategie di apprendimento. In altri termini analizzeremo il fenomeno dell apprendimento linguistico da un punto di vista glottodidattico, vale a dire da quella prospettiva che risulta funzionale alla scelta di opzioni didattiche che possono trovare fondamento nelle teorie psicolinguistiche. Contenuti del modulo Il modulo è composto da: 1. il testo delle unità didattiche; 2. una scheda di approfondimento: - La linguistica strutturalista e tassonomica di Bloomfield; 3. un glossario di linguistica (utile per definire alcuni dei termini utilizzati nel corso del modulo); 4. un animazione che illustra le sequenze di apprendimento. Attività richieste Lettura e studio dei materiali che compongono il modulo. Svolgimento degli esercizi. 3

4 Indice delle unità didattiche UD 1 - L apprendimento Si espongono i tratti generali e condivisi sulla natura e sulle caratteristiche di ogni forma di apprendimento umano Natura e funzioni dell apprendimento Apprendimento neuropsichico e razionale Leggi e fasi dell apprendimento Fattori che facilitano l apprendimento Livelli di apprendimento UD 2 - Teorie dell apprendimento Si descrivono i due orientamenti principali che hanno caratterizzato gli studi sull apprendimento linguistico nel Novecento: il comportamentismo e il cognitivismo L ipotesi comportamentista Il condizionamento classico e operante L ipotesi innatista e Chomsky La Grammatica Universale Il cognitivismo Il costruttivismo UD 3 - Apprendimento e acquisizione linguistica Si introduce la distinzione tra acquisizione e apprendimento linguistico descrivendo i tratti peculiari di ciascun concetto e quelli che li differenziano La percezione e il linguaggio Fasi della percezione 4

5 3.3 - Apprendimento e acquisizione linguistica Apprendimento di una lingua materna e di una lingua straniera Apprendimento misto UD 4 - L interlingua Nell unità si dà una sintetica panoramica dell interlingua, del suo sviluppo nella storia della glottodidattica e dei suoi riflessi sullo studio dell apprendimento e dell acquisizione linguistica L analisi contrastiva L analisi degli errori L interlingua Fossilizzazione Transfer Sequenze di apprendimento UD 5 - La memoria In questa unità si mette a fuoco il ruolo centrale della memoria nell apprendimento in genere, e se ne descrivono le forme e le modalità operative La memoria Struttura e funzionamento della memoria La memoria sensoriale La memoria a breve termine (MBT) Tratti della MBT La memoria a lungo termine (MLT) Memoria implicita o procedurale Memoria esplicita o dichiarativa 5

6 UD 6 - Fattori individuali che influenzano l apprendimento Si descrive il ruolo che l età dell apprendente, il suo stile cognitivo, le sue attitudini e motivazioni e le strategie che adotta hanno ai fini dell apprendimento di una seconda lingua L età L attitudine linguistica Lo stile cognitivo La motivazione Stili e strategie di apprendimento Strategie cognitive Strategie comunicative Strategie metacognitive Strategie sociali e affettive UD 7 - Fattori esterni che influenzano l apprendimento In questa unità si descrivono il ruolo dell input nell apprendimento linguistico e le caratteristiche che questo deve possedere per essere efficace nei processi di acquisizione di una seconda lingua L input linguistico Quantità di input Frequenza dell input Comprensibilità dell input Interazione e apprendimento 6

7 UD 1 - L apprendimento Si espongono i tratti generali e condivisi sulla natura e sulle caratteristiche di ogni forma di apprendimento umano Natura e funzioni dell apprendimento Apprendimento neuropsichico e razionale Leggi e fasi dell apprendimento Fattori che facilitano l apprendimento Livelli di apprendimento Natura e funzioni dell apprendimento Ogni essere umano, come ogni organismo vivente, ha la capacità di apprendere, vale a dire la capacità di assimilare e conservare informazioni. L apprendimento può essere definito come un processo di acquisizione di nuovi comportamenti e di contenuti rappresentativi che porta al conseguimento di più ampie conoscenze e di più stabile equilibrio con l ambiente. L'apprendimento comporta un cambiamento relativamente permanente e si ha quando, a seguito di una esperienza o in presenza di determinati stimoli, si diventa capaci o di fare qualcosa che prima non si sapeva fare oppure di farlo meglio. Attraverso l'apprendimento ha origine o si modifica o si riorganizza il comportamento. Tuttavia non ogni modificazione di comportamento è segno di apprendimento in quanto ci sono modificazioni del comportamento dovute a programmi genetici e a circuiti nervosi sottesi ai riflessi, a condotte istintive e a processi maturativi. L apprendimento è un processo in cui intervengono e giocano un ruolo decisivo fattori come la percezione di modelli, l'organizzazione cognitiva, l'esercizio, la personalità, la motivazione, la memoria e i meccanismi neuropsicologici. Nella sua nozione, come si evidenzia dalle definizioni date, sono impliciti i tratti di durata e di interiorità : l'apprendimento, infatti, si caratterizza come un processo che avviene soprattutto all'interno dell'individuo ed è relativamente stabile e duraturo nel tempo. Come osserva Titone, l apprendimento implica un cambiamento entro la struttura psichica del soggetto, si caratterizza come un'acquisizione di tipo assimilativo, per cui determinati contenuti mentali o forme operative vengono interiorizzati determinando una ristrutturazione o riorganizzazione degli assetti dinamici del soggetto stesso (Titone 1977: 29). Si apprendono insomma concetti ed abilità, procedimenti logico-cognitivi e capacità pratiche di manipolazione e questi durano nel tempo e non sono osservabili direttamente ma deducibili dal cambiamento di comportamento che i nuovi apprendimenti hanno determinato. Queste caratteristiche dell'apprendimento sono riassunte da Mednick nei seguenti punti (Mednick 1964): - l'apprendimento provoca sempre un cambiamento nel comportamento; - esso è il risultato di una esperienza o di una pratica; 7

