Come già anticipato nella seconda lezione, il modello di Black-Scholes descrive la dinamica di uno stock = +

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Come già anticipato nella seconda lezione, il modello di Black-Scholes descrive la dinamica di uno stock = +"

Transcript

1 Il Modello di Black-Scholes La scorsa lezione abbiamo introdotto gli strumenti derivati e abbiamo imparato una semplice strategia l albero binomiale per ottenerne il prezzo. Discutendo i pregi e i difetti di questa strategia si è puntualizzato come il metodo proposto risulti molto veloce ma spesso estremamente grossolano come è lecito aspettarsi da un procedimento per approssimazione quale il binomial tree. La matematica finanziaria ha sviluppato negli ultimi 30 anni una teoria completa (o quasi) per ottenere il prezzo della quasi totalità dei titoli derivati scambiati: il mattone sul quale tutto questo complesso teorico è stato costruito è il modello proposto nel 1970 da Fischer Black e Myron Scholes il cosiddetto modello di Black e Scholes che valse ai due autori il Premio Nobel per l economia nel In queste pagine cercheremo di descrivere il suddetto modello e le sue caratteristiche. Rendimenti logaritmici Come già anticipato nella seconda lezione il modello di Black-Scholes descrive la dinamica di uno stock ( ) tramite un equazione differenziale stocastica: = + In sostanza il modello di Black Scholes descrive le variazioni percentuali del prezzo di uno stock in un intervallo di tempo come la somma di due contributi: Un contributo deterministico pari ad un termine costante moltiplicato per l intervallo di tempo in questione; Un contributo stocastico pari ad una costante per l incremento tra e + di un moto browniano. Questa descrizione cattura le seguenti caratteristiche empiriche degli stock prices: I rendimenti percentuali tra periodi successivi sono indipendenti Il processo ( ) è di Markov: il prezzo dello stock domani dipende unicamente dal livello dello stock oggi non dalla evoluzione del prezzo dello stock nel passato; La volatilità dei rendimenti percentuali non dipende dal livello dello stock; Consideriamo ora un contratto derivato scritto sullo stock : dal momento che il valore di un derivato ad ogni tempo è determinato dall andamento dell asset sottostante descriveremo tale strumento tramite una funzione a due variabili R R ( ) ( ) 1 In realtà Fischer Black morì due anni prima nel 1995 e quindi non ricevette mai il premio.

2 Ad esempio nel caso di un opzione call con maturity e strike avremo ( ) = ( ) Sia quindi ( ) il valore del derivato ad oggi (ricordiamo che che è un valore noto). Vogliamo trovare un metodo per ottenere tale prezzo. Un metodo che potrebbe essere impiegato consiste nello scrivere un equazione differenziale stocastica per e poi risolverla verificando esistenza / unicità di soluzioni. Cominciamo allora a applicare la formula di Ito alla funzione ottenendo = ( ) + ( ) ( ) ( ) Sostituendo il valore di otteniamo = ( ) + ( ) ( ) + ( ) Imitando la costruzione proposta nella scorsa lezione consideriamo un portafoglio Π composto al tempo dai seguenti asset: Una posizione short sul derivato; Una posizione long su ( ) di azioni Π = ( ) + ( ) Vogliamo ora calcolare la variazione di valore del portafoglio: applichiamo quindi nuovamente Ito su Π ottenendo: = + ( ) = ( ) + ( ) ( ) ( ) + + ( ) ( + ) = = ( ) 1 2 ( ) Notiamo subito che il differenziale stocastico è privo del termine nel moto browniano. Questo significa che tale quantità è deterministica: qualsiasi evento accada la variazione di valore del portafoglio in un istante infinitesimo è sempre la stessa. Pertanto la rischiosità del portafoglio è pari a zero: il detentore di Π al tempo sa esattamente quale sarà la il nuovo valore del portafogli al tempo +.

3 Chiediamoci allora: esiste un modo alternativo per esprimere la suddetta variazione? La risposta deriva immediatamente dall applicazione del principio di non arbitraggio:se il valore del portafogli al tempo è pari a Π e se la variazione di valore tra e + è deterministica allora il nuovo valore in + è il valore capitalizzato di Π al tempo +. Quindi la variazione risulta anche pari a = Il perché di questo fatto è semplice: per definizione un asset che paga un importo fissato in tutti gli stati del mondo è risk-free e il tasso di interesse è la misura dell apprezzamento percentuale annuo per tali asset. Uguagliando le due espressioni per la variazione di valore del portafogli otteniamo: ( ) 1 2 ( ) = ( ) + ( ) Ricordando il significato integrale di questa espressione è facile vedere che ciò implica ( ) ( ) + ( ) = ( ) L equazione differenziale che abbiamo ottenuto è detta equazione di Black Scholes ed è indubbiamente lo strumento più potente di cui possiamo disporre per il pricing di un derivato. Infatti non abbiamo messo limitazioni riguardo ad ma ci siamo limitati a supporre che il valore di dipendesse dallo stock sottostante. L equazione di Black Scholes descrive quindi la dinamica di un qualsiasi derivato non è un metodo ad hoc per una specifica classe di contratti. Viceversa ogni derivato deve soddisfare tale equazione. Inoltre la derivazione stessa dell equazione di Black Scholes impone che il prezzo finale ( ) sia quel valore che garantisce l assenza di possibilità di arbitraggio: nel procedimento sopra il derivato è stato replicato da un portafoglio riskless e si è imposto che il rendimento di tale portafoglio fosse pari al tasso di interesse corrente. Quindi ogni soluzione dell equazione di Black Scholes rappresenta il prezzo arbitrage free del corrispondente contratto. E opportuno infine ricordare che l equazione di Black Scholes è stata derivata fondandosi su alcune assunzioni: 1. La dinamica dell azione sottostante è descritta da = + ; 2. E possibile fare short selling (vedi lezione 3) 3. Non ci sono costi di transazioni e tutti i titoli commerciati sono infinitamente divisibili; 4. L azione sottostante non paga dividendi; 5. Lo scambio di titoli avviene in modo continuo; 6. Non esistono possibilità di arbitraggio; 7. Il tasso di interesse è unico per tutte le scadenze e costante nel tempo Alcune delle ipotesi di sopra possono comunque essere rilassate (come la 4) mentre altre (come la 6 e 7) sono fondamentali.

