Evoluzione e dimensione del settore agricolo in Puglia

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1 Evoluzione e dimensione del settore agricolo in Puglia 1. Introduzione La presente nota intende evidenziare il dimensionamento e l evoluzione del settore agricolo in Puglia. Le elaborazioni sono prodotte in funzione del datawarehouse fornito dall Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), organismo incorporato nel Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA), che ha assunto la denominazione di Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. I dati sono incrociati ed integrati con quelli forniti dall ISTAT e relativi al valore aggiunto dell economia complessiva e del comparto agricolo nel suo insieme. L analisi propone un confronto tra il panorama regionale, il contesto delle ripartizioni territoriali (Mezzogiorno, Centro, Nord) e l Italia, prendendo in considerazione la produzione agricola per gruppi di prodotti e per valore aggiunto, gli interventi pubblici nel settore primario, il mercato del lavoro del comparto in oggetto, le quotazioni dei terreni agricoli e le colture per valore della produzione. Con riferimento a quest ultima sezione, viene analizzato il posizionamento della Puglia nel confronto con tutte le altre regioni italiane. 2. Produzione agricola e valore aggiunto per branca Rispetto al valore aggiunto totale dell economia pugliese, pari a circa 60,9 miliardi nel 2014, il settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca) ne rappresenta circa il 3%, in analogia con il contesto meridionale (3% circa su un valore aggiunto complessivo di 318,5 miliardi), e circa il doppio delle incidenze rilevate nel Centro (1,4%) e nel Nord (1,7) del Paese, per il quale, su un valore aggiunto di miliardi di euro, il comparto primario pesa in misura dell 1,9% del totale (per l anno 2014 è pari a 28,1 miliardi di euro). Pari a circa il 7% del dato nazionale è il valore aggiunto agricolo della Puglia (2,1 miliardi), che - a sua volta - rappresenta 1/5 del valore aggiunto meridionale. Osservando la classificazione per specifica branca, la quota preponderante è rappresentata dall agricoltura, che costituisce oltre i 9/10 del totale per tutte le ripartizioni territoriali considerate. È intuibile che nelle regioni settentrionali del Paese, l incidenza della pesca sia abbastanza contenuta (2,9%) rispetto alla Puglia, ove

2 Nota tecnica n quasi il 10% del valore aggiunto è assorbito da tale attività. Al contrario, quasi assenti in Puglia sono le attività di silvicoltura, il cui valore aggiunto costituisce appena lo 0,2% del totale. Fig. 1 Valore aggiunto totale per ripartizione (nel riquadro sotto il grafico) e incidenza del valore aggiunto del settore agricolo sul valore aggiunto totale Anno 2014 (valori percentuali e milioni di euro). 3,80 3,30 2,80 0,33 0,01 Agricoltura Silvicoltura Pesca 0,22 0,03 % 2,30 1,80 1,30 0,80 0,10 3,11 3,04 0,03 0,05 0,02 0,07 0,05 1,64 1,90 1, , , , , ,6 Valore Aggiunto Totale 2014 (milioni di euro) Fonte: ISTAT. Elaborazioni e stime IPRES (2016). Fig. 2 Valore aggiunto per ripartizione (nel riquadro), anno 2014 (milioni di euro*). Incidenza percentuale** (calcolata come media del periodo ) del valore aggiunto del settore agricolo, per branca e ripartizione (valori percentuali). % 98% 96% 94% 92% 90% 88% 86% 84% 82% 80% Agricoltura Silvicoltura Pesca 2,9 4,9 4,7 6,7 1,3 9,6 1,5 1,0 3,2 0,2 95,8 93,7 92,2 91,9 90, , , , , ,9 Valore Aggiunto 2014 (milioni di euro) *Fonte: ISTAT. Elaborazioni IPRES (2016). ** Fonte: INEA. Elaborazioni e stime IPRES (2016).

