GRUPPO INTERISTITUZIONALE RISCHIO GAS

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1 PROVINCIA DI BOLOGNA ASSESSORATO AMBIENTE SETTORE AMBIENTE UFFICIO DI PROTEZIONE CIVILE GRUPPO INTERISTITUZIONALE RISCHIO GAS RELAZIONE TECNICA Dicembre 2008

2 A cura del Settore Ambiente della Presidente della Provincia: Prof.ssa Beatrice Draghetti Assessore: Emanuele Burgin Direttore Settore Ambiente: Gianpaolo Soverini Responsabile : Stefano Pisauri Gruppo Tecnico Interistituzionale Dr.ssa Carmen Fracchiolla - Prefettura U.T.G. di Bologna Ing. Mario Prince - Comando Provinciale Vigili del Fuoco Ing. Giovanni Carella - Comando Provinciale Vigili del Fuoco P.I. Daniele Malossi - Dipartimento Emergenza 118 Ing. Paola Bonandrini - S.N.A.M. Rete Gas Ing. Fabrizio Mazzacurati - Hera Bologna Ing. Clarissa Dondi - Agenzia Regionale di Protezione Civile Mario Mazzoni - Consulta Provinciale del Volontariato di Protezione Civile Dr. Angelo Giselico - Comune di Bologna, Ing. Pietro Passaniti - Comunità Montana Unione Comuni Valle del Samoggia. Dr. Gabriele Zaccoletti - Comunità Montana Alta e Media Valle Reno Dr. Geol. Rosario Bonasso - Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi Arch. Franco Capra - Nuovo Circondario Imolese P.M. Mauro Querzè - Associazione Intercomunale Terre d Acqua P.M. Cabrini Nicoletta - Associazione Intercomunale Reno Galliera Sig.ra Elisa Laura Ferramola - Associazione Intercomunale Terre di Pianura Ing. Elisabetta Ferri - Associazione Intercomunale Valle dell Idice Hanno inoltre partecipato rappresentanti di Italgas, A.S.Reti Gas, CH4 Lizzano ed Enel Coordinamento Gruppo Tecnico - : Stefano Pisauri, Gianfranco Fusi, Marco Davi Segreteria Organizzativa : Caterina Grisorio Elaborazioni Grafiche : Marco Davi 2

3 1 PREMESSA IL PROGETTO RISCHIO GAS I COMPONENTI DEL GRUPPO TECNICO INTERISTITUZIONALE LA CONDUZIONE DEL LAVORO GLOSSARIO INQUADRAMENTO NORMATIVO I DECRETI MINISTERIALI 16 E 17 APRILE IL DECRETO LEGISLATIVO 23 MAGGIO 2000, n IL DECRETO MINISTERO INDUSTRIA 22 DICEMBRE LA LEGGE 14 NOVEMBRE 1995, N ALTRE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE DELIBERA A.E.E.G. N.168/ LE ATTIVITA DI GESTIONE GAS ELEMENTI DELLA RETE DI TRASPORTO E DISTRIBUZIONE I GESTORI GAS IN PROVINCIA DI BOLOGNA SNAM RETE GAS A.S. RETI GAS S.r.l ITALGAS HERA BOLOGNA S.p.A HERA IMOLA-FAENZA S.r.L CH4 LIZZANO S.a.s GLI EVENTI INCIDENTALI LE STATISTICHE DELLA A.E.E.G MODELLO D INTERVENTO PREMESSA PRONTO INTERVENTO GESTORE DELLA RETE GAS VIGILI DEL FUOCO SINDACO DIPARTIMENTO EMERGENZA EMERGENZA DA GAS GESTORE DELLA RETE VIGILI DEL FUOCO PREFETTO SINDACO AGENZIA REGIONALE PROTEZIONE CIVILE

4 7.3.6 PROVINCIA POLIZIA MUNICIPALE FORZE DELL ORDINE DIPARTIMENTO EMERGENZA INCIDENTE DA GAS GESTORE DELLA RETE VIGILI DEL FUOCO PREFETTO SINDACO AGENZIA REGIONALE PROTEZIONE CIVILE PROVINCIA POLIZIA MUNICIPALE FORZE DELL ORDINE DIPARTIMENTO DI EMERGENZA TERMINE DELL EMERGENZA NUMERI DI EMERGENZA INDICAZIONI PER I SINDACI PREMESSA IL QUADRO CONOSCITIVO IL CD CARTOGRAFICO ALLEGATO IL WEB GIS DI HERA S.p.A IL COMPITO DEI SINDACI NELLE EMERGENZE GAS RISCHIO GAS E NORME DI COMPORTAMENTO IL FENOMENO DEGLI INCIDENTI DOMESTICI COSA FARE IN CASO DI EMERGENZA APPENDICE LEGISLATIVA BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA ALLEGATI