8 - il cambiamento prodotto dall'apprendimento è permanente; - l'apprendimento non è osservabile direttamente, ma lo si può inferire dall'osservazione del comportamento. La capacità di apprendere permette di accumulare e tramandare le conoscenze da una generazione all altra, non biologicamente, ma attraverso la cultura Apprendimento neuropsichico e razionale Non è agevole dare una esauriente classificazione dei processi e delle forme di apprendimento nell'uomo. Tuttavia, si può fare una distinzione tra le due forme generali in cui si distingue l'apprendimento, soprattutto in relazione alle teorie psicolinguistiche che hanno maggiormente influenzato la didattica linguistica: l'apprendimento neuropsichico e l'apprendimento razionale. L'apprendimento neuropsichico ha come fine l'acquisizione di automatismi, è legato a basi di natura neurologica e comporta modificazioni a livello del tessuto neuro-corticale. Esso avviene attraverso tre processi: - associazione: secondo le classiche leggi della psicologia comportamentista le informazioni e le immagini vengono apprese meglio attraverso procedure di associazioni basate sulla somiglianza, sul contrasto e sulla contiguità spaziale o temporale; - condizionamento: sia di tipo classico o riflessologico (Pavlov, vedi 2.2) che di tipo operante (Skinner, vedi 2.2); - tentativo-errore, determinato dalla scoperta della soluzione giusta dopo una serie di tentativi falliti, come negli esperimenti condotti da Thorndike sulle scimmie. L'apprendimento razionale è tipico dell'uomo, e può essere definito come un processo (volontario) dominato dalla coscienza psicologica che opera come agente di direzione e di controllo regolativo e caratterizzato dalla presenza essenziale del pensiero soprattutto formale (Titone 1977: 31). Visto nella sua fase finale l'apprendimento razionale può esser definito come la capacità di astrarre e generalizzare le conoscenze. Tra le principali operazioni tipicamente cognitive si possono indicare: - la comprensione del significato di una nozione o di un fatto; - la soluzione di un problema logico; - l'analisi di un tutto nelle parti che lo compongono; - la sintesi delle parti in un tutto; - l'induzione o generalizzazione basata su una molteplicità di dati; - la deduzione che partendo da un principio universale o generale lo applica a casi particolari. 8

9 L apprendimento può avvenire in modo implicito, come quello proprio di certe pratiche sportive o quello relativo al gradimento di un certo genere musicale, che si manifesta con il miglioramento delle prestazioni o con una modificazione del giudizio, oppure in modo esplicito, qual è quello perseguito per accrescere le proprie conoscenze semantiche e per arricchire la propria memoria episodica. Nell apprendimento si fa anche una distinzione fra apprendimento individuale (la capacità di acquisire nuove informazioni attraverso l esperienza personale nell ambiente e i vari meccanismi propri dell apprendimento psichico e razionale) e apprendimento sociale (la capacità di acquisire nuove conoscenze e pratiche attraverso l interazione con gli altri). In genere in ambienti stabili, l apprendimento sociale risulta più vantaggioso in quanto più affidabile grazie all interazione e al confronto con gli altri Leggi e fasi dell apprendimento La psicologia individua quattro regole, o leggi, che presiedono all'apprendimento: - legge della totalità: tutto l'uomo partecipa allo sforzo dell'apprendimento (sensi, intelligenza, volontà, memoria, immaginazione) con la sua personalità e cultura; - legge della globalità: la percezione e la comprensione riguardano sempre una totalità significativa, un dato complesso: si coglie l'oggetto nella sua totalità e successivamente lo si analizza; - legge della motivazione: l'apprendimento esige che l'obiettivo sia intuito come corrispondente e idoneo alla soddisfazione di un bisogno; solo ciò può assicurare un interesse per l'obiettivo da parte del soggetto umano; - legge dello sviluppo e della riorganizzazione: ogni nuova conoscenza non si pone semplicemente accanto alle precedenti, ma si inserisce e si correla al bagaglio di conoscenze già possedute interagendo con esse o modificandole. Ogni nuova conoscenza diventa parte di un tutto. Non vi è opposizione tra comportamento ereditario e comportamento acquisito: il secondo è il naturale e logico sviluppo del primo. Lo sviluppo della conoscenza si ha attraverso un processo di differenziazione, integrazione e affinamento. Come osserva Titone, l'apprendimento non è fine a se stesso, ma mezzo per giungere all'arricchimento e alla maturazione sia del pensiero riflesso che delle potenzialità di autorealizzazione della persona, in senso individuale e sociale (Titone 1977: 32). In ogni processo di apprendimento si possono individuare dei momenti o fasi caratterizzanti: - lo stadio preliminare: indica la disposizione a imparare (readiness); - la presa di posizione: è l atteggiamento che si assume di fronte all'oggetto da conoscere o alla situazione da affrontare o al problema da risolvere; - la selezione: la scelta relativa al percorso da seguire e al mezzo più idoneo da adottare; - l eliminazione: individuazione e rimozione di ostacoli e possibili errori; 9

