CORTE DEI CONTI Sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali. RELAZIONE SPECIALE (approvata con delibera 9/2012)

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1 CORTE DEI CONTI Sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali RELAZIONE SPECIALE (approvata con delibera 9/2012) Sviluppo rurale: gli investimenti nelle aziende agricole. Fondi strutturali 2000/2006

2 Magistrato istruttore: Consigliere Carlo MANCINELLI Ha collaborato: Anna Maria Labonia

3 DELIBERA

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5 Deliberazione n.9/2012 del 4/06/2012. Sviluppo rurale: gli investimenti nelle aziende agricole. Fondi strutturali 2000/2006. LA SEZIONE DI CONTROLLO PER GLI AFFARI COMUNITARI ED INTERNAZIONALI composta dai Magistrati: Dott. Giuseppe COGLIANDRO Presidente della Sezione Dott. Salvatore NICOLELLA Consigliere Dott.ssa Maria Teresa POLITO Consigliere Dott. Giacinto DAMMICCO Consigliere Dott. Michele COSENTINO Consigliere Dott. Carlo MANCINELLI Consigliere Nell adunanza del 4 giugno 2012 Visto l art. 287 del Trattato sul funzionamento dell Unione europea (TFUE); Visto l art. 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni, contenente disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti; Visto il regolamento per l organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti, approvato dalle Sezioni riunite con deliberazione n. 14 del 16 giugno 2000 e successive modificazioni, in particolare l art. 10, comma 3-ter; Visto l Atto di indirizzo dell attività di controllo, approvato dalla Sezione con deliberazione n.1/ 2011 del 12 gennaio 2011; Viste le Linee metodologiche del controllo, approvate dalla Sezione con deliberazione n.7/2011 del 9 maggio 2011; Vista la deliberazione n. 2/2011 in data 12 gennaio 2011 con la quale è stato approvato il programma delle attività di controllo della Sezione per l anno 2011, in cui è compresa l indagine speciale su Sviluppo rurale: gli investimenti nelle aziende agricole. Fondi strutturali 2000/2006 ;

6 Vista la relazione in data 4 giugno 2012 con la quale il Consigliere Carlo Mancinelli ha riferito sull esito dei controlli; Viste le note inviate il 30 aprile 2012 alle amministrazioni interessate, regionali e centrali, per consentire la formulazione di osservazioni; Viste le risposte pervenute da parte della Regione Emilia Romagna e della Regione Campania; Udito, nell adunanza del 4 giugno 2012, il relatore Consigliere Carlo Mancinelli DELIBERA di approvare la relazione allegata integrata con le osservazioni formulate dalle Amministrazioni ORDINA che la presente deliberazione, con allegata relazione, sia trasmessa al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e alle Amministrazioni interessate; che le Amministrazioni interessate comunichino alla Corte dei conti e al Parlamento, entro sei mesi dalla data di ricevimento della presente relazione, le misure consequenziali adottate ai sensi e per gli effetti dell art. 3, comma 6, della legge n.20/1994, modificato dall art.1, comma 172, della legge 23 dicembre 2005, n.266 ed adottino, entro 30 giorni dalla ricezione della presente relazione, l eventuale provvedimento motivato previsto dall art. 3, comma 64, della legge 24 dicembre 2007, n.244. IL PRESIDENTE Giuseppe COGLIANDRO Il RELATORE Cons. Carlo MANCINELLI Depositata in Segreteria il 20 luglio 2012 IL DIRIGENTE Dott.ssa Maria Laura IORIO

7 SVILUPPO RURALE: GLI INVESTIMENTI NELLE AZIENDE AGRICOLE. FONDI STRUTTURALI 2000/2006 SOMMARIO 1 Oggetto dell indagine Metodologia Modalità di svolgimento dell indagine Quadro espositivo della relazione I quesiti Quadro normativo d insieme I Programmi Operativi Regionali POR Il Quadro Comunitario di Sostegno Le autorità e i soggetti coinvolti Gestione finanziaria e controlli Ruolo del MIPAAF I Piani di Sviluppo Rurale (PSR) La programmazione dei PSR Le autorità ed i soggetti coinvolti Gestione finanziaria e controlli Ruolo del MIPAAF Le risposte ai quesiti i dati regionali Ricognizione del quadro organizzativo delle risorse umane preposte ai compiti di attuazione, gestione, controllo delle misure del P.S.R interessanti il FEOGA, nonché di quelle preposte alle funzioni di Autorità di Gestione, Autorità di pagamento, di controllo di II livello; Regione Sardegna Regione Campania Regione Emilia Romagna Provincia Autonoma di Bolzano Regione Veneto Regione Piemonte L Organismo Pagatore Regionale (OPR) Considerazioni conclusive Controlli di II livello ed acquisizione delle relazioni sui controlli effettuati e sugli esiti (ivi comprese le visite in loco disposte dagli Organi preposti alla verifica ed alla valutazione ex art. 69 Reg. CE 817/2004) Regione Sardegna La relazione del Certificatore Indipendente Regione Campania Regione Emilia Romagna Organizzazione, ruoli e competenze sui controlli I controlli di II livello la certificazione annuale dei conti di AGREA... 38

8 6.3.3 Le relazioni relative alle verifiche ex art. 69 Reg. 817/2004 (controlli in loco) Provincia Autonoma di Bolzano Controlli in loco Controlli di esclusiva competenza Agea come Organismo pagatore I Controlli del Corpo Forestale dello Stato Controlli di esclusiva competenza Agea come Organismo pagatore I controlli di secondo livello Agecontrol per la verifica della regolarità delle procedure adottate I controlli ex post per la verifica del mantenimento della destinazione d uso degli investimenti finanziati I controlli parallelamente svolti dalla Guardia di Finanza Regione Veneto Regione Piemonte Gli audit delle Istituzioni comunitarie I controlli di Agecontrol Andamento, stato di attuazione e problematiche emerse in relazione agli interventi di investimento nelle aziende agricole di cui alle relative misure del Piano di Sviluppo Rurale; Regione Sardegna Regione Campania Regione Emilia Romagna Provincia Autonoma di Bolzano Regione Veneto Regione Piemonte Analisi della spesa irregolare, esaminata nel rapporto di incidenza totale della spesa erogata o ammessa a finanziamento Regione Sardegna Considerazioni generali Tipologia delle irregolarità rilevate nelle misure FEOGA Le false dichiarazioni nell attuazione della misura 4.9 loro incidenza sull attuazione della misura e delle irregolarità Regione Campania Regione Emilia Romagna Provincia Autonoma di Bolzano Regione Veneto Regione Piemonte Eventuali attività di recupero dei finanziamenti irregolari erogati, esaminata nel rapporto di incidenza sul totale della spesa da recuperare Regione Sardegna Regione Campania Regione Emilia Romagna Provincia Autonoma di Bolzano Regione Veneto Regione Piemonte Contabilità delle rettifiche e degli storni adottate per il fondo FEOGA, esaminate nel rapporto di incidenza totale della spesa finanziata o ammessa

9 10.1 Regione Sardegna Regione Campania Regione Emilia Romagna Provincia Autonoma di Bolzano Regione Veneto Regione Piemonte Indicazione delle procedure di rinuncia, sospensione e revoca dei finanziamenti messe in atto Regione Sardegna Regione Campania Regione Emilia Romagna Provincia Autonoma di Bolzano Regione Veneto Regione Piemonte Il dato nazionale Avanzamento finanziario Quadro riepilogativo generale Audit comunitari effettuati per la Programmazione dello sviluppo rurale 2000/2006: difficoltà riscontrate e azioni correttive Controlli amministrativi Controlli in loco/a campione delle operazioni: Aspetti specifici relativi ai controlli sulle misure POR Riduzioni, esclusioni, recuperi Conclusioni Il contraddittorio

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11 1 Oggetto dell indagine La presente indagine si propone di offrire un quadro analitico relativo alle Misure relative agli investimenti nelle aziende agricole in ciascun Piano di sviluppo rurale nel periodi di programmazione 2000/2006 1, con riguardo alla quantificazione delle risorse finanziarie impiegate, all implementazione del sistema dei controlli, all efficacia della Misura e al grado di realizzazione dell investimento di ammodernamento nelle strutture aziendali. 2 Metodologia 2.1 Modalità di svolgimento dell indagine. L indagine è stata programmata dalla Sezione quale controllo da svolgere in collaborazione con le Sezioni regionali interessate. A tal fine, in primo luogo è stato inviato un invito ai presidenti delle Sezioni regionali, al fine di verificare la disponibilità all inserimento nel proprio programma di controllo annuale di tale indagine. Per le Sezioni che hanno comunicato la loro adesione si è atteso l esito dell indagine regionale. Per le Sezioni che hanno comunicato l impossibilità di aderire all indagine congiunta, si è richiesta la disponibilità a fare da tramite con l Amministrazione regionale per l acquisizione dei dati; negli altri casi, previo parere favorevole delle Sezioni regionali, si è provveduto ad acquisire i dati direttamente dalle Amministrazioni regionali, mediante selezione di un campione significativo: sono stati presi in considerazione diversi elementi, quali la distribuzione geografica e la rilevanza demografica; l appartenenza o meno alle regioni dell Obiettivo 1; il diverso grado di autonomia statutaria (ordinaria o speciale). I dati sono stati acquisiti ed analizzati con riferimento alle seguenti regioni: Sardegna, Campania, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte ed alla Provincia Autonoma di Bolzano. 1 Cfr. art. 2 reg. CE n. 1257/

12 Infine, per completezza dell indagine, si sono avuti contatti con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali Dipartimento delle politiche competitive del mondo rurale e della qualità Direzione generale della competitività per lo sviluppo rurale, allo scopo di inquadrare nel contesto nazionale i dati relativi alle singole regioni. Tale modalità di espletamento dell indagine ha presentato degli elementi di criticità dovuti, principalmente, alla dispersione informativa, che ha causato una dilatazione dei tempi ed ha avuto come conseguenza, tra l altro, la difficoltà di avere una base di dati omogenei, che sono risultati, talora, di scarsa confrontabilità. 2.2 Quadro espositivo della relazione. Dopo l elencazione dei quesiti posti alle regioni, si procederà all esposizione del quadro normativo che disciplina l ambito dell indagine svolta. Di seguito, verranno analizzate le risposte fornite dalle regioni ai singoli quesiti. Di fronte alla scelta sul tipo di raggruppamento da adottare nell esposizione, si è ritenuto di privilegiare l ambito dell analisi dei fenomeni rispetto a quello puramente territoriale. Pertanto, ogni singolo capitolo della relazione prenderà in esame la risposta delle varie regioni ad ogni singolo quesito. Successivamente, si procederà ad una sintetica esposizione del dato nazionale, come fornito dal MIPAAF, data la non perfetta corrispondenza dei quesiti posti alle regioni con quelli posti al Ministero. Seguirà un capitolo finale di valutazioni conclusive sui dati analizzati. 2.3 I quesiti. Le richieste istruttorie, formulate da questa Sezione direttamente e fornite come traccia alle Sezioni interessate, sono state dirette all acquisizione delle seguenti notizie: a) ricognizione del quadro organizzativo delle risorse umane preposte ai compiti di attuazione, gestione, controllo delle misure del P.S.R interessanti il FEOGA, nonché di quelle preposte alle funzioni di Autorità di Gestione, Autorità di pagamento, di controllo di II livello; 2

13 b) controlli di II livello ed acquisizione delle relazioni sui controlli effettuati e sugli esiti (ivi comprese le visite in loco disposte dagli Organi preposti alla verifica ed alla valutazione ex art Reg. CE 817/2004); c) andamento, stato di attuazione e problematiche emerse in relazione agli interventi di investimento nelle aziende agricole di cui alle relative misure del Piano di Sviluppo Rurale; d) analisi della spesa irregolare, esaminata nel rapporto di incidenza totale della spesa erogata o ammessa a finanziamento; e) eventuali attività di recupero dei finanziamenti irregolari erogati, esaminata nel rapporto di incidenza sul totale della spesa da recuperare; f) contabilità delle rettifiche e degli storni adottate per il fondo FEOGA, esaminate nel rapporto di incidenza totale della spesa finanziata o ammessa; g) indicazione delle procedure di rinuncia, sospensione e revoca dei finanziamenti messe in atto. 3 Quadro normativo d insieme. Appare opportuno, in via preliminare, definire sinteticamente il quadro normativo generale, rimandando alla successiva trattazione di dettaglio l analisi delle diverse modalità applicative adottate. Per la disciplina del sostegno allo sviluppo rurale la norma comune di riferimento per il periodo di programmazione osservato è il Regolamento del Consiglio n del 17 maggio 1999; la materia della presente indagine è trattata al Capo I, articoli da 4 a 7, per quanto riguarda le condizioni di ammissibilità. Il Regolamento è stato profondamente modificato nel 2003 e nel 2004, a seguito dell ammissione nell UE dei nuovi stati membri. 2 I controlli in loco si effettuano conformemente al titolo III del regolamento (CE) n. 2419/2001. Essi vertono, ogni anno, su un campione di almeno il 5% dei beneficiari, comprensivo dell'insieme dei diversi tipi di misure di sostegno previsti nei documenti di programmazione. Per quanto riguarda la misura «prepensionamento» di cui al capo IV del regolamento (CE) n. 1257/1999 e la misura «imboschimento delle superfici agricole», di cui all'articolo 31 dello stesso regolamento, tale percentuale di controllo può essere ridotta fino al 2,5% a partire dal sesto anno di concessione del sostegno, senza incrementi del tasso di controllo per le altre misure. I controlli sul posto si effettuano nel corso dell'anno sulla base di un'analisi dei rischi presentati da ciascuna misura di sviluppo rurale. Per quanto riguarda le misure di sostegno agli investimenti di cui al titolo II, capi I, VII, VIII e IX del regolamento (CE) n. 1257/1999, gli Stati membri possono disporre che i controlli in loco vertano esclusivamente sui progetti in fase di ultimazione. Sono sottoposti a controllo tutti gli impegni e gli obblighi di un beneficiario che è possibile controllare al momento della visita. 3

14 Le modalità applicative sono disciplinate, per quanto riguarda la gestione dei fondi strutturali, dal Regolamento del Consiglio n del 21 giugno 1999; nello specifico, per le misure prese in esame dalla presente indagine, l art. 35 del Reg. 1257/1999 prevede che il sostegno comunitario è finanziato dal FEOGA: sezione Orientamento, per le zone dell Obiettivo 1; sezione Garanzia, per le zone non comprese nell Obiettivo 1. La differenziazione dava adito a due contesti programmatori distinti, caratterizzati da profonde differenze nei meccanismi di attuazione, gestione e controllo. Esaminando la situazione italiana, si rileva che per le Regioni che rientravano nell Obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) la misura investimenti (finanziata, come si è visto, dal FEOGA Orientamento) era inserita nell ambito dei Programmi Operativi Regionali (POR), ovvero programmi multi-fondo per i quali le disposizioni finanziarie, le modalità di attuazione, di gestione e controllo erano disciplinate dal Reg. Ce n. 1260/1999. Per le Regioni fuori Obiettivo 1 (tutte le altre Regioni italiane e le Provincie Autonome) la misura investimenti era, invece, finanziata dal FEOGA Garanzia ed inserita nell ambito dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), ovvero strumenti di programmazione le cui modalità di attuazione finanziaria, gestione e controllo erano inquadrate nell ambito del Reg. n. 1257/ I Programmi Operativi Regionali POR Il Quadro Comunitario di Sostegno. Tutti i POR delle regioni Obiettivo 1 erano compresi nell ambito del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), documento approvato dalla Commissione europea, d intesa con lo Stato membro interessato, contenente la situazione di partenza, la strategia, le priorità d azione, gli obiettivi specifici, la ripartizione delle risorse finanziarie e le condizioni di attuazione degli interventi di sviluppo da realizzare attraverso l utilizzo dei fondi strutturali (FEOGA Orientamento compreso). Tale QCS veniva attuato tramite uno o più Programmi operativi a carattere regionale o nazionale. 4

15 3.1.2 Le autorità e i soggetti coinvolti Il QCS ed i POR erano attuati sotto la responsabilità delle Autorità di Gestione (AdG), ovvero di organismi designati dallo Stato membro quali responsabili dell efficacia e della regolarità della gestione e dell attuazione degli interventi finanziati dai fondi strutturali 3. Nel caso italiano, l Autorità di Gestione designata per il QCS era il Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione; per quanto riguarda i POR, ciascuna Regione aveva collocato l Autorità di gestione per tutti i fondi (compreso il FEOGA Orientamento) presso gli assessorati o i dipartimenti per la programmazione economica e delle risorse comunitarie. Il Reg. Ce n. 1260/1999 prevedeva, altresì, la designazione per ciascun programma, da parte dello Stato membro, delle Autorità di pagamento (AdP), organismi incaricati di elaborare e presentare le richieste e di ricevere i pagamenti dalla Commissione europea, nonché di provvedere a far pervenire ai beneficiari finali gli importi corrispondenti alla partecipazione dei Fondi. Per i POR dell Obiettivo 1 era stata designata una specifica AdP per ciascuno dei fondi strutturali e, nel caso specifico del FEOGA Orientamento, tale Autorità è stata generalmente inquadrata nell ambito degli Assessorati o Dipartimenti per l agricoltura. Responsabile della supervisione e del coordinamento dell organizzazione dei flussi finanziari era il Ministero dell Economia e delle Finanze Dipartimento Ragioneria Generale dello Stato, IGRUE. In osservanza all art. 35 del regolamento citato, sono stati, infine, istituiti, per il QCS e per ciascun POR, i Comitati di sorveglianza (CdS), organismi composti dalle autorità pubbliche e dal partenariato economico e sociale, preposti a monitorare ed assicurare l efficienza e della qualità dell esecuzione degli interventi Gestione finanziaria e controlli. Le modalità attuative degli aspetti finanziari relativi ai contributi concessi nell ambito dei Fondi strutturali erano disciplinate, nel periodo di programmazione 2000/2006, da due regolamenti della Commissione, entrambi emanati il : 3 Le competenze ed i compiti dell Autorità di Gestione sono disciplinati dall art. 34 Reg. n. 1260/

