LA CARATTERISTICA DI EULERO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LA CARATTERISTICA DI EULERO"

Transcript

1 LA CARATTERISTICA DI EULERO Triangolazioni Definizione. Una triangolazione di una superficie compatta S è data da una famiglia finita di suoi sottospazi chiusi {T 1,..., T n } che ricoprano S e da una famiglia (finita) di omeomorfismi {φ i } i=1,..., n dove φ i : T i T i e T i è un triangolo in R2 (ovvero l inviluppo convesso determinato da tre punti non allineati del piano). I T i sono detti triangoli. Le immagini tramite tali omeomorfismi di vertici e lati dei T i si dicono vertici e lati della triangolazione. Si richiede inoltre che, per i j, sia verificata una e una soltanto delle seguenti affermazioni: (1) T i e T j sono disgiunti. (2) T i e T j hanno in comune un solo vertice. (3) T i e T j hanno in comune solo due vertici e il lato che li connette. Vale il seguente teorema, che ci limitiamo ad enunciare. Teorema 1. Ogni superficie compatta ammette una triangolazione. Poichè due triangoli distinti non possono avere gli stessi vertici una triangolazione è completamente definita una volta assegnati i vertici dei triangoli e specificando quali terne di vertici concorrono a formare un triangolo. Osservazione. Segue anche dalla definizione che ogni lato è lato esattamente di due triangoli Sia v un vertice, i triangoli di vertice v possono essere riordinati in sequenza T 0,..., T n 1, T n = T 0 in modo che triangoli consecutivi abbiano esattamente un lato in comune e triangoli non consecutivi abbiano in comune soltanto il vertice v. Ecco alcuni esempi di superfici triangolate, rappresentate come poligoni topologici con identificazione, i numeri si riferiscono ai vertici, le lettere ai lati identificati. 1

2 2 LA CARATTERISTICA DI EULERO Figura 1. Toro. Questa triangolazione ha 16 vertici, 48 lati e 32 facce. Figura 2. Sfera. La triangolazione ha 32 vertici, 66 lati e 32 facce. Figura 3. Una triangolazione del piano proiettivo reale: 6 vertici, 15 lati e 10 facce.

3 LA CARATTERISTICA DI EULERO 3 Figura 4. La superficie orientabile di genere due, ovvero la somma connessa di due tori (ottenuta come poligono topologico con identificazione da un ottagono): la suddivisione ha 2 vertici, 12 lati e 8 facce. Per la triangolazione il calcolo è più faticoso (soprattutto contare i lati!) Figura 5. (a sinistra) La somma connessa di due piani proiettivi ovvero la bottiglia di Klein: 16 vertici, 48 lati e 32 facce. Figura 6. (a destra) Il nasto di Möbius (superficie topologia compatta con bordo): 19 vertici, 52 lati e 32 facce.

4 4 LA CARATTERISTICA DI EULERO La caratteristica di Eulero Definizione. Sia S una superficie compatta triangolata da T = {T 1,..., T n }. Definiamo le seguenti quantià (numeri interi) v= numero di vertici e= numero di lati f= numeri di triangoli La caratteristica di Eulero di S (a priori dipendente dalla triangolazione) è data da χ(s) = v e + f. Teorema 2. La caratteristica di Eulero così definita non dipende dalla triangolazione. Cenno di dimostrazione. Consideriamo suddivisioni di S in poligoni arbitrari, con n 1 lati e vertici, quindi non necessariamente triangoli. Inoltre ammettiamo che un lato possa non suddividere una regione in due regioni distinte. Richiediamo che la parte interna di ogni regione poligonale sia omeomorfa a un disco aperto del piano, che ogni lato privato dei vertici sia omeomorfo a un intervallo aperto della retta euclidea e che la chiusura di ogni tale lato sia omeomorfa a [0, 1] oppure S 1. Infine si richiede che sia finito il numero di vertici, lati e regioni poligonali. In particolare quindi le condizioni elencete sono soddisfatte se si ha a che fare con una triangolazione. Definiamo come in precedenza la caratteristica di Eulero come χ(s) = v e + f. Osserviamo che le seguenti trasformazioni lasciano invariata la caratteristica di Eulero (1) Suddividere un lato aggiungendo un nuovo vertice in un punto interno: infatti aumenta di uno il numero dei lati ma anche il numero dei vertici. (2) Se due soli lati si incontrano in un dato vertice, eliminando tale vertice e fondendo i lati la caratteristica di Eulero non cambia. (3) Suddividere un n-agono connettendo tra loro due vertici: infatti il numero delle regioni aumenta di uno e così anche il numero dei lati. (4) Fondere tra loro due regioni aventi un lato in comune eliminando tale lato: sia il numero di regioni che il numero di lati diminuiscono di uno.

5 LA CARATTERISTICA DI EULERO 5 (5) Introdurre all interno di una regione un nuovo vertice e un nuovo lato, ma in modo che la regione resti connessa, in questo caso aumentano di uno il numero di lati e il numero di vertici. (6) eliminare vertici e lati del tipo descritto appena sopra: il numero di vertici e il numero di lati decrescono di uno. Se adesso proviamo che si può passare da una suddivisione di S a un altra suddivisione in un numero finito di operazioni tra quelle descritte ne seguirà l invarianza della caratteristica di Eulero. Questo si prova facilmente nel caso in cui, date due triangolazioni T e T, i lati delle due si intersechino in un numero finito di punti e in un numero finito di intervalli chiusi. Supponiamo di sovrapporre infatti le due triangolazioni (per avere un idea qualitativa del procedimento si può osservare la figura 7). Modifichiamo dapprima T aggiungendo nuovi vertici laddove i lati di T sono intersecati dai lati di T e non vi sia già un vertice di T (sequenza finita di mosse di tipo (1)). Poi, per ogni vertice di T che si trovi all interno di una regione di T aggiungiamo (mossa di tipo (5)) il vertice stesso e un lato (corrispondente a un lato o una porzione di lato di T ), che lo connetta a un vertice preesistente. Infine, completiamo la sovrapposizione delle due triangolazioni aggiungendo i lati mancanti (corrispondenti a lati o porzioni di lati di T, mosse di tipo (3)). Successivamente eliminiamo dalla suddivisione ottenuta per S vertici e lati in modo da ottenere T. Eliminiamo dapprima i lati che appartengono a T ma non a T e che suddividono in due parti una regione (mossa di tipo (4)). Si eliminano poi quei lati e vertici che non suddividono alcuna regione e che appartengono a T ma non a T (mossa di tipo (6)).

