IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Avv. Massimiliano Silvetti Avv. Michele Maccarone Prof. Avv. Marco Marinaro Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 06/12/2012 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO In data 16 febbraio 2001 i ricorrenti sottoscrivevano n. 7 Buoni Postali Fruttiferi serie AF dei quali n. 5 dell importo di ,00 cadauno, n. 1 da ,00 e n. 1 da ,00. Sul retro di tali Buoni, ad eccezione di quello da ,00, era stampigliata l indicazione delle seguenti condizioni: l importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni. Trascorso il termine di 9 anni e 6 mesi, e quindi dopo il 17 settembre 2010, i ricorrenti si recavano presso l agenzia dell intermediario che aveva emesso i Buoni, chiedendo la liquidazione del doppio dell importo in somma capitale su di essi riportato, e quindi la somma complessiva di ,00 pari ad ,28. In quella sede, l intermediario rifiutava però di liquidare le somme come richieste dai ricorrenti, asserendo che la serie dei predetti Buoni non corrispondeva in realtà a quella stampigliata sugli stessi. Pag. 2/7

2 In data 28 settembre 2010, i ricorrenti inviavano richiesta scritta di liquidazione dei titoli all intermediario, il quale ribadiva quanto già affermato in ordine alla classificazione dei titoli; da tale circostanza avrebbe dovuto pertanto inferirsi, secondo la banca, che il rendimento era diverso da quello previsto sul retro dei Buoni. Con raccomandata del 2 maggio 2011, i ricorrenti presentavano, infruttuosamente, una terza richiesta di liquidazione delle somme maturate al settembre Alla luce dell infruttuosità delle loro precedenti richieste, i ricorrenti adiscono l Arbitro Bancario Finanziario con atto depositato in data 6 aprile Dispiegando l azione dinanzi al Collegio, essi chiedono che sia accertato il loro diritto alla liquidazione della somma calcolata alle condizioni indicate sul retro dei titoli (come venne loro prospettato al momento della emissione dei titoli stessi), ovvero al doppio del valore nominale dei Buoni, per un importo pari a ,00 ( ,27), oltre agli interessi legali dalla richiesta al giorno dell effettivo pagamento. Nel costituirsi in giudizio, l intermediario solleva una duplice preliminare eccezione relativa all ammissibilità del ricorso: a) in primis, la banca eccepisce l incompetenza ratione temporis dell Arbitro Bancario Finanziario, in quanto il ricorso sarebbe relativo ad operazioni o comportamenti risalenti ad epoca largamente anteriore al 1 gennaio 2007; b) in secondo luogo, parte ricorrente eccepisce l incompetenza dell Arbitro Bancario Finanziario a dirimere la controversia in quanto concernente la materia del risparmio postale. A tal proposito, l intermediario ribadisce che i titoli della specie sono mezzi della raccolta del risparmio postale che viene effettuata dall intermediario per conto della Cassa Depositi e Prestiti e che la materia è interamente disciplinata da norme di carattere speciale. Dal punto di vista soggettivo, tali mezzi di raccolta del risparmio sono emessi da un soggetto terzo (Cassa Depositi e Prestiti s.p.a.) mentre l attività che parte resistente svolge presso il pubblico sarebbe un attività di mero collocamento; sotto il profilo oggettivo, i Buoni postali rivestono la qualifica di prodotti finanziari. Da tali considerazione l intermediario desume quindi l inammissibilità del ricorso atteso che dalla cognizione dell Arbitro Bancario Finanziario sono normativamente escluse le controversie attinenti ai servizi e alle attività di investimento, che hanno appunto ad oggetto prodotti finanziari, e alle altre fattispecie non assoggettate al titolo VI del TUB, ai sensi dell art. 23, 4 comma, D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, secondo cui le disposizioni del titolo VI, capo I, del TUB non si applicano, tra l altro, al collocamento di prodotti finanziari. Pag. 3/7

