Principi di politica ambientale
|
|
- Agostino Romeo
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Principi di politica ambientale a. Il principio chi inquina paga (polluters payers principle) Se l inquinamento ambientale crea una divergenza tra costo privato e costo sociale (l esternalità), un criterio per internalizzare questa differenza è di imputare l esternalità a chi causa l inquinamento. Non è un criterio etico. Spesso il costo di una politica ambientale è traslato sul consumatore finale. Ma consente di far rivelare al prezzo di un prodotto tutti i costi (sociali) effettivi di produzione. b. Il principio di azione preventiva È il principio su cui si basano le politiche USA ed Europee di seconda e terza generazione, volte a prevenire piuttosto che a curare il degrado ambientale. 1
2 Come effettuare l internalizzazione dell esternalità nel rispetto dei principi di politica ambientale? a. Attraverso strumenti di regolamentazione diretta - Le norme di comando e controllo e gli standard ambientali b. Attraverso strumenti di regolamentazione indiretta- Gli strumenti economico-finanziari oooo0ooooo a. Le norme di comando e controllo e gli standard ambientali Con legge o regolamento, l autorità competente impone a tutti i soggetti di ridurre le proprie emissioni fino a raggiungere un livello di purezza desiderato, fissando uno standard sulle emissioni di un impianto o di un prodotto. Si possono avere: 1. Standard di emissione 2. Standard di qualità del corpo ricettore 3. Standard di processo 4. Standard di prodotto 2
3 Ancora: 1. Standard uniformi 2. Standard differenziati 2.1 Differenziati per settore 2.2 Differenziati per area territoriale 1. Standard di emissione oooo0ooooo Stabiliscono la quantità massima di sversamento consentito in un corpo ricettore (es. acqua, aria). Tutti coloro che producono emissioni devono attenersi agli standard stabiliti, provvedendo alla depurazione dei propri scarichi in modo da non superarli. Es. la legge Merli (319/76) stabilisce nella tab. A gli standard per scarichi in un corso d acqua superficiale, nella tab. C quelli per scarichi in una fognatura provvista di depuratore. Si demanda all inquinante il costo di depurazione. Ma il costo del controllo è addossato sulla collettività (a seconda del grado di efficienza della PA). Si potrà garantire il rispetto dello standard se: lo scarico è periodicamente analizzato la multa è sufficientemente elevata, tanto da scoraggiare l evasione. 3
4 Inoltre, la fissazione dello standard necessita di continue revisioni, all aumentare delle attività. 2. Standard di qualità del corpo ricettore Determinano il livello voluto di qualità ambientale e sono di solito affiancati ad uno standard di emissione. Es. la legge Merli demanda alle istituzioni locali il compito di redigere dei piani di qualità delle acque. Ma ad oggi poche Regioni hanno provveduto. Questi standard sono sempre più utilizzati e permettono la definizione di standard differenziati per attività produttiva e a seconda del luogo in cui si scarica. 3. Standard di processo Prevedono che certi impianti (di depurazione) siano conformi a certe caratteristiche prescritte da un ente controllore. Es. si può stabilire che, per l abbattimento del particolato dei fumi, le imprese utilizzino particolari tipi di filtri. Garantisce la depurazione, una volta installato l impianto richiesto, ma impedisce la ricerca di soluzioni meno costose e più efficienti per la singola impresa 4
5 L esperienza degli USA. La politica dell EPA della migliore tecnologia disponibile è stata a lungo contrastata dai produttori più propensi a standard di emissione che lasciassero loro più libertà di scelta. 4. Standard di prodotto Dettano norme di qualità ambientale del prodotto. Es. richiedere che tutte le automobili di nuova produzione abbiano in dotazione la marmitta catalitica; oppure l abbattimento della produzione di CFC. Questo standard permette di perseguire l obiettivo dell azione preventiva. Pregi e difetti delle norme di comando e controllo Pregi: Sono le sole utilizzabili quando un emissione produce degli effetti gravi e/o livelli di inquinamento inaccettabili. In questo caso la decisione di disinquinare non può essere lasciata alla discrezionalità dell inquinatore. Difetti: Sono poco incitative. Gli inquinatori tendono a conformarsi allo standard, senza avere alcun incentivo nella ricerca di tecnologie più pulite o prodotti meno inquinanti. Il successo di una norma comando e controllo dipende da un amministrazione efficiente. 5