5 1 PREMESSA Il progetto rischio gas nasce per volontà della Presidente della Provincia quando, anche a seguito di fatti di cronaca occorsi, avviò una profonda riflessione con i Sindaci e le altre componenti territoriali convocando una specifica Conferenza Metropolitana sul tema della sicurezza e della conoscenza delle reti di distribuzione gas che insistono sul territorio provinciale. Nel corso di tale Conferenza, tenutasi il 12 marzo 2007, l Assessorato all Ambiente e Sicurezza del Territorio, attraverso l Ufficio di Protezione Civile, presentò ai Sindaci una proposta operativa sul rischio gas che mutuasse la metodologia adottata per gli altri rischi, già oggetto di analisi, presenti sul territorio provinciale, prevedendo come elemento fondamentale delle attività di previsione e prevenzione, una fase di conoscenza e di messa a sistema di tutti gli aspetti connessi al rischio stesso e finalizzando l approfondimento in funzione di una adeguata pianificazione locale di protezione civile. La Conferenza accolse il progetto e la proposta di istituire un gruppo tecnico interistituzionale con l obiettivo di analizzare quanto più compiutamente le problematiche legate al rischio gas. Successivamente la Giunta Provinciale con orientamento del , nel confermare la necessità di attivare un gruppo interistituzionale, né specificò, obiettivi, linee di azione e componenti tecnico-amministrativi e pose l attività di coordinamento in capo all Ufficio di Protezione Civile. Questa relazione rappresenta la sintesi tecnica finale dei lavori del Gruppo Interistituzionale che partendo dall inquadramento delle problematiche legate alla gestione del rischio gas, fornisce un quadro conoscitivo aggiornato per l assunzione degli scenari di rischio e un modello d intervento integrato tra gestori gas, strutture di soccorso tecnico urgente e strutture locali di protezione civile. Lo scopo ultimo è quello di favorire un aggiornamento ed una integrazione dei piani comunali di emergenza. Lo studio è stato predisposto in riferimento alla situazione odierna e dovrà essere aggiornato ed adeguato a qualunque significative variazioni che dovessero intervenire quali: variazioni introdotte da nuove modalità di affidamento del servizio aggiornamento del quadro conoscitivo legato a impianti e reti di distribuzione (es implementazione del web gis di Hera sui territori interessati) variazioni relative alle informazioni necessarie per la gestione dell emergenza (numeri di telefono, reperibilità ecc.). In quest ottica la Amministrazione Provinciale si propone come soggetto permanente di ricezione di tutte quelle variazioni relative al quadro conoscitivo ed alla organizzazione in emergenza da prodursi a cura dei singoli gestori, fermo restando che variazioni legate ai numeri di pronto intervento, dovranno essere direttamente segnalate alle strutture operative (VV.F e Dipartimento 118) ed alla Prefettura. 2 IL PROGETTO RISCHIO GAS L Amministrazione Provinciale attraverso l Ufficio di Protezione Civile da tempo lavora alla raccolta dei dati di rischio e degli elementi territoriali per il proprio strumento di pianificazione provinciale delle emergenze, e per mettere tali dati a disposizione dei comuni per l assunzione nei proprio piano comunale di protezione civile. Molto si è fatto nella produzione di cartografie e database conoscitivi sul rischio idraulico, idrogeologico, degli incendi boschivi e recentemente sul rischio industriale; queste informazioni 5

6 sono state integrate, in collaborazione con i comuni, con le informazioni da considerarsi strategiche in termini di protezione civile (centri operativi comunali, aree di ammassamento, centri di ricovero temporaneo etc ), mediante l utilizzo di un apposito sistema informativo territoriale di protezione civile condiviso tra Provincia e Comuni in logica client - server. Da un paio di anni la Provincia è infatti impegnata nella diffusione di questo progetto che prevede la distribuzione, l assistenza alla installazione e formazione all uso per i Comuni e per le Comunità Montane di un software gestionale di dati per la protezione civile, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, che permette la condivisione dei dati di protezione civile e di cartografie di rischio. Per le attività di gestione gas, analogamente a quanto fatto per gli altri rischi, è parso necessario colmare una lacuna informativa sul rischio residuo, considerato tra l altro, che non esistono approfondimenti organici sul tema e non si predispongono specifiche pianificazioni di emergenza. Il rischio gas infatti non è contemplato nell ambito dei rischi oggetto di pianificazione di protezione civile e solo qualche comune riporta nei propri piani di emergenza generici dati informativi finalizzati a governare una eventuale emergenza gas. Si avverte pertanto la mancanza di un preciso quadro di riferimento conoscitivo a supporto dei comuni, che permetta raccordi funzionali e organici tra i gestori gas e il loro sistema di gestione delle emergenze e l organizzazione dei servizi comunali di protezione civile Le linee d azione su cui è stato costruito il progetto sono state: sensibilizzazione delle tematiche legate alle gestione del rischio gas (rischio residuo) aumento delle conoscenze sul territorio attraverso l implementazione del quadro conoscitivo con riferimento alla rete di distribuzione della alta e media pressione coinvolgimento delle strutture locali di protezione civile verifica del modello d intervento tra strutture operative (Gestori Gas, VV.F., 118,) e raccordi funzionali con le strutture comunali di protezione civile indicazioni ai comuni circa aspetti e problematiche da analizzare in sede di predisposizione ed aggiornamento dei piani comunali di protezione civile indicazioni utili da fornire ai sindaci per attività informative alla popolazione. Con questo lavoro di analisi si è tentato di caratterizzare più compiutamente il quadro conoscitivo sul tema per tutto il territorio provinciale attraverso: completamento della conoscenza sulla distribuzione delle reti per ogni territorio comunale e acquisizione della cartografie in formato fruibile dai comuni delle reti di distribuzione del gas ad alta e media pressione e degli altri dati definiti relazione con le altre criticità presenti sul territorio e già in possesso dagli enti locali predisposizione di un documento tecnico di riferimento sul rischio gas da trasmettere a tutti i sindaci, che possa fornire indicazioni circa l assunzione degli scenari rischio gas ed integrazione delle procedure di allertamento delle strutture locali di protezione civile all interno dei piani comunali Dopo aver definito questa prima fase conoscitiva che colma un gap informativo sul tema anche a livello regionale, il Gruppo Interistituzionale auspica che questo documento possa diventare un punto di partenza per una ulteriore fase di approfondimento che si incentri sulla analisi delle banche dati incidentali dei gestori, già individuate dalla delibera dell Autorità in materia, finalizzate alla definizione di specifiche tipologie incidentali. Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco pone l attenzione sull importanza che potrebbero avere, anche in logica di miglioramento del modello d intervento, articolati studi di ipotesi incidentali come strumento di supporto alle decisioni da assumere in fase di intervento operativo. 6

