AL POSTO DELLA BIOPSIA EPATICA UN ESAME NON INVASIVO Operativa all Ospedale San Paolo di Savona l Elastometria Epatica mediante FibroScan

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1 CARTELLA STAMPA Martedì 6 novembre 2007 ore 11,00 Sala riunioni U.O. Medicina Interna e Gastroenterologia V piano retrocorpo Ospedale San Paolo di Savona Direttore Dipartimento Scienze Mediche Dott. Giorgio Menardo Responsabile U.O.S. Gastroenterologia ed Epatologia Coordinatore Centro Dipartimentale Epatologico Dott. Alessandro Grasso Direttore U.O. Malattie Infettive Dott. Marco Anselmo AL POSTO DELLA BIOPSIA EPATICA UN ESAME NON INVASIVO Operativa all Ospedale San Paolo di Savona l Elastometria Epatica mediante FibroScan Le malattie epatiche croniche rappresentano un problema di notevole rilevanza sociale che si ritiene possa interessare fino a 5 milioni di persone in Italia (5-10% della popolazione generale). L uso cronico di alcool, l infezione da virus dell epatite B e C e la sindrome metabolica (sovrappeso associato ad alterazione dei lipidi e/o ipertensione arteriosa), sono le cause più frequenti di danno epatico cronico. Il decorso può variare da un paziente all altro, fino ad evolvere in circa il 30 per cento dei casi in cirrosi epatica in un periodo di tempo di anni. Il 3-7 per cento dei pazienti con cirrosi, inoltre, sviluppa epatocarcinoma nel corso della storia naturale della cirrosi. L evoluzione in cirrosi, la comparsa delle sue complicanze compreso l epatocarcinoma, porta il paziente, in tempi più o meno lunghi, al decesso per insufficienza epatica o, come unica possibilità terapeutica, al trapianto di fegato. U.O. Comunicazione sanitaria e marketing tel fax 019 g.storti@asl2.liguria.it

2 Non vi è quindi alcun dubbio che per ridurre la mortalità da cirrosi e da epatocarcinoma, siano essenziali decise azioni di prevenzione e di terapia nei confronti delle cause di malattia cronica del fegato. Questo è precisamente lo scopo dell attività del nostro Centro Dipartimentale Epatologico (CDE) operativo da poco meno di 2 anni e i cui significativi risultati in termini di pazienti seguiti e trattati sono espressi in tabella. Pazienti con epatopatia cronica sottoposti a trattamento e follow up nel periodo Epatite cronica HCV (trattati) * 500 (95) Epatite cronica HBV (trattati) * 50 (18) Epatopatia alcolica 150 Cirrosi 200 Epatocarcinoma 40 Epatopatie autoimmuni, CBP, CSP 25 Epatopatia steatosica non alcoolica 150 Trapiantati 17 * Dati riferiti al periodo Un momento cruciale in tutto questo processo è l identificazione dello stadio di malattia cronica, la possibilità cioè di sapere se quel dato soggetto ha in quel momento un livello di malattia cronica lieve o avanzata (stadio di malattia), poiché da ciò dipende il suo futuro (ad esempio se attuare subito una determinata terapia oppure se non sia ancora necessaria). Per far ciò certamente aiutano gli esami ematici e talvolta tecniche strumentali semplici quali l ecografia. Ma quasi sempre tali indagini danno informazioni troppo generiche ed è spesso necessario ricorrere ad indagini, come la biopsia epatica, molto efficaci ma anche invasive. La biopsia epatica è in grado di identificare in maniera diretta e accurata lo stadio di malattia definendo una determinata alterazione del tessuto epatico come conseguenza dell insulto determinato dalla causa della malattia epatica (ad esempio un virus o l alcool). Tale modificazione è definita fibrosi. L analisi della fibrosi, quindi, fornisce al medico una precisa fotografia dell entità del danno cronico del fegato.

3 Oggi abbiamo la possibilità di avere quell informazione cruciale utilizzando una metodica NON invasiva e riproducibile che si basa sulla misurazione della stiffness (rigidità) del fegato, attraverso uno strumento dedicato, il FibroScan. La stiffeness, definibile come la resistenza opposta da un corpo alla variazione della sua forma, è proporzionale alla velocità dell onda elastica che attraversa il corpo (in questo caso il fegato). L esame che misura la stiffness viene definito elastometria epatica e lo strumento che la misura è, come detto, il FibroScan. Esso è dotato di una sonda speciale, costituita da un generatore di vibrazioni a bassa frequenza accoppiato a un trasduttore a ultrasuoni, e di un software dedicato, come illustrato nelle Figure 1 e 2.

4 Le vibrazioni sono trasmesse ai tessuti, generando un onda elastica che si propaga con una velocità variabile a seconda della stiffness tissutale. La propagazione dell onda e la sua velocità sono controllate dalla scansione a ultrasuoni. Più il tessuto è rigido, più velocemente si propaga l onda elastica generata dalle vibrazioni. Generalmente le acquisizioni sono condotte sul lobo destro del fegato, attraverso gli spazi intercostali, con il paziente disteso sul dorso e con il braccio destro in massima abduzione. Attraverso il controllo ecografico, l operatore identifica una porzione di parenchima epatico di almeno 6 cm di spessore, priva di importanti strutture vascolari. Individuata l area adatta, l operatore inizia la scansione e acquisisce i dati relativi a una porzione di tessuto compresa tra 25 e 65 mm dalla superficie cutanea (Figura 4).

5 Dal punto di vista scientifico, diversi studi hanno valutato e confermato l accuratezza dell elastometria nella diagnosi di fibrosi epatica e cirrosi in pazienti con epatopatia cronica, confrontando i valori di stiffness con i risultati della biopsia epatica, considerata la tecnica di riferimento. Dalla massa di dati attualmente disponibili è convinzione ormai generale che la maggior parte dei pazienti con malattia cronica di fegato potrà fare a meno della biopsia epatica per la stadiazione del danno. La biopsia epatica verrà riservata solo a quei pazienti in cui non sia nota la causa della malattia epatica e si debbano ricercare quindi informazioni diagnostiche molto particolari e selezionate. Con il FibroScan a Savona, l Ospedale San Paolo fa un considerevole passo in avanti nell opera di screening di potenziali pazienti con malattia cronica del fegato e nella sorveglianza degli epatopatici cronici durante tutta la loro storia di malattia sino alle fasi più avanzate. Attualmente in Italia sono stati consegnati trentacinque modelli come quello in dotazione al San Paolo e quello savonese è l unico apparecchio in Liguria in questo momento in funzione. Per questa tempestività bisogna fare un doveroso ringraziamento alla Fondazione A. De Mari della Cassa di Risparmio di Savona e alla Direzione Aziendale della ASL 2 che hanno permesso alla cittadinanza savonese e del comprensorio di poter usufruire di questa nuova opzione per la diagnosi delle malattie del fegato. Tre sono gli operatori sanitari istruiti al funzionamento del FibroScan la cui prescrivibilità è limitata attualmente alla valutazione dello specialista epatologo.