6 b.gli strumenti economici Il principio della regolamentazione indiretta è quello di minimizzare i costi globali di depurazione attraverso meccanismi (tasse, sussidi etc.) che consentono di eguagliare al margine i costi individuali di depurazione. b.1 Gli strumenti eco-finanziari: le tasse ambientali Le tasse sulle emissioni o sugli scarichi si basano sul principio che sia efficiente incentivare a depurare quelle imprese che hanno costi di depurazione più bassi. Si fissa una tassa per unità di inquinamento, e l impresa può scegliere se pagare per gli scarichi sversati o depurarli e non pagare. La scelta efficiente si compie eguagliando i costi marginali di depurazione con la tassa stessa. Se le imprese hanno costi marginali di depurazione diversi, a parità di tassa, alcune depureranno di più altre pagheranno di più. Ma se la tassa è fissata correttamente, il livello di inquinamento prodotto sarà quello efficiente e sostenibile e il disinquinamento sarà ottenuto al costo più basso possibile perché depureranno di più le imprese che hanno bassi costi e pagheranno la tassa quelle per cui la depurazione avrebbe costi più elevati. 6
7 La difficoltà nel caso della tassa è nella sua fissazione ad un livello adeguato e nella modalità di calcolo. I costi del controllo sono invece più limitati (rispetto agli standard) e si limitano ad una verifica della quantità di inquinamento prodotto. Le tasse ambientali sui prodotti si utilizzano per disincentivare l uso di certi prodotti inquinanti (nella fabbricazione o nell utilizzo), quando esistano dei succedanei non inquinanti o quando si tratti di un bene superfluo (con domanda molto elastica). Questo è il principio della carbon tax introdotta dalla CEE Ha anche un effetto di segnale per i consumatori: indica che quel prodotto è nocivo per l ambiente. È una forma di divieto debole e un incitamento al risparmio di una risorsa. Le tasse per servizio reso sono tariffe per il ritiro e trattamento di rifiuti in strutture collettive, pubbliche o private. In Italia è il caso della tassa per la raccolta dei rifiuti, il canone per i servizi di fognatura e depurazione delle acque di scarico. Per essere uno strumento di incitamento efficiente, devono essere proporzionali alla quantità e qualità dei rifiuti 7
8 prodotti. In realtà, i canoni vengono fatti pagare in modo forfettario, per oggettive difficoltà di misurazione e non incentivano forme di riciclo o recupero di materiale. Le tasse sul vuoto a rendere sono imposte su imballaggi o su prodotti che si desidera far restituire dopo l uso (es. lattine, vetro, pile etc.). Si tratta di una tassa/deposito che viene pagata al momento dell acquisto e restituita in parte al momento della consegna del rifiuto. [Vd Table 2 p R. Stavins (2000)] Perché le tasse sono così poco utilizzate? Le tasse, anche se presentano vantaggi in termini di efficienza, devono essere usate con cautela, perché hanno dei costi di esazione e controllo elevati. Inoltre di solito sono di piccola entità e vengono accompagnate ad uno standard, in quanto molto spesso per essere efficaci dovrebbero essere molto elevate, con pesanti ripercussioni sulla competitività internazionale delle imprese nazionali. Al momento le tasse ambientali sono solo un accompagnamento di politiche ambientali che restano basate su leggi e standard. 8
9 b.2 Incentivi, aiuti e sovvenzioni L inquinante riceve una sovvenzione, un prestito a tasso agevolato o la defiscalizzazione degli investimenti, per ridurre le proprie emissioni al di sotto di certi livelli di inquinamento. Sul piano economico contraddicono il principio chi inquina paga, e non hanno alcun effetto incentivante. Sono però di solito utilizzati nelle fasi di prima applicazione di una norma ambientale. b.3 La creazione di mercati artificiali: i diritti di emissione negoziabili ed il mercato dei diritti di emissione Si intende creare dei mercati artificiali per i beni ambientali, in situazioni in cui questi non esistano, attraverso tre modalità principali: - il mercato dei diritti di emissione negoziabili; - le borse per le materie secondarie; - le assicurazioni di responsabilità. 9
10 Lo strumento dei diritti di emissione negoziabili si basa sull idea che l ambiente abbia una capacità massima di smaltimento delle emissioni, capacità di carico. Stabilita la massa di emissioni vendibile, la si suddivide in titoli, che danno diritto ad una certa quantità di emissioni. I titoli vengono messi all asta, o distribuiti gratuitamente e in parte messi in vendita e gli stessi danno origine ad un vero e proprio mercato. Pregi: I diritti di emissione garantiscono il raggiungimento di un certo livello di qualità dell ambiente quando accoppiati ad uno standard, molto più di una tassa. Inoltre se il pubblico desidera una qualità dell ambiente migliore può intervenire acquistando titoli. Difetti: non sono adatti ad un uso da soli, perché dovrebbero contenere troppe informazioni ed essere emanati di diversi tipi. Finora sono stati introdotti solo negli SU e in Germania. [Vd Table 8 p.53 R. Stavins] 10