16 il Reg. n. 438/2001 per quanto riguarda la gestione e il controllo; il Reg. n. 448/2001 per quanto riguarda la procedura relativa alle rettifiche finanziarie. Come già visto nel precedente paragrafo, i pagamenti ai beneficiari erano effettuati dalle AdP, che erogavano agli stessi i contributi pubblici di loro spettanza. Allo scopo, erano utilizzati appositi conti correnti infruttiferi intestati alle Regioni, sui quali venivano versate le risorse comunitarie e quelle del cofinanziamento statale, a cura del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183/87. Periodicamente, le AdP rendicontavano e certificavano la spesa sostenuta alla Commissione europea (per la quota comunitaria) e all IGRUE (per la quota nazionale), che a loro volta procedevano al rimborso alla Regione di tali fondi. Le Autorità di gestione erano responsabili della regolarità delle operazioni finanziate, da verificare attraverso l attuazione di misure di controllo interno compatibili con il principio di sana gestione finanziaria. Allo scopo di coordinare e armonizzare i sistemi di gestione e controllo, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato Ispettorato Generale Rapporti finanziari con l Unione Europea (IGRUE) del Ministero dell Economia e delle Finanze ha elaborato delle specifiche linee guida per l organizzazione dei sistemi di gestione e controllo e per la predisposizione delle piste di controllo. In via di estrema sintesi, si indicano le fasi di attuazione sottoposte a controllo, che erano: gestione; situazione contabile finanziaria; efficacia del sistema di gestione e controllo. Per le prime due fasi l organismo responsabile era indicato nel dettaglio in ciascun Complemento di programmazione dei POR. La terza fase (c.d. controllo di secondo livello ) era affidata a un ufficio indipendente sia dall Autorità di gestione sia da quella di pagamento. Tale ufficio doveva controllare, prima della liquidazione degli interventi, almeno il 5% della spesa totale di un campione rappresentativo di progetti, concentrandosi su: progetti di vario tipo e dimensione; rischio individuato; concentrazione di progetti in capo a un soggetto attuatore; 6

17 applicazione pratica ed efficacia dei sistemi di gestione e controllo; concordanza tra numero di registrazioni contabili e documenti giustificativi; rispondenza della natura degli impegni e dei tempi delle spese alle prescrizioni comunitarie e alle caratteristiche fisiche delle schede approvate. Infine, i controlli sull impiego dei finanziamenti dei fondi strutturali venivano effettuati da: Autorità di gestione; Ministero dell Economia e delle Finanze IGRUE; Commissione europea; Corte dei Conti europea Ruolo del MIPAAF Un ruolo non marginale è stato rivestito, nell ambito della programmazione dei fondi strutturali 2000/2006 in questo settore, dal MIPAAF, che, peraltro, non era Autorità di Gestione per il FEOGA Orientamento, non essendo titolare di alcun programma operativo afferente a tale fondo. Tuttavia, in qualità di Amministrazione nazionale capofila per il FEOGA Orientamento, il MIPAAF ha svolto la propria attività di concerto con l Autorità di Gestione del QCS, al fine di orientare la programmazione dello sviluppo rurale al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa comunitaria e di garantire il coordinamento delle attività relative al FEOGA. In tale contesto è stato attivato un flusso continuo di informazioni e comunicazioni sull attuazione degli interventi, secondo le indicazioni e le richieste dell AdG del QCS. Quest ultima, sulla base delle informazioni relative allo stato di attuazione del QCS, incontrava le Amministrazioni capofila per i singoli Fondi per concordare metodologie comuni e identificare soluzioni agli eventuali problemi manifestatisi. A tal fine, un rappresentante del MIPAAF partecipava ai Comitati di Sorveglianza del QCS e dei POR. Il MIPAAF, inoltre, sempre in veste di Amministrazione capofila FEOGA-O, operava nell ambito del circuito dei pagamenti ed era il soggetto preposto alla ricezione delle certificazioni di spesa e delle domande di pagamento redatte ed inviate dalle Autorità di Pagamento per il Fondo in questione. Una volta effettuato un 7

18 controllo formale sulla correttezza di tale documentazione e un riscontro sulla compatibilità degli importi richiesti con la dotazione per misura allocata sul piano finanziario dei POR, il MIPAAF provvedeva ad inoltrare i documenti suddetti alla Commissione europea e all IGRUE per il rimborso delle somme richieste dalle Regioni. 3.2 I Piani di Sviluppo Rurale (PSR) La programmazione dei PSR In base al regolamento Ce n. 1257/1999 gli Stati membri dovevano adottare i Piani di Sviluppo Rurale per le c.d. misure di accompagnamento 4. Tale obbligo era esteso a tutto il territorio della Comunità europea. Nelle Regioni dell Obiettivo 1 le rimanenti misure (ivi compresa la misura di Investimenti nelle aziende agricole ) erano inserite nei POR. Per le Regioni al di fuori dell Obiettivo 1, la normativa forniva due possibili opzioni: inserire tali misure nell ambito dei Documenti Unici di Programmazione delle Regioni Obiettivo 2 (quindi inserire lo sviluppo rurale nella programmazione multifondo come in Obiettivo 1); oppure inserire tali misure nell ambito dei PSR (integrando in un unico documento di programmazione tutte le tipologie di intervento per lo sviluppo rurale). In Italia si è optato per la seconda scelta, garantendo in tal modo un approccio organico che riunisse in un unico strumento di programmazione tutti gli strumenti di intervento disponibili Le autorità ed i soggetti coinvolti A differenza del FEOGA Orientamento, per i Piani di Sviluppo Rurale cofinanziati dalla sezione garanzia del medesimo fondo la normativa comunitaria (in particolare il Reg. CE n. 1257/1999 ed il Reg. CE n. 817/ ) non stabiliva nel 4 Il regolamento prevedeva l obbligatorietà del PSR per le seguenti misure: prepensionamento (articoli 10, 11 e 12), zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali (artt ), rispetto delle norme (artt. 21-bis 21-quinquies), misure agroambientali e benessere degli animali (artt. 22, 23 e 24), qualità alimentare (artt. 24-bis 24-quinquies) e imboschimento (art. 31). 5 Regolamento della Commissione n. 817 del 29 aprile 2004, Regolamento della Commissione recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEOGA) 8

19 dettaglio le funzioni ed i limiti delle autorità nazionali preposte alla gestione dei PSR. Anche l istituzione del Comitato di sorveglianza era facoltativa da parte degli Stati membri. Peraltro, nei PSR dovevano essere indicate le disposizioni adottate dalle autorità per garantire un attuazione efficace e adeguata, anche in materia di sorveglianza e valutazione, nonché le disposizioni relative al controllo, alle sanzioni e alla pubblicità degli interventi. Partendo da tali premesse, le autorità responsabili della gestione dei PSR sono state incardinate negli assessorati regionali all agricoltura; inoltre, solo alcune Regioni hanno provveduto ad istituire i Comitati di sorveglianza dei PSR. In base a quanto previsto all art. 4 del Reg. Ce n. 1258/ per ciascun PSR doveva essere individuato un Organismo pagatore (OP), quale unico soggetto abilitato ad erogare i contributi ai beneficiari finali. La decisione di istituire organismi pagatori decentrati in luogo della (statale) Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) è stata rimessa alle regioni dal Legislatore nazionale con il decreto legislativo 27 maggio 1999 n Al riguardo, per il periodo 2000/2006 la maggioranza delle Regioni ha designato come OP l AGEA; alcune Regioni hanno designato un proprio OP regionale (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana), accreditato in base alle procedure previste dalla normativa comunitaria; in effetti, era stato previsto anche un OP regionale per la Basilicata (ARBEA), cui, tuttavia, successivamente è stato revocato l accreditamento 8. Successivamente, ma non relativamente al periodo di programmazione oggetto della presente indagine, sono stati istituiti ulteriori organismi pagatori regionali, precisamente, nelle due Province Autonome di Trento e Bolzano operativi 6 1. Ciascuno Stato membro comunica alla Commissione: a) i servizi e gli organismi riconosciuti ai fini del pagamento delle spese di cui agli articoli 2 e 3 (di seguito denominati «organismi pagatori»); b) qualora sia riconosciuto più di un organismo pagatore, il servizio o l organismo incaricato, da un lato, di centralizzare e mettere a disposizione della Commissione le informazioni ad essa destinate e, dall altro, di promuovere un applicazione armonizzata delle norme comunitarie (di seguito denominato «organismo di coordinamento»). 7 In proposito, si richiama la deliberazione n. 3/2009 di questa Sezione gli organismi pagatori in Italia, stato di attuazione e costo del decentramento. 8 L organismo pagatore per la Regione Basilicata venne istituito nel 2001, ma formalmente accreditato solo con decreto MIPAAF del 3 marzo 2005, divenendo operativo soltanto a partire dall'anno finanziario Con D.G.R. n. 1324, del 14 luglio 2009, la Regione ha istituito una Commissione di vigilanza sull ARBEA, le cui risultanze sono state assunte con la delibera della Giunta regionale 233 del 9 febbraio Con Decreto del MIPAAF del 12 maggio 2010 sono state revocate ad ARBEA, con decorrenza 15 ottobre 2010, le funzioni di organismo pagatore, assegnate nuovamente ad AGEA. L emanazione del decreto si è resa necessaria a seguito di diverse indagini della Commissione europea, che valutava l inosservanza dei criteri di riconoscimento in base al reg. CE 885/2006 e del tutto inadeguato l operato dell organismo pagatore. 9

20 dal settembre 2009, in Calabria, in Valle D Aosta e in Sardegna. A livello nazionale esistono ulteriori organismi pagatori: SAISA e Ente Risi. Il primo è strutturalmente una Direzione generale dell Agenzia delle Dogane e opera per le attività di restituzioni all esportazione, cumulando le funzioni di Organismo Pagatore con quelle di Agenzia fiscale. Il secondo è ente pubblico economico sottoposto alla vigilanza del MIPAAF e opera esclusivamente nel settore della coltivazione del riso. Oltre ad essere il soggetto abilitato all erogazione dei contributi, l OP è investito delle seguenti funzioni: a) controllo dell ammissibilità delle domande e della loro conformità alle norme comunitarie, prima dell ordinazione del pagamento; b) esatta e integrale contabilizzazione dei pagamenti eseguiti; c) presentazione dei documenti necessari nei tempi e nella forma previsti dalle norme comunitarie 9. Per completezza, si sottolinea che le funzioni sopra elencate potevano essere delegate dall OP ad altri soggetti. Ciò avvenuto, nella maggioranza dei casi, per quanto riguarda le funzioni di controllo di ammissibilità, che sono state delegate dagli OOPP alle Regioni Gestione finanziaria e controlli. Come appena visto, solo gli OOPP potevano procedere all erogazione dei contributi ai beneficiari; ciò avveniva sulla base degli elenchi dei soggetti ammessi a beneficiare degli aiuti, forniti dalle Regioni in seguito all espletamento dei controlli. Di conseguenza, il circuito finanziario dei PSR prevedeva che gli stessi OOPP facessero periodicamente una dichiarazione di spesa alla Commissione europea per il rimborso della quota comunitaria delle somme erogate ai beneficiari. Parallelamente, era richiesto all IGRUE il rimborso della quota nazionale erogata a fronte dei medesimi pagamenti ai beneficiari. Per quanto riguarda i controlli, di norma erano svolti dalle Regioni, su delega degli OOPP, quelli amministrativi sulle domande di aiuto (domande di partecipazione al regime di sostegno) e di pagamento presentate dai beneficiari. 9 Art. 4, comma 2, Reg. CE n. 1258/

21 Nello specifico, in base alle istruzioni impartite dagli OOPP 10, le Regioni provvedevano a svolgere i seguenti controlli: Controlli amministrativi: obbligatori sul 100% delle domande; all interno di questa categoria sono compresi anche i controlli incrociati nell ambito del SIGC 11, ed i controlli in situ (o sopralluoghi) per gli investimenti. Controlli in loco: controlli da effettuarsi su un campione di almeno il 5% delle domande, rispettando i principi della selezione aleatoria con analisi di rischio, della separazione delle funzioni da parte del controllore, e del controllo dei requisiti minimi IAB (Igiene Ambiente Benessere Animali) e BPA (Buona Pratica Agricola) per le misure previste. Controlli ex-post: si tratta di controlli specifici per assicurare il rispetto degli impegni assunti e/o della destinazione d uso, per il periodo minimo prescritto nel PSR. Tali controlli, da effettuarsi dopo la liquidazione del saldo o dell ultima annualità nel caso di impegni pluriennali, sono effettuati su un campione annuo di almeno l 1% della spesa ammissibile Ruolo del MIPAAF Anche nell ambito della programmazione dei PSR il MIPAAF ha esercitato funzioni di indirizzo e coordinamento, volte ad orientare gli interventi di sviluppo rurale al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa comunitaria e di garantire l ottimale uso delle risorse finanziarie. L attività di coordinamento svolta dal Ministero ha avuto la sua massima espressione proprio sul fronte finanziario. Grazie a norme europee più favorevoli previste per il FEOGA Garanzia, si sono potute operare compensazioni finanziarie 10 A tale proposito, si può fare riferimento al Manuale delle procedure e dei controlli per i PSR predisposto da AGEA. 11 Sistema Integrato di Gestione e Controllo. Il SIGC è stato previsto dall art. 17 del Reg. (Consiglio) CE 1782/2003, il cui art. 18 ne stabilisce i requisiti: Articolo 18 Elementi del sistema integrato 1. Il sistema integrato comprende i seguenti elementi: a) una banca dati informatizzata; b) un sistema di identificazione delle parcelle agricole; c) un sistema di identificazione e di registrazione dei diritti all aiuto ai sensi dell articolo 21; d) le domande di aiuto; e) un sistema integrato di controllo; f) un sistema unico di registrazione dell identità degli agricoltori che presentano domande di aiuto. In Italia, l AGEA ha la responsabilità della tenuta del SIGC quale Autorità competente ex art. 23 del citato Reg. 1782/2003 e ex art. 18 D.Lgs. 99/2004; in tale veste, deve garantirne l utilizzo da parte di tutti gli Organismi pagatori nella procedura di erogazione degli aiuti. 11

22 annuali tra i PSR più performanti e quelli con maggiori difficoltà di spesa, al fine di evitare di incorrere nel meccanismo di disimpegno automatico delle risorse (regola n+2), allora in vigore per i PSR. 4 Le risposte ai quesiti i dati regionali. Si procederà, ora, all esame delle risposte ai vari quesiti, così come forniti dalle amministrazioni regionali interessate, ovvero acquisiti dalle Sezioni regionali di controllo che abbiano programmato e realizzato indagini di controllo sulla gestione dei fondi comunitari. Le diverse modalità di acquisizione dei dati hanno condotto a risultanze non sempre omogenee e talora lacunose in alcuni punti, fatta eccezione per i dati acquisiti dalla Sezione regionale di controllo per la Sardegna, che ha effettuato un indagine con oggetto comprensivo di quello della presente indagine. La relazione è stata approvata con deliberazione n. 19 del (depositata il ). Per le altre regioni i dati saranno forniti ove disponibili. Al fine di facilitare la comparazione immediata delle risposte rispetto alle varie problematiche, si è ritenuto di esporre i dati della presente relazione seguendo un raggruppamento tematico, anziché uno territoriale, essendo scopo dell indagine quello di evidenziare le differenze ed i punti di contatto tra le varie realtà regionali con riferimento allo stesso aspetto, più che quello di esaminare tutti gli aspetti dell indagine per ogni singola regione. 12

23 5 Ricognizione del quadro organizzativo delle risorse umane preposte ai compiti di attuazione, gestione, controllo delle misure del P.S.R interessanti il FEOGA, nonché di quelle preposte alle funzioni di Autorità di Gestione, Autorità di pagamento, di controllo di II livello; 5.1 Regione Sardegna. Dalla relazione approvata con la deliberazione 19/2011 si rileva il quadro organizzativo per l attuazione del FEOGA e le Autorità competenti alla gestione e al controllo del fondo: l Autorità di gestione, i responsabili di misura, l Autorità di controllo di II livello, l Autorità di pagamento. Si riporta il passo della relazione: Le risorse umane impiegate presso l Autorità di gestione per l attuazione del Fondo FEOGA sono 3 (il Direttore generale del Centro regionale di programmazione, il Responsabile del Fondo e un funzionario). Per le attività istruttorie-attuative risultano dedicate, seppure a tempo parziale, le seguenti le unità di personale (in totale 139 presso l Assessorato, 30 presso l ARGEA): - 11 dirigenti ARGEA - 19 funzionari ARGEA - 51 dirigenti regionali (presso l Assessorato Agricoltura) - 69 funzionari regionali (presso l Assessorato Agricoltura) - 19 impiegati regionali dedicati a compiti di monitoraggio o assistenza tecnica. Le risorse umane messe a disposizione dell Ufficio Ispettivo sono 2: un funzionario interno all amministrazione al quale sono attribuiti in via esclusiva i controlli sul Fondo FEOGA e un dipendente dell Assistenza tecnica, il quale è impegnato sul Fondo FEOGA al 50% delle ore totali disponibili. Per quanto attiene all Autorità di pagamento, il personale disponibile è di 4 unità: 1 dirigente (impegnato al 40% sul FEOGA) e 3 funzionari (impegnati al 95% sul FEOGA). Dalle tabelle inserite nella relazione si evince che alla misura 4.9 investimenti nelle aziende agricole sono addetti 10 dirigenti che dedicano alla misura 13

24 6000 ore annue su un monte ore totale di 18000, 11 funzionari impiegate per 7000 ore annue su un monte ore di e 2 addetti (assistenza tecnica) per 1100 ore su un totale di Il personale è parte regionale, parte di ARGEA (Agenzia regionale per la gestione e l erogazione degli aiuti in agricoltura), cui è dedicato un intero paragrafo della relazione. L Agenzia, subentrata all ERSAT (Ente Regionale di Sviluppo e Assistenza Tecnica in agricoltura), è stata istituita con la Legge regionale 8 agosto 2006, n. 13, ed è deputata al supporto dell Amministrazione regionale in materia di politiche agricole e della pesca. Attualmente, l Agenzia ha, altresì, le funzioni di Organismo Pagatore degli aiuti, contributi e premi cofinanziati dall Unione Europea. Per il periodo di programmazione preso in esame, peraltro, non essendo stata conclusa la procedura di riconoscimento da parte degli organi comunitari, le funzioni di organismo pagatore sono state formalmente svolte da AGEA. La Sezione ha rilevato, inoltre, una problematica connessa alle possibili duplicazioni e sovrapposizioni di compiti con conseguenti inefficienze e maggiori spese tra Regione, ARGEA ed altri organismi operanti in sede regionale in materia di politiche agricole. Infatti, oltre ad ARGEA, la medesima legge regionale 13/2006 ha istituito l Agenzia per l attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale (LAORE), che ha ereditato le funzioni di assistenza tecnica già dell ERSAT, nonché l AGRIS, ovvero l Agenzia della Regione Sardegna per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l innovazione tecnologica nei settori agricolo, agroindustriale e forestale. Il totale dei dipendenti delle tre strutture ammonta a circa 1700 unità, di cui 46 dirigenti più un certo numero di direttori a vario livello. 5.2 Regione Campania La Regione ha risposto, con nota del a firma del Coordinatore dell Area Generale di Coordinamento (AGC) 11, ad una richiesta istruttoria effettuata dalla Sezione Regionale di controllo della Campania, in collaborazione con questa Sezione, inviando una relazione piuttosto esauriente sia su supporto cartaceo che informatico. Nella nota si evidenziava la trasmissione della relazione anche all Ufficio di Piano della Regione Campania, competente per i controlli di II 14