4 Si è detto che l equazione di Black Scholes vale per tutti i contratti finanziari il cui valore dipende da uno stock sottostante ossia tutti i derivati. A seconda delle condizioni al contorno che vengono imposte le soluzioni forniscono il valore (prezzo) dei derivati in analisi. Il setting delle condizioni al contorno è abbastanza delicato: sappiamo dalla teoria delle PDE che le boundary conditions condizionano esistenza e unicità delle equazioni differenziali. Senza entrare nel dettaglio tecnico cerchiamo di procedere per analogia utilizzando come paragone un altra equazione differenziale dotate delle stesse caratteristiche di BS. L equazione di Black Scholes è una PDE parabolica lineare e la classica PDE parabolica è l equazione del calore: = Per tale equazione si limita solitamente l analisi all insieme ( ) R 2 ( ) [0+ ] [0 ] In altre parole la dimensione spaziale è finita e si considerano solo tempi positivi (si immagini ad esempio di voler descrivere la dinamica del calore all interno di una sbarra collocata in 0 e lunga ). Si procede quindi assegnando una configurazione iniziale di calore alla sbarra ossia (0 ) = ( ) [0 ] Infine si suppone che la temperatura agli estremi della sbarra sia ad esempio mantenuta costante nel tempo ( 0) = ( ) =0 [0+ ] Quali condizioni al contorno possiamo utilizzare per descrivere ad esempio la dinamica di una opzione call? Prima di tutto è bene definire il dominio di soluzione: nel caso dell equazione di Black Scholes sia i prezzi dello stock sia la variabile temporale possono assumere solo valori positivi. Quindi il dominio sarà: ( ) R 2 ( ) [0 ] [0+ ] Per identificare univocamente il nostro contratto derivato imporremo anche la condizione seguente: ( ) = ( ) Imitando quanto descritto per l equazione del calore introduciamo anche due condizioni relative al valore del derivato nel caso di valori estremi per lo stock ossia 0 e + : ( 0) =0 [0+ ] lim ( ) =+ [0+ ] La prima condizione segue dall osservare che nel caso lo stock sottostante raggiunga valore 0 resterà pari a zero per ogni tempo successivo: utilizzando il modello lognormale di Black Scholes = ( + )

5 è facile vedere che se =0 allora =0 per ogni tempo >. Riassumendo il prezzo di una call option con strike e maturity si può ottenere risolvendo la il problema differenziale: ( ) ( ) + ( ) = ( ) ( ) = ( ) ( 0) =0 [0+ ] lim ( ) =+ [0+ ] La soluzione di questo problema è data dalla seguente formula: ( ) = ( ) ( ) ( ) dove è la funzione cumulativa di probabilità di una normale standard e la quantità sono fornite da ln ( ) = ln + 2 ( ) = = (Il valore di una put si ricava velocemente tramite la put call parity) Derivazione alternativa della formula per opzioni europee: valutazione risk neutral Sostituendo la funzione proposta nell equazione di Black e Scholes si può verificare la correttezza della nostra ansatz. Tuttavia questo procedimento non è istruttivo : la soluzione sembra caduta dal cielo mentre invece può essere derivata con qualche ragionamento. Ricordiamo insieme quanto detto per l albero binomiale: calcolare il prezzo arbitrage free di un derivato vuole dire calcolarne il valore atteso dei payoff finali e scontare tale valore alla data presente. Inoltre la misura secondo la quale si calcola il valore atteso è quella risk free e non quella del mondo reale. Proviamo allora ad applicare questo ragionamento ma questa volta nel caso continuo: in altre parole cerchiamo di capire che tipo di variabile aleatoria può descrivere i payoff a maturity del nostro derivato secondo la misura risk neutral. Intanto osserviamo che i payoff di una call con strike e maturity sono descritti da una funzione deterministica di (ossia da ( ) ). Quindi una volta descritta la dinamica risk neutral della variabile aleatoria saremmo in grado di calcolare il valore atteso di ( ). La dinamica dello stock secondo la misura di probabilità del mondo reale è descritta dall equazione differenziale = +. Come possiamo passare alla dinamica risk free? Un importante risultato di teoria della misura il teorema di Girsanov permette di passare da una SDE secondo una misura

6 di probabilità a un altra SDE secondo una seconda probabilità (nel nostro caso quella risk neutral). Operativamente il Teorema di Girsanov afferma che passando da misura real world a misura risk neutral l equazione differenziale stocastica varia unicamente nel parametro mantenendo intatta la struttura generale. La nuova dinamica si ottiene considerando l equazione: = + dove è il tasso di interesse annuo. Sfruttando quanto visto nella seconda lezione sappiamo che la soluzione a tale SDE è: = exp ( ) Continuando come descritto precedentemente calcoliamo il valore atteso dei payoff a maturity: [( ) ] = exp = = ( ) ( ) Scontando tramite il fattore otteniamo la formula di Black Scholes per una call.

7 Metodi risolutivi per l equazione di Black Scholes Si è visto come nel caso di derivati semplici come le opzioni europee l equazione differenziale di Black e Scholes possa essere risolta in forma esplicita. In generale trovare una soluzione in forma chiusa per un qualsiasi set di condizioni al contorno è impossibile: pertanto la soluzione dell equazione viene affrontata numericamente. Gli approcci possibili sono solitamente due: utilizzare i cosiddetti metodi alle differenze finite oppure sfruttare tecniche di analisi di Fourier. Nel seguito vedremo brevemente due possibili soluzioni che appartengono alla prima categoria. L idea di fondo degli schemi a differenze finite è quella di trasformare le derivate parziali in una PDE in rapporti incrementali sfruttando lo sviluppo di Taylor ossia sostituire ( ) con ( ) ( ). Analogamente possiamo approssimare l derivate di ordine superiore: ad esempio è facile verificare che sotto opportune condizioni di regolarità vale che ( ) = ( + h) 2 ( ) + ( h) h + (h ) Per applicare queste idee alla nostra equazione è conveniente richiamare il dominio di soluzione ossia = ( ) R 2 ( ) [0 ] [0+ ] Dovendo implementare numericamente uno schema risolutivo dobbiamo limitarci in pratica al dominio = ( ) R 2 ( ) [0 ] [0 ] dove max è un valore molto maggiore del livello attuale dello stock dominio di soluzione considerando i punti appartenenti a della forma = ( ) dove e sono step da fissarsi in seguito. Se definiamo poi = ( ). Procediamo quindi a discretizzare il possiamo tradurre in differenze finite una qualsiasi equazione differenziale: ad esempio l equazione di Black Scholes diventa: ( ) + ( ) + ( ) = ( ) = Precisamente la derivata prima nello spazio è approssimata con una differenza centrale mentre quella nel tempo è approssimata con una differenza backward.