6 6 LA CARATTERISTICA DI EULERO Figura 7 Restano allora da eliminare quei vertici in cui i lati di T intersecano quelli di T in punti distinti dai vertici di T (mossa di tipo (2)). Il caso in cui un lato di T e e uno di T si intersechino in un numero infinito di punti (si pensi al caso dei due insiemi nel piano euclideo [ 1, 1] {0} e {(x, x sin( 1 x )) x [ 1, 1] \ {0}} {(0, 0)}) è più complicato. Si può dimostrare che è sempre possibile deformare una

7 LA CARATTERISTICA DI EULERO 7 delle due triangolazioni, ma facendo in modo che il numero di vertici, lati e facce rimanga invariato, affinchè tale tipo di intersezione non avvenga. Proposizione 3. Se S 1 e S 2 sono due superfici compatte e denotando con S 1 S 2 la loro somma connessa, allora χ(s 1 S 2 ) = χ(s 1 ) + χ(s 2 ) 2. Dimostrazione. Supponiamo che S 1 e S 2 siano triangolate. Fare la somma connessa equivale a privare ciascuna superficie della parte interna di uno dei triangoli, prenderne l unione e identificare a due a due vertici e lati di tali triangoli. Perciò, se denotiamo rispettivamente con v 1, e 1, f 1 e v 2, e 2, f 2 vertici lati e triangoli della prima e seconda superficie, la superficie ottenuta dalla somma connessa avrà v = v 1 + v 2 3 vertici, e = e 1 + e 2 3 lati e f = f 1 + f 2 2 triangoli. Da cui segue la formula. Solidi platonici Un poliedro che sia chiuso e convesso è detto essere un poliedro semplice. Ogni poliedro semplice è omeomorfo a una sfera, pertanto la somma a segni alterni dei suoi vertici, lati e facce è sempre uguale a 2. Quanto affermato segue dal fatto che l immagine dei vertici, spigoli e facce del poliedro tramite un omeomorfismo dota la sfera di una suddivisione del tipo preso in considerazione nel teorema 2. Un poliedro è detto regolare se ogni sua faccia è congruente allo stesso poligono regolare. Vogliamo ora determinare condizioni per poter costruire poliedri regolari. Denotiamo con E il numero di spigoli del poliedro, con F il numero delle sue facce e con V il numero dei suoi vertici. Quindi V E + F = 2. Supponiamo che un poliedro regolare sia formato da n-agoni regolari e che in ogni vertice si incontrino f facce (n-agoni). Poichè ogni spigolo appartiene a due facce e connette due vertici vale da cui segue 2E = nf = fv (1) E( 2 f n ) = 2 1 E = 1 f + 1 n. Osserviamo poi che il minimo numero di facce che si incontrano in un dato vertice è tre, e così anche il minimo numero di spigoli di un poligono regolare, perciò f 3, n 3. Inoltre se f e n fossero entrambi strettamente maggiori di 3 la (1) non potrebbe valere perchè si otterrebbe 1 E 0. Esaminiamo quindi il caso f = 3. Deve essere n 5 per soddisfare (1) altrimenti nuovamente si avrebbe 1 E 0. Se n = 3 allora le facce del poliedro sono trinagoli equilateri e si ha che E = 6, F = 4, V = 4. Il solido così ottenuto è il tetraedro. Se n = 4, le facce del poliedro sono dunque quadrati, E = 12, F = 6, V = 8 e si ottiene il cubo (esaedro). Se infine n = 5 risulta E = 30, F = 12, V = 20. Il solido così ottenuto è il dodecaedro le cui facce sono pentagoni regolari.

8 8 LA CARATTERISTICA DI EULERO Figura 8. Nell ordine: tetraedro, ottaedro, icosaedro, cubo, dodecaedro. Sia ora n = 3, 3 < f 5 (quest ultima condizione segue da un analisi analoga alla precedente), quindi cerchiamo ulteriori poliedri regolari le cui facce siano triangoli equilateri. Se f = 4 si ottiene E = 12, F = 8, V = 6. Il solido così ottenuto è l ottaedro. Se f = 5 allora E = 30, F = 20, V = 12 e si ottiene un icosaedro. Non ci sono altre possibilità, per cui abbiamo determinato la totalità dei poliedri regolari. Colorabilità Definizione. Data una superficie S si definisce mappa sulla superficie il dato di un numero finito di vertici e archi (lati) a due a due non intersecantesi che li connettano, disposti in modo tale da suddividere la superficie in regioni semplicemente connesse. La mappa è detta inoltre regolare se (1) ogni vertice ha ordine (è il numero di lati che contengono tale vertice) non inferiore a 3, (2) ogni arco connette due vertici distinti, (3) ogni arco separa due regioni distinte. Figura 9. mappa Figura 10. mappa regolare

9 LA CARATTERISTICA DI EULERO 9 Quanti colori sono necessari per colorare una mappa regolare in una porzione limitata del piano o su una sfera in modo tale che regioni adiacenti non abbiano mai lo stesso colore? Si osserva facilmente che tre colori sono insufficienti (per esempio osservando la figura 12). Si definisce numero cromatico (o costante cromatica) di una superficie S il minimo numero di colori α tale che ogni mappa regolare su S possa essere colorata con al più α colori in modo che regioni confinanti abbiano sempre colori diversi. In questa analisi, una porzione limitata di piano è equivalente a una sfera, infatti si può passare da una rappresentazione all altra tramite la proiezione stereografica, considerando il complementare della porzione limitata di piano come una calotta sferica contenente il polo di proiezione (come in figura 11). Figura 11 Si può definire anche per una mappa su una superficie la caratteristica di Eulero come somma a segni alterni di vertici, lati e regioni determinati dalla mappa. Ovviamente la caratteristica di Eulero non dipende dalla particolare mappa ma è invariante e coincide con la caratteristica di Eulero della superficie (nella dimostrazione dell invarianza infatti si utilizzano suddivisioni di una superficie più generali, tra le quali rientrano le mappe regolari). Consideriamo una superficie avente caratteristica di Eulero χ(s) > 0. Allora v e + f > 0 (qui f denota il numero delle regioni). Dalle condizioni (1) e (2) della definizione segue che 2e 3v per cui 6f 2e > 0 Se denotiamo con f i il numero di regioni la cui frontiera è formata esattamente da i lati con l ovvia condizione che i 1 si può scrivere 6 i f i i if i > 0 ovvero (6 i)f i > 0. i

10 10 LA CARATTERISTICA DI EULERO Figura 12 Deve pertanto esistere qualche regione la cui frontiera consista in i lati con i < 6. Possiamo adesso dimostrare per induzione il seguente teorema Teorema 4 (dei sei colori). Sia S una superficie con caratteristica di Eulero χ(s) > 0, allora il numero cromatico di S è non maggiore di 6. Dimostrazione. Procediamo per induzione sul numero di regioni f. Se f 6 la tesi è ovvia. Sia ora f > 6 e supponiamo che il risultato sia vero per f 1. Come osservato in precedenza esiste una regione f la cui frontiera è formata da meno di sei lati. Contraendo a un punto (un vertice) tale regione otteniamo una mappa regolare con f 1 regioni, che per ipotesi induttiva può essere colorata con al più sei differenti colori in modo tale che regioni confinanti abbiano sempre colori diversi. Ripristinando la regione f, poichè le regioni con essa confinanti sono al più cinque, è possibile assegnare a questa regione un colore in modo che la tesi sia soddisfatta. Di validità più generale è il seguente Teorema 5. Ogni mappa regolare su una superficie S con caratteristica di Eulero χ(s) = χ può essere colorata con al più γ colori, dove per γ vale (2) γf > 6(f χ) f > γ. Dimostrazione. Procediamo per induzione sul numero di regioni f. Supponiamo quindi che per γ soddisfacente la disuguaglianza dell enunciato si abbia per qualche f, se f f, che ogni mappa regolare su S avente f regioni possa essere colorata con al più γ colori (in modo che regioni contigue abbiano sempre colori differenti). In particolare questo è ovvio per f γ. Poichè vale χ = v e + f, 2e 3v, allora 6(f χ) = 6(e v) 2e,

