Capitolo 16 Z I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali

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1 Edizioni Simone - Vol. 44/8 Compendio di Politica economica Capitolo 16 Z I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali Sommario Z 16.1 Il sistema aureo (gold standard) Il sistema a cambio aureo (gold exchange standard) Il sistema a cambi flessibili Il Sistema Monetario Europeo Verso l Unione monetaria L evoluzione delle istituzioni di Bretton Woods: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale Dall Accordo generale sulle tariffe e sugli scambi all Organizzazione mondiale del commercio L Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Gli organismi di cooperazione a base regionale L ASEAN L APEC Il NAFTA Il MERCOSUR Il BSEC. - Esercizi e problemi. In questo capitolo ci occupiamo dei sistemi monetari e, continuando la linea di trattazione seguita nell ultima parte del compendio, analizziamo il loro funzionamento in un ottica internazionale di economia aperta. Quando si parla di sistema monetario si fa riferimento a quell insieme di regole necessarie a: definire l unità monetaria dotata di potere liberatorio legale; individuare l autorità che gestisce l offerta di moneta (banca centrale) e fissare le sue procedure di funzionamento; ragionando in un ottica di economia aperta, stabilire la convertibilità delle unità monetarie, in modo da consentire il commercio internazionale. I primi due punti sono stati trattati nei capitoli sulla moneta, in questa sezione ci occupiamo, piuttosto, del sistema di convenzioni internazionali sulla moneta che consentono gli scambi, nonché degli organismi pubblici preposti al loro funzionamento. Si seguirà una prospettiva storica che parte, necessariamente, dal sistema aureo per poi descrivere gli altri sistemi monetari che si sono susseguiti nel tempo. Tali sistemi, nella realizzazione pratica, hanno potuto subire delle modifiche, rispetto alle regole di funzionamento astratto, modifiche resesi necessarie da difficili congiunture internazionali (soprattutto guerre e crisi economiche). Si rimanda ai testi di storia economica per una più approfondita analisi delle vicissitudini «monetarie» internazionali Il sistema aureo (gold standard) Il sistema aureo ruota completamente intorno ad un particolare tipo di merce: l oro. Il metallo prezioso fin dall antichità ha svolto un ruolo fondamentale negli scambi, sia

2 234 Capitolo 16 come riserva di valore, sia come mezzo di regolamento dei conti, essendo facilmente accettato anche nelle economie di baratto e universalmente riconosciuto come «valore». Per parlare di sistema aureo occorre un ulteriore elemento, e cioè il corso legale di banconote il cui valore si riferisce ad una parità aurea stabilita sulla base di riserve, auree per l appunto, depositate presso la Banca centrale, che emette le banconote stesse. Avremo in questo modo un deposito fisso ed un corso legale di monete che «rappresentano» a tutti gli effetti, la consistenza di valore del deposito stesso. Il sistema aureo consente, pertanto, l immediata convertibilità di ogni banconota nel suo corrispettivo in oro e viceversa; a livello internazionale, esso si impose a partire dal 1821 quando la Gran Bretagna, il paese egemone degli scambi mondiali, stabilì la convertibilità totale dei biglietti emessi, abolendo, contemporaneamente, ogni sorta di restrizione alle importazioni di oro. Il declino del sistema aureo è, invece, legato alla prima guerra mondiale, quando, in concomitanza con l emissione di un alto numero di banconote per sostenere le spese di guerra, la Gran Bretagna fu costretta a sospendere la convertibilità. Un tentativo di ripristino in tal senso si ebbe dal 1921 al 1931 ma fu destinato al fallimento a causa dell incombere prima e dello scoppiare dopo della crisi economica del 29. Del resto, in una situazione tanto depressa la convertibilità in oro, che richiedeva in pratica una stretta creditizia, dato l alto numero di banconote stampate negli anni precedenti, risultava intempestiva ed oltremodo pericolosa, e come tale fu molto deprecata da Keynes. Ancora oggi gli economisti non si trovano in accordo sulla effettiva validità del sistema aureo, di cui taluni sottolineano i vantaggi. A livello di scambio internazionale, l adesione al sistema aureo dei paesi partner commerciali assicura una sostanziale stabilità dei cambi. Poiché, per le regole del sistema, ogni banconota incorpora una determinata quantità di oro, il tasso di cambio è immediato e risulta irrilevante che il regolamento dei conti internazionali avvenga in valuta oppure in oro. L unica fluttuazione dei cambi è quella, estremamente contenuta, che esiste tra il punto dell oro superiore ed il punto dell oro inferiore. I due valori si riferiscono alle somme da considerare, in più o in meno, qualora si intenda regolare i debiti in oro anziché in valuta. Il significato di questa fluttuazione è il seguente: se il cambio eccede il punto d oro superiore, il partner che deve «pagare» in moneta estera troverà convenienza ad inviare oro piuttosto che banconote, pertanto quel limite superiore non può essere valicato; analogamente, quando il partner che deve ricevere la valuta estera trova che essa corrisponde ad un valore inferiore rispetto all estremo opposto, chiederà oro piuttosto che banconote. Dunque, a parte questo stretto «corridoio» di fluttuazione, la stabilità dei cambi è pressoché assicurata, gli squilibri della bilancia commerciale vengono contrastati da movimenti dei prezzi e dei redditi. In assenza di interventi della Banca centrale che modifichino la parità aurea, il livello dei prezzi ristabilisce il livello di cambio reale determinato sui mercati degli scambi commerciali.