7 2.1 I COMPONENTI DEL GRUPPO TECNICO INTERISTITUZIONALE Con Atto della Presidente della Provincia n. PG del , è stato formalmente istituito il gruppo interistituzionale - rischio gas costituito da rappresentanti di: prefettura di Bologna gestori delle principali reti di distribuzione e trasporto gas (Hera e Snam Rete Gas) comando Provinciale dei Vigili del Fuoco agenzia Regionale di Protezione Civile dipartimento Emergenze 118 consulta Provinciale del Volontariato di Protezione Civile rappresentanti dei Comuni In rappresentanza dei comuni sono stati coinvolti comuni o comunità montane già individuati come sede di Centro Operativo Misto (C.O.M.) e il Nuovo Circondario per i comuni dell imolese. Nello specifico: il Comune di Bologna in rappresentanza dei comuni Zola Predosa, Casalecchio di Reno e Bologna. il Comune di San Giorgio di Piano in rappresentanza dei comuni della Associazione Intercomunale Reno Galliera che comprende Argelato, Bentivoglio, Castel Maggiore, Castello d Argile, Galliera, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale. il Comune di Molinella in rappresentanza dei comuni dell Associazione Intercomunale Terre di Pianura che comprende i comuni di Baricella, Granarolo, Minerbio, Malalbergo e Molinella, Budrio. il Comune di San Giovanni in Persiceto in rappresentanza dei comuni dell Associazione Intercomunale Terre d Acqua che comprende i comuni di Anzola dell Emilia, Calderara di Reno, Crevalcore, Sala Bolognese, Sant Agata Bolognese e San Giovanni in Persiceto il Comune di San Lazzaro in rappresentanza dei comuni dell Associazione Intercomunale Comuni ad est di Bologna che comprende i comuni di Ozzano dell Emilia, Castenaso e San Lazzaro di Savena. la Comunità Montana della Valle del Samoggia in rappresentanza dei comuni dell Unione dei Comuni della Valle del Samoggia che comprende i comuni di Monteveglio, Crespellano, Bazzano, Savigno, Monte San Pietro, Castello di Serravalle la Comunità Montana della Media e Alta Valle del Reno in rappresentanza dei comuni di Gaggio Montano, Vergato, Marzabotto, Camugnano, Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Castel di Casio, Grizzana Morandi, Castel d Aiano e Granaglione. la Comunità Montana delle Cinque Valli Bolognesi in rappresentanza dei comuni di Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno, Pianoro, Loiano, Monterenzio, Monghidoro, Sasso Marconi il Nuovo Circondario Imolese in rappresentanza dei comuni di Medicina, Castel San Pietro, Castelguelfo, Dozza Imolese, Imola, Mordano, Borgo Tossignano, Fontanelice, Castel dei Rio e Casalfiumanese 7

8 2.2 LA CONDUZIONE DEL LAVORO Il Gruppo Interistituzionale coordinato dall Ufficio di Protezione Civile della Provincia, si è insediato ed ha iniziato i lavori il 21 settembre 2007 e a partire dalla seconda riunione sono stati convocati anche i rappresentanti di altri due gestori gas operanti nel territorio provinciale (Italgas e Sorgea) e di Enel. Nel corso della terza riunione si è deciso di attivare un gruppo di lavoro ristretto che prevedesse la presenza dei Gestori, dei Vigili del Fuoco, del Dipartimento 118 e di due tecnici comunali. Questo gruppo si è riunito otto volte per complessive 24 ore di lavoro nel corso delle quali sono stati approfonditi i molteplici aspetti della materia ed è stata predisposta una bozza di documento tecnico portata poi all attenzione del Gruppo Interistituzionale che nei successivi due incontri di analisi e sistemazione ha licenziato il testo con il parere positivo di tutti i partecipanti. Gli argomenti affrontati sono riconducibili a questi temi: puntualizzazione e ridefinizione delle linee d azione proposte attraverso il concorso dei soggetti coinvolti definizione e caratterizzazione delle informazioni territoriali da acquisire (reti, cabine, sedi operative, dislocazione strutture tecniche ed organizzazione in emergenza dei gestori gas) modalità di acquisizione dati individuazione delle aree maggiormente vulnerabili definizione di un modello d intervento che integri le operazioni attivate dai gestori e dal soccorso tecnico urgente con le locali strutture di protezione civile indicazioni tecniche per l adeguamento dei piani comunali di protezione civile definizione delle informazioni per la popolazione circa il rischio gas Da ultimo si rileva come il Gruppo Interistituzionale abbia lavorato con impegno ed attenzione, con analisi e discussioni molto approfondite e grande partecipazione da parte di tutti i componenti del tavolo, ed è nostra convinzione che gli obiettivi siano stati raggiunti attraverso la redazione di un documento operativo che possa essere veramente utile a tutti i soggetti che a vario titolo hanno competenze su questa materia. 3 GLOSSARIO a) Classificazione delle condotte (D.M. 16 e 17 aprile 2008) Le condotte per il trasporto e la distribuzione del gas naturale si classificano in: condotte di 1 specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 24 bar; condotte di 2 specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 12 bar ed inferiore od uguale a 24 bar; condotte di 3 specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 5 bar ed inferiore od uguale a 12 bar; condotte di 4 specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 1,5 bar ed inferiore od uguale a 5 bar; condotte di 5 specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 0,5 bar ed inferiore od uguale a 1,5 bar; condotte di 6 specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 0,04 bar ed inferiore od uguale a 0,5 bar; condotte di 7 specie: condotte con pressione massima di esercizio inferiore od uguale a 0,04 bar. 8

9 b) Definizioni Alta pressione Pressione relativa del gas superiore a 5 bar (1, 2 e 3 specie) Autorità per l'energia Elettrica e il Gas (A.E.E.G.) Autorità indipendente istituita ai sensi della legge n. 481/95 del 14 novembre 1995, con funzioni di regolazione e di controllo dei settori dell'energia elettrica e del gas. Bassa pressione Pressione relativa del gas non superiore a 0,04 bar (7 specie) Cabina di primo salto Detta anche cabina di prelievo o REMI (regolazione e misura) è un impianto di ricezione, prima riduzione e misura del gas naturale allacciato alla rete di trasporto e posto a valle del punto di riconsegna dal Trasportatore al Distributore o al Cliente finale. Cabina di secondo salto Detta anche cabina di distretto riduce il gas naturale dal livello di alta o media pressione alla bassa prossime al fine di immetterlo nella rete locale ed alimentare i centri urbani Condotta insieme di tubi, curve, raccordi, valvole ed altri pezzi speciali uniti tra loro per il trasporto del gas naturale. Dispacciamento Attività diretta ad impartire disposizioni per l'utilizzazione e l'esercizio coordinato degli impianti di coltivazione, di stoccaggio, della rete di trasporto e di distribuzione e dei servizi accessori. Distanza della condotta dai fabbricati Minima distanza, misurata in orizzontale, intercorrente tra l'asse della condotta e il perimetro del fabbricato. Distribuzione Trasporto di gas naturale attraverso reti di gasdotti locali per la consegna ai clienti, mentre la fornitura è la consegna o la vendita di gas Emergenza Gas Evento in grado di produrre effetti gravi e/o di vaste proporzioni per la sicurezza e la continuità del servizio e che provochi una o più delle seguenti condizioni: a) fuori servizio non programmato di punti di consegna o di punti di interconnessione; b) fuori servizio non programmato di reti AP o MP o BP che provochi l interruzione senza preavviso dell erogazione del gas ad uno o più clienti finali; c) dispersione di gas con interruzione senza preavviso dell erogazione del gas ad uno o più clienti finali; d) disservizio provocato da eccesso o difetto di pressione in rete rispetto ai valori previsti dalle norme tecniche vigenti. Si definisce inoltre emergenza qualunque evento che provochi l interruzione senza preavviso dell erogazione del gas ad almeno 250 clienti finali e per il quale l erogazione del gas non venga riattivata a tutti i clienti finali coinvolti presenti entro 24 ore dall inizio dell interruzione, con esclusione dei clienti finali che non vengano riattivati all atto del primo tentativo di riattivazione 9

