La filiera ortofrutta e la sua OCM: cosa imitare (e non imitare) per il miglioramento di tutte le filiere alimentari Management Highlights
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1 Gruppo di lavoro «Migliorare il funzionamento delle filiere alimentari» La filiera ortofrutta e la sua OCM: cosa imitare (e non imitare) per il miglioramento di tutte le filiere alimentari Management Highlights Seminario del 10 Dicembre 2012 Roberto Della Casa, Università di Bologna, Polo di Forlì
2 PREMESSA L approccio al tema è nello spirito del seminario, volutamente schematico e pragmatico, focalizzando solo gli aspetti ritenuti strategici Sono stati identificati 10 temi principali su cui si è concentrata l attenzione con una relativa trattazione in ordine d importanza relativa Il lavoro non ha alcuna pretesa di completezza ma solo di orientamento agli elementi chiave dell attuale OCM OF in rapporto all assetto della filiera e alle possibilità di traslazione ad altre filiere dell alimentare nazionale
3 1. BILANCIO OCM ORTOFRUTTA Per poter verificare l estensibilità dell OCM ortofrutta ad altre filiere occorre capire se e quanto l OCM stesso sia stato rispondente a esigenze e obbiettivi Per una valutazione di dettaglio si rimanda alle valutazioni specifiche dell OCM ortofrutta In estrema sintesi e segnatamente dal nostro punto di osservazione, dal suo impianto a oggi l OCM ortofrutta ha migliorato il funzionamento della nostra filiera ortofrutticola, per cui il bilancio è moderatamente positivo seppur con molte e diversificate criticità
4 2. LE CRITICITA Nell impianto dell OCM Eccessiva burocratizzazione con connessi elevati costi amministrativi Troppa attenzione a cosa si può fare anziché non fare, con evidenti disparità di trattamento nelle varie aree Mancata adeguata integrazione con PSR Nei risultati sugli obbiettivi Insufficiente contenimento eccedenze e programmazione Insufficiente stabilizzazione dei prezzi e redditi agricoli Nessun effetto sull aumento dei consumi: è aumentata la qualità merceologica ma non la percezione al consumo
5 3. IL COFINANZIAMENTO Elemento cardine dell attuale OCM è il principio di cofinaziamento del Piano Operativo. Estensibile Infatti, ha permesso: Miglioramento della qualità commerciale, prezzi più elevati Adeguamento tecnologico mirato e su reali innovazioni Servizi materiali e immateriali allo stato dell arte Trasparenza nei comportamenti anche grazie ai controlli Sostenibilità sul piano ambientale grazie a misure ad hoc Utilizzo delle risorse disponibili verso i valori max Costituzione di primi nuclei di aggregazione un po ovunque
6 4. LA FORMAZIONE L elemento più critico della filiera ortofrutticola nazionale è lo scarso livello di managerialità nella fase agricola, con particolare riferimento all evoluzione del mercato e ai necessari adeguamenti dell offerta Questo substrato poco recettivo è il principale ostacolo allo sviluppo della filiera. A supporto: Stasi numero OP, riduzione produttori associati al Sud Sviluppo OP al Nord, dove vi è più cultura associativa Per dare forza all OCM OF e estenderlo occorre creare cultura manageriale con interventi mirati di formazione
7 5. L AGGREGAZIONE Le aggregazioni in OP dove non vi è cultura associativa sono nate più sotto lo stimolo dei contributi che per convinzione per i motivi precedenti Evidenze: La ridotta e spesso insufficiente dimensione al Sud (>50% TOT) Il modesto utilizzo dello strumento AOP Un correttivo necessario per le OP OF e ove siano commerciali è vincolare i PO a VPC adeguate L adesione per prodotto e la specializzazione paiono elementi chiave. Da estendere con i dovuti accorgimenti
8 6. LA COMMERCIALIZZAZIONE Le OP e AOP ortofrutticole sono strumenti commerciali per cui la commercializzazione per il tramite è un serio ostacolo ad un vero governo del mercato perché: Permette aggregazioni virtuali sul piano commerciale Indebolisce la strategia commerciale delle aggregazioni reali Vanno viceversa favorite le Filiali poiché potenziali apportatrici di cultura manageriale esterna Serve introdurre ed estendere una maggiore responsabilizzazione delle OP sui rischi e sui risultati dei soci oltre che sui destini dei prodotti commercializzati
9 7. LA STRATEGIA NAZIONALE Elemento chiave per lo sviluppo della filiera ortofrutticola e di tutte quelle con forte vocazione sull export e sul consumatore è la strategia nazionale Per questo la strategia nazionale deve essere potenziata anche al di là delle norme per valorizzare i nostri punti di forza e creare un minimo comun denominatore per le nostre imprese e i nostri prodotti distintivo rispetto ai concorrenti oltre a minimizzare i punti di debolezza Le diverse sfaccettature del sistema ortofrutticolo sono un valore ma devono essere messe a sintesi. Estensibile
10 8. L INTERPROFESSIONE Al di là delle volontà delle parti, l organismo interprofessionale è debole per carenze nell impianto giuridico con poco adeguati meccanismi di applicazione delle decisioni Inoltre, l accordo interprofessionale per il quadro normativo in cui è inserito difficilmente può rappresentare un valido strumento di prevenzione delle crisi in quanto poco tempestivo Si adatta molto meglio a sviluppare strategie territoriali sulla filiera in cui opera. Estensibile
11 9. L ECONOMIA CONTRATTUALE Il processo di aggregazione e di integrazione verticale sarà comunque lento per condizioni oggettive, come la frammentazione del tessuto aziendale, che soggettive, come la carenza di cultura associativa, per cui occorre affiancarlo con elementi di economia contrattuale Su questo punto, risolto il nodo dell OI, che costituisce la piattaforma su cui dibattere delle regole di contrattualizzazione collettiva, serve un adeguamento dell impianto normativo Di supporto sono utili strumenti di riequilibrio delle forze in campo, come art. 62, meglio su scala europea
12 10. LA PROGRAMMAZIONE La programmazione della produzione sulla domanda potenziale sia per il breve che per il medio periodo costituisce elemento chiave per equilibrare l offerta alla domanda. Estensibile Le carenze culturali della produzione ne hanno limitato finora l utilizzo malgrado proprio questa carenza sia una delle principali cause di crisi. Dove adottato è vitale Al di là di quanto potrà essere garantito per via legale e di quanto potrà essere risolto con strumenti di prevenzione e risoluzione delle crisi, in ogni caso marginali, serve un approccio attivo sulle filiere
13 GRAZIE
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