3 Nel merito, parte resistente afferma che i Buoni sottoscritti in data 16 febbraio 2001 dai ricorrenti appartengono a tutti gli effetti alla tipologia a termine contraddistinta dalla sigla alfanumerica AAl. Tale serie è stata istituita con apposito D.M. Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica del 19 dicembre In virtù di quanto previsto all art 18 del citato D.M., i Buoni appartenenti a tale serie, in vigore dal 28 dicembre 2000 al 13 aprile 2001, sono liquidati in linea capitale e interessi, al termine del sesto anno successivo a quello di emissione. Alla scadenza del sesto anno è riconosciuto all avente diritto, unitamente al capitale, un interesse lordo pari al 35% del capitale sottoscritto. L art. 6 dell anzidetto D.M. dispone che l intermediario esponga nei propri locali aperti al pubblico un avviso sulle condizioni praticate, la descrizione dettagliata delle caratteristiche e dei rendimenti previsti per la serie di Buoni vigente al momento della sottoscrizione. Dalla data di entrata in vigore del D.M. 19 dicembre 2000, i rendimenti dei Buoni non sono più riportati sui titoli ma sui fogli informativi che vengono consegnati ai sottoscrittori al momento del rilascio dei titoli. Pertanto, appare del tutto irrilevante la presenza sul retro di n. 6 dei Buoni Postali Fruttiferi oggetto del ricorso del timbro indicante l appartenenza alla serie AF, in quanto tali Buoni potevano essere sottoscritti solo fino al 30 giugno 1996 e di conseguenza la loro sottoscrizione in data 16 febbraio 2001 non era più consentita. Peraltro, i rendimenti indicati a tergo dei buoni erano nel febbraio 2001 del tutto irragionevoli e fuori mercato. Quanto al settimo Buono di , privo di qualsiasi indicazione, non può che farsi riferimento ai rendimenti vigenti al momento dell emissione. Alla luce di quanto precede, l intermediario chiede il rigetto del ricorso. DIRITTO 1. La questione su cui verte il ricorso attiene alla liquidazione degli interessi di n. 7 Buoni Postali Fruttiferi in modo difforme rispetto a quanto stabilito dalla tabella posta sul retro di alcuni di essi. 2. Si devono innanzi tutto affrontare le due eccezioni preliminari sollevate dall intermediario. L eccezione di incompetenza ratione temporis dell Arbitro Bancario Finanziario è infondata. Sebbene in base alle Disposizioni sulla risoluzione delle controversie sottoposte alla cognizione dell Arbitro emanate dalla Banca d Italia il 18 giugno 2009, non possono essere sottoposte all ABF controversie relative ad operazioni o comportamenti anteriori al Pag. 4/7

