FONDI&SICAV. CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 2 - Numero 11 - Luglio Small cap È ora di puntare sui piccoli

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1 FONDI&SICAV CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 2 - Numero 11 - Luglio 2009 Small cap È ora di puntare sui piccoli Consensus paesi emergenti Quelli più fuori dalla crisi Etf Qualche buon segnale dall immobiliare

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3 EDITORIALE Meritate vacanze Ripercorrendo con la memoria l anno trascorso sui mercati finanziari dalle ultime vacanze estive sembra di vivere in un mix tra un film dell orrore e uno di fantascienza. Abbiamo visto di tutto, anche cose che fino a poco tempo prima avremmo definito impossibili. Per cominciare il rientro a settembre ci ha regalato il fallimento di Lehmann che ha poi scatenato una vera e propria tempesta. Per mesi ha dominato la paura sulle voci (anche in Italia) di fallimenti nel mondo delle banche, paura che ha colpito le banche stesse arrivate al punto da non prestarsi più denaro tra loro. Paura che per i risparmiatori si è trasformata in una corsa ai prodotti più sicuri, salvo poi magari scoprire che tanto sicuri non erano (ricorderei ancora una volta che il teorema obbligazione uguale sicurezza è stato più volte smentito...). I rendimenti delle borse mondiali, soprattutto i numeri negativi sui mercati emergenti che erano visti come il nuovo eldorado, hanno ulteriormente contribuito a rendere ancora più pessimista il tono generale. Da gennaio le cose sono un po cambiate: i rimbalzi delle borse sono stati importanti, anche se come sempre pochi sono stati gli investitori che non avevano disinvestito e ne hanno quindi beneficiato. Per queste vacanze, parlando con amici che a diverso titolo hanno a che fare col mondo degli investimenti (gestori, bancari, GIUSEPPE RICCARDI promotori e semplici risparmiatori), tutti si augurano un periodo di tranquillità. Non si spera in risultati eccezionali, ci si accontenterebbe di non sentire aperture dei telegiornali del tipo «bruciati X miliardi dalle borse mondiali», che il cellulare rimanga silenzioso e non squilli ogni 10 secondi, di potere leggere di sport/musica/viaggi/arte o un buon libro, accantonando per qualche giorno i giornali finanziari. Non è stato un anno semplice e nemmeno lo saranno i prossimi, dal momento che la crisi vissuta ha cambiato scenari e regole del gioco e che quindi ci dovremo adattare ai cambiamenti. Però adesso un po di riposo ce lo meritiamo tutti. Buone vacanze e arrivederci a settembre col prossimo numero. Questo numero Governanti di tutto il mondo di destra e di sinistra, creare capitali di risparmio che vengano affidati ai professionisti, siamo essi banchieri o gestori, che abbiano la capa- confindustrie varie, docenti universitari, professionisti dei convegni si stanno affannando a dirlo in cità di individuare quelle aree del mercato che possano crescere tutti i modi: consumate, consumate, consumate. Occorre fare ripartire le economie, occorre che la gente riversi un fiume di denaro che assorba la produzione industriale in calo. E occorre che le banche riprendano a dare il credito facile: in fondo, con tutti i soldi che si sono presi dai governi, potrebbero anche farlo. Ecco, personalmente la penso in maniera esattamente opposta: questo suggerimento è frutto di una miopia economica terrificante, che rischia di portarci dritti alla prossima bolla speculativa, magari basata sulle biotecnologie, sulle infrastrutture pagate dai governi o sulle energie alternative (peraltro tutte ottime cose). E come tutte le bolle speculative, prima o poi anche la prossima che verrà farà pagare un conto salato, molto salato. Ciò che bisogna fare, invece, è risparmiare, davvero. Il credito deve diventare selettivo come non è mai stato e deve finire a quelle aziende che hanno progetti credibili per il futuro. Chi ha un auto con tre-quattro anni di vita non pensi di cambiarla come ha fatto finora, ma risparmi, con la speranza che banchieri e gestori sappiano convogliare il suo denaro nella ricerca di auto a basso consumo energetico o ibride, nella realizzazione di motori sempre meno inquinanti. A quel punto varrà la pena cambiare l auto e solo a quel punto si potrà riprendere a consumare. Ecco, con il nostro servizio di copertina sulle small cap abbiamo tentato di dare un piccolo contributo in questo senso: pensiamo che sia giusto dare denaro a quelle piccole realtà dinamiche, tecnologicamente avanzate che potranno cambiare il volto di questo capitalismo. Sperando che i gestori siano risparmiare, risparmiare. È necessario ALESSANDRO SECCIANI all altezza del compito. FONDI&SICAV/Giugno

4 LUGLIO N 11 SOMMARIO S O M 6 16 I portafogli di Mc Gestioni Small Cap PRONTI AD ANTICIPARE IL MERCATO I mercati azionari continuano a sorprendere. Giugno, dopo due mesi di rialzi molto marcati, è stato caratterizzato da un andamento laterale in corrispondenza con dati sull economia negativi e da una diminuzione della volatilità. I minimi testati dovrebbero rappresentare i livelli sotto i quali occorre rivedere le posizioni più pericolose, ma l evento non sembra probabile Le piccole capitalizzazioni, che presentano indubbiamente notevoli elementi di rischio, costituiscono la migliore opportunità dopo i rialzi delle blue chip. Se si ha la capacità di acquistarle al momento giusto, si possono ottenere performance nettamente migliori, rispetto a quanto si ricava dalle azioni più importanti dei diversi listini. E, sulla base delle esperienze passate, si può pensare che entro pochi mesi potrebbe essere la fase ideale per incrementare nei portafogli la presenza di titolini PROMOTORI & CONSULENTI FONDI&SICAV Luglio 2009 Colafrancesco di Fideuram: «I Pf hanno un avvenire» Consulenza Come la vedono le reti Ricerca Quando il modello è un cane L amministratore delegato di una delle più consolidate società italiane di risparmio crede sempre più nell importanza e nel valore di questi professionisti, che hanno assunto un ruolo cruciale per le famiglie. Queste hanno bisogno di un esperto di fiducia che le aiuti a comprendere le proprie esigenze, a stabilire le priorità e a trovare soluzioni su misura per la gestione dei capitali. «Non è un caso che le indagini di mercato confermino che i clienti delle reti sono i più informati e soddisfatti e che l immagine del pf continui a migliorare» 40 Consulenza QUANDO LA FANNO LE RETI 36 Intervista PARLA MATTEO COLAFRANCESCO DI BANCA FIDEURAM Molte sim stanno affrontando con grande impegno la nuova sfida del professionista a parcella e stanno sviluppando forti gruppi che lavoreranno in parallelo con i promotori. Quasi tutti hanno puntato sulla formazione, ma soprattutto sul supporto costante attraverso incontri con i gestori e piattaforme informatiche sempre più perfezionate. Lo scopo è creare una nuova figura che sia capace di mantenere con i clienti un rapporto che duri per tutta la vita Albo L ennesimo rinvio della partenza Mario Comana, presidente di Ubi Banca private investments e docente universitario alla Luiss Guido Carli di Roma, ha paragonato il comportamento di cinque reti a quello di altrettante razze canine, molto diverse per carattere e prestazioni. «I professionisti del risparmio dovrebbero essere orgogliosi di un simile paragone: si tratta di una specie piena d amore, leale in ogni circostanza, equilibrata e saggia» 46 Uno studio inconsueto SEI ALANO O PITBULL? 4 FONDI&SICAV / Luglio 2009