25 livello, per il completamento della relazione in merito ai quesiti di propria competenza. Non è mai pervenuto a questa Sezione tale completamento. In merito al quesito in esame, riferisce la Regione che nell ambito del POR relativamente alla gestione ed attuazione delle misure cofinanziate dal Feoga, la Regione ha implementato un nuovo modello organizzativo nell ambito del quale e nel rispetto del principio della separazione delle funzioni, per la gestione delle misure ogni Settore, per le misure a titolarità, è articolato in un Servizio Tecnico, responsabile degli adempimenti gestionali connessi alle attività di selezione delle istanze pervenute ed in un Servizio Amministrativo, competente per tutti gli adempimenti riguardanti la gestione finanziaria degli interventi ammessi a finanziamento. Specularmente, per le misure a regia regionale, ogni Provincia si è dotata di due Unità Operative. L Unita Operativa 1, preposta agli adempimenti connessi alle attività di selezione delle istanze e l Unità 2 per gli adempimenti riguardanti la gestione finanziaria e fisica degli interventi. Nel nuovo impianto organizzativo, inoltre, particolare rilievo assume la segregazione tra Autorità di Gestione (AdG) ed Autorità di Pagamento (AdP), come definiti dalla regolamentazione comunitaria (REG CE 1260/99). L AdG, responsabile dell efficacia e regolarità della gestione ed attuazione degli interventi, è la Giunta Regionale. Per l attuazione delle misure cofinanziate dal Feoga, L AdG svolge le proprie funzioni attraverso il Coordinatore dell Area Agricoltura (POR Campania : Complemento di Programmazione Giugno 2001 paragrafo 6.1.2; DRD n. 127 del 30/09/2003) ed i relativi Settori Centrali e decentrati. Infine, altra novità organizzativa è rappresentata dalla figura del Responsabile di misura, funzionari o dirigenti incardinati nell Area Agricoltura, al quale vengono attribuiti dalla Giunta regionale compiti e conseguenti responsabilità di coordinamento degli interventi e di monitoraggio della misura. L AdP responsabile della certificazione e dichiarazione delle spese alla C.E. è affidata al Dirigente del Settore Bilancio e Credito agrario, che non ha competenze nella gestione delle misure del POR, e svolge i seguenti compiti (DGR n del 30/05/2003): - elaborazione delle statistiche finanziarie, trasmissione dei dati al Ministero dell economia e finanze, gestione dei flussi finanziari, presentazione della ri- 15

26 chiesta di pagamento e riscontro dei pagamenti dalla Commissione europea e dallo Stato previa verifica, attraverso una Unità di Certificazione, dei seguenti punti sui dati di spesa per progetto trasmessi in via informatica dai responsabili dell attuazione delle singole misure: a) il rispetto del periodo d ammissibilità delle spese; b) il rispetto della % di partecipazione dei fondi e del limite massimo di spesa per progetto e per misura. Infine l AdP effettua controlli a campione sulla congruenza tra le spese esposte nei rendiconti informatici ed i relativi documenti contabili giustificativi di spesa e la correttezza dei mezzi di pagamento. Inoltre, per la fase di attuazione delle misure cofinanziate dal Feoga, l AGC 11 si è avvalsa del supporto tecnico di un gruppo di esperti nominati dall Amministrazione con DRD n. 281 del 15 ottobre 2002, in attuazione della DGR n. 6628/01, i quali hanno fornito assistenza tecnica al Coordinatore dell Area e ai Settori impegnati nella gestione delle misure. In particolare, il Gruppo di Assistenza Tecnica, ha contribuito ad individuare le azioni più importanti per lo sviluppo del territorio realizzate in attuazione delle misure; supportare le strutture regionali preposte alla verifica della conformità degli interventi realizzati con le disposizioni della regolamentazione comunitaria vigente; concorrere ad implementare l azione di indirizzo, coordinamento, sorveglianza e valutazione delle misure di intervento; concorrere al monitoraggio dello stato d avanzamento dell attuazione delle misure; contribuire alle attività di implementazione e gestione del sistema informativo. Il sistema, a grandi linee, prevede una delega alle Province di funzioni amministrative connesse alla realizzazione degli interventi di competenza di privati, ad eccezione di quelli previsti dalle misure 4.9 e 4.19 ed alla realizzazione degli interventi di competenza dei Comuni. Le misure affidate alle Province (tra le quali le misure 4.8 Ammodernamento strutturale delle aziende agricole e 4.13 Interventi per favorire la diversificazione delle attività agricole e lo sviluppo di quelle affini allo scopo di implementare fonti alternative di reddito interessate dalla presente indagine), a regia regionale, sono attuate con il supporto dei settori decentrati dell Agricoltura e delle Foreste (STAPA e STAPF) della Regione Campania. 16

27 Un esame delle tabelle riepilogative allegate alla relazione evidenzia il coinvolgimento di 10 unità a livello regionale (ivi compresi il responsabile del fondo FEOGA e 3 dirigenti), 113 unità a livello provinciale (di cui 6 dirigenti, 1 per ogni provincia e 2 per la provincia di Salerno), coadiuvate da 128 tecnici STAPA e STAPF; peraltro, non viene indicata la percentuale di impiego delle risorse umane sulle misure specifiche rispetto all utilizzazione generale. Per quanto riguarda i controlli di I livello, sono coinvolti i seguenti soggetti: Ente attuatore: verifica delle autocertificazioni sottoscritte dai richiedenti i finanziamenti delle misure; RdM (Responsabile di Misura): verifica della fascicolazione e archiviazione della documentazione relativa ai progetti presentati; verifica dell iter di selezione delle istanze e di attuazione dei progetti ammessi; RdM; U. di Monitoraggio; U. di Certificazione; AdP: verifica dell iter della certificazione delle spese; Gruppo Controllo di Gestione : verifica dell attuazione e dell avanzamento finanziario delle misure; Gruppo Audit Interno : consulenza e verifica dell efficienza del sistema dei controlli di I livello. Per quanto riguarda i controlli di competenza dell AdG, essa impiega, per il controllo delle misure oggetto dell indagine, un totale di 14 unità (compresi i tecnici delle province), costituite da funzionari laureati e diplomati; i controlli di competenza dell AdP sulla certificazione delle spese sono svolti da 2 funzionari con professionalità agronomiche e impegno a tempo pieno. Per i motivi anzidetti, non si dispone dei dati relativi all attività di controllo di II livello. 5.3 Regione Emilia Romagna Analogamente a quanto accaduto per la Regione Campania, questo ente ha risposto, con documentazione trasmessa con posta certificata in data , ad una richiesta istruttoria formulata dalla Sezione regionale per l Emilia Romagna. Peraltro, erano stati presi medio tempore contatti diretti tra il magistrato istruttore e il dirigente responsabile presso l ente regionale. 17

28 In merito al quesito in esame, la regione, in primo luogo, fornisce dettagli in ordine al quadro organizzativo in merito all attuazione del PSR. In particolare, viene evidenziato che la regione Emilia-Romagna, in qualità di Autorità responsabile dell attuazione del PSR, ai sensi della L.R. n. 2/2001, ha adottato i provvedimenti finalizzati ad assicurare, direttamente o avvalendosi degli Enti locali, la completa realizzazione del Piano. Attraverso l approvazione di specifici atti di Giunta (Programmi operativi di Misura e di Asse) aventi valenza sull intero territorio regionale, la Regione ha stabilito, per ciascun Asse e Misura del P.S.R., i criteri e le procedure da seguire per la presentazione delle domande e per l ammissione agli aiuti previsti. Gli Enti locali vi si sono attenuti secondo quanto previsto dall art. 4 comma 2 della L.R. n. 15/1997. L Assessore regionale all agricoltura ha provveduto all attuazione coordinando la partecipazione degli Enti locali e provvedendo alla consultazione dei rappresentanti del mondo agricolo, mediante periodiche convocazioni rispettivamente del Comitato di coordinamento tra Regione ed Enti locali e della Consulta agricola regionale. Il Comitato di coordinamento, presieduto dall Assessore regionale all Agricoltura, è costituito dai Presidenti delle Province e delle Comunità Montane, mentre la Consulta agricola, presieduta sempre dall Assessore regionale all Agricoltura, è composta da rappresentanti designati dalle organizzazioni professionali, cooperative e sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale. Viene, altresì, posto in luce il ruolo fondamentale rivestito, nell attuazione della maggior parte delle misure del Piano, dalle Amministrazioni Provinciali e dalle Comunità Montane, che hanno operato con proprio personale. Le attività poste in essere hanno riguardato la pubblicazione dei bandi per la presentazione e la selezione delle domande, l apertura dei termini per la presentazione delle stesse, l istruttoria tecnica dei progetti, la pubblicazione delle graduatorie e l emissione delle richieste di pagamento all Organismo pagatore. Solo alcune misure con valenza ultraprovinciale sono state attuate direttamente dalla Regione, attraverso le strutture della Direzione generale agricoltura e 18

29 della Direzione generale programmazione e pianificazione urbanistica (in seguito Direzione generale ambiente) Per quanto riguarda l aspetto gestionale, nel giugno dell anno 2000, con Determina n del Direttore generale Agricoltura è stato costituito, quale organismo stabile per tutto il periodo di vigenza del PSR, un Comitato di Gestione, coordinato dal Direttore generale Agricoltura e composto da 14 componenti (in seguito portati a 17), ciascuno con incarichi specifici e precisamente: n. 6 responsabili delle Misure previste nel Piano, un referente per il monitoraggio e la valutazione, un referente informatico, un referente per il controllo e la gestione finanziaria, un referente in materia di aiuti di Stato, una unità di segreteria e n. 3 Responsabili dei Servizi competenti per la programmazione e l attuazione del Piano (con l incremento dei componenti è stata prevista anche la figura del referente per la comunicazione del Piano). Tutti i componenti del Comitato di Gestione sono dipendenti della Regione che svolgono attività pertinenti alle singole misure previste dal Piano; si tratta, quindi, di tecnici e dirigenti esperti nelle diverse materie e nella relativa gestione amministrativa. Con il medesimo atto istitutivo del Comitato sono stati costituiti anche quattro gruppi di lavoro tematici, dipendenti funzionalmente sempre dal Direttore Generale Agricoltura, con la finalità di supportare, ciascuno per il proprio ambito di competenza, i responsabili di Misura nella fase di predisposizione degli atti attuativi da sottoporre al parere del Comitato di coordinamento e della Consulta agricola regionale, prima dell approvazione da parte della Giunta regionale. Per quanto riguarda le misure oggetto di questa indagine, si fa riferimento al Gruppo di lavoro misure 1A, 1B, 1C, incaricato di formulare proposte di programmi operativi relativi, rispettivamente, agli investimenti nelle aziende agricole, all insediamento dei giovani agricoltori ed alla formazione. Esso era costituito da n. 1 responsabile e n. 14 componenti di vari servizi della Direzione generale Agricoltura, Direzione generale Formazione e Lavoro e dei Servizi Agricoltura delle Province di Ferrara, Parma, Piacenza, Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Modena e Reggio Emilia. La Regione segnala, inoltre, che i rappresentanti dei Servizi agricoltura delle Provincie erano tecnici che conoscevano ampiamente tutti i problemi operativi del 19

30 loro territorio e ciò ha consentito di realizzare dei dispositivi aderenti alle realtà locali regionali. Evidenzia, altresì, che il numero di persone addette all attuazione di un singolo Programma Operativo è stimabile intorno alle 20 unità, tra dirigenti e tecnici. Per quanto concerne l AdP, dopo un biennio di operatività di AGEA, con la L.R. n. 21/2001 è stata istituita l Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura (AGREA), che dal 2002 con il riconoscimento da parte degli organi comunitari è subentrato in veste di OP regionale. In ordine all impianto organizzativo dei controlli, quelli istruttori sono di competenza della Regione e sono stati svolti dalle Amministrazioni Provinciali e dalle Comunità Montane per tutte le Misure, eccettuate le Misure 1G, 2I, 2T, effettuati direttamente dai competenti Uffici regionali. Per le altre tipologie di controlli (accertamenti di avvenuta realizzazione e controlli successivi all ultimo pagamento) la competenza è stata in carico all Organismo pagatore (per il primo biennio AGEA, nel restante periodo AGREA), il quale per far fronte a questa attività ha stipulato convenzioni sempre con le Amministrazioni Provinciali e le Comunità Montane. Gli Enti incaricati dei controlli hanno utilizzato proprio personale qualificato. Interessante risulta uno studio condotto dalla Regione, volto ad avere una stima indicativa dei costi amministrativi del sistema gestionale del PSR sostenuti dalla Regione, dagli Enti territoriali e da AGREA. L analisi è stata realizzata nell ambito del Rapporto di valutazione Ex post del PSR , ed era finalizzata all individuazione di margini di miglioramento dell organizzazione del lavoro (efficacia ed efficienza) nel periodo di programmazione Si riporta il passo della relazione della Regione Per la stima dei costi si è tenuto conto del tempo dedicato dal personale preposto alla gestione del PSR, rilevato tramite apposito questionario, e dei costi standard per categoria del personale. Al lavoro sono stati aggiunti i costi sostenuti dalla pubblica amministrazione (Regione, Enti territoriale ed AGREA) per l acquisizione di servizi esterni determinando, in questo modo, il costo amministrativo totale. 20

31 Il costo amministrativo totale sostenuto per la gestione del PSR nell intero periodo è stato di circa 63,346 Milioni di Euro (Meuro) di cui 55,317 Meuro (pari all 87% del totale) per spese di personale interno e 8,029 Meuro (pari al 13% del totale) per l acquisizione di servizi esterni. Il dettaglio dei costi relativi al personale è illustrato in una tabella, che si riporta di seguito. Regione Emilia: Ripartizione del costo del personale per fase procedurale/attività svolta Fasi procedurali / Attività Euro % Informazione e comunicazione ,2% Elaborazione, approvazione e adeguamento del documento di programmazione ,6% Elaborazione dei dispositivi di attuazione (inclusi i bandi) ,6% Istruttoria domande ,2% Erogazione, contabilità e rendicontazione dei pagamenti (AGREA) ,9% Controlli ex post ,7% Supporto, assistenza per controlli ispettivi da soggetti terzi diversi dalla Regione ,9% Partecipazione ad iniziative di formazione e aggiornamento ,1% Informatizzazione procedure e predisposizione di altri supporti per la presentazione delle domande ,0% Sorveglianza e monitoraggio PRSR ,0% Supporto giuridico amministrativo ,3% Attività di coordinamento ,7% TOTALE COSTI DEL PERSONALE IMPUTABILI ,3% Costi non imputabili (*) ,7% TOTALE COSTI DEL PERSONALE ,0% (*): Relativi a soggetti non specificatamente impiegati in una delle fasi/attività previste o per i quali le risposte al Questionario non hanno fornito indicazioni a riguardo. In base allo studio eseguito, considerando l intero ammontare delle risorse erogate (pari a 873,37 Meuro), l indice medio del costo gestionale per la realizzazione del PSR è del 7%, il che sta a significare che ogni euro erogato ha avuto un costo di 7 cent. Rapportando, invece, i costi ai singoli assi ed ai singoli interventi finanziati, i valori medi dell Asse 1 (quello interessato dalla presente indagine) sono stati più elevati (2.300 euro/operazione) rispetto a quelli ottenuti nell Asse 2 (circa 500 euro/operazione), ma molto più bassi rispetto all Asse 3 (4.500 euro/operazione). 21

32 5.4 Provincia Autonoma di Bolzano L Ente è stato contattato direttamente da questa Sezione ed ha fornito ampia documentazione su supporto informatico, corredata da una relazione cartacea 12, in risposta ai quesiti posti dal magistrato istruttore. In merito all organizzazione delle risorse umane, la Provincia ha riferito che La funzione di Coordinamento e di Autorità di Gestione del PSR è stata svolta dall Assessorato all Agricoltura della Provincia Autonoma di Bolzano. Tra le attività effettuate in questo ambito vanno segnalate: i. La stesura del testo del PSR; ii. La presentazione del PSR a Bruxelles per la sua approvazione; iii. La presentazione del PSR approvato dalla CE alla Giunta provinciale per la sua approvazione con Delibera; iv. L organizzazione delle sedute del Comitato di Sorveglianza del PSR, nonché l elaborazione della relativa documentazione; v. L affidamento dell incarico di Valutazione indipendente del PSR; vi. La presentazione della documentazione relativa alle modifiche apportate al PSR; vii. Il trasferimento ad AgEA delle risorse finanziarie provinciali, quale quota di cofinanziamento di competenza della Provincia Autonoma di Bolzano. Per quanto riguarda, invece, le strutture operative responsabili delle singole misure del PSR , si tratta di quattro ripartizioni provinciali, più precisamente: la Ripartizione 31, Agricoltura; la Ripartizione 32, Foreste; la Ripartizione 28, Natura e paesaggio; la Ripartizione 22, Formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica. L ufficio che ha curato direttamente l attuazione della misura 1 investimenti nelle aziende agricole è stato l Ufficio 31.4, Edilizia rurale, che ha impiegato n. 12 unità di personale tecnico e 1 di personale amministrativo. A tale proposito, l ente provinciale, dopo aver quantificato in 121 unità il numero di dipendenti dei quattro Uffici provinciali che hanno seguito l attuazione delle misure strutturali del PSR ha evidenziato che, a parte le 5 unità dell Ufficio 31.6 Fondi di struttura CEE in agricoltura questo personale non ha 12 Il materiale è stato inviato con nota prot / del 22 giugno