3 I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali Il sistema a cambio aureo (gold exchange standard) Il sistema del gold exchange standard divenne operativo dopo la seconda guerra mondiale ed i successivi accordi di Bretton Woods (1944), durante i quali venne sancito il passaggio di consegne dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, divenendo quest ultimo, il paese egemone degli scambi mondiali (e non soltanto di quelli). Gli accordi di Bretton Woods mirarono, soprattutto, a favorire la ripresa dell Europa sopraffatta ed umiliata dal conflitto, ripresa che doveva essere pilotata dal Fondo monetario internazionale che nacque in quella occasione per ampliare ed espandere la cooperazione internazionale in ogni campo. Nel sistema a cambio aureo, un unico paese, gli USA, segue il sistema aureo come precedentemente descritto, le altre nazioni, invece devono: fissare la parità aurea della propria moneta; conservare riserve non più aurifere o non esclusivamente aurifere, ma anche nella moneta convertibile (dollaro USA) ed emettere moneta nazionale secondo la consistenza delle riserve; stabilire il cambio tra la moneta nazionale e quella di riserva, tale cambio, riflette, come ovvio, la parità aurea di cui al primo punto. Il sistema tentò di ovviare alla scarsità di oro, inoltre consentì la costituzione di riserve fruttifere in valuta estera convertibile, a differenza delle preesistenti riserve aurifere che non fruttano interessi. Le riserve in dollari USA venivano «costruite» grazie ai trasferimenti effettuati dagli Stati Uniti a fronte di deficit della bilancia commerciale americana; la convertibilità in oro dei dollari poteva, però, essere richiesta unicamente dalle banche centrali, mentre agli operatori privati era consentito di acquistare dollari soltanto per effettuare pagamenti esteri (convertibilità per i non residenti). Il sistema prevedeva un margine di flessibilità relativamente più alto, potendosi modificare il cambio tra le monete in casi di squilibri fondamentali della bilancia dei pagamenti. Questi squilibri, se ritenuti gravi e persistenti dal Fmi, consentivano anche di accedere a forme di finanziamento a breve. Il Fondo, più in generale, effettuava una politica di sorveglianza sulle relazioni monetarie internazionali e sul livello dei cambi. Il maggior problema del sistema a cambio aureo è noto in letteratura come dilemma di Triffin. La questione sorge poiché il sistema fa largo uso di convenzioni e inoltre si basa, fondamentalmente, sulla fiducia riposta nel paese in gold standard da parte del resto del mondo. Orbene, rispetto a questa fiducia possono verificarsi due prospettive dilemmatiche: se il Paese, effettivamente, conserva la convertibilità di ogni banconota in oro e non emette neanche una moneta non coperta da una effettiva contropartita aurifera, secondo la parità stabilita, il sistema, nel suo complesso, potrebbe andare incontro ad una stretta creditizia con una strozzatura della crescita economica a livello mondiale. La quantità di oro posseduta nelle riserve statunitensi, solo per un caso fortuito, avrebbe potuto coincidere con la quantità di moneta necessaria a garantire la crescita e lo sviluppo. Inoltre, ricordiamo che il dollaro USA usciva dalle case statunitensi soltanto in occasione di pagamenti esteri;

4 236 Capitolo 16 qualora, invece, gli Stati Uniti avessero deciso di «battere moneta» secondo le esigenze dell economia ed «in barba» alla parità aurea, un simile comportamento avrebbe minato profondamente il necessario rapporto di fiducia su cui si basa l intero sistema ed un eventuale corsa agli sportelli d America da parte delle banche centrali di tutto il mondo, insospettite da un anomala abbondanza di dollari in circolazione, si sarebbe tradotta in un immediata bancarotta. Questa situazione si palesò concretamente durante la presidenza Nixon, nel 1971, quando l America dichiarò l inconvertibilità del dollaro e la fine del sistema a cambio aureo Il sistema a cambi flessibili Dopo l abbandono del gold exchange standard, si tentò di instaurare un sistema a cambi fissi, non più basato sull oro, che prevedeva un margine di flessibilità nei cambi più elevato. Quando anche questo tentativo fallì, si passò allora al sistema a cambi flessibili, che inizialmente si cercò di limitare ai soli movimenti di capitale, restando fisso il cambio che regolava il movimento delle partite correnti. La difficoltà di distinzione tra i due flussi internazionali