Insegnamento di Psicologia sociale dei gruppi
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- Ilaria Gattini
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ENNA KORE Insegnamento di Psicologia sociale dei gruppi Prof.ssa Irene Petruccelli e dott.ssa Angela Miccichè irene.petruccelli@unikore.it Seconda lezione Enna, 2 MARZO 2016 A.A
2 L influenza sociale rappresenta un punto focale nella formazione dell identità del singolo individuo. La formazione dei giudizi personali non può difatti essere esente dai comportamenti e dalle opinioni appartenenti alle persone che ci circondano in una data situazione o ai componenti del gruppo di appartenenza.
3 Il primo ad occuparsi della ricerca sui processi di influenza sociale è stato lo psicologo turco Muzafer Sherif (1935; 1936), considerato uno dei padri della psicologia sociale, il quale si è occupato dell emergenza delle norme in gruppi posti in situazioni ambigue. (esperimento stimolo sensoriale ambiguo)
4 QUANDO GLI STIMOLI SENSORIALI SONO AMBIGUI LE PERSONE TENDONO A PENSARE CHE IL GRUPPO DEVE AVERE RAGIONE (SHERIF, 1936) E QUINDI IL CONTATTO CON GLI ALTRI INFLUENZA LA PERCEZIONE DEL SINGOLO CREANDO UNA SORTA DI NORMA PERCETTIVA.
5 Secondo Rohrer e coll. (1954), queste norme percettive vengono interiorizzate tanto da esser utilizzate nei giudizi individuali anche a distanza di un anno dalla situazione di gruppo in cui sono state indotte e dunque in assenza delle persone che hanno influenzato il giudizio.
6 Solomon Asch, si occupò di studiare i parametri dell influenza sociale normativa e approfondì le condizioni che inducono gli individui a restare indipendenti o a cedere alle pressioni di un gruppo anche quando questo va in senso contrario ai fatti (esperimento senza ambiguità)
7 il 76% dei partecipanti si conformò almeno una volta alla maggioranza, dando come loro una risposta errata nonostante le proprie perplessità.
8 fattori che più di altri determinano la tendenza all uniformità e più precisamente: le norme sociali, i modelli, il confronto sociale e l autoconsapevolezza.
9 Ø norme sociali Le relazioni sociali tra gli individui sono agevolate da norme o regole informali apprese sin dall infanzia, tanto da sembrarci naturali Ø modelli Gli individui prendono a modello o imitano il comportamento altrui, un sistema per risparmiare tempo o energia. Quando lo stesso comportamento è adottato da un gran numero di persone si tratta del fenomeno definito contagio. Ø confronto sociale In base al consenso ottenuto e all osservazione degli altri, giudichiamo valido o meno il nostro comportamento. In questo senso si potrebbe dire che uniformarsi agli altri solleva dal dubbio.
10 Quando si parla di conformismo ci si riferisce a quella sorta di uguaglianza realizzata quando l individuo cede alle pressioni sociali che lo obbligano ad essere simile agli altri (Gergen, Gergen, 1986).
11 Tratti di personalità legati al conformismo Basso livello di autostima Alto livello di conformismo Alto bisogno di approvazione Basso livello nelle tendenze autoritarie In questo senso la conformità sembra essere un tentativo per placare vari bisogni psicologici
12 I motivi del conformismo Ø Le persone, quando devono esprimere un giudizio, tengono in considerazione sia la correttezza della propria opinione, sia il giudizio degli altri ai quali si cerca prevalentemente di dare una buona impressione (Campbell, Fairey, 1989). Ø La correttezza delle nostre valutazioni deriva da due fonti di informazioni, ovvero da quello che percepiscono i nostri sensi e da ciò che ci viene detto dagli altri. Se le due fonti di informazioni non coincidono il soggetto potrebbe provare un forte stress perchè dubiterà o dei propri sensi o delle opinioni altrui.
13 I motivi per cui un individuo aderisce all opinione della maggioranza sono essenzialmente due Influenza dell informazione quando le persone aderiscono al giudizio degli altri ritenendo che questi posseggano un maggior numero di informazioni Pressioni normative bisogno di ognuno di piacere e di essere accettato dalle altre persone che ci circondano
14 Si definisce gruppo l insieme di due o più persone che interagiscono e comunicano tra loro (Shaw, 1976). I gruppi sociali
15 Kurt Lewin (1948), afferma che «non è la somiglianza o la diversità che decide se due individui appartengono allo stesso gruppo o a due gruppi diversi, ma l interazione sociale o altri tipi di interdipendenza. Un gruppo è definito al meglio come una totalità dinamica basata sull interdipendenza invece che sulla somiglianza» (Lewin, 1948).
16 De Grada (1999) definisce un gruppo sociale come caratterizzato da un elevata gruppalità se: Ø il gruppo interagisce in maniera integrata e se ha uno scopo comune; Ø le persone che ne fanno parte si percepiscono come membri di uno stesso gruppo distinguendosi da quelli che non ne fanno parte; Ø i componenti del gruppo nutrono sentimenti positivi nei confronti degli altri per i membri;
17 Ø i membri sono consapevoli che il loro insieme costituisce il mezzo necessario per il raggiungimento degli obiettivi comuni; Ø esiste tra i membri un identificazione tale da permettere anche un influenza reciproca; Ø esiste tra i membri una struttura organizzata tale da permettere agli individui una divisione dei compiti distinti per importanza; Ø il gruppo condivide un sistema di norme, implicite o esplicite.