10 Grado di utilizzazione del materiale Coefficiente che definisce il livello di sollecitazione ammissibile quale percentuale del carico unitario di snervamento. E il reciproco del coefficiente di sicurezza. Gas naturale Risorsa energetica primaria, prevalentemente di origine fossile, formatasi nel sottosuolo, contenente in maggior misura metano e, in minor misura, etano, propano e butano. Gruppo di riduzione gas Complesso costituito da regolatori di pressione, da apparecchi ausiliari, da tubazioni, da raccordi e pezzi speciali aventi la funzione di ridurre la pressione del gas canalizzato da un valore di entrata variabile a un valore di uscita predeterminato fisso o variabile. Impianto Complesso dei dispositivi ed elementi costituiti dagli impianti di riduzione e regolazione della pressione e dagli impianti di misura del gas. Impianto di derivazione di utenza o allacciamento Complesso di tubazioni con dispositivi ed elementi accessori costituenti le installazioni necessarie a fornire il gas al Cliente. Incidente da Gas Evento che coinvolga il gas distribuito a mezzo di reti, che interessi una qualsiasi parte dell impianto di distribuzione e/o di impianti dei clienti finali, compresi gli apparecchi di utilizzazione, e che provochi il decesso o lesioni gravi di persone o danni a cose per un valore non inferiore a euro e che sia provocato da una delle seguenti cause: a) una dispersione di gas (volontaria o non); b) una combustione incontrollata in un apparecchio di utilizzo del gas; c) una cattiva combustione in un apparecchio di utilizzo del gas, compresa quella dovuta ad una insufficiente aerazione; d) una inadeguata evacuazione dei prodotti della combustione in un apparecchio di utilizzo del gas. Jet-fire Incendio per innesco immediato di un getto gassoso infiammabile effluente da un componente impiantistico in pressione. Limite Inferiore di Infiammabilità (L.F.L.) Più bassa concentrazione in aria di gas di un combustibile al di sotto della quale non si ha accensione in presenza di innesco. Manufatto di protezione Opera realizzata sulla condotta, per accrescere il grado di sicurezza della stessa, costituita da un manufatto chiuso (tubo di protezione o cunicolo) con funzione di protezione meccanica della tubazione o manufatto aperto (beole in cls., piastre, coppelle in acciaio, cemento armato, polietilene o altro materiale idoneo allo scopo) avente, oltre che funzione di protezione meccanica della condotta, anche quella di ripartizione dei carichi. Qualora tale manufatto abbia funzione drenante, esso sarà chiuso, sigillato alle estremità e provvisto di dispositivi (sfiati) per convogliare verso l esterno eventuali fuoriuscite di gas. Media pressione Pressione relativa del gas superiore a 0,04 bar e non superiore a 5 bar (4, 5 e 6 specie) Metanodotto Sistema di tubazioni magliate che garantiscono l'alimentazione a tutta la rete. 10

11 Modello d Intervento Consiste nell assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni e nell utilizzazione razionale delle risorse. Nucleo abitato Fabbricato o un agglomerato di fabbricati la cui popolazione sia superiore a 300 unità. Odorizzante Sostanza chimica di odore intenso e caratteristico che viene miscelata con gas inodore per assicurare standard di sicurezza nella fase di distribuzione e utilizzazione del gas Pressione massima di esercizio (MOP) Massima pressione relativa alla quale un sistema può essere fatto funzionare in modo continuo nelle condizioni di normale esercizio. Pressione di progetto (DP) Pressione relativa alla quale si riferiscono i calcoli di progetto. Pressione operativa (OP) Pressione relativa che si può verificare entro un sistema nelle condizioni di normale esercizio; i livelli di OP possono eccedere i valori di taratura dei dispositivi di controllo e di regolazione a causa della dinamica del sistema. Profondità d interramento Distanza compresa tra la generatrice superiore del tubo e la superficie del terreno. Pronto Intervento Gas Azione tempestiva a fronte di una qualsiasi situazione di anomalia del sistema distributivo o di dispersione sull impianto finale del cliente, segnalata da persone o da sistemi di telecontrollo, al fine di garantire la pubblica incolumità e rendere minimi gli effetti e le conseguenze alle persone, all ambiente, alle cose e all impianto. Punti di linea Aree destinate a contenere valvole e pezzi speciali con funzioni di intercettazione del flusso del gas, di smistamento del gas, di lancio e ricevimento di apparati di pulizia ed ispezione interna delle condotte, di terminali marini; le stesse, per quanto riguarda la determinazione delle attività soggette al rilascio del certificato di prevenzione incendi, sono assimilate alla condotta. Rete di distribuzione Sistema di condotte generalmente interrate, posate su suolo pubblico o privato che, partendo dai punti di consegna fisici e/o dai punti di interconnessione, consente la distribuzione del gas ai Clienti; la rete non comprende gli impianti di derivazione di utenza. Delle reti di distribuzione fanno parte gasdotti ad alta, media e bassa pressione. Rete Nazionale Trasporto (R.T.N.) Rete di trasporto gas naturale attraverso la rete di gasdotti, esclusi i gasdotti di coltivazione e le reti di distribuzione. Delle reti di trasporto fanno parte gasdotti ad alta e media pressione. Rete Trasporto Regionale (R.R) Complesso delle reti di gasdotti per mezzo delle quali viene svolta l attività di trasporto ai sensi dell Art. 2, (1), lettera ii) del Decreto Legislativo n 164/00, esclusa la Rete Nazionale dei Gasdotti. Trasporto gas Vettoriamento di gas naturale attraverso la rete di gasdotti, esclusi quelli di coltivazione e le reti di distribuzione. 11

