la vita, le opere, le encicliche, le manifestazioni che ricorderanno l attualità del suo pensiero

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1 LeoneXIII COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI DEL CENTENARIO DELLA MORTE DI PAPA VINCENZO GIOACCHINO PECCI la vita, le opere, le encicliche, le manifestazioni che ricorderanno l attualità del suo pensiero con un testo di Michael Novak DIGNITÀ UMANA E LIBERTÀ DELLA PERSONA

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3 la poesia LA PORTA SANTA Non ci lasciar nell atrio / del viver nostro avanti / La Porta chiusa erranti / come vane parole... Lasciaci udir gli squilli / dell immortalità... Tutto il di noi che vive / e ciò che a noi sorvive / tutto è per noi di là Giovanni Pascoli Questa poesia di Giovanni Pascoli, contenuta in Inni e Odi, fu composta come omaggio a papa Pecci nel 1900, in occasione del Giubileo

4 LeoneX III L uomo più popolare d Europa Sono diversi i motivi per celebrare la figura di Leone XIII. Il suo magistero viene giustamente ricordato per l intramontabile enciclica Rerum novarum con la quale, in maniera lungimirante poneva le premesse per la costruzione di un elaborata dottrina sociale della Chiesa. Ricordare papa Pecci solo per questo, tuttavia, non sarebbe corretto. Il suo lungo pontificato fu talmente ricco di novità che permette di descrivere un importante pagina nella storia del papato e, per di più, raggiungendo un giudizio positivo alquanto unanime. Non si può dimenticare che il nuovo Papa avrebbe affrontato una situazione completamente nuova nel corso degli ultimi secoli: la fine del potere temporale, avvenuta con la presa di Roma. Nel 1870, poneva le premesse per una presenza differente della Chiesa nel mondo e, soprattutto, in Italia. E parere unanime tra gli studiosi che Leone XIII fosse uomo di grandi qualità. Possedeva un intelligenza lucida e perspicace, nutrita da un amore spassionato per la lettura e lo studio, soprattutto di San Tommaso. Le conquiste del sapere scientifico vennero da lui viste con occhio curioso, sorpreso e benevolo; ne sono testimonianza i pochi attimi di uno dei primi filmati della storia che lo ritraggono sorridente e a suo agio. Ciò che rimane forte fu certamente la sua linea innovativa circa la questione operaia e il suo appello al laicato cattolico perché fosse massicciamente presente nel processo di rinnovamento della società. Tre giubilei furono celebrati per Leone XIII: nel 1888 quello del cinquantesimo di ordinazione sacerdotale, nel 1893 quello del suo episcopato e nel 1902 il giubileo dell elezione a Sommo Pontefice. A giudizio di molti era considerato all epoca l uomo più popolare d Europa. Le celebrazioni che

5 i messaggi da diverse parti si organizzano per il centenario della sua morte (20 luglio 1903) all età di 93 anni, non fanno che testimoniare la permanente attenzione e simpatia nei confronti di questo Papa e l attualità del suo magistero. Rino Fisichella rettore della Pontificia Università Lateranense La cerniera tra due mondi Gioacchino Pecci, papa Leone XIII, è veramente cerniera tra due mondi. Conosce, da nunzio in Belgio, gli esordi dell industrializzazione; vede, da vescovo di Perugia, i mercenari svizzeri soffocare i moti patriottici; proclama, da successore di Pietro, la questione sociale e quando muore, l uomo vola per la prima volta con una macchina più pesante dell aria. È il primo pontefice a non disporre, dopo quindici secoli, di un potere temporale e a godere invece di un autorità puramente spirituale. Le sue origini si radicano nella periferia dell antico Stato della Chiesa ma ha un intuizione forte dei problemi della democrazia e vede il sorgere dell impero americano con il crepuscolo delle orgogliose dinastie europee. Studiare il suo pontificato, a cent anni dalla sua scomparsa, è dare un contributo alla migliore conoscenza del rapporto tra cattolicesimo e contemporaneità, ricostruendo un intreccio tra vita civile e religiosa, non di rado frammentato e privato della sua ricca complessità. Giorgio Rumi presidente del Comitato per le celebrazioni

6 LeoneX III Una Chiesa all avanguardia Celebrare la figura e l opera di Leone XIII è un grande onore e un privilegio per il Ministero per i Beni e le Attività culturali. Il suo magistero, collocato a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in un epoca di profonde trasformazioni sociali e politiche, spicca per profondità intellettuale. Grazie ad esso la Chiesa cattolica poté interpretare e al contempo intervenire con lungimiranza e moderazione sui processi evolutivi che interessavano le comunità nazionali. Straordinariamente molteplici e feconde furono le relazioni internazionali che egli stabilì e coltivò. Una pietra miliare, riferimento morale per tutti, è poi la sua dottrina sociale. Originale, infine, la sua concezione della democrazia, insieme aperta e vigile contro derive estreme che allora prendevano corpo. Grazie a lui la Chiesa cattolica si pose all avanguardia tra le istituzioni mondiali di fronte a un secolo destinato a conoscere tanti momenti bui. Riflettere oggi sulla figura di Leone XIII è pertanto opera fondamentale per chiunque voglia serbare memoria intelligente del secolo che si è chiuso e guardare con consapevolezza al XXI secolo. Giuliano Urbani ministro per i Beni e le Attività culturali

7 i messaggi Liberali e cristiani più vicini Oggi, di fronte al relativismo culturale serpeggiante e alle correnti di nichilismo che attraversano le nostre comunità, e soprattutto dopo il formidabile colpo inferto al mondo dal terrorismo con l 11 settembre, appare decisivo l incontro tra messaggio cristiano, magistero cattolico e cultura liberale. Il rilancio di quella strada che ha fondato l Occidente sul cammino comune dell umanesimo laico e cristiano e sull affermazione della centralità della persona. In questo contesto è di straordinaria attualità l insegnamento di papa Leone XIII. Penso alla attenzione per i segni della modernità e al rilancio della filosofia razionale e cristiana di San Tommaso. Penso, anche, alla emblematica nomina a cardinale del filosofo, liberale e di origini anglicane, John Henry Newman. Tutte indicazioni forti per una unità di fondo della civiltà occidentale. La sua lezione sulla pace, la sua visione di una società e di un sistema economico basati sugli indissociabili concetti di libertà e solidarietà, la sua concezione di una democrazia tonificata dal riferimento alla verità, costituiscono oggi una preziosa lanterna per chiunque, credente e non, voglia incedere con spirito di amore per l uomo, lungo gli sconosciuti sentieri dell avvenire. Ferdinando Adornato presidente della Commissione Cultura della Camera

8 LeoneX III Il Papa delle nuove frontiere CARLO FELICE CASULA Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci nasce a Carpineto Romano il 2 marzo del 1810 da una famiglia di solida nobiltà di provincia. Inizia la propria formazione di tipo umanistico a Viterbo dai Gesuiti e compie successivamente brillanti studi superiori e universitari a Roma: filosofia e teologia al Collegio Romano e diritto civile e canonico all'università la Sapienza, che frequenta nella sua qualità d'alunno dell'accademia dei Nobili ecclesiastici che preparava il personale diplomatico della Sede Apostolica. Ordinato sacerdote nel 1837 è inviato come delegato apostolico prima a Benevento e, successivamente, nel 1841, a Perugia, facendosi apprezzare particolarmente dal cardinale Luigi Lambruschini, segretario di Stato, per le sue doti umane e, nonostante la sua salute cagionevole, anche per la capacità di lavoro Nel dicembre del 1842 è inviato come nunzio a Bruxelles e nel prospero e già industrializzato Belgio, dove vige un avanzato sistema costituzionale reso possibile dall'alleanza, allora insolita, tra cattolici e liberali. Monsignor Pecci nei tre anni di nunziatura ha modo di compiere dei soggiorni a Parigi, Londra, Colonia e, soprattutto, di constatare di persona come il vivace cattolicesimo belga, pur senza i privilegi dell'ancien régime, nel nuovo contesto di libertà, a partire da quella di stampa, ha costruito una fitta rete di opere e conseguito una grande influenza politica e culturale. All inizio del 1846, richiamato a

9 la vita Vincenzo Gioacchino Pecci nasce a Carpineto Romano il 2 marzo del 1810 da una famiglia di solida nobiltà di provincia. Inizia la propria formazione di tipo umanistico a Viterbo dai Gesuiti e compie successivamente brillanti studi superiori e universitari a Roma... Roma anche per dissapori intervenuti con il re Leopoldo I, è nominato vescovo di Perugia, dove rimarrà per ben 32 anni, nonostante, nel 1853, ottenga la porpora cardinalizia. Questa lunghissima anomala permanenza in una sede vescovile secondaria è imputata all ostilità nei suoi confronti del nuovo segretario di Stato di Pio IX, cardinal Giacomo Antonelli, che gli rimproverava indipendenza di giudizio, tiepidezza nei confronti del potere temporale della Chiesa e simpatie per il liberalismo. Senza far mai trasparire disappunto per la sua marginalizzione e l'interruzione della sua brillante carriera ecclesiastica, monsignor Pecci si dedica con passione al proprio ministero, riorganizzando il seminario diocesano per elevare la qualità spirituale e culturale del clero locale, costruendo nuove parrocchie, rianimando le confraternite e impegnando i fedeli della diocesi in iniziative di assistenza.

