PROVINCIA DI AREZZO Assessorato alle Politiche del Territorio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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1 PROVINCIA DI AREZZO Assessorato alle Politiche del Territorio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Relazione sulle attività di valutazione 1

2 RELAZIONE SINTETICA DI RIEPILOGO DELLE ATTIVITA DI VALUTAZIONE PREMESSA L art. 16 della L.R. 5/95 prevede che il Piano Territoriale di coordinamento stabilisca criteri e parametri per le valutazioni di compatibilità tra le varie forme e modalità di utilizzazione delle risorse essenziali del territorio. Già nella fase iniziale dell iter di formazione del P.T.C.P. è stato posto all esame dei partecipanti alla prima conferenza di programmazione, un documento specifico sulla funzione della valutazione e sulla articolazione del sistema delle valutazioni di cui alla L.R.T. 5/95 con particolare riferimento al ruolo di coordinamento ed indirizzo che compete alla Provincia attraverso la redazione del P.T.C.P. Tale documento, facente parte integrante della Relazione generale predisposta ai sensi del comma 3, art. 17 della L.R.T.n.5/95, oltre ad identificare la struttura complessiva del sistema di valutazione, contiene criteri generali e particolari rispetto ai quali orientare l attività di valutazione che sia la Provincia, per i propri Piani di settore, che i Comuni, per i propri PRG, dovranno svolgere correntemente per la coerente applicazione dei principi generali della L.R.T. 5/95. I criteri indicati nella relazione riguardano l individuazione e la definizione degli elementi fondanti della valutazione tra i quali: - le risorse essenziali del territorio e le relative condizioni d uso del territorio; - le azioni di trasformazione che dovranno essere valutate; - gli obiettivi che si intendono perseguire con le azioni di trasformazione; - le analisi, gli ambiti ed effetti dell azione di trasformazione. A seguito della prima conferenza di programmazione è stato predisposto il progetto preliminare di P.T.C.P. comprensivo di: - quadro conoscitivo sullo stato delle risorse essenziali del territorio; - parte propositiva rappresentata dalle carte tematiche di sintesi relative alle condizioni d uso delle risorse essenziali, alla applicazione della L.R. 64/95, alla valenza del P.T.C. di Piano urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici di cui alla L.431/85 ed al sistema delle infrastrutture e servizi; - norme contenenti, tra l altro, elementi di ulteriore approfondimento rispetto alla struttura delle valutazioni ex L.R. 5/95. 2

3 Il Progetto preliminare di P.T.C.P. è stato sottoposto all esame della seconda conferenza di programmazione svoltasi nel mese di novembre 1998 a cui ha partecipato, tra gli altri enti, la Regione Toscana Assessorato alle Politiche Territoriali ed Ambientali, la quale non ha sollevato, né in quella occasione né durante il periodo che ha preceduto l adozione, alcuna eccezione relativamente agli aspetti legati alle valutazioni. Successivamente all adozione, il P.T.C. è stato inviato alla Regione Toscana per la pronuncia di compatibilità dello stesso Piano provinciale alle prescrizioni degli atti di facenti parte del Quadro Regionale di Coordinamento Territoriale (Q.R.C.T.). Con deliberazione n. 921 del la Giunta Regionale si è pronunciata, ai sensi del comma 8 art.17 della L.R. 5/95, sulla compatibilità del P.T.C.P. rispetto agli atti regionali ritenendo che il P.T.C. di Arezzo presentasse i requisiti definiti dalla L.R.T. 5/95. Nella relazione dell Area Regionale Pianificazione del Territorio, allegata alla Del. G.R. n. 921/99 e facente parte integrante della stessa, si richiedono alcune modifiche del P.T.C.P. suggerite dai servizi regionali che hanno esaminato il Piano provinciale sotto diversi profili. Tra le altre considerazioni quella espressa dal Dipartimento regionale delle Politiche territoriali ed ambientali - Area Studi e Valutazioni di Pianificazione Strategica, riguarda gli elaborati contenuti nel P.T.C.P. relativi alla valutazione ed in particolare fa riferimento alla necessità di recepimento, nello stesso piano provinciale, dei contenuti delle Istruzioni Tecniche per la valutazione degli atti di programmazione e pianificazione territoriale degli Enti Locali ai sensi dell art.13 della L.R.T.n.5/95 approvate dalla Giunta Regionale con del. n del Tali istruzioni tecniche prevedono che il P.T.C. contenga una Relazione sulle attività di valutazione del P.T.C. come parte del progetto preliminare, relazione che la Provincia di Arezzo ha predisposto già per la prima Conferenza di programmazione ed è diventata parte integrante del progetto di Piano, sottoposto alla seconda Conferenza di programmazione, con specifici riferimenti all interno delle norme del P.T.C.P. In particolare nell allegato K alle Norme, costituente parte del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, sono state fornite indicazioni sul metodo di valutazione degli effetti sulle risorse essenziali del territorio prodotti dalle azioni di trasformazioni definite nello stesso allegato alle Norme. 3

