Giovanni Bellini, Trasfigurazione, 1455, Venezia, Museo Correr

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1 GIOVANNI BELLINI Giovanni Bellini (Venezia ca ), noto anche con il nome di Giambellino, è uno dei principali innovatori della pittura veneziana, introducendo nell ambiente lagunare le novità dell arte rinascimentale. Figlio del pittore Jacopo, costituisce, insieme al fratello Gentile, la più importante famiglia di pittori di Venezia, tra l altro imparentata anche con Andrea Mantenga che sposò una sorella di Giovanni Bellini. Il padre era stato allievo di Gentile da Fabriano e nella sua pittura sono chiaramente ravvisabili gli elementi stilistici tardo gotici che, del resto, sono presenti in quasi tutta la pittura veneta del tempo. Giovanni Bellini partendo da questi elementi tordo gotici, riesce a fare una sintesi originale con il senso della spazialità rinascimentale appreso dal Mantenga. Ma il risultato al quale perviene è decisamente originale e alla base della futura pittura veneziana del Cinquecento. Ciò che lui ottiene è una pittura in cui il colore e la luce creano un effetto di spazialità nuovo, senza far ricorso alle architetture in prospettiva né alle sfumature leonardesche. Semplicemente i piani si staccano tra loro perché hanno un diverso grado di luminosità. Figure chiare su sfondi scuri o viceversa, in modo che l occhio è naturalmente portato a percepire ciò che è avanti o indietro per il semplice fatto che cambia il tono del colore. Da questa svolta stilistica dell arte di Giovanni Bellini ha inizio la grande pittura veneziana, una pittura fatta di colore e di luce, che verrà poi proseguita da Giorgione e da Tiziano. OPERE Trasfigurazione Giovanni Bellini, Trasfigurazione, 1455, Venezia, Museo Correr

2 Giovanni Bellini ha avuto una produzione artistica molto vasta e protratta nel tempo. Nell evoluzione del suo linguaggio pittorico si colgono i segni della grande evoluzione della pittura veneziana che passa progressivamente dalle eleganze lineari tardo gotiche alla tridimensionalità rinascimentale con in più la grande sensibilità colorista dei veneti. In questa opera giovanile l immagine ha ancora una costruzione per linee, ma lo stile è mutuato più dalla pittura nordica coeva che da quella tardo gotica italiana. Inequivocabile è anche l espressionismo pietistico dei volti, che sarà una costante di molta produzione del Bellini negli anni successivi. La scena non ha ancora le atmosfere tonali tipiche della sua pittura successiva. L illuminazione si diffonde in maniera omogenea, ma crea una zona di penombra nel prato in primo piano, sul quale giace san Giovanni apostolo, e nel paesaggio sulla sinistra. C è quindi già in embrione quella sensibilità tonale che diventerà la caratteristica principale della pittura veneta del secolo successivo. Trittico dei Frari Giovanni Bellini, Trittico dei Frari, 1488, Venezia, Chiesa dei Frari In questa pala d altare, realizzata per la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Giovanni Bellini mostra di aver raggiunto nuove conquiste stilistiche in linea con la piena maturazione dell arte rinascimentale di quegli anni. Il trittico è una composizione unitaria in cui cornice lignea intagliata e dorata costituisce un

3 tutt uno con l immagine pittorica che contiene. La prospettiva unifica tutto lo spazio oltre i pilastri, sia quello centrale, dove è collocato il trono con la Madonna e il Bambino, sia quelli laterali, dove sono collocati a sinistra san Nicola e san Pietro e a destra san Marco e san Benedetto. L ispirazione alla pala di san Zeno di Andrea Mantegna è fin troppo evidente, soprattutto per l unificazione dei tre spazi oltre le colonne. Ma in questa opera di Giovanni Bellini c è una tridimensionalità più evidente data soprattutto da una maggiore attenzione alla luce che, con le valenze tonali del colore, riesce a staccare con più forza i piani dell immagine. L effetto appare molto evidente soprattutto nel pannello centrale, dove la figura della Madonna sembra staccarsi con grande evidenza dall abside retrostante. Da notare anche l effetto illusionistico di questo spazio chiuso, che si apre all esterno in due sottili strisce, nelle quali si vede un piccolo frammento di paesaggio. Sacra allegoria Giovanni Bellini, Sacra allegoria, , Firenze, Uffizi Tra le opere di Giovanni Bellini, questa rimane una delle più enigmatiche, sia per il significato, sia per il periodo e l occasione della sua realizzazione. Evidente è la somiglianza con il posteriore stile del primo Giorgione, somiglianza che aveva in primo momento fatto attribuire l opera a quest ultimo. Se non ci sono dubbi, oggi, sulla paternità dell opera, molti dubbi rimangono sul suo significato, che non doveva essere casuale, attesa anche la grande propensione, nella pittura veneziana di quegli anni, di utilizzare le opere d arte per significati metaforici. L insieme è quella che normalmente viene definita una sacra conversazione, cioè un insieme di figure religiose tra cui compare sempre la Madonna. In questo caso non è facile riconoscere tutte le figure della scena. Sulla

4 destra ci sono di certo san Sebastiano e Giobbe. Oltre il parapetto le due figure di santi dovrebbero essere san Pietro e san Paolo. Non facilmente identificabili sono invece le due figure femminili, vicino la Madonna, e i quattro bambini che al centro giocano con l alberello e i suoi frutti. Proporre un interpretazione appare arduo, anche perché è di incerto significato il perché il cancello del recinto sacro sia aperto, mentre alcune figure siano oltre la balaustra. La spiegazione più immediata è che questa sacra conversazione in un recinto chiuso sia una metafora dello sviluppo storico della religione cristiana. L opera è nettamente divisa in due parti, quella inferiore con la scena sacra, quella superiore con il paesaggio. Il contrasto è dato dalle linee geometriche molto regolari della parte inferiore, in opposizione alla irregolarità del paesaggio naturale. Ma la scena ha un aspetto unitario, risultando tutto coerente con la unicità del punto di vista, ma soprattutto grazie alla calibrazione dei toni luministici di ogni singolo dettaglio. Madonna del Prato Giovanni Bellini, Madonna del Prato, 1505, Londra, National Gallery Nella produzione di Giovanni Bellini un posto notevole è occupato dal soggetto della Madonna con il Bambino. Si tratta sempre di immagini di grande dolcezza, non prive, come in questo caso, di una nota di malinconia. La singolarità di questa, una delle più belle opere del Bellini, è di aver inserito l immagine della Madonna e del Bambino sullo sfondo di un paesaggio naturale, rappresentato con grande attenzione e cura, da divenire parte non secondaria dell intera immagine.

5 L immagine, originariamente dipinta su legno, è stata in seguito trasportata su tela, causando alcune cadute di colore. Tuttavia, nonostante l alterazione cromatica, soprattutto sul mantello della Madonna, il quadro risulta di una perfetta armonia di luce e colore. Il paesaggio, reso con grande cura, trasmette una sensazione di serenità e quiete. Singolare è la posizione abbandonata del Bambino ad occhi chiusi. La sua posa è molto simile a quello della Pietà, dando quindi all immagine la malinconia della consapevolezza del destino al quale il Bambino è chiamato.