10 LeoneX III Dedica molto del suo tempo agli studi, leggendo un gran numero di libri e riviste, non solo italiani, tenendo al contempo una fitta corrispondenza con prelati stranieri. Il pensiero di San Tommaso, di cui egli diviene un dotto conoscitore, è da lui vissuto come una chiave interpretativa degli stessi mutamenti sociali, politici e culturali da cui l'europa del Diciannovesimo secolo è investita. Mutamenti percepiti, invece, da Pio IX come sconvolgimenti rovinosi con cui Pio IX finisce per confrontarsi solo in termini di condanna e chiusura. Le lettere pastorali La Chiesa e il XIX secolo (1876) e La Chiesa e la civiltà (1877) di monsignor Pecci hanno una vasta eco, anche fuori dell'italia, perché, controcorrente, rispetto alle posizioni prevalenti del tardo pontificato di Pio IX, pongono con coraggio la questione dell'ineludibile e urgente necessità per la Chiesa di confrontarsi con la società moderna, conciliando nova et vetera. Nominato camerlengo nel 1877, dopo la morte del cardinale Giacomo Antonelli, il 20 febbraio del 1878, a seguito di un breve conclave, è eletto papa sulla base della convergenza sul suo nome del voto dei cardinali moderati italiani e della maggioranza di quelli stranieri. Sul piano religioso Leone XIII diffonde il culto per il Sacro Cuore cui consacrerà l'umanità intera nell'anno giubilare del 1900 e per Cristo Re e rilancia quello per la Madonna, specialmente con la diffusione della preghiera del rosario. Il Tomismo, con l'enciclica Aeterni Patris del 1879, diventa quasi la filosofia ufficiale della Chiesa, costituendo il fondamento della formazione impartita nei seminari, come nelle scuole e nelle università cattoliche. È fondata l'accademia di San Tommaso e pubblicata una nuova edizione dell'opera omnia dell'aquinate. Per quanto concerne il governo uni-

11 la vita Le sue lettere pastorali La Chiesa e il XIX secolo (1876) e La Chiesa e la civiltà (1877) hanno una vasta eco, anche fuori dell'italia perché controcorrente, rispetto alle posizioni prevalenti del tardo magistero di Pio IX, pongono con coraggio la necessità per la Chiesa di confrontarsi con la società moderna versale della Chiesa, la centralizzazione a Roma delle decisioni, che era stata sostenuta con forza dall'ultramontanesimo e sancita dal Concilio Vaticano I del 1864, è confermata e rafforzata. Ne sono un segno evidente le frequenti precise istruzioni agli episcopati nazionali; l'attribuzione ai nunzi del compito, oltre allo specifico ruolo di agenti diplomatici della Santa Sede, anche di rappresentanti di fatto del Papa presso i vescovi; i ricorrenti interventi diretti della Santa Sede per indirizzare il clero e il laicato cattolico nei non rari conflitti politico-religiosi; il sostegno ai pellegrinaggi a Roma anche al fine di incrementare l'obolo di San Pietro. Sul terreno politico, nelle prime encicliche, in continuità con il suo predecessore, ribadisce la dottrina tradizionale della Chiesa sullo Stato cristiano. Ia Iuturnum Illud (1888) sull'origine del potere e della società, la Immortale Dei (1885) sull'organizzazione cristiana dello Stato. Come traspare, tuttavia,

12 LeoneX III dalle encicliche Libertas Praestantissimum (1888) sulle libertà civili e politiche e Sapientiae Christianae (1890), per Leone XIII la Chiesa piuttosto che continuare a coltivare nostalgie dell'antico regime e sostenere rivendicazioni leggittimiste, deve puntare sulla possibilità di un intesa con gli Stati nel nuovo contesto delle istituzioni parlamentari e dei diritti civili e politici. Sul piano operativo Leone XIII evita, anche in occasione di controversie con gli Stati, di esaurire la propria azione in proteste infiammate, ma inefficaci e, contando sulla collaborazione fedele dei suoi segretari di Stato (nell'ordine i cardinali Alessandro Franchi, Lorenzo Nina, Lodovico Iacobini, Mariano Rampolla del Tindaro), ricorre di preferenza agli strumenti della diplomazia per conseguire nuovi accordi e stabilire un clima di distensione, insistendo sul ruolo di moderazione e pacificazione che la Chiesa cattolica può svolgere nei diversi Paesi di fronte all emergenza dell'anarchismo e del socialismo o delle rivendicazioni nazionali. Successi in questo campo sono conseguiti con la Germania di Bismarck, che sospende la Kulturkampf, con la Russia con cui si stabiliscono rapporti più distesi, con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti con cui si hanno ora delle relazioni eccellenti. Più in generale, Leone XllI si mostra definitivamente convinto che, tramontata la centralità e la preminenza delle corone cattoliche, la Chiesa abbia nuove grandi possibilità e opportunità di crescita e di radicamento anche in paesi dove i cattolici sono minoritari, purché attivi e organizzati. In Francia, invece, nonostante il forte impegno del cardinale Rampolla, non ha pieno successo il ralliement dei cattolici con le istituzioni della Terza Repubblica, non tanto per le sue connotazioni fieramente laiche e anticlericali, quanto

13 la vita Come traspare, dalle encicliche Libertas Praestantissimum (1888) e Sapientiae Christianae (1890) per Leone XIII la Chiesa piuttosto che continuare a coltivare nostalgie dell'antico regime deve puntare sull intesa con gli Stati nel nuovo contesto delle istituzioni parlamentari e dei diritti civili e politici perché il cattolicesimo tradizionale francese condivide le suggestioni conservatrici e antisemite che l'affair Dreyfuss manifesta ed esacerba. In Italia non si giunge alla risoluzione della Questione Romana e, nel 1887, di fronte all'atteggiamento intransigente del nuovo capo del governo Francesco Crispi, ossessionato dall'idea che si dovesse fronteggiare oltre al pericolo rosso anche il pericolo nero, cioè clericale, Leone XIII si rassegna all impossibilità di giungere per vie negoziali dirette alla conciliazione. Al di là dell'ostacolo della legislazione laicista e antiecclesiastica vi è il nodo della piena sovranità della Chiesa che, secondo Papa Pecci, deve fondarsi sul possesso di Roma "sede naturale dei Sommi Pontefici, centro della vita della Chiesa, capitale del mondo cattolico" e, anche, su precise garanzie internazionali. Sul piano culturale, Leone XIII, intellettualmente curioso, trasmette alla Chiesa un atteggiamento di apertura

14 LeoneX III nei confronti delle nuove frontiere della cultura e dei progressi della scienza: non casualmente, ripreso per la prirna volta nel 1897 dalla cinepresa a soli due anni dalla nuova scoperta appare nelle immagini in movimento sorridente e compiaciuto. A lui si deve l'apertura dell'archivio Segreto Vaticano, premessa per nuovi documentati e non puramente agiografici studi sulla storia della Chiesa e anche l'invito, attraverso l'enciclica Providentissimus (1893) a non prescindere nell'esegesi della Sacra Scrittura dalle acquisizioni delle scoperte scientifiche. La concessione della porpora cardinalizia al grande teologo inglese, l anglicano convertito, John Henry Newman, fu un gesto di indubbio coraggio e significato. Particolare fu la sua sensibilità per l'unità delle Chiese. Si avviarono contatti distensivi con la Chiesa Anglicana e con l'enciclica Orientalium Dignitas (1894) venne solennemente riaffermata la rinuncia a latinizzare i cattolici di rito ortodosso dell'europa orientale, detti comunemente Uniati, con il conseguente riconoscimento della dignità dei loro riti e delle loro tradizioni liturgiche. La grande notorietà di Leone XIII, anche fuori dell universo cattolico, è dovuta all'enciclica Rerum Novarum del 15 maggio 1891, la madre di tutte le encicliche sociali, che fonda quella che sarà definita la dottrina sociale della Chiesa. L'enciclica leoniana suscitò grande scalpore; ebbe accoglienze contrastanti d'adesione convinta e anche d ostilità e diffidenza, ma ebbe l'indubbio merito di riconoscere e rilanciare, con rinnovato entusiasmo, in Europa e nelle Americhe, la presenza e l attività dei cattolici in campo sociale, in particolare sulla nuova frontiera della realtà industriale e operaia, espressione emblematica

15 la vita La grande notorietà di Leone XIII, anche fuori dell universo cattolico, è dovuta all'enciclica Rerum Novarum del 15 maggio 1891, la madre di tutte le encicliche sociali, che fonda quella che sarà definita la dottrina sociale della Chiesa della modernità con cui la Chiesa si è ormai decisa a confrontarsi. Negli ultimi anni del pontificato di Leone XIII, riacquistano influenza ambienti curiali conservatori, raccolti intorno al cardinale Camillo Mazzella, prefetto della Sacra Congregazione per l'educazione cattolica. Significativa in tal senso è l'enciclica Graves de communi del 1901, che interpreta riduttivamente la democrazia come actio benefica in populum, negandone le implicazioni politiche, proprio mentre, anche in Italia, tanti giovani laici e sacerdoti sono coinvolti in esperienze coraggiose di democrazia cristiana. Leone XIII muore a Roma il 20 luglio del Il suo pontificato è giudicato unanimemente dagli storici come una positiva e fondamentale svolta nella storia della Chiesa e la sua enciclica Rerum Novarum è, senza ombra di dubbio, assieme alla Pacem in Terris di Giovanni XIII, il documento pontificio più universalmente noto, fuori e dentro l universo cattolico.