di valuta costrinse al definitivo passaggio verso il sistema a cambi flessibili. Anche il Fmi modificò il proprio statuto (1978) seguendo il nuovo corso mondiale. Si consentì a ciascun paese di optare per il regime di cambio preferito; si iniziarono a concedere prestiti a lungo termine, rivolti anche e principalmente ai Paesi in via di sviluppo; si ampliò la funzione di sorveglianza già esercitata, estendendola ad altre misure di politica economica, non esclusivamente monetarie. Quando il sistema monetario è a cambio flessibile, la valuta estera viene considerata come qualsiasi altra merce, pertanto, il suo valore dipende dalla scarsità e dalla dinamica della domanda e dell offerta. Ciò comporta l immediato riscontro degli squilibri della bilancia dei pagamenti, squilibri che tendono a risolversi in modo relativamente automatico. Quel «relativamente» deve essere posto per indicare che, per quanto astrattamente possibile, l autorità monetaria non può abbandonare del tutto al gioco della domanda e dell offerta lo scambio di merci internazionali. I deficit della bilancia, per quanto contabilmente superabili, tramite la svalutazione, non sono tollerabili in eterno a meno di non causare gravi crisi economiche al paese. Non meno pericolosi sono i ripetuti avanzi che portano alle stelle la moneta nazionale, rendendo poco competitivi i prodotti. Per questi motivi, la flessibilità dei cambi non è mai completa, ma sempre in qualche modo ritoccata dall autorità monetaria (fluttuazione sporca o amministrata). Il sistema a cambio fisso esistente sia nel gold standard che nel gold exchange standard consentirebbe, secondo i suoi sostenitori, un maggior controllo sull efficienza e sull efficacia produttiva del sistema economico nazionale, compresa l azione pubblica. Infatti non sarebbe consentita una dinamica della produttività e dei prezzi non uniformata a quella mondiale. Tutti i produttori nel mondo sarebbero invogliati a contenere i costi, limitare le rivendicazioni sindacali e perfino la pubblica amministrazione dovrebbe adeguarsi agli standards mondiali, pena un drastico peggioramento della bilancia dei pagamenti.

5 I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali 237 Se il sistema a cambi fissi rappresenta un meccanismo di omologazione internazionale, quello a cambi flessibili esalta l autonomia del paese, consentendo manovre di politica economica più libere e complete. Un ulteriore vantaggio del cambio flessibile è quello di contrastare le manovre speculative che possono essere attuate nell imminenza di una svalutazione, o che possono addirittura causare la svalutazione. Immaginiamo, ad esempio, che gli speculatori europei inizino a comprare dollari, questo crea nel tempo uno squilibrio che potrà essere risolto soltanto con la svalutazione, la stessa li «premia» quando andranno a rivendersi i dollari di cui sono in possesso. D altra parte, sempre parlando di speculazioni, il regime di cambi flessibili genera insicurezza alle trattative e può far nascere aspettative erronee che pesano sui contratti futuri. In ultima analisi non è possibile stabilire una volta per tutte il primato del regime di cambio, molto dipende anche dalle dinamiche storiche correnti Il Sistema Monetario Europeo L introduzione del sistema a cambi flessibili non riscosse grandi simpatie in Europa dove si tentò di ristabilire una certa fissità dei cambi, almeno nel vecchio Continente. Questa iniziativa metteva d accordo due diverse esigenze: i Paesi dell area marco, contraddistinta da una relativa stabilità dei prezzi, desideravano maggiore sicurezza contro possibili svalutazioni attuate dai paesi a forte inflazione, mentre a questi ultimi poteva giovare la fissità dei cambi come misura di controllo dell inflazione e della dinamica salariale. Nacque così lo Sme, sistema caratterizzato da una serie di accordi europei di cambio (aec) cui i paesi dell allora Comunità Europea potevano aderire o meno, e da un meccanismo per favorire i paesi che presentavano un deficit della bilancia dei pagamenti. Gli aec consentivano un margine di sviamento dalla parità del cambio fissata del ± 2,25%, tale margine divenne del ± 15% nell agosto Si creò anche una particolare moneta di conto, l ecu, costruita sulla base di una moneta paniere europeo che fissava la parità di ogni moneta nazionale della comunità rispetto a questa virtuale. Dal confronto tra il cambio corrente ed il valore dell ecu potevano rilevarsi situazioni di difficoltà concernenti la bilancia dei pagamenti. Vi era poi la possibilità di riallineare la moneta, modificando il suo cambio, benché queste manovre non fossero particolarmente gradite dai partner europei. Il sistema è stato poi interrotto dall avvento dell unione monetaria del Nella pratica è stato possibile constatare una maggiore stabilità dei cambi nell ambito dei paesi aderenti allo Sme rispetto alle dinamiche internazionali, questa stabilità ha assicurato una sostanziale «sicurezza» per i Paesi dell area marco, fondamentalmente inclini alla stabilità dei prezzi; mentre nei paesi come il nostro, tendenzialmente portati all inflazione, sopratutto come sfogo a