11 LA CARATTERISTICA DI EULERO 11 e quindi da (2) anche γf > 2e. Quindi (ragionando in modo analogo a quanto fatto per il teorema 4), almeno una regione deve avere frontiera costituita da meno di γ lati. Contraendo a un punto tale regione χ rimane invariata e per l ipotesi induttiva la mappa così ottenuta può essere colorata con al più γ colori. Ripristinando tale regione, poichè le regioni ad essa contigue sono al più γ 1, è sempre possibile assegnare ad essa un colore in modo che la tesi risulti soddisfatta. Vogliamo ora determinare per alcuni valori di χ il più piccolo intero γ soddisfacente (2). Si può riscrivere la dusuguaglianza come γ > 6(1 χ f ) Se χ = 2 o χ = 1, al crescere di f il secondo membro tende al valore 6. Quindi per χ = 1, f > 6 si ha γ = 6 e per χ = 2, f > 12, γ = 6. È anche immediato vedere che γ = 7 per χ = 0. Se χ < 0, ponendo f = γ + 1 e sostituendo nella disuguaglianza si ottiene γ > 6(1 χ γ + 1 ). ovvero γ 2 5γ > 6 6χ (γ 5 2 )2 > χ. quindi γ > χ e γ è la parte intera superiore dell espressione a secondo membro nel caso questa non sia un intero, altrimenti γ = χ Figura 13. Nel caso del toro la costante cromatica è in effetti esattamente uguale a 7 = γ, come si evince da questa mappa.

12 12 LA CARATTERISTICA DI EULERO Si ottiene così per esempio che per la bottiglia di Klein (somma connessa di un toro e un piano proiettivo, quindi χ = 1) γ = 7 e quindi la costante cromatica della bottiglia di Klein è al più 7. Per la superficie orientabile di genere 2 (il 2-toro) χ = 2 la costante cromatica è al più 8 mentre per il 3-toro è al più 9 così come quella della superfici non orientabili di genere 5 e 6 e così via. Vogliamo ora dimostrare che, nel caso di mappe regolari su una sfera o su una porzione limitata di piano la costante cromatica è in realtà non maggiore di 5. Teorema 6 (dei cinque colori). Ogni mappa regolare su una sfera o su una porzione limitata di piano può essere colorata con cinque colori in modo che regioni confinanti abbiano sempre colori distinti. Dimostrazione. Procediamo per induzione sul numero di regioni come nel teorema dei sei colori. Se la mappa ha cinque regioni o meno la tesi è evidente. Supponiamo di aver dimostrato il teorema per mappe con f 1 regioni. Abbiamo già provato che ogni mappa regolare su una superficie con caratteristica di Eulero positiva deve possedere almeno una regione f la cui frontiera sia formata al più da cinque archi. Nel caso la frontiera di tale regione f sia formata da meno di cinque archi è evidente la possibilità di colorare la mappa con al più cinque colori distinti. Contraendo infatti a un punto f si utilizza l ipotesi induttiva come fatto in precedenza per mostrare che la mappa così ottenuta può essere colorata con al più cinque colori. Si ripristina poi f e, avendo la sua frontiera meno di cinque lati, è sempre possibile scegliere uno dei cinque colori in modo che la tesi sia soddisfatta. Nel caso la frontiera di f consista esattamente di cinque archi, bisogna osservare che (si confronti con la figura 14) necessariamente almeno una coppia di regioni confinanti con f non hanno frontiera comune. Se per esempio A e C hanno frontiera comune, allora B e D necessariamente sono disgiunte e anche B ed E, per cui le cinque regioni confinanti con f possono essere colorate scegliendo tra soli quattro colori. Anche contraendo f a un punto le considerazioni fatte continuano a valere. Procedendo quindi come sopra, il teorema è dimostrato. In effetti è stato dimostrato che la costante cromatica della sfera è 4, ma tale risultato è decisamente più laborioso da ottenere.

13 LA CARATTERISTICA DI EULERO 13 Figura 14

Poliedri regolari. - Le condizioni (a), (b) e (c) della definizione data non sono sovrabbondanti: Riferimenti bibliografici: (a) e (c) non (b)

Poliedri regolari. - Le condizioni (a), (b) e (c) della definizione data non sono sovrabbondanti: Riferimenti bibliografici: (a) e (c) non (b) Riferimenti bibliografici: Poliedri regolari - Forme Maria Dedò Ed. Zanichelli - Le condizioni (a), (b) e (c) della definizione data non sono sovrabbondanti: (a) e (c) non (b) Definizione: Un poliedro

Dettagli

DIEDRI. Un diedro è convesso se è una figura convessa, concavo se non lo è.

DIEDRI. Un diedro è convesso se è una figura convessa, concavo se non lo è. DIEDRI Si definisce diedro ciascuna delle due parti di spazio delimitate da due semipiani che hanno la stessa origine, compresi i semipiani stessi. I due semipiani prendono il nome di facce del diedro

Dettagli

Geometria euclidea. Alessio del Vigna. Lunedì 15 settembre

Geometria euclidea. Alessio del Vigna. Lunedì 15 settembre Geometria euclidea Alessio del Vigna Lunedì 15 settembre La geometria euclidea è una teoria fondata su quattro enti primitivi e sulle relazioni che tra essi intercorrono. I quattro enti primitivi in questione

Dettagli

I solidi. Un solido è una parte di spazio delimitata da una superficie chiusa. I solidi delimitati da poligoni vengono chiamati poliedri.

I solidi. Un solido è una parte di spazio delimitata da una superficie chiusa. I solidi delimitati da poligoni vengono chiamati poliedri. I solidi Un solido è una parte di spazio delimitata da una superficie chiusa. I solidi delimitati da poligoni vengono chiamati poliedri. I solidi che hanno superfici curve vengono chiamati solidi rotondi.

Dettagli

I vertici e i lati di ogni poligono vengono detti rispettivamente vertici e spigoli del poliedro.