16 LeoneX III Inscrutabili Dei Consilio - 21 Aprile 1878 Sui mali della società Quod Apostolici Muneris - 28 Dicembre 1878 Sul socialismo Aeterni Patris - 4 Agosto 1879 Sulla restaurazione della filosofia cristiana Arcanum Divinae - 10 Febbraio 1880 Sul matrimonio cristiano Grande Munus - 30 Settembre 1880 I Santi Cirillo e Metodio Sancta Dei Civitas - 3 Dicembre 1880 Sulle Associazioni Missionarie Diuturnum - 29 Giugno 1881Sul Rosario Licet Multa - 3 Agosto 1881 Sulla condizione dei cattolici in Belgio (Al Cardinale Victor Augustus Deschamps, Primate del Belgio e agli Vescovi del Belgio) Etsi Nos - 15 Febbraio 1882 Sulle attuali condizioni della Chiesa in Italia (Agli Arcivescovi e i Vescovi e gli altri Ordinari d Italia) Auspicato Concessum - 17 Settembre 1882 San Francesco d Assisi Cum Multa Sint - 8 Dicembre 1882 Sulle attuali condizioni della Chiesa in Spagna (Agli Arcivescovi e ai Vescovi e agli altri Ordinari in Spagna) Supremi Apostolatus Officio - 1 Settembre 1883 Sulla devozione del Rosario Nobilissima Gallorum Gens - 8 Febbraio 1884 Sulla questione religiosa in Francia (Agli Arcivescovi e i Vescovi in Francia) Humanum Genus - 20 Aprile 1884 Condanna del Relativismo morale della Massoneria Superiore Anno - 30 Agosto 1884 Sulla recita del Rosario Immortale Dei - 1 Novembre 1885 Sull organizzazione cristiana dello Stato Spectata Fides - 27 Novembre 1885 Sull educazione cristiana (Al Cardinale Henry Edward, Arcivescovo di Westminster, e agli altri Vescovi d Inghilterra) Quod Auctoritate - 22 Dicembre 1885 Per l indizione di un Giubileo Straordinario Quod Multum - 22 Agosto 1886 Sulla libertà della Chiesa (Ai Vescovi d Ungheria) Pergrata Nobis - 14 Settembre 1886 Sulle condizioni della Chiesa in Portogallo (Ai Vescovi del Portogallo) Vi è ben noto - 20 Settembre 1887 Sul Rosario nella vita pubblica (Ai Vescovi d Italia) Officio Sanctissimo - 22 Dicembre 1887 Sulle condizioni della Chiesa in Baviera (Agli Arcivescovi e ai Vescovi di Baviera)

17 le encicliche Quod Anniversarius - 1 Aprile 1888 Sul Giubileo Sacerdotale del Papa In Plurimis - 5 Maggio 1888 Sull abolizione della Schiavitù (Ai Vescovi del Brasile) Libertas - 20 Giugno 1888 Sulla natura della libertà umana Saepe Nos - 24 Giugno 1888 Sulla campagna di boicottaggio in Irlanda (Ai Vescovi d Irlanda) Paterna Caritas - 25 Luglio 1888 Sulla riunione con Roma delle Chiese Orientali (Al Patriarca di Cilicia, Stephen Peter, agli Arcivescovi, Vescovi, Clero e popolo di rito Armeno) Quam Aerumnosa - 10 Dicembre 1888 Sugli emigranti italiani (Agli Arcivescovi e Vescovi d America) Etsi Cunctas - 21 Dicembre 1888 Sulla condizione della Chiesa in Irlanda (Ai Vescovi d Irlanda) Exeunte Iam Anno - 25 Dicembre 1888 Sulla vita ordinata del cristiano Magni Nobis - 7 Marzo 1889 Sull Università cattolica in America (Agli Arcivescovi e Vescovi degli Stati Uniti d America) Quamquam Pluries - 15 Agosto 1889 Sulla devozione a San Giuseppe Sapientiae Christianae - 10 Gennaio 1890 Sui cristiani come cittadini Dall alto dell apostolico Seggio - 15 Ottobre 1890 Sulla massoneria in Italia (Ai vescovi, al clero e al popolo d Italia) Catholicae Ecclesiae - 20 Novembre 1890 Sulla schiavitù nelle Missioni (Ai missionari cattolici in Africa) In Ipso - 3 Marzo 1891 Sulle assemblee dei Vescovi in Austria (Ai Vescovi d Austria) Rerum Novarum - 15 Maggio 1891 Sulla questione operaia Pastoralis - 25 Luglio 1891 Sulla necessità della concordia religiosa (Ai Vescovi Portoghesi) Pastoralis Officii - 12 Settembre 1891 Sulla moralità del duello (Agli Arcivescovi e ai Vescovi dell Impero Tedesco e Austro-Ungarico) Octobri Mense - 22 Settembre 1891 Sul Rosario Au Milieu Des Sollicitudes - 16 Febbraio 1892 Sui rapporti Chiesa -Stato in Francia (Agli Arcivescovi, i Vescovi, il Clero e i Fedeli di Francia) Quarto Abeunte Saeculo - 16 Luglio 1892 Sul IV centenario dello sbarco di Colombo (Agli Arcivescovi e Vescovi di Spagna, Italia e delle due Americhe) Magnae Dei Matris - 8 Settembre 1892 Sul Rosario Custodi di Quella Fede - 8 Dicembre 1892 Sulla Massoneria (Al popolo italiano)

18 LeoneX III Inimica Vis - 8 Dicembre 1892 Sulla Massoneria (Ai Vescovi d Italia) Ad Extremas - 24 Giugno 1893 Sui seminari per il clero autoctono Constanti Hungarorum - 2 Settembre 1893 Sulla Chiesa in Ungheria (A tutti i Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi d Ungheria) Laetitiae Sanctae - 8 Settembre 1893 Sulla devozione al Rosario (A tutti i Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi d Ungheria) Non Mediocri - 25 Ottobre 1893 Per dar vita a un Collegio per il clero spagnolo in Roma (Ai Vescovi di Spagna) Providentissimus Deus - 18 Novembre 1893 Sullo studio della Sacra Scrittura Caritatis - 19 Marzo 1894 Sulla condizione della Chiesa in Polonia (Ai Vescovi di Polonia) Inter Graves - 1 Maggio 1894 Sulla condizione della Chiesa in Perù (Ai Vescovi del Perù) Litteras A Vobis - 2 Luglio 1894 Sul clero in Brasile (Agli Arcivescovi e Vescovi del Brasile) Iucunda Semper Expectatione - 8 Settembre 1894 Sul Rosario Christi Nomen - 24 Dicembre 1894 Sulla diffusione della Fede e le Chiese Orientali Longinqua - 6 Gennaio 1895 Sul cattolicesimo degli Stati Uniti (Agli Arcivescovi e Vescovi del Brasile) Permoti Nos - 10 Luglio 1895 Sulle condizioni sociali in Belgio (Ai Vescovi del Belgio) Adiutricem - 5 Settembre 1895 Sul Rosario Satis Cognitum - 29 Giugno 1896 Sull unità della Chiesa Insignes - 1 Maggio 1896 Sul primo millennio dell Ungheria cristiana (Ai Vescovi di Ungheria) Fidentem Piumque Animum - 20 Settembre 1896 Sul Rosario Divinum Illud Munus - 9 Maggio 1897 Sullo Spirito Santo Augustissimae Virginis Mariae - 12 Settembre 1897 Sulla Confraternita del Santo Rosario Affari Vos - 8 Dicembre 1897 Sulla questione della scuola nel Manitoba (Agli Arcivescovi e Vescovi del Canada che hanno grazia e comunione con la Sede Apostolica) Caritatis Studium - 25 Luglio 1898 Sulla condizione della Chiesa in Scozia (Agli Arcivescovi e Vescovi di Scozia) Quam Religiosa - 16 Agosto 1898 Sulla legge del matrimonio civile (Ai Vescovi del Perù)

19 le encicliche Diuturni Temporis - 5 Settembre 1898 Sul Rosario Annum Sacrum - 25 Maggio 1899 Sulla consacrazione al Sacro Cuore Depuis le Jour - 8 Settembre 1899 Sulla formazione del Clero (Agli Arcivescovi, Vescovi e Clero di Francia) Militantis Ecclesiae - 1 Agosto 1897 Su San Pietro Canisio (Lettera Ai Vescovi Dell Austria, Germania, Svizzera) Spesse Volte - 5 Agosto 1898 Sulla soppressione delle istituzioni cattoliche (Agli Arcivescovi, Vescovi e Clero d Italia) Quum Diuturnum - 25 Dicembre 1898 Sul concilio plenario del vescovi latino-americani (Ai Vescovi latino-americani) Paternae - 18 Settembre 1899 Sulla formazione del Clero (Agli Arcivescovi e Vescovi del Brasile) Omnibus Compertum - 21 Luglio 1900 Sull unità tra i Greci Melchiti (Agli Arcivescovi e Vescovi dei Greci Melchiti) Tametsi Futura Prospicientibus - 1 Novembre 1900 Gesù Cristo Redentore Graves De Communi Re - 18 Gennaio 1901 La democrazia cristiana Gravissimas - 16 Maggio 1901 Sugli ordini religiosi in Portogallo (Al Cardinal Netto, Patriarca di Lisbona e agli Arcivescovi e Vescovi del Portogallo) Reputantibus - 20 Agosto 1901 Sulla questione della lingua in Boemia (Lettera All arcivescovo di Olomouc e agli Arcivescovi e Vescovi di Boemia e Moravia) Urbanitatis Veteris - 20 Novembre 1901 Sulla fondazione di un seminario in Atene (Lettera agli Arcivescovi e Vescovi della Chiesa Latina in Grecia) In Amplissimo - 15 Aprile 1902 Sulla condizione della Chiesa negli Stati Uniti (Al Cardinale Gibbons, agli Arcivescovi e Vescovi degli Stati Uniti d America) Quod Votis - 30 Aprile 1902 Sulla proposta di un Università cattolica (All Arcivescovo di Vienna, al Vescovo di Wroclaw, all Arcivescovo di Praga, al Vescovo di Cracovia e agli altri Arcivescovi e Vescovi di Austria) Mirae Caritatis - 28 Maggio 1902 Sulla Sacra Eucarestia Quae Ad Nos - 22 Novembre 1902 Sulla condizione della Chiesa in Boemia e Moravia (Al Cardinale Skrbensky, Arcivescovo di Praga e agli altri Arcivescovi e Vescovi di Boemia e Moravia) Fin Dal Principio - 8 Dicembre 1902 Sulla formazione del Clero (Ai Vescovi d Italia) Dum Multa - 24 Dicembre 1902 Sulla legislazione civile del matrimonio (All Arcivescovo di Quito e agli altri Vescovi dell Ecuador) a cura di Carlo Felice Casula * Il titolo dell enciclica è nella lingua originale. L indicazione del contenuto in italiano è una personale elaborazione del curatore.