6 238 Capitolo 16 conflitti di classe, l adesione allo Sme ha sortito l effetto di elemento disciplinante esterno, tanto che la Banca d Italia, da principio contraria ai patti, ha poi modificato il suo atteggiamento diventando una sostenitrice convinta del sistema monetario europeo che conferiva credibilità al paese nel suo complesso. Per l attuale sistema monetario europeo si rinvia al Cap Verso l Unione monetaria I limiti evidenziati dal sistema monetario europeo non hanno interrotto il fecondo processo di integrazione, ispirato da una coscienza collettiva fortemente identitaria che faceva avvertire come profondi i legami tra i cittadini europei. Secoli di storia e di tradizioni condivise e diffuse hanno guidato il comportamento degli europei spingendo alle estreme conseguenze l evoluzione della Comunità Europea, conseguenze che le generazioni passate potevano ritenere improbabili, mentre quelle future vivranno come «naturali» ed inevitabili. Sarebbe difficile ripercorrere tutti i momenti di questo cammino di unificazione, ed inoltre questo obiettivo esula dai limiti del compendio, è però necessario riassumere per grosse linee i passaggi fondamentali della nostra storia recente e recentissima. A partire dal 1986 lo spirito di integrazione tra gli europei spinse ad una serie di iniziative, dirette in un unica direzione: la realizzazione dell Unione Europea. È l anno dell Atto Unico Europeo (Single European Act) che affermò la comune volontà di unione, ribadita da una serie di referendum nazionali condotti nei singoli paesi. Nel 1989 il cosiddetto Rapporto Delors, dal nome del presidente del Comitato che lo redasse, descrisse le tappe che sarebbero diventate pietre miliari del processo di integrazione. La prima tappa prevista dal Rapporto fu quella realizzata nel 1990 con la libera circolazione dei capitali. Nel 1991, lo storico trattato di Maastricht stabilì i criteri di convergenza cui dovevano uniformarsi i Paesi che intendevano far parte dell unione monetaria, questi accordi riguardarono: la stabilità dei prezzi; la convergenza dei tassi di interesse a lungo termine; le proporzioni tra settore pubblico e privato ed il «peso» del primo sul sistema economico nazionale; il comportamento valutario da tenersi in prospettiva dell unione monetaria. E più precisamente: il requisito della stabilità dei prezzi consentiva un tasso di inflazione massimo che non superasse dell oltre l 1,5% quello in atto, mediamente, nei tre paesi aderenti a minor tasso di inflazione; il requisito del tasso di interesse a lungo termine prevedeva che quest ultimo non dovesse superare di oltre 2 punti percentuali quello dei tre paesi a minore inflazione. Lo scopo di questa misura era evitare politiche antinflazionistiche di breve periodo che avrebbero generato aspettative di grossi aumenti dei prezzi futuri e provocato l aumento del tasso di interesse a lungo termine;

7 I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali 239 il requisito di ridurre il peso dell operatore pubblico intendeva limitare l ingombrante presenza dello Stato nell economia, soprattutto per evitare lo spiazzamento dell iniziativa privata. Il debito pubblico consolidato non poteva pertanto superare il 60% del Pil mentre il deficit annuale non doveva essere maggiore del 3% rispetto allo stesso pil; il requisito della stabilità valutaria richiedeva che la moneta nazionale dovesse mantenersi stabile per almeno due anni. Questo obiettivo potè essere raggiunto soltanto quando la percentuale di fluttuazione consentita aumentò fino al ± 15%. Il Mercato Unico divenne una realtà operativa nel 1993 quando furono eliminate tutte le barriere non tariffarie ancora vigenti e liberalizzato il movimento delle merci, dei capitali e delle persone, mentre particolari accordi tra le banche nazionali predisponevano la