I vertici e i lati di ogni poligono vengono detti rispettivamente vertici e spigoli del poliedro. 1 I poliedri diagonale DEFINIZIONE. Un poliedro è la parte di spazio delimitata da poligoni posti su piani diversi in modo tale che ogni lato sia comune a due di essi. I poligoni che delimitano il poliedro

Dettagli

LA GEOMETRIA DELLO SPAZIO: CENNI DI TEORIA ED ESERCIZI

LA GEOMETRIA DELLO SPAZIO: CENNI DI TEORIA ED ESERCIZI LA GEOMETRIA DELLO SPAZIO: CENNI DI TEORIA ED ESERCIZI SPAZIO: l insieme di tutti i punti. PUNTI ALLINEATI: punti che appartengono alla stessa retta PUNTI COMPLANARI: punti che appartengono allo stesso

Dettagli

METODI E TECNOLOGIE PER L INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA. Lezione n 12

METODI E TECNOLOGIE PER L INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA. Lezione n 12 METODI E TECNOLOGIE PER L INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA Lezione n 12 PARTE SECONDA GEOMETRIA SOLIDA UNA PREMESSA Diversi esperti di Didattica della Matematica ritengono che l approccio migliore, per la

Dettagli

8. Completamento di uno spazio di misura.

8. Completamento di uno spazio di misura. 8. Completamento di uno spazio di misura. 8.1. Spazi di misura. Spazi di misura completi. Definizione 8.1.1. (Spazio misurabile). Si chiama spazio misurabile ogni coppia ordinata (Ω, A), dove Ω è un insieme

Dettagli

Le sezioni piane del cubo

Le sezioni piane del cubo Le sezioni piane del cubo Versione provvisoria 11 dicembre 006 1 Simmetrie del cubo e sezioni speciali Sezioni speciali si presentano in corrispondenza di piani perpendicolari agli assi di simmetria del

Dettagli

piastrelle piastrelle piastrelle

piastrelle piastrelle piastrelle Perché le celle delle api hanno una struttura esagonale regolare? Università delle Liberetà 2008 09 appunti di marinella bassi 1 2 Il tessuto di molti vegetali e il pigmento della retina nei nostri occhi

Dettagli

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 2 a.a Soluzioni

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 2 a.a Soluzioni Corso di Laurea in Matematica Geometria 2 Foglio di esercizi n. 2 a.a. 2015-16 Soluzioni Gli esercizi sono presi dal libro di Manetti. Per svolgere questi esercizi, studiare con cura i paragrafi 3.5, 3.6,

Dettagli

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro Complementi di Analisi Matematica Ia Carlo Bardaro Capitolo 1 Elementi di topologia della retta reale 1.1 Intorni, punti di accumulazione e insiemi chiusi Sia x 0 IR un fissato punto di IR. Chiameremo

Dettagli

Geometria solida 2. Veronica Gavagna

Geometria solida 2. Veronica Gavagna Geometria solida 2 Veronica Gavagna Lo sviluppo del parallelepipedo B Superficie laterale Area laterale e area totale Dato il parallelepipedo Area laterale A l = (a + b + a + b) c = P c b Area totale A

Dettagli

FIGURE SOLIDE OSSERVANDO LE FIGURE DELLO SPAZIO CHE CI CIRCONDANO NOTIAMO CHE:

FIGURE SOLIDE OSSERVANDO LE FIGURE DELLO SPAZIO CHE CI CIRCONDANO NOTIAMO CHE: FIGURE SOLIDE OSSERVANDO LE FIGURE DELLO SPAZIO CHE CI CIRCONDANO NOTIAMO CHE: IL CUBO IL PARALLELEPIPEDO LA PIRAMIDE HANNO LA SUPERFICIE COSTITUITA DA POLIGONI (QUADRATO, RETTANGOLO, TRIANGOLO) E PRENDONO

Dettagli

LA PERPENDICOLARITA NELLO SPAZIO. Nello spazio si definiscono la perpendicolarità sia tra una retta e un piano sia tra due piani.

LA PERPENDICOLARITA NELLO SPAZIO. Nello spazio si definiscono la perpendicolarità sia tra una retta e un piano sia tra due piani. 1 LA PERPENDICOLARITA NELLO SPAZIO Nello spazio si definiscono la perpendicolarità sia tra una retta e un piano sia tra due piani. 2.1 La perpendicolarità retta piano Nel piano la perpendicolarità tra

Dettagli

Caratteristica di Eulero-Poincaré, curvatura di Gauss e tassellazione di superfici architettoniche.

Caratteristica di Eulero-Poincaré, curvatura di Gauss e tassellazione di superfici architettoniche. Caratteristica di Eulero-Poincaré, curvatura di Gauss e tassellazione di superfici architettoniche. Alberto Saracco # Molto spesso, nella progettazione di edifici, si decide di tassellare una superficie

Dettagli

LEZIONE 9. Figura 9.1.1

LEZIONE 9. Figura 9.1.1 LEZIONE 9 9.1. Equazioni cartesiane di piani. Abbiamo visto come rappresentare parametricamente un piano. Un altro interessante metodo di rappresentazione di un piano nello spazio è tramite la sua equazione

Dettagli

LA MATEMATICA DEI POLIEDRI REGOLARI

LA MATEMATICA DEI POLIEDRI REGOLARI LA MATEMATICA DEI POLIEDRI REGOLARI Essi simbolizzano il desiderio di Armonia e di ordine dell uomo, ma nello stesso tempo la loro perfezione desta in noi il senso della nostra impotenza. I poliedri regolari

Dettagli

PNI QUESITO 1 QUESITO 2

PNI QUESITO 1 QUESITO 2 www.matefilia.it PNI 0014 QUESITO 1 Per il teorema dei seni risulta: = da cui sen α = Quindi α = arcsen ( ) che porta alle due soluzioni: α 41,810 41 49 α 138 11 QUESITO I poliedri regolari (solidi platonici)

Dettagli

Esercizi di Matematica per la prova di ammissione alla Scuola Galileiana /16

Esercizi di Matematica per la prova di ammissione alla Scuola Galileiana /16 Esercizi di Matematica per la prova di ammissione alla Scuola Galileiana - 015/16 Esercizio 1 Per quali valori n Z \ {0} l espressione è un numero intero positivo? (n + 5)(n + 6) 6n Soluzione. Il problema

Dettagli

ELEMENTI di TEORIA degli INSIEMI

ELEMENTI di TEORIA degli INSIEMI ELEMENTI di TEORI degli INSIEMI & 1. Nozioni fondamentali. ssumeremo come primitivi il concetto di insieme e di elementi di un insieme. Nel seguito gli insiemi saranno indicati con lettere maiuscole (,,C,...)

Dettagli

ANALISI MATEMATICA DEI POLIEDRI ARCHIMEDEI

ANALISI MATEMATICA DEI POLIEDRI ARCHIMEDEI ANALISI MATEMATICA DEI POLIEDRI ARCHIMEDEI Ho affermato che le matematiche sono molto utili per abituare la mente a un raziocinio esatto e ordinato; con ciò non è che io creda necessario che tutti gli

Dettagli

Prodotto scalare e ortogonalità

Prodotto scalare e ortogonalità Prodotto scalare e ortogonalità 12 Novembre 1 Il prodotto scalare 1.1 Definizione Possiamo estendere la definizione di prodotto scalare, già data per i vettori del piano, ai vettori dello spazio. Siano

Dettagli

Introduzione. Al termine della lezione sarai in grado di:

Introduzione. Al termine della lezione sarai in grado di: Anno 4 Prismi 1 Introduzione In questa lezione parleremo di un particolare poliedro detto prisma. Ne daremo una definizione generale e poi soffermeremo la nostra attenzione su alcuni prismi particolari.