11 Nella gestione dei rifiuti è necessario fissare un prezzo negativo tra compratore e venditore, essendo il rifiuto un bene ad utilità negativa, con possibile formazione di mercati neri ad alto rischio sulla salute umana. Ci sono però delle forme di risparmio nei costi di raccolta e smaltimento, se si interviene incentivando la creazione di un mercato delle materie ricuperate dai rifiuti (secondarie), che contengono ancora un valore potenziale e con prezzo positivo. Il mercato si creerà sensibilizzando la domanda (es. per carta riciclata) o se si crea convenienza nel costo rispetto a materia prima (istituendo un eventuale contributo). Nel caso di responsabilità per danni ambientali provocati da incidenti, si impone alle aziende ad elevato rischio di assicurarsi sugli eventuali incidenti; per incentivare la sicurezza dell impresa si potranno prevedere dei premi assicurativi tanto più bassi quanto maggiore è la sicurezza. Queste tre forme di mercati artificiali necessitano di correttivi per area, dal momento che la concentrazione industriale non è uniforme (standard differenziati, o affiancati a tasse articolate a livello territoriale). 11
12 b.4 Gli strumenti preventivi: i bilanci ecologici, il marchio e l audit ambientale Sono strumenti basati sul principio di azione preventiva e sono derivati dall esperienza (USA prima ed Europea dopo), che non sono sufficienti gli incentivi economici a depurare per garantire una qualità ambientale. Ogni processo di depurazione è in realtà un trasferimento degli inquinanti da un ricettore ad un altro. Es. I fumi trattati producono polveri e fanghi, i rifiuti bruciati producono inquinamento atmosferico e polveri, le acque depurate producono masse di fanghi. Gli strumenti più recenti come i bilanci ambientali, gli eco-marchi, l audit ambientale (introdotti in Europa con il V programma di azione) presuppongono un nuovo tipo di approccio imprenditoriale all ambiente. Un approccio proattivo in cui le imprese anticipano le norme per guadagnare un vantaggio competitivo rispetto ad altre imprese che dovranno adeguarsi in seguito. Ma presuppone che anche i consumatori adottino un atteggiamento attento alla qualità ambientale dei prodotti che acquistano. Attraverso l eco-label si spingono le imprese a introdurre volontariamente delle modifiche ai processi e prodotti che abbiano effetti favorevoli sull ambiente. Tali modifiche hanno ovviamente un costo, che però le imprese potranno recuperare grazie al vantaggio in termini di concorrenza che l aquisizione del marchio potrà garantire. 12
13 La procedura per la concessione del marchio ambientale prevede di solito la presentazione da parte del richiedente di un bilancio ecologico del prodotto: si tratta di un analisi del ciclo di vita di un prodotto del tipo dalla culla alla bara, cioè dall estrazione della materia prima al riciclo e allo smaltimento del rifiuto. [Vd schema dalla culla alla bara p.250] L etichetta ecologica europea (Ecolabel) è stata istituita con il regolamento comunitario 880/92, rivisto col Regolamento n.1980/2000 e recepito in Italia con la legge n.334 dell 8 ottobre Gli organi competenti in Italia sono: - il Ministero dell Ambiente che indica gli obiettivi di politica ambientale - il Comitato per l Ecolabel e l Ecoaudit che approca le linee guida e i criteri ambientali oer la valutazione della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (DAP) - l Organismo Nazionale per il marchio ecologico (ONM) che definisce la procedura per la concessione del marchio - l ANPA che garantisce il supporto tecnico all ONM per la concessione del marchio. 13
14 Gli ostacoli alla diffusione dell etichetta ecologica europea sono stati: - la scarsa informazione delle imprese in merito allo schema e alle sue potenzialità commerciali; - la percezione di Ecolabel come strumento di marketing debole; - la diffidenza delle associazioni di settore; - la frammentazione dei pocessi produttivi. Per ovviare a questi ostacoli, si è introdotto un sistema complementare di Audit e Management Ambientale, l EMAS (Environmental Management and Audit Scheme) con regolamento emanato nel 1993 e riformato nel marzo scorso (regolamento CE n.761/2001). Prevede l introduzione di un Registro Europeo cui hanno diritto ad iscriversi le imprese che hanno deciso di aderire ad EMAS, rispettandone i principi e le procedure. [Vd logo Eco-label e Emas ] Entrambi gli strumenti consentono l acquisizione di informazioni sulle prestazioni ambientali di un processo produttivo su base volontaria. Informazioni utili per migliorare l uso degli strumenti più tradizionali di polica ambientale. [Vd Table 9 p.53 R. Stavins] In questa direzione anche i più recenti tentativi di autirità locali di redigere bilanci ecologici territoriali (es. il Comune di Massa Carrara, e alcune regioni). 14
