PROGRAMMA. descrizione e nomenclatura attrezzatura e dotazioni di sicurezza nozioni elementari assetto

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1 PROGRAMMA La barca Equipaggio Le vele I nodi Il motore Il vento V Le andature Le virate Riduzione vela Gavitello Cappa Uomo a mare Ormeggio Regole fondamentali della navigazione descrizione e nomenclatura attrezzatura e dotazioni di sicurezza nozioni elementari assetto posizione e compiti descrizione e armamento manutenzione e cura regolazione savoia, piano, parlato, gassa, volta di bitta lanciare e cogliere una cima accorgimenti messa in moto partenza e arrivo in porto descrizione, andature rotte possibili e bordeggio orientamento delle vele e regolazione vento reale, vento apparente bolina, traverso, lasco, poppa andatura a farfalla accorgimenti ed errori descrizione della virata di prua accorgimenti ed errori descrizione della virata in poppa accorgimenti ed errori cambio genoa - fiocco presa di terzaroli presa di gavitello descrizione della manovra recupero dell uomo a mare descrizione della manovra precedenza mura a destra - mura a sinistra sopravento - sottovento - bolina - poppa TOP VELA TIZIANO NAVA 1

2 LA BARCA 2

3 LA BARCA Testa d albero Opera viva Puleggie Pinna o Bulbo Albero Pala del timone Sartia alta Verricello Crocette Scotta randa Strallo di prua Randa Sartia bassa Tasca stecca Boma Patarazzo Genoa Puleggia Vang Poppa Scassa albero Pulpito di poppa Ancora Trasto randa Prua Verricello Pulpito di prua Rotaie scotte genoa Drizza randa Drizze genoa e spinnaker Barra timone+stick 3

4 DESCRIZIONE E NOMENCLATURA Una barca qualsiasi è costituita da uno scafo in legno, resine plastiche, metallo o altro ed è formata da una parte anteriore detta prua e da una posteriore detta poppa, ai lati le fiancate. Posato lo scafo in acqua, la parte immersa contraddistinta dalla linea di galleggiamento, prende il nome di opera viva in quanto lavora in acqua subendone gli attriti; la parte che emerge prende il nome di opera morta perché ha il compito di sostenere tutta l attrezzatura di bordo (ma anche questa subisce l attrito del vento) equipaggio compreso. A poppa si trova il timone composto dalla pala, dalla barra e dalla prolunga del timone detta anche stick. Nella parte inferiore dello scafo detta chiglia e immersa in acqua, c è la deriva, una specie di lama posta longitudinalmente che ha lo scopo di opporsi alla spinta laterale o scarroccio creando una componente di avanzamento, può terminare con un bulbo il quale, collocato all estremo della pinna con forma idrodinamica, ha la funzione di zavorra cioè di contrappeso per impedire il capovolgimento o scuffia dell imbarcazione. Una barca a vela è una barca che utilizza il vento come forza propulsiva e, per tale scopo necessita di una apposita attrezzatura che nelle barche più semplici è costituita da: Albero: sostenuto a prua da un cavo detto strallo, a poppa dal paterazzo, ai lati dalle sartie. L albero presenta una canala che permette l inferitura della vela. Boma: simile all albero ma di dimensione minore presenta anch esso la canala con la medesima funzione. Vang: o ritenuta del boma serve per regolare verso il basso l altezza del boma nella posizione voluta. Vele: normalmente sono formate da diversi pezzi di tessuto plastico detti ferzi opportunamente tagliati e cuciti per avere una forma più o meno panciuta determinata dal velaio. I tre angoli di una vela vengono identificati con questi nomi: punto di mura, punto di scotta, punto di penna. Randa: questa vela a forma triangolare presenta due lati con bordi rinforzati per scorrere ed essere trattenuti dalla canala dell albero e del boma: sono chiamati ralinga verticale e ralinga di base. Alcuni tipi se dotati di apposito cursore, hanno la base libera. Il terzo lato della randa o balumina presenta delle tasche appositamente predisposte per trattenere le stecche. La funzione di queste è di irrigidire il profilo della balumina. Alcune rande prevedono, sulla balumina, fino a tre serie di bugne che servono per la riduzione della superficie velica all'aumentare della forza del vento. Questa operazione prende il nome di presa di terzaroli; pertanto, la prima coppia di bugne sarà la 1 A mano di terzaroli, la seconda la 2 A ecc. In corrispondenza delle bugne vi sono, allineate, delle cimette matafioni, passanti e annodate attraverso la vela, che hanno la funzione di serrare la parte eccedente della vela a riduzione avvenuta. 4