33 lavorato in via esclusiva al PSR, provvedendo anche alla liquidazione degli aiuti esclusivamente provinciali. Per quanto riguarda le funzioni dell OP identificato, per il periodo di programmazione in esame, in AGEA si distinguono quelle che ha svolto la Provincia Autonoma di Bolzano su delega di AGEA che comprendono tutte quelle connesse alle domande iniziali di aiuto ed alle domande di pagamento da quelle non delegate e svolte direttamente da AGEA, che sono relative a: ricezione delle richieste provinciali di liquidazione e liquidazioni degli aiuti; contabilizzazione degli aiuti, rendicontazioni e rimborsi comunitari/statali; questa seconda competenza comprende anche le dichiarazioni di spesa per la Commissione Europea e le richieste di rimborso delle quote comunitaria ed a carico del MEF. 5.5 Regione Veneto Anche la Regione Veneto ha risposto direttamente alle richieste istruttorie di questa Sezione, inviando 13 documentazione su supporto informatico, che risponde in modo schematico ai quesiti posti. In merito al quadro organizzativo delle risorse umane, la Regione riferisce che Nel periodo le funzioni di Autorità di Gestione sono state svolte dalla Segreteria Settore primario e successivamente dalla Direzione Piani e Programmi del settore primario, mentre l Autorità di Pagamento è stata AGEA sino al 2002, e successivamente AVEPA (Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura). Dopo il 2003, AVEPA ha assunto anche i compiti di attuazione e la gestione del PSR, a seguito del trasferimento degli Ispettorati regionali per l agricoltura all Organismo Pagatore. Da un prospetto fornito dall ente regionale, si evince che AVEPA, per lo svolgimento delle sue funzioni, è arrivata ad impiegare fino ad un massimo di 59 unità di personale (nell anno 2004) per la gestione del FEOGA, peraltro mai in modalità esclusiva, essendo adibito anche allo svolgimento delle attività connesse alla concessione degli aiuti aggiuntivi del PSR e di altri aiuti di Stato. 13 Tramite con nota prot del 3 agosto

34 Il dato numerico, peraltro, non comprende il personale delle aree: esecuzione pagamenti; amministrativo contabile; controllo interno; organizzazione e servizi, che ha svolto la propria attività promiscuamente per tutti gli aiuti finanziati dal FEOGA garanzia, e per gli aiuti di Stato in materia di agricoltura. Il personale impiegato e le funzioni svolte sono mutate nel corso del tempo in relazione ai mutamenti della struttura organizzativa di AVEPA, che negli anni prevedeva una Direzione e 5 aree funzionali (tecnica e di autorizzazione; esecuzione pagamenti; amministrativo contabile; controllo interno; organizzazione e servizi); suddivise al loro interno in settori. In questo periodo le attività di controllo amministrativo e in loco erano svolte dalla Regione Veneto (attraverso gli ispettorati regionali per l agricoltura). Nell anno 2003 è iniziato un percorso che ha portato, con decorrenza dal 1 gennaio 2004, al pas saggio ad AVEPA della titolarità dei procedimenti precedentemente in capo agli Ispettorati regionali per l agricoltura. Ciò ha comportato anche un allargamento della struttura organizzativa di AVEPA, con la previsione anche di sette strutture periferiche provinciali (unità complesse), con funzioni similari principalmente di controllo amministrativo e in loco. Inoltre, la Regione riferisce che dal 2004 alcuni controlli amministrativi relativi alle domande PSR (sulla ricevibilità delle stesse) sono stati delegati ai CAA (Centri di Assistenza Agricola) previa stipula di idonee convenzioni. 5.6 Regione Piemonte Anche in questo caso la Regione ha risposto con nota del , prot. 337/AGR, oltre che via direttamente alle richieste istruttorie formulate da questa Sezione, inviando una relazione illustrativa e documentazione in forma elettronica, anche mediante l indicazione di link diretti al sito istituzionale dell ente. In relazione all organizzazione delle risorse umane, anche la Regione Piemonte, per la gestione del Piano di Sviluppo Rurale , ha istituito un Comitato di gestione, con compiti attinenti a: modifiche del Piano; 24

35 proposte di introduzione delle nuove misure previste dal regolamento CE n. 1783/2003; sorveglianza, monitoraggio e valutazione; relazioni di esecuzione 2004, 2005 e 2006; rimodulazione del piano finanziario del PSR, in relazione anche al piano unico nazionale; esame dei problemi generali riguardanti l applicazione del PSR nella fase conclusiva. Il Comitato era presieduto dal Responsabile del settore Programmazione in materia di agricoltura, coordinatore amministrativo del PSR, coadiuvato da altri quattro dirigenti regionali; facevano, inoltre, parte del Comitato i responsabili dei Settori della Regione Piemonte a cui erano stati affidati i compiti di coordinamento e/o di gestione delle misure del PSR, per un totale di 16 unità. Il Comitato era integrato da un rappresentante dell Autorità ambientale della Regione Piemonte e da un rappresentante dell organismo pagatore regionale, nonché da funzionari delle Province e da una delegazione tecnica delle Comunità Montane. Partecipavano i direttori delle direzioni regionali con competenza nelle materie del PSR. Al Comitato era affiancato un Segretariato tecnico, con compiti di supporto, composto da 9 unità, dipendenti regionali. Erano stati, altresì, individuati i funzionari referenti di misura ed eventualmente di azione, che si avvalevano del personale delle strutture regionali preposte ai vari settori. Per la Misura A, Investimenti nelle aziende agricole, quella competente era la Direzione 12 Sviluppo dell Agricoltura ; peraltro, per le misure strutturali, come quella in esame, il coordinamento era in capo al responsabile regionale di misura, mentre la ricezione della richiesta di aiuto, l istruttoria, l ammissione a finanziamento, la concessione dell aiuto e la predisposizione degli elenchi di liquidazione era svolta dagli Assessorati all agricoltura delle Province, ai sensi della I.r. 8 luglio 1999, n. 17. La Regione evidenzia che l impegno dei responsabili di misura sul P.S.R. era quantificabile intorno al 95%, mentre il restante 5% del tempo lavorativo era impiegato in altre attività (gestione finanziamenti stanziati da leggi statali o regionali). 25

36 Nel sistema organizzativo della Regione è stata prevista anche 14 l istituzione di un Comitato di sorveglianza 15. Esso era presieduto dal Presidente della Regione, autorità responsabile dell attuazione del PSR, ed era costituito da: gli Assessori regionali all Agricoltura, alla Montagna e Forestazione, all Ambiente e al Coordinamento delle politiche comunitarie; i responsabili delle direzioni e dei settori regionali coinvolti nella programmazione e nel coordinamento della gestione delle misure; il responsabile della Direzione regionale Ambiente quale Autorità ambientale della Regione Piemonte; un rappresentante della Commissione europea (DG AGRI); un rappresentante del Ministero per le politiche agricole e forestali; un rappresentante del Ministero dell economia, del bilancio e della programmazione economica; un rappresentante dell organismo responsabile dei pagamenti; i rappresentanti degli enti locali componenti dell apposito Comitato di settore; i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e cooperativistiche agricole maggiormente rappresentative; i rappresentanti delle parti economiche, sociali, ambientali e delle pari opportunità. I compiti di tale organo erano principalmente i seguenti: valutare l avanzamento dell attuazione degli interventi avviati con il PSR; analizzare l evoluzione delle disparità e dei ritardi di avanzamento sulla base degli indicatori fissati nel PSR; esaminare la valutazione intermedia; raccomandare disposizioni per assicurare la qualità e l efficienza dell esecuzione, riguardanti in particolare le azioni di sorveglianza, controllo finanziario e valutazione delle operazioni, comprese le modalità di raccolta dei dati e le misure da adottare per il superamento dei problemi incontrati nella gestione degli interventi. 14 Dal paragrafo della parte I del PSR. 15 Cfr. l art. 48, co. 3, reg. 1257/1999, anche in correlazione con l art. 35 del reg. 1260/1999, riguardante le regioni dell Obiettivo 1, in base al quale per queste ultime l istituzione del Comitato di sorveglianza era obbligatoria. 26

37 5.6.1 L Organismo Pagatore Regionale (OPR) Come è noto, le modalità di organizzazione e funzionamento degli organismi pagatori erano stabilite dal regolamento (CE) n. 1663/ , il quale indicava che il numero degli organismi veniva determinato da ciascuno Stato membro, cosi come l autorità che rilasciava e revocava il riconoscimento. Nel caso in cui in uno Stato membro fossero riconosciuti più Organismi pagatori, doveva essere individuato un organismo definito organismo di coordinamento come unico responsabile nei confronti della Commissione europea per le questioni relative al FEOGA Garanzia 17. La Regione Piemonte con legge regionale del 21 giugno 2002, n. 16 aveva incaricato l Istituto finanziario regionale piemontese (Finpiemonte S.p.A.) di svolgere in Piemonte le funzioni di organismo pagatore, la cui attività era stata disciplinata da un apposito regolamento approvato dalla Giunta regionale 18. Finpiemonte, quale organismo pagatore, nel corso del 2002 e del 2003 ha effettuato le selezioni del personale e la predisposizione della propria sede; in fase di avvio l organico dell OPR era composto da 14 funzionari, successivamente saliti di numero nel corso del Il riconoscimento dell OP è stato decretato dal Ministro delle politiche agricole e forestali il 18 aprile 2005, sia per le erogazioni sul PSR, che per le erogazioni del pagamento unico di cui al reg. 1782/2003. L avvio dell operatività dell OPR è avvenuto nel corso di maggio/giugno 2005, i primi pagamenti dell OPR sono stati eseguiti nel mese di settembre 2005 sulla base dell accordo con Agea Coordinamento. 16 Regolamento (CE) n. 1663/1995 della Commissione, del 7 luglio 1995, che stabilisce modalità d applicazione del regolamento (CEE) n. 729/70 per quanto riguarda la procedura di liquidazione dei conti del FEAOG, sezione «garanzia», modificato più volte e successivamente abrogato e sostituito dal Regolamento (CE) n. 885/2006 della Commissione, del 21 giugno 2006, recante modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio per quanto riguarda il riconoscimento degli organismi pagatori e di altri organismi e la liquidazione dei conti del FEAGA e del FEASR. 17 Come si è visto supra, a pag. 8, in Italia tale funzione è stata svolta dall Aima fino al 1999, anno in cui con Il d.lgs. n. 165 si provvide alla sua soppressione e all istituzione dell Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), che l ha sostituita nelle funzioni. Il suddetto decreto prevedeva che il Ministro per le politiche agricole, con proprio decreto, stabilisse le modalità e le procedure per il riconoscimento degli organismi pagatori. 18 Regolamento regionale 18 ottobre 2002, n. 10/R. 27

38 5.7 Considerazioni conclusive. L analisi delle risposte fornite dai vari enti regionali al presente quesito permette di trarre alcune considerazioni di carattere generale sull impiego delle risorse umane, che si ritiene utile esporre a chiusura di questo capitolo. Innanzitutto, si rilevano notevoli differenze tra una regione e l altra con riferimento sia al modello organizzativo, sia, soprattutto, al numero di soggetti coinvolti nei compiti di attuazione e gestione della misura in esame. Dette differenze non appaiono in proporzione diretta con la dimensione demografica della Regione o con la quantità di finanziamenti gestiti e non sono in correlazione neppure con il livello di efficienza raggiunto quanto a realizzazione degli obiettivi. Risulta evidente, ad esempio, che la Regione Sardegna ha apparentemente utilizzato, per l attuazione del FEOGA, complessive 148 unità di personale (peraltro, con circa il 50% di livello dirigenziale), con impiego solo a tempo parziale, essendo utilizzato anche in altri settori; in realtà, dalla relazione della Sezione regionale sono evidenziate con chiarezza le (possibili) inefficienze derivanti dalla creazione di tre strutture a livello regionale, con compiti spesso sovrapponibili, in materia di politiche agricole (oltre al personale regionale). Il personale delle tre strutture ammonta a circa 1700 unità; è evidente che, ove si consideri tutto questo complesso di persone, il rapporto tra costi e obiettivi deve essere drasticamente rivisto nel senso di un notevole aggravio economico-finanziario, a parità di risultati conseguiti. Nel prospetto che segue si è cercato di fornire, per quanto possibile, un quadro comparativo dell impiego delle risorse umane nelle regioni considerate. Prospetto riepilogo utilizzo risorse umane Riepilogo utilizzo risorse umane Regione Spesa programmata Spesa realizzata Unità impiegate Note Campania , , escluso il personale adibito al controllo di II livello Sardegna , ,34 148;1700 Emilia Romagna , ,18 15;15;20 per l'intero FEOGA; il secondo dato è relativo al personale complessivo di ARGEA, LAORE e AGRIS Comitato di Gestione PSR; Gruppo di lavoro misure interessate; addetti all'attuazione di un PO; escluso personale AGREA P.A. Bolzano , ,12 121;13 per l'intero PSR (non in esclusiva); per l'attuazione misura 1 Veneto , ,18 59 riferito solo al personale AVEPA Piemonte , ,32 21;9;14 Comitato di Gestione PSR;Segretariato tecnico; OPR (numeri integrabili con altre unità non specificate numericamente) Fonte: elaborazione CdC 28

39 Come si può rilevare dal prospetto, i dati sono disomogenei e, quindi, poco raffrontabili. L unica osservazione che si può esprimere, a parte il dato anomalo della Sardegna precedentemente illustrato, è che sembrerebbero, a prima vista, più efficienti le tre grandi regioni del nord, nel raffronto tra spesa effettuata e personale impiegato, con il dato eclatante in negativo della Provincia di Bolzano. In realtà, anche tale considerazione sconta la disomogeneità dei dati, per cui, a fronte di un dato numerico dettagliato fornito dalle regioni dell Obiettivo 1 e della Provincia Autonoma di Bolzano, i dati forniti dalle altre regioni non sono comprensivi di tutti i soggetti operanti nel settore osservato. La Regione Emilia Romagna, peraltro, fornisce uno studio sui costi di gestione del personale relativamente ai finanziamenti erogati; per i dati di dettaglio, si rimanda al par. 5.3, pagg. 17 ss., della presente relazione. 6 Controlli di II livello ed acquisizione delle relazioni sui controlli effettuati e sugli esiti (ivi comprese le visite in loco disposte dagli Organi preposti alla verifica ed alla valutazione ex art. 69 Reg. CE 817/2004). 6.1 Regione Sardegna In base a quanto si rileva dalla relazione approvata con deliberazione 19/2011 Dall analisi della spesa irregolare e dal rapporto di incidenza totale sulla spesa erogata al 30 marzo 2009 l A.d.G. ha ricavato le seguenti considerazioni di fatto: - i progetti finanziati a valere sui fondi F.E.O.G.A. sono stati ; di questi n. 359 progetti (pari al 2,39%) sono stati interessati da irregolarità; - l importo totale degli impegni assunti sul Fondo è stato pari a euro ,61; - l importo irregolare è pari a euro ,95 (circa 1,77%); - l importo totale dei pagamenti effettuati sul Fondo è stato pari a euro ,69; la quota irregolare è pari a euro ,82 (circa 0,88%). 29

40 Peraltro, in base a quanto si evince dalla relazione, non tutte le irregolarità hanno comportato la totale revoca del progetto e la consequenziale restituzione del contributo pagato. In merito ai recuperi, i dati desumibili dalla relazione, aggiornati al 30 marzo 2009, rivelano che, a tale data, sui circa 7,8 milioni di euro di importo totale da recuperare la somma effettivamente recuperata era di circa 2,2 milioni di euro, mentre per 5,6 milioni di euro la procedura di recupero era ancora in corso. Viene, inoltre, precisato dall AdG alla Corte che i casi di irregolarità rilevate includono sia quelle sopra-soglia (vale a dire, con importo di spesa irregolare a carico del bilancio comunitario uguale o superiore a euro ,00), per le quali è prevista la comunicazione alla Commissione europea, sia quelle sotto-soglia (importo di spesa irregolare a carico del bilancio comunitario inferiore a euro ,00), per le quali la trasmissione alla Commissione europea è dovuta solo su esplicita richiesta di quest ultima 19 Peraltro, la Regione Sardegna ha adottato una complessa procedura di decertificazione della spesa c.d. irregolare, che le consente di non includere progetti irregolari nel computo delle spese certificate a valere sul POR Sardegna : in sostanza, le somme accertate come irregolari vengono in ogni caso soppresse dalla certificazione della spesa. A seguito delle operazioni di decertificazione, dal Rapporto Finale di Esecuzione POR Sardegna emerge un unico caso di spesa c.d. irregolare per tutto il P.O.R, nel settore lattiero-caseario, in cui, a fronte di un investimento iniziale di 7,9 milioni di euro, risultava una spesa irregolare di circa euro (ancora da recuperare). Correttamente, la Sezione regionale deduce come, in tale modo, le richieste di rimborso della spesa sostenuta per tutte le Misure finanziate, secondo le procedure di co-finanziamento comunitario, vengono presentate al netto di tutte le erogazioni rivelatesi irregolari, consentendo di evitare la perdita della corrispondente contribuzione comunitaria. O, in altri termini, le stesse richieste non potrebbero mai essere ammesse a rimborso e, presumibilmente, modificherebbero in negati- 19 art. 12 del Regolamento (CE) n. 1681/1994, così come modificato dal Regolamento (CE) n. 2035/

41 vo tutti gli standards/coefficienti valutativi da parte della Commissione nei confronti dello stesso Programma operativo e della sua conclusiva attuazione. Il puntum dolens, rilevato dalla Sezione regionale, è che sul piano contabile le operazioni di decertificazione, pur consentendo di rappresentare una situazione virtuosa alle Istituzioni europee, non modificano le situazioni creditorie/debitorie in atto, con la conseguenza che, alla copertura della spesa c.d. irregolare, comunque sostenuta, si dovrà far fronte con fondi propri del bilancio regionale, tutte impregiudicate le necessarie ulteriori operazioni di recupero da mettersi in campo. In effetti, il numero elevato delle operazioni di decertificazione (ben 5.113), e la correlata percentuale di risorse finanziarie interessata (in rapporto al complesso di fondi P.O.R. Sardegna ) pari al 6,15%, (si consideri che nel caso del fondo S.F.O.P. raggiungono il 20,93% sull intero fondo), segnalano carenze sensibili in fase gestionale, che restano di difficoltosa soluzione anche nella fase conseguente dei recuperi. Infine, nonostante il quadro finanziario ormai definitivo, non si dispone di informazioni sull efficacia delle necessarie operazioni di recupero, né con quale fonte di entrata del bilancio regionale si reperiranno i fondi propri necessari per sostenere le descritte operazioni di decertificazione. Concludendo, alla data della relazione, nonostante il quadro finanziario fosse ormai definito, permanevano dubbi in merito all efficacia delle operazioni di recupero, oltre che sulla fonte di entrata del bilancio regionale dalla quale reperire i fondi propri necessari per sostenere le suddette operazioni di decertificazione La relazione del Certificatore Indipendente. Estremamente rilevante, in tema di controlli di secondo livello, è il paragrafo della relazione in cui la Sezione illustra gli esiti dei controlli del Certificatore indipendente. In particolare si evidenzia che il Certificatore Indipendente precisa che «tutti gli importi relativi ad irregolarità accertate sono stati soppressi dalle dichiarazioni finali di spesa presentate alla CE». 31