8 Impostato il problema possiamo riscrivere = + + = 1 2 ( ) =1 ( + ) = 1 2 ( + ) Abbiamo così espresso il valore del derivato al tempo in funzione del valore al tempo. Notiamo ora che le condizioni al contorno che dobbiamo soddisfare sono settate al tempo : a tale data sappiamo quale è il valore del derivato (ossia semplicemente i suoi payoff). Pertanto possiamo risolvere l equazione di sopra in maniera ricorsiva partendo dal tempo dove i valori di sono noti. Il metodo proposto è detto schema esplicito: ad ogni tempo funzione dei valori noti in che descriviamo brevemente nel seguito. possiamo calcolare il valore del derivato in. Il principale svantaggio di questo sistema di risoluzione è la non stabilità Si è detto che i metodi alle differenze finite prendono origine dallo sviluppo di Taylor: sembra quindi lecito aspettarsi che riducendo gli step e la soluzione risulti sempre più precisa: in realtà questo non accade anzi per particolari scelte degli step la soluzione trovata può esplodere divergendo a più infinito. A tale proposito qui sotto è riportato il grafico del valore di una call option contro il valore iniziale dello stock calcolato utilizzando il codice in appendice. Nell esempio proposto abbiamo settato =50 =40 =1 =0.01 =0.2 =50.

9 Dividendo l intervallo di [0 ] in o 100 parti la soluzione risulta sempre più regolare; aumentando però la risoluzione con 200 step il valore ottenuto diverge. Questa caratteristica può essere studiata in modo rigoroso tramite la cosiddetta analisi di stabilità (se avanzerà tempo lo tratteremo brevemente). A noi basterà sapere che il metodo a schema esplicito è facile a spiegarsi ma presenta complicazioni di natura applicativa che non lo rendono molto affidabile. Una possibile strategia per aggirare questa difficoltà è contrariamente a quanto suggerirebbe l intuizione utilizzare uno schema implicito. Lo schema esplicito esprime i valori della soluzione al tempo 1 in funzione di quelli al tempo che sono noti in quanto il procedimento va applicato a partire dalla data di maturity per poi muoversi indietro nel tempo. Lo schema implicito esprime invece i valori al tempo in funzione di quelli al tempo 1. Più precisamente otteniamo uno schema completamente implicito approssimando la derivata prima temporale nell equazione di Black e Scholes con un incremento forward ossia ( ) + ( ) + ( ) = ( ) = Otteniamo quindi la seguente relazione: + + = dove le quantità sono date da = =1+ + = Abbiamo quindi una relazione che lega tre incognite (ossia e ) ad un valore noto (ossia ). Siano e il numero di step in cui sono rispettivamente divisi gli intervalli [0 ] e [0 ]. Ricordando che il valore del derivato nei punti del tipo ( 0) e ( ) è già fissato dalle condizioni al contorno ad ogni time step dovremo risolvere il seguente sistema lineare

10 = 0 0 La matrice dei coefficienti risulta tridiagonale permettendo di applicare il metodo di fattorizzazione LU per migliorare l efficienza del codice. Il principale vantaggio del metodo implicito come si è detto risiede nella sua stabilità: anche stringendo le reti della griglia ossia diminuendo gli step temporali e spaziali non si presentano i problemi che insorgono con il metodo esplicito.

11 Appendice r=0.01; sigma=0.2; T=1; S_max=100; S_0=50; K=40; N=500; M=200; delta_t=t/n; delta_x=s_max/m; effe=zeros(nm); a=zeros(m1); b=zeros(m1); c=zeros(m1); effe(n:)=max(linspace(0s_maxm)'-k0); effe(:1)=zeros(n1); effe(:m)=s_max-k*exp(-r*linspace(0tn)); for i=1:m a(i)=0.5*delta_t*(sigma^2*i^2-r*i); b(i)=1-delta_t*(sigma^2*i^2+r); c(i)=0.5*delta_t*(sigma^2*i^2+r*i); end for i=n:-1:2 for j=2:m-1 effe(i-1j)=a(j)*effe(ij-1)+b(j)*effe(ij)+c(j)*effe(ij+1); end end

LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI. che, insieme alle loro derivate, soddisfano un equazione differenziale.

LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI. che, insieme alle loro derivate, soddisfano un equazione differenziale. LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI I problemi incontrati fin ora nel corso di studi di matematica erano tutti di tipo numerico, cioè la loro risoluzione ha sempre portato alla determinazione di uno o più numeri

Dettagli

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g LEZIONE 3 3.. Matrici fortemente ridotte per righe. Nella precedente lezione abbiamo introdotto la nozione di soluzione di un sistema di equazioni lineari. In questa lezione ci poniamo il problema di descrivere

Dettagli

Le equazioni e i sistemi di primo grado

Le equazioni e i sistemi di primo grado Le equazioni e i sistemi di primo grado prof. Roberto Boggiani Isiss Marco Minghetti 1 settembre 009 Sommario In questo documento verrà trattato in modo semplice e facilmente comprensibile la teoria delle

Dettagli

Modello Black-Scholes

Modello Black-Scholes Modello Black-Scholes R. Marfé Indice 1 Il modello Black Scholes 1.1 Formule di valutazione per le opzioni standard......... 3 1. Implementazione in VBA..................... 6 1 1 Il modello Black Scholes

Dettagli

COME CALCOLARE LA COMBINAZIONE DI MINIMO COSTO DEI FATTORI

COME CALCOLARE LA COMBINAZIONE DI MINIMO COSTO DEI FATTORI COME CALCOLARE LA COMBINAZIONE DI MINIMO COSTO DEI FATTORI In questa Appendice, mostreremo come un impresa possa individuare la sua combinazione di minimo costo dei fattori produttivi attraverso il calcolo

Dettagli

Le Derivate. Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri

Le Derivate. Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri Le Derivate Appunti delle lezioni di matematica di A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato durante

Dettagli

Derivazione numerica. Introduzione al calcolo numerico. Derivazione numerica (II) Derivazione numerica (III)

Derivazione numerica. Introduzione al calcolo numerico. Derivazione numerica (II) Derivazione numerica (III) Derivazione numerica Introduzione al calcolo numerico Il calcolo della derivata di una funzione in un punto implica un processo al limite che può solo essere approssimato da un calcolatore. Supponiamo

Dettagli

Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango)

Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) CAPITOLO 5 Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) Esercizio 5.1. Scrivere un vettore w R 3 linearmente dipendente dal vettore v ( 1, 9, 0). Esercizio 5.2. Stabilire se i vettori

Dettagli

VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI DERIVATI

VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI DERIVATI CONFINDUSTRIA- Genova VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI DERIVATI Simone Ligato Genova, 15 Febbraio 2017 1 COSA SONO I DERIVATI Strumenti finanziari il cui valore dipende interamente dall asset sottostante; IFRS

Dettagli

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA 5.1 - La retta Equazione generica della retta Dalle considerazioni emerse nel precedente capitolo abbiamo compreso come una funzione possa essere rappresentata da un insieme