3 Nota tecnica n La rappresentazione per numeri indice del valore aggiunto dell agricoltura nel periodo , evidenzia, a livello regionale, un andamento decrescente che si protrae sino al 2009, anno a seguito del quale si assiste ad una ripresa, che porta il valore aggiunto pugliese a valori prossimi, sebbene inferiori, a quelli del Fig. 3 - Valore aggiunto del settore agricolo per ripartizione Anni (numeri indice) Fonte: ISTAT. Elaborazioni e stime IPRES (2016) Fig. 4 Andamento del valore corrente e delle quantità della produzione agricola per ripartizione. Anni (numeri indice). Valore Quantità Puglia Mezzogioro Centro Nord Italia I grafici relativi all andamento della produzione, riportano in numeri indice, il valore e le quantità della produzione agricola rilevate nel periodo La performance della Puglia risulta inferiore rispetto a quella delle altre ripartizioni considerate: con riferimento al valore della produzione, si assiste ad una contrazione

4 Nota tecnica n (-15 punti percentuali circa) fino al 2009, anno a seguito del quale, la Puglia recupera il terreno perso (+24 punti percentuali), riportando la propria produzione a livelli nettamente superiori a quelli iniziali e prossimi a quelli di altre ripartizioni. Diverso risulta, invece, l andamento delle quantità prodotte, il cui andamento è decrescente in tutte le ripartizioni considerate ed in particolar modo in Puglia e nel Mezzogiorno, che, tra il 2000 e il 2013, perdono rispettivamente 19 e 15 punti percentuali a fronte di -8 punti rilevati a livello nazionale. 3. Il sostegno pubblico al settore agricolo Se nel periodo la media annua degli stanziamenti, intesi come attività di spesa della Regione a favore del settore agricolo, è stata pari a circa 228 milioni di euro, nel corso dell'ultimo decennio si è manifestata una chiara flessione. A fronte di un picco di 432 milioni nel 2006, parrebbe che il periodo della crisi abbia accentuato una calo che - per il vero - inizia a manifestarsi già nel 2007, allorquando si registra un taglio di circa 210 milioni di euro e l indicatore si porta a 218 milioni. Nel lustro successivo gli stanziamenti si riducono drasticamente per giungere a circa 30 milioni di euro nel L'ultimo anno disponibile (2012) lascia intuire un a certa ripresa, facendo assestare la voce a circa 113 milioni. I pagamenti evidenziano una variabilità più contenuta, sebbene il trend del periodo sia comunque decrescente: dai circa 250 milioni del 2000, si passa, infatti, ai 76 del 2012, a seguito del valore minimo registrato nel 2010, pari a 42 milioni di euro. Fig. 5 Puglia: stanziamenti e pagamenti a favore del settore agricolo Anni (migliaia di euro). Migliaia di euro Stanziamenti Pagamenti

5 Nota tecnica n Osservando nel dettaglio la ripartizione degli stanziamenti, è interessante notare le rilevanti modifiche intercorse tra il 2000 ed il Atteso che si passa da una dotazione assoluta di 251 a 113 milioni di euro, in termini percentuali, le infrastrutture riconducibili al settore primario, che nel 2000 pesavano per il 40,6%, nel 2012 si abbattono ad un decimo (4,3%), mentre gli aiuti alla gestione aziendale, che nel 2000 coprivano il 28% circa del totale degli stanziamenti, nel 2012 incidono per il 4,1%. Le voci che nel tempo hanno accresciuto la propria incidenza sono quelle riguardanti le spese per strutture di trasformazione e commercializzazione (che dal 3% si portano al 25,6%) e le altre spese connesse con il settore agricolo, che nel 2000 erano marginali, mentre nel 2012 rappresentano il 50% del totale (incremento dovuto al crescente peso che negli anni hanno acquisito gli investimenti nel comparto agrituristico). Fig. 6 Puglia: stanziamenti a favore del settore agricolo per attività Anni 2000 e 2012 (percentuali rispetto al totale annuale) ,6 50, ,6 27, ,2 0,9 11,3 1,5 1,7 2,3 2,9 4,1 6,7 6,5 4,3 4,2 3,8 1, L analisi degli stanziamenti e pagamenti pro-capite a favore del settore agricolo per territorio oggetto della presente analisi, lascia evidenziare una situazione di svantaggio per l agricoltura pugliese: il dato degli stanziamenti a favore del settore primario in Puglia è di 28 euro pro-capite a fronte di un ammontare triplo quotato per il Mezzogiorno nel suo complesso (78 euro), e di 51 euro registrato a livello medio nazionale.