10 - la fissazione: consolidamento di quanto appreso in base alle leggi dell'apprendimento in modo da poterlo più agevolmente recuperare; - l integrazione e organizzazione di quanto appreso. Per le finalità e i compiti didattici richiesti all'insegnante di lingua, anche se nel processo di apprendimento tutte le operazioni sono importanti, una particolare attenzione va posta al primo stadio dell'apprendimento, la cosiddetta disposizione ad apprendere o prontezza: essa consiste nel possesso ad ogni stadio di una sufficiente maturazione bio-psicologica e di una esperienza cognitiva e socio-affettiva adeguata ai compiti di apprendimento dell allievo. Generalmente lo stato di idoneità, prontezza viene accertato attraverso opportuni test di intelligenza, di profitto, e attraverso scale di interessi e di emotività ecc. L'insegnante di una seconda lingua dovrà essere consapevole dell'interesse e dell'attitudine dell'allievo ad apprendere la lingua, così come dovrà essere consapevole che la maturità necessaria può essere accelerata o promossa Fattori che facilitano l apprendimento Ogni apprendimento, compreso quello di un altra lingua, può essere facilitato da diversi fattori. Ne indichiamo alcuni di seguito. Un primo fattore è il livello di elaborazione: quanto più un informazione o stimolo vengono ripresi e praticati in modo costante, tanto meglio vengono appresi. Nell apprendimento è, quindi, importante la pratica. Come ha dimostrato Ebbinghaus, in generale, è meglio frazionare un compito o un esercizio nel tempo piuttosto che concentrarlo in una singola sessione sia pure lunga ( distribuzione dell esercizio ). Un secondo fattore è costituito dall attenzione: è difficile ritenere il contenuto di un argomento se non ci concentriamo su di esso. Quanto più la nostra attenzione è divisa fra compiti diversi tanto minore sarà il nostro apprendimento. Un buon apprendimento richiede un attenzione focalizzata. Anche la motivazione rappresenta un fattore decisivo in ogni apprendimento: se si è motivati ad apprendere, si dedica anche più attenzione. Noi ricordiamo più facilmente quei fatti o quelle nozioni che hanno un particolare interesse per noi, mentre dimentichiamo ciò che per noi ha scarso interesse. Infine l organizzazione del materiale: ognuno per meglio imparare e ricordare quanto appreso adotta dei metodi e delle strategie che facilitano il ricordo e il recupero delle informazioni. Ad esempio se ad un apprendente si chiede di imparare una lista di parole in cui sono presenti nomi di animali, fiori ed oggetti, questi tenderà ad organizzarli per generi per poterli meglio ricordare. Anche nella vita quotidiana ci si organizza per quanto riguarda il lavoro e gli impegni da ricordare in base alle loro caratteristiche Livelli di apprendimento L apprendimento può avvenire facendo e sperimentando (apprendimento attraverso operazioni) o osservando gli altri (apprendimento osservativo). Alla base di questo apprendimento vi sono due meccanismi distinti: l emulazione e l imitazione. Quando si riproduce in modo meccanico, 10

11 stereotipato, il comportamento di un altro individuo senza una valutazione dello scopo e dell efficacia dell azione si ha emulazione. Quando invece un individuo riproduce in modo consapevole l azione di un altro per conseguire lo stesso scopo si ha imitazione. L apprendimento non è un processo lineare (una semplice accumulazione progressiva), ma ricorsivo e circolare: quello che si è appreso fino ad un dato momento costituisce il presupposto di quanto verrà appreso successivamente. L apprendimento, quindi, procede per livelli successivi. Bateson (1972) ha distinto i vari livelli secondo una scala gerarchica: fra concetti, predicati e simboli c è una gerarchia crescente di livello. Così per gli apprendimenti abbiamo, ad esempio, quelli di tipo zero che indicano gli individui, quelli di tipo uno che indicano le proprietà degli individui, quelli di tipo due che indicano le proprietà delle proprietà. Secondo Bateson si ha apprendimento zero quando si è arrivati alla soglia massima di apprendimento di una certa competenza e l organismo non è più in grado di acquisire nuove informazioni pertinenti. A questo livello non si ha modificazione del comportamento ma solo ripetizione degli apprendimenti acquisiti (abitudine). Si ha apprendimento uno (apprendimento di primo livello) quando si ha una modificazione o miglioramento di un comportamento. Una classica osservazione dell apprendimento di livello uno è che gli apprendimenti iniziali di una data competenza sono piuttosto lenti, a volte incerti, con la presenza di frequenti errori. Poi via via che si prosegue nell apprendimento di quella competenza le prestazioni diventano più efficienti e corrette. Il soggetto impara a imparare (o apprendimento di secondo livello). Per arrivare a questo livello occorre che le situazioni di un certo apprendimento uno siano simili e comparabili fra di loro, occorre cioè che il contesto di apprendimento sia mantenuto stabile, regolare e prevedibile. In tal modo il soggetto non solo apprende i contenuti proposti, ma anche i contesti in cui tali contenuti sono appresi. L apprendimento tre (o apprendimento di terzo livello) è un cambiamento nel processo di apprendimento due e consiste nella applicazione di quanto appreso ai nuovi contesti in cui avviene l apprendimento. Tipico esempio di questo livello è la conversione (un esempio di conversione potrebbe essere rappresentato da chi scopre casualmente un percorso più breve per raggiungere il posto di lavoro e da allora cambia le proprie abitudini, alzandosi magari più tardi la mattina) che comporta una ristrutturazione profonda e globale degli apprendimenti fino ad allora conseguiti; un tale apprendimento porta a modificare il sistema delle credenze e dei valori, delle pratiche, delle consuetudini ecc. 11