20 LeoneX III Dignità umana e libertà della persona DI MICHAEL NOVAK Perché Leone XIII fu un precursore delle teorie economiche contemporanee: l inutilità del socialismo e la centralità dell uomo Quando fu eletto Papa nel 1878, il vescovo di Perugia aveva già 68 anni. Molti si aspettavano che sarebbe stata una figura di breve passaggio. Invece, visse fino al 1903, arrivando all età di 93 anni, e trasformò la Chiesa - in particolare la sua dottrina sociale - in modo più profondo di quanto avesse fatto qualsiasi altro Papa nei precedenti tre secoli. Per quanto alla metà del Diciannovesimo secolo i diplomatici ritenessero che la fine del papato fosse ormai prossima, Joseph Schumpeter, nel suo libro History of Economic Analysis, sottolinea come, alla fine del pontificato di Leone XIII, la Chiesa avesse ripreso un vigore eccezionale. Dando un giudizio complessivo sugli anni , Schumpeter osserva: «Nel continente europeo la Chiesa cattolica era oggetto di attacchi sul piano legislativo e amministrativo sferrati da governi e parlamenti ostili... Ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato è che questi attacchi si sarebbero conclusi con una ritirata, lasciando la Chiesa cattolica più forte di quanto fosse mai stata da parecchi secoli. Il cattolicesimo politico ha le proprie radici nella rinascita del cattolicesimo religioso. Se volgiamo indietro lo sguardo, osserviamo non solo una riaffermazione delle posizioni cattoliche da parte di persone che non le avevano per la verità mai sconfessate, ma anche un nuovo e diverso atteggiamento in chi invece lo aveva fatto; attorno al 1900, era un luogo

21 presentazione comune che in una famiglia cattolica, i più vecchi erano laici e liberali mentre i più giovani erano credenti e clericali... Il cattolicesimo politico si schierò fin dall inizio a favore delle riforme sociali» 1. Secondo molti studiosi, la Centesimus Annus di Papa Giovanni Paolo II (del 1991) è la più importante di tutte le encicliche papali sulla dottrina sociale; tuttavia, il suo stesso titolo, e il capitolo introduttivo, rendono un esplicito tributo all enciclica Rerum Novarum, emanata da Leone XIII nel Nella Rerum Novarum sono già presenti quattro principi essenziali della dottrina sociale cattolica, che rimangono forti e vigorosi nella Centesimus Annus. Uno di questi principi, per quanto non esplicitamente espresso, è comunque presente in modo netto e incontrovertibile: il principio dell iniziativa e della responsabilità personale. Gli altri tre sono una conseguenza diretta di questo impegno fondamentale: una appassionata difesa della proprietà privata, associata a un rifiuto della comunanza dei beni; un deciso sostegno all iniziativa e all intraprendenza individuale; una condanna del socialismo come sistema ingiusto, contrario alla natura, e privo di alcuna utilità pratica. Tutti gli altri animali, sottolinea Leone XIII, vivono giorno per giorno senza cercare di migliorare le loro condizioni; soltanto gli esseri umani lavorano in vista di un futuro migliore. «I socialisti... nel loro tentativo di trasformare la proprietà da personale in collettiva... non fanno altro che danneggiare gli stessi operai... perché gli tolgono la libertà di investire le proprie mercedi, e così gli rapiscono il diritto e la speranza di trarre vantaggio dal patrimonio domestico e di migliorare il proprio stato... Il peggio si è che il rimedio da costoro proposto è una aperta ingiustizia, giacché la proprietà privata è diritto di natura. Poiché anche in questo passa gran 1 Edizione a cura di Elizabeth Boody Schumpeter, Oxford University Press, New York 1954, p Giovanni Paolo II: «Desidero anzitutto soddisfare il debito di gratitudine che l intera Chiesa ha verso il grande Papa e il suo immortale Documento. Desidero anche mostrare che la ricca linfa, che sale da quella radice, non si è esaurita col passare degli anni, ma è anzi diventata più feconda». Centesimus Annus, paragrafo 1.

22 LeoneX III differenza tra l uomo e il bruto» 3. In questo saggio il mio scopo è dimostrare come alcune tendenze della moderna scienza economica e alcuni concreti sviluppi dell attuale situazione mondiale diano ragione ai principi espressi da Leone XIII. Dato che ho già discusso il pensiero di Leone XIII in due miei precedenti libri 4, riporterò soltanto quattro citazioni tratte dalla Rerum Novarum. Mentre John Stuart Mill e altri autorevoli intellettuali di ispirazione liberale riconoscevano nel socialismo il sistema ideale del futuro, Leone XIII, con voce praticamente solitaria, lo denunciava come ingiusto, contrario alle leggi di natura e inutile. Il Papa esprimeva una condanna prima ancora che vi fosse stato qualsiasi reale esperimento di socialismo, perché lo rifiutava per una questione di principio: «I socialisti, sostituendo alla provvidenza dei genitori quella dello Stato, vanno contro la giustizia naturale e disciolgono la compagine delle famiglie. E oltre l ingiustizia, troppo chiaro appare quale confusione e scompiglio ne seguirebbe in tutti gli ordini della cittadinanza, e quale dura e odiosa schiavitù nei cittadini. Si aprirebbe la via agli asti, alle recriminazioni, alle discordie: le fonti stesse della ricchezza inaridirebbero, tolto ogni stimolo all ingegno e all industria individuale: e la sognata uguaglianza non sarebbe di fatto che una condizione universale di abiezione e di miseria. Tutte queste ragioni danno diritto a concludere che la comunanza dei beni proposta dal socialismo va del tutto rigettata, perché nuoce a quei medesimi a cui si deve recar soccorso, offende i diritti naturali di ciascuno, altera gli uffici dello Stato e turba la pace comune» 5. Mentre oggi molti intellettuali credono che l uguale condivisione dei beni mondiali sia un imperativo morale, Leone XIII (come Madison in The Federalist, cap. 10) vede nell uguaglianza un elemento innaturale, 3 Rerum Novarum, paragrafi Michael Novak, The Catholic Faith and the Spirit of Capitalism, Free Press, New York 1993 (traduzione italiana: L etica cattolica e lo spirito del capitalismo, Edizioni di Comunità, Milano 1994); e Catholic Social Thought and Liberal Institutions, Transaction Publishers, New Brunswick, NJ Rerum Novarum, paragrafi

23 presentazione distruttivo e tirannico 6. Avendo fatto, a causa delle occupazioni della sua famiglia, esperienze di lavoro in un impresa d affari, e conoscendone quindi direttamente le dinamiche, Leone XIII sottolineò anche il principio dell iniziativa e industriosità personale: «E infatti non è difficile capire che lo scopo del lavoro, il fine prossimo che si propone l artigiano, è la proprietà privata. Poiché se egli impiega le sue forze e la sua industria a vantaggio altrui, lo fa per procurarsi il necessario alla vita: e però con il suo lavoro acquista un vero e perfetto diritto, non solo di esigere, ma d investire come vuole, la dovuta mercede». «[Se si eliminassero gli stimoli all ingegnosità e allo sviluppo delle capacità individuali,] le fonti stesse della ricchezza, inaridirebbero, tolto ogni stimolo all ingegno e all industria individuale: e la sognata uguaglianza non sarebbe di fatto che una condizione universale di abiezione e di miseria» 7. A quel tempo, la condanna del socialismo espressa da Leone XIII sembrò molto severa; oggi, dopo così tanti esperimenti di socialismo, sembra quasi frutto di arcana preveggenza. Questa condanna si fondava su principi sociali di essenziale importanza, soprattutto in riferimento agli interessi, alle aspirazioni, alle facoltà di giudizio pratico e ai diritti della perona umana: «A rimedio di questi disordini, i socialisti, attizzando nei poveri l odio ai ricchi, pretendono si debba abolire la proprietà privata, e far di tutti i particola- 6 «Si stabilisca dunque in primo luogo questo principio, che si deve sopportare la condizione propria dell umanità: togliere dal mondo le disparità sociali, è cosa impossibile. Lo tentano, è vero, i socialisti, ma ogni tentativo contro la natura delle cose riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomini: non tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non le forze in pari grado: e da queste inevitabili differenze nasce di necessità la differenza delle condizioni sociali. E ciò torna a vantaggio sia dei privati che del civile consorzio, perché la vita sociale abbisogna di attitudini varie e di uffici diversi, e l impulso principale, che muove gli uomini a esercitare tali uffici, è la disparità dello stato», Rerum Novarum, par. 14; Leone XIII aggiunge inoltre: «Sebbene tutti i cittadini senza eccezione alcuna, debbano cooperare al benessere comune che poi, naturalmente, ridonda a beneficio dei singoli, tuttavia la cooperazione non può essere in tutti né uguale né la stessa. Per quanto si mutino e rimutino le forme di governo, vi sarà sempre quella varietà e disparità di condizione senza la quale non può darsi e neanche concepirsi il consorzio umano», ibid., par Ibid., paragrafi 4 e 12.

24 LeoneX III ri patrimoni un patrimonio comune, da amministrarsi per mezzo del municipio e dello Stato. Con questa trasformazione della proprietà da personale in collettiva, e con l eguale distribuzione degli utili e degli agi tra i cittadini, credono che il male sia radicalmente riparato. Ma questa via, non che risolvere le contese, non fa che danneggiare gli stessi operai, ed è inoltre ingiusta per molti motivi, giacché manomette i dirittti dei legittimi proprietari, altera le competenze degli uffici dello Stato e scompiglia tutto l ordine sociale» 8. L analisi di Leone XIII partiva da una diagnosi dei mali che affliggevano l allora relativamente esiguo numero di Paesi capitalisti (in quello stesso periodo soltanto tre nazioni in tutto il pianeta si potevano definire democratiche). Il Papa non mancò di sottolineare che anche le teorie economiche e politiche di quella generazione erano piene di difetti. Nella sua mente, i danni verosimilmente risultanti dal socialismo avevano un aspetto molto più chiaro della precisa miscela di riforme e ristrutturazioni che avrebbe potuto assicurare, nel giro di poche generazioni, migliori condizioni di vita alle famiglie dei lavoratori. Ciò non gli impedì di avanzare alcune specifiche proposte che, come ha sostenuto Schumpeter, hanno avuto un ruolo di notevole importanza nella trasformazione delle economie politiche euro-americane all inizio del Ventesimo secolo. È vero che Leone XIII sottovalutò le feconde possibilità di riforma pacifica implicite nella stesso principio democratico. Basandosi sulle proprie esperienze con la democrazia autoritaria dell Italia, non riuscì a riconoscere la capacità che la politica democratica ha di imporre una disciplina politica e morale al puro capitalismo per mezzo del consenso popolare. La sua opinione sulle probabili dannose conseguenze del socialismo era corretta. Al contrario, la sua visione dei processi attraverso i quali le economie politiche 8 Ibid., paragrafo 3.