4 Inoltre le informazioni raccolte circa lo stato delle risorse essenziali del territorio, sono state trasferite in carte tematiche facenti parte sia del quadro conoscitivo che della parte propositiva del P.T.C.P e che costituiscono precondizione per la valutazione da effettuare ed indirizzo normativo da specificare a livello comunale. Viste, quindi, le caratteristiche degli elaborati e dei contenuti del P.T.C.P. e considerato il livello di approfondimento fornito dalle Istruzioni Tecniche Regionali circa le tecniche di valutazione, le quali, come espresso in premessa alle stesse Istruzioni Tecniche hanno carattere sperimentale, si ritiene che il P.T.C. abbia esaurientemente corrisposto ai contenuti della L.R. 5/95 nonostante il fatto che il piano provinciale sia stato elaborato prima della entrata in vigore delle suddette istruzioni tecniche regionali. In particolare si ritiene che i risultati delle indagini svolte per la conoscenza dello stato delle risorse essenziali del territorio e gli obietti relativi all utilizzo e alla trasformazione individuati dal Piano provinciale relativamente alle stesse risorse, contengano in sé elementi di valutazione strategica. 4

5 RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEI PASSAGGI PROCEDURALI IMPIEGATI PER LA COSTRUZIONE DEGLI INDIRIZZI PER LE VALUTAZIONI CONTENUTI NEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE. PREMESSA 1. Le risorse analizzate dal P.T.C.P. sono: aria, acqua, suolo, ecosistemi della flora e della fauna, paesaggio, città e sistemi degli insediamenti, sistemi infrastrutturali. 2. Lo stato di ciascuna risorsa è stato indagato e documentato attraverso la costituzione di un quadro conoscitivo il quale contiene informazioni circa le condizioni di vulnerabilità o criticità della risorsa stessa. Tale quadro conoscitivo sarà costantemente aggiornamento attraverso l implementazione dei dati già a disposizione del Sistema Informativo Territoriale della Provincia. 3. Per ciascun sistema territoriale di riferimento sono stati individuati sia criteri generali che obiettivi specifici inerenti l uso delle risorse sopra citate. 4. Il P.T.C.P., infine, stabilisce, attraverso la normativa, le condizioni d uso delle risorse in funzione degli obiettivi e finalità generali individuati dal Piano Provinciale. La normativa si articola in: prescrizioni, direttive, indirizzi e indicazioni. L allegato K alle Norme del P.T.C.P. contiene, invece, gli elementi di riferimento per la costruzione di metodi di valutazione degli effetti prodotti sulle risorse essenziali del territorio dalle azioni di trasformazione individuate nello stesso Allegato. 5

6 Risorsa: ARIA QUADRO CONOSCITIVO CIRCA LO STATO DELLA RISORSA L indagine sullo stato qualitativo della risorsa aria ha preso in considerazione i due principali fenomeni che possono determinare condizioni di vulnerabilità della risorsa stessa: - inquinamento acustico; - inquinamento da emissioni in atmosfera. Riferimenti normativi assunti: L.447/95 D.P.C.M. 14/11/97 L.R.T. 89/98 D.Lvo 285/94 D.P.R.455/98 D.M. 11/12/96 Fonti: A.R.P.A.T. Provinciale METODO UTILIZZATO PER INDIVIDUARE CONDIZIONI DI CRITICITA O VULNERABILITA DELLA RISORSA Sono stati utilizzati quali indicatori dello stato della risorsa in funzione della rumorosità delle sorgenti individuate (infrastrutture stradali e ferroviarie, aree industriali, impianti a ciclo continuo): - Livello equivalente di rumore (LEQ) - Livelli statistici (Ln) al fine di pervenire ad una classificazione delle fonti di rumorosità. OBIETTIVI DELLA TUTELA E/O TRASFORMAZIONE Evidenziare eventuali esigenze di bonifica e valutare la compatibilità acustica delle classi individuate attraverso la zonizzazione del territorio da parte dei Comuni. 6