4 1 gennaio 2007 (Sez. I, 4), è orientamento consolidato del Collegio quello secondo cui il discrimen temporale di cui sopra non impedisca di pronunciarsi su comportamenti e rapporti che, sebbene iniziati o instaurati anteriormente al 1 gennaio 2007, tuttora perdurano o comunque hanno avuto un periodo di vigenza ed hanno perciò prodotto effetti giuridici successivamente al 1 gennaio 2007 (cfr. Collegio di Roma, decisione n. 493/2012). Nel caso in esame, del resto, oggetto della domanda è la determinazione dell importo che i ricorrenti possono pretendere per effetto della scadenza dei Buoni e quindi il comportamento a cui l intermediario è tenuto all atto dell estinzione dei titoli che si colloca in epoca successiva alla data del 1 gennaio Quanto alla eccezione di incompetenza per materia fondata sull assunto che, per le caratteristiche dei Buoni e l attività che caratterizza la loro sottoscrizione, la controversia atterrebbe alla disciplina dei servizi di investimento e comunque delle altre fattispecie non assoggettate al Titolo VI del TUB occorre rilevare che, nonostante i titoli della specie siano qualificati prodotti finanziari dalla normativa speciale di riferimento (v., in particolare, art. 4, 1 comma 1, D.M. 6 ottobre 2004), essi non siano tali alla stregua della disciplina recata dal D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico della Finanza) che, all art. 1, 1 comma, lett. u), esclude dalla nozione di prodotto finanziario rilevante ai fini della disciplina dei servizi di investimento i depositi postali non rappresentati da strumenti finanziari. La categoria degli strumenti finanziari, a sua volta, sulla base della definizione che ne dà il 2 comma della norma appena richiamata, non comprende i Buoni Fruttiferi Postali. Corollario di tale qualificazione è la non riferibilità ai titoli della specie dell art. 23, 4 comma, dello stesso Testo Unico della Finanza, che rende inapplicabili le disposizioni del Titolo VI del TUB al collocamento dei prodotti finanziari nella accezione però che tali prodotti assumono nell ambito della disciplina dei servizi di investimento. La questione, d altra parte, trova esplicita soluzione nella normativa riguardante il funzionamento dell Arbitro Bancario Finanziario (Delibera CICR n. 275 del 28 luglio 2008 e Disposizioni della Banca d Italia del 18 giugno 2009 e successive modificazioni) ove viene specificato che nel novero degli intermediari assoggettati alla disciplina dell Arbitro è inclusa Poste Italiane s.p.a. in relazione all attività di Banco Posta, attività di cui fa parte, in base al regolamento recante norme sui servizi di bancoposta (D.P.R. 14 marzo 2001, n. 144), la raccolta di fondi attraverso [ ] buoni postali fruttiferi. Anche questa seconda eccezione risulta pertanto priva di fondamento. Pag. 5/7

5 3. Venendo quindi al merito del ricorso, il Collegio non può che ribadire, come in altre decisioni riguardanti analoghe fattispecie (cfr. Collegio di Roma, decisioni n. 1846/2011 e 509/2012), che le indicazioni contenute nel titolo possano aver indotto i ricorrenti ad un legittimo affidamento sulla minor durata del titolo e sull applicazione di un tasso di interesse maggiore di quello ritenuto applicabile dall intermediario e che tale affidamento meriti di essere salvaguardato. In tal senso si è espressa anche la Suprema Corte che, in tema di tutela dell affidamento del cliente, ha statuito che pur configurandosi i buoni postali fruttiferi come documenti di legittimazione e non come titoli di credito, la corresponsione degli interessi va effettuata secondo quanto indicato per iscritto in detti buoni, nonostante che il relativo regime fosse stato previamente mutato da un decreto ministeriale non menzionato nei relativi documenti: ed invero, nella vigenza della disciplina dettata dal codice postale, le diciture che figuravano sui buoni postali fruttiferi consegnati ai sottoscrittori, con cui veniva specificato il regime degli interessi, dovevano ritenersi prevalenti sulle determinazioni difformi contenute in un decreto ministeriale precedente alla loro emanazione. (Cass., Sez. un., , n ). In virtù di tali principi, il Collegio stabilisce che l intermediario rimborsi i n. 5 Buoni Postali Fruttiferi da ,00 cadauno e il Buono da ,00 in conformità alle condizioni riportate sul retro dei titoli, maggiorando gli importi relativi degli interessi legali dalla data del reclamo (28 settembre 2010) alla data di effettivo pagamento. 4. Diversamente deve invece statuirsi relativamente al Buono di , privo di qualsiasi indicazione. Come correttamente eccepito dall intermediario, per il rimborso di tale Buono non può che farsi riferimento ai rendimenti vigenti al momento dell emissione. 5. In considerazione di quanto precede, il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che l intermediario rimborsi ai ricorrenti i n. 5 Buoni Postali Fruttiferi dell importo di ,00 cadauno ed il sesto Buono da ,00, alle condizioni indicate sul retro degli stessi Buoni, oltre agli interessi legali dal 28 settembre 2010 alla data di effettivo pagamento. Il rimborso del Buono di dovrà invece avvenire in base ai rendimenti vigenti al momento della sua emissione. Pag. 6/7

6 P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7