La disastrosa situazione dei Parchi Nazionali in Italia

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1 La disastrosa situazione dei Parchi Nazionali in Italia In un recente incontro tra il Comitato Parchi Nazionali e il Gruppo I Lupi dell Appennino si è discussa a fondo la situazione per individuare le più urgenti misure necessarie per fermare l attuale grave crisi. Il documento stilato congiuntamente costituisce un grido d allarme indirizzato a chi ha ancora a cuore le sorti delle ultime aree protette d Italia, a nostro avviso minacciate oggi da una preoccupante deviazione dalle finalità e dall integrità originarie. Ecco i punti principali: 1. Invasione del bestiame semibrado ( vacche sacre ) Nei Parchi Nazionali e in particolare nel Parco d Abruzzo, Lazio e Molise questo fenomeno è più che mai attuale senza che sia percepibile un adeguata azione di contrasto. Portatori di malattie micidiali per la fauna protetta, e per i grandi predatori come l orso e il lupo nelle riserve naturali istituite proprio per assicurare la conservazione di queste specie come la brucellosi, la tubercolosi bovina, il carbonchio (antrace) e altre. A Gioia dei Marsi un allevatore ciociaro, dopo aver preso la residenza e affittato un piccolo fondo, porta da anni al pascolo centinaia di capi violando impunemente le zone di riserva, e causando pesanti alterazioni ambientali. La carne commercializzata è stata pubblicizzata con manifesti anche a Pescasseroli, a due passi dalla sede del Parco (sic!). La presenza di queste mandrie è fonte non solo di squilibri ecologici, ma anche di gravissimi conflitti con i grandi

2 predatori ai quali tali aree erano destinate. Ad aggravare la situazione, sono state trovate nei paraggi carcasse di capre avvelenate, come esca letale contro gli stessi predatori. Branchi semibradi di bovini sono stati fotografati in piena estate a Forca d Acero e in Val Fondillo, cuore del Parco. Il quale non è stato certo creato per il business della carne, ma per tutelare gli ambienti, la flora e la fauna selvatica che vi sopravvivono, e che sono l elemento trainante del suo successo, e quindi dello stesso benessere economico delle comunità locali. 2. Mistificazione dell idea di Parco Nazionale Oggi in alcuni Parchi del Mezzogiorno si lascia via libera a strade, infrastrutture, impianti sciistici, tagli boschivi indiscriminati,

3 caccia agli ungulati, penetrazione di fuoristrada e moto da cross, invasione di arrampicatori in parete (free climbing) e deltaplanisti in prossimità di siti di nidificazione di rapaci e di altri rari uccelli. Gli esempi segnalati e denunciati alle autorità dalle associazioni scriventi sono centinaia solo nell ultimo anno. Citiamo alcuni Parchi da noi monitorati dove tali abusi sono stati riscontrati in modo evidente: 1. Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Monti Alburni. 2. Parco Nazionale del Vesuvio. 3. Parco Regionale Monti Picentini. 4. Parco Regionale Monti Lattari. 5. Parco Nazionale del Pollino. 6. Parco Nazionale della Sila. Nonostante le numerose segnalazioni e proteste, abbiamo purtroppo dovuto constatare l assoluta assenza e inerzia degli Enti Parco su questo problema. 3. Disintegrazione dell azione di conservazione attiva ed efficace Su questo punto sottolineiamo la assoluta necessità di destinare almeno il 20% del territorio alle riserve integrali: la famosa zona A. Nel Parco del Cilento proprio in quest area di massima tutela è stato presentato dall Ente Provincia di Salerno un progetto per la creazione di impianti sciistici di risalita con capacità di transito di persone l ora!

4 L orrore suscitato nel mondo scientifico da questa iniziativa ha suscitato vasta eco. Nel Pollino l Ente Parco sta incredibilmente aggredendo le aree più inaccessibili e meglio conservate con gigantesche opere di arte moderna, ideate e attuate dall Associazione Arte Pollino. 4. Salvaguardia delle foreste naturali e ritorno graduale alla naturalità degli ecosistemi e dei processi dinamici Oggi nel Parco della Sila si continua a tagliare i patriarchi arborei, giganteschi pini larici ultrasecolari, tra le proteste delle associazioni ambientaliste e la completa indifferenza degli amministratori locali. Nel Parco del Cilento sono stati presentati progetti milionari (fondi Pirap) per la valorizzazione degli alberi vetusti. Da un indagine svolta abbiamo scoperto che questi assurdi progetti mirano soltanto a rendere accessibili con strade al grosso pubblico tali aree, con effetti mortali sull ecosistema e sulla biocenosi di questi patriarchi.

