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1 COMUNE DI LOIRI PORTO SAN PAOLO SERVIZIO DEI LAVORI PUBBLICI PROGETTO PRELIMINARE OT002A/10 COMUNI DI BALLAO, BUDONI, CARDEDU, ELINI, LOIRI PORTO S. PAOLO, PADRU, S. TEODORO, SINISCOLA INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO REALIZZAZIONE DELLE OPERE DI ARGINATURA E DIFESA SPONDALE DEL RIO SCALAMALA NEL CENTRO ABITATO DI PORTO SAN PAOLO RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA

2 RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA Introduzione Il Comune di Loiri-Porto San Paolo (OT), a seguito delle conseguenze dell alluvione del 24 Settembre 2009, ha ritenuto di elaborare uno Studio di fattibilità riguardante Interventi di regimazione e messa in sicurezza del Rio La Toa in seguito denominato Rio Scalamala così come identificato nella cartografia allegata al progetto. Con riferimento alle problematiche evidenziate da tale studio, l Amministrazione comunale è divenuta beneficiaria di finanziamento ed è stata delegata dal Commissario Straordinario Delegato (Ordinanza n. 98/3 del 7 febbraio 2013), ai sensi del DPCM , alla progettazione preliminare corredata di Capitolato Speciale Descrittivo e Prestazionale, da porre a base di gara di un appalto integrato ai sensi dell art. 53, comma 2, lettera c) del D.Lgs. n 163/2006 e ssmmii. Gli interventi in progetto riguardano la Realizzazione delle opere di arginatura e difesa spondale del Rio Scalamala nel centro abitato di Porto San Paolo. In particolare il progetto si riferisce agli ultimi 2,5 km del Rio Scalamala, nel tratto urbano, oggetto di interventi già in passato. In particolare il rio ha subito due interventi che ne hanno modificato le sponde. L opera, progettata nel 1991 per la messa in sicurezza idraulica del centro abitato, ha una lunghezza complessiva di circa 700 m: i primi 360 m sino al ponte di via Pertini con sezione trasversale trapezia (base minore 6 m, maggiore circa 13,5 m, altezza circa 2,0-2,5 m) e pendenza di scorrimento pari a 1,5%; tra il ponte di via Pertini e quello della statale SS125 (circa 190 m), la sezione tipo è rettangolare con larghezza 8 m e altezza circa 2,0-2,5 m e pendenza attorno al 1,5%; poco a valle del ponte della SS 125, in corrispondenza di una accentuata curva verso destra, la sezione tipologica è nuovamente trapezia per oltre 150 m, con geometrie analoghe al primo tratto ma pendenza aumentata al 2%. I suddetti interventi non sono però riusciti ad eliminare completamente il rischio idrogeologico. A seguito del finanziamento ricevuto è stato possibile analizzare nel dettaglio, anche se in via preliminare, l'ammontare economico necessario per eliminare in maniera significativa i rischi idrogeologici. Il finanziamento accordato dalla Regione Autonoma della Sardegna, pari a ,00 euro. Di seguito viene inserito il quadro economico del progetto preliminare nel quale si è cercato di risolvere le problematiche individuate in questa fase progettuale.

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4 Interventi scelti per la mitigazione del rischio Gli interventi necessari per la mitigazione del rischio rilevato in ordine di importanza, sono rappresentati graficamente nella tavola grafica 4.1 e si riferiscono a: 1. INTERVENTO spostamento della condotta in ghisa situata in prossimità del ponte sulla S.S. 125 come nella foto sotto raffigurata: Foto 1, condotta in ghisa vista verso monte dal ponte sulla S.S. 125 Tale condotta e, in particolare il pilastro di sostegno, hanno creato in caso di forti piogge un ostacolo al corretto deflusso delle acque, permettendo ai materiali trasportati dalla corrente di fermarsi e costituire una diga. Questo ha provocato, in alcuni casi, un rapido innalzamento del flusso delle acque che ha lambito l'estremità superiore del bordo del canale fino quasi ad esondare; 2. INTERVENTO 1.0 e parziale demolizione del banco di granito (Foto 2) situato in prossimità del capannone rimessaggio imbarcazioni. Tale banco di roccia provoca un notevole restringimento della sezione del rio causando al contempo un'accelerazione del flusso delle acque ed un innalzamento del pelo libero. Già nell'evento del 2009 l'acqua ha superato gli argini e ha invaso il piazzale delle attività situato a lato del rio, spostando dei container presenti nell'area. Inoltre come

5 si può notare nelle foto 3 e 4 il passaggio dell'acqua sta erodendo le rive del fiume provocando nel contempo il trasporto verso valle di materiali inerti di dimensioni significative. Foto 2, banco di roccia Foto 3, dilavamento delle sponde del canale in terra sul lato sinistro