7 NORMATIVA DEL PIANO Ai fini della tutela della risorsa, le norme definiscono indirizzi ai Comuni per la localizzazione di zone produttive ed indicazione di criteri per la definizione della zonizzazione acustica. Risorsa: ACQUA QUADRO CONOSCITIVO CIRCA LO STATO DELLA RISORSA L indagine sullo stato qualitativo della risorsa acqua ha preso in considerazione due aspetti che possono essere caratterizzati da condizioni di vulnerabilità e/o criticità: - qualità delle acque superficiali e sotterranee; - uso compatibile in funzione della quantità. Riferimenti normativi assunti: L.319/76 D.P.R. 515/82 D.P.R.470/82 D.Lvo.130/92 Direttiva CEE 271/91 Fonti: A.R.P.A.T. Provinciale Campagne di rilevamento anni Carta della qualità biologica Carta della qualità chimico fisica METODO UTILIZZATO PER INDIVIDUARE CONDIZIONI DI CRITICITA O VULNERABILITA DELLA RISORSA Sono stati utilizzati quali indicatori di qualità della risorsa in funzione dell uso della risorsa stessa e del suo valore di ecosistema: - Indice Biotico Esteso - Livelli statistici (Ln) Per stabilire la qualità dei corsi d acqua, sono state individuate ed assegnate tre classi: Classe A Tratti o sistemi non inquinati Classe B Tratti o sistemi inquinati Classe C Tratti o sistemi nettamente o eccezionalmente inquinati, con stato di crisi 7

8 Relazionate alle classi di qualità in base al mappaggio biologico (I,II,II,IV,V) OBIETTIVI DELLA TUTELA E/O TRASFORMAZIONE Garantire la conservazione del patrimonio idrico per non pregiudicare la vivibilità dell ambiente, la conservazione della flora e la fauna, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici, la corretta gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee nonché opportuni interventi di risanamento. Garantire il mantenimento di una efficiente rete idraulica, irrigua ed idrica. NORMATIVA DEL PIANO Ai fini della tutela della risorsa, le norme definiscono indirizzi ai Comuni relativi a: incompatibilità di localizzazione di impianti ed infrastrutture ad alto rischio di inquinamento nelle zone risultate ad elevata vulnerabilità; condizioni per la localizzazione di attività e trasformazioni potenzialmente inquinanti nelle zone di elevata vulnerabilità; conformazione al Piano elaborato dall Autorità di Ambito. Risorsa: SUOLO (Difesa del suolo) QUADRO CONOSCITIVO CIRCA LO STATO DELLA RISORSA L indagine sullo stato qualitativo della risorsa suolo relativamente gli aspetti inerenti il rischio geomorfologico e il rischio idraulico. Riferimenti normativi assunti: L.183/89 ( Piano di Bacino del Fiume Arno, del Fiume Tevere e del Fiume Marecchia) D.C.R. 315/96 D.C.R.230/94 D.C.R.226/95 D.C.R. 94/85 Fonti: Autorità di Bacino Provincia di Arezzo Archivi Storici 8