Dettagli

4.1 I triedri Def triedro vertice spigoli facce triedro

4.1 I triedri Def triedro vertice spigoli facce triedro 1 FIGURE NELLO SPAZIO Rette, piani, semispazi, di cui abbiamo visto le prime proprietà, delimitano le figure solide che si sviluppano nello spazio. Introduciamo gradualmente le figure solide e le loro

Dettagli

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 5 a.a Soluzioni

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 5 a.a Soluzioni Corso di Laurea in Matematica Geometria 2 Foglio di esercizi n. 5 a.a. 2015-16 Soluzioni Gli esercizi sono presi dal libro di Manetti. Per svolgere questi esercizi, studiare con cura i paragrafi 10.1,

Dettagli

APPUNTI DI GEOMETRIA SOLIDA

APPUNTI DI GEOMETRIA SOLIDA APPUNTI DI GEOMETRIA SOLIDA Geometria piana: (planimetria) studio delle figure i cui punti stanno tutti su un piano Geometria solida: (stereometria) studio delle figure i cui punti non giacciono tutti

Dettagli

2 Vettori applicati. 2.1 Nozione di vettore applicato

2 Vettori applicati. 2.1 Nozione di vettore applicato 2 Vettori applicati 2 Vettori applicati 2.1 Nozione di vettore applicato Numerose grandezze fisiche sono descritte da vettori (spostamento, velocità, forza, campo elettrico, ecc.). Per alcune di esse e,

Dettagli

Una proposizione che si pone alla base di una teoria matematica senza darne una giustificazione. Sono le «regole del gioco».

Una proposizione che si pone alla base di una teoria matematica senza darne una giustificazione. Sono le «regole del gioco». Ripasso Scheda per il recupero Il metodo assiomatico-deduttivo OMNE he cos è un assioma? he cos è un concetto primitivo? he cos è un teorema? he cosa significa affrontare lo studio della geometria secondo

Dettagli

Anno 1. Quadrilateri

Anno 1. Quadrilateri Anno 1 Quadrilateri 1 Introduzione In questa lezione impareremo a risolvere i problemi legati all utilizzo dei quadrilateri. Forniremo la definizione di quadrilatero e ne analizzeremo le proprietà e le

Dettagli

Piccolo teorema di Fermat

Piccolo teorema di Fermat Piccolo teorema di Fermat Proposizione Siano x, y Z, p N, p primo. Allora (x + y) p x p + y p (mod p). Piccolo teorema di Fermat Proposizione Siano x, y Z, p N, p primo. Allora (x + y) p x p + y p (mod

Dettagli

Massimi e minimi vincolati

Massimi e minimi vincolati Massimi e minimi vincolati Data una funzione G C 1 (D), dove D è un aperto di R 2, sappiamo bene dove andare a cercare gli eventuali punti di massimo e minimo relativi. Una condizione necessaria affinché

Dettagli

Gara Matematica. Dipartimento di Matematica Ulisse Dini. Viale Morgagni 67/a Firenze. Soluzioni edizione 2011

Gara Matematica. Dipartimento di Matematica Ulisse Dini. Viale Morgagni 67/a Firenze. Soluzioni edizione 2011 Gara Matematica Dipartimento di Matematica Ulisse Dini Viale Morgagni 67/a - 50134 Firenze Soluzioni edizione 011 Esercizio 1. Determinare tutti gli interi positivi non nulli n che sono uguali alla somma

Dettagli

ax 1 + bx 2 + c = 0, r : 2x 1 3x 2 + 1 = 0.

ax 1 + bx 2 + c = 0, r : 2x 1 3x 2 + 1 = 0. . Rette in R ; circonferenze. In questo paragrafo studiamo le rette e le circonferenze in R. Ci sono due modi per descrivere una retta in R : mediante una equazione cartesiana oppure mediante una equazione

Dettagli

LE TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE

LE TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE LE TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE LA SIMMETRIA ASSIALE Definizione: il simmetrico P di un punto P, rispetto alla simmetria assiale di asse r gode delle seguenti proprietà: P e P sono equidistanti da r e il

Dettagli

LEZIONE 8. k e w = wx ı + w y j + w z. k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero

LEZIONE 8. k e w = wx ı + w y j + w z. k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero LEZINE 8 8.1. Prodotto scalare. Dati i vettori geometrici v = v x ı + v y j + v z k e w = wx ı + j + k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero v, w = ( v x v y v z ) w x = v x + v y + v z.

Dettagli

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara Sistemi lineari Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)

Dettagli

Capitolo 1. Gli strumenti. 1.1 Relazioni

Capitolo 1. Gli strumenti. 1.1 Relazioni Capitolo 1 Gli strumenti Consideriamo un insieme X. In geometria siamo abituati a considerare insiemi i cui elementi sono punti ad esempio, la retta reale, il piano cartesiano. Più in generale i matematici

Dettagli

Bono Marco Spirali triangolari e quadrate 1. Spirali triangolari e quadrate

Bono Marco Spirali triangolari e quadrate 1. Spirali triangolari e quadrate Bono Marco Spirali triangolari e quadrate 1 Spirali triangolari e quadrate Spirali triangolari Proviamo a costruire delle spirali triangolari: per iniziare partiamo da un solo punto, come nella figura

Dettagli

Gli angoli corrispondenti sono congruenti; I lati corrispondenti, che si dicono lati omologhi, sono in rapporto costante:

Gli angoli corrispondenti sono congruenti; I lati corrispondenti, che si dicono lati omologhi, sono in rapporto costante: ome sai, se vuoi riprodurre una figura, puoi disegnarla perfettamente uguale rispettandone la forma e le dimensioni e cambiandone quindi solo la posizione. In questo caso la riproduci isometricamente,

Dettagli

Domande di Analisi Matematica tratte dai Test di autovalutazione o di recupero dei debiti formativi.

Domande di Analisi Matematica tratte dai Test di autovalutazione o di recupero dei debiti formativi. Domande di Analisi Matematica tratte dai Test di autovalutazione o di recupero dei debiti formativi. (1) Sia A l insieme dei numeri dispari minori di 56 e divisibili per 3. Quale delle seguenti affermazioni

Dettagli

Precorso di Matematica

Precorso di Matematica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI ARCHITETTURA Precorso di Matematica Anna Scaramuzza Anno Accademico 2005-2006 17-24 Ottobre 2005 INDICE 1. GEOMETRIA EUCLIDEA........................ 2 1.1 Triangoli...............................