12 4 INQUADRAMENTO NORMATIVO Due sono le leggi di riferimento su cui s imperniano le attività collegate alla gestione del gas; Il DM. 24 novembre 1984 e le successive integrazioni e modifiche rappresenta il testo di riferimento per la costruzione in sicurezza delle reti di trasporto e distribuzione in quanto disciplina le norme di sicurezza antincendio nel trasporto, distribuzione, accumulo e uso del gas naturale, e il D.Lgs. 23 maggio 2000, n. 164, meglio conosciuto come Decreto Letta che, recependo una direttiva europea, avvia la liberalizzazione del mercato interno del gas stabilendo che sono completamente libere le attività di importazione, trasporto e dispacciamento, distribuzione e vendita di gas naturale. Alla liberalizzazione del 2000 che ha interessato le attività di estrazione, importazione, vendita all ingrosso e al dettaglio per i clienti con consumi annui elevati (più di metri cubi all anno), nel gennaio 2003, è seguita la liberalizzazione della vendita al dettaglio del gas naturale a tutti i clienti finali, per cui anche ogni utenza può scegliere il fornitore che offre le condizioni più vantaggiose. Inoltre l Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas, istituita con la L. 481/05, che ha tra gli altri, compiti quello di assicurare adeguati livelli di qualità dei servizi garantendo altresì il rispetto dell ambiente, la sicurezza degli impianti e la salute degli addetti, ha emesso apposite delibere di regolamentazione del servizio come la Delibera n. 168/04 che rappresenta il riferimento più significativo per regolamentare l uso in sicurezza del gas naturale. Di seguito sono richiamati e brevemente descritti i principali riferimenti normativi volti ad assicurare una costruzione ed un esercizio sicuri delle reti di trasporto e di distribuzione del gas naturale. 4.1 I DECRETI MINISTERIALI 16 E 17 APRILE 2008 Il D.M. 16 aprile 2008 Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di distribuzione del gas naturale con densità non superiore a 0,8 e il D.M. 17 aprile 2008 Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto del gas naturale con densità non superiore a 0,8 rappresentano i testi di riferimento per la costruzione in sicurezza delle reti di distribuzione e trasporto del gas naturale rispettivamente. Essi regolamentano, ai fini della sicurezza, gli impianti di trasporto e di distribuzione del gas naturale, a mezzo di condotte, dai campi di produzione alle utenze. Tali norme si applicano inoltre, alle installazioni interne delle utenze industriali ed agli impianti di derivazione di utenza a pressione di esercizio superiore a 0,04 bar. Ai fini della applicazione delle norme, la legge classifica le condotte per il trasporto e la distribuzione di gas naturale in 7 specie, in relazione alla differente pressione, disciplina la composizione, le caratteristiche e la tipologia dei materiali da utilizzare per le tubazioni, le valvole, i raccordi, le modalità di messa in opera, di collaudo e le protezioni da prevedere. La legge riporta inoltre le caratteristiche degli impianti di riduzione delle pressioni. Le condotte per il trasporto e la distribuzione del gas naturale si classificano in: condotte di 1 a specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 24 bar; condotte di 2 a specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 12 bar ed inferiore od uguale a 24 bar; condotte di 3 a specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 5 bar ed inferiore od uguale a 12 bar; condotte di 4 a specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 1,5 bar ed inferiore od uguale a 5 bar; condotte di 5 a specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 0,5 bar ed inferiore od uguale a 1,5 bar; condotte di 6 a specie: condotte con pressione massima di esercizio superiore a 0,04 bar ed inferiore od uguale a 0,5 bar; 12

13 condotte di 7a specie: condotte con pressione massima di esercizio inferiore od uguale a 0,04 bar. 4.2 IL DECRETO LEGISLATIVO 23 MAGGIO 2000, n. 164 Il D.Lgs. 164/00 attua la direttiva europea n. 98/30/CE relativa alle norme comuni per la liberalizzazione del mercato interno del gas definendo tra l altro, le attivita' di importazione, esportazione, trasporto, dispacciamento, distribuzione e vendita di gas naturale. All articolo 8 riconosce che le attivita' di trasporto e dispacciamento di gas naturale sono attività di interesse pubblico e le imprese che svolgono tali attività sono tenute ad allacciare alla propria rete gli utenti che ne facciano richiesta ove il sistema di cui esse dispongono sia idoneo. Il Dispacciamento è l'attività diretta ad impartire disposizioni per l'utilizzazione e l'esercizio coordinato degli impianti di coltivazione, di stoccaggio, della rete di trasporto e di distribuzione e dei servizi accessori, mentre il trasporto è il vettoriamento di gas naturale attraverso la rete di gasdotti, esclusi quelli di coltivazione e le reti di distribuzione. La distribuzione è il trasporto di gas naturale attraverso reti di gasdotti locali per la consegna ai clienti, mentre la fornitura è la consegna o la vendita di gas. L'attività di vendita è incompatibile con quella di trasporto o distribuzione All articolo 9 il decreto, definisce la rete nazionale di gasdotti, intendendo quella rete costituita dai gasdotti ricadenti in mare, dai gasdotti di importazione ed esportazione e relative linee collegate necessarie al loro funzionamento, dai gasdotti interregionali, dai gasdotti collegati agli stoccaggi, nonché dai gasdotti funzionali direttamente e indirettamente al sistema nazionale del gas. La rete nazionale di gasdotti, inclusi i servizi accessori connessi, e' individuata, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con decreto del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, che provvede altresi' al suo aggiornamento con cadenza annuale All articolo 14 viene definita l attività di distribuzione di gas naturale come attività di servizio pubblico. Il servizio e' affidato esclusivamente mediante gara per periodi non superiori a dodici anni. Gli enti locali che affidano il servizio, anche in forma associata, svolgono attività di indirizzo, di vigilanza, di programmazione e di controllo sulle attività di distribuzione, ed i loro rapporti con il gestore del servizio sono regolati da appositi contratti di servizio. In base al D.L. 23 maggio 2000 n.164 è stata stabilita una ripartizione dei metanodotti in due parti afferenti alla Rete Nazionale di Gasdotti, per un totale di km, ed alla Rete di Trasporto Regionale per i restanti km. La Rete Nazionale di Gasdotti è costituita dall'insieme dei metanodotti e degli impianti dimensionati e verificati tenendo in considerazione i vincoli dati dalle importazioni, dalle principali produzioni nazionali e dagli stoccaggi, con la funzione di trasferire rilevanti quantità di gas da tali punti di immissione in rete fino alle macro aree di consumo La Rete di Trasporto Regionale è formata dalla restante parte dei metanodotti del Trasportatore non compresa nella Rete Nazionale di Gasdotti e dagli impianti ad essa collegati. La funzione principale di quest ultima rete è quella di movimentare e distribuire il gas naturale in ambiti territoriali delimitati, tipicamente su scala regionale. La Rete di distribuzione è costituita da un sistema di condotte generalmente interrate, posate su suolo pubblico o privato che, partendo dai punti di consegna fisici con la rete di trasporto e/o dai punti di interconnessione con altri distributori, consente la distribuzione del gas ai Clienti; la rete non comprende gli impianti di derivazione di utenza. Delle reti di distribuzione fanno parte gasdotti ad alta, media e bassa pressione. 13