6 Foto 4, dilavamento della sponda sinistra. Da quanto sopra descritto ne discende la necessità di proteggere le sponde in terreno naturale del rio, nelle zone in cui è maggiore l'erosione, con una protezione realizzata in massi ciclopici; 3. INTERVENTO 2.1, 2.2 e realizzazione di una difesa spondale in sinistra e in destra di invito e collegamento al canale trapezio esistente; 4. INTERVENTO manutenzione straordinaria del primo tratto del canale a sezione trapezia, per circa 80 m, subito a valle del ponte sulla S.S Tale manutenzione interessa un primo tratto di circa 35 m in cui il fondo del canale è stato completamente demolito dalla forza dell'acqua, come si evince dalla foto 5 e un secondo tratto di circa 45 m in cui il fondo è completamente ammalorato, come si evince dalla foto 6. Inoltre a causa dell'assenza del fondo del canale l'acqua sta erodendo la base delle sponde del canale stesso (foto 5). Ciò provocherà in un tempo relativamente breve, il collasso ed il crollo delle sponde stesse con successiva erosione del terreno sottostante con notevole trasporto di materiale verso valle che accumulandosi potrebbere creare ulteriori problemi.

7 Foto 5, tratto di circa 35 m senza fondo. Foto 6, tratto di circa 45 m con il fondo del canale completamente ammalorato

8 5. INTERVENTO 5.1, 5.2, e sistemazione del tratto terminale del canale a sezione trapezia oltre la SS 125, demolendo la parte ammalorata come visibibile nelle sottostanti foto 7 e 8. Foto 7, parte terminale del canale a sezione trapezia. Foto 8, pavimentazione parzialmente demolita nel tratto terminale del canale a sezione trapezia. 6. INTERVENTO 6.1, pulizia dell'alveo dalla vegetazione, sia nel tratto di monte, compreso tra il capannone per rimessaggio imbarcazioni e l'inizio del canale a sezione trapezia, sia nel primo tratto oltre la fine del canale a valle della S.S. 125, sempre a sezione trapezia e la confluenza con il Rio Frigni (o come riportato nelle

9 vecchie carte topografiche Rio di Li Stazzi Vecchi). Tale manutenzione è necessaria per il corretto deflusso delle acque, poiché la vegetazione presente all'interno dell'alveo costituisce una barriera che costringe il rio ad esondare. Nella foto 7 sono ben visibili le caratteristiche della vegetazione presente all'interno del rio. Da tale foto si può notare come la presenza di alberi di alto fusto dimostrino che non viene effettuata manutenzione all'interno del rio da molti anni. Foto 9, caratteristiche della vegetazione all'interno dell'alveo 7. INTERVENTO 4.1 realizzazione di muro di difesa arginale contro la possibile esondazione come si evince dalla tavola grafica 3.0. Soluzioni progettuali Di seguito vengono via via analizzati i punti presi precedentemente in considerazione: 1) Spostamento della condotta in ghisa. In questo caso le scelte progettuali si possono considerare obbligate in quanto il primo punto utile in cui si possono riversare i liquami fognari si trova oltre la S.S. 125 a circa 100 metri dal canale. Per questo si è scelto di realizzare una stazione di sollevamento che, tramite un sistema di pompaggio, porti le acque reflue nel pozzetto esistente oltre la statale. Nell'attraversamento della statale 125 la

10 tubazione incontra le reti Enel, Telecom, Abbanoa, acque bianche, illuminazione pubblica, fibra ottica. Per questo in fase di progetto definitivo l'impresa vincitrice l'appalto dovrà richiedere le necessarie autorizzazioni agli Enti gestori; 2) eliminazione del banco di granito situato nei pressi del capannone rimessaggio imbarcazioni e protezione spondale in sinistra. Per l'eliminazione del banco di granito è previsto l'uso delle mine poiché a seguito di analisi sclerometrica la prova ha riscontrato la presenza di Rocce molto resistenti (grado R5-Resistenza alla compressione uniassiale pari a Mpa). Per maggiori informazione si veda la relazione geotecnica e quella geologica allegata al progetto. Per la protezione della sponda si è scelto l'uso di scogliere in grossi massi ciclopici rinverdita, con massi di pezzatura minima pari a 1,0 m 3. In un primo momento la scelta era caduta sui gabbioni a scatola ma si è preferito l'uso dei massi ciclopici per una migliore stabilizzazione delle sponde, una maggiore garanzia di resistenza nel tempo e un aspetto più gradevole e meno impattante dal punto di vista ambientale. Infatti i gabbioni a scatola non sempre garantiscono la durata nel tempo, soprattutto quando la pezzatura degli inerti non è sufficiente e quando questi non vengono sistemati a mano ma, come spesso succede, a macchina. Inoltre col tempo la struttura metallica di contenimento si rompe permettendo la fuoriuscita degli inerti. Infine questa soluzione è sicuramente più impattante dal punto di vista ambientale. Particolare attenzione dovrà essere posta nel posizionamento e nella scelta delle caratteristiche e della colorazione dei massi. 3) Realizzazione di una difesa spondale in sinistra e in destra di invito e collegamento al canale trapezio esistente. Vale quanto detto nella seconda parte del punto precedente in ordine alla scelta del materiale per la realizzazione delle sponde e del fondo del canale. Inoltre per evitare che una parte delle acque di scorrimento possano fuoriuscire di lato alla sponda destra è necessario ripristinare la parte di materiale che è stato trascinato via dall'acqua; 4) ripristino del primo tratto del canale a sezione trapezia. In questo caso il tipo di ripristino è una scelta quasi obbligata poiché si tratta del primo tratto del canale, per una lunghezza di circa 80 m, subito a valle del ponte sulla S.S Tale manutenzione interessa un primo tratto di circa 35 m in cui il fondo del canale è stato completamente demolito dalla forza dell'acqua,