5 LUGLIO N 11 SOMMARIO M A R I O Per la maggior parte degli analisti l area resta una delle più interessanti del mondo e sempre più svincolata dall andamento della recessione in occidente. La dipendenza dall export è sempre minore, mentre maggiore importanza assumono i consumi interni. I Pil dovrebbero ritornare in breve positivi, in rallentamento rispetto triennio , ma con una variazione tripla rispetto a quella delle economie ricche Azionari Pacifico CON UN PIEDE FUORI DALLA CRISI 56 Il responsabile di FF Italy fund di Fidelity èarrivato secondo nella classifica individuale dei money manager del prestigioso Thomson Reuters Extel.Per di piùla performance èstata ottenuta lavorando su un mercato fra i piùdifficili in Europa.«Il mio lavoro èriuscire a stimare la capacitàdi generare utili da parte delle aziende che analizzo e trovare ogni piccola o grande incongruenza tra lo scenario frutto della mia analisi e quello che il prezzo del titolo esprime» I grandi gestori PREMIATO DALLA CITY 66 Considerato uno dei comparti più in crisi, il real estate sta dando qualche inaspettato segno di vitalità in tutte le principali piazze mondiali. Soprattutto l Asia ha recentemente fornito i risultati migliori. Per chi volesse posizionarsi per tempo in questo campo non mancano i prodotti a gestione passiva che operano su tutto il pianeta e che possono costituire un ampia diversificazione del capitale. Per di più a costi di gestione molto contenuti Etf e fondi NEL MATTONE CON I FONDI INDICE 70 La crescita dei listini azionari delle aree in via di sviluppo èstata fortissima,con Cina,Brasile,India e Russia a guidare la corsa.in realtài problemi non sono passati:difficoltànell export,bolle immobiliari e profitti aziendali in calo sono ancora all ordine del giorno.ma la convinzione generale è che queste economie saranno le prime a uscire dalla recessione globale e che saranno sempre più forti,anche se la dipendenza dalla ripresa economica in occidente èforte Consensus sui Paesi emergenti I CAMPIONI DEL MONDO 76 3 Editoriale 12 Notizie in breve 84 Certificati 86 My Life, My style Rubriche FONDI&SICAV / Luglio

6 I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI Mantenere il rischio Un anno di DJ Eurostoxx Un anno di S&P500 Se dovessimo definire l andamento dei mercati azionari da inizio anno a oggi, l aggettivo più appropriato sarebbe probabilmente sorprendente. Ha sorpreso, infatti, la veemenza del movimento ribassista dei primi due mesi, mentre ben pochi si aspettavano un rimbalzo tecnico così forte e veloce dai minimi assoluti toccati a marzo; nell ultimo mese abbiamo invece assistito a una I mercati azionari continuano a sorprendere. Giugno, dopo due mesi di rialzi molto marcati, è stato caratterizzato da un andamento laterale in corrispondenza con dati sull economia negativi e da una diminuzione della volatilità. I minimi testati dovrebbero rappresentare i livelli sotto i quali occorre rivedere le posizioni più pericolose, ma l evento non sembra probabile fase laterale, caratterizzata da un marcato decremento della volatilità, che lascia ancora ben sperare. Anche il comparto obbligazionario ha registrato due velocità: una prima parte dell anno ribassista in termini di prezzo, l ultimo mese caratterizzato da un rifugio degli investitori sulle scadenze medie con un conseguente rialzo dei valori dell indice di riferimento del mercato governativo Jpm Emu. A livello grafico sul comparto azionario ci sono caratteristiche comuni che vale la pena considerare: i minimi relativi sono stati raggiunti a giugno sulla base di dati macro negativi e da quel momento è ripresa lentamente la fase laterale o ascendente. Il mercato, probabilmente, sui timori per l andamento dell economia, ha tentato una nuova discesa, ma gli acquisti di coloro che erano rimasti fuori dal trend di crescita, repentino e difficilmente prevedibile, hanno sostenuto i corsi azionari sui livelli di inizio giugno. I punti di minimo testati devono comunque essere considerati livelli sotto i quali bisognerà valutare tatticamente di ridurre la posizione rischiosa: al momento questa situazione sembra improbabile. L idea di fondo rimane quindi, nel breve periodo, quella di mantenere il rischio nei diversi portafogli. Sul mercato obbligazionario area euro lo spread Bund-Btp si muove con correlazione inversa rispetto ai mercati azionari e, in assenza di shock esogeni, sembra destinato a chiudersi: da qui scaturisce la nostra preferenza per i titoli periferici, piuttosto che per i titoli francesi e/o tedeschi. Gli inflation linked, dopo la fase di forte ipervenduto del 2008, sembrano invece arrivati a un naturale livello di neutralità e appare ora necessaria una riduzione di portafoglio. 6 FONDI&SICAV/Luglio 2009