14 4.3 IL DECRETO MINISTERO INDUSTRIA 22 DICEMBRE 2000 Il D.M. 22 dicembre 2000, individua la Rete nazionale dei gasdotti ai sensi dell'art. 9 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n La Rete nazionale di gasdotti è così costituita: a) gasdotti ricadenti in mare; b) gasdotti di importazione ed esportazione non compresi nell'elenco dei gasdotti di cui al punto a), e relative linee collegate necessarie al loro funzionamento c) gasdotti collegati agli stoccaggi; tali reti o parti di reti sono individuate nell'allegato 1c; d) gasdotti interregionali funzionali al sistema nazionale del gas non compresi nell'elenco di cui ai precedenti punti; e) gasdotti funzionali direttamente o indirettamente al sistema nazionale del gas; Fanno altresi' parte della rete nazionale di gasdotti i servizi ad essa accessori nei quali sono esemplificativamente compresi le apparecchiature, le strumentazioni e gli impianti necessari per il funzionamento, il controllo e la gestione della Rete e le relative centrali di compressione. 4.4 LA LEGGE 14 NOVEMBRE 1995, N. 481 La Legge 481/95, istituisce l Autorità per l energia elettrica e il gas quale autorità indipendente con lo scopo di favorire lo sviluppo del mercato concorrenziale e con funzioni di regolazione e di controllo dei settori dell energia elettrica e del gas. L Autorità è un soggetto pubblico che prende le proprie decisioni in base alla legge istitutiva e ai propri procedimenti e regolamenti ed è dotata di un elevato grado di autonomia nei propri giudizi e valutazioni rispetto all esecutivo. Per l emanazione dei propri provvedimenti l Autorità si basa sia su procedure disciplinate da propri regolamenti sia su regolamenti emanati con decreto del Presidente della Repubblica ai sensi dell art. 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n Tra i compiti dell Autorità oltre a quello di assicurare livelli di qualità dei servizi anche quello di garantire il rispetto dell ambiente, la sicurezza degli impianti e la salute degli addetti. 4.5 ALTRE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE Il quadro normativo vigente sulla materia si integra con le altre disposizioni qui di seguito sinteticamente richiamate Legge 6 dicembre 1971, n prima legge emanata dall allora Ministero dell industria per regolamentare la sicurezza dell utilizzo di gas combustibili, negli impianti domestici e similari. La legge, all art. 2, introdusse l obbligo, per le società distributrici, di odorizzare il gas distribuito (laddove lo stesso non possieda di per sé odore caratteristico e sufficiente), affinché possa esserne rilevata la presenza in ambiente, prima che possano essere raggiunte concentrazioni pericolose (articolo 2). D.Lgs. 8 marzo 2006 n. 139 Il Capo III definisce le competenze e le attività del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco in materia di prevenzione incendi. D.P.R. 577/1982 Assegna al Comando dei Vigili del Fuoco competente per territorio la responsabilità del controllo dell osservanza delle norme di prevenzione incendi delle attività soggette a Certificato Prevenzione Incendi. 14

15 D.M. 16 febbraio 1982 Riporta l elenco delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Il trasporto, la distribuzione e l utilizzo di gas combustibili rientrano nei punti 1, 2 e 6 dell elenco. D.M. 23 novembre 1971 Definisce le norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto, imponendo tra l altro all obbligo dell intercettazione del gasdotto a monte e a valle dell attraversamento DELIBERA A.E.E.G. N.168/04 La Delibera emessa dall Autorità per l energia Elettrica ed il Gas che rappresenta il riferimento più significativo per regolamentare l uso in sicurezza del gas naturale; conferisce valore giuridico alle norme emanate da UNI, predisposte in collaborazione con l organismo confederato CIG (Comitato Italiano Gas), che riunisce produttori, distributori e costruttori di apparecchi e dispositivi gas In particolare con gli art. 11 e 26 si definiscono gli obblighi del distributore: minimo annuale di percentuale di reti in AP/MP da sottoporre ad ispezione (30%). obbligo di ispezione dell intera rete ogni quattro anni sostituzione entro il 2014 di tutte le tubazioni stradali di ghisa con giunti in canapa e piombo. dotazioni di cartografie e aggiornamento ogni 6 mesi di eventuali modifiche. protezione catodica di tutte le reti di acciaio. disporre di adeguate risorse umane, materiali e tecnologiche per fronteggiare con tempestività le richieste di pronto intervento, in conformità alle norme tecniche vigenti in materia; attivare uno o più recapiti telefonici con linea fissa dedicati esclusivamente al servizio di pronto intervento, con passaggio diretto ad un operatore di centralino di pronto intervento senza necessità di comporre altri numeri telefonici. 15