25 presentazione democratiche sarebbero cresciute di numero, venendo pacificamente trasformate dagli eventi del e, ancor più, da quelli del , era piuttosto confusa. L effetto della religione sull economia Animato da un interesse diverso da quello di Leone XIII, il grande sociologo e storico dell economia Max Weber ( ) provò al mondo degli studiosi che le convinzioni religiose possono trasformare i sistemi economici. In contrasto con i marxisti, Weber dimostrò che correnti sotterranee si agitano nelle profondità dello spirito umano e svegliano l uomo dal suo torpore fisico in modi straordinariamenti diversi, con significative conseguenze sui sistemi economici. Sebbene sia famoso soprattutto per il suo saggio L etica protestante e lo spirito del capitalismo (pubblicato nel 1904), Weber ha esaminato il rapporto tra religione ed economia in molti libri dedicati alla storia di diverse culture 11. Grazie all abbondanza del materiale oggi disponibile sul tema dello «scontro di civiltà» 12, e per effetto delle conseguenze concrete che hanno avuto nel mondo le varie concezioni dello spirito umano elaborate dalla religione e dalla cultura, l opera di Weber potrebbe tornare a essere 9 Quadragesimo Anno, par. 103: «Ma l ordinamento capitalistico dell economia, col dilatarsi dell industrialismo per tutto il mondo, dopo l enciclica di Leone XIII si è venuto esso pure allargando per ogni dove, a tal punto da invadere e penetrare anche nelle condizioni economiche e sociali di quelli che si trovano fuori della sua cerchia, introducendovi in certo modo la sua impronta». 10 Centesimus Annus, par. 33: «In anni non lontani è stato sostenuto che lo sviluppo dipendesse dall isolamento dei Paesi più poveri dal mercato mondiale e dalla loro fiducia nelle sole proprie forze. L esperienza recente ha dimostrato che i Paesi che si sono esclusi hanno conosciuto stagnazione e regresso, mentre hanno conosciuto lo sviluppo i Paesi che sono riusciti a entrare nella generale interconnessione delle attività economiche a livello internazionale». 11 Si veda, per esempio, Max Weber, The Theory of Social and Economic Organization, trad. di A. M. Henderson e T. Parsons, Oxford University Press, New York 1947; General Economic History, trad. di F. Knight, Collier-Macmillan, New York 1961; e il suo incompiuto capolavoro, Wirtschaft und Gesellschaft (trad. it.: Economia e società, Edizioni di Comunità, Milano 1974). 12 Si veda il controverso libro di Samuel P. Huntington, The Clash ov Civilizations and the Remaking of World Order, Simon & Schuster, New York 1996 (traduzione italiana: Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, Garzanti, Milano 2001), e la vivace polemica scatenata dalla recensione di Pierre Hassner, «Morally Objectionable, Politically Dangerous», pubblicata su The National Interest, vol. 46, inverno 1996/1997, pp , con la replica di Huntington, «Hassner s Bad Bad Review», ibid., pp

26 LeoneX III più influente che mai. In effetti, l opera di Weber propone un importante angolo visuale per affrontare il tema della dignità umana. La ricerca empirica aveva portato Weber a formulare l ipotesi che il cristianesimo (in una sua specifica forma) e altresì il giudaismo avessero dato alle aspettative e alle speranze degli uomini una forma favorevole allo sviluppo economico. Espressa in questi termini generali, l ipotesi di Weber è stata pienamente confermata da un secolo di ulteriori studi, per quanto sia stata sensibilmente modificata da nuove scoperte. Il professor Randall Collins, ad esempio, ha mostrato come, tra il 1100 e il 1350 d.c., il sistema internazionale di monasteri cattolici fu caratterizzato da parecchi elementi caratteristici di un economia capitalista: l esplosione di invenzioni economicamente utili, il rispetto dello Stato di diritto, e l adozione di un sistema razionale di responsabilità. Ovviamente, il progresso economico non era lo scopo principale della vita monastica; ne è stato sostanzialmente una conseguenza non intenzionale. «Questi monasteri cistercensi furono le unità economiche più efficienti mai esistite in Europa, e forse in tutto il 13 Randall Collins, Weberian Sociological Theory, Cambridge University Press, Cambridge 1986, pp Collins ricorda anche altre innovazioni economiche dei cistercensi: «I cistercensi furono degli innovatori sotto molti punti di vista. Crearono la prima organizzazione altamente centralizzata con un preciso piano di espansione in tutta l Europa. Stabilirono anche una forma di gerarchia all interno della loro organizzazione, che prevedeva una distinzione tra i monaci a pieno titolo e una classe subordinata di lavoratori monastici. Questi ultimi prestavano giuramento di celibato, povertà e obbedienza, ma restavano incolti e non erano eleggibili al pieno rango monastico. I cistercensi erano perciò suddivisi in una classe manageriale e una classe di lavoratori manuali, che lavoravano entrambe mosse da stimoli religiosi e spinte da un forte ascetismo». Discutendo il ruolo della Chiesa cattolica nella promozione dello Stato di diritto, Collins scrive: «Se concentriamo la nostra attenzione sulla Chiesa, intesa come il vero governo dell Europa medievale, notiamo la presenza di una definizione più ampia e precisa del concetto di cittadinanza. Perché l organizzazione della stessa Chiesa era permeata dai diritti e doveri di cittadinanza legale in quel corpo medesimo. Senza dubbio, questi diritti di cittadinanza non erano uniformemente definiti in tutti suoi ranghi. Ma quasi ovunque c era un certo grado di partecipazione stabilita dalla legge. Il Papa stesso era scelto per mezzo di un elezione, in un primo tempo da parte del popolo e del clero di Roma, e successivamente da un ristretto corpo di cardinali. Allo stesso modo, ogni ordine monastico eleggeva il proprio generale, o capo supremo, e inoltre, a scopo di protezione, molti monasteri istituirono un consiglio di supervisori che aveva il compito di prevenire gli abusi e l autorità di rimuovere il generale. A un livello più basso, i capitoli delle cattedrali eleggevano i propri vescovi e i monasteri i propri abati. All interno

27 presentazione mondo, fino ad allora. La comunità dei monaci gestiva di regola un qualche tipo di fabbrica. C era un sistema di mulini, generalmente ad acqua, per macinare il grano e per altri usi. Nelle regioni che producevano ferro, servivano per azionare fucine con meccanismi di percussione idraulici; a partire dal 1250 i cistercensi dominarono la produzione di ferro nella Francia centrale. Il ferro era prodotto per uso interno, ma anche per la vendita. In Inghilterra, tutta l economia monastica era diretta alla produzione di lana per il mercato d esportazione. I cistercensi erano la punta di diamante della crescita economica medievale. Furono pioneri nella meccanica perché erano continuamente alla ricerca di mezzi che permettessero di risparmiare la manodopera. I loro mulini non venivano soltanto utilizzati dalla popolazione circostante (dietro pagamento) per macinare il frumento, ma anche ampiamente imitati. La diffusione dei monasteri cistercensi in Europa ha agito da perno catalizzatore per molti altri sviluppi economici, compresa l imitazione delle sue spietate pratiche di investimento» 13. Nei miei studi ho cercato, su un piano più concettuale che empirico, di mostrare che la catedel corpo ecclesiastico nel suo complesso esisteva anche una forte tradizione conciliare, che poteva senza dubbio essere manipolata da papi ostinati e autoritari ma che, cionondimeno, esprimeva lo spirito e l esigenza di una responsabilità collettiva nella formulazione delle leggi. I poteri di elezione e di nomina cambiarono nel corso del tempo, con una progressiva esclusione dei laici e un aumento dell autorità pontificia» (p. 50). La Chiesa ha avuto un ruolo anche nel fornire un essenziale presupposto istituzionale per il mercato di massa: «la sicurezza dai rapinatori e dai razziatori militari». «La Chiesa affermava che era un peccato uccidere un altro cristiano in un conflitto non sanzionato dalla religione, e intendeva limitare l intervento militare alle Crociate contro nemici stranieri e eretici interni. Questo divieto non fu granché rispettato, e i peccati di violenza erano comunemente espiati con il pagamento di penitenze. Ma nell XI e nel XII secolo, proprio quando l economia medievale cominciava a prendere vigore, si diffuse un movimento in favore della pace. Alcuni giorni della settimana e alcune ore del giorno furono dichiarate Tregua di Dio per interrompere le continue guerre tra la nobiltà. Fatto ancora più significativo, alcuni vescovi decisero di organizzare delle associazioni di pace, i cui membri giuravano di rinunciare alla violenza privata e si impegnavano a combattere baroni sfruttatori e briganti. I monaci, e soprattutto i frati mendicanti, si assunsero il compito di mettere fine alle faide locali. Questi sforzi ebbero solo successi parziali, e non c è dubbio che il volume dei commerci fu alquanto limitato dalle insicure condizioni allora prevalenti. Ma le associazioni di pace e i frati contribuirono attivamente a placare l atmosfera di violenza, e, nel XIII secolo, i loro risultati furono consolidati per un certo periodo dal rafforzamento dei principali Stati di ispirazione laica» (p. 56).