7 Dodici prodotti per attaccare Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso Franklin Us Opportunities Fund Euro Hedged Acc Eur Azionario America Nord America Growth 9 Mc Fdf America Acc Eur Azionario America Nord America Blend 12 Oyster Japan Opportunities Yen S Jpy Azionario Asia Giappone Blend 8 Templeton Bric Fund Eur Azionario Emergenti Globale Stile generico 5 Blackrock Continental European Flexible Fund A2 Acc Eur Azionario Europa Europa Ex Uk Blend 10 World Express European Quantitative Equities Ae Eur Eur Azionario Europa Globale Blend 8 Lemanik Sicav - Mc World Equities Cap Retail Eur Acc Eur Azionario Mondiale Globale Blend 10 Etf Lyxor Etf New Energy (Quote A) Eur Azionario Settoriale Energy Stile generico 6 Jpm Global Natural Resources (Eur) A Acc Eur Azionario Settoriale Materials Stile generico 6 Parvest Euro Government Bond Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 8 Etf Jpmorgan Gbi Emu 1-3y Eur Obbligazionario Governativo Europa Short Term euro 6 Etf Lyxor Euromts 5-7y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 12 La visione dinamica Meglio l America Il portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio medio-alto; l obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale di medio periodo. L esposizione è pari al 74% sul comparto azionario puro e al 26% tra titoli obbligazionari e monetari. Dopo tre mesi di marcato rialzo dai minimi, i principali listini mondiali si mantengono posizionati in una fase di sostanziale lateralità. La volatilità, dopo essere tornata sui livelli normali pre-crisi, ha subito un leggero incremento nell ultima parte di giugno, ma il movimento non desta ancora preoccupazioni. Dopo un tentativo di rotazione settoriale, avvalorata dal flusso di volumi crescenti a favore dei settori più difensivi, gli investitori hanno preferito puntare sulla componente ciclica e sulle piccole e medie capitalizzazioni. Rimaniamo positivi strategicamente sul tema delle infrastrutture (con l area asiatica a trainare il comparto), sulle energie rinnovabili, sul real estate asiatico. Il mercato nord americano, in particolare quello canadese, è, come nei mesi trascorsi, da preferire in termini di forza relativa, rispetto a quello europeo; il settore tecnologico rimane tra i migliori temi d investimento. In Europa, il mercato tedesco e quello spagnolo sono i preferiti dell area, mentre non consideriamo convenienti Francia e Italia, così come Svizzera e Inghilterra, nonostante la svalutazione delle rispettive divise. Le small cap continentali rimangono il tema best performer di questo periodo. I mercati emergenti europei hanno sofferto le prime prese di beneficio da parte degli investitori, in particolare è stato il listino russo a rimanere penalizzato. In termini fondamentali l area non è così appetibile e Come suddividere i pesi Etf Jpmorgan Gbi Emu 1-3y Eur Parvest Euro Government Bond Eur Jpm Global Natural Resources (Eur) A Acc Eur Etf Lyxor Etf New Energy (Quote A) Eur 8% 6% 6% 6% Lemanik Sicav - Mc World Equities Cap Retail Eur Acc Eur Etf Lyxor Euromts 5-7y Eur anche la manovra fiscale varata dal governo potrebbe non essere sufficiente ad attirare le attenzioni degli investitori. Il Giappone, dopo avere sottoperformato costantemente il mercato mondiale, torna un investimento interessante, specialmente nel comparto delle small cap, che hanno risentito meno della congiuntura. I paesi emergenti sono stati i best performer di questo rally azionario. Nonostante ciò, la leggera diminuzione di propensione al rischio degli ultimi giorni ci induce a diminuirne il peso sui portafogli e ad aumentare la diversificazione. 12% 10% 8% 9% Franklin Us Opportunities Fund Euro Hedged Acc Eur 10% 12% 5% Mc Fdf America Acc Eur 8% Oyster Japan Opportunities Yen S Jpy Templeton Bric Fund Eur Blackrock Continental European Flexible Fund A2 Acc Eur World Express European Quantitative Equities Ae Eur Eur FONDI&SICAV/Luglio

8 I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI La visione moderata Lento miglioramento Come suddividere i pesi Etf Lyxor Euromts 5-7y Eur Etf Jpmorgan Gbi Emu 1-3y Eur Parvest Euro Medium Term Bond Eur Parvest Euro Government Bond Eur 10% 8% 8% Generali Am Euro Liquidity Acc Eur Il portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio medio-alto: l obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale di medio periodo. L esposizione è del 38% sul comparto obbligazionario, dell 8% sul bilanciato, del 14% sul monetario e il rimanente 40% sul comparto azionario. Abbiamo analizzato in precedenza la componente mercato che potrebbe riprendere lentamente la fase di stabilizzazione; cerchiamo ora di capire qual è lo sfondo su cui operiamo, ovvero il contesto macroeconomico. Sul piano 12% 8% 6% 8% globale i dati macro continuano a segnalare un lento miglioramento del clima congiunturale, specialmente a livello manifatturiero e nell area asiatica. Il tasso di disoccupazione americano potrebbe superare il 10% entro la fine dell anno, ma le richieste per i sussidi sono in diminuzione. Il mercato del lavoro fornisce quindi i primi segnali di miglioramento e questo cambiamento di tendenza rappresenta un fattore imprescindibile per la ripresa dell economia americana stessa. La Fed ha tuttavia sottolineato Mc Fdf America Acc Eur 8% Franklin Us Opportunities Fund Euro Hedged Acc Eur 6% Oyster Japan Opportunities 6% Yen S Jpy 10% Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur 10% Carmignac Patrimoine Acc Eur World Express European Quantitative Equities Ae Eur Eur Mc Fdf Megatrend Wide Eur che le condizioni economiche sono ancora deboli o in deterioramento, mentre gli indicatori di fiducia danno segnali più confortanti circa una stabilizzazione delle congiuntura ciclica. In area euro Trichet ha mantenuto i tassi invariati all 1%, definendo appropriati gli attuali livelli e auspicando una ripresa nella metà del Il Pil è sceso al -2.5% (-4.8% anno su anno) e l occupazione è calata con dati peggiori delle previsioni. Clima di incertezza e calo dell occupazione potrebbero incidere sulla spesa per consumi per il secondo semestre. In Giappone la BoJ ha mantenuto i tassi invariati allo 0,1%, ma si è notato nell ultimo mese un aumento dei flussi finanziari provenienti dall estero verso il mercato azionario; in aumento anche la fiducia degli investitori locali, come si evince dalla crescita del settore terziario. Migliora il clima in Asia dove piani infrastrutturali e politiche fiscali stimolanti favoriscono l economia. Questa situazione ci spinge quindi a rimanere prudenti su qualsiasi portafoglio, ma vale ancora quanto riferito nei mesi precedenti: avendo a disposizione un orizzonte temporale più lungo, investire sul comparto azionario rimane la scelta più sana. Dodici prodotti per ogni scenario Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso Mc Fdf America Acc Eur Azionario America Nord America Blend 8 Franklin Us Opportunities Fund Euro Hedged Acc Eur Azionario America Nord America Growth 6 Oyster Japan Opportunities Yen S Jpy Azionario Asia Giappone Blend 6 World Express European Quantitative Equities Ae Eur Eur Azionario Europa Globale Blend 10 Mc Fdf Megatrend Wide Eur Azionario Mondiale Globale Blend 10 Carmignac Patrimoine Acc Eur Bilanciato Euro Area generica Stile generico 8 Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur Monetario Euro Area generica Stile generico 6 Generali Am Euro Liquidity Acc Eur Monetario Euro Area generica Stile generico 8 Parvest Euro Government Bond Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 8 Parvest Euro Medium Term Bond Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 10 Etf Jpmorgan Gbi Emu 1-3y Eur Obbligazionario Governativo Europa Short term euro 8 Etf Lyxor Euromts 5-7y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L Euro 12 8 FONDI&SICAV/Luglio 2009