Dettagli

1 Polinomio di Taylor 1. 2 Formula di Taylor 2. 3 Alcuni sviluppi notevoli 2. 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei limiti 4

1 Polinomio di Taylor 1. 2 Formula di Taylor 2. 3 Alcuni sviluppi notevoli 2. 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei limiti 4 1 POLINOMIO DI TAYLOR 1 Formula di Taylor Indice 1 Polinomio di Taylor 1 Formula di Taylor 3 Alcuni sviluppi notevoli 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei iti 4 5 Soluzioni degli esercizi 6 La

Dettagli

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara Sistemi lineari Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)

Dettagli

Anno 4 Matrice inversa

Anno 4 Matrice inversa Anno 4 Matrice inversa 1 Introduzione In questa lezione parleremo della matrice inversa di una matrice quadrata: definizione metodo per individuarla Al termine della lezione sarai in grado di: descrivere

Dettagli

ESERCIZI SVOLTI SUL CALCOLO INTEGRALE

ESERCIZI SVOLTI SUL CALCOLO INTEGRALE ESERCIZI SVOLTI SUL CALCOLO INTEGRALE * Tratti dagli appunti delle lezioni del corso di Matematica Generale Dipartimento di Economia - Università degli Studi di Foggia Prof. Luca Grilli Dott. Michele Bisceglia

Dettagli

Equazioni di primo grado

Equazioni di primo grado Equazioni di primo grado 15 15.1 Identità ed equazioni Analizziamo le seguenti proposizioni: a ) cinque è uguale alla differenza tra sette e due ; b ) la somma di quattro e due è uguale a otto ; c ) il

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

La riduzione a gradini e i sistemi lineari (senza il concetto di rango)

La riduzione a gradini e i sistemi lineari (senza il concetto di rango) CAPITOLO 4 La riduzione a gradini e i sistemi lineari (senza il concetto di rango) Esercizio 4.1. Risolvere il seguente sistema non omogeneo: 2x+4y +4z = 4 x z = 1 x+3y +4z = 3 Esercizio 4.2. Risolvere

Dettagli

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati.

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati. LEZIONE 2 2 Sistemi di equazioni lineari Definizione 2 Un equazione lineare nelle n incognite x, x 2,, x n a coefficienti reali, è un equazione della forma (2 a x + a 2 x 2 + + a n x n = b, ove a j, b

Dettagli

A.A CORSO DI ALGEBRA 1. PROFF. P. PIAZZA, E. SPINELLI. SOLUZIONE ESERCIZI FOGLIO 5.

A.A CORSO DI ALGEBRA 1. PROFF. P. PIAZZA, E. SPINELLI. SOLUZIONE ESERCIZI FOGLIO 5. A.A. 2015-2016. CORSO DI ALGEBRA 1. PROFF. P. PIAZZA, E. SPINELLI. SOLUZIONE ESERCIZI FOGLIO 5. Esercizio 5.1. Determinare le ultime tre cifre di n = 13 1625. (Suggerimento. Sfruttare il Teorema di Eulero-Fermat)

Dettagli

Il Capital Asset Pricing Model e lo Arbitrage Pricing Theory

Il Capital Asset Pricing Model e lo Arbitrage Pricing Theory Il Capital Asset Pricing Model e lo Arbitrage Pricing Theory Pierpaolo Montana Università di Roma I Il Capital Asset Pricing Model può essere visto come una evoluzione del modello media-varianza di scelta

Dettagli

LEZIONE 15. (15.1.2) p(x) = a 0 x n + a 1 x n a n 1 x + a n = a h x n h.

LEZIONE 15. (15.1.2) p(x) = a 0 x n + a 1 x n a n 1 x + a n = a h x n h. LEZIONE 15 15.1. Polinomi a coefficienti complessi e loro e loro radici. In questo paragrafo descriveremo alcune proprietà dei polinomi a coefficienti complessi e delle loro radici. Già nel precedente

Dettagli

Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica

Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica 1 Piano cartesiano Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica Consideriamo nel piano due rette perpendicolari che si intersecano in un punto O Consideriamo ciascuna di queste rette come retta orientata

Dettagli

Corso di Analisi Numerica

Corso di Analisi Numerica Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Corso di 3 - PROBLEMI DI INTERPOLAZIONE Lucio Demeio Dipartimento di Scienze Matematiche 1 Interpolazione: Polinomio di Lagrange 2 3 Introduzione Problemi di interpolazione

Dettagli

LE OPZIONI: GLI ELEMENTI DI. Gino Gandolfi SDA BOCCONI

LE OPZIONI: GLI ELEMENTI DI. Gino Gandolfi SDA BOCCONI LE OPZIONI: GLI ELEMENTI DI VALUTAZIONE Gino Gandolfi SDA BOCCONI I LIMITI DI PREZZO DELLE OPZIONI Sostanzialmente, una call americana od europea dà al possessore ad acquistare l attività sottostante ad

Dettagli

Istituto d Istruzione Superiore A. Tilgher Ercolano (Na)

Istituto d Istruzione Superiore A. Tilgher Ercolano (Na) Premessa Istituto d Istruzione Superiore A. Tilgher Ercolano (Na) Questa breve trattazione non vuole costituire una guida completa ed esauriente sull argomento, ma vuole fornire solamente i concetti fondamentali

Dettagli

Valutazione delle opzioni

Valutazione delle opzioni PROGRAMMA 1) Nozioni di base di finanza aziendale 2) Opzioni 3) Valutazione delle aziende 4) Finanziamento tramite debiti 5) Risk management 6) Temi speciali di finanza aziendale Valutazione delle opzioni

Dettagli

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME a cura di Michele Scaglia FUNZIONI DERIVABILI Sia f : domf R una funzione e sia 0 domf di accumulazione per domf Chiamiamo derivata prima di

Dettagli

Data un azione, le due opzioni call e put (europee, scadenza t0 ) con prezzo di esercizio X in ogni tempo t < t0 si ha

Data un azione, le due opzioni call e put (europee, scadenza t0 ) con prezzo di esercizio X in ogni tempo t < t0 si ha 0) limitazioni prezzo call Data un azione, le due opzioni call e put (europee, scadenza t0 ) con prezzo di esercizio X in ogni tempo t < t0 si ha γ(t)x + c(t) = A(t) + p(t) con A(t) prezzo dell azione,

Dettagli

Metodi per la risoluzione di sistemi lineari

Metodi per la risoluzione di sistemi lineari Metodi per la risoluzione di sistemi lineari Sistemi di equazioni lineari. Rango di matrici Come è noto (vedi [] sez.0.8), ad ogni matrice quadrata A è associato un numero reale det(a) detto determinante