6 Nota tecnica n Fig. 7 Stanziamenti e pagamenti a favore del settore agricolo per ripartizione. Anno 2012 (valore pro-capite in euro, asse sx, e valore assoluto in migliaia di euro, asse dx). Euro ,0 18,9 78,3 56,0 43,9 35,4 14,0 27,3 51,9 34, Migliaia di euro Stanziamenti pro capite Stanziamenti Val.Assoluto Pagamenti pro capite Pagamenti Val.Assoluto Con riferimento all ultimo anno disponibile, interessanti spunti di riflessione provengono dalla lettura degli stanziamenti e dei pagamenti pro-capite per tipologia di spesa. Fatto pari a il totale per singolo territorio, la Puglia mostra l incidenza più elevata (50,7% degli stanziamenti ed addirittura il 74,1% dei pagamenti) per la voce Altro, che concerne in massima parte il comparto agrituristico. Parimenti, molto distante dalle omologhe quote ripartizionali è la voce di spesa connessa agli stanziamenti per le strutture di trasformazione e commercializzazione: se, infatti, in Puglia, tali spese pesano per circa un quarto del totale stanziato per il settore agricolo, nel Mezzogiorno solo il 2% è a favore di tale categoria. Per altro verso, gli aiuti alla gestione aziendale vedono una proporzione del 4% in Puglia e del 29% nel Mezzogiorno. Non di secondaria importanza è il fatto che, la massima incidenza relativa, nelle regioni settentrionali, riguardi gli stanziamenti per gli investimenti aziendali (22,6%) a fronte di una quota del 6,5% rilevabile per la Puglia. Passando all osservazione dei pagamenti, la forbice tra le scelte allocative regionali e delle altre ripartizioni si incrementa ulteriormente, tanto che, in Puglia, oltre il 70% viene pagato alla categoria altro, mentre per gli investimenti e gli aiuti alla gestione aziendale non si supera il 7%, in netta divergenza rispetto al Mezzogiorno ed al Paese, dove queste ultime due voci coprono circa il 30% dei pagamenti a sostegno del settore.

7 Nota tecnica n Fig. 8 - Stanziamenti pro-capite a favore del settore agricolo per ripartizione e tipologia di spesa. Anno 2012 (percentuali sul totale della ripartizione). % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 50,7 1,8 4,3 6,5 4,1 6,5 34,6 6,3 11,2 23,8 8,3 42,9 28,9 1,9 23,0 1,8 25,6 13,6 13,8 1,9 1,9 1,4 1,1 5,4 5,3 7,2 1,5 2,3 1,7 1,6 11,0 3,2 4,2 2,5 6,0 2,1 10,3 14,1 22,6 22,4 8,0 22,7 14,8 15,1 Ricerca e sperimentazione Promozione e marketing Aiuti alla gestione aziendale Infrastrutture Altro Assistenza tecnica Strutture di trasformazione e commercializzazione Investimenti aziendali Attività forestali Fig. 9 - Pagamenti pro-capite a favore del settore agricolo per ripartizione e tipologia di spesa. Anno 2012 (percentuali sul totale della ripartizione). % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 74,1 6,9 37,5 9,7 6,5 29,0 18,1 22,6 23,5 25,1 22,8 2,2 3,1 14,6 1,9 4,6 3,2 8,3 10,3 6,8 6,7 3,0 5,8 6,2 10,4 7,5 0,8 2,4 13,0 14,5 23,9 7,0 27,1 12,5 13,4 Ricerca e sperimentazione Promozione e marketing Aiuti alla gestione aziendale Infrastrutture Altro Assistenza tecnica Strutture di trasformazione e commercializzazione Investimenti aziendali Attività forestali

8 Nota tecnica n L occupazione in agricoltura All'inizio del secolo la popolazione pugliese occupata in agricoltura ammontava a circa 142 mila unità. Con una flessione del 27%, nel 2012, gli occupati nel settore primario giungono a 103 mila. In effetti, a fronte di una lieve contrazione nella compagine femminile, da 38 a 33 mila unità dal 2000 sino al 2005, si registra, tra gli uomini, un calo realmente consistente (circa un terzo dell universo). Dal 2006 sino ad oggi, entrambi i generi fanno registrare trend abbastanza costanti nel tempo, assestando una proporzione media di circa due uomini per una donna occupati nell agricoltura pugliese. Fig. 10 Puglia: occupati in agricoltura per sesso. Anni (valori in migliaia) M F Posto pari a il dato del 2000, si osserva un chiaro trend decrescente per tutti i territori oggetto di analisi. È proprio la Puglia a far rilevare la curva più bassa e distante da quella ripartizionale e nazionale. Se, infatti, a livello regionale - nel periodo in questione - il calo degli occupati in agricoltura è di circa 38 mila unità, il Mezzogiorno ed il Nord del Paese perdono 90 mila occupati ciascuna, con flessioni rispettivamente pari al 24% ed al 18%. Fig. 11 Occupati in agricoltura per ripartizione. Anni (numeri indice)