42 La campionatura effettuata dal Certificatore per tutto il POR è pari a quasi 180 milioni di euro; l importo definitivo delle irregolarità rilevate dal Certificatore al sarebbe pari a circa 63 milioni di euro. Inoltre, dalle dichiarazioni finali del Certificatore, rese a conclusione dei programmi FSE-FEOGA-FESR-SFOP, si apprende che nel trimestre luglio-settembre 2010 l AdG ha effettuato sostituzioni e inserito nuove operazioni di spesa per un ammontare pari a: 8,7 milioni di euro (di cui 4,3 milioni a carico dell UE) per il FEOGA; 80,9 milioni (di cui 40,4 a carico dell UE) per il FESR; 69,9 milioni di euro (di cui 34,9 a carico dell UE) per il FSE. Va considerato che la data finale per l ammissione della spesa era fissata al 30 giugno 2009; lo sforamento delle scadenze e i conseguenti tempi estremamente ridotti non hanno consentito al Certificatore indipendente di operare le necessarie verifiche richieste da importi tanto significativi. Si tratta, infatti, di 159,5 milioni di euro totali richiesti alla Comunità (rectius, all UE) per nuove operazioni. Le medesime dichiarazioni espongono rilevanti profili di inadeguatezza dell attività dell AdG: - le operazioni viziate da errore incidono complessivamente per 139,2 milioni di euro, di cui per 58,2 milioni (di cui 29,1 milioni a carico della Comunità) e al netto delle rettifiche già apportate per il FEOGA; 48 milioni per il FSRE; 29,6 milioni per il FSE; 3,4 milioni per lo SFOP; - l assenza di un sistema di rilevazione e di riconciliazione in itinere dei movimenti finanziari relativi alle somme dal bilancio comunitario in entrata nel bilancio regionale (a titolo di rimborso della spesa rendicontata considerata ammissibile) e in uscita verso i beneficiari/destinatari finali; - l assenza di un adeguato sistema centrale di monitoraggio delle irregolarità e del loro trattamento, tale da determinare l impossibilità di dar luogo a interventi correttivi e migliorativi con conseguenze sulla perdita dei finanziamenti di pari importo, poiché si presenta una domanda di pagamento finale inferiore all importo programmato; - Il mancato invio delle schede delle irregolarità all OLAF per cui non si consentono agli Organi comunitari i controlli/verifiche di competenza e nel contempo pregiudica all Adg «gli elementi necessari a monitorare le irregolarità e 32

43 porre in essere le attività obbligatorie nei confronti dei beneficiari/destinatari, oltreché di avviare azioni di miglioramento». Per concludere, con riguardo specifico al FEOGA il Certificatore Indipendente espone che il registro dei debitori 20 non contiene alcuna indicazione in relazione alle operazioni stralciate dal programma, ovvero non c è annotazione delle soppressioni. 6.2 Regione Campania L AdG della Regione riferisce sul sistema dei controlli di I livello, secondo uno schema organizzativo che comprende processi di controllo amministrativo, gestionale e di internal audit, affidati a soggetti e/o enti che a vario titolo sono coinvolti nell attuazione del Programma (Autorità di gestione, Autorità di Pagamento, Responsabili di misura, ecc.). Tali controlli sono di competenza sia dell AdG che dell AdP e, in base all oggetto del controllo, si suddividono in controlli su: autocertificazioni, fascicolazione ed archiviazione della documentazione, iter di selezione, di finanziamento e di attuazione dei progetti ammessi e iter di certificazione delle spese. I controlli sulle autocertificazioni sono stati svolti dalla Regione Campania Assessorato all Agricoltura per le misure a titolarità regionale e dalle Amministrazioni Provinciali per le misure a regia; le verifiche sono a campione ed accertano quanto autocertificato in sede di presentazione dell istanza dal beneficiario dell intervento. I controlli sulla fascicolazione ed archiviazione, i controlli sull iter di selezione, di finanziamento e di attuazione dei progetti ammessi vengono svolti ad iniziativa del Responsabile di Misura (RdM) che, nel corso dell intero periodo di operatività del programma, effettua controlli su un campione di progetti pari al 20% della spesa ammessa, rappresentativo del parco progetti della misura. Le operazioni di 20 Art. 8 Reg. CE n. 438/2001: L autorità di gestione o di pagamento tiene la contabilità degli importi da recuperare, relativi a pagamenti già effettuati nell ambito dell intervento comunitario e garantisce il tempestivo recupero di tali importi. Dopo il recupero, l autorità di pagamento restituisce gli importi relativi ai pagamenti irregolari recuperati, maggiorati degli interessi di mora, deducendo l importo in questione dalla successiva dichiarazione delle spese e domanda di pagamento presentate alla Commissione ovvero, se l importo dedotto è insufficiente, rimborsa la differenza alla Comunità. L autorità di pagamento trasmette alla Commissione, una volta all anno, in allegato alla quarta relazione trimestrale sui recuperi effettuati a norma del regolamento (CE) n. 1681/94, una dichiarazione degli importi in attesa di recupero a tale data, ripartiti per anno di avvio delle procedure di recupero. 33

44 controllo si concludono con la redazione, da parte del RdM o suo delegato, di un verbale di controllo che riporta in modo sintetico l esito della verifica. In caso di rilievi, il RdM procede ad ulteriori verifiche per controllare che siano state rimosse le criticità riscontrate. La standardizzazione della attività di controllo è avvenuta attraverso l elaborazione di piste di controllo per ciascuna misura, oltre che tramite la predisposizione di apposite check-list per lo svolgimento dei controlli da parte dei Responsabili delle Misure. Riferisce, inoltre, la regione che, nell ambito delle attività di controllo di I livello, sono stati implementati i controlli ex post, in considerazione del fatto che i destinatari finali delle agevolazioni hanno assunto impegni pluriennali successivi alla chiusura delle iniziative finanziate 21. In merito ai controlli effettuati dall AdP, essi sono finalizzati alla verifica della conformità alle disposizioni normative vigenti dei dati di spesa certificati dai RdM. In particolare, per il controllo del rispetto della percentuale di partecipazione dei Fondi, nonché del limite massimo di spesa per progetto e per misura, sono utilizzati i rendiconti sintetici trimestrali, validati dai RdM, mediante l applicazione di un algoritmo di calcolo automatico su tutti i progetti rendicontati. Per quanto concerne, invece, le verifiche relative al rispetto del periodo d ammissibilità delle spese, alla contabilità relativa al finanziamento dei progetti e la sussistenza di documenti contabili aventi valore probatorio, l AdP effettua controlli a campione sui destinatari finali. La Regione chiarisce che il programma di controllo predisposto annualmente dall AdP è organizzato sulla base di un campione adeguato tenendo conto dell avanzamento di spesa di ogni singola misura sul costo totale programmato della misura stessa, risultante al momento del monitoraggio precedente la selezione. Del campione, viene visionata la documentazio- 21 Cfr. art. 30, comma 4, Reg. CE 1260/99: 4. Gli Stati membri si accertano che la partecipazione dei Fondi resti attribuita ad un operazione esclusivamente se quest ultima entro cinque anni dalla data della decisione delle competenti autorità nazionali o dell autorità di gestione relativa alla partecipazione dei Fondi, non subisce modificazioni sostanziali: a) che ne alterino la natura o le modalità di esecuzione, o che procurino un vantaggio indebito a un impresa o a un ente pubblico, e b) che determinino un cambiamento nella natura della proprietà di un infrastruttura oppure la cessazione o il cambiamento di localizzazione di un attività produttiva. 34

45 ne di spesa (fatture, mandati di pagamento, quietanze) dai soggetti attuatori o dagli stessi destinatari finali in copia conforme all originale. Gli esiti delle operazioni di controllo sono compendiati in un rapporto presentato all Autorità di Pagamento da parte della struttura Unità di Certificazione delle spese, nel quale vengono formulate, altresì, le eventuali proposte ritenute necessarie per assicurare il rispetto delle normative regionali, nazionali e comunitarie che regolano l attività del FEOGA. Viene evidenziato dall ente regionale che il POR è stato oggetto di 3 Audit da parte delle istituzioni europee, di cui 1 da parte della Corte dei Conti Europea e 2 da parte della Commissione: l Audit della Corte dei Conti Europea si è svolto dal 12 al 16 settembre 2005, quelli della Commissione invece si sono tenuti dal 27 ottobre al 14 novembre 2003 e dal 2 al 6 ottobre A seguito di tali audit non sono emersi rilievi sul sistema dei controlli, che, pertanto, è risultato idoneo a garantire gli interessi della Commissione Europea. Per i motivi esplicitati in risposta al primo quesito non si dispone dei dati relativi ai controlli di II livello. 6.3 Regione Emilia Romagna In merito all attività di controllo, la Regione riferisce che per la Misura 1A investimenti nelle aziende agricole i controlli svolti perseguivano le seguenti finalità: - verificare le condizioni di ammissibilità in fase di richiesta (all atto della presentazione della domanda); - verificare il rispetto delle condizioni stabilite in sede di concessione del contributo (prima dell erogazione del contributo, stato d avanzamento e stato finale); - verificare il mantenimento degli obiettivi e dei vincoli di destinazione (dopo il termine dell intervento, successivamente all erogazione dell ultimo pagamento previsto). Tali controlli sono stati classificati come segue: controlli istruttori, controlli di accertamento di avvenuta realizzazione dei lavori o collaudi, controlli successivi all ultimo pagamento o ex post. 35

46 I controlli istruttori hanno riguardato la verifica dell ammissibilità delle domande e sono stati espletati sul 100% delle domande presentate, attraverso istruttorie tecnico amministrative. I collaudi o accertamenti di avvenuta realizzazione dei lavori si sono svolti sul 100% dei beneficiari ammessi agli investimenti, attraverso la verifica del rispetto delle condizioni stabilite in sede di concessione del contributo; tale verifica di tipo tecnico, amministrativo e contabile era successiva al termine di esecuzione dei lavori. I controlli ex post sono stati finalizzati ad accertare il rispetto, da parte del beneficiario del contributo e/o dell aiuto, dei vincoli stabiliti in sede di liquidazione finale. Questi controlli sono stati svolti annualmente sul posto su almeno il 5% dei beneficiari Organizzazione, ruoli e competenze sui controlli I controlli istruttori sono di competenza della Regione; nel caso della Misura 1A, essi sono stati svolti direttamente dalle Amministrazioni Provinciali e Comunità Montane. Le altre tipologie di controlli (accertamenti di avvenuta realizzazione e controlli ex post) la competenza è stata in carico all Organismo pagatore, che, peraltro, per far fronte a questa attività ha stipulato convenzioni sempre con le Amministrazioni Provinciali e le Comunità Montane. Gli Enti incaricati dei controlli hanno utilizzato proprio personale qualificato. Di seguito si riporta una sintesi del flusso organizzativo dei controlli. 36

47 Flusso organizzativo dei controlli I FASE: CONTROLLI ISTRUTTORI DOMANDE - GRADUATORIE DI AMMISSIBILITA beneficiario domanda Ente competente (Provincia / C.M.) richiesta eventuale documentazione integrativa/ comunicazione esito istruttoria. istruttoria graduatoria -Controlli amministrativi su 100% domande -Controllo delle autocertificazioni, su una % stabilita dal regolamento dell ente Concessioni II FASE: CONTROLLI DI ACCERTAMENTO DI AVVENUTA REALIZZAZIONE O COLLAUDI - DECISIONI DI LIQUIDAZIONE beneficiario REGIONE- Servizio aiuti alle imprese Trasmissione elenco unico Organismo pagatore Richiesta collaudo finale Beneficiari esercizio 2001 Ente competente (Provincia / C.M.) Verifica finale Atto di liquidazione Trasmissione elenchi di liquidazione Controlli amministrativi: -in situ su 100% concessioni -in loco su 5% per rispetto requisiti minimi ambientali solo asse 1 Organismo pagatore regionale Beneficiari esercizi 2002 e seguenti III FASE - CONTROLLI EX POST ENTE COMPETENTE: - Per beneficiari esercizio 2001 REGIONE Servizio aiuti alle imprese - per beneficiari esercizi 2002 e seguenti: Organismo Pagatore Regionale Estrazione campione Elenco beneficiari da sottoporre a controllo expost Ente competente (Provincia / C.M.) Controlli ex-post Trasmissione esiti Esiti controlli Fonte: Regione Emilia Romagna 37

48 6.3.2 I controlli di II livello la certificazione annuale dei conti di AGREA Riferisce la Regione che, a partire dal 2002, l organismo pagatore regionale AGREA, in conformità con il Regolamento (CE) n. 1663/95, alle Linee guida ed alle note esplicative della Commissione Europea, ha affidato a Società indipendente la revisione contabile delle proprie operazioni svolte con risorse del Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia, Sezione Garanzia (FEOGA-G). Le Società affidatarie del servizio, in qualità di Organi di certificazione dell Ente pagatore, hanno predisposto apposite relazioni annuali, redatte in conformità ai principi di revisione internazionali nonché all art. 3, co. 3, del suddetto regolamento 22, con l obiettivo di accertare: - se le procedure applicate dai servizi pagatori, con particolare riguardo alle condizioni richieste per il riconoscimento come ente pagatore, offrano adeguate garanzie, per quanto riguarda la conformità alle norme comunitarie delle operazioni imputate al Fondo; - se i conti annuali di cui all art. 4, paragrafo 1, lettera a) concordino con i libri e registri contabili degli organismi pagatori; - se gli interessi finanziari della Comunità siano debitamente tutelati per quanto riguarda gli anticipi pagati, le garanzie ottenute, le scorte di intervento, nonché gli importi da percepire; - se le raccomandazioni formulate agli organismi pagatori per migliorare i sistemi siano state seguite. Il Servizio di controllo interno di AGREA, nel contempo: - in merito alle procedure adottate dall organismo pagatore, ne ha verificato la conformità alla normativa comunitaria e nazionale, nonché il corretto funzionamento del sistema di gestione e controllo utilizzato; - ha promosso tutte le azioni necessarie all evoluzione del sistema integrato dei controlli che investono i settori di intervento dell Agenzia; 22 Il comma in questione dispone che L organismo di certificazione effettua l esame attenendosi a norme sulla revisione dei conti internazionalmente riconosciute. I controlli vengono effettuati nel corso alla fine di ogni esercizio finanziario. Anteriormente al 31 gennaio dell esercizio successivo, l organismo di certificazione redige la certificazione e una relazione sui propri accertamenti, precisando in particolare se abbia ottenuto garanzie in merito al fatto che i conti da presentare alla Commissione siano completi, esatti e veritieri, e che le procedure di controllo interno abbiano funzionato in modo soddisfacente. 38

49 - ha verificato che la contabilità dell organismo pagatore sia stata accurata, completa e tempestiva, anche attraverso adeguate misure di controllo sulle strutture interne a ciò dedicate; - ha verificato la correttezza e la completezza delle operazioni di controllo effettuate dal Servizio Tecnico e di Autorizzazione, nonché dai soggetti a cui siano state delegate funzioni di competenza dell Agenzia; - ha effettuato controlli di qualità sul corretto funzionamento dei sistemi di gestione e controllo dell Agenzia e degli Enti da questa delegati; - ha curato l omogeneizzazione dei controlli oggettivi svolti sul territorio regionale, fornendo il necessario supporto alle operazioni di controllo effettuate dagli organi dell Unione Europea, dall Organismo nazionale di Coordinamento (AGEA) e dall Organismo di Certificazione. Gli esiti dei controlli svolti sia dalle Società di certificazione sia dal Servizio di audit interno di AGREA sono stati positivi, non evidenziando errori o anomalie di natura finanziaria tali da comportare recuperi di somme, ma solo anomalie formali o rilievi attinenti al grado di efficienza/efficacia delle procedure. Pertanto, nel periodo considerato, non si sono verificate procedure a recupero o rettifiche finanziarie, in conseguenza di irregolarità di natura finanziaria intercorse nella fase di liquidazione degli aiuti. Di seguito, una tabella, redatta sulla base delle relazioni delle Società di revisione, riassume gli esiti dei controlli relativi alla misura 1A. Regione Emilia Romagna Esiti controlli su misura 1A CONTROLLI CERTIFICATORI DEI CONTI AGREA - CONTROLLI AUDIT INTERNO ANNO Società di certificazione* PAGATO TOTALE N. TOTALE PAGAMENTI IMPORTI CONTROLLATI % SPESA CONTROLLATA N. PAGAMENTI CONTROLLATI % PAGAMENTI CONTROLLATI N. DOMANDE CONTROLLATE A CAMPIONE IMPORTI CONTROLLATI VALORE UNIVERSO DI ESTRAZIONE % SPESA CONTROLLATA 2002 r , ,40 14, , , ,87 14, r , ,74 16,1 66 8, , ,79 10, r , ,21 4,8 15 2, , ,14 10, p , ,29 3, , p , ,30 2,79 5 1, * r = Reconta Ernst & Young S.p.A.; p = PricewaterhouseCoopers SpA Elaborazione Corte dei conti su dati Regione Emilia Romagna Va precisato che, per i controlli delle Società di certificazione, l estrazione dei dati ha riguardato l universo dei pagamenti effettuati nell anno finanziario di riferimento; invece, per quanto riguarda i controlli dell audit interno, l estrazione ha inte- 39