16 5 LE ATTIVITA DI GESTIONE GAS Il territorio della provincia di Bologna è interessato da attività di trasporto, vettoriamento di gas naturale attraverso la rete di gasdotti nazionali e regionali, e attività di distribuzione intesa come trasporto di gas naturale attraverso reti di gasdotti locali per la consegna ai clienti. Il gas trasportato dalla rete nazionale o regionale a pressioni da 12 a 75 bar, attraverso appositi punti di prelievo detti cabine di 1 salto (o cabine REMI) viene ridotto di pressione e trattato prima di essere immesso nella rete di distribuzione in alta o media pressione. Le reti di adduzione in alta e media pressione trasportano il gas metano ad altri impianti di riduzione chiamati cabine di secondo salto (o cabine di distretto), dove la pressione viene ulteriormente ridotta in modo da rendere possibile l immissione del gas nella rete locale di bassa pressione idonea a fornire il gas alle utenze civili (< 0,04 bar). Dagli impianti di secondo salto si diparte pertanto la rete di distribuzione in bassa pressione attraverso la quale vengono alimentati i clienti finali. In alcuni casi possono esserci cabine di utenza allacciate alla rete di media pressione che alimentano clienti i cui apparati utilizzatori necessitano di elevate pressioni di alimentazione come nel caso di utenze industriali (fig. 1). Gli impianti di alimentazione dei clienti finali sono in genere costituiti da una sezione di misura e quando necessario, da una sezione di riduzione (gruppi di riduzione). Gli impianti a valle dei gruppi di misura sono di proprietà del cliente. 5.1 ELEMENTI DELLA RETE DI TRASPORTO E DISTRIBUZIONE La rete di trasporto/distribuzione gas è costituita dai seguenti elementi: Punti di alimentazione della rete e di prima riduzione della pressione del gas. Il gruppo di riduzione riduce la pressione del gas, prelevato dalla rete di trasporto nazionale e regionale e il gas viene immesso nelle reti di distribuzione. Le parti che costituiscono una cabina di riduzione sono: Presa è l allacciamento alla rete di trasporto in alta pressione, è il punto di alimentazione del gasdotto di distribuzione. La presa è sempre intercettata da una valvola di fornitura la cui manovra è consentita unicamente a personale dell impresa di trasporto, il quale accede attraverso un area esclusiva. A valle del giunto dielettrico posto dopo la valvola di fornitura, è inserita la valvola d intercettazione che dà origine alla competenza della rete di distribuzione. Tratto di monte - è il tratto che va dal punto di consegna al collettore di monte dei filtri incluso. E comprensivo di valvole d intercettazione, giunto dielettrico ed eventuale valvola d emergenza. Su questo tratto viene realizzato solitamente lo stacco per il collegamento del carro bombolaio. Gruppo di filtrazione è costituito dai filtri posti a monte di ogni singola linea di riduzione, ed è in grado di separare particelle liquide e/o solide eventualmente presenti nel gas. Gruppo di preriscaldo è costituito dagli scambiatori di calore alimentati dalla centrale termica situata nel locale attiguo. Il preriscaldo compensa la perdita di calore che si ha nella decompressione Gruppo di regolazione è l insieme degli organi di riduzione della pressione del gas comprensivi dei dispositivi di sicurezza. Il gruppo di regolazione e suddiviso in linee parallele aventi, ciascuna, due riduttori in serie con funzioni di monitor e di servizio. Gruppo di misura è costituito dalla linea di misura singola o plurima posta a valle del gruppo di riduzione e dai dispositivi e apparecchi di correzione della portata. Impianto di odorizzazione è l impianto, attiguo a gli apparati di riduzione, composto dal serbatoio, dal dispositivo di dosaggio e dalle apparecchiature ausiliarie necessario all immissione dell odorizzante (tetraidrotiofene o TBM) nel gas a valle del gruppo di misura. Tratto di valle è il tratto in uscita dal gruppo di riduzione e comprende la valvola d intercettazione, la valvola d emergenza e il giunto dielettrico. 16

17 Gruppo di riduzione di 2 salto Il gruppo di riduzione di 2 salto riduce la pressione del gas, proveniente dalla rete di M.P. o A.P., per immetterlo nella rete di distribuzione locale di 6^ o 7^ specie. Le parti che lo costituiscono sono: Tratto di monte - è il tratto prima della filtrazione, comprensivo delle valvole d intercettazione e del giunto dielettrico. Gruppo di filtrazione è costituito dai filtri posti a monte di ogni singola linea di riduzione. Gruppo di regolazione è l insieme degli organi di riduzione della pressione del gas comprensivi dei dispositivi di sicurezza e di blocco. Il gruppo di regolazione è suddiviso in linee aventi, ciascuna, due riduttori in serie con funzioni di monitor e di servizio oppure un unico riduttore con monitor incorporato. Tratto di valle è il tratto in uscita dal gruppo di riduzione e comprende la valvola d intercettazione e il giunto dielettrico. Reti in M.P. di 4^ specie Sono le condotte che si dipartono dai punti d alimentazione e costituiscono la rete per l interconnessione comunale e la rete di distribuzione fino alle cabine di distretto di 2 salto. Sono reti costruite in acciaio rivestito, prevalentemente interrate con brevi tratti in fodera con sfiati di esalazione; l intercettazione del flusso avviene in cabina o con valvole opportunamente dislocate lungo la rete. Sulla rete di M.P. sono direttamente collegate, tramite le prese d allacciamento, le utenze. Reti in M.P. di 5^ specie Sono condotte di distribuzione in uscita da cabine di 2 salto, per distretti con prevalente uso industriale. Hanno le medesime caratteristiche costruttive delle reti di 4^ specie. Sulla rete sono direttamente collegate, tramite le prese d allacciamento, le utenze. Reti in M.P. di 6^ specie Sono condotte di distribuzione in uscita da cabine di 2 salto, per distretti con uso misto. Sono costruite in acciaio o in polietilene. Sulla rete sono direttamente collegate, tramite le prese d allacciamento, le utenze. Reti in B.P. di 7^ specie Sono le condotte in uscita dalle cabine di distretto e costituiscono la rete di distribuzione ai clienti finali allacciati tramite le derivazioni d utenza. Le tubature utilizzate sono di ghisa, acciaio e polietilene, non sono previste valvole d intercettazione sulla rete (salvo i casi in cui sia espressamente previsto dalla normativa vigente). Per interrompere il flusso del gas bisogna agire sul gruppo di riduzione di 2 salto (tratto di valle) o intervenire direttamente sulla condotta. Le reti sono gestite con pressioni d esercizio fino a 0,04 bar. Prese di allacciamento Sono le tubazioni derivate dalla rete stradale di bassa o media pressione che allacciano e forniscono il gas al cliente finale. Le derivazioni sono realizzate in ghisa, acciaio e polietilene e sono corredate di norma della valvola d intercettazione del flusso gassoso. 17

18 Figura n.1 Rete di distribuzione gas 5.2 I GESTORI GAS IN PROVINCIA DI BOLOGNA I Gestori che operano attualmente nel territorio della provincia di Bologna sono Snam Rete Gas in qualità di trasportatore mentre in qualità di distributori operano A.S. Reti, Italgas, Hera S.p.A. e CH 4. In figura 2 sono riportati i gestori operanti e i comuni serviti; la maggior parte della rete di distribuzione è gestita da Hera Bologna ed Hera Imola-Faenza, sui rispettivi territori di competenza. 18

