Studio di consulenza del lavoro il potere disciplinare del datore di lavoro

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1 Studio di consulenza del lavoro il potere disciplinare del datore di lavoro

2 Premessa I art C.c. prevede che l inosservanza delle disposizioni contenute negli artt e 2105 C.c, (diligenza e obbligo di fedeltà) comportino la possibilità per il datore di lavoro di applicare delle sanzioni disciplinari nei confronti dei lavoratori, sempre in base alla gravità dell infrazione.. L art. 7 dello Statuto dei Lavoratori, prevede che la sanzione può essere adottata solo a seguito di uno specifico procedimento, garantendo così il diritto di difesa del lavoratore. Recita infatti l articolo 7 St. Lav. al comma 1: [ ] 1. Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse può essere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Esse devono applicare quanto in materia è stabilito da accordi e contratti di lavoro ove esistano. Le regole poste, comportano quindi che deve essere previsto un documento che: elenca le infrazioni a cui possono essere applicate le sanzioni; elenca le sanzioni che si applicano a ciascuna infrazione; applica quanto previsto in merito anche dai contratti collettivi; deve essere affisso in un luogo accessibile a tutti i lavoratori.

3 L affissione del disciplinare il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato l'addebito e senza averlo sentito a sua difesa e questo comporta che il disciplinare aziendale debba essere affisso in un luogo accessibile a tutti i lavoratori : infatti la sanzione disciplinare inflitta dal datore di lavoro è legittima solo in presenza dell affissione preventiva del codice disciplinare in luogo accessibile a tutti i lavoratori. Il principio, che è stato richiamato in numerose sentenze nel corso del tempo, reputa imprescindibile e insostituibile la presenza di un disciplinare aziendale per applicare legittimamente le sanzioni ai dipendenti, in quanto garantisce la piena conoscenza delle norme che il prestatore deve rispettare, e quelli che sono gli effetti derivanti dalle eventuali condotte non rispondenti, e senza il quale la sanzione è viziata da nullità assoluta insanabile anche in caso di prova dell effettiva conoscenza del dipendente ottenuta in altro modo. L obbligo dell affissione rileva proprio per quanto concerne specificamente la violazione di prescrizioni del datore di lavoro attinenti l organizzazione del lavoro, in quanto esulano dall obbligo dell affissione le ipotesi di reato e il mancato rispetto di regole elementari di vita. La legge impone all azienda di applicare espressamente quanto stabilito in merito da contratti collettivi nazionali e accordi collettivi: per predisporre il codice disciplinare potrà perciò essere sufficiente fare riferimento alle norme previste proprio dal contratto collettivo in materia di provvedimenti disciplinari. Rimane ferma la necessità che il codice sia affisso in luogo accessibile a tutti, al punto che viene ritenuta invalida dalla giurisprudenza la consegna di copia del codice ad ogni dipendente, in quanto difforme dalla previsione dall art. 7

4 Contestazione dell addebito La procedura prevede che il datore di lavoro non possa adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato l'addebito e senza averlo sentito a sua difesa (art. 7 comma 2). Di conseguenza le fasi per contestare l addebito della sanzione si dividono in: contestazione del fatto al dipendente, la quale: o deve essere fatta dal datore o dai diretti superiori del dipendente; o deve avvenire per iscritto (con l eccezione del rimprovero verbale) e deve essere fatta pervenire all interessato in qualunque modo in quanto atto di natura recettizia; o deve essere immediata (sulla base delle condizioni oggettive, anche con riferimento all estensione dell organizzazione della quale fa parte il dipendente); o deve essere specifica e contenere esposizione puntuale delle circostanze del fatto imputabile; eventuale difesa del dipendente ( Il lavoratore potrà farsi assistere da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato, art. 7 comma 3); irrogazione della sanzione. Secondo una ricostruzione dei punti essenziali della contestazione, essa deve sicuramente contenere l indicazione puntale di chi ha compiuto l infrazione, quando e secondo quali modalità così come il luogo in cui si reputa che l infrazione sia stata compiuta Qualora si tratti di provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale essi non possono essere applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione per iscritto del fatto che vi ha dato causa (art. 7 comma 5)

5 La difesa del lavoratore In sua difesa dopo l irrogazione della sanzione il lavoratore ha due strade: ricorrere al giudice ; promuovere nei venti giorni successivi alla contestazione, la costituzione di un collegio di conciliazione ed arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle parti e da un terzo membro scelto di comune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal direttore dell'ufficio del lavoro, salvo che contratto collettivo nulla preveda in merito. In questo caso la sanzione disciplinare resta sospesa fino alla pronuncia da parte del collegio stesso. Qualora il datore di lavoro non provveda, entro dieci giorni dall'invito a nominare il proprio rappresentante in seno al collegio, la sanzione disciplinare non ha effetto.

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