50 ressato un universo di domande riferite solo ad alcuni enti delegati all istruttoria (Province e Comunità Montane), selezionati in precedenza secondo una valutazione di rischiosità Le relazioni relative alle verifiche ex art. 69 Reg. 817/2004 (controlli in loco) Si evidenzia che l art. 69 del Reg. (CE) n. 817/2004 prevedeva: - nel primo capoverso, le modalità di attuazione dei controlli in loco per le misure a premio per superfici e per animali sulla base del Regolamento (CE) n. 2419/2001 (regolamento di attuazione dei regimi di controllo sugli aiuti diretti ai seminativi del primo pilastro ); - nel secondo capoverso, un diverso modus operandi relativamente alle misure di investimento. In Emilia-Romagna riferisce la Regione il controllo sulle misure a investimento è stato realizzato attraverso un accertamento di avvenuta realizzazione dell investimento e di ammissibilità della spesa rendicontata - comprensivo di visita in situ sul 100% dei progetti in fase di ultimazione. In sostanza la procedura adottata nel periodo di programmazione per la gestione delle misure a investimento, prevedeva un unica domanda che veniva presentata prima di realizzare l investimento. Una volta ottenuta la concessione del sostegno e realizzate le operazioni, il beneficiario comunicava la conclusione dei lavori allegando i giustificativi di spesa. Gli uffici istruttori delle amministrazioni provinciali effettuavano le verifiche di cui all art 69 del Reg. (CE) n. 817/04, determinando l ammontare della spesa ammissibile e di conseguenza l entità dell aiuto. Per quanto riguarda la produzione delle relazioni relative ai controlli in loco sulla misura 1A, la Regione rappresenta che i verbali di tutte le domande di investimento nelle aziende agricole, redatti a suo tempo dai tecnici istruttori per determinare la spesa ammissibile, sono fisicamente collocati nei fascicoli presenti negli archivi dei Servizi agricoltura di 9 Province e 17 Comunità Montane; inoltre, essi riguardano n domande di aiuto per un investimento complessivo di euro ed un contributo pubblico di euro (38,6% dell investimento totale); infine, sono redatti solo su supporto cartaceo, risultando, quindi, molto oneroso soprattutto in termini di tempo organizzare la raccolta di 40

51 detto materiale. Si decide di soprassedere all acquisizione di detta documentazione. 6.4 Provincia Autonoma di Bolzano Controlli in loco L ente riferisce, innanzitutto, sui controlli in loco, evidenziando che essi sono finalizzati alla verifica della sussistenza delle condizioni necessarie per la liquidazione dell aiuto (realizzazione delle opere conformemente alla domanda di aiuto approvata, verifica della documentazione tecnica, verifica della documentazione di spesa e dei relativi pagamenti, verifica dei libri contabili (ove previsto)), dei requisiti minimi e degli impegni assunti. Rappresenta, inoltre, che per le misure gestite dagli Uffici 31.4 e 31.6 (tra le quali la misura 1 lettera a), il controllo in loco è stato eseguito sul 100% delle domande di pagamento pervenute. In merito a questo punto sono state prodotte su supporto informatico le scansioni dei verbali relativi ai controlli effettuati; per la misura di cui alla lettera a, si tratta di 186 verbali, strutturati secondo uno schema di verbale di collaudo dei lavori, nei quali è descritto sommariamente l intervento finanziato, l importo originariamente ammesso a contributo, l importo dei lavori collaudati ed il relativo contributo definitivamente concesso, con l indicazione delle eventuali economie di spesa Controlli di esclusiva competenza Agea come Organismo pagatore I Controlli del Corpo Forestale dello Stato Riferisce l ente che AGEA (organismo pagatore), successivamente alla liquidazione degli aiuti richiesti da parte della Provincia Autonoma di Bolzano, ha eseguito autonomamente una serie ulteriore di controlli presso i beneficiari, volti a riverificare la spesa ammessa e l esistenza della sussistenza dei requisiti previsti, incaricando, all uopo, funzionari del Corpo Forestale dello Stato (per Bolzano, è stato incaricato il Corpo Forestale di Padova). 41

52 Tali controlli si sono svolti direttamente presso i beneficiari, preavvisati con anticipo di 48 ore, alla presenza anche di rappresentanti della Guardia di Finanza. Non hanno, peraltro, riguardato la misura in esame nella presente relazione; l esito, comunque, è stato positivo nella totalità dei casi Controlli di esclusiva competenza Agea come Organismo pagatore I controlli di secondo livello Agecontrol per la verifica della regolarità delle procedure adottate. Per l esecuzione dei controlli di secondo livello, di propria esclusiva competenza, AGEA ha provveduto ad istituire Agecontrol S.p.A. Nella Provincia Autonoma di Bolzano, detti controlli sono stati eseguiti presso gli Uffici provinciali responsabili per le misure del PSR, allo scopo di verificare il rispetto delle norme nell espletamento della funzione delegata di autorizzazione dei pagamenti. Le misure interessate dai controlli sono state: lettera a (quella oggetto della presente indagine), lettera b, lettera g, lettera i. La Provincia ha prodotto su supporto informatico le copie dei verbali cartacei dei controlli di secondo livello eseguiti da Agecontrol presso la Provincia Autonoma di Bolzano, che hanno dato tutti esito positivo, confermando la legittimità delle procedure adottate da parte della stessa I controlli ex post per la verifica del mantenimento della destinazione d uso degli investimenti finanziati. I controlli ex post, come visto supra, sono funzionali alla verifica del rispetto degli impegni assunti dai beneficiari dopo la liquidazione del saldo dell aiuto; in caso di investimenti deve essere rispettata la destinazione d uso del bene finanziato per il periodo previsto dal PSR. Detti controlli sono stati effettuati direttamente dalla Provincia Autonoma di Bolzano, impiegando funzionari diversi da quelli coinvolti in precedenza nel procedimento amministrativo delle domande (nel rispetto della separazione delle funzioni: un terzo funzionario diverso dal primo e dal secondo). 42

53 La Regione lamenta il mancato esercizio, da parte di AGEA, della propria competenza nella selezione e nell invio del campione di domande da controllare nel corso del periodo di programmazione. In mancanza del campione AGEA, l Amministrazione provinciale ha provveduto autonomamente ad effettuare una serie di controlli ex post. L elenco dei controlli eseguiti, in numero di 103, è stato prodotto in una tabella inviata a questa Sezione, dalla quale si ricava che sulla misura di cui alla presente relazione (lettera a) sono stati effettuati 10 controlli. Di seguito, l estratto della tabella Provincia Autonoma di Bolzano controlli ex post misura a Fonte: P.A. Bz elaborazione Corte dei conti Come si può riscontrare, gli esiti dei controlli eseguiti sono positivi per tutte le domande relative a questa misura. Sui 103 controlli complessivamente eseguiti, risultano solo 3 casi negativi: Una domanda relativa alle misure forestali, lettera i; Due domande relative alla misura giovani agricoltori, lettera b I controlli parallelamente svolti dalla Guardia di Finanza Riferisce l Amministrazione provinciale che parallelamente all attività istituzionale di controllo previsto dalla normativa comunitaria e dal Manuale delle procedure AGEA, anche il Nucleo di Polizia Tributaria di Bolzano della Guardia di Finanza ha provveduto ad effettuare controlli indipendenti presso alcuni beneficiari delle misure del PSR Tali controlli, peraltro, non hanno riguardato la misura lettera a, bensì: - misura lettera b (insediamento dei giovani agricoltori); - misura lettera s (incentivazione delle attività turistiche e artigianali); - misura lettera g (Miglioramento delle condizioni di commercializzazione e trasformazione dei prodotti agricoli). 43

54 Per l effettuazione di tali controlli, è stato richiesto alla Provincia dalla Polizia finanziaria l elenco in formato elettronico dei beneficiari degli aiuti del PSR , misure di investimento. Per l esito di tali controlli si rimanda infra, al par. 8.4, pag Regione Veneto I dati sull andamento dei controlli per la Regione Veneto sono ricavabili dalle relazioni annuali, avendo l ente rimandato alle medesime per rispondere al quesito della Sezione. Per quanto riguarda gli anni 2000 e 2001, i dati sono, ovviamente, molto limitati, essendo ancora nella fase iniziale del periodo di programmazione. Peraltro, già dalla relazione del 2001 si evincono alcuni dati significativi sia per quanto concerne l organizzazione dei controlli, sia per i risultati dell attività di controllo. Per quanto riguarda il controllo gestionale, la Regione riferisce che il sistema informativo regionale è predisposto per assicurare la completa disponibilità di dati sull avanzamento finanziario, procedurale e fisico delle singole domande per tutte le misure ad eccezione delle misure (e) e (f). Queste ultime sono trattate con il software di gestione dei pagamenti fornito dall organismo pagatore AGEA. Ed, inoltre, Il sistema informativo traccia tutte le operazioni e i soggetti che le hanno compiute ed è predisposto in modo da effettuare un insieme di controlli che permettono di evitare errori procedurali, di calcolo ecc. Il responsabile di misura e i dirigenti delle strutture possono attraverso funzioni di interrogazione sorvegliare costantemente l attività di gestione e l avanzamento procedurale di tutte le domande. Attraverso lo stesso strumento si possono ottenere i dati di avanzamento finanziario per domanda sino alla fase di autorizzazione del pagamento. Per la misura interessata dalla presente indagine, i controlli amministrativi sono stati condotti da parte di funzionari regionali sul 100% delle domande presentate, utilizzando procedure standardizzate predefinite. 44

55 In merito ai controlli in loco, invece, le procedure generali predisposte dalla Regione, in conformità con quanto già indicato nelle prime versioni degli Orientamenti della Commissione sull applicazione degli articoli 46,47 e 48 del regolamento n. 1257/99 già prevedono che per le misure di investimento prima della liquidazione sia effettuato un controllo sul posto su tutte le domande, e che questo sia effettuato da soggetto diverso da quello responsabile delle fasi istruttorie e di approvazione dell iniziativa. I sopralluoghi in loco in fase di assegnazione di acconto hanno osservato le prescrizioni sopraindicate. 6.6 Regione Piemonte Anche per la Regione Piemonte, i controlli di Il livello sulle attività delegate alla Regione erano svolti da AGEA tramite il personale della Società AGECON- TROL s.p.a.. In merito ai controlli di cui all art. 69 Reg. n. 817/2004, l Amministrazione regionale precisa che nel mese di marzo 2003 era stata effettuata una modifica del Manuale delle procedure di AGEA, necessaria ai fini dell adeguamento dello stesso ai regolamenti entrati in vigore nel frattempo. Tale aggiornamento, presentato al Comitato di sorveglianza nazionale in data 14 maggio 2003, era stato trasmesso alle Regioni con nota n del 16 maggio Nella nuova edizione del manuale venivano indicate le linee generali relative ai controlli e alle sanzioni. Il MIPAAF, tramite la costituzione di un gruppo di lavoro, aveva proseguito i lavori sul decreto legislativo in materia di disposizioni sanzionatorie come richiesto dall art. 64, del regolamento (CE) n. 445/ Il regolamento CE n. 445/2002 della Commissione, del 26 febbraio 2002, recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) ha abrogato il regolamento CE n. 1750/1999 della Commissione, del 23 luglio 1999; l art. 64 prevede che Gli Stati membri determinano il sistema di sanzioni da comminare in caso di violazione degli obblighi assunti e delle pertinenti norme in materia e prendono tutte le misure necessarie ai fini dell applicazione delle stesse. Le sanzionipreviste devono essere effettive, proporzionate e dissuasive. Il decreto ministeriale denominato "Disposizioni attuative dell art. 64 del Reg. CE n. 445/2002, recante disposizioni sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEOGA" era stato emanato il 4 dicembre

56 La Regione rappresenta la situazione utilizzando la divisione generalmente adottata delle misure del PSR in Misure a superficie e Misure strutturali ; precisa che per tutte le misure il controllo amministrativo è stato eseguito sul 100% delle domande. In particolare: a) Misure a superficie (E, F, H): L organismo pagatore AGEA forniva alle Regioni, tramite il proprio Consorzio informatico (CSIA), un programma di gestione delle pratiche che eseguiva l estrazione del campione del 5% da sottoporre a controllo in loco. Tale programma permetteva all organismo pagatore di effettuare controlli incrociati. b) Misure strutturali (le restanti misure del PSR): La Regione Piemonte, tramite il CSI-Piemonte, gestiva con un proprio software le diverse domande, trasmettendo all organismo pagatore un elenco di liquidazione. Il software permetteva l estrazione del campione. Il campione da controllare in loco era estratto dagli uffici attuatori, in misura di molto superiore al 5% (fino al 100% in diversi casi). Gli atti con cui venivano approvate le graduatorie dei beneficiari erano resi pubblici. Per tutte le misure le diverse fasi erano riportate su apposite check-iist, che debitamente firmate e datate erano conservate in allegato alla domanda presentata Gli audit delle Istituzioni comunitarie. L Amministrazione riferisce sull audit effettuato dal 24 al 28 marzo 2003 dalla Commissione europea, Direzione J. Audit delle spese agricole,j.4. Audit delle spese relative allo sviluppo rurale. È stata effettuata una missione di verifica in Italia (Piemonte e Liguria), avente per oggetto il sistema di gestione e controllo con riferimento alle misure A (Investimenti nelle aziende agricole) e B (Insediamento dei giovani agricoltori). Con nota n del 7 ottobre 2003 erano state formulate osservazioni, in particolare sui seguenti punti: - statistiche e informazioni sui controlli in loco effettuati;. 46

57 - selezione dei beneficiari da sottoporre a controllo in loco, effettuata soltanto in maniera aleatoria e non adottando anche una analisi dei rischi; - mancanza di un impegno specifico dei beneficiari al rispetto dei requisiti minimi, nonché mancanza di un orientamento concreto riguardo ai requisiti da rispettare; - mancato riscontro di un verbale di controllo in loco per le pratiche esaminate, che attestasse l avvenuto controllo dei requisiti minimi; - necessità di notifiche incrociate tra le autorità competenti in materia di tutela ambientale e di igiene e benessere degli animali e l autorità responsabile della gestione delle misure; - mancanza di orientamenti in merito ai controlli da effettuare sui beneficiari della misura B, in caso di raggiungimento del possesso dei requisiti tre anni dopo l insediamento e la liquidazione del premio; - controlli sulla redditività economica delle aziende, ritenuti non sufficienti o effettuati sulla base di dichiarazioni fiscali incomplete; - mancanza di un sistema standardizzato di determinazione dei costi per le prestazioni effettuate in economia dai beneficiari; - mancanza di un timbro dell autorità di controllo per annullare le fatture originali presentate; - statistiche ed informazioni relative ai controlli ex post effettuati. La Regione rappresenta di aver risposto puntualmente in merito alle osservazioni ricevute dall Istituzione comunitaria, con nota n. ACIV del 10 dicembre 2003, trasmessa tramite AGEA. Si riporta quanto riferito dall Amministrazione regionale con la nota di risposta a questa Sezione: In particolare per le misure A e B, le disposizioni per i controlli amministrativi erano state approfondite nel corso di varie riunioni di coordinamento svoltesi tra la Regione e le province, enti delegati all istruttoria e ai controlli per tali misure sulla base della legislazione regionale. Tali disposizioni sono state oggetto di apposita deliberazione della Giunta regionale n del 1 luglio 2002 recante linee guida per l effettuazione dei controlli da parte delle Province (Allegato alla deliberazione della Giunta regionale, al punto 1-Premessa, sotto punto 1.C- Controlli per i quali sono già state adottate delle disposizioni ). Con tale deliberazione era 47

58 stato inoltre approvato un dettagliato schema verbale da utilizzarsi nell effettuazione dei controlli in loco. In sintesi, per le misure A e B, le procedure adottate dalla Regione Piemonte prevedevano che venissero effettuati da parte delle Province: - i controlli amministrativi in fase istruttoria, per il 100% delle domande presentate, sulla completezza e regolarità della pratica (con compilazione di apposita check-list); - i controlli sulla realizzazione fisica dell intervento/insediamento (prima del pagamento sia dei saldi che degli acconti ad avanzamento lavori); - il controllo del possesso della necessaria professionalità. Con determinazione dirigenziale n. 64 del 19 maggio 2004 si era provveduto a predisporre un manuale di facile comprensione in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali, da inviare a tutti i beneficiari presentatori di nuove domande; si era istituito un sistema formalizzato di notifica incrociata dei dati tra le strutture competenti alla gestione delle misure A e B e le strutture competenti in materia di igiene e benessere degli animali; si era provveduto a disporre che nell estrazione del campione a controllo si tenga conto di adeguati criteri di rischio. Erano inoltre state ampiamente dettagliate le statistiche relative ai controlli effettuati. A seguito delle risposte, la Commissione convocava una riunione bilaterale in data 26 maggio 2004, al fine di discutere i diversi aspetti relativi alla questione. Gli esiti di tale incontro erano parzialmente positivi; in particolare, la Commissione aveva ritenuto soddisfacenti le informazioni fornite per alcuni punti in discussione, in merito a: - il sistema formalizzato di notifiche incrociate; - la conformità ai criteri di ammissibilità entro tre anni; - le prestazioni effettuate dai beneficiari (lavori in economia); - i controlli successivi al pagamento finale. Tali punti erano stati ritenuti conclusi. In merito agli altri punti ancora in discussione, la Commissione ha richiesto in visione di un certo numero di pratiche, da inviarsi entro il 30 giugno 2004, riservandosi di decidere al termine dell esame delle stesse. 48

59 Nel contempo, era stata effettuata una missione di audit in Piemonte da parte della Corte dei conti europea in data 5 e 6 giugno 2003, inerente ad una pratica per la misura relativa all insediamento giovani agricoltori (misura B). L Istituzione di controllo aveva sollevato, in via preliminare, le seguenti osservazioni: - mancanza presso la sede dell azienda, al momento del controllo, della documentazione attestante la redditività aziendale; - non espletamento della percentuale obbligatoria (1%) del controllo in loco ex post presso i beneficiari che hanno usufruito dell aiuto (controllo sul mantenimento degli impegni);. - gestione inadeguata delle verifiche in loco obbligatorie (fino alla metà del 2002 non si era proceduto alla selezione del campione del 5%; mancanza di prove chiare dell esito delle stesse; dalla metà del 2002 la check-list elaborata non era adeguata per quanto concerneva la redditività). A seguito delle visite di audit effettuate e della riunione bilaterale tenuta a Bruxelles, la Commissione aveva ritenuto di procedere a una rettifica finanziaria a carico dello Stato italiano, pari a12% delle spese per l anno Nel mese di maggio 2005 la Regione era giunta all Organo di conciliazione della Commissione europea, a seguito del quale erano considerate superate, e quindi stralciate, alcune osservazioni formulate relative all anno 2000/2001, mentre per il 2002 era stata confermata la rettifica del 2% a carico di AGEA. Per quanto concerneva i controlli effettuati sulle campagne 2003 e 2004, misure A e B, la Commissione aveva ritenuto superate, per i progressi compiuti, le osservazioni relative alla campagna 2004, in particolare riguardo alla divulgazione dei dati e alla notifica incrociata dei richiedenti all Assessorato alla Sanità; per la campagna 2003, pur riconoscendo i progressi effettuati dalla Regione, la Commissione aveva ritenuto non pienamente conformi alla normativa comunitaria le procedure adottate, proponendo, dopo un incontro presso l Organo di conciliazione nel mese di gennaio 2006 (a cui la Regione non ha partecipato), una modesta rettifica nei confronti dello Stato italiano. 49