creazione della Banca Centrale Europea (BCE). Nel 1994 nacque l Istituto Monetario Europeo che avrebbe fornito il coordinamento necessario alla decisiva svolta finale, iniziata nel 1999 e conclusasi nel 2002 con la definitiva adozione della moneta unica. Il passaggio all euro sancì la fine di ogni fluttuazione tra monete europee, la cessazione dell ecu, scambiato in euro con rapporto di 1:1, la nascita del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) e con esso la fine dell autonomia monetaria delle Banche nazionali. La realizzazione dell Unione Europea comporta una drastica trasformazione delle strategie di politica economica degli Stati nazionali aderenti. Alcune logiche settoriali e/o distrettuali vengono travolte dalla priorità degli interessi sopranazionali, il grado di autonomia dei policy makers viene ridimensionato, ma anche «ripensato». A questi argomenti dedicheremo un maggior spazio nell ultimo capitolo L evoluzione delle istituzioni di Bretton Woods: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale In seguito agli accordi di Bretton Woods stipulati tra le potenze occidentali nel 1944, furono istituiti il Fondo Monetario Internazionale (FMI), con il compito di assicurare l equilibrio dei conti con l estero e la stabilità dei cambi, e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo, detta comunemente Banca Mondiale, con il compito di finanziare la ricostruzione delle capacità produttive dei singoli paesi coinvolti nel secondo conflitto mondiale. Al momento della fondazione dell ONU, questi due organismi vennero poi inseriti nel sistema delle Nazioni Unite. La partecipazione di ciascun paese al FMI avviene attraverso la sottoscrizione di una quota che dovrebbe riflettere la sua importanza nel commercio internazionale. In realtà l assegnazione iniziale delle quote tenne conto anche di valutazioni di ordine politico. Alle quote sono poi commisurati, per ciascun paese, l ammontare delle sottoscrizioni al capitale dell istituzione, i limiti del credito ottenibile e il numero di voti. Organi principali del FMI sono il Consiglio dei Governatori, il Consiglio d Amministrazione ed il Direttore Generale. I poteri di direzione e di gestione sono conferiti al Consiglio dei Governatori, che si riunisce una volta all anno e ha facoltà di delegare agli amministratori l autorità di esercitare qualsiasi potere proprio. Il Consiglio d Amministrazione è composto da ventidue persone, delle quali sei vengono nominate dai paesi con le maggiori quote di partecipazione (Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia etc.) e le altre elette dai restanti paesi. Il Consiglio d Ammi-

8 240 Capitolo 16 nistrazione a sua volta elegge il Direttore Generale al quale compete la condotta degli affari ordinari del FMI. La Banca Mondiale è un gruppo formato da cinque istituti: Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (concede crediti ordinari, cioè con tassi di interesse vicini a quelli di mercato, per lo sviluppo sostenibile di Paesi a reddito medio); Associazione Internazionale per lo Sviluppo (concede finanziamenti a lungo termine, senza interessi, ai Paesi a basso reddito pro capite); Società Finanziaria Internazionale per il sostegno del settore privato (assiste le piccole e medie imprese nei Paesi in via di sviluppo); Agenzia Multilaterale per la Garanzia degli Investimenti (promuove l investimento privato nei Paesi in via di sviluppo, fornendo agli investitori garanzie contro i rischi di natura non commerciale); Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie in materia di investimenti diretti esteri (è il principale foro internazionale di arbitrato per la risoluzione dei contenziosi tra investitori stranieri e Stati ospiti). Il ruolo del FMI e della Banca Mondiale è cresciuto progressivamente, dopo la fine del sistema a cambi fissi, con il dollaro ancorato all oro (1971), e, dopo il 1982, con lo scoppio della crisi del debito dei paesi del Terzo mondo. Il FMI si è, infatti, posto quale intermediario per la rinegoziazione dei prestiti e per la concessione diretta di ulteriori finanziamenti e altre forme di aiuto a favore dei paesi indebitati. L intervento del FMI è però subordinato all accettazione di «Programmi di aggiustamento strutturale», di tipo neoclassico-monetarista, improntati ad una politica di rigido rigore monetario e creditizio, di contenimento della spesa pubblica e di controllo dei salari, vale a dire una politica di controllo della domanda globale