REALIZZARE UN BUSINESS PLAN
Idee e metodologie per la direzione d impresa Ottobre 2003 Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. REALIZZARE UN
DettagliManuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI
Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della
DettagliEconomia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)
Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina
DettagliIL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE
IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE Relatore: LIFE 04 ENV/IT/494 AGEMAS Obiettivi del sistema di gestione ambientale Prevenzione, riduzione dell inquinamento Eco-efficienza nella gestione delle
DettagliMilano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP
Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP INDICE Strategia aziendale in materia di clima La policy ambientale e il codice etico La loro applicazione Il programma energetico Le opportunità derivanti da CDP 2
DettagliI fallimenti del mercato
Esternalità I fallimenti del mercato Esternalità Quando una transazione tra un compratore e un venditore condiziona direttamente una terza parte, l effetto che questa subisce viene detto esternalità. In
DettagliEsternalità. Capitolo 10. Harcourt, Inc. items and derived items copyright 2001 by Harcourt, Inc. Efficienza e fallimenti di mercato
Esternalità Capitolo 10 Efficienza e fallimenti di mercato La mano invisibile di Adam Smith fa sì che consumatori e venditori, guidati dal proprio interesse, siano portati a massimizzare il benessere totale
DettagliEconomia dell ambiente
Economia dell ambiente Impresa e ambiente Elisa Montresor 2008-2009 1 Ambito aziendale L integrazione dell ambiente con gli obiettivi dell impresa Strategie d acquisto e produzione Bilancio ambientale
DettagliCome affrontare i monopoli naturali
Come affrontare i monopoli naturali Il problema del monopolio naturale è che se anche l impresa volesse fissare il prezzo a un livello pari al costo marginale (efficienza sociale), produrrebbe in perdita
DettagliIl mercato mobiliare
Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente
Dettagli(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE
L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e
DettagliLA LOGISTICA INTEGRATA
dell Università degli Studi di Parma LA LOGISTICA INTEGRATA Obiettivo: rispondere ad alcuni interrogativi di fondo Come si è sviluppata la logistica in questi ultimi anni? Quali ulteriori sviluppi sono
DettagliRisparmio, investimenti e sistema finanziario
Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliREGOLAMENTO SERVIZIO TRASPORTO PERSONE IN SITUAZIONE DI DISABILITÀ MOTORIA PERMANENTE
Allegato A) alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 11 del 3.2.2005 REGOLAMENTO SERVIZIO TRASPORTO PERSONE IN SITUAZIONE DI DISABILITÀ MOTORIA PERMANENTE ART. 1) OGGETTO 1) Il presente Regolamento
DettagliL INDUSTRIA RIPARTE DALL EDILIZIA Meno spreco di energia e più innovazione per rilanciare il settore
SCHEDA STAMPA a cura dell ufficio Comunicazione e Stampa L INDUSTRIA RIPARTE DALL EDILIZIA Meno spreco di energia e più innovazione per rilanciare il settore Mai come ora il sistema industriale italiano
DettagliL ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.
DettagliREGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA
REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA (Emanato con D.R. n. 1215 del 28 giugno 2007, pubblicato nel Bollettino Ufficiale n. 69) Sommario
DettagliIl marketing dei servizi. La gestione degli intermediari
Il marketing dei servizi La gestione degli intermediari Gli intermediari nei servizi: canali diretti Le imprese di servizi distribuiscono la propria offerta in alcuni casi direttamente, in altri casi si
DettagliCAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI
Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 1590 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato NASTRI Norme concernenti la concessione di agevolazioni per la sostituzione di caldaie in
DettagliDiventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.
ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno
DettagliRISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE
RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE Sala delle Colonne BPM Milano 29 aprile 2010 Francesco G. Paparella Presidente AIBA PERCHE IL BROKER Nel 2009 i broker: hanno intermediato il 46,1% dei rami
DettagliIl controllo di gestione nelle società partecipate. L esperienza di Acea ATO2
Il controllo di gestione nelle società partecipate L esperienza di Acea ATO2 Albano, 2 marzo 2010 Dati principali Area servita: ATO2 Lazio Centrale Roma (112 Comuni) Popolazione servita: 3.695.734 Popolazione
DettagliCodice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni
Codice Ambientale Scopo e campo di applicazione Il presente documento, regola le norme che il personale della Società Nava deve rispettare nell esecuzione dei servizi di pulizia in merito alle modalità
DettagliF.A.Q. OdV e Aps a confronto
Cosa hanno in comune le Odv e le Aps? Le Organizzazioni di Volontariato (OdV) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS) hanno la caratteristica comune di avere nel fine solidaristico la propria dimensione
DettagliCOSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento
COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE Informazioni di approfondimento Come vengono gestiti i versamenti ai fondi pensione complementare? Prima dell adesione
DettagliMIFID Markets in Financial Instruments Directive
MIFID Markets in Financial Instruments Directive Il 1 1 Novembre 2007 è stata recepita anche in Italia, attraverso il Decreto Legislativo del 17 Settembre 2007 n.164n.164,, la Direttiva Comunitaria denominata
DettagliContributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL. INAIL-DR Toscana-CONTARP
1 Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL INAIL-DR Toscana-CONTARP Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL 2 Sistemi di gestione della sicurezza Un Sistema di
DettagliI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA
I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia
DettagliCAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI
Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 3063 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato NASTRI Norme concernenti la concessione di agevolazioni per la sostituzione di caldaie in
DettagliSistemi di welfare 9. L ECONOMIA DELLA FAMIGLIA. A.A. 2013-2014 Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell Amministrazione
A.A. 2013-2014 Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell Amministrazione Sistemi di welfare 9. L ECONOMIA DELLA FAMIGLIA Maria Letizia Pruna SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro mlpruna@unica.it
Dettagli4.2 Ri.Ba. 4.2.1 Rivisitazione dell impianto delle Ri.Ba. e degli accordi interbancari
Nuove regole a seguito della Direttiva Europea sui servizi di pagamento (PSD) recepito dal Decreto Legislativo N. 11 del 27/01/2010 estratto riferito ai pagamenti tramite RiBa: 4.2 Ri.Ba. 4.2.1 Rivisitazione
DettagliGuadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy
n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella
DettagliCodice di Comportamento
Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 15 del 3 maggio 2005 e successivamente modificato con deliberazione n. 12 del 2 marzo 2009 Indice Premessa 1 Codice Etico 2 Regolamento gare
DettagliCAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE MAZZOCCHI, GAVA
Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2429 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI MAZZOCCHI, GAVA Disposizioni concernenti il recupero degli imballaggi, per la reintroduzione
DettagliLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione
LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione dell impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori significativi Ottobre 2013 Indice 1. La comprensione dell impresa e del suo contesto
DettagliCapitolo 8. Struttura della presentazione. Tipi di dazio. Gli strumenti della politica commerciale
Capitolo 8 Gli strumenti della politica commerciale preparato da Thomas Bishop (adattamento italiano di Rosario Crinò) 1 Struttura della presentazione Analisi dei dazi in equilibrio parziale: offerta,
DettagliGLI INDICATORI AMBIENTALI
GLI INDICATORI AMBIENTALI L identificazione e l utilizzo di adeguati indicatori ambientali si dimostra indispensabile per misurare e tenere sotto controllo il miglioramento delle prestazioni ambientali
DettagliLEZIONE 19: Esempi. Calzature in cuoio prodotte in Cina e Vietnam Vedi sito WTO
LEZIONE 19: Dumping e Misure antidumping Definizione Persistente, predatorio, sporadico Regolamentazione delle misure anti-dumping Esempi Ruolo del Dispute Settlement Body del WTO Esempi Calzature in cuoio
DettagliLA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001)
GUIDA UTILE.......... LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001) Pag. 1 di 6 INDICE LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001) COS È LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE SECONDO LA NORMA ISO 14001?...