60 6.6.2 I controlli di Agecontrol L agenzia incaricata da AGEA dell effettuazione delle verifiche sull attività dei soggetti delegati ha svolto i propri controlli dal 10 al 14 ottobre Essi hanno avuto ad oggetto: 2 pratiche con vigneti (1 misura F1 e 1 misura F2) della Comunità montana Langa astigiana: il controllo era avvenuto a tavolino e presso le aziende; 1 azienda di competenza della Comunità montana Bisalta (azione F6), svolto a tavolino e sui terreni dove pascolavano i capi; 1 azienda presso la Provincia di Biella (azione F9), svolto a tavolino e in azienda dove erano stati controllati i bovini di razza in via di estinzione; l ultimo giorno presso la Provincia di Torino era stato controllato soltanto il cartaceo di una pratica non ammessa a liquidazione (per verificare se erano state svolte correttamente le verifiche istruttorie e le comunicazioni all interessato). Dai verbali rilasciati non risulta siano state sollevate osservazioni sostanziali. 7 Andamento, stato di attuazione e problematiche emerse in relazione agli interventi di investimento nelle aziende agricole di cui alle relative misure del Piano di Sviluppo Rurale; 7.1 Regione Sardegna In merito agli obiettivi ed alla programmazione della misura 4.9, si riporta il passo della relazione approvata dalla Sezione regionale con la deliberazione 19/2011: La misura consisteva nel sostegno finanziario (contributi) ad interventi di miglioramento strutturale delle aziende agricole operanti in diversi comparti produttivi a seguito della presentazione di progetti da parte di soggetti con la qualifica di imprenditore agricolo, singolo o in associazione con altri (cooperative, consorzi di cooperative, società agricole ex art. 2 del decreto legislativo n. 99/2004), con regolare iscrizione nel registro delle imprese agricole della C.C.I.A.A. La misura è stata suddivisa in 13 linee di intervento corrispondenti ad altrettanti settori: bovino da latte; bovino da carne; apicoltura; cavallo anglo-arabo-sardo; ovicaprino; fauna 50

61 selvatica a scopi venatori; suinicolo; olivicolo-oleario; orticolo; florovivaismo; piante aromatiche e officinali; bieticoltura; frutticoltura. ( ) Gli obiettivi della misura consistono, quindi, nell aumento della competitività delle imprese agricole ed agro-industriali, per mezzo di interventi strutturali ed attraverso strategie specifiche per filiera. Per quanto concerne la consistenza, dalla medesima relazione si apprende che le risorse messe in campo (216 M) sono ingenti: si tratta della quarta misura POR per dotazione. Sono state previste diverse tipologie di intervento: - interventi su impianti produttivi aziendali (piantagioni); - interventi su edifici aziendali ad uso produttivo (stalle e ricoveri per animali); - interventi per la sistemazione dei terreni (sistemazioni idraulico agrarie); - interventi per la diversificazione delle attività aziendali (coltivazioni e allevamenti - alternativi). L analisi degli interventi realizzati ha messi in evidenza che, al , dei interventi conclusi ben il 57,6% riguardava gli edifici per uso agricolo, seguiti da quelli di diversificazione delle attività aziendali (28,3%). In particolare questi ultimi non hanno comportato il finanziamento di attività alternative come l agriturismo o l artigianato, bensì quello di coltivazioni o allevamenti alternativi. La tipologia di diversificazione principale è stata quella di riconversione delle coltivazioni orticole in pieno campo e in coltura protetta: che ha rappresentato il 58% degli interventi di riconversione sia avviati che conclusi. In merito alle modalità attuative della misura, la Sezione riferisce che essa è avvenuta mediante tre bandi: il primo nel 2001, il secondo nel 2003 e il terzo nel Nelle prime due annualità di intervento (2001 e 2003) la misura 4.9 è stata caratterizzata da una programmazione finanziaria e da modalità di attuazione distinte per le singole linee di intervento, con capitoli di bilancio, bandi e relative graduatorie distinti per ciascun comparto. Nell ultima annualità (2006) i diversi comparti sono stati considerati in modo unitario con la concentrazione delle risorse in due soli capitoli di bilancio e procedure di attuazione unificate (unico bando per 51

62 tutti i comparti). Tale scelta è stata dettata dalla necessità di una migliore flessibilità operativa e maggiore efficienza nell utilizzo delle risorse. Si riporta dalla relazione la tabella della consistenza economica della misura al Regione Sardegna dati finanziari misura 4.9 (euro) Fonte: Corte dei conti Sezione reg.le controllo Sardegna La relazione elenca, quindi le modalità procedurali di erogazione dei contributi ed i requisiti richiesti ai beneficiari dall Amministrazione regionale per poter accedere al finanziamento; omettendo i dati di dettaglio, per i quali si rimanda alla lettura della relazione medesima, si rileva, sostanzialmente, l impianto di procedure standard ed il rispetto formale delle prescrizioni europee. Significativo, ai fini della presente indagine, appare, invece, il dato relativo alla domanda di finanziamento. Risulta, infatti, che per le prime due annualità di attuazione (2001 e 2003) sono state finanziate tutte le domande ammesse secondo la graduatoria, essendo le richieste inferiori alle risorse stanziate; per il bando 2006, invece, le domande hanno ampiamente superato le disponibilità finanziarie e meno di un terzo delle domande ammissibili ha beneficiato del sostegno. In conseguenza di ciò, al , si era determinata la seguente situazione: Regione Sardegna Misura 4.9 rapporto tra domande presentate e domande finanziate Fonte: Corte dei conti Sezione reg.le controllo Sardegna Per quanto riguarda l efficacia della misura, riferisce la Sezione che In esito alla specifica richiesta istruttoria è stato riferito che sono stati superati gli obiettivi (target) prefissati per la fine del programma. La percentuale delle aziende effetti- 52

63 vamente beneficiarie della misura 4.9 sul totale delle aziende agricole regionali (8,3%) è infatti superiore al risultato atteso per la fine del programma (4,4%) e la superficie agricola utilizzata S.A.U. delle aziende agricole beneficiarie risulta essere il 21,7% della superficie agricola complessiva regionale a fronte del 7,26% atteso. ( ) Inoltre tenuto conto degli indicatori di realizzazione fisica, l A.d.G, ha dichiarato che i risultati attesi sono stati raggiunti e in alcuni casi superati se si considerano i progetti approvati, (sia quelli collaudati che quelli ancora in corso di realizzazione), mentre rispetto ai soli progetti conclusi la percentuale di raggiungimento degli obiettivi si attesta mediamente intorno al 75%. Ad avviso dell A.d.G., considerato il gran numero di accertamenti finali (collaudi) previsti in quest ultima fase, si stima possibile il raggiungimento dei target a fine programma. Peraltro, non si disponeva del dato relativo ai progetti finanziati e conclusi o da concludere; in base al Rapporto Finale di Esecuzione, la Sezione regionale rilevava che i progetti non completati e/o non operativi erano 573; tuttavia, il documento regionale non riportava il relativo ammontare finanziario. Per quanto riguarda le problematiche emerse, dalla relazione si rilevano alcuni dati significativi. Infatti, in base alle dichiarazioni dell AdG, nel triennio il livello delle spese certificate non ha raggiunto gli obiettivi attesi, rendendo necessaria una rimodulazione della dotazione finanziaria della misura. La stessa AdG imputava le cause di ciò alle numerose rinunce ai finanziamenti pervenute dai beneficiari per la scarsa liquidità da parte delle aziende agricole, tenute a contribuire finanziariamente all intervento, aggravata dall abbassamento dei prezzi all origine delle principali produzioni regionali (es. latte ovino). Per le medesime ragioni si sarebbe determinata anche l elevata percentuale di progetti che hanno subito revoche totali del contributo dopo la loro approvazione, ben 868 su un totale di progetti approvati (pari al 15% circa). Inoltre, la scarsa liquidità finanziaria delle aziende avrebbe spesso influito anche sui tempi di realizzazione delle opere, comportandone l allungamento. 53

64 In particolare, al rallentamento dell attuazione dell ultimo bando hanno contribuito in maniera decisiva i numerosi ricorsi amministrativi presentati avverso le graduatorie, in numero di ben a fronte di domande presentate; nonostante il (dichiarato) rispetto per l esame dei ricorsi gerarchici del termine di novanta giorni disponibili per la chiusura dei procedimenti 24, l elevato livello del contenzioso ha determinato la sospensione delle procedure selettive, l erogazione dei conseguenti contributi e ovviamente lo slittamento dell avvio degli interventi. La definizione del quadro delle nuove graduatorie derivanti dall accoglimento dei ricorsi gerarchici ha determinato la necessità di approvare delle graduatorie definitive, rivedute e corrette, che sono state pubblicate nel primo trimestre del Un ulteriore causa del rallentamento nell attuazione della misura è stata identificata nella scadente qualità dei progetti presentati, nonché nella tendenza a proporre investimenti non proporzionati alle effettive possibilità economiche dell impresa, di modo che si sono rese necessarie da un lato sensibili rimodulazioni dei progetti stessi in sede istruttoria, dall altro in conseguenza delle prime riduzioni proporzionali dell ammontare del contributo da concedersi, il che, liberando economie di risorse, ha determinato la necessità di un continuo scorrimento delle graduatorie. Le strutture tecnico-amministrative della Regione, inoltre, hanno stigmatizzato la scarsa qualità progettuale di numerosissime istanze pervenute, generalmente caratterizzate da carenze documentali, tali da rallentare notevolmente l attività istruttoria, contribuendo al dilatarsi dei tempi attuativi. 7.2 Regione Campania Per quanto riguarda gli obiettivi della misura 4.8 ammodernamento strutturale delle aziende agricole, la Regione riferisce che la Misura si prefiggeva l obiettivo di migliorare la competitività delle aziende agricole della Campania attraverso la realizzazione di processi di ammodernamento strutturale. Era previsto il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole al fine di ridurre i costi di produzione, migliorare le produzioni aziendali anche attraverso riconversioni produttive agricole, promuovere la diversificazione delle attività nell azienda agricola (tra- 24 come disposto all art. 6 del D.P.R. n. 1199/

65 sformazione prodotti agricoli, ecc.), elevare il livello qualitativo delle produzioni, tutelare e migliorare l ambiente naturale, le condizioni d igiene ed il benessere degli animali. I comparti produttivi interessati, anche alla luce delle modifiche apportate nel tempo al CdP, sono stati: latte e carne bufalina, latte bovino, latte e carne ovicaprina, carni bovine, suine, avicunicole, equine, allevamento di cavalli, cereali, fruttiferi e agrumi, ortive, olivo, vite e fiori e comparto apistico. In ordine alla consistenza finanziaria, si rileva che la misura rappresenta, tra tutte quelle del POR cofinanziate dal FEOGA, la più importante in termini di investimento pubblico, con circa il 18 % della disponibilità totale del Fondo. Si riportano, di seguito le tabelle ricavate dalla relazione della Regione relative al piano finanziario ed allo stato di attuazione al Regione Campania misura 4.8 piano finanziario (euro) Fonte: Regione Campania Regione Campania misura 4.8 impegni e pagamenti dei beneficiari finali al (euro) 55 Fonte: Regione Campania In ordine alla realizzazione, il commento dell ente è che la misura ha ottenuto buoni livelli di performance, con un livello di impegni (94,51%) quasi pari al livello dei pagamenti (92,58%). Quanto alle procedure attuative predisposte, la misura è stata eseguita dalle Amministrazioni Provinciali, che hanno risposto, nella generalità dei casi, in maniera efficiente ed efficace, rendendo possibili buone prestazioni quanto a velocità dei pagamenti ai destinatari dei contributi. Tale risultato si è realizzato attraverso il trasferimento alle Province delle risorse necessarie per il finanziamento delle graduatorie contestualmente all approvazione delle graduatorie stesse. Il rovescio della medaglia di tale metodo ammesso anche dall ente regionale è che esso ha reso problematico l utilizzo delle economie di volta in volta generatesi a causa di revoche, rinunce e/o parziale realizzazione dei progetti finan-

66 ziati. Nonostante le oggettive difficoltà connesse alla gestione delle economie, il numero di istanze ammesse ma non finanziate è estremamente ridotto. La relazione riporta, poi, una tabella dettagliata relativa agli indicatori di realizzazione, dalla quale risulta il dato del sostanziale raggiungimento e, in molti casi, del superamento degli obiettivi prefissati in termini di realizzazioni fisiche. Le aziende beneficiarie sono state (rispetto alle previste), pari a circa il 2% delle aziende agricole campane ( censimento ISTAT ); gli interventi realizzati hanno interessato circa ettari di superficie (rispetto ai ettari attesi); tale dato dimostra l ampio consenso manifestato dalle aziende agricole campane ai fini dell ammodernamento strutturale delle stesse. Per quanto riguarda le tipologie di intervento più significative tra quelle finanziate, la Regione cita quelli realizzati nel comparto frutticolo, seguito dall olivicolo e dal comparto bufalino 26, sia con riguardo agli interventi su impianti produttivi (piantagioni agricole), sia con riferimento agli interventi di irrigazione (per il numero di aziende e per l estensione della superficie interessata). Significativi incrementi del risultato sono stati ottenuti anche per quanto concerne la realizzazione di serre (219 rispetto alle 60 previste), nonché nel campo degli investimenti per l introduzione in azienda di fonti energetiche alternative, rinnovabili e/o per il risparmio energetico, come pure la realizzazione di impianti per l utilizzazione di tali fonti (96 aziende rispetto alle 30 previste in sede di programmazione). Il ricorso ad una meccanizzazione più spinta dei processi lavorativi ha favorito anche l incremento, rispetto alle previsioni, degli acquisti di macchine (2.800) ed attrezzature (6.150). Per finire, importanti investimenti sono stati effettuati anche per la realizzazione di impianti per la diversificazione delle attività aziendali (quali gli impianti per la lavorazione in azienda dei prodotti), che hanno permesso di generare redditi alternativi o di diminuire i rischi aziendali, sia nel comparto vinicolo che in quello della frutta. 25 Dato riferito dalla Regione 26 Quest ultimo con valore realizzato relativamente all acquisto di bestiame raddoppiato rispetto al target (400 capi di bestiame rispetto ai 200 previsti), anche grazie al positivo trend di mercato per la mozzarella di bufala campana DOP. 56

67 In merito agli indicatori di risultato, la Regione evidenzia il superamento di tutti gli obiettivi prefissati, con il già richiamato incremento del numero delle aziende beneficiarie (4.521 rispetto a previste), con la rilevante percentuale di quasi il 50% del totale aziende per quelle condotte da giovani agricoltori (2.268 su 4.521) e con una forte partecipazione femminile (più del 20% delle aziende beneficiarie è gestita da una donna). In contraddizione rispetto a quanto finora esposto risultano gli indicatori di impatto effettivo in termini di variazione del valore aggiunto in agricoltura, rispetto al risultato atteso a fine programmazione (2.472 MEuro, +12%); il dato è riassunto nella tabella che segue. Regione Campania misura 4.8 indicatori di impatto (Meuro) 57 Fonte: Regione Campania La stessa Regione, nel rimarcarne l apparente incoerenza con il successo che ha conseguito la Misura in termini sia di realizzazioni effettive che di utilizzo delle risorse finanziarie disponibili, individua la discrasia nel fatto che l indicatore d impatto è stato calcolato utilizzando i dati ISTAT Conti economici Territoriali- Tavole regionali , la cui Tavola 6 riporta la serie storica attualizzata del valore aggiunto, ai prezzi di base, del settore Agricoltura e Silvicoltura (valori a prezzi correnti). In base a tali dati, si riscontra una riduzione del valore aggiunto, passando dai MEuro nel 2001 ai MEuro nel 2008; di conseguenza la variazione del valore aggiunto è pari a -1,9%. Rimarca, peraltro, la Regione che, considerando la grave crisi economica che ha portato, nel periodo oggetto di osservazione, ad una riduzione del Pil nazionale e regionale e ad un rallentamento complessivo dell economia di oltre il 10%, una flessione dell indicatore inferiore al 2% può essere vista anche come un risultato sostanzialmente positivo. Esprimendo un giudizio complessivo sulla misura, la Regione lo ritiene ampiamente positivo, sia per quanto attiene alla capacità di spesa per la quale è

68 stata realizzata una buona performance, con il quasi totale utilizzo delle risorse finanziarie (94% circa), nonostante la non completa utilizzazione delle economie di progetto, sia in termini di realizzazione e risultati raggiunti, per il gran numero di progetti finanziati e realizzati ed il positivo impatto sul sistema produttivo regionale. Rimarca, altresì, l ente il notevole sforzo amministrativo per l attuazione della misura, compensato dal pieno rispetto del cronoprogramma. Gli interventi finanziati sono stati correlati con gli obiettivi della Misura, in linea con i criteri di selezione e sono stati coerenti con le finalità stabilite nel Complemento di Programmazione. 7.3 Regione Emilia Romagna Dichiara la Regione che l attuazione del Programma regionale di sviluppo rurale (PSR) è avvenuta in conformità con le previsioni iniziali, non evidenziando problemi di particolare rilevanza. Nel periodo di programmazione, infatti, si è resa necessaria solamente una modifica consistente del Piano, approvata dalla Commissione con Decisione C(2003) 2697 del 17/07/2003. L ente riferisce anche di iniziali criticità causate dalle frequenti evoluzioni della normativa e dalla carenza di strutture/strumenti operativi adeguati, che sono state successivamente superate. Viene salutata molto positivamente, in particolare, l istituzione dell Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura per l Emilia-Romagna (AGREA) in qualità di Organismo pagatore 27 ; la sostituzione di AGEA nella gestione dei pagamenti delle Misure del PSR ha rappresentato, a detta della Regione una svolta significativa per assicurare rapidità nei pagamenti e maggiore trasparenza amministrativa nella gestione degli aiuti comunitari. Tuttavia, i problemi di maggiore significatività sono stati rilevati con riferimento all informatizzazione delle procedure, gestite con applicativi differenti sia per concezione, sia per complessità, lamentando, per alcune misure, l eccessiva rigidità degli applicativi predisposti a livello nazionale rispetto alle peculiarità regionali. 27 Il riconoscimento è avvenuto con decreto del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali del