Dettagli

Esercizi sul Principio d Induzione

Esercizi sul Principio d Induzione AM110 - ESERCITAZIONI I - II - 4 OTTOBRE 01 Esercizi sul Principio d Induzione Esercizio svolto 1. Dimostrare che per ogni n 1, il numero α(n) := n 3 + 5n è divisibile per 6. Soluzione. Dimostriamolo usando

Dettagli

Precorsi di matematica

Precorsi di matematica Precorsi di matematica Francesco Dinuzzo 12 settembre 2005 1 Insiemi Il concetto di base nella matematica moderna è l insieme. Un insieme è una collezione di elementi. Gli elementi di un insieme vengono

Dettagli

Le simmetrie dei poliedri regolari

Le simmetrie dei poliedri regolari Le simmetrie dei poliedri regolari Le isometrie del piano e dello spazio sono state classificate da due illustri matematici. Per quanto riguarda il piano, il teorema di Chasles, del 8, afferma che nel

Dettagli

I quadrilateri Punti notevoli di un triangolo

I quadrilateri Punti notevoli di un triangolo I quadrilateri Capitolo Quadrilateri 1 erifica per la classe prima COGME............................... ME............................. Quesiti 1.a ero o falso? 1. La somma degli angoli interni di un ottagono

Dettagli

LEZIONE 30. Se x = 1 si dice che x è un versore. Se poi y = (y 1,..., y n ) R n poniamo. Ricordiamo che vale la cosiddetta disuguaglianza triangolare

LEZIONE 30. Se x = 1 si dice che x è un versore. Se poi y = (y 1,..., y n ) R n poniamo. Ricordiamo che vale la cosiddetta disuguaglianza triangolare LEZIONE 30 30.1. Insiemi aperti e chiusi in R n. Nel corso di Analisi sono state introdotte alcune nozioni di topologia di R, come la nozione di aperto, di chiuso, di punto d accumulazione. Lo scopo di

Dettagli

Scritto da Maria Rispoli Domenica 09 Gennaio :07 - Ultimo aggiornamento Martedì 01 Marzo :11

Scritto da Maria Rispoli Domenica 09 Gennaio :07 - Ultimo aggiornamento Martedì 01 Marzo :11 Sin dai tempi di Pitagora, sono state esplorate le interessanti proprietà di un certo numero di sassolini messi in forme geometriche, cercando di ricavarne leggi universali. Ad esempio il numero 10, la

Dettagli

LA GEOMETRIA DELLO SPAZIO

LA GEOMETRIA DELLO SPAZIO LA GEOMETRIA ELLO SPAZIO 1 alcola l area e il perimetro del triangolo individuato dai punti A ; 0; 4, ; 1; 5 e 0; ;. ( ) ( ) ( ) 9 ; + 6 Stabilisci se il punto A ( 1;1; ) appartiene all intersezione dei

Dettagli

Geometria BATR-BCVR Esercizi 9

Geometria BATR-BCVR Esercizi 9 Geometria BATR-BCVR 2015-16 Esercizi 9 Esercizio 1. Per ognuna delle matrici A i si trovi una matrice ortogonale M i tale che Mi ta im sia diagonale. ( ) 1 1 2 3 2 A 1 = A 2 1 2 = 1 1 0 2 0 1 Esercizio

Dettagli

C7. Circonferenza e cerchio

C7. Circonferenza e cerchio 7. irconferenza e cerchio 7.1 Introduzione ai luoghi geometrici Un luogo geometrico è l insieme dei punti del piano che godono di una proprietà detta proprietà caratteristica del luogo geometrico. Esempio

Dettagli

Circonferenze del piano

Circonferenze del piano Circonferenze del piano 1 novembre 1 Circonferenze del piano 1.1 Definizione Una circonferenza è il luogo dei punti equidistanti da un punto fisso, detto centro. La distanza di un qualunque punto della

Dettagli

FUNZIONI. }, oppure la

FUNZIONI. }, oppure la FUNZIONI 1. Definizioni e prime proprietà Il concetto di funzione è di uso comune per esprimere la seguente situazione: due grandezze variano l una al variare dell altra secondo una certa legge. Ad esempio,

Dettagli

LA GEOMETRIA ELLITTICA

LA GEOMETRIA ELLITTICA LA GEOMETIA ELLITTICA QUALCHE NOZIONE SULLA GEOMETIA DI IEMANN Consideriamo un modello della geometria di iemann, detto modello sulla sfera. Sia k una sfera arbitraria sullo spazio euclideo. Conveniamo

Dettagli

Esercizi per il corso Matematica clea

Esercizi per il corso Matematica clea Esercizi per il corso Matematica clea Daniele Ritelli anno accademico 008/009 Lezione : Numeri naturali e principio di induzione Esercizi svolti. Provare che + + + n. Provare che + + + n n(n + ) n(n +

Dettagli

Progetto Matematica in Rete - Geometria euclidea - Introduzione GEOMETRIA EUCLIDEA. Introduzione. geo (terra) e metron (misura)

Progetto Matematica in Rete - Geometria euclidea - Introduzione GEOMETRIA EUCLIDEA. Introduzione. geo (terra) e metron (misura) GEOMETRIA EUCLIDEA La parola geometria deriva dalle parole greche geo (terra) e metron (misura) ed è nata per risolvere problemi di misurazione dei terreni al tempo degli antichi Egizi nel VI secolo a.c.

Dettagli

Il Teorema di Kakutani

Il Teorema di Kakutani Il Teorema di Kakutani Abbiamo visto, precedentemente, il seguente risultato: 1 Sia X uno spazio di Banach. Se X è separabile, la palla è debolmente compatta. B X = {x X x 1} Il Teorema di Kakutani è un

Dettagli

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari Sommario Proprietà dell estremo superiore per R... 2 Definitivamente... 2 Successioni convergenti... 2 Successioni monotone... 2 Teorema di esistenza del limite

Dettagli

Limiti di successioni

Limiti di successioni Capitolo 5 Limiti di successioni 5.1 Successioni Quando l insieme di definizione di una funzione coincide con l insieme N costituito dagli infiniti numeri naturali 1, 2, 3,... talvolta si considera anche

Dettagli

x 1 Fig.1 Il punto P = P =

x 1 Fig.1 Il punto P = P = Geometria di R 2 In questo paragrafo discutiamo le proprietà geometriche elementari del piano Per avere a disposizione delle coordinate nel piano, fissiamo un punto, che chiamiamo l origine Scegliamo poi

Dettagli

Le figure solide. Due rette nello spaio si dicono sghembe se non sono complanari e non hanno alcun punto in comune.

Le figure solide. Due rette nello spaio si dicono sghembe se non sono complanari e non hanno alcun punto in comune. Le figure solide Nozioni generali Un piano nello spazio può essere individuato da: 1. tre punti A, B e C non allineati. 2. una retta r e un punto A non appartenente ad essa. 3. due rette r e s incidenti.