12 UD 2 - Teorie dell apprendimento Si descrivono i due orientamenti principali che hanno caratterizzato gli studi sull apprendimento linguistico nel Novecento: il comportamentismo e il cognitivismo L ipotesi comportamentista Il condizionamento classico e operante L ipotesi innatista e Chomsky La Grammatica Universale Il cognitivismo Il costruttivismo L ipotesi comportamentista Il comportamentismo è un orientamento della psicologia moderna che, nell'intento di dare alla psicologia uno statuto simile a quello delle scienze esatte, circoscrive il campo della ricerca all'osservazione del comportamento animale e umano, rifiutando ogni forma di introspezione che, per sua natura, sfugge alla verifica oggettiva. I comportamentisti (o behavioristi) diedero particolare impulso allo studio dell apprendimento e della conseguente modificazione del comportamento, applicandosi soprattutto nell esame degli animali, nella convinzione che i processi di apprendimento fossero uguali negli animali e negli esseri umani. Il postulato fondamentale del comportamentismo è che la psicologia studia il comportamento e non la mente, e che le fonti del comportamento sono esterne, nell'ambiente, e non interne, nella mente. Nelle sue formulazioni più radicali, viene anche sostenuta la posizione che non esiste (e non solo che non è direttamente studiabile) altra attività mentale al di fuori dei comportamenti. Attribuendo maggiore importanza agli effetti prodotti dall ambiente e dall esperienza, il comportamentismo si interessa delle modificazioni che si verificano nelle abitudini e nei modi di pensare. I comportamenti dipendono, secondo tale teoria, sia dall imitazione dei modelli presenti nell ambiente che dall apprendimento di nuovi schemi, mentali e comportamentali. L apprendimento, infatti, è il processo attraverso il quale il comportamento viene modificato dall esperienza e dall ambiente e si riferisce all acquisizione di risposte totalmente nuove e all incremento della frequenza di un comportamento già appreso. Sulla scia di queste premesse, tutti i teorici dell apprendimento, convinti della possibilità di creare una società migliore semplicemente adottando una stimolazione adeguata sugli individui, hanno sviluppato la teoria del condizionamento conosciuta anche come psicologia stimolo-risposta,secondo cui ad una determinata stimolazione dovrebbe corrispondere un unica risposta condizionata dal rinforzo positivo o negativo (vedi 2.2). 12

13 2.2 - Il condizionamento classico e operante Il condizionamento è un sistema di apprendimento, umano o animale, che si basa sulla formazione di un'associazione (o concatenamento) di eventi fra loro dipendenti. Il condizionamento può essere di due tipi: classico ed operante, il primo risale al modello del fisiologo russo Ivan Pavlov ( ), il secondo allo psicologo americano Burrhus F. Skinner ( ). Nel condizionamento classico la risposta ad uno stimolo è riflessa, come l atto del chiudere le palpebre in risposta ad una luce molto intensa; in altri termini la relazione stimolo-risposta è conseguenza di una risposta automatica o di un riflesso inscritto geneticamente nel sistema nervoso dell animale. Ma Pavlov si accorse attraverso i suoi esperimenti che lo stimolo può essere condizionato, ad esempio, facendo precedere alla luce intensa un determinato suono: il rapporto tra luce e suono determinerebbe il battito delle palpebre prima ancora dell accensione della luce accecante. Si tratterrebbe, cioè, di un condizionamento stabilito semplicemente dalla contiguità temporale tra lo stimolo e la risposta: si tratta quindi di un riflesso condizionato o appreso. Nel condizionamento operante una persona impara a compiere una nuova associazione tra uno stimolo ed una risposta già appresa non riflessa. Skinner, proseguendo le ricerche di Edward L. Thorndike e dello stesso Pavlov, mantenne un punto di vista rigorosamente comportamentista, ma introdusse la distinzione tra due comportamenti, quelli rispondenti derivanti da riflessi innati o appresi attraverso il condizionamento classico, e quelli operanti appresi dall organismo a seguito di un rinforzo. I comportamenti operanti crescono o diminuiscono in funzione del rinforzo che l organismo riceve. I rinforzi possono essere positivi, consistenti nella presentazione di uno stimolo che soddisfa un bisogno (un premio o una gratificazione qualsiasi) o negativi consistenti nella cessazione o eliminazione di uno stimolo aversivo (una situazione spiacevole o dolorosa). In entrambi i casi il rinforzo rende più probabile il verificarsi del comportamento. I rinforzi possono ulteriormente essere distinti in primari e secondari. I primi soddisfano bisogni fondamentali dell organismo (come la fame, la sete, il sonno ecc.) i secondi si riferiscono a cose piacevoli quali il denaro, la lode l approvazione ecc. Fondamentali per l apprendimento di comportamenti desiderati sono pertanto le ricompense, gli incoraggiamenti ed i rinforzi nei confronti di atteggiamenti giudicati positivi, mentre comportamenti indesiderati si estinguerebbero perché ignorati a causa della mancanza di rinforzo da parte dell ambiente. Per Skinner anche il linguaggio può essere studiato in termini comportamentistici, come un insieme complesso di risposte operanti. Il bambino impara, ad esempio, a usare un termine come cane in modo discriminativo e associativo. Quando usa in modo corretto la parola cane, è rinforzato dagli adulti di riferimento, se invece la usa in modo sbagliato (ad esempio con un gatto) allora viene corretto dai genitori. Grazie all interazione fra stimoli discriminativi e rinforzi il bambino apprende ad associare il termine giusto ai singoli oggetti. Significativo di questa concezione è l atteggiamento di Fries, il quale afferma che la lingua è vista come un insieme di segnali i quali, quando sono emessi coscientemente da un individuo producono risposte prevedibili di riconoscimento o di azione in un altro individuo o in altri individui (Fries 1951: 6). 13