DettagliLe certificazioni ambientali EMAS ed ISO 14000
Le certificazioni ambientali EMAS ed ISO 14000 Università di Palermo, Facoltà di Giurisprudenza 30 maggio 2007 Avv. Salvatore Mancuso Mancuso L interesse alla produzione industriale Interesse pubblico
DettagliLe Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012
Le Politiche Pensionistiche Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 In generale la pensione è una prestazione pecuniaria vitalizia
DettagliNel 2015 minori vantaggi fiscali IRAP per le imprese del Sud, 1.192 euro contro 1.245
Roma, 12 maggio 2015 LAVORO, SVIMEZ: NEGLI ANNI 2011-2015 RISPARMI IMPRESE PER NEOASSUNTO 10.954 EURO AL NORD, 10.407 AL SUD Sgravi contributivi per le aziende italiane finanziati con 3,5 miliardi di fondi
DettagliIl mercato di monopolio
Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con
DettagliProgettare oggetti di ecodesign
Intervento dal titolo Progettare oggetti di ecodesign A cura di Arch.Marco Capellini Ecodesigner dello studio Capellini design e consulting 77 78 Eco-biodesign nell edilizia 10 Ottobre 2008- Fiera Energy
DettagliCODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011
CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011 2 Premessa Con il la Belli S.r.l. vuole creare una sorta di carta dei diritti e doveri morali che definiscono la responsabilità etico-sociale di
DettagliIL FONDO OGGI E DOMANI
IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi
DettagliLa Germania dal modello usa e getta al vuoto a rendere con cauzione
La Germania dal modello usa e getta al vuoto a rendere con cauzione Cittadini d Europa Verso l Economia Circolare I Workshop Nazionale - Roma sede Arci 24 ottobre 2015 PRESENTAZIONE A CURA DI ING. FRANCESCO
DettagliI CONTRATTI DI RENDIMENTO ENERGETICO:
SERVIZI I CONTRATTI DI RENDIMENTO ENERGETICO: OPPORTUNITÀ ED ESPERIENZA Maurizio Bottaini Federesco (Federazione Nazionale delle Esco) Federesco BEST PRACTICE ENERGY SERVICE COMPANY, quali operatori di
DettagliIl mercato dei beni. Prof. Sartirana
Il mercato dei beni Prof. Sartirana Gli scambi di beni economici avvengono tra soggetti che vengono definiti: soggetti economici I soggetti economici sono 4 ed ognuno di essi ha necessità diverse. I soggetti
DettagliReport 4. il contratto E.P.C. (Energy Performance Contract)
Report 4 il contratto E.P.C. (Energy Performance Contract) indice Premessa Cosa non è un contratto E.P.C. Cos è invece il contratto E.P.C. Descriviamo ora alcuni (dei molti) elementi tipicamente presenti
DettagliRISOLUZIONE N. 430/E QUESITO
RISOLUZIONE N. 430/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 10 novembre 2008 OGGETTO: Consulenza giuridica. Articolo 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Irap cuneo fiscale Imprese che svolgono
DettagliLA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE
LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE Schema legami fra strumenti di gestione r.u. e strategie/obiettivi aziendali ECOSISTEMA AMBIENTALE AZIENDALE Economico; Politico;
DettagliResponsabilità estesa dei produttori: il modello nella gestione degli imballaggi. Luca Piatto Responsabile Area Territorio Roma, 15 giugno 2011
Responsabilità estesa dei produttori: il modello nella gestione degli imballaggi Luca Piatto Responsabile Area Territorio Roma, 15 giugno 2011 La gestione degli imballaggi è impostata su due cardini legislativi
DettagliIl sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliDIREZIONE GENERALE COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI. Programma di sviluppo del Biometano in Lombardia nella IX Legislatura.
Programma di sviluppo del Biometano in Lombardia nella IX Legislatura. All inizio dell VIII Legislatura (anni 2005-2010) Regione Lombardia decide di dare ulteriore e forte impulso a politiche di contenimento
DettagliENERGY EFFICIENCY ENERGY SERVICE COMPANY ENERGY EFFICIENCY ENERGY SERVICE COMPANY ENERGY + EFFICIENCY
ENERGY + EFFICIENCY 1 2esco.it Il punto di riferimento per le imprese che puntano ad ottimizzare i propri consumi, attraverso il risparmio energetico. 2E Energy Efficiency è nata con lo scopo di assistere
DettagliMODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.
ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico
DettagliLEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE
LEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE VENETO N. 25 del 13 marzo 2007 Il Consiglio
DettagliA.O. MELLINO MELLINI CHIARI (BS) GESTIONE DELLE RISORSE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 3. INFRASTRUTTURE...