Dettagli

INTEGRALI INDEFINITI e DEFINITI Esercizi risolti

INTEGRALI INDEFINITI e DEFINITI Esercizi risolti INTEGRALI INDEFINITI e DEFINITI Esercizi risolti E data la funzione f( = (a Provare che la funzione F ( = + arcsin è una primitiva di f( sull intervallo (, (b Provare che la funzione G( = + arcsin π è

Dettagli

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE ROBERTO GIAMBÒ 1. DEFINIZIONI E PRIME PROPRIETÀ In queste note saranno presentate alcune proprietà principali delle funzioni convesse di una variabile

Dettagli

SISTEMI LINEARI. x y + 2t = 0 2x + y + z t = 0 x z t = 0 ; S 3 : ; S 5x 2y z = 1 4x 7y = 3

SISTEMI LINEARI. x y + 2t = 0 2x + y + z t = 0 x z t = 0 ; S 3 : ; S 5x 2y z = 1 4x 7y = 3 SISTEMI LINEARI. Esercizi Esercizio. Verificare se (,, ) è soluzione del sistema x y + z = x + y z = 3. Trovare poi tutte le soluzioni del sistema. Esercizio. Scrivere un sistema lineare di 3 equazioni

Dettagli

Corso di Analisi Matematica. Polinomi e serie di Taylor

Corso di Analisi Matematica. Polinomi e serie di Taylor a.a. 2011/12 Laurea triennale in Informatica Corso di Analisi Matematica Polinomi e serie di Taylor Avvertenza Questi sono appunti informali delle lezioni, che vengono resi disponibili per comodità degli

Dettagli

pricing ed Hedging degli strumenti finanziari derivati

pricing ed Hedging degli strumenti finanziari derivati pricing ed Hedging degli strumenti finanziari derivati Aspetti Teorici ed Operativi Marcello Minenna 1 Review Option Pricing Theory Cos e un opzione? Il modello di Sharpe-Rendlemann-Bartter Il Modello

Dettagli

TSRR. Vademecum sulle equazioni differenziali I. D. Mugnai( 1 ) ( 1 ) IFAC-CNR, Via Madonna del Piano 10, Sesto Fiorentino (FI), Italy

TSRR. Vademecum sulle equazioni differenziali I. D. Mugnai( 1 ) ( 1 ) IFAC-CNR, Via Madonna del Piano 10, Sesto Fiorentino (FI), Italy TSRR IFAC-TSRR vol. 3 (2011) 93-97 Vademecum sulle equazioni differenziali I D. Mugnai( 1 ) ( 1 ) IFAC-CNR, Via Madonna del Piano 10, 50019 Sesto Fiorentino (FI), Italy IFAC-TSRR-TR-10-011 (66-5) ISSN

Dettagli

Le derivate parziali

Le derivate parziali Sia f(x, y) una funzione definita in un insieme aperto A R 2 e sia P 0 = x 0, y 0 un punto di A. Essendo A un aperto, esiste un intorno I(P 0, δ) A. Preso un punto P(x, y) I(P 0, δ), P P 0, possiamo definire

Dettagli

Ancora sui criteri di divisibilità di Marco Bono

Ancora sui criteri di divisibilità di Marco Bono Ancora sui criteri di divisibilità di Talvolta può essere utile conoscere i divisori di un numero senza effettuare le divisioni, anche se la diffusione delle calcolatrici elettroniche, sotto varie forme,

Dettagli

LOGARITMI. Corso di laurea: BIOLOGIA Tutor: Floris Marta; Max Artizzu PRECORSI DI MATEMATICA. L uguaglianza: a x = b

LOGARITMI. Corso di laurea: BIOLOGIA Tutor: Floris Marta; Max Artizzu PRECORSI DI MATEMATICA. L uguaglianza: a x = b Corso di laurea: BIOLOGIA Tutor: Floris Marta; Max Artizzu PRECORSI DI MATEMATICA LOGARITMI L uguaglianza: a x = b nella quale a e b rappresentano due numeri reali noti ed x un incognita, è un equazione

Dettagli

Esercizi svolti. g(x) = sono una l inversa dell altra. Utilizzare la rappresentazione grafica di f e f 1 per risolvere l equazione f(x) = g(x).

Esercizi svolti. g(x) = sono una l inversa dell altra. Utilizzare la rappresentazione grafica di f e f 1 per risolvere l equazione f(x) = g(x). Esercizi svolti. Discutendo graficamente la disequazione > 3 +, verificare che l insieme delle soluzioni è un intervallo e trovarne gli estremi.. Descrivere in forma elementare l insieme { R : + > }. 3.

Dettagli

7. Equazioni differenziali

7. Equazioni differenziali 18 Sezione 7. Equazioni differenziali 7. Equazioni differenziali [versione: 25/5/2012] Richiamo delle nozioni fondamentali In un equazione differenziale l incognita da determinare è una funzione (e non

Dettagli

1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee

1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee 1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee Vogliamo dare una idea, senza molte pretese, dei concetti che stanno alla base di alcuni calcoli svolti nella classificazione delle coniche. Supponiamo di

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale Sede di Fermo Corso di 9 - EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE valori iniziali Valori iniziali Ci occuperemo della soluzione numerica di equazioni del prim ordine

Dettagli

Funzioni implicite - Esercizi svolti

Funzioni implicite - Esercizi svolti Funzioni implicite - Esercizi svolti Esercizio. È data la funzione di due variabili F (x, y) = y(e y + x) log x. Verificare che esiste un intorno I in R del punto di ascissa x 0 = sul quale è definita

Dettagli

Appunti sul corso di Complementi di Matematica mod. Analisi prof. B.Bacchelli - a.a. 2010/2011.

Appunti sul corso di Complementi di Matematica mod. Analisi prof. B.Bacchelli - a.a. 2010/2011. Appunti sul corso di Complementi di Matematica mod. Analisi prof. B.Baccelli - a.a. 2010/2011. 06 - Derivate, differenziabilità, piano tangente, derivate di ordine superiore. Riferimenti: R.Adams, Calcolo

Dettagli

ANALISI MATEMATICA PER IL CdL IN INFORMATICA ESERCIZI SULLE DISEQUAZIONI

ANALISI MATEMATICA PER IL CdL IN INFORMATICA ESERCIZI SULLE DISEQUAZIONI ANALISI MATEMATICA PER IL CdL IN INFORMATICA ESERCIZI SULLE DISEQUAZIONI Risolvere le seguenti disequazioni: ( 1 ) x < x + 1 1) 4x + 4 x ) x + 1 > x 4x x 10 ) x 4 x 5 4x + > ; 4) ; 5) 0; ) x 1 x + 1 x