5 Fiocco: a forma triangolare e costruito come la randa, ha anch esso le tre bugne con uguale nome; il lato prodiero, inferitura, può avere degli appositi ganci garrocci, per ingarrocciare il fiocco sullo strallo. Al punto di scotta si collegano con una gassa le scotte del fiocco per la regolazione dello stesso. Drizze: sulle barche non ci sono corde ma solo cime. Per alzare le vele si usano le drizze che sono presenti in numero pari alle vele in dotazione più una di scorta o rispetto. Prendono il nome dall impiego: drizza del fiocco, drizza della randa, drizza dello spinnaker ecc. Cima, sagola, borosa, sono solo alcuni nomi usati per identificare le corde in barca ma, soprattutto, il loro uso; una scotta non può essere la cima d ormeggio o una sagola. Una cima si ala o si fila Si dà volta a una galloccia Una scotta si cazza o si lasca Una drizza si ghindao si fila Una vela si issa si ammaina Una barca si arma o si disarma Coperta: è il nome che identifica la parte superiore dello scafo che sostiene tutta l attrezzatura o ferramenta della barca oltre all equipaggio. Rotaia: sulla quale scorre un carrello con passascotte regolabile. Winch: verricello più o meno grande, a una o più velocità; normalmente ne esistono almeno due per le scotte del fiocco. Le barche più attrezzate come quelle da regata, ne possono avere uno per drizza, per lo spinnaker ecc. Stopper: strozzacavo con leva, usato per liberare i verricelli dalle manovre in forza senza far perdere la tensione alla cima in forza. Windex: segnavento posizionato in testa d albero; è costituito da un asta metallica o altro materiale, a forma di freccia, montata su cuscinetti e ruotante sul piano orizzontale. La punta indica la direzione di provenienza del vento mentre la coda la direzione del vento. Su entrambi i lati della freccia, due aste, una a destra e l altra a sinistra, indicano l angolo di bolina. Parabordi: salsicciotti in materiale plastico, posti sulle fiancate della barca proteggono lo scafo dagli urti con altre imbarcazioni all ormeggio. TOP VELA TIZIANO NAVA 5

6 USO DEL TIMONE VENTO La posizione migliore per il timoniere è quella di essere seduto sopravento e impugnare la prolunga in modo tale che formi un angolo di circa 90 con la barra del timone. Orzare e Poggiare ZARE ARE USO DELLE SCOTTE VENTO VELA LASCATA SI CAZZA E SI GONFIA SI AVANZA 6

7 NOZIONI ELEMENTARI Vento: la direzione del vento deve essere un preciso punto di riferimento per il navigatore; si deve inoltre ricordare che tale direzione non è costante, di poco o di molto varia soprattutto in prossimità della costa, ostacoli, ecc. Per una valutazione più precisa fare attenzione ai segnavento in testa d albero o sulle sartie. Sopravento: è un concetto riferito al vento; tutto quanto viene investito dal vento per primo è sopravento a qualsiasi oggetto o altro colpito dal vento per secondo. Sottovento: l opposto di quanto sopra. Mura: antico nome marinaro, identifica normalmente le fiancate della barca. Murata di dritta indica la fiancata di destra dell imbarcazione. Lo stesso dicasi per la sinistra. Accostare: cambiare direzione; l atto di spostare la prua verso destra o verso sinistra con il timone. Orzare, andare all orza: muovere la barra del timone per dirigere la prua della barca verso la direzione da cui proviene il vento. Nelle scuole e solo per ragioni di praticità didattica e di sicurezza, si usa fissare il posto del timoniere sempre sopravento. Il resto dell equipaggio si sistemerà come più conveniente per mantenere la barca in assetto. Partendo da questa regola assoluta l allievo, seduto al timone, può trovare delle proprie regole mnemoniche per ricordare il movimento da imprimere al timone per orzare. Poggiare, andare alla poggia: l esatto opposto a quanto sopra cioè allontanare la prua della barca dalla direzione di provenienza del vento, oppure dirigere la prua della barca nella medesima direzione del vento. Rotta: mantenere la rotta significa dirigere l imbarcazione in una precisa direzione senza deviazioni. Cazzare: tesare, mettere in forza una cima; si riferisce alle scotte mai alle vele. Lascare: il contrario di cazzare; diminuire la tensione di una cima o di una scotta. Filare: fare scorrere una cima, un cavo, una catena. Mollare: lasciare scorrere velocemente. Angolo morto: zona compresa tra la bolina mure a dritta e la bolina mure a sinistra; se l imbarcazione mette la prua all interno di tale angolo, tende a fermarsi. Bordeggiare: seguire un percorso a zig zag cambiando mura con virate di prua se contro vento o con virate di poppa se in favore di vento. Barca ferma: posizione instabile, le vele sbattono. 7

8 Assetto La barca è progettata e costruita con un proprio equilibrio, la distribuzione dei pesi a bordo è quindi importante per il mantenimento di tale equilibrio. Contrariamente a quanto si pensa la barca va più veloce quando è dritta, pertanto, l equipaggio dovrà sistemarsi nella migliore posizione per raggiungere questo risultato in tutte le condizioni di vento. Equipaggio E molto importante che le persone imbarcate abbiano un preciso compito da svolgere durante la navigazione. Ciò consente una ordinata esecuzione delle varie manovre, senza sovrapposizioni di mansioni, evitando confusione ed errori che possono creare danni alla barca o peggio, alle persone. Timoniere A turno gli allievi si alterneranno alle varie manovre e, chi è al timone, è il Comandante. Deve quindi dare gli ordini necessari per eseguire le varie manovre previste dagli esercizi. Prodiere Uno o due addetti alle scotte del fiocco. Randista Addetto alla scotta di randa. Drizzista Addetto alle drizze. 8

9 I NODI Savoia Piano Gassa d amante Volta di bitta Parlato DOVE... 9

10 LE VELE Il genoa supera la randa. Il fiocco no! Tutti i bordi e gli angoli delle vele hanno un nome. Le parti del fiocco e della randa sono le stesse. 10