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10 I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI Dodici prodotti per difendersi Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso Franklin Us Opportunities Fund Euro Hedged Acc Eur Azionario America Nord America Growth 8 Invesco Pan European Equity Fund Acc Eur Azionario Europa Globale Blend 5 Mc Fdf Megatrend Wide Eur Azionario Mondiale Globale Blend 6 Carmignac Patrimoine Acc Eur Bilanciato Euro Area generica Stile generico 10 Mc Fdf Flex Medium Volatility Eur Flessibile Mondiale Area generica Stile generico 8 Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur Monetario Euro Area generica Stile generico 6 Generali Am Euro Liquidity Acc Eur Monetario Euro Area generica Stile generico 10 Parvest Euro Medium Term Bond Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 10 Etf Lyxor Euromts 5-7y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 14 Mc Fdf Global Bond Eur Obbligazionario Governativo Globale Stile generico 11 Parvest Global Inflation-Linked Bond Eur Obbligazionario Inflation linked Area generica Stile generico 5 Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur Obbligazionario Diversificati Globale Stile generico 7 La visione prudente Torna l inflazione? Come suddividere i pesi Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur Parvest Global Inflation-Linked Bond Eur 5% Mc Fdf Global Bond Eur Etf Lyxor Euromts 5-7y Eur 11% 14% Parvest Euro Medium Term Bond Eur 10% 7% 10% Il portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio mediobasso: l obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale almeno superiore all anno. L esposizione è pari al 47% sul comparto obbligazionario, al 16% sul monetario, mentre il rimanente 43% è sul comparto azionario, flessibile e bilanciato. Le curve obbligazionarie sia area euro sia americana, dopo essersi fortemente irripidite nei mesi scorsi, si sono stabilizzate. Si è registrato uno storno dei tassi nelle ultime sedute di giugno, in particolare sulle scadenze medie e brevi area euro. La forza relativa della discesa è stata maggiore proprio su queste scadenze rispetto quelle più lunghe che sono rimaste più viscose: l idea è che i mercati potrebbero cominciare a scontare pericoli inflazionistici. Conseguenza di queste dinamiche è stata una leggera ripresa dell indice di riferimento Jpm Emu. In parallelo, nel mese trascorso, si è assistito a una pausa nel trend di crescita delle obbligazioni rischiose correlate al mercato azionario. Corporate investment grade ed emissioni del debito Franklin Us Opportunities Fund Euro Hedged Acc Eur Invesco Pan European 8% Equity Fund Acc Eur 5% Mc Fdf Megatrend 6% Wide Eur 6% 8% Generali Am Euro Liquidity Acc Eur 10% Carmignac Patrimoine Acc Eur Mc Fdf Flex Medium Volatility Eur Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur emergente, dopo una fase di pausa, coincisa con i minimi azionari, hanno successivamente ricominciato a correre. Discorso a parte meritano i titoli inflation linked: rispetto al mese scorso abbiamo cominciato a ridurre l esposizione. Pur ritenendo che in un prossimo futuro uno scenario caratterizzato da alti livelli inflativi non sia da escludere, con alcuni movimenti sulle curva area euro che vanno in questa direzione, non è ancora giunto il momento di puntare in maniera decisa su questa asset class; nei momenti peggiori della crisi i titoli inflation linked erano fortemente svalutati, ma l attuale livello dei prezzi sembra coerente con la situazione internazionale. Clima congiunturale ancora debole, prezzi delle materie prime in fase di stabilizzazione, vendite al dettaglio in leggero miglioramento non dovrebbero impattare nel prossimo mese sui livelli d inflazione. Riepilogando, nella costruzione di portafoglio ci posizioniamo a benchmark sulla componente obbligazionaria area euro, puntando in via residuale su credito, high yield e debito emergente. 10 FONDI&SICAV/Luglio 2009

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12 NOTIZIE IN BREVE Nasdaq Hi-tech in volo Le azioni hi-tech nel primo semestre del 2009 hanno battuto l indice delle blue chip e sono state le star del mercato Usa. Ben sette dei dieci settori che trovano spazio all interno dell indice S&P 500 hanno chiuso il semestre in territorio negativo. I tre settori positivi sono stati discretionary stocks (+9%), small material (+14%) e information technology (+25%). La presenza massiccia dei titoli tecnologici all interno dell indice Nasdaq spiega perché questo indicatore è riuscito a fare molto meglio dei principali competitor: Il Dow Jones industrial average ha perso il 3,8% da inizio anno, lo Standard and Poor s 500 si è ridimensionato dell 1,8%, mentre il Nasdaq ha guadagnato il 16%. Ma quali sono le spiegazioni che i portfolio manager Usa danno a questo trend ascendente? In primis, l attuale crisi presenta connotati molto diversi da quella legata allo scoppio della bolla speculativa sui titoli tecnologici, quando il Nasdaq perse oltre il 60% del suo valore. I ma- Corporate bond È boom di nuove emissioni Il crescente appetito degli investitori per il reddito fisso ha consentito alle imprese di beneficiare di una finestra di liquidità e le società non si sono fatte pregare: nell arco di soli sei mesi le emissioni hanno superato il totale registrato nel 2008, raggiungendo quota 256,3 miliardi di euro, il 30,06% in più rispetto allo scorso esercizio e il 49,42% in più rispetto alla media annua del periodo Tra gli operatori c è un moderato timore per l arrivo di una correzione all interno del segmento e ciò sta provocando un accelerazione delle nuove emissioni. Le banche non hanno ancora riaperto i rubinetti nager a capo delle aziende del settore hanno imparato la lezione dettata dagli ultimi dieci anni di storia, tagliando in tempi stretti la produzione e gli inventari. Questi provvedimenti, combinati alla forte riduzione dei costi aziendali, ha consentito alle tech stock di farsi trovare pronte per sfruttare al meglio il rallentamento della crisi visto negli ultimi mesi. Una spinta al rialzo alimentata anche dall interesse dimostrato dagli investitori value per i titoli tipicamente growth. Le tech stock erano state eccessivamente penalizzate dai timori diffusi nella prima parte del 2008, rendendo i prezzi molto interessanti, ma l interesse degli investitori value si è concentrato sulla solidità dei bilanci aziendali e sullo scarso livello di indebitamento. Con un ampia disponibilità di liquidità e un livello dei debiti molto basso, le aziende tecnologiche non hanno bisogno di alimentarsi dal sistema creditizio per finanziare i propri investimenti. del credito e le aziende stanno rivolgendo l attenzione al mercato dei bond per ottenere i capitali necessari a finanziare gli investimenti e fare fronte ai compromessi finanziari che devono affrontare nel breve termine. Secondo i dati diffusi da Standard and Poor s, le imprese europee dovranno fare fronte a scadenze di titoli obbligazionari per oltre 160 miliardi di dollari nei restanti mesi dell anno. Molte corporate, in particolare quelle delle telecomunicazioni e del settore pubblico, hanno già provveduto a coprire per intero il fabbisogno annuo. Uno degli aspetti salienti di questa ondata di emissioni è il prezzo di collocamento dei nuovi titoli. Le corporate hanno accettato di pagare differenziali superiori a 250 punti base rispetto all indice di riferimento per le emissioni a tasso fisso o midswap. Per rendersi conto della portata del cambiamento, basti pensare che il differenziale medio adottato prima delle emissioni era di 50 punti base. 12 FONDI&SICAV/Luglio 2009