9 METODO UTILIZZATO PER INDIVIDUARE CONDIZIONI DI CRITICITA O VULNERABILITA DELLA RISORSA Sono stati utilizzati quali indicatori di rischio e propensione al rischio idraulico: - passati eventi di piena relativi agli anni ; - situazioni geomorfologiche particolari ( basso geomorfologico) - presenza accertata, alle varie epoche storiche, di opere di difesa idraulica trasversali e longitudinali; che hanno permesso l individuazione di due tipi di pertinenza fluviale: - Aree esondate - Aree potenzialmente soggette ad esondazioni per caratteristiche morfologiche e/o presidiate da sistemi di arginature longitudinali e/o trasversali. Sono stati utilizzati come indicatori di rischio geomorfologico: - elementi che concorrono alla instabilità dedotti dalla Carta geomorfologica; - censimento e localizzazione dei fenomeni franosi attivi che hanno permesso l individuazione di 4 classi di pericolosità geomorfologica: - Pericolosità elevata - Pericolosità media - Pericolosità bassa - Pericolosità assente OBIETTIVI DELLA TUTELA E/O TRASFORMAZIONE Difendere il suolo e garantire la sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture attraverso interventi di conservazione, recupero, sistemazione del suolo atti a prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico ed i fenomeni alluvionali. NORMATIVA DEL PIANO Ai fini della tutela della risorsa, le norme definiscono indirizzi e direttive ai Comuni compresi nei vari sottobacini idrografici, nei quali è stato articolato il territorio provinciale, e relativi a: previsioni di interventi di sistemazioni idrauliche, idraulico-agrarie ed idraulico-forestali sui terreni pianeggianti, collinari e montani; localizzazioni di nuovi insediamenti in aree in sicurezza idraulica almeno per piene di ritorno duecentennale; salvaguardia e restituzione a funzionalità ai sistemi di arginature longitudinali e trasversali dei corsi d acqua. I contenuti dei Piani Strutturali dovranno risultare, inoltre, compatibili alle direttive del Piano provinciale relative a : rapporto tra svolgimento dell attività agricola e mantenimento o integrazione della rete scolante sia nelle aree pianeggianti che collinari con particolare riferimento all impiego di sistemazioni agrarie idonee a prevenire fenomeni di ristagno e aumentare i tempi di corrivazione; 9

10 tutela di tutte le opre idrauliche e manufatti anche nel caso in cui abbiano perso efficacia sotto l aspetto idraulico. Risorsa: ECOSISTEMI DELLA FLORA E DELLA FAUNA QUADRO CONOSCITIVO CIRCA LO STATO DELLA RISORSA L indagine sullo stato qualitativo della risorsa ecosistemi della flora e della fauna, ha preso in considerazione 36 aree corrispondenti a quelle oggetto di studio per la redazione della Carta del rispetto della Natura, quelle individuate nel Progetto Bioitaly e Aree umide di interesse naturalistico aventi indice di naturalità superiore a 40. Riferimenti normativi assunti: L.R.T.n.82/82 L.R.T.n.49/95 L.394/91 Direttva 92/43/CEE Direttva 91/244/CEE Fonti: Provincia di Arezzo Regione Toscana METODO UTILIZZATO PER INDIVIDUARE CONDIZIONI DI CRITICITA O VULNERABILITA DELLA RISORSA Sono stati utilizzati, per l individuazione e la determinazione dello stato della risorsa, i seguenti indicatori analitici: - descrizione dell uso del suolo, degli habitat presenti, delle dinamiche evolutive degli habitat, individuazione dei siti puntuali; - conoscenze di natura bibliografica; - lista di attenzione delle specie animali e vegetali di particolare rilevanza; - inventario delle Aree Umide (specchi d acqua e aree con vegetazione igrofila) al fine di individuare 17 siti di prevalente interesse floristico-vegetazionale, 18 siti di prevalente importanza faunistica e 1 sito di importanza geomorfologica. OBIETTIVI DELLA TUTELA E/O TRASFORMAZIONE 10

11 Conservazione degli ecosistemi intesa come salvaguardia, tutela e difesa delle risorse naturali nel loro complesso con particolare riferimento alla biodiversità; promozione di interventi di miglioramento ambientale finalizzati alla ricostruzione di equilibri ecologici; compatibilità delle attività anche produttive con gli obiettivi di tutela. NORMATIVA DEL PIANO Ai fini della tutela della risorsa, le norme definiscono indirizzi ed indicazioni ai Comuni relativi a: incompatibilità di localizzazione di nuove edificazioni ed infrastrutture; condizioni per la realizzazione di interventi sugli assetti vegetazionali esistenti anche attraverso piani agricoloambientali, tagli colturali e piani di utilizzazione; condizioni di salvaguardia integrale delle specie vegetali ed animali appartenenti alla liste di attenzione definite all interno della Carta del rispetto della Natura. Risorsa: PAESAGGIO QUADRO CONOSCITIVO CIRCA LO STATO DELLA RISORSA L indagine sullo stato qualitativo della risorsa costituita dal paesaggio e dai documenti della cultura materiale, ha assunto quale concezione di paesaggio non quella meramente estetico-percettiva ma quella di spazio materiale costruito, valore economico e valore sociale di identità collettiva. Riferimenti normativi assunti: L.431/85 D.C.R.296/88 L.R.T.64/95 Fonti: Provincia di Arezzo Regione Toscana METODO UTILIZZATO PER INDIVIDUARE CONDIZIONI DI CRITICITA O VULNERABILITA DELLA RISORSA Sono stati utilizzati, per l individuazione e la determinazione dello stato della risorsa, i seguenti indicatori analitici: - sistemazioni idraulico agrarie( terrazzamenti, ciglionamenti ecc) - uso del suolo; - sistema della rete scolante; - viabilità campestre; - piante arboree non colturali e siepi vive; 11