11 LE VELE Armamento, ovvero preparare la barca per la navigazione. Normalmente le vele sono piegate e raccolte in sacchi impermeabili con una scritta esterna indicante il tipo; sulle nostre barche vi sono: N. 1 Genoa - è il fiocco più grande va usato con venti leggeri o medi. N. 1 Fiocco - è un fiocco ridotto rispetto al Genoa e viene usato a partire da vento medio a forte. N. 1 Randa- con la possibilità di ridurre la tela con due mani di terzaroli. N. 1 Spinnaker- usato dal corso di perfezionamento e di regata. Le manovre nei porti devono essere fatte a motore per mancanza di spazio. La barca viene armata in porto senza alzare le vele per evitare urti, manovre azzardate e, soprattutto, inutili sbattimenti delle vele. Fissare il Ragno sotto il boma con gli elastici più lunghi a pruavia, serve per raccogliere la vela ordinatamente ripiegata sul boma. Randa, tolta dal sacco la si distende in coperta avendo cura di disporla con il punto di mura al piede dell albero e il punto di scotta all estremità del boma o varea. Si fissa il punto di mura sul boma con l apposito grillo poi il punto di scotta, se necessario aprire lo stopper con l indicazione tesa base per liberare il grillo da incocciare nella bugna. Facendo scorrere la balumina, inserire le stecche nelle apposite tasche. Fare attenzione alla numerazione delle stecche che indica la posizione e alla loro forma, se sono rastremate la parte più sottile si infila per prima nella tasca. Una freccia a pennarello aiuta l identificazione. Le tasche sono cucite dai Velai con diverse soluzioni, la più semplice prevede un bordo ripiegato a chiusura per impedire la fuori uscita della stecca per effetto del vento. Altre presentano una striscia di velcro per la ritenuta ed uno stroppetto per l estrazione; in questo caso è necessario un caricatore. Si tratta di una piccola stecca la quale, infilata in un incavo del velcro, spinge lo stesso nella tasca munita anch essa di velcro per la ritenuta, lo stroppetto deve essere lasciato all esterno. In qualsiasi caso accertarsi che le stecche siano ben inserite e ben trattenute. Ripiegare la vela sul boma a fisarmonica raccogliendo tutta l inferitura presso l albero e bloccare le pieghe con gli elastici. Sbloccare lo stopper della drizza di randa ed incocciare il grillo nel punto di drizza; inferire la tavoletta del punto di drizza nella canala dell albero e alzare 20/30 cm. di vela quindi richiudere lo stopper. Genoa,togliere la vela dal sacco e riporre il sacco sottocoperta. Disporre la vela con il punto di mura vicino allo strallo ed il punto di scotta su un lato della coperta. Incocciare il punto di mura del genoa alla mura con l apposito grillo o equivalente e quindi tutti i garrocci nello stesso senso. Aprire lo stopper della drizza del genoa per liberarla ed incocciare il punto di drizza; richiudere lo stopper. Scotte del genoa, preparare i due bozzelli passascotte sulle rotaie, con il perno nella stessa posizione; fare un nodo savoia su una scotta a circa un metro; prendere l altro capo e, passando per il passascotte e all esterno delle sartie, bloccarla con una gassa d amante sulla bugna di scotta del genoa. Eseguire la medesima operazione con la seconda scotta sull altro lato. Dovendo preparare il fiocco bisognerà cambiare la posizione dei bozzelli passascotte e passare le scotte all interno delle sartie. 11

12 COME SI ISSANO 12

13 COME SI PIEGANO 13

14 MOTORE Preparare il serbatoio della miscela, verificarne il pieno e collegare l alimentazione. Pompare per l afflusso, tirare con delicatezza la levetta dell aria mantenendola in posizione verticale quindi tirare la messa in moto. Chiudere l aria appena acceso e immergere il piede del motore con l apposita slitta. Attendere qualche minuto prima di lasciare la banchina. Disporre gli uomini per la manovra: un timoniere, un uomo agli ormeggi, gli altri sui bordi per eventuali interventi manuali. Uscire dal porto mantenendo la destra del canale e prestando attenzione alle altre imbarcazioni in movimento o no. Usciti dal porto togliere i parabordi e riporli nel gavone di poppa, dirigere l imbarcazione prua al vento per alzare la randa dopo aver tolto il ragno. Accertarsi che il vang sia allentato come pure il paranco della scotta di randa; quindi alzare la randa poi il genoa; la tensione della inferitura è in funzione della forza del vento, più è forte più è tesa. USO DEL TIMONE Il primo esercizio consiste nel prendere una rotta facile come il Traverso e mantenerla per un tratto sufficientemente lungo per adattarsi; proseguire spostando il timone alternativamente all orza e alla poggia quindi riprendere la rotta iniziale. Muovere il timone con decisione ma con movimenti graduali; non dare tutta barra perché la pala del timone è un freno. All inizio, per il timoniere, può essere di aiuto prendere un riferimento ben visibile a terra puntando lo strallo come un mirino sul punto scelto. Durante questo esercizio e mantenendo la rotta al traverso, provare la regolazione delle vele. Il fiocco che è la prima vela ad essere interessata dal vento è la prima ad essere regolata. Lascare il fiocco fino a farlo sbattere quindi cazzare gradualmente fino a distendere completamente la vela senza pieghe, la vela deve essere gonfiata dal vento. L errore più comune è quello di cazzare troppo la vela, in questo caso, il vento non produce la spinta massima, occorre lascare qualche centimetro fino alla comparsa di alcune piegoline sull inferitura quindi cazzare quel tanto che basta per togliere le piegoline comparse. E basilare che il timoniere mantenga la rotta permettendo, così al prodiere, di rendersi conto delle variazioni apportate. La regolazione del fiocco determina, in parte, anche il rendimento della randa. VENTO VENTO VENTO p 14