13 Case negli Usa Tutto a un dollaro Aquanto riferisce Alessandro Fugnoli, di Abaxbank, nell agosto del 2008 è stata venduta a Detroit la prima casa a un dollaro. «Era una casa piuttosto bella, all 8111 di Traverse street, vicino all aeroporto», spiega Fugnoli. «Nel commentare la vicenda, un cittadino di Detroit notò sul suo sito personale che le case della sua città cominciavano a costare molto meno della Barbie three story dream house, allora in vendita a 230 dollari. Abbiamo controllato sui siti delle principali agenzie immobiliari del Michigan e scoperto che il fenomeno è ormai rilevante. Le normative municipali non creano ostacoli particolari per gli eventuali compratori, ci mancherebbe, ma per acquistare una casa a un dollaro bisogna impegnarsi ad abitarvici. Per gli investitori puri, quelli del mattone che è sempre il mattone, bisogna spingersi nella fascia tra i mille e i 5 mila dollari. La scelta è ampia. In un sito con 267 proposte quelle sotto i 5 mila sono la maggioranza». Congiuntura Svolta nel ciclo delle scorte L a Per curiosità sono stati verificati anche i prezzi operativi della Barbie dream House (il duro lavoro dell economista applicato è fatto anche di queste cose). Ebbene, da Toys R Us il nuovo quota oggi 129 dollari, ma da Wal- Mart si porta via tutto a 104. L usato su ebay va sui 20. La casa è lussuosa. Nel bagno, dice con orgoglio la nota illustrativa, c è perfino la flushing toilet, con un dispositivo che riproduce il suono dell acqua che scorre. «Non è un particolare trascurabile», conclude Fugnoli, «perché nelle case in saldo a Detroit (e in tutta l America) la tazza non si trova più: se la sono portata via i proprietari precedenti dopo il pignoramento». prima metà dell anno è stata il periodo peggiore a sei mesi secondo le rilevazioni ufficiali. La produzione è scesa di circa il 6% su base annualizzata. Ma dietro sembra esserci una buona notizia ed è che la recessione sta terminando. I dati preliminari delle analisi per il mese di giugno indicano che la crescita è stata solo lievemente negativa alla fine del secondo trimestre. Inoltre, ci sono i segnali che ora la correzione delle scorte si è ben sviluppata in molti paesi. Questo dovrebbe preparare la strada alla ripresa della produzione nei prossimi due trimestri. Il rapporto scorte-ordini, secondo l indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero, è sceso a 0,93 a giugno, in calo rispetto al picco di 1,91 di dicembre: è la prima volta che questo rapporto è al di sotto della media di lungo termine dall agosto del Storicamente, i punti di svolta nel rapporto scorte-ordini sono un indicatore affidabile della ripresa. Se includiamo i due mini cicli nella prima metà del presente decennio, dal 1990 ci sono stati sei cicli delle scorte nell area euro. Come spesso accade, la produzione industriale ha iniziato la ripresa nel trimestre successivo al picco del rapporto scorte-ordini. Il rialzo medio nei 12 mesi successivi al picco è stato del 4,4%, con una fascia compresa tra il 2,2% e il 6,3%. FONDI&SICAV/Luglio

14 NOTIZIE IN BREVE I numeri di giugno Raccolta/1 Assoreti Il promotore ride Le reti di promozione finanziaria negli ultimi sette mesi sono state in grado di registrare un saldo di raccolta netta ininterrottamente positiva. L ultimo report preparato da Assoreti indica, infatti, nel mese di maggio una raccolta netta positiva per 1,4 miliardi di euro (3,4 miliardi da inizio anno) con una crescita del 42% rispetto al mese precedente (9.56,2 milioni di euro): in sintesi questo rappresenta il dato di raccolta più elevato dalla fine del Raccolta/2-Assogestioni Un passo indietro RACCOLTA NETTA mag-09 mag-09 da inizio anno mln. euro mln. euro mln. euro AZIONARI BILANCIATI OBBLIGAZIONARI FONDI DI LIQUIDITÀ FLESSIBILI FONDI HEDGE FONDI APERTI FONDI RISERVATI FONDI HEDGE FONDI DI DIRITTO ITALIANO Gruppi italiani Gruppi esteri FONDI DI DIRITTO ESTERO Gruppi italiani Gruppi esteri GRUPPI ITALIANI GRUPPI ESTERI TOTALE Fonte: Assogestioni La ripartizione tra i vari comparti evidenzia come il 76% delle risorse nette raccolte delle reti, pari a un miliardo di euro, sia destinato a Oicr, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi e previdenziali, confermando così il ritrovato interesse verso il risparmio gestito, già avvertito nei mesi precedenti. La componente amministrata chiude il mese con un bilancio positivo per 324,5 milioni di euro. Il contributo complessivo delle reti al sistema del risparmio gestito, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si è attestato nel mese di maggio su un ammontare positivo di 837,9 milioni di euro, pari al 53,3% delle risorse nette confluite nel sistema fondi. Da inizio anno, il contributo delle reti è dunque positivo per 1,7 miliardi di euro, mentre gli altri canali distributivi sono stati costretti a subire un rosso, con i deflussi pari a 14,8 miliardi di euro. Tornano i riscatti a giugno con deflussi complessivi per i fondi comuni venduti in Italia pari a 1,4 miliardi di euro. È positiva la raccolta dei prodotti di diritto estero, mentre a subire le scelte di uscita sono stati soprattutto i fondi di diritto italiano promossi da gruppi italiani ed esteri. Nonostante un bilancio di fine mese negativo, il patrimonio ha consolidato la sua posizione crescendo ulteriormente sopra la soglia di 401 miliardi di euro. Sulla base delle rilevazioni registrate da Assogestioni, il mese si è chiuso con la sola categoria dei prodotti bilanciati in positivo, con una raccolta netta di 44 milioni di euro e un patrimonio in crescita che resiste intorno a 16,8 miliardi, il 4,2% degli asset complessivi. Per le altre categorie di prodotti i deflussi sono stati più o meno consistenti. Quelli che si sono difesi meglio sono stati i prodotti azionari, che hanno visto defluire dalle proprie casse 62 milioni di euro. Il patrimonio assegnato a questa categoria ha accusato in modo lieve le uscite ed è sceso sotto la soglia dei 75 miliardi di euro (18,6% del patrimonio totale in fondi). Hanno perso 129 milioni di euro i fondi hedge, per i quali il patrimonio alla fine del mese equivale al 4,1% degli asset complessivi. Una sorpresa è rappresentata dai fondi flessibili, dopo l exploit registrato a maggio (+818 milioni di euro): a giugno hanno accusato deflussi per 238 milioni di euro. Negativi anche i flussi per i fondi di liquidità, che hanno registrato riscatti per 480 milioni di euro e asset in lieve flessione, che si posizionano a quota 87,2 miliardi di euro, equivalenti al 21,7% del patrimonio complessivo. Infine sono ancora i fondi obbligazionari, 38,2% degli asset, i prodotti maggiormente colpiti dai deflussi, ma, nonostante i riscatti siano arrivati a 560 milioni di euro, il patrimonio della categoria è cresciuto fino a sfiorare 153,2 miliardi di euro. 14 FONDI&SICAV/Luglio 2009