69 Pertanto, è stato implementato un apposito sistema di monitoraggio (Datawarehouse di monitoraggio), alimentato periodicamente dai dati gestionali e finanziari di misura trasmessi dagli Enti territoriali, che, tuttavia, ha raggiunto la piena operatività nel 2004, ossia negli ultimi anni della programmazione. In merito a tale sistema, esso si è dimostrato strategico in quanto ha consentito di fornire una serie di report mirati ed in tempo reale (ad es. dati territoriali per misura, per tipologie delle aziende, per caratteristiche dei conduttori), consentendo di governare la chiusura del PSR e di fornire informazioni utili per la nuova programmazione. Per quanto riguarda la capacità di impegno e della spesa, il PSR ha sempre confermato un buon andamento, in quanto già dal secondo anno di attuazione tutte le misure programmate erano avviate. La velocità di spesa si è sempre mantenuta alta e la Regione ha avuto la possibilità di accelerare i pagamenti effettuati sugli impegni già assunti, a fronte di un sottoutilizzo di risorse riscontrato sia a livello comunitario sia nazionale. Pur non avendo la programmazione finanziaria del PSR subito variazioni nei primi anni rispetto al piano approvato, è emerso successivamente che la distribuzione temporale dei finanziamenti imposta dal Profilo di Berlino 28 non rispecchiava i fabbisogni finanziari derivanti dall avvio delle diverse misure e ancor meno le aspettative dei beneficiari rispetto agli aiuti ed ai sostegni. In conseguenza di ciò, nei primi tre anni di gestione del Piano la Regione ha sostenuto spese superiori alle disponibilità approvate con il Piano stesso. Per le misure ad investimento il passaggio al meccanismo finanziario del FEOGA- Garanzia ha obbligato a predisporre strumenti di programmazione con tempistiche, modalità di attuazione e vincoli che sono risultati spesso di difficile comprensione per i beneficiari. Per la misura 1A Investimenti nelle aziende agricole, il divario tra le risorse assegnate e il fabbisogno espresso in sede di domanda nell anno 2004 fenomeno già manifestatosi nei primi anni di programmazione ha subito un ulteriore in- 28 Corrisponde agli obiettivi annuali di spesa per ciascuno Stato membro, così chiamato perché i principi sono stati stabiliti nella riunione del Consiglio europeo di Berlino del

70 cremento, con un volume di contributi richiesti quasi triplo rispetto alla disponibilità finanziaria. 7.4 Provincia Autonoma di Bolzano Per quanto riguarda la misura n. 1: Investimenti nelle aziende agricole (lettera a), l Amministrazione provinciale così ne definisce il contenuto: La misura ha riguardato Investimenti nelle aziende agricole. In particolare sono stati finanziati la costruzione, il risanamento o l ampliamento, l acquisto di fabbricati aziendali per l allevamento di animali con annessi in aziende zootecniche; la costruzione di strutture per il ricovero di macchine agricole; opere di miglioramento fondiario, costruzione e manutenzione di strade rurali; la costruzione di impianti di irrigazione aziendali, condotti per acqua, serbatoi di acqua; la costruzione di strutture che permettono la diversificazione delle attività nel settore agricolo; la costruzione e ristrutturazione di malghe; impianti di colture speciali nelle zone di montagna. Gli obiettivi perseguiti dal PSR per la misura erano: il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali, con particolare riferimento alla riduzione dei costi di produzione, al miglioramento della produzione e della sua qualità, specialmente nel settore lattiero; il miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole; la tutela ed il miglioramento dell ambiente naturale e delle condizioni di igiene e di benessere degli animali; la diversificazione delle attività nell azienda. L avanzamento della realizzazione della misura si è diversificato nel corso del periodo di programmazione: ad un iniziale fase di organizzazione della misura nel corso dei primi anni, è seguito, a partire dal 2003, un buon andamento complessivo. Gli obiettivi prefissati, soprattutto quello di valorizzare le zone di montagna a vocazione zootecnica possono dirsi realizzati. Tutte le domande approvate sono state presentate da aziende situate in zone svantaggiate di montagna. Principalmente, si è puntato alla riduzione dei costi di produzione, al miglioramento della qualità della produzione e al miglioramento delle condizioni igieniche e di benessere degli animali. 60

71 La Provincia esprime un giudizio positivo sul raggiungimento di tali obiettivi, avvalorato dal fatto che la strategia iniziale è stata confermata anche ad alcuni anni di distanza. In merito alle difficoltà incontrate, l Amministrazione evidenzia quelle nella determinazione dell ammontare annuo di progetti liquidabili, derivanti dal fatto che, fissando un importo massimo per misura, sorge il rischio di liquidare importi di contributo inferiori alle potenzialità. Si riportano due tabelle relative alle domande liquidate ed ai costi totali accertati. Provincia autonoma di Bolzano: domande liquidate Misura 1 Anno Domande liquidate TOTALE 191 Fonte: Provincia autonoma di Bolzano Provincia autonoma di Bolzano: costi totali accertati e contributo pubblico liquidato (Meuro) Fonte: Provincia autonoma di Bolzano 7.5 Regione Veneto Per i dati relativi al quesito, la Regione, come per il quesito precedente, ha rinviato alle relazioni annuali. Innanzitutto, vengono fornite alcune informazioni di carattere generale. Si riporta, di seguito, un estratto delle più significative. 61

72 La Commissione europea ha approvato definitivamente il Piano con propria Decisione n del 29 settembre Il Piano di Sviluppo Rurale del Veneto, nella versione definitiva, si articola in tre assi e 19 misure di intervento, corrispondenti alle iniziative di cui agli articoli da 4 a 32 del regolamento (CE) 1257/99 e alle azioni di sviluppo rurale elencate all articolo 33 dello stesso regolamento. Vengono, poi, elencate tutte le modifiche apportate al PSR originario ed al correlato piano finanziario, derivanti sia da modificazioni fisiologiche e richieste dalla Regione, sia dall intervento di nuove normative. L ultima modifica del PSR è stata approvata con Decisione C(2006) 2205 del 30 maggio 2006, dopo il parere favorevole del Comitato STAR nella seduta del 25 aprile Per quanto riguarda la misura a) Investimenti nelle aziende agricole, il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole deve essere finalizzato al miglioramento dei redditi e delle condizioni di lavoro, nel rispetto dell ambiente e del consumatore. Pertanto gli interventi finanziati hanno riguardato il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - riduzione dei costi di produzione; - miglioramento della qualità e garantire la sicurezza igienico-sanitaria delle produzioni; - avviamento delle riconversioni produttive suggerite dal mercato; - miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; - tutela e miglioramento dell ambiente in genere, nonché le condizioni di igiene e benessere degli animali; - promozione dell integrazione fra attività agricola e territorio rurale; - informatizzazione della gestione delle imprese primarie. Per quanto riguarda il Piano finanziario, si riassume in una tabella l andamento dei pagamenti effettuati su questa misura anno per anno. I dati confrontabili, peraltro, sono limitati al periodo 2003/

73 Regione Veneto Misura a) investimenti nelle aziende agricole pagamenti effettuati periodo 2003/2006 ANNO UE STATO REGIONE AIUTI DI STATO TOTALE , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,18 TOTALI , , , , ,46 Elaborazione Corte dei conti su dati Regione Veneto 7.6 Regione Piemonte In base ai dati forniti dalla Regione, si rileva che nel periodo sono state presentate domande di sostegno sulla misura A (investimenti nelle aziende agricole), di cui ammesse a contributo. Di queste ultime, 381 sono successivamente decadute per vari motivi dopo l approvazione; alla data di chiusura del Piano domande risultavano essere concluse e 79 in corso di conclusione. Sono stati effettuati 1097 controlli in loco nel periodo (14,92 % sul numero delle domande concluse) e 193 controlli ex post (per una percentuale del 2,65% sul numero delle domande concluse). Per quanto attiene al controllo del possesso della capacità professionale e dell avvenuta realizzazione fisica dell intervento, esso, in base alle previsioni del PSR , va effettuato sul 100% delle domande della misura A. Invece, per quanto riguarda il possesso della redditività minima e il rispetto dei requisiti minimi in materia ambientale, nonché di igiene e benessere animale, le disposizioni per l estrazione del campione e per l effettuazione del controllo in loco erano state adottate con la deliberazione della Giunta regionale 10 luglio 2002, n Nello stesso anno era stata messa a punto la procedura informatizzata per l estrazione del campione. Ulteriori decisioni degli organi competenti sono intervenute per meglio definire procedure e modalità di effettuazione dei controlli. Esse consistono in un regime di notifica incrociata dei dati relativi ai controlli svolti dalle strutture competenti. 63

74 Nel 2006 proseguiva l attività di confronto con l AGEA e con i Servizi della Commissione europea iniziata a seguito della visita di controllo svolta nel marzo 2003 dalla Commissione europea, volta a verificare l efficacia delle procedure di controllo messe in atto per l esecuzione dei controlli previsti dai regolamenti (CE) n. 1257/1999 e n. 445/2002 (controlli in loco a campione sui beneficiari degli aiuti, relativamente al possesso dei requisiti minimi di accesso e al mantenimento degli impegni). A tale proposito, riferisce l ente regionale su un incontro bilaterale svoltosi il 16 gennaio 2006 a Bruxelles presso i Servizi della Commissione europea. Erano stati predisposti in quell occasione i materiali di informazione e documentazione per i funzionari comunitari. A seguito di tale incontro la Regione ha fornito ulteriori elementi integrativi; i Servizi della Commissione europea, con comunicazione prot. AGR del 24 maggio 2006, hanno adottato una conclusione favorevole al contenzioso riguardante la Regione Piemonte per gli anni 2004 e seguenti. Successivamente, con nota prot. 9502/12 del , la Regione aveva trasmesso ad Agea e Mipaaf il parere riguardo a residui contenziosi di livello nazionale relativi agli anni 2003 e precedenti. Di seguito si riportano le tabelle con i dati relativi ai controlli in loco ed ai controlli ex post per il periodo 2000/2006. Regione Piemonte controlli in loco 2000/2006 Provincia numero dei beneficiari controllati di cui controlli con esito sfavorevole Alessandria 98 0 Asti Biella 33 0 Cuneo Novara 51 4 Torino Verbano-Cusio-Ossola 30 1 Vercelli 43 0 Totale Fonte: Regione Piemonte 64

75 Regione Piemonte controlli ex post 2000/2006 Provincia numero dei beneficiari controllati di cui controlli con esito sfavorevole Alessandria 26 0 Asti 15 0 Biella 3 0 Cuneo 73 0 Novara 16 0 Torino 52 0 Verbano-Cusio-Ossola 6 0 Vercelli 2 0 Totale Fonte: Regione Piemonte 8 Analisi della spesa irregolare, esaminata nel rapporto di incidenza totale della spesa erogata o ammessa a finanziamento. 8.1 Regione Sardegna Considerazioni generali Per quanto concerne l analisi della spesa irregolare, si rimanda alle considerazioni espresse al paragrafo 6.1, a pag. 29 della presente relazione, soprattutto con riferimento al problema delle decertificazioni. Dalla relazione approvata dalla Sezione regionale, si ricava che per effetto delle decertificazioni di spesa si è determinata la situazione finanziaria rappresentata nella tabella seguente. 65

76 Regione Sardegna - Operazioni decertificazione P.O.R (dati R.F.E.) fondo costo programmato operazioni decertificate importo % F.E.S.R , ,59 5,58 F.S.E , ,03 9,71 F.E.O.G.A , ,48 3,38 S.F.O.P , ,25 20,93 totale , ,35 6,15 Fonte: Corte dei conti Sezione reg.le controllo Sardegna Tipologia delle irregolarità rilevate nelle misure FEOGA. Oltre alle osservazioni di carattere generale sopra espresse, dalla relazione della Sezione regionale è possibile ricavare alcuni dati relativi alla tipologie delle irregolarità riscontrate nelle misure FEOGA oggetto di indagine della Sezione. Esse includono un ventaglio più ampio rispetto alla misura relativa agli investimenti nelle aziende agricole, oggetto della presente indagine; si riporta il dato, essendo comunque di interesse nell analisi del fenomeno nel suo complesso. In base a quanto dichiarato dell AdG, «le tipologie di irregolarità riscontrate non sarebbero sistemiche e, nella quasi totalità dei casi, si tratterebbe di irregolarità consistenti in violazioni di tipo amministrativo (identificate dalla Commissione europea col codice IRQ 2 Irregolarità ), mentre sarebbero pochi i casi rilevati come frodi sospette o accertate (codici della C.E. IRQ 3 Frode sospetta e IRQ 4 Frode accertata )». Nell elencazione delle casistiche di irregolarità che hanno comportato la revoca totale del finanziamento sono state indicate le seguenti: - mancata realizzazione del progetto per il quale era stata ottenuta la concessione; - rinuncia; - mancata presentazione della richiesta dell accertamento finale delle opere entro la scadenza prevista in concessione; - mancata presentazione della documentazione necessaria all espletamento dell accertamento finale; - mancata presentazione dei documenti fiscali comprovanti le spese sostenute; - mancanza dei requisiti previsti dal bando (insediamento precedente alla domanda di premio o antecedente l 1 gennaio 1999; mancata iscrizione I.N.P.S.; 66

77 mancato conseguimento dei requisiti di redditività e piena occupazione, della professionalità e di igiene e benessere degli animali). Le casistiche di seguito indicate, invece, son quelle per le quali è stata disposta la rettifica parziale del finanziamento: - esecuzione parziale delle opere previste in concessione; - spesa realizzata inferiore alla spesa prevista in concessione; - rinuncia parziale; - spese effettuate dalla Ditta non ammissibili a finanziamento; - mancata concessione edilizia per le opere previste in concessione; - documenti giustificativi delle spese insufficienti; - documenti allegati alla richiesta del saldo finale incompleta; - opere realizzate in difformità a quanto previsto in concessione. In relazione alle tipologie elencate, l AdG rileva che in gran parte dei casi l irregolarità è derivante dalla rinuncia del destinatario alla realizzazione del progetto, o alla mancata esecuzione di questo entro i termini previsti, o ancora al mancato conseguimento di alcuni requisiti previsti dal bando. Altri numerosi casi riguardano una esecuzione solo parziale delle opere previste in concessione, concretizzando, tuttavia, un lotto funzionante idoneo a realizzare comunque le finalità della misura. Infine, buona parte delle rinunce risultano conseguenza del verificarsi di eventi naturali calamitosi che hanno reso impossibile al destinatario della concessione la realizzazione del progetto. Secondo quanto dichiarato dall AdG, inoltre, in molti casi di rinuncia o mancata esecuzione totale o parziale delle opere, lo stesso destinatario si impegna immediatamente alla restituzione delle somme percepite e provvede a restituirle all Amministrazione regionale entro un congruo periodo di tempo. Si riporta di seguito la tabella contenuta nella relazione approvata dalla Sezione regionale, relativa alla contabilità delle irregolarità riscontrate. 67

78 Regione Sardegna contabilità delle irregolarità finanziarie Fonte: AdG Regione Sardegna (estratto da relazione Cdc - Sez. reg. Sardegna) Per quanto concerne la relazione del Certificatore Indipendente 29, si riporta una rielaborazione della tabella riguardante l importo di spesa irregolare rilevata sul campione delle operazioni controllate del POR 2000/2006, nonché, in dettaglio, sul campione relativo alla misura oggetto della presente indagine. Regione Sardegna Spesa irregolare rilevata sul campione POR 2000/2006 al Totale Progetti Totale Operazioni Totale Spesa/ Totale Spesa/ Percentuale finanziati controllate pagamenti Certificati pagamenti Controllata Spesa irregolare constatata Tasso di errore riscontrato A B B/A C C/B , ,39 14,49% ,43 2,73% FEOGA Misura , ,46 0,58% ,28 18,52% Elaborazione Cdc su dati Certificatore Indipendente Il dato che viene immediatamente in evidenza è l elevata percentuale di errore rilevata sulla misura in questione rispetto al campione controllato, che, per contro, risulta di scarsa significatività rapportato al totale dei pagamenti certificati. Il rilievo assume significatività ancora maggiore se si analizza la tabella seguente, relativa a tutte le operazioni effettuate dal Certificatore Indipendente. 29 Cfr. supra, par

79 Regione Sardegna Tabella percentuale controllo e tasso di errore Fonte: dichiarazioni finali del Certificatore Indipendente La tabella mette in risalto l elevata percentuale di spesa irregolare per alcune misure, rispetto al campione controllato, a fronte di altre misure che presentano assenza di errore a fronte di percentuali di controllo più rilevanti Le false dichiarazioni nell attuazione della misura 4.9 loro incidenza sull attuazione della misura e delle irregolarità. In base alle dichiarazioni dell AdG, è stato attivato, già in sede di istruttoria, un esteso controllo delle domande di finanziamento e delle connesse dichiarazioni sostitutive. 69

80 L AdG ha, peraltro, ritenuto come ascrivibili a negligenza lieve le falsità riscontrate 30 a seguito dei suddetti accertamenti; esse sono, quindi sanabili dal richiedente, ferma la possibilità di rinunciare al beneficio. Non è stata attivata la procedura di cui all art. 72 del regolamento (CE) 817/ in quanto non si sono riscontrate a detta dell AdG ipotesi di colpa grave né di dolo, fatta eccezione per due casi, per i quali sarebbe stata inoltrata denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Il controllo successivo sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atti di notorietà 32 è stato attivato tramite l estrazione di un campione pari al 5% delle domande presentate a valere sui bandi pubblicati per le varie misure. 8.2 Regione Campania Riferisce l Ente che i progetti sottoposti ai controlli di I livello effettuati dai Responsabili di misura sono stati (alla data della relazione) su , pari al 37% della spesa certificata. Alla stessa data, i progetti conclusi almeno da un anno e sottoposti ai controlli ex post sono risultati essere (16% della spesa certificata). Il dato è riassunto nella tabella che segue. Regione Campania POR 2000/2006 controlli effettuati. Fonte: Regione Campania 30 Alla data della relazione Qualora venga constatata una falsa dichiarazione per negligenza grave, il beneficiario interessato è escluso per l anno civile in questione da tutte le misure di sviluppo rurale comprese nel corrispondente capo del regolamento (CE) n. 1257/1999. Nel caso di falsa dichiarazione resa intenzionalmente, egli è escluso anche per l anno successivo. 2. Le sanzioni previste al paragrafo 1 si applicano fatte salve sanzioni supplementari di diritto nazionale. 32 Cfr. artt. 46 e 47 del D.P.R , n. 445, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. 70

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