15 POSIZIONE DEL TIMONE E DELLE VELE VENTO Bolina Traverso Orzare Poggiare 15

16 ANDATURE Una barca a vela che si muove per effetto del vento, non può andare contro vento. E però possibile risalire il vento bordeggiando, cioè navigando il più vicino possibile alla direzione di provenienza del vento. Questa andatura prende il nome di bolina stretta e, per convenzione, la si identifica in un angolo di 45 gradi rispetto alla direzione del vento. Poggiando e lascando le vele la barca prende un altra direzione con un angolo maggiore, circa 60 gradi, chiamata bolina larga. Continuando a poggiare e, di conseguenza, lascando sempre di più le vele, la barca si troverà al traverso, il vento investirà lo scafo perpendicolarmente, cioè 90 gradi. Proseguendo nella poggiata e lascando le vele le nuove andature saranno il lasco 120 gradi, il gran lasco 160 gradi, la poppa 180 gradi, vale a dire la medesima direzione del vento. Per chiarire meglio il concetto delle andature, osservate la figura nella pagina a fianco. 1) Prua al vento, la barca non govena perché la barca si trova nel letto del vento. 2) Bolina stretta, é l andatura più vicina alla direzione da cui proviene il vento. Lascando un poco le vele e poggiando gradualmente, si allarga la bolina fino a raggiungere l andatura al traverso. 3) Traverso, il vento colpisce la barca a 90. Lascando le vele e poggiando si naviga al lasco. 4) Lasco, lascando le vele e poggiando si navigherà con andature sempre più lasche fino al gran lasco. 5) Gran lasco. 6) Poppa, il vento spinge esattamente alle nostre spalle: poggiando si stramba e il boma passa da una mura all'altra. Orzando e cazzando le vele, la barca si porterà al gran lasco. I nomi delle andature rimangono gli stessi cambiando mura. 16

17 VENTO MURA A DRITTA MURA A SINISTRA PRUA AL VENTO L O POPPA FARFALLA 17

18 Navigazione di bolina L andatura di bolina è quella più vicina alla direzione da cui proviene il vento come è possibile vedere nella figura delle andature, circa a 45 gradi dal vento. Per navigare di bolina con la barca già in movimento, occorre orzare gradualmente; la barca sposterà la prua verso il vento e le vele cominceranno a fileggiare, l allievo cazzerà il genoa fino ad eliminare il fileggiamento, altrettanto farà il randista fino ad avere entrambe le vele gonfie di vento. Per verificare di essere di bolina, il timoniere continuerà ad orzare dolcemente finché il genoa tesato al massimo, fileggerà. Significa che si sta entrando nell angolo morto ed il timoniere dovrà poggiare di quel tanto che basta per gonfiare completamente il genoa e regolare di conseguenza la randa. Nelle andature al vento e fino al lasco, un notevole aiuto al timoniere è dato dalla presenza dei segnavento del genoa come indicato nel disegno successivo. VENTO TOP VELA TIZIANO NAVA 18

19 Uso dei segnavento del genoa e del fiocco Per il timoniere La coppia centrale dei filetti segnavento è la più importante per il timoniere. Ecco spiegato il loro linguaggio e alcuni consigli per interpretarlo come fanno i grandi campioni: Entrambi i filetti oscillano parallelamente. Stiamo portando la barca alla massima potenza. Il filetto sopravento oscilla leggermente. Stiamo stringendo il vento in maniera ottimale. Probabilmente c è una perdita di velocità ma guadagniamo acqua al vento. Il filetto sopravento oscilla molto ed il fiocco tende a gonfiarsi dalla parte opposta. Stiamo stringendo il vento al limite. Questa è la rotta limite per ridurre la potenza del vento, ad esempio sotto raffica, prima di pensare di lascare la randa. Il filetto sottovento cade in verticale. In questa situazione rischiamo lo stallo del bordo di ingresso della vela. Questa posizione si può cercare per alcuni secondi, se si vuole potenza immediata, ad esempio quando si affronta un treno di onde e vogliamo essere veloci. Entrambi i filetti precipitano in verticale. Abbiamo poggiato troppo e la vela ha stallato. In questo caso il timoniere deve orzare per far riprendere velocità alla barca. La ripresa della velocità sarà più immediata se la vela viene lascata ed in seguito cazzata all'orzata del timoniere. 19

20 Navigazione al traverso Come si vede dallo schema delle andature, la barca al punto 3 naviga con il vento che colpisce la barca perpendicolarmente all asse longitudinale, cioè al suo traverso. In questa andatura quasi tutte le imbarcazioni danno la loro massima velocità, sempre che le vele siano regolate nel modo migliore e l equipaggio in assetto per l equilibrio della barca. Per ottenere questo risultato il timoniere dovrà mantenere la rotta, il prodiere ed il randista dovranno saggiare continuamente le vele per essere certi della loro regolazione. Le vele devono essere gonfie di vento e presentare una superficie distesa, senza pieghe e rifiuti, pertanto, si dovrà lascare qualche centimetro di scotta ed osservare i segnavento, se presenti, oppure l inferitura del genoa per vedere le piegoline del fileggiamento. Se vi sono le piegoline (rifiuto del vento), bisogna cazzare quel centimetro di scotta precedentemente lascato. Dopo il genoa, si regola la randa con lo stesso criterio. finché il timoniere mantiene la rotta al traverso, la regolazione delle vele necessita solo di qualche aggiustamento dovuto a piccoli scostamenti di rotta causati da onda o salti di vento. Navigazione al lasco Per passare dal punto 3 al punto 4, cioè dal traverso al lasco, occorre poggiare e poiché poggiando modifichiamo la rotta, dobbiamo riposizionare le vele lascando quanto basta come precedentemente indicato. Nelle andature dal lasco alla poppa i segnavento del genoa non saranno di facile lettura in quanto il vento passerà da flusso laminare a pressione portante creando ai segnavento dei movimenti scomposti. Navigazione al gran lasco Per navigare al gran lasco, cioè punto 5, come per l'andatura precedente, occorre poggiare e lascare le vele. Si può notare dal disegno che mentre nell'andatura di bolina le vele sono in centro barca, quindi molto cazzate, nelle andature più lasche anche le vele sono lasche, il boma esce dalla barca ed il genoa è molto aperto. Navigazione in poppa Continuando a poggiare si raggiunge l andatura di poppa (6), la randa è completamente lasca, il boma tutto fuori ed il genoa, coperto dalla randa, non porta. Siamo vicini all andatura a farfalla che è caratterizzata dalla posizione delle vele: la randa su una mura ed il genoa sull altra, entrambe gonfie di vento che viene dalle proprie spalle. 20