15 Enti locali Come gestire i derivati Oltre 470 milioni di euro sequestrati, quattro banche coinvolte con l ipotesi di truffa aggravata e 10 banchieri indagati. Erano questi i numeri principali dell inchiesta sullo scandalo derivati scoppiata a Milano negli scorsi mesi e seguita con interesse da tutti quei comuni, province e regioni che in passato hanno investito con una certa disinvoltura in questi strumenti. Intervenuto al convegno Gli strumenti derivati nel bilancio degli enti locali. Come si gestiscono dal punto di vista tecnico-finanziario giuridico e contabile organizzato dall Università di Firenze e da Res Cg, Matteo Trotta, componente dell Ufficio studi Consultique e associato Nafop, ha posto l attenzione sugli aspetti tecnici di funzionamento dei contratti derivati, dimostrando come le perdite siano causate solo per il 50% dal movimento avverso del mercato, mentre per il restante 50% siano imputabili ai valori commissionali dei derivati sottoscritti nel tempo per cercare di recuperare le perdite iniziali. Proprio per cercare di ovviare al vuoto normativo-operativo in cui le banche hanno potuto porre in essere le loro politiche commerciali, anche notevolmente disinvolte, sfruttando nella quasi totalità dei casi l inesperienza dei dirigenti pubblici, l esperto ha annunciato che Nafop presenterà alla VI Commissione permanente finanze e tesoro del Senato un documento utile alla risoluzione, pregressa, della questione. Treasury Forse presto in yuan Il presidente della China construction bank, istituto controllato dallo stato cinese e seconda banca al mondo per livello di capitalizzazione, ha chiesto al Tesoro statunitense di emettere titoli di debito denominati in yuan, la divisa cinese. Molti esperti sostengono che durante la recente visita di Tim Geithner, segretario del Tesoro Usa, nella capitale cinese, le autorità dei due paesi abbiano cercato dei compromessi, o almeno alcune idee su come risolvere l insana e squilibrata relazione di dipendenza finanziaria tra la nazione che spende più di quanto guadagna e quella che guadagna molto più di quel che spende, ma che presta i suoi risparmi all amico spendaccione. Nel pacchetto di riserve di divise del colosso asiatico trovano posto ben 2 triliardi di dollari Usa. L eventuale emissione di treasury denominati in yuan si presta a due chiavi di lettura. Per un verso sarà più semplice il collocamento di titoli di debito presso l investitore cinese, perché si eliminerà il rischio di cambio. Per altro verso, le emissioni in yuan si traducono in un quasi certo ulteriore indebolimento del dollaro e un terremoto nel mercato internazionale delle valute. Negli ultimi mesi, le autorità cinesi hanno stipulato accordi valutari con alcuni paesi emergenti (Argentina), ma è bene ricordare che lo yuan non può essere scambiato liberamente e che i mercati cinesi presentano spesso problemi di liquidità. Fondi hedge Due errori Sul numero scorso di Fondi&Sicav, nell ampio servizio di copertina dedicato ai fondi hedge, dove veniva dato un ampio resoconto sul settore, corredato da migliaia di dati e cifre, abbiamo commesso due piccoli errori. Le due tabelle di pagina 29 e 31, che contengono le classifiche dei prodotti italiani dal 51 al 100 posto e dal 101 al 149, sono state invertite, anche se i numeri contenuti, forniti da Mondohedge, risultano corretti. Infine nei grafici con i rendimenti degli hedge mese per mese nel primo trimestre 2009, pubblicato a pagina 21, la media dei fondi di Hedge invest sgr, società di gestione del risparmio indipendente specializzata in fondi di fondi hedge con sedi a Milano e Londra, a gennaio è positiva di +1,31% e non di -1,31%, come evidenziato in maniera chiara nella parte grafica. Ce ne scusiamo ovviamente con i lettori e con le società. SOPRA: PALAZZO MARINO SEDE DEL COMUNE DI MILANO, UNO DEI PIÙ INDEBITATI IN DERIVATI FONDI&SICAV/Luglio

16 SMALL CAP IL MOMENTO ATTUALE Le small cap, cioè quelle azioni con una capitalizzazione di mercato compresa tra 300 milioni e 2 miliardi di euro, hanno spesso una brutta reputazione. I media di solito si focalizzano sui loro aspetti negativi, cioè la rischiosità, la scarsa trasparenza e la mancanza di quella qualità che gli investitori vorrebbero ottenere da un azienda. Certamente queste sono tutte valide preoccupazioni per ogni investitore, ma ciò deve valere nei riguardi di ogni azienda; sulla scia dedi Luca Brambilla Pronti ad anticipare il mercato Le piccole capitalizzazioni, che presentano indubbiamente notevoli elementi di rischio, costituiscono la migliore opportunità dopo i rialzi delle blue chip. Se si ha la capacità di acquistarle al momento giusto, si possono ottenere performance nettamente migliori, rispetto a quanto si ricava dalle azioni più importanti dei diversi listini. E, sulla base delle esperienze passate, si può pensare che entro pochi mesi potrebbe essere la fase ideale per incrementare nei portafogli la presenza di titolini gli scandali Enron e Worldcom, l attenzione si è generalmente focalizzata sulla capitalizzazione aziendale. Proviamo comunque a controbilanciare la loro brutta reputazione: l acquisto di small cap rispetto alle big cap è più redditizio nel lungo periodo. Secondo Ibbotson associates, società di consulenza d investimento in possesso di dati di mercato a lungo termine, le small cap hanno goduto di una performance superiore al 12% annuo tra il 1927 e il Nel frattempo, le 16 FONDI&SICAV/Luglio 2009