9 Nota tecnica n Splittando il dato degli occupati agricoli tra dipendenti e indipendenti, il settore evidenzia una chiara trasformazione nel corso di 12 anni: se nel 2000, infatti, era registrabile un certo equilibrio non solo a livello territoriale, ma anche tra le due categorie in questione (in Puglia, indipendenti 54,4% e dipendenti 45,6%), nel 2012 i differenziali territoriali e quantitativi aumentano. In Puglia, i dipendenti crescono a quasi i ¾ del totale rispetto al 28% ricoperto dagli indipendenti. A livello nazionale, si registra un certo equilibrio nella proporzione per effetto delle regioni del Nord, ove il rapporto è di 1/3 dipendenti e 2/3 indipendenti. Tab. 1 Occupati in agricoltura per tipologia di contratto Anni 2000 e 2012 (valori in migliaia). Ripartizione Indipendenti Dipendenti Indipendenti Dipendenti Puglia 77,2 64,7 29,6 73,6 Mezzogiorno 285,2 206,4 142,6 258,8 Centro 77,4 55,5 63,2 52,3 Nord 227,3 162,5 200,3 96,6 Italia 589,9 424,4 406,1 407,6 Fig. 12 Occupati in agricoltura per tipologia di contratto. Anni 2000 e 2012 ( valori percentuali) Indipendenti Dipendenti Indipendenti Dipendenti Puglia Nord Centro Mezzogiorno Italia

10 Nota tecnica n Fig. 13 Occupati in agricoltura per tipologia e ripartizione. Anni (numeri indice) Indipendenti Dipendenti Con riferimento al numero di occupati nell industria alimentare, a fronte di un dato nazionale di oltre 460 mila unità ed una serie temporale abbastanza altalenante, le quote della Puglia risultano molto più costanti nel tempo, e fluttuanti intorno ad una media annua di 25 mila addetti. In particolare, come si evince dai numeri indice, un vistoso calo lo si registra durante gli anni della crisi: tra il 2007 ed il 2010, il Mezzogiorno e la Puglia perdono circa 12 punti percentuali. Ma i dati più recenti mostrano una certa convergenza rispetto alle tendenze medie della altre regioni italiane. Fig. 14 Occupati nell industria alimentare per ripartizione. Anni (numeri indice) La quotazione dei terreni Il concetto di valore agricolo medio, previsto dal nostro ordinamento, prevede la determinazione di un valore convenzionale per regioni agrarie omogenee e qualità di coltura (L. n. 865/1971); tale quantificazione nasce al fine di determinare le indennità di esproprio. Tuttavia, la variabilità dei valori agricoli ordinari è certamente maggiore rispetto a quanto si possa constatare per gli immobili urbani.

11 Nota tecnica n Fig Quotazioni dei terreni per ripartizione. Anno 2013 (migliaia di euro per ettaro) , ,8 46, ,9 18,0 16,1 28,8 27,3 0 Minime Nord Centro Mezzogiorno Puglia Tab. 2 - Quotazioni dei terreni per qualità di coltura. Anno 2013 (migliaia di euro per ettaro). PUGLIA Quotazione Min Max Seminativi irrigui nel Tavoliere (FG) Seminativi cerealicoli asciutti nel Tavoliere (FG) 8 20 Frutteti nella pianura della Capitanata Meridionale (FG-BT) Vigneti nella Capitanata Meridionale (FG) Seminativi asciutti a indirizzo zootecnico nella Murgia sud-orientale (BA) 7 15 Seminativi asciutti nella Murgia Ofantina (BT) 6 18 Frutteti nelle Murge di Castellana (BA) Oliveti irrigui specializzati di Andria Seminativi asciutti nell'alta Murgia (BA) 6 10 Oliveti nella pianura di Bari (BA) Vigneti da tavola irrigui nella pianura di Monopoli (BA) Seminativi irrigui nell'arco ionico occidentale (TA) Agrumeti irrigui a Castellaneta (TA) Vigneti da tavola nella pianura di Taranto Vigneti da vino nella zona di Manduria (TA) Seminativi irrigui nel Tavoliere Salentino (BR) 6 14 Seminativi irrigui nella zona di Fasano (BR) Oliveti irrigui nella zona di Fasano (BR) Vigneti da vino a tendone a Francavilla F. (BR) Seminativi asciutti a Maglie (LE) 5 10 Seminativi irrigui a Gallipoli (LE) Oliveti asciutti nella pianura di Lecce 8 14 Vigneti nella pianura di Copertino (LE) Cosicché, attesa la notevole diversità orografica che può sussistere non solo all interno di una regione ma anche di un medesimo comune, è quasi pleonastico ribadire che, una quotazione agricola media per un grande territorio è solo indicativa, e non può che scontare anche il valore della coltura ivi prodotta. In un mero Massime