21 VIRATA DI PRUA Virare in prua significa cambiare le mura passando con la prua della barca nel letto del vento cioè contro vento. E evidente che per tutto il tempo necessario per effettuare questa manovra, il vento non spingerà la barca ma avrà un effetto frenante che si sommerà ad un uguale effetto dovuto alle onde. Sarà necessario avere la massima velocità possibile per poter percorrere, con il solo abbrivio, il tratto di acqua o settore di bordeggio. Prima di effettuare questa o altre manovre, controllare lo specchio di acqua nelle immediate vicinanze per evitare scontri non voluti. Per ridurre al minimo il tratto contro vento è necessario portarsi nell andatura di bolina stretta cioè l angolo più stretto al vento che possiamo fare, vele a segno, massima velocità. Il timoniere avverte l equipaggio ad alta voce: Timoniere pronti a virare Prodiere pronto (controlla che le scotte siano in chiaro) Timoniere viro 1) Dopo aver detto Viro, il timoniere porta la barra del timone all orza dolcemente ma con decisione. 2) La barca inizia a virare avvicinando la prua al vento, il fiocco fileggia; questo è il momento in cui il prodiere fila la scotta del fiocco liberando il verricello e si prepara a recuperare l altra scotta. Il timoniere, mantenendo la barra del timone nella medesima posizione si prepara a passare sulla nuova mura guardando a prua. L equipaggio, seguendo il movimento della barca, si sposterà nel modo più opportuno per mantenere il migliore assetto. 3) La barca, continuando nel suo abbrivio si porterà prua al vento, il fiocco, non tenuto, sbatterà a bandiera in centro barca, ugualmente la randa che non è stata lascata; il timone è mantenuto nella medesima posizione. 4) Il momento successivo la barca sarà sulle nuove mura cioè ha superato il letto del vento ma non ancora l angolo morto corrispondente ai 45 gradi dalla direzione del vento.il fiocco incomincia a gonfiarsi, è il momento in cui il prodiere velocemente cazza la scotta mettendola a segno. 5) Anche la randa si gonfia e, se non è stata lascata si troverà già a segno altrimenti il randista provvederà. Il timoniere riporta il timone al centro e la barca riprenderà la sua velocità di bolina sulle nuove mura. Errori: - non essere di bolina stretta - con vento forte, vele ridotte e mare formato si rischia di non virare. - non lascare il fiocco - o fiocco a collo, la barca viene frenata bruscamente (può essere una manovra d emergenza). - cazzare il fiocco in anticipo, idem. - barra al centro in ritardo - ci si trova al traverso o al lasco con le vele cazzate di bolina; la pressione del vento farà sbandare la barca sottovento. - uso del timone troppo brusco o troppo lento, la barca perde velocità. Esercizio: Dopo aver assegnato all equipaggio le singole manovre da eseguire, effettuare una serie di virate correggendone gli errori, dopo di che ruotare nei vari ruoli e riprendere le virate con un nuovo timoniere. 21

22 VIRATA DI PRUA VENTO

23 VIRATA DI POPPA Come per la virata in prua anche la virata in poppa è un cambiamento di rotta e, di conseguenza di mura ma, a differenza della prima, è la poppa che passa nel letto del vento in quanto navighiamo con il vento in poppa o al gran lasco. Questa virata può essere divisa in due tempi, il primo consiste in una poggiata da parte del timoniere lascando opportunamente le vele e portandosi in poppa piena; il secondo tempo prevede il passaggio del boma da una mura all altra strambata recuperando velocemente la scotta della randa e filandola non appena il boma ha superato il fil di ruota. (centro barca) Orzando e regolando le vele la barca prenderà una rotta di granlasco o come deciderà il timoniere sulle nuove mura. Poiché la manovra che può presentare delle difficoltà in caso di vento forte è il passaggio del boma, cioè la strambata, didatticamente si procede partendo in poppa con le vele a farfalla ed eseguendo una serie di strambate senza modificare la rotta. L esercizio evidenzia l importanza dei singoli movimenti delle vele e della barca nonché affina la sensibilità del timoniere al mantenimento della rotta in poppa piena con vele a farfalla e del prodiere nel mantenere il fiocco al vento. Andatura a farfalla: la randa è completamente lascata, il boma sfiora la sartia (per evitare colpi alle sartie, prima di iniziare l esercizio, è bene predisporre un nodo savoia sulla scotta di randa in modo che fermi il boma un centimetro prima della sartia). 1) La randa copre il fiocco il quale, dopo qualche secondo, non ricevendo più vento si affloscia. 2) Il prodiere molla la scotta di sottovento e cazza quella di sopravento favorendo il passaggio del fiocco sulle nuove mura. Se il timoniere è in fil di ruota le due vele saranno entrambe gonfie di vento una a dritta e l altra a sinistra. STRAMBATA Mantenendo questa posizione e rotta, il timoniere dà i comandi: Timoniere pronti a strambare Prodiere pronto Timoniere strambo 3) Il timoniere se ha la scotta della randa, si alza in piedi e, tenendo il timone tra le gambe, recupera velocemente la scotta facendo rientrare il boma in centro barca e filandola sulle nuove mura; la randa copre il fiocco che viene sventato ed il prodiere lo cazza a segno sulle nuove mura. Se è presente un randista la manovra verrà eseguita dal medesimo. 4) La manovra è ben eseguita quando il fiocco esce sulle nuove mura da solo o con un piccolo aiuto del prodiere e senza ausilio del timone. Errori: - Strambare senza essere in poppa piena, si straorza. - Strambare involontariamente, il boma passa violentemente. - Non filare la scotta, si straorza. 23