18 Tenendo conto di tali caratteristiche per la classificazione del gruppo, si possono identificare tanti tipi di gruppi lungo un continuum che va dal piccolo gruppo, caratterizzato dalla presenza di tutte le caratteristiche, fino a situazioni collettive basate solo sulla vicinanza spaziale tra le persone.
19 Nella classificazione dei gruppi una prima distinzione viene fatta tenendo conto della numerosità dei membri che li compongono. Si parla, pertanto, di gruppi estesi e di gruppi ristretti.
20 Ø Per gruppi estesi ci si riferisce a collettività organizzate, organizzazioni sociali come partiti politici, sette religiose, imprese, sindacati e gruppi nei quali si ha una strutturazione orizzontale e verticale. Ø I piccoli gruppi sono quei gruppi dove ogni singolo membro conosce personalmente gli altri e interagisce frequentemente con loro, ad esempio la famiglia, una classe scolastica, un gruppo di amici.
21 Cooley (1902) parla di: Ø gruppi primari intendendo quei gruppi che svolgono una funzione fondamentale nella formazione della natura sociale e degli ideali degli individui che ne fatto parte. In questa ottica i gruppi primari sono costituiti da un insieme di persone che interagiscono direttamente tra loro e che sono legate da vincoli di natura emotiva;
22 Ø gruppi secondari i membri sono tenuti insieme da uno scopo, da un fine, e per questo ogni membro è valorizzato per il contributo che dà al gruppo; pertanto si hanno ruoli specifici e le relazioni sono limitate proprio a ciò che i rispettivi ruoli prevedono o riguardano gli scopi del gruppo.
23 De Grada (1999) tiene conto non solo delle categorie e dei bisogni individuali, ma anche delle caratteristiche che deve avere il gruppo per soddisfarle. Appartengono a questa categoria i bisogni di: Ø sicurezza e sostegno sociale; Ø dipendere dagli altri (sottomissione); Ø dominare gli altri (dominanza); Ø accrescimento di sé o dell autostima; Ø riduzione dell incertezza.
24 Status e ruolo Il concetto di status si riferisce alla posizione che una persona occupa in un gruppo sociale e alla valutazione di tale posizione in una scala di prestigio (Scilligo, 1973). Pertanto, la differenziazione di status esprime la distribuzione del potere (considerazione, prestigio sociale) tra i membri del gruppo.
25 La posizione di status viene attribuita in relazione alle aspettative riguardanti la competenza di ciascuno rispetto al raggiungimento di scopi e obiettivi di gruppo. Le aspettative verso lo status che si occupa si formano grazie a un forte confronto sociale che permette ai membri del gruppo di valutare le proprie capacità e quelle degli altri rispetto agli obiettivi del gruppo stesso (Brown, 2000).
26 Si parla invece di ruoli sociali in riferimento alle aspettative condivise sul modo in cui una particolare persona dovrebbe comportarsi in un gruppo (Levine, Moreland, 1998). Anche i ruoli implicano delle aspettative sia sul proprio comportamento che su quello altrui proprio per far sì che la vita del gruppo sia più prevedibile e ordinata; inoltre, i ruoli implicano una certa divisione del lavoro nel gruppo (Brown, 2000).
27 I ruoli principali in un gruppo, secondo Levine e Moreland (1990), sono: il nuovo arrivato, il capro espiatorio e il leader. Ø Dal nuovo arrivato il gruppo si aspetta che sia ansioso, dipendente, conformista e passivo e, quanto più verranno confermate queste aspettative, tanto più il nuovo membro verrà accettato dal gruppo già esistente. Ø Il capro espiatorio rappresenta per il gruppo una figura necessaria, oltre che funzionale, perché permette ai suoi membri di liberarsi di parti negative dell immagine di sé e proiettandole, per l appunto, su chi detiene questo ruolo.
28 Ø Il leader è la persona che all interno del gruppo assume un ruolo di maggiore responsabilità, che più degli altri si occupa di prendere iniziative e che ha un maggior potere di influenza sui membri. Si parla di leadership quando ci si riferisce al processo mediante il quale il leader influenza gli altri membri del gruppo.
29 Il leader deve assolvere fondamentalmente due funzioni, la funzione socio-emozionale e la centratura sul compito. Il leader socio-emozionale crea un clima armonioso e cooperativo all interno del quale far procedere il gruppo, tenendo in considerazione i sentimenti e gli umori dei singoli e facilitando i rapporti interpersonali.si tratta dunque di un soggetto centrato sulla relazione.
30 Il leader centrato sul compito è costantemente attento al raggiungimento degli obiettivi da parte del gruppo, mette in atto comportamenti che permettano il conseguimento degli scopi prefissati anche grazie al possesso di competenze specifiche. Utilizza uno stile autoritario. Questo atteggiamento spesso causa tensione e antagonismo tra i membri e un conseguente clima di ostilità.
31 Diverse spiegazioni teoriche che hanno cercato di chiarire come il leader riesca ad emergere tra gli altri membri del gruppo; le più accreditate sono quattro:
32 1. quelle che mettono in primo piano le caratteristiche personali del leader; 2. quelle basate sul comportamento del leader (stili di leadership); 3. quelle che valutano la compatibilità tra specifiche situazioni e le caratteristiche personali del leader; 4. quelle che focalizzano l attenzione sul rapporto tra leader e seguaci.
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