17 INVESTIRE IN CINA big cap sono aumentate del 10% circa durante lo stesso periodo di tempo. A parte la reputazione, bisogna sottolineare i più importanti fattori, sia positivi sia negativi dell universo delle small cap. I LATI POSITIVI Enorme potenziale di crescita. Anche le più grandi aziende hanno alle loro origini un passato con pochissimi affari. Le small cap quindi forniscono al piccolo investitore la possibilità di costruire il proprio futuro dal gradino più basso della scala del successo. Trovare la prossima Microsoft, Wal-Mart o Home depot e averle in mano dal loro primo vagito possono trasformare un investimento modesto in una considerevole somma di denaro. Adattabilità. Eric Schmidt, che ha guidato Novell e poi è passato a Google, in una conference call paragonò le grandi aziende alle navi da crociera, che richiedono molto tempo per cambiare direzione. Effettivamente, una grande azienda ha bisogno di anni per portare un nuovo prodotto sul mercato. Le piccole imprese, invece, hanno meno burocrazia e una vera e propria necessità di portare i prodotti al mercato solamente per sopravvivere. Prendiamo, ad esempio, un business di piccoli ristoranti sparsi per gli Stati Uniti. Nel corso del tempo, questo tipo di società sarebbe in grado di rivedere le sue strategie e il menu potrebbe cambiare frequentemente entro un periodo di settimane o mesi. Simili cambiamenti sarebbero impossibili per un gigante come McDonald s. La capacità di essere agile permette a una piccola azienda di cogliere le opportunità (entrare in nuovi mercati, il rilascio di nuovi prodotti, ecc) in un modo molto più efficiente rispetto alle grandi imprese. Ciò permette di aumentare vendite e utili di un buon 20-30%. Molti fondi comuni non hanno cospicui investimenti in small-cap, (ad eccezione di quelli specializzati). L investitore individuale può spesso riuscire ad anticipare nell acquisto quello istituzionale, che ha spesso limiti imposti dalle proprie autorità di vigilanza. Se, in seguito, il gestore di fondi si peserà maggiormente su un titolo spingendone al rialzo il prezzo, allora l investitore individuale potrà beneficiarne in modo sorprendente, realizzando performance a più cifre. Spesso poco conosciute. Questo attributo è forse il più importante. Le small cap hanno una minore copertura da parte degli analisti di mercato. Ciò significa, in termini pratici per l investitore individuale, che esiste un alta probabilità che questo tipo di azioni sia prezzato in modo improprio, offrendo opportunità di profitto derivanti dalle inefficienze nelle quotazioni di mercato. GLI ELEMENTI NEGATIVI Il fattore rischio. Anche se le small cap possono avere caratteristiche attraenti, purtroppo si assiste a un aumento della volatilità rispetto a titoli con maggiore capitalizzazione, semplicemente dovuto al fatto che, in questo caso, bastano volumi esigui per muovere il prezzo del titolo. Il fattore tempo. Trovare il tempo di dedicarsi all analisi di una small cap è un compito arduo, soprattutto perché i ratio finanziari non sono così disponibili, come invece avviene per le large cap, e gli aggiornamenti potrebbero essere sporadici. FATTORI NEUTRI La ricerca. Alcuni investitori sono sorpresi per il fatto che un numero così alto di aziende small cap continui a concentrare i propri sforzi per migliorare le relazioni con gli investitori istituzionali, piuttosto che piazzare i propri prodotti direttamente al pubblico. Se è certamente vero che molte di queste società non riusciranno a suscitare attenzioni tra gli analisti, è anche vero che la possibile futura copertura da parte di un unico analista con un nome conosciuto sul mercato probabilmente sarà più utile di un migliaio di singoli investitori; questi hanno oggi maggiori possibilità di raccogliere informazioni presso la stampa specializzata e i siti internet. Dall altra parte della barricata, la poca attenzione FONDI&SICAV/Luglio

18 SMALL CAP IL MOMENTO ATTUALE Le fasi del ciclo economico Neutralità fra value a growth, overweight di titoli dal momentum crescente, dall elevato rischio e overweight di small cap vs large caps Crescita economica postiva Crescita economica negativa Fonte: MC Gestioni Recessione Ripresa 3 4 delle borse per le small cap non è sorprendente. I grandi investitori istituzionali eseguono le loro analisi compatibilmente con i bisogni dei soci istituzionali: le grandi banche, i fondi comuni di investimento e i fondi pensione rispondono della maggior parte del volume giornaliero di negoziazione del mercato azionario e della maggior parte delle tasse pagate alle borse. Non è un mistero: il talento e le risorse seguono il denaro. Ciò significa spesso che le small cap non entrano nel radar degli analisti. La liquidità. Molte azioni sono in un limbo: hanno buoni fondamentali, ma insufficienti volumi di negoziazione per essere considerate dagli investitori istituzionali. Un gestore istituzionale potrebbe avere bisogno di acquistare quasi tutte le azioni in circolazione di una piccola società per raggiungere il 5% del fondo; e in caso di un improvvisa necessità di vendita, sarebbe in balia degli acquirenti, perché il mercato per queste azioni sarebbe illiquido. PERCHÉ ORA L investimento in small cap può sembrare ora prematuro, poiché tecnica- 1 2 Espansione Rallentamento Overweight di value contro growth, azioni di alta qualità e basso rischio, neutralità fra small e large cap mente non siamo ancora nella fase di ripresa del ciclo economico, anche se da più parti si sente dire che «il peggio è passato»; tuttavia occorre precisare che le scelte migliori sono sempre anticipatrici di ciò che sarà in seguito il movimento collettivo (moda) verso l acquisto di un particolare comparto del mercato. Recessione Overweight di growth contro value, di azioni dal forte momentum contro alta qualità e basso rischio, e delle large cap contro le small cap Ripresa 3 4 Overweight di value contro growth, azioni dall elevato momentum, ad alto rischio e bassa qualità, overweight di small cap contro large cap Fase 1 Boom/Espansione: gli investitori sovrappesano le small cap rispetto alle large cap, con una posizione neutrale tra growth e value. Fase 2 Rallentamento: in questa fase la migliore performance deriva da un maggiore investimento in azioni growth rispetto a quelle value; inoltre è meglio favorire le large cap. Fase 3 Recessione: si tende a sovrappesare i titoli value sui growth, rimanendo neutrali tra growth e value Fase 4 Ripresa: meglio value che growth, investendo più in small che large cap. Ciclicamente si potrebbe affermare, in modo non troppo ottimistico, che siamo all inizio di una fase di ripresa; ora sappiamo anche che le fasi di ripresa e di espansione favoriscono l investimento in small cap. Certo, forse è presto Ma la strada è segnata. Inoltre succede spesso che chi investe in small cap durante la fase di boom/espansione (cioè tardi, quando ormai sulle large cap non ci sono più spazi per investire), è colui che solitamente si ritrova, ahimé, col cerino in mano. 18 FONDI&SICAV/Luglio 2009