19 Figura 2 Distribuzione territoriale dei gestori in provincia di Bologna Nei prossimi capitoli sono descritti i singoli gestori operanti, gli elementi delle reti, l articolazione delle sedi operative, i sistemi di gestione della sicurezza e la gestione del pronto intervento e delle emergenze gas, ai sensi degli indirizzi della Delibera dell Autorità per L Energia e il Gas n. 1668/ SNAM RETE GAS Il territorio provinciale è interessato dall attraversamento sia della rete nazionale dei gasdotti che della rete regionale che si ricorda essere una ripartizione della rete ai fini tariffari e della prenotazione di capacità, ma che, ai fini del servizio di trasporto, è da intendersi come un servizio integrato. La maggior parte delle condotte esercite da Snam Rete Gas sono di 1 a, 2 a e 3 a specie. Casi di condotte classificate in 4 a specie sono presenti in numero limitato e nel territorio provinciale non ci sono casi di gasdotti classificati in specie inferiori proprie delle reti di distribuzione locale. Nelle condotte di Snam Rete Gas i principali valori di pressione da C.P.I. sono fino ad un massimo di 75 bar per condotte di 1 specie, fino a 24 per la 2 specie, 12 bar per la 3 e 5 bar per la 4 specie. ELEMENTI DELLA RETE DI TRASPORTO Gli elementi della rete di trasporto di Snam Rete Gas sul territorio provinciale sono: 1) Impianti di riduzione della pressione sulla rete di trasporto nazionale e regionale 2) Reti in A.P. di 1^, 2^ e 3^ specie 3) Reti in M.P. di 4^ specie 4) Punti di linea 19

20 Fig. 3 Reti di trasporto nazionali e regionali di Snam Rete Gas SEDI E REPARTI La struttura organizzativa territoriale di Snam Rete Gas si articola in Distretti e Centrali di compressione; il Distretto competente sulla provincia di Bologna è il: Distretto Centro Orientale VIA M. E. LEPIDO, 203/ BOLOGNA (BO) TEL Ogni Distretto sovra intende sui Centri di manutenzione dislocati sul territorio in funzione della rete che gestiscono. La provincia di Bologna è per la gran parte coperta dal: CENTRO DI BOLOGNA VIA M. E. LEPIDO, 203/ BOLOGNA (BO) TEL centrobologna@snamretegas.it E marginalmente dai Centri di : CENTRO DI BONDENO VIA VIRGILIANA, BONDENO (FE) TEL centrobondeno@snamretegas.it CENTRO DI FORLÌ VIA CERVESE, FORLÌ (FO) TEL centroforli@snamretegas.it 20

21 GESTIONE DELLA SICUREZZA La gestione di qualunque problematica sulla rete, a partire da eventuali segnalazioni da parte di cittadini, Enti o Autorità pubblica, avviene tramite personale Snam Rete Gas opportunamente formato e organizzato; tale personale preposto, si avvale, per eventuali interventi che richiedano il pronto utilizzo di persone, mezzi e attrezzature, di specifici contratti con Ditte esterne abilitate a lavorare sui propri impianti. Al fine di garantire il servizio di trasporto del gas naturale in condizioni di sicurezza, affidabilità ed efficienza, Snam Rete Gas ha definito e messo in atto procedure operative, organizzazione del proprio personale, dotazioni di attrezzature e materiali, contratti con imprese esterne per la gestione delle emergenze sulla propria rete di trasporto. L insieme di tali procedure costituisce il Dispositivo di Emergenza della Società. Nell ambito di detta organizzazione, Snam Rete Gas dispone inoltre di un sistema centralizzato di acquisizione, gestione e controllo dei parametri di processo per il servizio di trasporto gas, tra cui pressioni, temperature e portate, nei punti caratteristici della rete. Il sistema viene gestito da una struttura centralizzata di Dispacciamento, ubicata presso la sede societaria a San Donato Milanese. Il servizio di Dispacciamento è di tipo sempre presidiato, con turni che coprono le ventiquattro ore in tutti i giorni dell anno. Tale sistema consente, in particolare, di controllare l assetto della rete in modo continuativo, di individuare eventuali anomalie o malfunzionamenti della rete e di assicurare le necessarie attività di coordinamento in condizioni di normalità e di emergenza, operante sia mediante telecomandi sugli impianti e sulle valvole di intercettazione sia attivando il personale reperibile competente per territorio. Snam Rete Gas dispone infatti di una capillare e specifica organizzazione, con personale in servizio di reperibilità in modo continuativo nell arco delle ventiquattrore, in grado di poter intervenire in tempi brevi sulla propria rete. L organizzazione prevede idonee competenze e responsabilità operative e strutturate gerarchicamente onde permettere di far fronte ad eventi complessi, avendo la possibilità di adottare tempestivamente le necessarie decisioni. Detta organizzazione si avvale di un sistema di recapito automatico e di smistamento delle segnalazioni telefoniche che dovessero pervenire da Terzi in merito a problematiche connesse con l attività di trasporto; il sistema è centralizzato presso il Dispacciamento ed è attivo in modo continuativo. Il Dispacciamento assicura inoltre le opportune azioni di coordinamento e di supporto durante gli eventuali interventi. Le unità operative (Centri di Manutenzione) dispongono di mezzi e dispositivi di comunicazione adatti alla gestione delle emergenze. Sono inoltre attivi contratti con imprese esterne per il trasporto di materiali e per la reperibilità di personale specialistico, mezzi e attrezzature per intervento di ausilio e di supporto operativo al responsabile dell emergenza a livello locale. Detti contratti possono essere attivati in tutti i giorni dell anno nell arco delle ventiquattrore. Le unità periferiche dispongono altresì di attrezzature utilizzabili in emergenza costantemente adeguate alle variazioni impiantistiche della rete. I materiali di scorta per emergenza, costantemente mantenuti in efficienza, sono dislocati presso il magazzino centrale e le unità periferiche. GESTIONE PRONTO INTERVENTO/EMERGENZA Le figure incaricate della gestione degli interventi sono: Personale Dispacciamento: riceve tutte le comunicazioni fuori dal normale orario di lavoro; Personale Centro di Manutenzione: riceve tutte le comunicazioni durante il normale orario di lavoro; Personale reperibile del Centro di Manutenzione: fuori dal normale orario di lavoro riceve le segnalazioni dal Dispacciamento; Capo Centro: è responsabile del Centro di Manutenzione; Personale di Distretto:nei casi di emergenza può fornire supporto specialistico al personale operativo; 21

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