14 2.3 - L ipotesi innatista e Chomsky L ipotesi innatista delineata alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso da Noam Chomsky (Chomsky 1959) è sorta in opposizione al comportamentismo (vedi 2.1). I comportamentisti avevano cercato di ridurre anche comportamenti complessi come la produzione e la comprensione del linguaggio alle leggi del condizionamento classico e operante che governano l apprendimento in generale. La critica distruttiva di Chomsky segnò l inizio del tramonto del movimento comportamentista e l inizio di quella che è stata chiamata la rivoluzione cognitivista. L influenza del lavoro di Chomsky sarà molto profonda e andrà oltre la semplice critica al modello skinneriano del linguaggio (vedi 2.2) perché legittimerà un approccio allo studio della mente come sistema dotato di regole. Chomsky dimostrò come una catena appresa di associazioni di stimoli e risposte non fosse un modello così potente da rendere conto della capacità di comprendere e produrre il linguaggio anche in modo creativo. Per Chomsky gli esseri umani sono programmati biologicamente per il linguaggio e questa predisposizione si sviluppa allo stesso modo in cui altri organi e funzioni del corpo umano si sviluppano. Secondo questa ipotesi l esperienza fa sì che questo meccanismo naturale ad apprendere si inneschi. I principi e le regole che sono alla base del linguaggio sono così astratti che se il bambino avesse a disposizione solo esempi o stimoli grammaticalmente corretti, difficilmente riuscirebbe ad estrarli. La lingua è un insieme aperto ed è costituita da tutte le frasi possibili mentre l insieme delle frasi effettivamente pronunciate rappresenta soltanto un piccolo sotto-insieme della lingua. Questa osservazione è molto importante perché significa che ci deve essere un insieme di regole, ovvero una grammatica, che i parlanti usano per generare le frasi della loro lingua. Imparare la grammatica di una lingua significa imparare a distinguere le sequenze che per quella grammatica sono corrette da quelle che non lo sono. Una grammatica consiste, quindi, in un meccanismo che genera, cioè produce, tutte le sequenze grammaticali della lingua e nessuna sequenza non grammaticale. Generare una frase significa saper specificare l insieme delle regole attraverso le quali si ottiene la struttura della frase stessa. Ma come si impara una grammatica? Chomsky mette a confronto due modelli: quello associazionista della grammatica a stati finiti di matrice skinneriana e il suo modello della grammatica generativa. Se il meccanismo di apprendimento fosse associativo, l apprendimento consisterebbe nella conoscenza della struttura probabilistica di una lingua attraverso una continua esposizione a stimoli linguistici. Il modello associazionista non riesce a spiegare la struttura gerarchica delle lingue naturali come ad esempio l italiano o l inglese. In altri termini, le grammatiche a stati finiti sono troppo semplici per rendere conto della complessità di una lingua naturale. Questa complessità può essere illustrata facendo riferimento alle frasi che contengono al loro interno delle proposizioni subordinate La Grammatica Universale Per spiegare la natura specie-specifica del linguaggio (con questo concetto, mutuato dall etologia, si vuole indicare che il linguaggio, come anche le facoltà cognitive, è una caratteristica specifica della specie umana, non presente in altri esseri animali viventi), Chomsky ha sviluppato la teoria della Grammatica Universale (GU) o Generativa. 14