interna. Il FMI sollecita in particolare i paesi in via di sviluppo a ridurre l inflazione mediante un appropriata stretta creditizia, a diminuire le importazioni in rapporto al PIL, a favorire la svalutazione della moneta locale (Tittarelli). Nel concedere i finanziamenti anche la Banca Mondiale ha spesso suggerito o imposto analoghe raccomandazioni sulla gestione complessiva dell economia e in materia di politica economica. Le risorse utilizzate dalla Banca Mondiale comprendono capitali propri e mezzi finanziari provenienti da obbligazioni collocate sul mercato internazionale. La sua funzione è di favorire lo sviluppo delle risorse economiche ed il miglioramento delle condizioni produttive delle aree di sottosviluppo attraverso il finanziamento di progetti specifici, in particolare nei settori dei trasporti, dell energia elettrica e dei trasporti. La Banca mondiale svolge, inoltre, un opera di assistenza tecnica e progettazione per gli interventi finanziati e, più in generale, per la programmazione di tutta l attività pubblica Dall Accordo generale sulle tariffe e sugli scambi all Organizzazione mondiale del commercio Nell ambito della Conferenza di Bretton Woods, oltre alla creazione dell FMI e della BIRS, si propose la creazione di un organismo internazionale che promuovesse e garantisse lo sviluppo del liberismo nel commercio internazionale. Nel 1947 gli Stati che avevano partecipato alla Conferenza firmarono a Ginevra l Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (GATT). Il GATT, stipulato con lo scopo iniziale di liberalizzare gli scambi economici internazionali, abolendo progressivamente le barriere e le tariffe doganali, nonché di agevolare l espansione del com-

9 I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali 241 mercio mondiale, si è esteso successivamente a materie diverse, quali le misure non tariffarie e, da ultimo, la regolamentazione dei servizi. La progressiva liberalizzazione del commercio mondiale è stata scandita da otto conferenze, dette round, indette periodicamente per aggiornare l accordo e alle quali partecipano tutti i paesi firmatari. L ultima conferenza, l Uruguay round, si è conclusa nel dicembre 1993 e con essa si è anche deciso di istituire un organizzazione permanente per la risoluzione delle controversie commerciali internazionali, la WTO (World trade organization - Organizzazione mondiale del commercio). Mentre il GATT aveva le caratteristiche legate all impostazione originale, che era quella di un gruppo relativamente informale di Paesi negoziatori, l OMC è strutturato come una vera Organizzazione internazionale con una disposizione piramidale. Al vertice è posta la Conferenza dei Ministri, sotto cui opera il Consiglio generale. In posizione sottordinata al Consiglio generale operano i Consigli settoriali GATT, GATS (General Agreement on Trade in Services che è la prima disciplina multilaterale volta a regolare lo scambio di servizi) e TRIPS (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Right, accordo che mira a ridurre le distorsioni e gli impedimenti al commercio internazionale, derivanti dal mancato riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale). In posizione trasversale si pongono poi: i comitati che sovraintendono al funzionamento dell Organizzazione, gli organi di soluzione delle controversie e di controllo della politica commerciale, i comitati plurilaterali che riferiscono al Consiglio generale. Infine, in veste di organo amministrativo vi è il Segretariato. Per quanto riguarda i campi di trattazione, il WTO non si limita unicamente alla negoziazione di accordi in materia tariffaria ma affronta altresì una serie di tematiche più ampie, alcune con più stretta connessione con il commercio quali investimenti, concorrenza, appalti pubblici, trasparenza delle regole e comportamenti internazionali. Vi sono inoltre altri campi anche se molto più controversi per quanto riguarda la loro accettazione tra gli Stati membri e sui quali non vi è consenso per la loro trattazione come condizioni di lavoro, ambiente, sanità, rapporti con la società civile e le ONG (cosiddetta «trasparenza esterna»). Gli obiettivi dell OMC possono essere distinti in base alla loro natura in: obiettivi di economia interna: innalzamento del tenore di vita, innalzamento del reddito reale e della domanda effettiva; obiettivi di economia internazionale: espansione degli scambi di beni e servizi, un allocazione delle risorse per uno sviluppo sostenibile e