19 INVESTIRE IN CINA Il consiglio è quindi sicuramente di prenderle ora in considerazione, di averle sotto tiro, pronti con analisi e informazioni al momento giusto per entrare. Un ulteriore argomentazione in favore delle small cap deriva dal grafico a destra dove si mostra la frontiera efficiente di differenti portafogli azionari globali con composizioni variabili di small e large cap in una media degli ultimi 80 anni. Ebbene, sembrerà sorprendente, ma i risultati più apprezzabili in termini di rischio/rendimento si ottengono con un asset allocation che prevede un contributo di più del 60% di small cap al portafoglio! Naturalmente si tratta di un lavoro basato su una media, tuttavia avendo un portafoglio composto da sole large cap non otterremmo certo i risultati migliori in termini di rischio/rendimento. Quindi, una determinata percentuale di small cap in portafoglio, ceteris paribus, è indispensabile (ed è maggiore del 30% in un portafoglio azionario). Abbiamo scritto ceteris paribus, perché occorre fare i conti sempre con i cicli di mercato. A CHE PUNTO SIAMO Il mercato è pieno di cicli, alcuni veloci, altri lenti. Se si analizza il grafico a destra si può notare come la relazione tra small e large cap statunitensi sia stata interpretata come un rapporto tra i rispettivi indici di mercato Russell 2000 e S&P 500 (con scala logaritmica). In questo momento il mercato azionario statunitense, spesso anticipatore di ciò che accadrà poi in Europa, sta attraversando un ciclo lento che ormai dura da cinque anni circa. In modo abbastanza sorprendente ci si può accorgere che i due cicli precedenti hanno avuto anch essi una durata di cinque anni e hanno favorito dapprima le large cap (anni 94-99) e poi le small Efficienza dei portafogli in rapporto alla presenza di small cap Rendimento annualizzato 14,0% 13,5% 13,0% 12,5% 12,0% 11,5% Minimo rischio: 60% small cap 0% large cap 11,0% 15,8% 16,0% 16,2% 16,4% 16,6% 16,8% 17,0% Rischio (standard deviation annua) Fonte: Montanaro Investments Ltd. Massimo rendimento 100% small cap 0% large cap Massimo rischio 0% small cap 100% large cap cap (00-05) in una successione sinusoidale abbastanza prevedibile. Poi, quasi a volere contraddire questo ordine, gli anni dal 2005 a oggi sono stati difficilmente interpretabili. L unico elemento che sembra chiaro è che siamo agli stessi livelli del 1994, quando le large cap presero il sopravvento sulle small cap. Andando a ritroso per più di trent anni, il rapporto tra i due indici ha toccato anche quota 0,80 nel 1984, mentre nel 1991 ha toccato un punto di minimo, un momento che ha contrassegnato un periodo durante il quale lo S&P 500 iniziò uno dei suoi periodi migliori. Nel 1994, in un punto di massimo del nostro grafico, è iniziata la seconda gamba di rialzo del mercato azionario americano, con l avvio di una sovraperformance delle large cap. Dagli anni 99-00, infine, al punto di massimo del mercato, cominciò il ciclo relativamente positivo delle small cap, inserito in seguito in un contesto di mercato negativo. Il consiglio è comunque sempre di incrociare andamenti assoluti e relativi di mercato nel passato, perché ciò può suggerirci qualcosa: ad esempio, che spesso non si fa attenzione ai rapporti tra gli indici! Relazione fra small cap e large cap Usa Russell 2000 (Rut) relative to S&P 500 Index (SPX) Large caps outperform Small caps outperform Fonte: Technical Analysis 0,600 0,575 0,550 0,525 0,500 0,475 0,450 0,425 0,400 0,375 0,350 0,325 0,300 FONDI&SICAV/Luglio

20 SMALL CAP L EUROPA Una scommessa sulla ripresa Generalmente le capitalizzazioni più piccole ripartono sui mercati nella seconda fase della crescita e ampiamente dopo le blue chip. Di conseguenza, se nel 2010 ci sarà la fine delle recessione, questi titoli potrebbero ottenere performance molto interessanti. In caso contrario, la loro debolezza strutturale, le difficoltà a ottenere credito e i problemi a muoversi su un mercato globalizzato penalizzerebbero questa categoria di azioni. Ma nel complesso i pareri sono positivi di Boris Secciani Nelle ultime settimane, nonostante le prospettive economiche restino piuttosto incerte, tanto che la Banca mondiale ha abbassato ulteriormente le proprie previsioni per la recessione mondiale del 2009, almeno le aspettative appaiono migliorate. Soprattutto in Europa, spesso indicata da molti operatori e analisti come fanalino di coda di un mondo in ripresa a causa delle sue rigidità strutturali e di alcune economie periferiche, ma anche per le diffi- coltà di paesi come Spagna e Italia. È infatti interessante notare come a giugno l indice delle aspettative delle aziende tedesche sia cresciuto ben oltre le attese, arrivando a 85,9, contro previsioni che vedevano questo indicatore a 85,3 rispetto all 84,3 di maggio. Questo balzo di ottimismo sembra sia stato previsto con un certo anticipo dai mercati, con le small cap che hanno vistosamente sovraperformato il resto dei listini continentali. Infatti se guardiamo all andamento del Dow Jones Stoxx 200, sub-indice del Dow Jones Stoxx 660 comprendente le 200 maggiori aziende a piccola e media capitalizzazione del continente, si vede come questo sia cresciuto, grazie al rally degli ultimi mesi, di circa il 17,5% nella prima metà del 2009, a fronte di un rialzo dell indice generale pari al 5%. Per certi versi la situazione sembra ricordare il 2003, l anno della svolta dalla precedente crisi, quando, in un quadro generale di ripresa dei mercati in tutto il mondo, i titoli a piccola capitalizzazione crebbero a ritmi molto superiori rispetto alle grandi, dando inizio a un trend che è durato fino al A determinare il rally è stato inizialmente il riverberarsi delle crescita delle large cap cicliche dei settori più disastrati e poi i primi timidi segnali di ripresa, seguiti dal miglioramento del clima generale. 20 FONDI&SICAV/Luglio 2009

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