15 La grammatica generativa si spiega con l esistenza di una facoltà innata della mente umana, uno specifico meccanismo di acquisizione linguistica (Language Acquisition Device o LAD) che è all origine della Grammatica Universale, la quale può essere considerata come una teoria dei meccanismi innati, una matrice biologica sottostante che fornisce un quadro all interno del quale si sviluppa la crescita della lingua (Chomsky 1981: 178). Questa è un sottosistema di principi e tratti comuni a tutte le lingue naturali. Tale meccanismo innato permette al bambino di formulare regole sulla lingua che apprende e di produrre espressioni originali che non possono essere ricondotte a un semplice condizionamento da parte dell input: anzi lo stimolo linguistico esterno sarebbe insufficiente qualitativamente (argomento della povertà dello stimolo ), e quantitativamente inadeguato (frammentario, con errori, false partenze ecc.) dato che mancano, ad esempio, correzioni e indicazioni su ciò che non è grammaticale. La Grammatica Universale guiderebbe lo sviluppo del dispositivo di acquisizione linguistica (Chomsky 1975). Principi innati invarianti, i cosiddetti universali linguistici, costituiscono l'essenza della G.U. Gli universali linguistici sono distinti in universali sostanziali (tratti fonologici distintivi, categorie sintattiche ricorrenti nelle lingue umane) e universali formali, comprendenti principi e parametri. I principi rappresentano delle leggi assolute, universali, che si manifestano in modo essenzialmente negativo: non esisterebbe, cioè, alcuna lingua che violi i principi della Grammatica Universale. I parametri, invece, rappresentano le scelte o i valori che nelle diverse lingue assumono certi tratti della lingua. I parametri spiegherebbero le variazioni sintattiche fra le lingue. I valori dei parametri verrebbero posizionati durante l acquisizione di una specifica lingua. Un esempio di parametro è quello relativo all omissibilità o meno del pronome soggetto (il cosiddetto carattere pro-drop di una lingua): in alcune lingue (come l'italiano, lo spagnolo e il greco moderno) tale pronome può essere omesso, mentre in altre (come l'inglese, il francese o il tedesco) deve essere sempre espresso. Secondo tale modello l'apprendimento di una lingua si configurerebbe essenzialmente come settaggio dei diversi parametri della GU (parameter setting) sulla base delle caratteristiche della specifica lingua appresa nell'ambiente in cui si vive. Quindi i parametri, come serie di opzioni, sono innati, mentre ciò che deve venire appreso è la selezione di un opzione piuttosto di un altra. All interno di questa impostazione Chomsky introduce, rifacendosi in qualche modo a Ferdinand de Saussure, la distinzione tra competenza linguistica ed esecuzione linguistica. La prima (detta anche lingua internalizzata ) indica la capacità generale di usare una data lingua e implica la conoscenza perfetta della lingua stessa da parte di un parlante ideale. La seconda riguarda invece l uso concreto e contingente di tale lingua in una data situazione. La competenza linguistica non è sempre riflessa nell uso che viene effettivamente fatto della lingua. L esecuzione linguistica, infatti, non è determinata soltanto dalla competenza linguistica di base ma, secondo Chomsky, anche da fattori cognitivi come, per esempio, la memoria e la comprensione che un individuo possiede della situazione in cui si trova Il cognitivismo Il cognitivismo è una corrente della psicologia che, in opposizione al comportamentismo (vedi 2.1), concepisce la mente non come un recettore passivo delle informazioni che giungono dai sensi, ma come un elaboratore attivo che opera sui dati che ha a disposizione e secondo delle complesse serie di sequenze, i processi cognitivi, che sono in parte innati e in parte appresi attraverso l esperienza. Mentre il comportamentismo assimila gli atteggiamenti intellettivi a stimoli fisiologici, il cognitivismo dà rilievo alla componente mentalistica, alle capacità cognitive, all intelligenza. Il 15

16 comportamento dell individuo non è spiegabile semplicemente mediante lo schema stimolorisposta, ma si organizza attraverso la creazione di schemi concettuali entro cui collocare le informazioni. Gli individui quindi, secondo le teorie cognitiviste, non reagiscono nello stesso modo agli stimoli ambientali, poiché sono differenti le strutture cognitive di riferimento e quindi diversa è anche l interpretazione degli stimoli stessi. Sorto negli anni Sessanta con le ricerche di Urlich Neisser che ne ha dato la prima formulazione teorica in Psicologia cognitivista (1967), il cognitivismo ha visto un fiorire di ricerche con G. A. Miller, D. Norman, G. Mandler, D. E. Rumelhart, J. S. Bruner. In realtà il cognitivismo non è una scuola psicologica, ma un orientamento che rivisita le varie correnti e scuole psicologiche. Come afferma Neisser la psicologia cognitiva si occupa di tutti quei processi per mezzo dei quali l'input sensoriale viene trasformato, ridotto, elaborato, immagazzinato, recuperato ed infine utilizzato (Neisser 1976). Questa definizione porta a importanti considerazioni. Innanzitutto, il riferimento ad un input sensoriale implica che i processi cognitivi inizino nel momento stesso in cui si viene a contatto con il mondo esterno. Il concetto di trasformazione dell'input sensoriale suggerisce che la nostra rappresentazione del mondo esterno non è frutto di una semplice registrazione passiva dell'ambiente fisico, ma il risultato di una costruzione attiva che può comprendere sia una riduzione, poiché è possibile che una parte dell'informazione vada perduta, sia una elaborazione, che avviene quando l'input sensoriale viene integrato. L'immagazzinamento ed il recupero dell'informazione naturalmente hanno a che fare entrambi con la memoria, ma è necessario tenerli distinti, anche perché l'immagazzinamento non garantisce necessariamente il recupero dell'informazione. L'ultima parte della definizione fa riferimento all'utilizzazione con profitto dell'informazione. Secondo il cognitivismo l attività principale della mente umana è quella di mettere in atto un processo di rielaborazione in base a strutture e schemi che vengono ricreati di volta in volta in relazione all esperienza. L approccio cognitivo sottolinea l importanza dei processi interni, degli atteggiamenti e degli stati mentali e tiene conto dei fattori cognitivi che favoriscono il raggiungimento degli obiettivi didattici. In altri termini, la mente, così come fa un computer, elabora e trasforma i dati immessi Il costruttivismo Una particolare prospettiva teorica e pratica del cognitivismo, quasi un suo corollario, è il costruttivismo secondo cui l apprendimento viene visto come un impegno attivo da parte dei discenti a costruire la propria conoscenza piuttosto che come semplice passaggio di nozioni dalla mente del docente a quella dello studente. Il costruttivismo considera la realtà come il prodotto stesso dell'esperienza di chi apprende; la mente è costruttrice di significati, strumenti usati per rappresentare la realtà di chi apprende (Varisco 1999: 141). Alla base del costruttivismo c è l idea che l apprendimento ha luogo all interno dell esperienza personale più che provenire interamente da una realtà esterna. La conoscenza è costruita all interno degli individui ed il significato assume forma solo all interno della sfera mentale di ognuno. Gli apprendenti possono acquisire conoscenza solo se sono parte attiva della manipolazione, reinvenzione e ricostruzione dell esperienza, che solo così diviene significativa, organizzata e permanente. 16