28 LeoneX III goria teologica dell imago Dei (ossia che ogni essere umano è fatto a somiglianza di Dio) implica uno specifico tipo di «chiamata» o «vocazione» che stranamente Weber trascura: la vocazione a sviluppare la propria creatività, inventività e ingegnosità nel mondo delle cose pratiche, al fine di «costruire il regno di Dio» 14. Non è tanto l ascetismo dell insegnamento biblico, quanto piuttosto la sua chiamata alla creatività e alla inventività, che spiega il dinamismo della civiltà ebraica e di quella cristiana, compreso il loro dinamismo economico. La maggior parte degli economisti accetta il principio che «le idee hanno conseguenze». Ciononostante, fin dall Illuminismo si è diffusa l abitudine di considerare priva di concreti effetti l immensa fioritura di idee teologiche che caratterizzò il periodo compreso fra il 1100 e il 1350 d.c.; una fioritura che ebbe come frutto i risultati pratici di cui si è parlato prima. Si tratta di un grave errore. Migliaia di uomini e di donne entrarono nei monasteri e avviarono imprese economiche estremamente razionalizzate e disciplinate. Per di più, durante questo periodo, vennero formulati e sviluppati cinque concetti fondamentali per il tema della dignità e della libertà umana: i concetti di persona, coscienza, verità, libertà e dignità. Sebbene qualche parvenza di questi concetti può essere rintracciata nell èra precristiana, nessuno di essi aveva assunto una formulazione che ne permettesse un impiego concreto nella creazione di un nuovo ordine pratico, di una nuova civiltà, di quella nuova «città sulla collina» alla quale la civitas medievale aveva il dovere di aspirare. Spetta agli studiosi medievali il merito di avere elaborato questi fondamentali strumenti concettuali. In riconoscimento dei loro risultati, 14 Cfr. M. Novak, The Catholic Faith and the Spirit of Capitalism, Free Press, New York 1993, pp e (traduzione italiana: L etica cattolica e lo spirito del capitalismo, Edizioni di Comunità, Milano 1994); Business as a Calling, Free Press, New York 1996, pp , ; e anche The Spirit of Democratic Capitalism, Madison Books, Lanham, Md. 1991, pp

29 presentazione il premio Nobel Friedrich Hayek ( ), sulla scorta di Lord Acton, definì uno di questi monaci, Tommaso d Aquino ( ), «il primo whig» della storia, ossia il fondatore del partito della libertà 15. Parecchi studiosi hanno anche osservato che nella Divina Commedia, una delle più straordinarie opere poetiche mai scritte, Dante Alighieri ( ) ha dato una versione drammatica della visione tomista e lasciato uno straordinario testamento di un intera civiltà affascinata dalla libertà umana. Dante aveva compreso e assorbito nel suo animo che tutte le storie della Bibbia, quelle ebraiche come quelle cristiane, dovevano il proprio fascino alle libere scelte che i loro protagonisti devono prendere. Il modo in cui l uomo impiega la propria libertà determina il suo destino; il modo in cui facciamo uso della nostra libertà costituisce il dramma umano fondamentale. La libertà è il punto assiale dell universo, il centro della sua creazione. Questo è il presupposto della Divina Commedia e il fondamento della dignità umana. La dignità della persona umana Alla fine del secolo scorso, con l inizio della rivoluzione industriale, quel grande balzo in avanti che ora ci garantisce uno standard di vita ignoto nei secoli precedenti persino alle famiglie regali, la dignità umana era per molti una frase priva di significato. Rapida crescita urbana, mancanza di lavoro, distruzione, in nome della libera competizione, delle tradizionali organizzazioni dei lavoratori (come le gilde) che assicuravano una certa continuità e un senso di sicurezza nell sfera economica, disgregamento della famiglia, povertà e squallore sociale: erano 15 Friedrich A. Hayek, The Constitution of Liberty, University of Chicago Press, Chicago 1978, p. 457, n. 4. Hayek osserva che «per certi aspetti Lord Acton non esprimeva un vero paradosso quando definiva Tommaso d Aquino come il primo whig». Lord Acton chiamava i whig i «difensori della libertà in nome della religione», Selected Writings of Lord Acton, vol. III, a cura di J. Rufas Fears, Liberty Classics, Indianapolis 1988, p. 536; Tommaso, scrive, offrì «la prima esposizione della teoria whig sulla rivoluzione», Selected Writings of Lord Acton, vol. I, a cura di J. Rufas Fears, Libert Classics, Indianapolis 1985, p. 34.

30 LeoneX III tutti segni che il mondo era entrato in una nuova èra, con nuovi problemi, che richiedeva nuove soluzioni per garantire la dignità dell uomo. Il Papa Leone XIII, affrontando le ampie questioni sociali che caratterizzavano questa nuova èra, cercò di tracciare un nuovo corso in linea con i tempi. «Prese come modello, e raccomandò come maestro principe per tutta la Chiesa, quel primo whig... San Tommaso d Aquino, che, più di qualsiasi altro, si era fatto paladino di una sintesi tra fede e ragione, grazia e natura, cristianesimo e umanesimo. E nel 1891 fece promulgare un messaggio indirizzato al mondo intero, l enciclica Rerum Novarum, la magna carta della visione cattolica sulla ricostruzione dell ordine sociale» 16. In quella che finì per essere considerata la «via mediana» cattolica, le critiche rivolte da Leone XIII all ordine economico del suo tempo stabilivano due punti fermi. Primo, l enciclica affermava l idea che la Chiesa aveva una dottrina sociale, che c era un insieme di principi sociali radicati nella tradizione cristiana, elaborati attraverso una riflessione sulla persona e sulla società. Secondo, nella sua logica interna l enciclica si fondava su un riconoscimento della dignità umana in quanto concepiva l uomo come creato a immagine del suo Creatore, e dichiarava esplicitamente che, proprio per questo, ogni individuo aveva il dovere concreto di unirsi ad altri individui per migliorare le istituzioni di una società al fine di tenere alta la dignità umana. Prese insieme, queste due critiche di Leone XIII spingevano la Chiesa a sviluppare un etica teologica adeguata alle «nuove condizioni» della moderna vita politica ed economica. Nel corso dei successivi cento anni, la Chiesa ha svolto il ruolo di un supervisore, incaricato di garantire che i principi cristiani fondamentali fossero applicati alle realtà del mondo moderno. La Rerum Novarum di Leone XIII inizia con una severa critica del socialismo, che allora era l alternativa più comunemente proposta per alleviare 16 M. Novak, The Catholic Faith and the Spirit of Capitalism, Free Press, New York 1993, p. 37 (traduzione italiana: L etica cattolica e lo spirito del capitalismo, Edizioni di Comunità, Milano 1994).

31 presentazione gli effetti alienanti del nuovo ordine sociale. In aperto contrasto con le pretese dell Internazionale socialista, che invocava l abolizione della proprietà privata e il trasferimento del controllo sui modi di produzione al proletariato, Leone XIII scrisse che il socialismo non avrebbe soltanto danneggiato gli interessi degli operai «togliendogli la libertà di investire le proprie mercedi» e quindi «il diritto e la speranza di trarre vantaggio dal patrimonio domestico e di migliorare il proprio stato» 17 ; il rimedio stesso «proposto dai socialisti è un aperta ingiustizia, giacché la proprietà privata è diritto di natura. Poiché anche in questo passa gran differenza tra l uomo e il bruto» 18. Leone XIII sottolineò inoltre che la famiglia costituisce un istituzione così fondamentale per l uomo e il piano stesso di Dio che rifiutare immediatamente la tesi socialista diventa un dovere, perché distruggerebbe la struttura del nucleo domestico permettendo allo Stato di esercitare un controllo sulla famiglia, vale a dire sulla cellula base della società. Il Papa riteneva che lo Stato e le istituzioni della società hanno il dovere di promuovere e proteggere la famiglia, non di minarne le fondamenta. Leone XIII non si limitò a condannare il socialismo, predicendone l inevitabile collasso, ma criticò anche le forme concrete che aveva assunto il capitalismo (anche se non impiegò mai questo termine, che fu introdotto da Pio XII) ed ebbe severe parole per gli ingiusti oneri che l ordine economico dei suoi tempi imponeva alla classe lavoratrice per «l inumanità di avidi speculatori» 19. Leone XIII difese la dignità e i diritti di ogni uomo, nonché i suoi doveri essenziali e il suo ruolo nella società. L operaio merita una «speciale considerazione», e non deve essere usato alla stregua di un bene mobile, o essere in qualsiasi modo ridotto a mero capitale 20. Al contrario, nel rapporto tra capitale e lavoro, la dignità dell operaio ha un importanza prioritaria proprio 17 Rerum Novarum, par Ibid., par Ibid., par Ibid., par. 28.

32 LeoneX III perché è anche lui un essere umano creato a somiglianza di Dio, con precisi diritti, e soprattutto quello di fondarsi una famiglia. Tutto il resto deve essere valutato alla luce di questa dignità del singolo individuo, compreso l utilizzo del denaro, la pratica dell elemosina, e il legame tra giustizia e carità secondo la visione cristiana della dignità umana e della vita familiare. La Chiesa deve cercare di «riavvicinare il più possibile le due classi e renderle amiche», e seguire l esempio di Gesù Cristo che «non ricusò di passare lavorando [come] falegname la maggior parte della sua vita» 21. Leone XIII aggiungeva subito dopo: «Mirando la divinità di questo esempio, si comprende più facilmente che la vera dignità e grandezza dell uomo è tutta morale, ossia riposta nella virtù; che la virtù è patrimonio comune, conseguibile ugualmente dai grandi e dai piccoli, dai ricchi e dai proletari; che solo alle opere virtuose, in chiunque si trovino, è serbato il premio dell eterna beatitudine» 22. In definitiva, è attraverso la fede, la scelta di credere, la scelta di vivere secondo i dettami della verità e della volontà di Dio, la scelta di comportarci bene con il nostro prossimo così come Dio ci chiede, che possiamo condurre una vita felice ed essere salvati in quella futura. Libertà e Verità Gli ebrei e i cristiani spiegano la dignità umana sulla base della libertà umana. Per il cristianesimo e per l ebraismo la libertà umana è un presupposto assolutamente fondamentale della rivelazione divina all uomo, o, se preferite, un assioma basilare della filosofia cristiana ed ebraica. Ha minore importanza per l Islam in quanto i principali filosofi islamici dell Alto Medioevo, come Avicenna ( ) e Averroè ( ), elaborarono il pensiero di Aristotele in modi che assegnavano a Dio un controllo e un potere completo sull intelletto umano, e quindi anche sulla volontà dell uomo. A loro giudizio, la volontà di Allah era onnipotente. La tesi essenziale della 21 Ibid., paragrafi 18 e Ibid., par. 20.