12 - forma e dimensione dei campi; al fine di individuare tre forme significative di tessitura agraria (indicatore sintetico) : maglia fitta, maglia media, maglia rada corrispondenti ad indicatori di trasformazione verso una capacità decrescente di difesa del suolo e regimazione delle acque, una diminuzione di riconoscibilità del paesaggio; un impoverimento della biodiversità. Sono stati, inoltre, individuati, sulla base dei caratteri fisiografici del territorio, delle colture prevalenti, delle forme di appoderamento storiche, delle specifiche sistemazioni agrarie, 11 Tipi di Paesaggio rispetto ai quali è stato articolato l intero territorio provinciale. OBIETTIVI DELLA TUTELA E/O TRASFORMAZIONE Mantenimento dei caratteri peculiari dei tipi di paesaggio quali elementi di identità culturale, di difesa del suolo e condizione della biodiversità. Ricostituzione della maglia agraria nell ambito degli interventi agronomici. NORMATIVA DEL PIANO Ai fini della tutela della risorsa, le norme definiscono direttive ai Comuni relativi a: incompatibilità di localizzazione di nuove edificazioni ed infrastrutture; condizioni per la realizzazione di interventi sugli assetti vegetazionali esistenti anche attraverso piani agricolo-ambientali e piani di utilizzazione. Risorsa: CITTA E SISTEMI DEGLI INSEDIAMENTI QUADRO CONOSCITIVO CIRCA LO STATO DELLA RISORSA L indagine sullo stato qualitativo della risorsa evidenziando i processi degenerativi della struttura urbana storicamente consolidata e il permanere di una fittissima serie di micropolarità di matrice storica quale componente della qualità paesistica e della struttura territoriale riconoscibile. Riferimenti normativi assunti: L.431/85 D.C.R.296/88 Fonti: Provincia di Arezzo 12

13 METODO UTILIZZATO PER INDIVIDUARE CONDIZIONI DI CRITICITA O VULNERABILITA DELLA RISORSA Sono stati utilizzati, per l individuazione e la determinazione dello stato della risorsa, i seguenti indicatori analitici: - dotazione di servizi; - periodizzazione dell edificato; - limiti morfologici del contesto; - tipo urbano; al fine di individuare le forme significative caratterizzanti il sistema insediativo imperniato in: aggregati storici ville e giardini edifici specialistici strutture urbane e le relative aree di pertinenza intese come ambito omogeneo entro il quale si stabiliscono relazioni specifiche sia di carattere percettivo che morfologico e strutturale. Gli indicatori sintetici dello stato di tale risorsa sono rappresentati dal giudizio di valore attribuito a tre parametri che definiscono l area di pertinenza: valore intrinseco dell aggregato, valore paesistico dell area stessa e stato di alterazione del tessuto edilizio. OBIETTIVI DELLA TUTELA E/O TRASFORMAZIONE Mantenimento della unità d ambito delle aree di pertinenza degli aggregati, delle ville, degli edifici specialistici, delle strutture urbane nelle sue caratteristiche e come valore percettivo. Integrare i centri antichi con i contesti insediativi circostanti in modo da tendere ad un riequilibrio a scala territoriale. Stabilire delle priorità di crescita rispetto alle strutture urbane dotate di servizi di base, ridurre il consumo di suolo, non incrementare la necessità di mobilità. NORMATIVA DEL PIANO Ai fini della tutela della risorsa, le norme definiscono direttive ai Comuni relativi a: incompatibilità di localizzazione di nuove edificazioni nelle aree di tutela paesistica individuate; condizioni per la realizzazione di interventi sugli assetti urbanistici esistenti evitando la formazione di sistemi lineari; condizioni per la individuazione prioritaria tra le strutture urbane per individuare nuove crescite. 13

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