Dettagli

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Sistemi di riferimento in R 3 e vettori 2 / 25 In fisica, grandezze fondamentali come forze, velocità, campi elettrici e magnetici vengono convenientemente descritte

Dettagli

Teoremi di geometria piana

Teoremi di geometria piana la congruenza teoremi sugli angoli γ teorema sugli angoli complementari Se due angoli sono complementari di uno stesso angolo α β In generale: Se due angoli sono complementari di due angoli congruenti

Dettagli

GEOMETRIA. Studio dei luoghi /relazioni tra due variabili. Studio delle figure (nel piano/spazio) Problemi algebrici sulle figure geometriche

GEOMETRIA. Studio dei luoghi /relazioni tra due variabili. Studio delle figure (nel piano/spazio) Problemi algebrici sulle figure geometriche GEOMETRIA ANALITICA EUCLIDEA Studio dei luoghi /relazioni tra due variabili Studio delle figure (nel piano/spazio) Funzioni elementari Problemi algebrici sulle figure geometriche Grafici al servizio dell

Dettagli

Si chiamano poligoni regolari quei poligoni che sono equilateri ed equiangoli.

Si chiamano poligoni regolari quei poligoni che sono equilateri ed equiangoli. 6.4 I poligoni regolari Si chiamano poligoni regolari quei poligoni che sono equilateri ed equiangoli. Poligoni regolari: triangolo equilatero; quadrato; pentagono regolare; esagono regolare; ettagono

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) DISPENSA N. 4 Sommario. Dimostriamo il Teorema di Completezza per il Calcolo dei Predicati del I ordine. 1. Teorema di Completezza Dimostriamo il Teorema

Dettagli

04 - Logica delle dimostrazioni

04 - Logica delle dimostrazioni Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 04 - Logica delle dimostrazioni Anno Accademico 013/014 D. Provenzano,

Dettagli

Il punteggio totale della prova è 100/100. La sufficienza si ottiene con il punteggio di 60/100.

Il punteggio totale della prova è 100/100. La sufficienza si ottiene con il punteggio di 60/100. ISI Civitali - Lucca CLASSE, Data Nome: Cognome: Nei test a scelta multipla la risposta esatta è unica Ad ogni test viene attribuito il seguente punteggio: 4 punti risposta corretta 1 punto risposta omessa

Dettagli

Uno spazio per lo spazio.

Uno spazio per lo spazio. Uno spazio per lo spazio. Il gruppo di matematica del Laboratorio Franco Conti ha lavorato quest anno nella direzione di ripensare l insegnamento della geometria dello spazio, unendo la riflessione teorica

Dettagli

1 I solidi a superficie curva

1 I solidi a superficie curva 1 I solidi a superficie curva PROPRIETÀ. Un punto che ruota attorno ad un asse determina una circonferenza. PROPRIETÀ. Una linea, un segmento o una retta che ruotano attorno ad un asse determinano una

Dettagli

RETTE E PIANI. ove h R. Determinare i valori di h per cui (1) r h e α sono incidenti ed, in tal caso, determinare l angolo ϑ h da essi formato;

RETTE E PIANI. ove h R. Determinare i valori di h per cui (1) r h e α sono incidenti ed, in tal caso, determinare l angolo ϑ h da essi formato; RETTE E PIANI Esercizi Esercizio 1. Nello spazio con riferimento cartesiano ortogonale Oxyz si considerino la retta r h ed il piano α rispettivamente di equazioni x = 1 + t r h : y = 1 t α : x + y + z

Dettagli

GENERALITA SULLE CURVE DIFFERENZIABILI

GENERALITA SULLE CURVE DIFFERENZIABILI Capitolo 1 GENERALITA SULLE CURVE DIFFERENZIABILI Definizione 1. Sia I un intervallo aperto della retta euclidea E 1 e sia α : I E n, con n 2, un applicazione differenziabile. La sua immagine C = α(i)

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

Kangourou della Matematica 2009 finale nazionale italiana Mirabilandia, 11 maggio 2009

Kangourou della Matematica 2009 finale nazionale italiana Mirabilandia, 11 maggio 2009 Kangourou della Matematica 2009 finale nazionale italiana Mirabilandia, 11 maggio 2009 LIVELLO JUNIOR J1. (5 punti ) Un asta lunga 10 metri va spezzata in modo che sia possibile riporre (eventualmente

Dettagli

C5. Triangoli. C5.1 Definizioni. C5.2 Classificazione dei triangoli in base ai lati

C5. Triangoli. C5.1 Definizioni. C5.2 Classificazione dei triangoli in base ai lati 5. Triangoli 5.1 efinizioni Un triangolo è un poligono con tre lati. In figura 5.1 i lati sono i segmenti =c, =b e =a. Gli angoli (interni) sono α = ˆ, β = ˆ e γ = ˆ. Si dice che un angolo è opposto a

Dettagli

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI È ben noto che in VO 3 si possono considerare strutture più ricche di quella di spazio vettoriale; si pensi in particolare all operazioni di prodotto scalare di vettori.

Dettagli

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3 LEZIONE 4 4.. Operazioni elementari di riga. Abbiamo visto, nella precedente lezione, quanto sia semplice risolvere sistemi di equazioni lineari aventi matrice incompleta fortemente ridotta per righe.

Dettagli

Poligoni con riga e compasso

Poligoni con riga e compasso Poligoni con riga e compasso Affrontiamo alcuni problemi di costruzione con riga e compasso, che ci aiuteranno a ricordare le principali relazioni tra le circonferenze e le rette, gli angoli inscritti,

Dettagli

Cap. 11 I Quadrilateri

Cap. 11 I Quadrilateri Cap. 11 I Quadrilateri Definizione di quadrilatero Si definisce quadrilatero un poligono di 4 lati Definizione di poligono Definiamo poligono una porzione di piano delimitata da una spezzata chiusa Gli

Dettagli

GEOMETRIA ANALITICA. Il Piano cartesiano

GEOMETRIA ANALITICA. Il Piano cartesiano GEOMETRIA ANALITICA La geometria analitica consente di studiare e rappresentare per via algebrica informazioni di tipo geometrico. Lo studio favorisce una più immediata visualizzazione di informazioni,

Dettagli

04 - Numeri Complessi

04 - Numeri Complessi Università degli Studi di Palermo Scuola Politecnica Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche Appunti del corso di Matematica 04 - Numeri Complessi Anno Accademico 2015/2016 M. Tumminello,

Dettagli

1. conoscere i concetti fondamentali della geometria sintetica del piano (poligoni, circonferenza

1. conoscere i concetti fondamentali della geometria sintetica del piano (poligoni, circonferenza Terzo modulo: Geometria Obiettivi 1. conoscere i concetti fondamentali della geometria sintetica del piano (poligoni, circonferenza e cerchio, ecc.). calcolare perimetri e aree di figure elementari nel

Dettagli

1.1 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano

1.1 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano 1 Sistemi lineari 11 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano Coordinate sulla retta Scelti su una retta un primo punto O (origine) ed un diverso secondo punto U (unita ), l identificazione

Dettagli

I NUMERI. Si dice "radice quadrata" di un numero positivo a, quel numero positivo b che elevato al quadrato dà come risultato a.