33 presentazione loro teoria afferma che, nel processo di comprensione intellettuale, non è il soggetto umano a comprendere bensì l Intelletto Attivo, ipostasi dell Onnipotente e unico agente fin dalla creazione 23. È una tesi che appare verosimile quando, come accade spesso, percepiamo come una sorpresa o, meglio ancora, come un dono l improvviso affiorare alla nostra mente di un idea che avevamo a lungo e inutilmente cercato di esprimere. Nel Tredicesimo secolo, parecchi filosofi e persino teologi cristiani, all Università di Parigi e in diversi altri centri di studio, conobbero per la prima volta gli scritti di Aristotele attraverso le opere di questi filosofi arabi (una buona parte dei manoscritti originali greci era andata persa da molti secoli), e furono influenzati dalle loro interpretazioni. Ma non Tommaso d Aquino. Il quale comprese immediatamente che era in gioco la libertà umana ed ebbe anche la fortuna di poter disporre, grazie al suo maestro Alberto il Grande di Colonia (Albertus Magnus, ), di nuove traduzioni latine condotte sugli originali greci. La battaglia, durata quindici anni, che Tommaso ingaggiò contro gli averroisti (i quali volevano cacciarlo da Parigi) fu un evento decisivo per l umanesimo cristiano e per la causa della libertà nell Occidente 24. Per questo motivo, Tommaso si merita pienamente il titolo di «primo whig» conferitogli inizialmente da Lord Acton e poi da Hayek. Leone XIII aveva ragione a raccomandare Tommaso come il più grande di tutti i maestri dell umanesimo cattolico. Poiché l insegnamento dei Vangeli è rivolto ai cristiani di ogni tempo, cultura o sistema politico, i filosofi cristiani si occupano in primo luogo di una comprensione dell atto interiore della libertà, e solo in secondo luogo della libertà come atto politico ed economico. Di fronte a qualsiasi proposizione - di fatto, di principio, di 23 Tommaso d Aquino discusse le tesi di questi filosofi in De unitate intellectus contra Averroistas. 24 Una chiara presentazione di questa polemica si trova nel terzo capitolo del libro di G. K. Chesterton, St. Thomas Aquinas: The Dumb Ox, Image Books, New York, 1956, pp Per una trattazione più recente, si può consultare Ralph McInerny, Aquinas Against the Averroists: On There Being Only One Intellect, Purdue University Press, Purdue 1993.

34 LeoneX III fede o teorica - gli uomini hanno la responsabilità del loro assenso o dissenso. Hanno il dovere di raccogliere le informazioni necessarie per prendere una decisione consapevole, di sforzarsi per capire le circostanze specifiche di una data situazione, e di disporsi a giudicare in modo sobrio, calmo e spassionato. Quando dichiarano vera o falsa una certa proposizione, esprimono di fatto un giudizio di principio sull essenza stessa delle cose, sulla loro realtà concreta. In questo modo, si espongono alle obiezioni e alle critiche di altre persone, costruite anch esse a partire dalle medesime informazioni, sulle quali nessuno ha un controllo assoluto. Perciò, ogni uomo è chiamato ad aprirsi alla verità delle cose, alla realtà nel suo complesso, e siamo tutti sottoposti alle critiche di chi potrebbe essere più perspicace, o meno prevenuto, di noi. Quando un uomo esprime un giudizio, rivela molte cose della propria persona. In effetti, si trova esposto al giudizio della stessa realtà, in quanto mediata dalla comunità di coloro che cercano la verità delle cose, e null altro che la verità. Oltre a difendere il fondamento interiore della libertà umana, Tommaso d Aquino fu anche il primo a elaborare uno schema teore- 25 Sulla concezione cristiana della coscienza si veda Eric d Arcy, Conscience and its Right to Freedom, Sheed & Ward, New York Brian Davies descrive in questo modo il pensiero di Tommaso sul tema della coscienza: «Innanzitutto, afferma Tommaso, cominciamo con i principi appresi grazie alla synderesis. Poi aggiungiamo i giudizi sul genere di azioni a cui stiamo pensando in ogni specifica circostanza. Possiamo, ad esempio, giudicare che un certo atto sia un caso di furto. Infine, traiamo una conclusione sulla bontà o la malvagità dell atto in questione. Quest inferenza della conclusione è ciò che Tommaso intende per coscienza (conscientia). A suo giudizio, perciò, la coscienza consiste nell applicazione di principi generali a ogni caso specifico e nel riconoscimento del genere di azione che stiamo considerando. Il compito della coscienza è quello di usare i principi appresi con la synderesis per decidere che cosa si deve fare o per stabilire se ciò che si è fatto sia giusto o sbagliato» (The Thought of Thomas Aquinas, Clarendon Press, Oxford 1992, p. 235). Secondo Tommaso, la coscienza potrebbe persino dirci di negare Gesù Cristo, e tuttavia deve essere rispettata: Non solum enim id quod est indifferens, potest accipere rationem boni vel mali per accidens; sed etiam id quod est bonum, potest accipere rationem mali, vel illud quod est malum, rationem boni, propter apprehensionem rationis. Puta, abstinere a fornicatione bonum quoddam est, tamen in hoc bonum non fertur voluntas, nisi secundum quod a ratione proponitur. Si ergo proponatur ut malum a ratione errante, feretur in hoc sub ratione mali. Unde voluntas erit mala, quia vult malum, non quidem id quod est malum per se, sed id quod est malum per accidens, propter apprehensionem rationis. Et similiter credere in Christum est per se bonum, et necessarium ad salutem, sed voluntas non fertur in hoc, nisi secundum quod a ratione pro-

35 presentazione tico per il concetto di coscienza, identificandolo come un atto concreto fondato sull impiego abituale dell intelletto pratico, al quale dà la definizione di synderesis (intuizione dei principi universali che presiedono all agire pratico) 25. Il termine «coscienza» non è un concetto di origine greca o romana. Non è neppure, per essere precisi, un concetto biblico, sebbene molti passi della Bibbia rivelino il conflitto interno che ha creato il bisogno di un tale concetto: «Ma dopo questo, a Davide palpitava il cuore, perché aveva tagliato anche soltanto un lembo del mantello di Saul» (1 Samuele, 24:6); «Lo spirito è pronto, ma la carne è debole» (Matteo, 26:40); «Poiché io non faccio quello che voglio; ma al contrario faccio quel che non voglio» (Lettera ai Romani, 7:19). Dopo Kant, si è diffusa ed è diventata comune l idea che la vita morale sia una questione di obblighi da rispettare, una sorta di obbedienza. Ma all inizio dell èra cristiana la vita morale era intesa invece come una strada da percorrere, una serie di sentieri da seguire (in cui i santi facevano per così dire da apripista), con un archetipo (Gesù Cristo) al quale conformare la propria esistenza, immagine di una vita degna di essere vissuta: «Se qualcuponitur. Unde si a ratione proponatur ut malum, voluntas feretur in hoc ut malum, non quia sit malum secundum se, sed quia est malum per accidens ex apprehensione rationis. Et ideo philosophus dicit, in VII Ethic., quod, per se loquendo, incontinens est qui non sequitur rationem rectam, per accidens autem, qui non sequitur etiam rationem falsam [«Infatti non soltanto ciò che è neutro può assumere carattere buono oppure malvagio; ma anche ciò che è buono può assumere un carattere malvagio e, viceversa ciò che è malvagio un carattere buono: la causa sta nel modo in cui l intelletto comprende il suo oggetto. Per esempio: astenersi dal fornicare è cosa buona; tuttavia la volontà la considera tale soltanto perché è la ragione a dirglielo. Perciò, se una volontà perversa la presenta come cosa malvagia, la volontà la classificherà come tale. La volontà, di conseguenza, sarà malvagia, in quanto bramerà il male; non però ciò che è male di per sé, bensì ciò che è male secondo un particolare giudizio dell intelletto. Consideriamo un altro esempio: credere in Gesù Cristo è cosa di per sé buona e necessaria per la salvezza eterna: ciononostante, la volontà non ne viene convinta se non perché è la ragione a suggerirglielo. Così, se la ragione la presenta come cosa malvagia, la volontà la considererà nello stesso modo, non perché è malvagia di per sé ma perché tale appare a un particolare giudizio dell intelletto. È per questo motivo che Aristotele, nel VII libro dell Etica, afferma essere incoerente non soltanto chi non segue la giusta ragione, ma anche chi abbandona una falsa ragione»] (Summa Theologiae, IaIIae, Q. 19, a. 5, co.). Per una spiegazione del concetto di synderesis si veda anche ibid., Ia, Q. 79, a. 12.