11 probabilmente a causa delle variazioni del flusso dovuto al cambio di sezione (passaggio da sezione rettangolare a sezione trapezia). Nel secondo tratto sarà necessario demolire la parte ammalorata prima del suo ripristino. Il materiale demolito andrà poi inviato a discarica controllata. Particolare attenzione dovrà essere posta nel collegamento fra la parte piana del fondo e quella inclinata delle sponde. Infatti attualmente, a causa dell'assenza del fondo del canale, l'acqua sta erodendo la base delle sponde del canale stesso. Ciò provocherà in un tempo relativamente breve, il collasso delle sponde stesse con successiva erosione del terreno circostante e notevole trasporto di materiale verso valle. Anche in questo caso è stato scartato, per le stesse motivazione descritte nel punto 3), l'uso dei materassi a scatola. 5) Nella parte terminale del canale, sul lato destro, il tratto inclinato ha ceduto probabilmente a causa della forza dell'acqua. Per questo è previsto che la parte mancante e quella ammalorata vengano rifatte. Inoltre per evitare che nel futuro si abbiano problemi alla parte terminale viene aggiunta una striscia larga due metri con spessore 30 cm in cca, completato con un tratto di cinque metri realizzato in massi ciclopici cos'ì come meglio schematizzato nei particolari dal 5.0 al 5.5 della tav. grafica n 5. 6) pulizia dell'alveo dalla vegetazione infestante. Anche in questo caso la scelta è obbligata. Infatti è da realizzarsi sia nel tratto di monte compreso tra il capannone per rimessaggio imbarcazioni e l'inizio del canale a sezione trapezia, sia nel primo tratto a valle oltre la fine del canale, sempre a sezione trapezia e la confluenza con il Rio Frigni. Infatti la manutenzione è necessaria per il corretto deflusso delle acque, poiché la vegetazione, anche di alto fusto, presente all'interno dell'alveo, costituisce una barriera che, in caso di abbondanti piogge, può costringere il rio ad esondare. Tutto il materiale vegetale presente in alveo dovrà essere estirpato ove possibile, per evitare la sua ricrescita in tempi brevi, macinato in loco e successivamente trasportato e conferito a discarica autorizzata. 7) realizzazione di muro di difesa arginale contro la possibile esondazione. Subito a valle del ponte sulla SS 125 verranno realizzati due muri di protezione in c.c.a. alti 1,0 m di lato agli argini esistenti. Tali muri di lunghezza pari a 50 m sul lato dx e 40 m sul lato sx hanno lo scopo di proteggere gli edifici presenti sui due lati da una possibile esondazione nel caso di piena eccezionale. Si tenga conto che già nelle precedenti piene l'acqua ha raggiunto e superato in alcuni punti gli attuali