I NUMERI. Si dice radice quadrata di un numero positivo a, quel numero positivo b che elevato al quadrato dà come risultato a. Questa dispensa rappresenta una breve introduzione ai numeri reali e alla loro Topologia, minimo necessario per affrontare serenamente lo studio dell ANALISI MATEMATICA. Inoltre non si ha la pretesa che

Dettagli

Disequazioni di secondo grado

Disequazioni di secondo grado Disequazioni di secondo grado. Disequazioni Definizione: una disequazione è una relazione di disuguaglianza tra due espressioni. Detti p() e g() due polinomi definiti in un insieme A, una disequazione

Dettagli

24/03/2012 APPUNTI DI GEOMETRIA EUCLIDEA LEZIONE 2-3. definizione 26-29/3/2012

24/03/2012 APPUNTI DI GEOMETRIA EUCLIDEA LEZIONE 2-3. definizione 26-29/3/2012 PPUNTI DI GEOMETRI EULIDE LEZIONE 2-3 26-29/3/2012 definizione un triangolo è un insieme di punti del piano costituito da una poligonale chiusa di tre lati e dai suoi punti interni un triangolo è un l

Dettagli

Geometria euclidea dello spazio Presentazione n. 6 Solidi di rotazione Prof. Daniele Ippolito Liceo Scientifico Amedeo di Savoia di Pistoia

Geometria euclidea dello spazio Presentazione n. 6 Solidi di rotazione Prof. Daniele Ippolito Liceo Scientifico Amedeo di Savoia di Pistoia Geometria euclidea dello spazio Presentazione n. 6 Solidi di rotazione Prof. Daniele Ippolito Liceo Scientifico Amedeo di Savoia di Pistoia Solidi di rotazione Un solido di rotazione è generato dalla rotazione

Dettagli

R. Capone Analisi Matematica Integrali multipli

R. Capone Analisi Matematica Integrali multipli Integrali multipli Consideriamo, inizialmente il caso degli integrali doppi. Il concetto di integrale doppio è l estensione della definizione di integrale per una funzione reale di una variabile reale

Dettagli

CONCETTI e ENTI PRIMITIVI

CONCETTI e ENTI PRIMITIVI CONCETTI e ENTI PRIMITIVI Sono Concetti e Enti primitivi ciò che non può essere definito in modo più elementare, il significato è noto a priori, cioè senza alcun'altra specificazione. es. es. movimento

Dettagli

LA CIRCONFERENZA DEFINIZIONI. Una circonferenza è l insieme dei punti del piano che hanno distanza assegnata da un punto, detto centro.

LA CIRCONFERENZA DEFINIZIONI. Una circonferenza è l insieme dei punti del piano che hanno distanza assegnata da un punto, detto centro. LA CIRCONFERENZA DEFINIZIONI Una circonferenza è l insieme dei punti del piano che hanno distanza assegnata da un punto, detto centro. Un cerchio è una figura piana formata dai punti di una circonferenza

Dettagli

Esercizi sui sistemi di equazioni lineari.

Esercizi sui sistemi di equazioni lineari. Esercizi sui sistemi di equazioni lineari Risolvere il sistema di equazioni lineari x y + z 6 x + y z x y z Si tratta di un sistema di tre equazioni lineari nelle tre incognite x, y e z Poichè m n, la

Dettagli

Kangourou della Matematica 2006 finale nazionale italiana Mirabilandia, 8 maggio 2006

Kangourou della Matematica 2006 finale nazionale italiana Mirabilandia, 8 maggio 2006 LIVELLO ÉCOLIER E1. (5 punti ) Qual è il multiplo di 11 più vicino a 1000? E2. (7 punti ) Le lettere della parola ELA sono tutte distinte fra loro. Fa corrispondere ad ogni lettera di questa parola una

Dettagli

Trisections of 4-manifolds

Trisections of 4-manifolds Università di Pisa Corso di Laurea Magistrale in Matematica A.A. 2015/2016 Trisections of 4-manifolds Candidato Agnese Barbensi Relatore Prof. Paolo Lisca 15 Luglio 2016 Controrelatore Prof. Bruno Martelli

Dettagli

Sistemi di 1 grado in due incognite

Sistemi di 1 grado in due incognite Sistemi di 1 grado in due incognite Problema In un cortile ci sono polli e conigli: in totale le teste sono 7 e zampe 18. Quanti polli e quanti conigli ci sono nel cortile? Soluzione Indichiamo con e con

Dettagli

CAMMINI MINIMI SUI POLIEDRI

CAMMINI MINIMI SUI POLIEDRI CAMMINI MINIMI SUI POLIEDRI Consideriamo un cubo e due suoi vertici opposti, A e B come in figura, come si può andare da un vertice all altro facendo il cammino minimo, e muovendosi solo lungo gli spigoli?

Dettagli

Parte 11. Geometria dello spazio II

Parte 11. Geometria dello spazio II Parte 11. Geometria dello spazio II A. Savo Appunti del Corso di Geometria 2010-11 Indice delle sezioni 1 Il prodotto scalare, 1 2 Distanze, angoli, aree, 4 3 Il prodotto vettoriale, 6 4 Condizioni di

Dettagli

POLIGONI E NON POLIGONI: elementi caratteristici, proprietà e relazioni.

POLIGONI E NON POLIGONI: elementi caratteristici, proprietà e relazioni. POLIGONI E NON POLIGONI: elementi caratteristici, proprietà e relazioni. Il problema dell altezza. Clara Colombo Bozzolo, Carla Alberti,, Patrizia Dova Nucleo di Ricerca in Didattica della Matematica Direttore

Dettagli

Anno 1. Circonferenza

Anno 1. Circonferenza Anno 1 Circonferenza 1 Introduzione Secondo gli storici intorno circa al V millennio a.c. nell'antica Mesopotamia fu inventata dai Sumeri la ruota. Non è un caso che la ruota fu inventata dai Sumeri. Essi,

Dettagli

IL TEOREMA DI PITAGORA E IL QUADRATO DI BINOMIO

IL TEOREMA DI PITAGORA E IL QUADRATO DI BINOMIO IL TEOREMA DI PITAGORA E IL QUADRATO DI BINOMIO Parole cardine Triangolo: poligono formato da tre angoli e da tre lati. Triangolo rettangolo: è un triangolo in cui l angolo formato da due lati, detti cateti,

Dettagli

Kangourou Italia Gara del 21 marzo 2013 Categoria Student Per studenti di quarta e quinta della secondaria di secondo grado

Kangourou Italia Gara del 21 marzo 2013 Categoria Student Per studenti di quarta e quinta della secondaria di secondo grado Kangourou Italia Gara del 21 marzo 2013 Categoria Student Per studenti di quarta e quinta della secondaria di secondo grado I quesiti dal N. 1 al N. 10 valgono 3 punti ciascuno 1. Quale è il più grande

Dettagli