12 Nota tecnica n esercizio di valutazione, funzionale al tentativo di comparazione con le altre regioni, la Puglia fa registrare un valore medio che oscilla tra 16 e 27 mila euro per ettaro. Nello specifico, osservando la media delle quotazioni minime, la Puglia occupa il gradino più basso, con una somma pari a circa un quarto di quella mediamente rilevata nelle regioni settentrionali (59 mila euro per ettaro). Il medesimo calcolo, applicato alle quotazioni massime, pone la Puglia in linea (seppur leggermente inferiore) con il Mezzogiorno (29 mila euro), ma molto distante dalla media delle valutazioni massime registrare nel Nord Italia (101 mila euro). 6. Colture regionali Dalla lettura analitica dei dati relativi alle singole tipologie di prodotti, la Puglia emerge quale principale produttore, a livello nazionale, in numerose colture. I dati del 2013, per valore della produzione (intesa come sommatoria del valore aggiunto e dei consumi intermedi attinenti il settore agricolo) vedono la Puglia primeggiare su tutte le altre regioni d Italia nella produzione di olio, con un ammontare di quasi 400 milioni di euro, di uva da tavola (362 milioni) e frumento duro (343 milioni di euro). Sebbene il valore della produzione faccia registrare un ammontare via via decrescente, non è di secondaria importanza che la Puglia abbia una posizione di rilievo, a livello nazionale, per particolari frutti (ad esempio, le ciliegie che quotano un valore della produzione pari a 60 milioni di euro), ortaggi e verdure. Numerose sono anche le colture che vedono la Puglia al secondo posto nella graduatoria nazionale: si pensi, ad esempio, a pomodori, carciofi e mandorle, per i quali la Puglia assomma un valore complessivo della produzione, pari a circa 300 milioni di euro. Fig. 16 Colture nelle quali la Puglia costituisce il primo produttore a livello nazionale per valore della produzione. Anno 2013 (valori in milioni di euro). Milioni ,1 362,8 343,1 138,5 115,6 114,4 99,9 60,6 51,1 32,3 29,9 29,3 10,7 9,5 8,7 0,8 0,4 0,2 0,1

13 Nota tecnica n Tab. 3 Colture nelle quali la Puglia costituisce il secondo produttore a livello nazionale per valore della produzione. Anno 2013 (valori in migliaia di euro). Valore della Coltura Primo Secondo produzione produttore produttore Puglia (migliaia ) Pomodori Sicilia Puglia ,8 Carciofi Sicilia Puglia ,1 Clementine Calabria Puglia ,5 Mandorle Sicilia Puglia ,6 Asparagi Campania Puglia ,9 Cocomeri Campania Puglia 9.181,7 Ceci Marche Puglia 1.972,9 Fichi freschi Campania Puglia 1.645,7 Lenticchie Umbria Puglia 602,0 Lino seme Emilia-Romagna Puglia 289,0 Cotogne Sicilia Puglia 114,8 Veccia Sicilia Puglia 92,5 Altrettanto importante risulta il valore delle produzioni agricole per le quali la Puglia costituisce il terzo produttore a livello nazionale. In primis, la produzione di vino, con un valore di 322 milioni di euro, colloca la regione dietro il Veneto e il Piemonte, mentre, circa l uva da tavola, la Puglia, con oltre 121 milioni di euro, si posiziona terza dietro Veneto ed Emilia Romagna. Due regioni meridionali (Sicilia e Calabria) precedono la Puglia nelle produzione di arance (il cui valore si aggira intorno ai 34 milioni di euro). Tab. 4 - Colture nelle quali la Puglia costituisce il terzo produttore a livello nazionale per valore della produzione. Anno 2013 (valori in migliaia di euro). Coltura Primo produttore Secondo produttore Terzo produttore Valore della produzione Puglia (migliaia ) Vino Veneto Piemonte Puglia ,7 Uva conferita e venduta Veneto Emilia-Romagna Puglia ,0 Peperoni Sicilia Campania Puglia ,1 Arance Sicilia Calabria Puglia ,8 Melanzane Campania Sicilia Puglia ,5 Radicchio Veneto Abruzzo Puglia ,1 Barbabietola da zucchero Emilia-Romagna Veneto Puglia ,8 Piselli freschi Marche Emilia-Romagna Puglia ,7 Cetrioli Veneto Sicilia Puglia 4.465,7 Bietole Lazio Abruzzo Puglia 3.844,7 Carrube Sicilia Sardegna Puglia 52,2