con la partecipazione dei PVS; obiettivi strumentali: favorire negli accordi internazionali la diffusione dei principi di non discriminazione e reciprocità. L OMC conta attualmente 159 membri di pieno diritto. L adesione nel 2001 della Cina ha rappresentato un evento epocale, per il particolare quadro politico ed economico del paese. Le adesioni più recenti sono quelle della Repubblica popolare democratica del Laos (febbraio 2013) e del Tajikistan (marzo 2013) L Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico L OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) è stata istituita nel 1960 e raggruppa 34 Stati membri, costituendo una sede dove i Governi discutono sullo sviluppo e sul perfezionamento della politica economica e sociale. I paesi membri dell OCSE sono i più ricchi del pianeta, dal momento che producono i due terzi dei beni e dei servizi mondiali. Il nucleo dei membri originali, però, si è allargato dall Europa e dal Nord America fino a comprendere il Giappone, l Australia, la Nuova Zelanda, il Messico, la Repubblica Ceca, l Ungheria, la Polonia e la Corea. Sono stati avviati inoltre molti altri contatti con il resto del

10 242 Capitolo 16 mondo attraverso progetti realizzati con i Paesi un tempo appartenenti al blocco sovietico, con i Paesi asiatici e con l America Latina. L appartenenza all OCSE vincola il Paese membro soltanto a garantire la democrazia pluralista e l economia di mercato. Attraverso l OCSE gli Stati membri mettono a confronto le proprie esperienze, cercano risposte a problemi comuni e coordinano le politiche nazionali ed internazionali al fine di costituire una rete di esperienze omogenee. Tali scambi possono condurre alla conclusione di accordi formali per esempio, regolamenti vincolanti per la libera circolazione di capitali e servizi, accordi per eliminare la corruzione o far cessare i sussidi ai costruttori navali. Ma più spesso la loro discussione è finalizzata a garantire una maggior informazione nell ambito della politica pubblica e a chiarire l impatto delle politiche nazionali sulla comunità internazionale. Gli organi dell OCSE sono: il Consiglio: è l organo decisionale dell organizzazione ed è composto da un rappresentante per ciascun Paese membro più un rappresentante della Commissione europea; i Comitati: sono circa 200 e hanno il compito di analizzare e mettere in pratica, con l ausilio del Segretariato, le decisioni assunte dal Consiglio: il Segretariato: raccoglie dati, analizza l andamento dell economia, effettua ricerche di mercato e, in generale, fornisce informazioni che sono poi oggetto di discussione presso i Comitati Gli organismi di cooperazione a base regionale L ASEAN L ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) è un associazione di cooperazione politica ed economica regionale fondata nel 1967 a Bangkok da Filippine, Indonesia, Malesia, Singapore e Thailandia, comprendente oggi anche Brunei, Laos, Myanmar, Cambogia, Vietnam. L ASEAN ha il duplice obiettivo di accelerare la crescita economica del Sud Est asiatico e di promuovere la pace e la stabilità regionale. Il più alto organo decisionale dell associazione è il Summit dei Capi di Stato e di Governo dell ASE- AN che si tiene ogni tre anni, con vertici informali negli intervalli. A livello ministeriale si tengono inoltre incontri annuali in altri ambiti funzionali quali l economia, l agricoltura, il lavoro, la finanza e l ambiente. Viste le notevoli divergenze che potenzialmente hanno sempre diviso i Paesi partecipanti, fra i meriti dell associazione spicca senz altro l abilità nel creare fra i membri un clima di fiducia e cooperazione. L ASEAN si è poi sempre adoperata per favorire il commercio intra-regionale; a tal proposito, nel 1992 ha deciso la realizzazione, in 15 anni, di una zona di libero scambio, l ASEAN Free Trade Area (AFTA). Il rigido rispetto dei principi di non interferenza negli affari interni e del metodo decisionale basato sul consenso hanno, però, costituito un limite all attività dell ASEAN come associazione di cooperazione politica ed economica L APEC L APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) è un associazione per la cooperazione economica nel Pacifico nata nel 1989 a Camberra e comprendente oggi Australia, Brunei, Canada, Filippine, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Malesia, Nuova Zelanda, Singapore, Stati Uniti, Tailandia, Cina Popolare, Hong Kong, Taiwan, Messico, Nuova Guinea, Cile, Perù, Russia e Vietnam.