Pagina 1 di 6 INDICE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 2.1. GENERALITÀ... 2 2.2. COMPETENZA, CONSAPEVOLEZZA E ADDESTRAMENTO... 2 3. INFRASTRUTTURE...3 4. AMBIENTE DI LAVORO...6
DettagliIL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:
IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti
DettagliSistemi di misurazione e valutazione delle performance
Sistemi di misurazione e valutazione delle performance 1 SVILUPPO DELL'INTERVENTO Cos è la misurazione e valutazione delle performance e a cosa serve? Efficienza Efficacia Outcome Requisiti minimi Indicatori
DettagliLE NORME UNI DI RIFERIMENTO PER GLI INTERVENTI SUGLI ASCENSORI ESISTENTI
LE NORME UNI DI RIFERIMENTO PER GLI INTERVENTI SUGLI ASCENSORI ESISTENTI Da sempre il nostro Paese è stato all avanguardia in merito di norme e Leggi che hanno regolamentato il settore degli ascensori
DettagliChe volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile
Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente
DettagliLEADERSHIP DIRETTORI GENERALI DIRETTORI SPORTIVI RESPONSABILI SETTORE GIOVANILE RESPONSABILI SCUOLE CALCIO
LEADERSHIP DIRETTORI GENERALI DIRETTORI SPORTIVI RESPONSABILI SETTORE GIOVANILE RESPONSABILI SCUOLE CALCIO Giovanni Di Rocca giovanni@dirocca.it definizioni 2 I leader sono posti nella condizione di decidere
DettagliL'impegno delle Imprese per la diffusione del GNL in Italia
L'impegno delle Imprese per la diffusione del GNL in Italia Francesco Franchi Presidente Assogasliquidi L Europa che cambia La Strategia Energetica Europea L Europa manifesta alcune preoccupazioni: La
DettagliCalcolo del Valore Attuale Netto (VAN)
Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN) Il calcolo del valore attuale netto (VAN) serve per determinare la redditività di un investimento. Si tratta di utilizzare un procedimento che può consentirci di
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO
INDICE 8.1 Generalità 8.2 Monitoraggi e Misurazione 8.2.1 Soddisfazione del cliente 8.2.2 Verifiche Ispettive Interne 8.2.3 Monitoraggio e misurazione dei processi 8.2.4 Monitoraggio e misurazione dei
DettagliUNA CONCRETA OPPORTUNITA DI BUSINESS O L APERTURA AL CAOS?
UNA CONCRETA OPPORTUNITA DI BUSINESS O L APERTURA AL CAOS? Dalla Direttiva Europea al art. 22 del DL Cresci Italia 2.0 PREMESSA E QUADRO GENERALE DALLA PRIMA DIRETTIVA EUROPEA ALLA LEGGE BERSANI PASSANDO
DettagliSE.CO.PACK SRL PACKAGING INNOVATION
SE.CO.PACK SRL PACKAGING INNOVATION LE DATE 2011 1992 1999 Vendita in Italia del primo pallet di film tecnico 2005 Partnership siglata con contratto di esclusività con TRIOPLAST AB Creazione del reparto
DettagliRIDURRE I COSTI ENERGETICI!
Otto sono le azioni indipendenti per raggiungere un unico obiettivo: RIDURRE I COSTI ENERGETICI! www.consulenzaenergetica.it 1 Controllo fatture Per gli utenti che sono o meno nel mercato libero il controllo
DettagliLA DIRETTIVA 2012/19/UE DEL 4 LUGLIO 2012 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
LA DIRETTIVA 2012/19/UE DEL 4 LUGLIO 2012 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche Obiettivi e Destinatari «La presente direttiva è intesa a contribuire alla produzione e al consumo sostenibili
DettagliREGOLAMENTO COMUNALE PER L ASSEGNAZIONE DELLE BORSE DI STUDIO DI MERITO
C O M U N E DI N O R M A Piazza I Maggio, 13 04010 Tel. 0773/352808 Fax 0773/354186 www.comunedinorma.it P.I. 00125240598 SETTORE 2 Politiche Sociali e Culturali Servizio Responsabile: Dr. Antonio Bersani
DettagliIntroduzione al Marketing Sociale: la teoria dello scambio I parte
CORSO DI FORMAZIONE A.S.L. TO4 Comunicazione e prevenzione: strategie efficaci per trasmettere messaggi di salute rivolti a target diversi di popolazione Introduzione al Marketing Sociale: la teoria dello
DettagliSTATO E RIDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE, FACOLTÁ DI SOCIOLOGIA
STATO E RIDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE, FACOLTÁ DI SOCIOLOGIA A.A. 2008-2009 ANNA TEMPIA 2 LEZIONE LE RAGIONI DELL INTERVENTO PUBBLICO (PARTE SECONDA) BIBLIOGRAFIA: P.
DettagliViene utilizzato in pratica anche per accompagnare e supportare adeguatamente le richieste di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto.