24 STRAMBATA A FARFALLA VENTO

25 VIRATA IN POPPA Da lasco mura a dritta a lasco mura a sinistra La manovra è identica a quella precedentemente descritta ma non prevede l andatura a farfalla, risulta quindi di esecuzione più rapida perché passa in una sola manovra da una mura all altra, strambando rapidamente al momento del passaggio in poppa piena e portando la prua al vento guadagnando l andatura di lasco sulle nuove mura. Rotta di lasco, vele a segno, il timoniere dà i comandi: Timoniere Pronti a strambare Prodiere Pronto Timoniere Strambo Il timoniere poggia e se ha la randa la lasca, si alza in piedi trattenendo la barra del timone tra le gambe e, con le due mani, recupera la randa filandola sulle nuove mura. Il prodiere fa passare il fiocco regolandolo a segno. Il timoniere rimette la barra del timone al centro a rotta raggiunta, lasco su nuove mura. Nel caso di poco vento, è possibile recuperare la scotta di randa usando tutto il mazzo tra i bozzelli mentre, se il vento è forte, per ridurre lo sforzo bisognerà utilizzare il paranco di randa ricordandosi di filare la scotta velocemente non appena passato il boma per evitare straorzate. Esercizio: Serie di strambate da lasco a lasco, ruotando l equipaggio fino al raggiungimento di una buona sicurezza nella manovra. Si può alternare l esercizio sulle boe bolinando a pettine e strambando oppure eseguendo degli otto tra due boe passandone una di bolina e l altra di poppa. Fare attenzione nel caso di acqua bassa presso le boe. VENTO 25

26 REGOLAZIONE DELLE VELE ALL AUMENTARE DEL VENTO Con l aumentare della forza del vento occorre aumentare la tensione delle manovre e delle vele. Genoa: deve essere ghindato in modo che l inferitura sia perfettamente tesa senza pieghe tra i garrocci mettendo in forza la drizza dopo aver lascato il fiocco. La base del fiocco dovrà essere smagrita arretrando il punto di scotta sulla rotaia. Ugualmente per la randa bisognerà tesare la drizza oppure tesare il cunningham. Idem per la base usando il tesa base dopo aver lascato la randa. Spostare il carrello del paranco di randa sottovento. Il vang in forza ed il paterazzo ben teso. Se, dopo avere messo in atto quanto sopra, lo sbandamento della barca continua ad essere eccessivo o non controllato dall equipaggio, bisognerà procedere alla riduzione del piano velico. ROTAIA ROTAIA 26

27 VENTO REALE - VENTO APPARENTE Il vento reale è il vento che possiamo vedere agire sugli alberi che ci stanno intorno o su noi stessi se siamo fermi o, sulla barca ormeggiata, guardando i segnavento predisposti. Il vento apparente è la risultante generata dal vento reale e dal vento di velocità di un determinato mezzo. Prendiamo come esempio la bicicletta: pedalando si acquista una certa velocità, si ha quindi la sensazione di un vento che ci investe dal davanti. Questo è il vento di velocità. Se pedaliamo in una giornata di vento, quindi in presenza di vento reale, a questo si aggiungerà il vento provocato dalla velocità della bicicletta. La forza del vento che ci investe sarà la somma dei due venti e la provenienza del vento che ci colpisce potrà essere diversa. In navigazione ci si riferisce sempre al vento apparente che è quello che sentiamo noi, sentono gli strumenti, sentono le vele. W = vento reale V = vento velocità VA = vento apparente 27