12 argini, anche se non sono stati rilevati danni visibili. Scavi Da un'analisi effettuata in loco risulta che le sponde del Rio Scalamala, nel suo tratto naturale a monte dell attuale canalizzazione rivestita, sono caratterizzate da terreni essenzialmente detritici in cui vi è una parte di conglomerati con matrice ghiaiosa e sabbiosa e in taluni casi roccioso, mentre il fondo alveo risulta essere (da monte a valle) talora roccioso, talaltra con sedimenti intermittenti e, infine, totalmente caratterizzato da sedimenti. In conseguenza di ciò si è ritenuto opportuno che circa il 40% degli scavi per il posizionamento dei massi ciclopici sia affettuato su roccia, mentre il restante 60% su terreno compatto misto a rocce tenere. Sono terreni comunque rippabili ovvero scavabili con escavatore (preferibilmente a cucchiaio rovescio). La profondità di scavo varia in funzione delle dimensione del masso usato, ma non superiore al metro. A valle della canalizzazione oltre la S. S. 125, l alveo e le sponde, in particolare la sponda Dx, contiene materiali di risulta e rifiuti da demolizione. Poiché questi materiali potrebbero influenzare il normale deflusso delle acque è previsto il loro allontanamento e successivo trasporto e conferimento in discarica autorizzata. Attività di cantiere e durata dei lavori Inquadramento generale e fasizzazione La realizzazione delle opere in progetto potrà essere suddivisa in fasi funzionali consecutive oppure, in ragione della vicinanza dei siti di intervento, i lavori potranno essere realizzati contemporaneamente da più squadre specializzate con la finalità di ottimizzare i tempi e la movimentazioni dei materiali necessari alle varie lavorazioni. Il cronoprogramma delle attività (in particolar modo la fase di escavazione in alveo) dovrà tener conto del regime idrologico della Regione Sardegna, che evidenzia picchi di pioggia più intensi nel periodo autunnale-invernale. A tal fine sarebbe opportuno limitare gli interventi da realizzarsi in alveo durante gli ultimi mesi dell anno, favorendo tale fase nel periodo primaverile-estivo. Fasi di intervento: accantieramento (recinzione area di cantiere, segnaletica, installazione baracche ufficio e servizi sanitari-logistico-assistenziali, postazioni fisse lavoro e deposito,

13 piste e rampe, area stoccaggio temporaneo inerti, etc); scavo/disalveo foce per manutenzione straordinaria e creazione strade di accesso; adeguamento sottoservizi: condotte fognature, impianto sollevamento fognario, etc.; demolizione lastre cls ammalorate e rifacimento rivestimento; realizzazione delle difese spondali; ripristino stato dei luoghi; rimozione cantiere. Durata dei lavori Per la realizzazione degli interventi previsti nel I stralcio funzionale dei lavori, è prevista una durata complessiva dei lavori a 150 gg. naturali consecutivi, oltre al tempo necessario per la progettazione definitiva ed esecutiva e alle necessarie autorizzazioni. Interferenze con sottoservizi Dall analisi dello stato di fatto, la natura degli interventi previsti e le tipologie di lavorazioni adottate non dovrebbero determinare particolari problemi di interferenze con i sottoservizi esistenti. Da ciò è escluso lo spostamento della rete fognaria, in particolare nel passaggio oltre la Statale 125, dove vi sono possibili l interferenze con linee interrate inerenti il passaggio di reti infrastrutturali. Particolare attenzione tuttavia si dovrà prestare alle eventuali interferenze con le rete ENEL, Abbanoa, Telecom, fibra ottica, illuminazione pubblica, acque nere ecc., così come meglio definite nella tavola 3.1 allagata al progetto. Come può notarsi le reti infrastrutturali non dovranno essere in alcun modo spostate poiché la linea fognaria, essendo in pressione, potrà passare al di sopra o nel caso al di sotto delle reti esistenti. Elenco prezzi unitari Per la redazione del calcolo sommario della spesa per la realizzazione degli interventi, si è utilizzato come base di riferimento il Prezzario Regionale dei Lavori Pubblici della Regione Sardegna redatto dall Assessorato ai Lavori Pubblici, attualmente in vigore. Tutti i prezzi riportati sono comprensivi di spese e utili per l impresa e non comprendono l IVA. In particolare l incidenza del trasporto, per l approvvigionamento degli inerti nell ambito del cantiere, tiene conto di distanze dalle cave di prestito ordinario e, comunque, in ambito provinciale ove non diversamente indicato.

14 Indennizzi per esproprio ed occupazione temporanea dei terreni Gli interventi non prevedono l esproprio di aree private, essendo realizzate in sedime demaniale. Per le parti di argine di protezione che al contrario ricadono in aree private è state effettuata un cessione di tali aree. Nell'eventualità sia necessario un indennizzo generale per occupazione temporanea per l esecuzione dei lavori si potranno utilizzare i fondi che, nel quadro economico, sono stati destinati agli imprevisti. Cave di prestito Per quanto riguarda l'approvvigionamento dei massi ciclopici per la realizzazione delle sponde del Rio si può far riferimento al Piano Regionale Aziende Estrattive della Regione Sardegna (PRAE SARDEGNA) in cui sono indicate le cave autorizzate dalle quali è possibile acquisire il materiale e di cui di seguito viene presentato un estratto. Nei seguenti link si possono visualizzare tutte le informazioni sotto riportate:

15 Cave Ovest Gallura

16 Cave Est Gallura

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