Dettagli

Monomi L insieme dei monomi

Monomi L insieme dei monomi Monomi 10 10.1 L insieme dei monomi Definizione 10.1. Un espressione letterale in cui numeri e lettere sono legati dalla sola moltiplicazione si chiama monomio. Esempio 10.1. L espressione nelle due variabili

Dettagli

Anno 5 Regole di derivazione

Anno 5 Regole di derivazione Anno 5 Regole di derivazione 1 Introduzione In questa lezione mostreremo quali sono le regole da seguire per effettuare la derivata di una generica funzione. Seguendo queste regole e conoscendo le derivate

Dettagli

uniba/economia/microeconomia/clec esercitazione 18-ott Regole di derivazione per gli esercizi di Microeconomia

uniba/economia/microeconomia/clec esercitazione 18-ott Regole di derivazione per gli esercizi di Microeconomia uniba/economia/microeconomia/clec esercitazione 18-ott-2011 1 Regole di derivazione per gli esercizi di Microeconomia Alcuni esercizi parte del programma di microeconomia prevedono la risoluzione di problemi

Dettagli

Esercizi sulle equazioni differenziali a cura di Sisto Baldo, Elisabetta Ossanna e Sandro Innocenti

Esercizi sulle equazioni differenziali a cura di Sisto Baldo, Elisabetta Ossanna e Sandro Innocenti Esercizi sulle equazioni differenziali a cura di Sisto Baldo, Elisabetta Ossanna e Sandro Innocenti 1. Verifica che y(t) = 1 t + e t è una soluzione dell equazione y (t) = y(t) + t.. Scrivi un equazione

Dettagli

2 - Le successioni per ricorrenza

2 - Le successioni per ricorrenza - Le successioni per ricorrenza Le successioni per ricorrenza sono un po come le serie numeriche delle successioni di numeri reali abbastanza particolari. A differenza delle successioni standard, come

Dettagli

Metodi di Integrazione. Integrazione per decomposizione in somma

Metodi di Integrazione. Integrazione per decomposizione in somma Metodi di Integrazione Integrazione per decomposizione in somma Integrazione per parti Integrazione per sostituzione Integrazione per decomposizione in somma In molti casi il calcolo dell integrale indefinito

Dettagli

Esercitazioni di Analisi Matematica FUNZIONI CUBICHE. Effettuare lo studio completo delle seguenti funzioni di terzo grado intere:

Esercitazioni di Analisi Matematica FUNZIONI CUBICHE. Effettuare lo studio completo delle seguenti funzioni di terzo grado intere: FUNZIONI CUBICHE Effettuare lo studio completo delle seguenti funzioni di terzo grado intere: 1) y = fx) = x 3 + 2x 2 + x 2) y = fx) = x 3 + x 2 + x + 2 3) y = fx) = x 3 + 2x 2 + x 4 4) y = fx) = x 3 +

Dettagli

Verso l integrale stocastico

Verso l integrale stocastico Verso l integrale stocastico Una versione più corretta di è la sua forma integrale ds(t) = σs(t)dx(t) + µs(t)dt S(t) = S() + σs(u)db(u) + µs(u)du Ricordando che S è un processo che descrive la dinamica

Dettagli

Soluzioni degli esercizi sulle Formule di Taylor

Soluzioni degli esercizi sulle Formule di Taylor Soluzioni degli esercizi sulle Formule di Taylor Formule di MacLaurin più usate (h, n numeri interi non negativi; a numero reale): e t =+t + t! + t3 tn +... + 3! n! + o(tn ) ln( + t) =t t + t3 3 t4 4 +...

Dettagli

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari Sommario Proprietà dell estremo superiore per R... 2 Definitivamente... 2 Successioni convergenti... 2 Successioni monotone... 2 Teorema di esistenza del limite

Dettagli

SISTEMI LINEARI: APPROFONDIMENTI ED ESEMPI

SISTEMI LINEARI: APPROFONDIMENTI ED ESEMPI SISTEMI LINEARI: APPROFONDIMENTI ED ESEMPI Appunti presi dalle lezioni del prof. Nedo Checcaglini Liceo Scientifico di Castiglion Fiorentino (Classe 4B) January 17, 005 1 SISTEMI LINEARI Se a ik, b i R,

Dettagli

Istituzioni di Matematiche, Integrali fratti. corso di laurea in Scienze geologiche. Mauro Costantini

Istituzioni di Matematiche, Integrali fratti. corso di laurea in Scienze geologiche. Mauro Costantini Istituzioni di Matematiche, Integrali fratti corso di laurea in Scienze geologiche. Mauro Costantini tipo: Il nostro obiettivo è studiare gli integrali (indefiniti e definiti delle funzioni razionali,

Dettagli

Appunti di matematica per le Scienze Sociali Parte 1

Appunti di matematica per le Scienze Sociali Parte 1 Appunti di matematica per le Scienze Sociali Parte 1 1 Equazioni 1.1 Definizioni preliminari 1.1.1 Monomi Si definisce monomio ogni prodotto indicato di fattori qualsiasi, cioè uguali o diseguali, numerici

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI Esercizi Esercizio Date le seguenti applicazioni lineari f : R 2 R 3 definita da fx y = x 2y x + y x + y; 2 g : R 3 R 2 definita da gx y z = x + y x y; 3 h : Rx] 2 R 2 definita da

Dettagli

SIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI

SIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI www.matefilia.it SIMULAZIONE - 29 APRILE 206 - QUESITI Q Determinare il volume del solido generato dalla rotazione attorno alla retta di equazione y= della regione di piano delimitata dalla curva di equazione

Dettagli

( ) le colonne della matrice dei coefficienti, con. , risulta A 3 = A 1 + 4A 2 + 4A 5, A 4 = A 1 + A 2,

( ) le colonne della matrice dei coefficienti, con. , risulta A 3 = A 1 + 4A 2 + 4A 5, A 4 = A 1 + A 2, 1 Elementi di Analisi Matematica e Ricerca Operativa prova del 6 luglio 2016 1) Discutere il seguente problema di Programmazione Lineare: Trovare il massimo di p x 1, x 2, x 3, x 4 # x 2 + 4 x 3 + x 4

Dettagli

Serie numeriche e serie di potenze

Serie numeriche e serie di potenze Serie numeriche e serie di potenze Sommare un numero finito di numeri reali è senza dubbio un operazione che non può riservare molte sorprese Cosa succede però se ne sommiamo un numero infinito? Prima

Dettagli

Secondo parziale di Matematica per l Economia (esempio)

Secondo parziale di Matematica per l Economia (esempio) Corso di Laurea in Economia e Management Secondo parziale di Matematica per l Economia (esempio) lettere E-Z, a.a. 206 207 prof. Gianluca Amato Regole generali Si svolga il primo esercizio e, a scelta

Dettagli

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite 3 Sistemi lineari 3 Generalità Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite ovvero, in forma matriciale, a x + a 2 x 2 + + a n x n = b a 2 x + a 22 x 2 + + a 2n x

Dettagli

EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esercizi svolti. y = xy. y(2) = 1.

EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esercizi svolti. y = xy. y(2) = 1. EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esercizi svolti 1. Determinare la soluzione dell equazione differenziale (x 2 + 1)y + y 2 =. y + x tan y = 2. Risolvere il problema di Cauchy y() = 1 2 π. 3. Risolvere il problema

Dettagli

Esercitazioni di Meccanica Quantistica I

Esercitazioni di Meccanica Quantistica I Esercitazioni di Meccanica Quantistica I Sistema a due stati Consideriamo come esempio di sistema a due stati l ammoniaca. La struttura del composto è tetraedrico : alla sommità di una piramide con base

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Calcolo Numerico Dott.ssa M.C. De Bonis Università degli Studi della Basilicata, Potenza Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Risoluzione di Equazioni Algebriche Le equazioni

Dettagli

Anno 3 Equazione dell'ellisse

Anno 3 Equazione dell'ellisse Anno Equazione dell'ellisse 1 Introduzione In questa lezione affronteremo una serie di problemi che ci chiederanno di determinare l equazione di un ellisse sotto certe condizioni. Al termine della lezione

Dettagli

Integrale indefinito

Integrale indefinito Integrale indefinito 1 Primitive di funzioni Definizione 1.1 Se f: [a, b] R è una funzione, una sua primitiva è una funzione derivabile g: [a, b] R tale che g () = f(). Ovviamente la primitiva di una funzione,

Dettagli

Precorso di Matematica

Precorso di Matematica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI ARCHITETTURA Precorso di Matematica Anna Scaramuzza Anno Accademico 2005-2006 4-10 Ottobre 2005 INDICE 1. ALGEBRA................................. 3 1.1 Equazioni

Dettagli

1 Primitive e integrali indefiniti

1 Primitive e integrali indefiniti Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 2 CALCOLO INTEGRALE Primitive e integrali indefiniti. Definizione di primitiva e di integrale indefinito Data una funzione

Dettagli

Sistemi lineari a due Equazioni

Sistemi lineari a due Equazioni Sistemi lineari a due Equazioni Significato Grafico Posizioni reciproche Tecniche Risolutive: I Metodo Metodo del Confronto diretto (Transitivo) II Metodo Metodo di Sostituzione III Metodo Metodo di Riduzione

Dettagli

Consideriamo come piena solo l innalzamento del livello causato da un aumento delle portate nel corso d acqua considerato.

Consideriamo come piena solo l innalzamento del livello causato da un aumento delle portate nel corso d acqua considerato. Propagazione delle piene: generalità Consideriamo come piena solo l innalzamento del livello causato da un aumento delle portate nel corso d acqua considerato. La propagazione dell onda di piena dipende

Dettagli

Esercizi sui sistemi di equazioni lineari.

Esercizi sui sistemi di equazioni lineari. Esercizi sui sistemi di equazioni lineari Risolvere il sistema di equazioni lineari x y + z 6 x + y z x y z Si tratta di un sistema di tre equazioni lineari nelle tre incognite x, y e z Poichè m n, la

Dettagli

Microeconomia (C.L. Economia e Legislazione di Impresa); A.A. 2010/2011 Prof. C. Perugini

Microeconomia (C.L. Economia e Legislazione di Impresa); A.A. 2010/2011 Prof. C. Perugini Microeconomia (C.L. Economia e Legislazione di Impresa); A.A. 010/011 Prof. C. Perugini Esercitazione n.1 1 Obiettivi dell esercitazione Ripasso di matematica Non è una lezione di matematica! Ha lo scopo

Dettagli

MATEMATICA FINANZIARIA RISCHI: RAPPRESENTAZIONE E GESTIONE (CENNI)

MATEMATICA FINANZIARIA RISCHI: RAPPRESENTAZIONE E GESTIONE (CENNI) Matematica Finanziaria, a.a. 2011/2012 p. 1/315 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA MATEMATICA FINANZIARIA RISCHI: RAPPRESENTAZIONE E GESTIONE (CENNI) ANNAMARIA OLIVIERI a.a. 2011/2012

Dettagli

Unità Didattica realizzata dalla prof.ssa De Simone Marilena A.S. 2015/16

Unità Didattica realizzata dalla prof.ssa De Simone Marilena A.S. 2015/16 Unità Didattica realizzata dalla prof.ssa De Simone Marilena A.S. 2015/16 La matematica finanziaria si occupa di tutti i problemi relativi al denaro e al suo impiego. Il denaro è lo strumento con cui possiamo

Dettagli

Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo.

Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo. Capitolo 3 Il campo Z n 31 Introduzione Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo 32 Le classi resto Definizione

Dettagli

Introduzione al Metodo agli Elementi Finiti (FEM) (x, y) Γ Tale formulazione viene detta Formulazione forte del problema.

Introduzione al Metodo agli Elementi Finiti (FEM) (x, y) Γ Tale formulazione viene detta Formulazione forte del problema. Introduzione al Metodo agli Elementi Finiti (FEM) Consideriamo come problema test l equazione di Poisson 2 u x 2 + 2 u = f(x, y) u = f y2 definita su un dominio Ω R 2 avente come frontiera la curva Γ,

Dettagli

Esercizi riguardanti limiti di successioni e di funzioni

Esercizi riguardanti limiti di successioni e di funzioni Esercizi riguardanti iti di successioni e di funzioni Davide Boscaini Queste sono le note da cui ho tratto le esercitazioni del giorno 0 Novembre 20. Come tali sono ben lungi dall essere esenti da errori,

Dettagli

Integrazione delle equazioni del moto

Integrazione delle equazioni del moto Giorgio Pastore - note per il corso di Laboratorio di Calcolo Integrazione delle equazioni del moto In generale, le equazioni del moto della meccanica newtoniana si presentano nella forma di sistemi di

Dettagli

a) Determinare il dominio, i limiti agli estremi del dominio e gli eventuali asintoti di f. Determinare inoltre gli zeri di f e studiarne il segno.

a) Determinare il dominio, i limiti agli estremi del dominio e gli eventuali asintoti di f. Determinare inoltre gli zeri di f e studiarne il segno. 1 ESERCIZI CON SOLUZIONE DETTAGLIATA Esercizio 1. Si consideri la funzione f(x) = e x 3e x +. a) Determinare il dominio, i limiti agli estremi del dominio e gli eventuali asintoti di f. Determinare inoltre

Dettagli

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Claudia Fassino a.a. Queste dispense, relative a una parte del corso di Matematica Computazionale (Laurea in Informatica), rappresentano solo un aiuto per lo

Dettagli

I PIANI DI STOCK OPTION COME STRUMENTO DI INCENTIVAZIONE PER I DIPENDENTI

I PIANI DI STOCK OPTION COME STRUMENTO DI INCENTIVAZIONE PER I DIPENDENTI UNIVERSIA DEGLI SUDI DI CAGLIARI FACOLA DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E GESIONE AZIENDALE I PIANI DI SOCK OPION COME SRUMENO DI INCENIVAZIONE PER I DIPENDENI Relatore: Prof. Masala Giovanni B.