28 RIDUZIONE DEL PIANO VELICO Con l aumentare della forza del vento è necessario ridurre la superficie delle vele per diminuire la pressione del vento sulle stesse. Genoa - Questa è la vela di prua più grande. Quindi all aumentare del vento è necessario sostituirla con una più piccola. Normalmente, all acquisto della barca, vengono fornite su richiesta, una serie di vele e per ognuna di esse una descrizione tecnica fatta dal velaio, che indica una serie di dati riguardanti l uso della vela tipo peso/m. quadro, vento consigliato in nodi o m/sec. e altro. Identificato il fiocco da utilizzare si procede come segue: Andatura di bolina larga con lo scopo di facilitare la manovra del prodiere a prua. Timoniere Prodiere 1 Drizzista Prodiere 1 Drizzista Prodiere 1 Drizzista Prodiere 1 mantiene la rotta e, in qualità di comandante, dà gli ordini. si posiziona circa a metà genoa, afferra la base della vela, per evitare che cada in acqua, controlla e aiuta l ammainata. o prodiere 2, mette in chiaro la drizza del genoa, apre lo stopper quando il n.1 avvisa che è pronto, fila gradualmente la drizza permettendo al compagno di raccogliere il genoa in coperta. Può essere necessario lascare un po di scotta. libera la drizza incocciandola sul pulpito e sgarroccia il genoa, toglie il grillo del punto di mura, libera le scotte legandole tra loro per evitare che cadano in acqua e comunque averle a portata di mano; porta il genoa sotto coperta, sposta i carrelli del fiocco. passa il nuovo fiocco senza sacco. fissa il punto di mura e ingarroccia il nuovo fiocco, la drizza, le scotte. issa il fiocco quando il prodiere è pronto, regola la scotta per quanto necessario. rientra in pozzetto. 28

29 PRESA DI TERZAROLI Randa - tutte le imbarcazioni da crociera prevedono la possibilità di ridurre la superficie della randa in tre porzioni che prendono il nome di 1 A,2 A,3 A mano di terzaroli. La manovra consiste nell ammainare la randa fino ad incocciare la brancarella del nuovo punto di mura. Quindi fissare il nuovo punto di scotta, raccogliere la vela con i matafioni se predisposti, issare la randa. Se questa manovra viene fatta in porto prima di partire, l esecuzione non presenta difficoltà, si procede come segue. Dopo aver fissato il punto di mura, quello di scotta e messi in forza, fare scorrere l inferitura fino alla brancarella della prima mano di terzaroli ed incocciarla in uno dei ganci predisposti sul boma ai lati del punto di mura. Fare scorrere la balumina e passare la borosa della 1 A mano nella nuova bugna di scotta, mettere in forza. E necessario che il nuovo punto di scotta sia aderente al boma utilizzando, se non predisposto, una cimetta per bloccarlo. Dovendo prendere anche la 2 A mano si procede allo stesso modo usando il secondo gancio come punto di mura. Idem per la terza mano. Se la manovra deve essere fatta in navigazione a causa dell aumento della forza del vento, le operazioni sono le medesime ma occorre molta attenzione da parte dell equipaggio perché la barca sbandata e le onde potranno creare delle difficoltà. Lavorare in condizioni di massima sicurezza assegnando i vari compiti all equipaggio. Timoniere Drizzista Prodiere 1 Timoniere Drizzista Prodiere 2 Drizzista Drizzista Timoniere si porta in bolina e mantiene la rotta fino alla fine della manovra. apre lo stopper della borosa della 1 A mano. all estremità del boma, sopravento, passa la borosa nella nuova bugna e la blocca sul boma. lasca la randa. ammaina la randa fino alla nuova bugna di mura. sopravento all albero aiuta ad ammainare ed incoccia la mura. mette in forza la borosa della 1 mano e recupera la drizza di randa. issa la randa e la blocca. cazza la scotta a segno. Tutti gli uomini sopravento. Attenzione: con vento forte la base della randa deve essere ben tesata anche con le mani di terzaroli. La randa deve essere più magra possibile. TOP VELA TIZIANO NAVA 29

30 PRESA DI GAVITELLO In alcuni porti è possibile ormeggiare l imbarcazione ai gavitelli appositamente collocati dalla capitaneria del porto o da chi ne fa le veci. Il gavitello è costituito da un bicono di plastica bianco o arancione ancorato sul fondo per mezzo di una catena, ad un corpo morto, una cima detta barbetta, legata alla parte subacquea del gavitello con la quale ormeggiare la propria imbarcazione. La manovra si esegue portando la barca ferma, prua al vento, vele in centro barca, gavitello a portata di mezzo marinaio impugnato da un prodiere al pulpito di prua, a dritta o a sinistra come segue: Avvicinamento al gavitello per avere una precisa visione dello spazio di manovra, verifica della profondità dopo un controllo sulle carte nautiche, eventuali ostacoli, giri di vento ecc. Determinato il bordo più favorevole, il timoniere si avvicinerà al gavitello di bolina sventando il fiocco ed anche la randa per rallentare la velocità della barca. A due, tre lunghezze dal gavitello, orzerà per portare la prua al vento percorrendo l ultimo tratto contro vento per fermare la barca sul gavitello. La manovra è perfetta quando l imbarcazione è ferma, le vele sbattono in centro barca ed il gavitello è sotto il pulpito di prua. VE GAVITELLO D'ORMEGGI CORPO MORTO 30

31 CAPPA A VELA La cappa a vela fa parte delle manovre di sicurezza nella navigazione con cattivo tempo e, grazie alle sue caratteristiche, viene normalmente usata per qualsiasi intervento, di manutenzione o altro, che richieda la barca in una posizione sicura e sufficientemente tranquilla per poter effettuare i lavori o il riposo necessario. Si procede come per una virata di prua, non si lasca il fiocco e appena superato il letto del vento, si lasca completamente la randa, si porta la barra tutta all orza bloccandola in questa posizione. La barca, con un moto basculante, scarroccerà sottovento con una direzione inclinata verso la prua (circa 130 / 160 ). La manovra: Timoniere andatura di bolina. pronti alla virata in cappa. Prodiere pronto. Timoniere virata in cappa. barra all orza. Prodiere blocca il fiocco a collo. Timoniere superato il letto del vento lasca la randa. porta la barra all orza e la blocca. Errori lascare il fiocco come per una virata. non lascare la randa, si sbanda. non portare la barra all orza. mettersi in cappa sopravento alla costa. Virata in cappa VENTO