5 5. Diffusione della cultura ecologica e naturalistica Per rendere operativo questo fattore di attrazione dell ecoturismo responsabile (scolastico, terza età, internazionale, volontaristico), sul modello di quel processo che fece fiorire cultura e natura, eco sviluppo socioeconomico e richiamo internazionale nel Parco Nazionale del periodo d oro, non risultano avviate iniziative adeguate nei Parchi Nazionali e Regionali da noi monitorati. Si tende anzi a imitare tutti i peggiori esempi di assalto alla montagna che, anziché far rinascere i piccoli villaggi (come avvenne per Civitella Alfedena, Villetta Barrea e Opi), rischiano di provocare la graduale fuga di tutti i giovani alla ricerca di occupazione. 6. Organizzazione attuale dei Parchi Oggi l organizzazione dei piccoli Enti sembra ispirata ai peggiori modelli ministeriali, ridotta alla burocratica funzione di semplice passacarte (Asl verde), ma con immenso culto del proprio piccolo potere, e perdita evidente del senso della missione da perseguire, e dello stesso spirito di appartenenza: senza alcuna azione diretta, innovazione e partecipazione, esplorazione del territorio, relazioni esterne qualificate, riducendo gli Enti al ruolo di semplici pro-loco che sovvenzionano solo sagre paesane e piccole iniziative locali, ma perdendo di vista le alte finalità che possono rendere ogni Parco un vero centro di eccellenza. Ad esempio, nessuna risposta è pervenuta dal Parco Nazionale d Abruzzo a proposito delle mansioni esercitate nell ultimo decennio dai ben 120 dipendenti attualmente in servizio, mentre languono quasi tutte le qualificanti iniziative ideate e realizzate in passato (centri visita, aree faunistiche, seminari università dei parchi, campagne alimentari, ricerche e raccolte naturalistiche, pubblicazioni scientifiche e conservazionistiche, giardini e arboreti, premiazioni dei benemeriti del Parco e via dicendo).

6 A conclusione dell incontro i presenti, interpretando anche il voto espresso dalle molte altre associazioni con cui sono in contatto, ritengono indispensabile unire tutte le forze ambientaliste, ecologiche, culturali, naturalistiche, escursionistiche, e tutti quei gruppi e movimenti che hanno a cuore le sorti della salvaguardia della natura nel nostro paese, per arrestare l attuale degrado e ripristinare la concezione originale del vero Parco Nazionale non come idea astratta e realtà virtuale, ma come realtà viva e concreta: ben riscontrabile nel Parco Nazionale d Abruzzo, durante quello che fu definito da noi naturalisti come il periodo d oro (Marzo 1969-Febbraio 2002), riconosciuto anche a livello internazionale come il periodo della vera e propria redenzione del Parco. Una esperienza unica, imitata ancor oggi (e non cancellata e rimossa) dai migliori Parchi d Italia, e seguita con stupore e ammirazione da tanti Parchi nel mondo.

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9 Facciamo sì che anche coloro che verranno dopo di noi possano godere di emozioni uniche, come l incontro con un orso marsicano, lo spettacolo di un millenario Pino loricato, o la scoperta del tronco di faggio bucherellato dal picchio nero, da accarezzare in silenzio nel Parco del Cilento. Il rischio che oggi corriamo è che miracoli del genere potranno essere conosciuti domani solo attraverso le pagine ingiallite delle vecchie riviste. Noi avremo perso la nostra battaglia, ma aver dissolto l incanto di tanta natura, vita e biodiversità sarà una vera sconfitta per l intera umanità. Per il gruppo i Lupi dell Appennino Cristiani Achille Per Il Comitato Parchi Italia Tassi Franco

10 L incontro è avvenuto nel Comune di Settefrati (Lazio), presso il Santuario della Madonna di Canneto, al Rifugio Due Orsi. Il nome di questo Rifugio ricorda un episodio incredibile: durante una visita nell estate 1971 dell allora Direttore storico del Parco Nazionale d Abruzzo Franco Tassi con il Sindaco in carica, la compianta Dott.ssa Anna Tamburrini e il Vicesindaco Signor Vittorio Pompa, sulle pendici alle spalle del Santuario venivano avvistati due orsi, probabilmente una femmina con il suo piccolo. Di tale incontro restano le foto scattate a uno degli orsi da parte del Tecnico Naturalista, che il giovane Direttore aveva voluto, a prezzo di grandi sacrifici, assumere (e che gli avrebbe poi mostrato grande riconoscenza). L incontro in questo luogo simbolo a oltre quarant anni da quel fortuito avvistamento vuole esprimere una speranza per la ripresa di questa magnifica specie ormai ridotta ai limiti dell estinzione.