Dettagli

LUISS Laurea specialistica in Economia e Finanza Anno Accademico 2010/2011

LUISS Laurea specialistica in Economia e Finanza Anno Accademico 2010/2011 LUISS Laurea specialistica in Economia e Finanza Anno Accademico 1/11 Corso di Metodi Matematici per la Finanza Prof. Fausto Gozzi, Dr. Davide Vergni Soluzioni esercizi 4,5,6 esame scritto del 13/9/11

Dettagli

Anno 2. Radicali algebrici e aritmetici: condizioni di esistenza

Anno 2. Radicali algebrici e aritmetici: condizioni di esistenza Anno 2 Radicali algebrici e aritmetici: condizioni di esistenza 1 Introduzione Perché studiare i radicali? In matematica ogni volta che facciamo un operazione dobbiamo anche vedere se è possibile tornare

Dettagli

EQUAZIONI DI PRIMO GRADO

EQUAZIONI DI PRIMO GRADO Cognome... Nome... Equazioni di primo grado EQUAZIONI DI PRIMO GRADO Un'equazione di primo grado e un'uguaglianza tra due espressioni algebriche di primo grado, vera solo per alcuni valori che si attribuiscono

Dettagli

FUNZIONI. }, oppure la

FUNZIONI. }, oppure la FUNZIONI 1. Definizioni e prime proprietà Il concetto di funzione è di uso comune per esprimere la seguente situazione: due grandezze variano l una al variare dell altra secondo una certa legge. Ad esempio,

Dettagli

TECNICA DEI PRODOTTI FINANZIARI E ASSICURATIVI Corso di laurea magistrale in Economia e Finanza Prova scritta d esame 13 gennaio 2017.

TECNICA DEI PRODOTTI FINANZIARI E ASSICURATIVI Corso di laurea magistrale in Economia e Finanza Prova scritta d esame 13 gennaio 2017. COGNOME e NOME NUMERO di MATRICOLA TECNICA DEI PRODOTTI FINANZIARI E ASSICURATIVI Corso di laurea magistrale in Economia e Finanza Prova scritta d esame 13 gennaio 2017. 1. Dopo aver illustrato le caratteristiche

Dettagli

Matematica per le Applicazioni Economiche I (M-P)

Matematica per le Applicazioni Economiche I (M-P) Matematica per le Applicazioni Economiche I (M-P) Corsi di Laurea in Economia Aziendale, Economia e Commercio, a.a. 06-7 Esercizi su Calcolo Differenziale. Per la seguente funzione, dato 0, si utilizzi

Dettagli

Forme differenziali lineari e loro integrazione

Forme differenziali lineari e loro integrazione Forme differenziali lineari e loro integrazione Integrazione di una forma differenziale in due variabili Siano L(, ) e ( ) consideriamo l espressione M, due funzioni definite e continue in un insieme connesso

Dettagli

SISTEMI LINEARI, METODO DI GAUSS

SISTEMI LINEARI, METODO DI GAUSS SISTEMI LINEARI, METODO DI GAUSS Abbiamo visto che un sistema di m equazioni lineari in n incognite si può rappresentare in forma matriciale come A x = b dove: A è la matrice di tipo (m, n) dei coefficienti

Dettagli

La fattorizzazione e la phi di Eulero

La fattorizzazione e la phi di Eulero La fattorizzazione e la phi di Eulero Di Cristiano Armellini, cristiano.armellini@alice.it Supponiamo di voler trovare i fattori p, q del numero intero n (anche molto grande). Dalla Teoria dei numeri sappiamo

Dettagli

ax 1 + bx 2 + c = 0, r : 2x 1 3x 2 + 1 = 0.

ax 1 + bx 2 + c = 0, r : 2x 1 3x 2 + 1 = 0. . Rette in R ; circonferenze. In questo paragrafo studiamo le rette e le circonferenze in R. Ci sono due modi per descrivere una retta in R : mediante una equazione cartesiana oppure mediante una equazione

Dettagli

Anno 3. Equazioni esponenziali e logaritmiche

Anno 3. Equazioni esponenziali e logaritmiche Anno 3 Equazioni esponenziali e logaritmiche 1 Introduzione Lo scopo delle pagine che seguono è quello di passare in rassegna le strategie risolutive per le equazioni esponenziali e logaritmiche. Al termine

Dettagli

Radicale Intero Decimo Centesimo Millesimo ,2e Cosa ottengo se ad un numero razionale aggiungo o tolgo un numero irrazionale?

Radicale Intero Decimo Centesimo Millesimo ,2e Cosa ottengo se ad un numero razionale aggiungo o tolgo un numero irrazionale? ) I Numeri Irrazionali. I BM pag. 6. Es. pag. 7-7 Un numero è detto irrazionale quando è non possibile definirlo sotto forma di frazione, non ammette dunque una rappresentazione decimale finita o periodica.

Dettagli

PIANO CARTESIANO e RETTE classi 2 A/D 2009/2010

PIANO CARTESIANO e RETTE classi 2 A/D 2009/2010 PIANO CARTESIANO e RETTE classi 2 A/D 2009/2010 1) PIANO CARTESIANO serve per indicare, identificare, chiamare... ogni PUNTO del piano (ente geometrico) con una coppia di valori numerici (detti COORDINATE).

Dettagli

Sezione Prima Derivate di funzioni elementari: quadro riassuntivo e regole di derivazione. = ( n) lim x

Sezione Prima Derivate di funzioni elementari: quadro riassuntivo e regole di derivazione. = ( n) lim x Capitolo USO DELLE DERIVATE IN ECONOMIA Sezione Prima Derivate di funzioni elementari: quadro riassuntivo e regole di derivazione Si definisce derivata della funzione y f() nel punto 0 del suo insieme

Dettagli

EQUAZIONI CARTESIANE DELLA CIRCONFERENZA

EQUAZIONI CARTESIANE DELLA CIRCONFERENZA EQUAZIONI CARTESIANE DELLA CIRCONFERENZA G. MEZZETTI Definizione. Siano dati un punto C e un numero r R, r 0; si dice circonferenza di centro C e raggio r l insieme di quei punti del piano la cui distanza

Dettagli