17 Jean Piaget, con il suo lavoro sugli stadi dello sviluppo cognitivo e sull'importanza dei conflitti cognitivi per la costruzione/ristrutturazione della conoscenza, può essere sicuramente considerato uno dei padri del costruttivismo. Il costruttivismo vede la conoscenza umana, l'esperienza, l'adattamento come prodotti di una costruzione attiva del soggetto. La realtà non viene considerata come qualcosa di oggettivo, indipendente dal soggetto che ne fa esperienza, poiché è il soggetto stesso che la crea, partecipando in maniera attiva alla sua costruzione. Egli è al tempo stesso costruttore e ordinatore della realtà, colui che stabilisce un ordine tra i tanti possibili; non un ordine qualsiasi, bensì quello a lui più utile e funzionale alle proprie attività. Schematicamente gli aspetti salienti del costruttivismo possono essere indicati in cinque punti: - sapere come costruzione personale; - apprendimento attivo; - apprendimento collaborativo; - importanza del contesto; - valutazione intrinseca. 17

18 UD 3 - Apprendimento e acquisizione linguistica Si introduce la distinzione tra acquisizione e apprendimento linguistico descrivendo i tratti peculiari di ciascun concetto e quelli che li differenziano La percezione e il linguaggio Fasi della percezione Apprendimento e acquisizione linguistica Apprendimento di una lingua materna e di una lingua straniera Apprendimento misto La percezione e il linguaggio All'origine e alla base di ogni apprendimento c'è sempre la percezione dell'oggetto (cosa o concetto) da apprendere. La percezione è definita dalla psicologia come l'esperienza di oggetti e fatti capaci di stimolare i nostri organi di senso. La percezione in realtà consiste nell assegnazione di un significato agli stimoli provenienti dagli organi di senso e nell attribuzione ad essi di proprietà fisiche (come, ad esempio, nitidezza ad un immagine, grandezza ad un oggetto, chiarezza ad un suono ecc.), grazie ad una caratteristica della percezione, vale a dire la costanza percettiva. Per la psicologia, quindi, la percezione è frutto di una elaborazione mentale, una complessa interpretazione della realtà; è un processo cognitivo e non solo puramente sensoriale. Una conferma di questa interpretazione psicologica è rintracciabile nelle illusioni, cioè in quelle percezioni di oggetti costruiti mentalmente e non esistenti nella realtà. Nel caso dell apprendimento linguistico la percezione si manifesta sia come ascolto (percezione uditiva), sia come lettura o percezione di segni grafici (percezione visiva). La capacità di percepire in modo preciso i segnali linguistici è fondamentale per l'apprendimento di una lingua. Nel discorso reale le frasi sono fisicamente dei flussi ininterrotti di suoni, non raggruppati nelle comode unità discrete che chiamiamo parole. Se ascoltiamo uno che parla una lingua che non conosciamo, quello che percepiamo è solo una sequenza indistinta di suoni e di cambiamenti di tono che non significano niente per noi. Quando, invece, ascoltiamo qualcuno che parla la nostra stessa lingua, allora percepiamo qualcosa di strutturato e di comprensibile: cogliamo nel flusso del discorso le differenze tra gli indici significativi e costanti e riusciamo a raggruppare i suoni in strutture dotate di senso. Abbiamo tutti l'impressione di udire effettivamente parole distinte e ordinate linearmente, ma solo perché, conoscendo quella lingua, discriminiamo nel continuum fisico singoli suoni o gruppi di suoni al di là di quelli effettivamente prodotti. Questo indica che nella percezione influisce notevolmente il contesto. 18