14 Appendice Colture regionali: valore della produzione e posizionamento rispetto alle altre regioni italiane. Anno 2013 (valori in migliaia di euro). Puglia Puglia Prodotto Valore Prodotto Valore Posizione Posizione (mila Euro) (mila Euro) Olio ,7 Sanse ,0 Uva da tavola ,4 Frumento tenero ,8 Frumento duro ,5 Albicocche ,6 Vino ,7 Melone ,1 Pomodori ,8 Nettarine ,2 Finocchi ,9 Ovini e caprini ,6 Uva conferita e venduta ,0 Spinaci ,4 Carciofi ,1 Equini ,8 Latte di vacca e bufala ,3 Fave secche ,6 Olive vendute e p.c.d ,6 Cetrioli ,7 Orti familiari ,0 Agli ,7 Fiori e piante ornamentali ,2 Bietole ,7 Cavoli ,0 Susine ,4 Bovini ,7 Pere ,1 Ciliege ,4 Limoni ,4 Vivai ,4 Cereali minori ,3 Cavolfiori ,3 Ceci ,9 Uova ,7 Fichi freschi ,7 Lattuga ,7 Mele ,6 Pollame ,5 Actinidia ,2 Patate ,7 Granoturco ibrido (mais) ,8 Peperoni ,1 Piselli secchi ,7 Clementine ,5 Fragole ,8 Zucchine ,0 Mandarini 5 898,2 Arance ,8 Girasole ,6 Sedani ,2 Noci 6 817,0 Paglie ,7 Lana 7 814,3 Indivia ,0 Vinacce 1 796,8 Pesche ,4 Fagioli secchi 9 696,2 Foraggi ,6 Fave fresche 6 650,9 Cipolle ,3 Lenticchie 2 602,0 Melanzane ,5 Lupini 1 437,2 Mandorle ,6 Miele ,0 Suini ,3 Lino seme 2 289,0

15 Nota tecnica n Prodotto Puglia Valore Posizione (mila Euro) Prodotto Puglia Valore Posizione (mila Euro) Asparagi ,9 Cremor tartaro 1 221,4 Radicchio ,1 Cardi 9 184,1 Conigli, selvaggina e allevamenti minori ,1 Fichi secchi 5 161,9 Carote ,6 Colza ,9 Latte di pecora e capra ,6 Cotogne 2 114,8 Fagioli freschi ,0 Melograni 1 105,5 Barbabietola da zucchero ,8 Veccia 2 92,5 Orzo ,4 Barbabietole da orto 10 63,9 Piselli freschi ,7 Carrube 3 52,2 Avena ,0 Loti 8 43,2 Rape ,0 Altre, comprese le spontanee 12 14,2 Cocomeri ,7 Cera 17 13,6 Fonti e sitografia Istituto Nazionale di Economia Agraria (2014), Annuario dell agricoltura italiana 2013, Roma A cura di Nunzio MASTROROCCO (nunzio.mastrorocco@ipres.it) Elisa CALÒ (elisa.calo@ipres.it) Febbraio 2016 IPRES Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali Bari Piazza Garibaldi, 13 T F ipres@ipres.it ipres_certificata@pec.it

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