BUSINESS PLAN Un business plan o (piano di business, o progetto d'impresa) è una rappresentazione degli obiettivi e del modello di business di un'attività d'impresa. Viene utilizzato sia per la pianificazione
DettagliMarcatura CE. Controllo di produzione in fabbrica - FPC. Segnaletica stradale. Caratteristiche energetiche prodotti per edilizia
ICMQ Certificazioni e controlli per le costruzioni La certificazione dei prodotti Le tipologie di certificazione rilasciate da ICMQ riguardano sia le certificazioni cogenti, cioè obbligatorie secondo la
DettagliPerché le regole e come
Perché le regole e come Conseguenze sullo sviluppo umano > http://www.sistemaambiente.net/form/it/iso/2_conseguenze_sullo_sviluppo_umano.pdf Le norme ISO Il sistema di gestione aiuta > http://www.sistemaambiente.net/form/it/iso/4_sistema_di_gestione.pdf
DettagliIl rischio cancerogeno e mutageno
Il rischio cancerogeno e mutageno Le sostanze cancerogene Un cancerogeno è un agente capace di provocare l insorgenza del cancro o di aumentarne la frequenza in una popolazione esposta. Il cancro è caratterizzato
DettagliEconomia e gestione delle imprese
Economia e gestione delle imprese La gestione della safety: l evoluzione del quadro normativo dott. Matteo Rossi Benevento, 26 febbraio 2008 La sicurezza sul lavoro: fra sicurezza sociale e obiettivo aziendale
DettagliLIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER
-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER Linee Guida Modello di gestione ambientale ECO-CLUSTER: sistema gestione ambientale Comune di Collagna Responsabile dell azione Istituto
DettagliSCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N
SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di
DettagliMaster La pulizia sostenibile come opportunità. I Pilastri della sostenibilità: Ambiente Sicurezza Sviluppo ASSOCASA. FORUM PA Roma, 17-20 maggio 2010
Master La pulizia sostenibile come opportunità FORUM PA Roma, 17-20 maggio 2010 I Pilastri della sostenibilità: Ambiente Sicurezza Sviluppo ASSOCASA Assocasa e la sostenibilità La sostenibilità è un approccio
DettagliLa potenza di una buona idea: 50 anni di trasmissione idrostatica. Linde Material Handling
La potenza di una buona idea: 50 anni di trasmissione idrostatica. Linde Material Handling 1960 Linde presenta il primo carrello con trasmissione idrostatica nel 1960 il modello Hubtrac. Questo significa
DettagliLINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO
Pag. 1 / 6 1 MODIFICHE 2 PREMESSA 3 DEFINIZIONI SOMMARIO 4 PRINCPALI NORMATIVE DI RIFERIMENTO 5 MESSA IN SERVIZIO E UTILIZZO 6 INDICAZIONI PER UN CORRETTO ACQUISTO 7 SICUREZZA E MARCATURA CE 8 PROTOTIPI
DettagliI Fondi pensione aperti
50 I Fondi pensione aperti sono forme pensionistiche complementari alle quali, come suggerisce il termine aperti, possono iscriversi tutti coloro che, indipendentemente dalla situazione lavorativa (lavoratore
DettagliL efficienza energetica dei condizionatori d aria da quest anno ha nuove direttive.
L efficienza energetica dei condizionatori d aria da quest anno ha nuove direttive. Un testo della redazione di Electro Online, il tuo esperto online. Data: 19/03/2013 Nuove regole per i condizionatori
DettagliSistemi per la Sicurezza Consulenza. Sicurezza Analisi Consulenza. La La Sicurezza non è un gioco. non è un gioco
Sistemi per la Sicurezza Consulenza Sicurezza Analisi Consulenza La La Sicurezza non è un gioco non è un gioco m Il parere del Legale La formazione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori ha assunto
DettagliCOMUNE DI STIA (Provincia di Arezzo)
COMUNE DI STIA (Provincia di Arezzo) REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI PATROCINIO, CONTRIBUTI, SOVVENZIONI, SUSSIDI, AUSILI FINANZIARI, VANTAGGI ECONOMICI, AGEVOLAZIONI E PER L'ISCRIZIONE ALL'ALBO DELLE
DettagliIndice di rischio globale
Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario
DettagliSistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente
Pag. 1 di 5 Qualità/Ambiente L azienda Di Leo Nobile S.p.A. è nata nel 1956 a Castel San Giorgio (Sa) ed è uno stabilimento di circa m² 16.591 di cui 10.000 m² coperti, nel quale è concentrata l attività
DettagliGESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi
GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:
DettagliUD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario
UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.
DettagliMinistero dello Sviluppo Economico
Ministero dello Sviluppo Economico BIOEDILIZIA PER CONSUMARE MENO ENERGIA Dopo le misure per l efficienza energetica contenute in finanziaria arriva un decreto legislativo che spinge l industria italiana
DettagliMinistero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA
Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Linee guida per l'applicazione del Metodo nazionale per calcolare l elemento di aiuto nelle garanzie
Dettaglischede di approfondimento.
I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee
DettagliCAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA
Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 1479 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI SBROLLINI, SCUVERA Disposizioni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di
DettagliModulo: Scarsità e scelta
In queste pagine è presentato un primo modello di conversione di concetti, schemi e argomentazioni di natura teorica relativi all argomento le scelte di consumo (presentato preliminarmente in aula e inserito
DettagliCorso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007
Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale
Dettagli