19 Nella percezione linguistica ha un ruolo decisivo anche il significato: si riconoscono più facilmente le parole di un discorso quando se ne comprende il significato. La percezione del linguaggio orale è un processo attivo in cui il soggetto compensa le insufficienze di quello che sente con quello che già conosce. Il ruolo attivo dell ascoltatore è analogo a quello del lettore che integra le informazioni provenienti dalla pagina con quelle immagazzinate nella mente relative alle esperienze dirette o indirette fatte in precedenza e attivate dalla lettura. Per questo non è strettamente necessario discriminare ogni suono che percepiamo, ma è sufficiente afferrarne alcuni che vengono integrati con le informazioni che possediamo in memoria Fasi della percezione Un aspetto significativo della percezione è costituito dalla capacità di selezione delle percezioni. Il nostro cervello è in grado di concentrarsi su certi aspetti di uno stimolo uditivo complessivo ignorandone altri: è il fenomeno dell attenzione uditiva. L attenzione uditiva è strettamente legata al processo di ascolto selettivo. Ad esempio, se partecipiamo ad una discussione in cui più persone parlano insieme, siamo in grado di sintonizzarci su una sola di esse o su diverse alternativamente, ignorando le altre. In qualsiasi modello di percezione linguistica vi sono delle componenti operazionali costanti che interagiscono fra di loro: - il riconoscimento di indici significativi e costanti sulla base di schemi percettivi o di proiezione, per cui i suoni in input sono confrontati con i modelli linguistici immagazzinati nella memoria; - l'integrazione, ossia la componente che permette di raggruppare i suoni in unità maggiori (fonemi, sintagmi, frasi ecc.) e che consente, tra l'altro, di ricostruire, o completare messaggi interrotti o imprecisi; - l'interpretazione, cioè la fase in cui alla sequenza dei suoni percepiti viene attribuito un significato relativo sia all'intero messaggio che alle sue componenti; - l'immagazzinamento di quanto è stato percepito e interpretato nella memoria sotto forma di immagini e concetti per essere recuperato in un qualsiasi momento successivo. La percezione di un messaggio linguistico (o decodificazione) è strettamente connessa alla produzione del linguaggio: l'una e l'altra si presuppongono, non è possibile l'una senza l'altra. Anzi nella teoria motoria di Lieberman (1972) si arriva a sostenere che nella percezione del linguaggio l'ascoltatore riproduce mentalmente, in silenzio, i segnali linguistici facendo un uso attivo della conoscenza interna dell'apparato di produzione del linguaggio Apprendimento e acquisizione linguistica Un modo per studiare i processi psicologici che si attivano quando si producono o si comprendono enunciati linguistici è quello di analizzare come si impara una lingua, sia essa materna o straniera. E per capire questo è importante fare la distinzione proposta da Krashen (1981) fra acquisizione e apprendimento linguistico. Con acquisizione si intende il processo naturale e spontaneo attraverso 19

20 il quale il neonato o il bambino apprendono la lingua materna insieme alle molte altre abilità che accompagnano la sua crescita e sviluppo; con apprendimento si fa riferimento ai processi che portano ad imparare una seconda lingua. L acquisizione della lingua materna è un processo primario, sia perché anteriore nel tempo, sia perché è la base per lo studio di altre lingue. L'apprendimento linguistico avviene solitamente più tardi rispetto all'acquisizione linguistica, e comunque quasi sempre quando l'esecuzione linguistica è abbastanza sviluppata e quando molti altri processi di maturazione fisica e psichica sono stati completati o quasi. Per Krashen i due processi acquisizione e apprendimento sono nettamente distinti, senza nessuna possibilità di passaggio dal conscio al subconscio o viceversa; la sua posizione sembra sostenere che il tempo dedicato in classe all' apprendimento è tempo sprecato in quanto è tempo rubato all' acquisizione. L'acquisizione non è una caratteristica esclusiva del processo di appropriazione della lingua materna, ma si ha anche quando ci si appropria di una seconda lingua. In questo caso si parla più spesso di apprendimento spontaneo (Naturalistic Second Language Acquisition). È il processo naturale che caratterizza l'apprendimento di una seconda lingua in un contesto caratterizzato da situazioni comunicative autentiche. Ad esempio, i bambini che si trasferiscono con i genitori all'estero imparano la lingua locale attraverso il contatto diretto con i bambini del posto. L input linguistico cui il bambino è esposto e in base al quale costruisce le proprie ipotesi sulla linguaobiettivo riguarda una grande parte della vita quotidiana e rimane per lo più costante. In situazione di apprendimento spontaneo l input viene fornito a velocità normale e da parlanti diversi. Apprendere una L2 in modo naturale significa che l input non si presenta sempre in modo chiaro e distinto e, dal punto di vista del contenuto, calibrato sulle specifiche capacità linguistiche dell interlocutore, ma è dettato più spesso dallo scopo comunicativo del parlante. L apprendimento fa invece pensare alle situazioni, più o meno istituzionali, in cui viene appresa una seconda lingua. Si tratta dell apprendimento solitamente impartito nelle scuole di lingua pubbliche o private, in spazi a ciò deputati (le aule) e in tempi (le ore di lezione) prefissati. In queste situazioni l input linguistico è solitamente controllato e scandito secondo una progressione lineare. Esso si incentra su un limitato numero di situazioni comunicative intese come significative ed esemplificative delle situazioni nelle quali più frequentemente un apprendente potrà venirsi a trovare nel Paese straniero. L insegnamento è svolto per lo più da persone specializzate o comunque formate per svolgere questo compito. L insegnamento mira innanzitutto alla correttezza degli enunciati. Si tratta dunque di un insegnamento esplicito, con lo scopo di trasmettere regole e modelli linguistici utili all apprendente per costruire i suoi discorsi. Le conoscenze linguistiche vengono trasmesse e approfondite con l aiuto di spiegazioni (regole grammaticali), di procedimenti metacomunicativi, di specifici esercizi orali o scritti e anche con l aiuto della lettura e scrittura. Si cerca di limitare le interferenze prevenendo gli errori. L aspetto pragmatico dell apprendimento di una seconda lingua è solo presentato, ma non è vissuto, e inoltre non si ha un'acculturazione diretta. L apprendimento è, quindi, il risultato dell interazione di soggetti diversi (insegnanti e allievi) in cui diversi fattori e variabili influiscono determinando l esito finale. 20

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