32 RECUPERO DELL UOMO A MARE Ad esclusione di casi straordinari o sbadataggini, se un uomo cade in mare durante la navigazione, questo avviene in condizioni difficili, vale a dire mare agitato, vento forte, di notte ecc. La prudenza obbliga, in mare aperto e soprattutto di notte, ad avere sempre almeno due persone in coperta, salvagente indossato, cintura di sicurezza oltre a quanto previsto dalle norme di navigazione. I tempi di sopravvivenza in acqua possono essere molto brevi specialmente nelle stagioni più fredde ed è quindi importantissimo procedere al recupero con la massima rapidità. Allarme Accorgendosi della caduta dell uomo in acqua chiamare tutto l equipaggio in coperta. Lanciare in mare il salvagente rigido con la sagola in chiaro, boetta luminosa e quant altro serva per segnalare il punto. Osservatore Un componente non perderà mai di vista l uomo dando indicazioni precise al timoniere della direzione con il metodo dell orologio. Timoniere Darà gli ordini necessari per invertire o modificare la rotta per avvicinarsi all uomo. Accostare l uomo a barca ferma per poterlo recuperare ammainando le vele se necessario. La manovra di accostamento può essere la cappa o come la presa di gavitello. Evitare nel modo più assoluto di tuffarsi in aiuto all uomo caduto, c'è il rischio sicuro di dover recuperare due uomini raddoppiando le difficoltà. VENTO 32

33 ORMEGGIO L argomento riguardante gli ormeggi è estremamente lungo e vario in quanto vi sono diversi modi per ormeggiare l imbarcazione che dipendono principalmente dal luogo dove ci si trova, nazione, porto, rada ecc. Si rimanda gli allievi interessati ad ampliare il capitolo ormeggio a documentarsi su manuali più completi tipo Il manuale dell allievo edizione della F.I.V. oppure Il Manuale dei Glenans. Le nostre barche sono ormeggiate in porto e le cime d ormeggio sono già predisposte nel seguente modo: Predisporre i parabordi sulle fiancate e nella parte più larga della barca controllandone l altezza. Prua - due cime, una a destra ed una a sinistra terminate con una gassa da incocciare sulla galloccia di prua (afforcatura) e passate per la bocca di rancio. Poppa - una cima, fissata in banchina e terminata con una gassa da incocciare sulla galloccia di poppa; una seconda cima anch essa fissata in banchina e terminata con gassa da incocciare nella galloccia di prua (spring). Le cime non devono lavorare sui candelieri ma libere seguendo il moto dell imbarcazione ormeggiata. Verificare che i parabordi lavorino a giusta altezza rispetto alla banchina. 33

34 REGOLE FONDAMENTALI DI NAVIGAZIONE Anche per la navigazione da diporto valgono le regole per la precedenza in mare prevista a termine di legge nella Sezione Il Condotta delle navi in vista l'una dall'altra. Gli articoli di questa sezione si applicano alle barche a vela. Art. 12) Navi a vela a ) Quando due navi a vela si stanno avvicinando l una all altra, cosi da correre il rischio di collisione. una di esse deve manovrare per lasciare libera la rotta all altra, nel modo seguente: i ) Quando ciascuna di esse prende il vento da lati diversi, la nave che ha il vento sulla sinistra deve lasciare libera la rotta all altra. ii ) Quando tutte e due le navi hanno il vento dallo stesso lato, la nave che è sopravento deve lasciare libera la rotta alla nave che è sottovento. iii ) Se una nave con il vento sulla sinistra vede una nave sopravento e non può stabilire con sicurezza se l altra nave ha il vento sulla sinistra o sulla dritta, deve manovrare in modo da lasciare libera la rotta all altra. b ) Ai fini del presente articolo si considera sopravento il lato opposto a quello in cui si trova il boma della randa. Semplificando il linguaggio legale: la barca con mura a dritta ha la precedenza su quella che ha le mura a sinistra. Navigando sulle stesse mura la barca sopravento lascerà libera la rotta alla barca sottovento. Quando una barca a vela supera un altra vela sullo stesso bordo e alla stessa andatura, e nessuna delle due è sopravento all altra, è la barca raggiunte che ha la precedenza mentre quella che la supera deve lasciare libera la rotta. In qualunque caso di rotte convergenti la barca che ha la precedenza deve rimanere in rotta finché non vi sia più pericolo di collisione. Se una barca a vela è dotata di motore ausiliario, è considerata a vela solo se propulsa dalla sola vela. Quando il motore è in moto, anche se le vele sono alzate, la barca deve seguire le norme del regolamento delle barche a motore. 1 traghetti e le navi da pesca con attrezzi fuori bordo, lenze o reti a strascico, non hanno facilità di manovra ed hanno quindi la precedenza sulle vele. Le regole di regata differiscono dalle vigenti norme del Regolamento per prevenire gli abbordi in mare, e si riferiscono soltanto a barche che regatano tra di loro e mentre sono impegnate in regata. Scopo del Regolamento è quello di evitare gli abbordi in mare, la sua osservanza con l aggiunta di un po' di buon senso e di cortesia, saranno di grande aiuto. TOP VELA TIZIANO NAVA 34

35 Note

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