11 I sistemi monetari e le organizzazioni pubbliche sovranazionali 243 L APEC si pone lo scopo di favorire il dinamismo economico del Pacifico senza però creare un blocco commerciale, tentando invece di realizzare un modello di regionalismo non discriminatorio. La presidenza dell associazione viene affidata, a rotazione annuale, ad ognuno dei Paesi membri. Le decisioni di maggior rilievo vengono adottate sulla base del consenso unanime: il modus operandi ricorda quello dell ASEAN, privo cioè di ogni elemento di sovranazionalità. Al vertice dell organizzazione si trovano i Vertici fra i Primi Ministri e gli incontri annuali fra i Ministri degli Esteri e dell Economia dei Paesi membri. All interno dell organizzazione, inoltre, si svolgono frequentemente incontri a livello ministeriale su argomenti specifici. L implementazione delle risoluzioni dei Ministri viene affidata a funzionari di alto livello che dirigono e coordinano l azione di tre Comitati Operativi e di dieci gruppi di lavoro, che svolgono la loro attività in settori specifici di cooperazione Il NAFTA Il NAFTA (North American Free Trade Agreement) è un accordo per la creazione di un mercato unico nordamericano, che è stato firmato il 17 dicembre 1992 dai presidenti degli Stati Uniti, del Messico e del Canada nelle loro rispettive capitali; è stato completato nell agosto del 93, ed entrato in vigore il 1 gennaio 1994, con la sospensione del precedente accordo bilaterale Canada- USA, vigente dal 1 gennaio Quest ultimo, siglato CUFTA (Canada-USA Free Trade Agreement), si poneva come obiettivo l eliminazione, nell arco di dieci anni, di tutte le barriere tariffarie e non-tariffarie che incidevano sui beni prodotti in Canada e USA. Con il NAFTA, il CUFTA si è potenziato coinvolgendo il Messico in questa area di libero scambio commerciale ed espandendosi verso importanti settori come quello dei servizi, degli investimenti e delle forniture per il governo. Per il Messico, in particolare, l accordo ha significato la necessità di modificare la propria politica economica, precedentemente caratterizzata dalla sostituzione delle importazioni e dalla proprietà di Stato, e la garanzia per l accesso al mercato degli USA. Per il Messico, inoltre, il NAFTA costituisce un mezzo per attirare investitori esteri e uno strumento per il suo sviluppo. La principale funzione del NAFTA è la liberalizzazione del commercio di beni. Sebbene gli Stati Membri non abbiano come scopo comune un unione economica o tariffaria, il NAFTA comprende anche i servizi e regole per gli investimenti. L accordo ha dato il via ad un unico mercato per il Nord America, nel quale sono coinvolti 365 milioni di consumatori e all interno del quale ci sono, globalmente, 8,5 trilioni di dollari di prodotto nazionale lordo eccedente. Le merci, i servizi e i capitali hanno oggi libero accesso a tutti e tre i mercati Il Mercosur Il Mercosur (Mercado Común del Sur) è una zona di integrazione economica e libera circolazione di beni e di servizi, entrata in vigore il 1 gennaio 1995, che include l Argentina, il Brasile, il Paraguay, l Uruguay e il Venezuela. I paesi membri si sono impegnati ad eliminare progressivamente i dazi applicati sulle merci provenienti dai paesi membri nonché le barriere non doganali, come le leggi protezionistiche sui prodotti nazionali o le agevolazioni fiscali riservate a determinate industrie, che escludevano dal mercato le merci di importazione. L accordo prevedeva inoltre che venisse fissato un dazio esterno comune per l importazione dei prodotti da paesi terzi. Il flusso commerciale nell ambito del Mercosur ha fatto un notevole balzo in avanti specialmente nel settore delle automobili, dei macchinari agricoli, nel settore tessile, dei latticini e dei carburanti. Nell aprile del 1998 il Mercosur ha firmato un accordo quadro con il Patto Andino formato da Bolivia, Ecuador, Perú, Venezuela e Colombia in vista della creazione di un nuovo blocco

12 244 Capitolo 16 che consenta a questi paesi di trattare con gli Stati Uniti da una posizione più favorevole la formazione della zona di libero scambio delle tre Americhe Il BSEC Il BSEC (Black Sea Economic Cooperation) è un accordo di cooperazione internazionale firmato nel 1992 ed al quale aderiscono attualmente 12 Paesi gravanti nell area del Mar Nero o nelle sue immediate vicinanze (Albania, Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Georgia, Grecia, Moldavia, Romania, Russia, Serbia, Turchia e Ucraina). Scopo dell organizzazione, che ha sede a Istanbul, è quello di favorire la cooperazione economica e politica in un area particolarmente strategica per la presenza di petrolio e di gas naturale. Esercizi e problemi 1. Quali elementi determinano il fallimento del gold standard? 2. Quale Paese assunse un ruolo centrale nel gold exchange standard? 3. Cosa s intende con l espressione «fluttuazione sporca»? 4. Quali cambiamenti comportò l unione monetaria nei paesi aderenti alla Comunità Europea? 5. Quali organismi internazionali nacquero in seguito agli accordi di Button Woods? 6. Quali sono i compiti del Fondo Monetario Internazionale (FMI)? 7. Quale organismo internazionale si occupa di promuovere il commercio internazionale? 8. Quali requisiti dovevano avere, in base al trattato di Maastricht, i Paesi che intendevano adottare l euro? 9. Quali funzioni sono svolte dall Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)? 10. Quali sono i più importanti organismi internazionali di cooperazione a base regionale?

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