36 LeoneX III no vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Marco, 8:34). Per Tommaso d Aquino, il primo problema pratico della vita morale è quello di scoprire che cosa si deve fare nelle circostanze irripetibili in cui un individuo (anche lui unico e irripetibile) si trova in una determinata occasione. La vita morale mette a dura prova le nostre capacità di discernimento in vista di un agire pratico. Anche quando conosciamo il modello o l ideale che stiamo inseguendo, non sempre ci appare evidente quale sia la cosa giusta da fare in un particolare momento. Per di più, talvolta vogliamo sfuggire a una chiara consapevolezza, o preferiamo lasciarci guidare dalla passione. Soltanto dopo aver agito trascinati dalla passione o dalla mancanza di responsabilità, vediamo chiaramente che cosa avremmo dovuto fare, e sentiamo il peso del rimorso. Anche questo peso deriva dalla nostra facoltà di discernimento pratico. Perciò, la synderesis si realizza nel processo concreto attraverso cui riconosciamo la cosa giusta da fare in determinate circostanze, e per cui ci incolpiamo quando sappiamo di esserci allontanati da questo giusto riconoscimento, ossia quando non riusciamo a vedere e utilizzare la luce che è dentro di noi. A forza di fallimenti e di abusi, possiamo arrivare a spegnere questa luce e a cancellare completamente la coscienza. E possiamo anche ingannarla; anzi alcuni degli stratagemmi con i quali inganniamo la nostra coscienza sono così tipici che il grande scrittore di Oxford C. S. Lewis ( ) li ha descritti con vivide pennellate in The Screwtape Letters 26. Leone XIII e le le odierne teorie economiche Il mondo civilizzato sta già cominciando a celebrare l ormai imminente inizio del Terzo millennio dopo la nascita di Cristo. Poiché le fondamentali idee civilizzatrici della dignità umana, della libertà, della verità, della coscienza e della persona si sono lentamente sviluppate nel corso dei 26 C. S. Lewis, The Screwtape Letters, Barbour & Co., New York 1985.

37 presentazione primi due millenni dopo la nascita di Cristo, e poiché al loro sviluppo è stato dato un impulso decisivo proprio dagli insegnamenti di Cristo, non è forse del tutto fuori luogo riflettere su questo contributo in questo momento cruciale. Per di più, fermarsi a fare riflessioni di questo genere in un incontro dedicato a Leone XIII sembra altrettanto opportuno. Perché uno dei più importanti contributi di Leone XIII fu quello di elaborare una teologia che riconosceva e innalzava a Dio il valore del lavoro dell uomo su questa terra. Il lavoro dell uomo risponde a un profondo bisogno umano, permette a ognuno di noi di sostenere la nostra famiglia e altre persone bisognose, e aiuta a «costruire il regno di Dio». La teologia di Leone XIII condiziona il lavoro al dovere di tenere alta la dignità della persona umana. In quanto esseri umani creati a immagine di Dio e da Lui dotati di alcune innate qualità, dobbiamo rifiutare nei nostri sforzi creativi qualsiasi cosa che si opponga a questa dignità. I buoni cristiani hanno il dovere di unirsi insieme e prendere iniziative per promuovere la dignità di noi stessi, dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Sebbene questa idea fosse stata adombrata per la prima volta già molto tempo fa nel libro della Genesi, le parole di Leone XIII sulla dignità umana, la libertà personale e la loro interazione nello sviluppo di una cultura di buoni cristiani hanno un significato fondamentale per la nostra èra di rapido mutamento economico e sociale. Ci ricordano il ruolo essenziale che i principi cristiani devono avere nella valutazione della correttezza e dell opportunità del cambiamento, assicurando che, nel caso questo cambiamento sia distruttivo o avvilente, i cristiani vi si opporrano con un unico fronte. Ci costringe inoltre a cercare all interno delle idee economiche che sono state elaborate dai tempi di Leone XIII in poi dei potenziali alleati nella battaglia per mantenere le virtù cristiane al centro della nostra esistenza personale e sociale. Fortunatamente, uno dei più rilevanti contributi delle moderne teorie economiche è stato quello di concentrare l attenzione sull importanza primaria del capitale umano. Il concetto di capitale umano, come ha spiegato chiaramente il premio Nobel Gary

38 LeoneX III Becker, include usanze personali e sociali, così come le pratiche e le istituzioni sociali, evolutesi lentamente e sulla base delle esperienze, che sono essenziali per il progresso economico 27. Capitale umano significa che ognuno di noi è fornito di specifiche doti e qualità, donateci dal nostro Creatore, che ci permettono di rispondere ai bisogni dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Provvedendo ai bisogni degli altri - cosa che il capitalismo e il libero mercato consentono di fare pienamente - serviamo Dio nel modo che ci ha ordinato. Un altro chiarimento offerto dalle moderne teorie economiche riguarda il valore morale dell iniziativa e dell industriosità personale. L industriosità è una cosa diversa dall imprenditorialità. Quest ultima indica le capacità e le virtù proprie di un imprenditore. La prima indica invece le virtù di coloro che sono felici di usare la propria intelligenza e la propria immaginazione in tutto ciò che fanno. Il farmacista che non si limita soltanto a vendere medicine ma ascolta con attenzione le richieste dei suoi clienti in modo da trovare soluzioni alle quali non avevano mai pensato, ossia che ha come priorità non la normale soddisfazione delle richieste del cliente bensì il suo benessere generale: ecco, un farmacista così sta esercitando la virtù dell industriosità. Lo stesso vale per il meccanico che non ripara semplicemente i guasti specificati dal proprietario di un automobile, ma tiene gli occhi aperti per vedere se ci sono altri problemi di funzionamento. L intraprendenza è una qualità tanto intellettuale quanto morale: una disposizione intellettuale all intuizio- 27 Per Becker, si veda il suo Human Capital, University of Chicago Press, Chicago 1993, cap. 2: «Ora intendo parlare di un altro genere di capitale. Istruzione scolastica, corsi di computer, spese per l assistenza sanitaria, conferenze sul valore della puntualità e dell onestà: anche tutte queste cose sono capitale, nel senso che migliorano la salute, aumentano i guadagni, e fanno maggiormente apprezzare a ogni individuo il piacere della cultura. Pertanto, si rimane pienamente nel solco della definizione tradizionale del concetto di capitale, se si afferma che le spese per l istruzione, la specializzazione, l assistenza medica e così via sono investimenti sul capitale. Tuttavia, producono non un capitale materiale o finanziario bensì un capitale umano, perché non si può separare una persona dalla sua conoscenza, dalle sue capacità, dalla sua salute o dai suoi valori così come si possono spostare beni finanziari e materiali mentre il suo proprietario non muove un passo». Nella sua conferenza per il conferimento del premio Nobel nel 1992, Becker ha ripreso lo stesso tema: «L analisi del capitale umano comincia dal presupposto che gli individui decidono sulla loro istruzione, sulla loro assi-

39 presentazione ne creativa e una disposizione morale alla buona volontà, all apertura mentale, alla vivacità d ingegno e alla sapiente esecuzione dei dettagli. È proprio la virtù dell industriosità praticata da tutti coloro che contribuiscono, a ogni livello, allo sviluppo economico a infondere in un economia l intelligenza e la passione per un lavoro ben fatto. Un terzo importante contributo delle teorie economiche contemporanee è rappresentato dall attenzione rivolta all azione umana e al soggetto umano, vale a dire alla persona e alla libertà umana 28. Un quarto infine è quello di avere posto l accento sul ruolo centrale della scelta (scelta personale e scelta pubblica) nelle dinamiche della vita economica. Tutti e quattro assegnano un importanza primaria al rispetto dell individuo in quanto individuo, concentrandosi sui suoi bisogni e desideri, affidandosi alla sua straordinaria forza, e permettendo al mercato di agire come struttura intermediaria per le transazioni, aumentando nello stesso tempo la nostra capacità di renderci utili. Ma non dobbiamo lasciarci ingannare: come in ogni altra circostanza, la possibilità di scelta lascia spazio per il peccato e la follia. Come ci ha insegnato Leone XIII, il meglio che può fare l uomo è comportarsi bene e vivere da vero cristiano: fatto questo, le giuste condizioni prevarranno. Ora che la moderna scienza economica si concentra sempre più sulla persona umana, sulle possibilità di scelta, sui comportamenti morali e concepisce il «capitale» in termini di sviluppo umano personale e sociale, la visione di Leone XIII si avvicina al suo compimento. (Traduzione dall inglese di Aldo Piccato) stenza sanitaria e su altri analoghi servizi facendo un bilancio tra i costi e i benefici. I benefici includono progressi sul piano culturale e in altri ambiti non immediatamente remunerativi sotto il prodilo finanziario, nonché incrementi nei redditi e miglioramenti nelle condizioni di lavoro, mentre i costi in genere consistono soprattutto nel valore in perdita del tempo dedicato a questi investimenti. Il capitale umano, a secondo che sia regolato da buone abitudini di lavoro o lasciato cadere in vizi come l alcolismo, ha decisive ripercussioni positive o negative sulla produttività tanto nei settori del mercato quanto in quelli da esso indipendenti» («Nobel Lecture: The Economic Way of Looking at Behavior», in Gary Becker, The Essence of Becker, a cura di R. Febrero e P. S. Schwartz, Hoover Press, Stanford 1995, p. 640). 28 Si veda la grande opera di Ludwig von Mises, Human Action: A Treatise on Economics, Yale University Press, New Haven Si veda anche Gabriel J. Zanotti, «Misesian Praxeology and Christian Philosophy», Journal of Markets and Morality, 1:1, marzo 1988.

40 LeoneX III Il comitato per le celebrazioni ha preparato un edizione preziosa della Rerum Novarum in duecento esclusivi esemplari Questa edizione in lingua latina curata in ogni sua parte da Alessandro Sartori e Fausto Olivieri per la collana ITALIANA dei libri Unaluna integralmente tratta dal volume LEONIS XIII PONTEFICIS MAXIMI ACTA VOL. XI ROMAE EX TYPOGRAPHIA VATICANA 1892 composta dai caratteri monotype Divina e stata tirata al torchio piano cilindrico presso l Officina Olivieri in Milano su carte a mano fabbricate con fibre di cotone a ph neutro da Alessandro Tiberi in Fabriano. Sara Cozzi ha steso manualmente l oro zecchino in foglia novecentonovanta su mille

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