LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI

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1 Liceo Classico Statale Adolfo Pansini L EDITORIALE L'altro giorno, come ogni anno, il nostro preside Salvatore Pace è entrato in ogni classe della scuola, e ci ha buttato in faccia una cruda realtà che MAI negli anni precedenti ci era stata buttata addosso così violentemente e senza mezzi termini. Il profitto degli studenti del pansini è giunto ad un livello spaventosamente basso. Mai niente è stato associato alla nostra scuola, al nostro amato cubo rosso, come il fervore, la voglia di fare, la decisione che a volte sfociava finanche nell'esagerazione e nell'errore da parte degli studenti. Ma andava bene, andava dannatamente bene esagerare in quel senso, dire stupidaggini guidati dalla convinzione di essere nel giusto e guidati sopratutto dal fervore che alla nostra scuola si accompagna così spesso, nel luogo comune. (segue a pag.2) LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI Il giorno 27 settembre 2013 si celebra il 70 anniversario delle Quattro Giornate di Napoli (27-31 settembre 1943): la ribellione della città di Napoli che per prima in Europa si liberò autonomamente dai nazisti cui, dopo l armistizio con gli angloamericani, la città era stata consegnata da Ettore Del Tetto, generale italiano cui era affidata la responsabilità militare della città. E venuto nella nostra scuola a parlarci delle Quattro Giornate da un punto di vista storico e politico il professore Giuseppe Aragno. La premessa del suo discorso è stata di non credere all immagine delle Quattro Giornate che tradizionalmente ci propongono, cioè quella di una rivolta di scugnizzi e disperati che si ribellarono ai tedeschi solo per fame e assolutamente non mossi da ideali politici. Questa immagine sociale della rivolta traspare dalla costruzione di un monumento in onore degli scugnizzi sulla Riviera di Chiaia, in Piazza della Repubblica. Non esiste, invece, alcun monumento né fu assegnata medaglia al valor militare in onore dei convinti antifascisti, che già prima dell occupazione tedesca facevano propaganda antifascista. Per esempio Adolfo Pansini, studente del Sannazaro, che a 18 anni finì in galera per aver formato giovani antifascisti e morì nelle Quattro Giornate. O suo padre Edoardo Pansini, che formò il figlio con ideali mazziniani e a cui fu chiuso un suo giornale in cui criticava l arte fascista: il giornale fu riaperto dopo la caduta del fascismo e poi fatto richiudere dai democratici americani. (segue a pag. 3) NUMERO I ANNO LE SEZIONI PIANETA PANSINI pag.2 POLITICA pag.2 ATTUALITA pagg CULTURA pagg. 5-6 CONTROCULTURA pag RACCONTI pagg INDOVINELLI pag. 12 YOUTUBE SERIES La tv di qualità corre sul web Colpa delle stelle a pagina 4 Giovanni Pezzella a pagina 7 Giulia Sodano a pagina 10

2 PAGINA 2 PAUSA CAFFÈ LIBERTÀ DI PAROLA (segue dalla prima pagina) Perchè è questa la cosa che secondo me ha fatto più male al nostro preside, il fatto che una generale, disinteressata aridità si stia diffondendo nella scuola e stia facendo avvizzire la nostra volontà di parlare e far sentire la nostra voce con tutta la passione di cui siamo capaci. Vogliamo davvero far morire intellettualmente una scuola come il Pansini? vogliamo lasciar cadere tutto nell'oblio e darci alla mentalità del "facitv na pell"? Io non voglio, e sarò molto presuntuoso nell'affermare che neanche voi dovete volerlo. Come ci ha ricordato Pace, neanche il Diavolo vuole gli ignavi vicino a lui. Abbiamo un maledetto bisogno di voi, gente. Belli, brutti, analfabeti, letterati, di destra o di sinistra, abbiamo bisogno che voi rinneghiate questa politica della nullafacenza e vi mettiate a parlare, a far valere questo sacrosanto diritto di parola di cui tanto parliamo e di cui tanto ce ne freghiamo, non utilizzandolo. Dite la vostra, non abbiate paura di venire sotterrati dalle opinioni contrarie e di ricevere rappresaglie da parte dei capetti di turno, perchè così come loro hanno le ide chiare anche voi dovete averle, e dovete tutti lottare per una discussione tranquilla e per un confronto alla pari che conduca al bene comune. Il nuovo giornalino aspetta solo voi, aspetta voi per far ripartire questo gigante dormiente che è il Pansini, per far ricominciare i "tempi d'oro" che tanto mancano ai più anziani di noi e che io per mia sventura non ho mai vissuto, ma che mi fanno immaginare grandi cose solo a sentirli nominare. Non parliamone col passato remoto, non serve a nulla. Cominciamo ad usare il futuro. Gianmarco Landi I A PARTNERSHIP ITALIA-USA Nella giornata del 17 Ottobre 2013 si è svolto un incontro tra il Presidente del Consiglio italiano, il premier Enrico Letta, ed il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama presso la Casa Bianca a Washington. I due presidenti hanno trattato varie tematiche, due in particolar modo: la crescita e la stabilità. Obama afferma che bisogna collaborare affinché gli Stati Uniti d America, l Italia e in generale l Europa possano crescere sotto il profilo economico e affrontare assieme il problema della crisi. Dalle parole del leader americano, l Italia svolgerà un ruolo fondamentale nella guida dell Europa stessa e farà in modo che il continente possa riacquistare il suo potere nel mercato mondiale al fianco degli USA. Sebbene l economia mondiale sia retta dagli Stati Uniti d America, Obama afferma che senza dubbio l Europa è una partner essenziale e che il suo percorso, seppur travagliato durante questo periodo di crisi, è piuttosto positivo. Dunque, il continente europeo viene considerato come parte essenziale dell economia mondiale sulla quale gli USA impongono il loro dominio. Successivamente, il presidente americano ribadisce che il rapporto tra Washington e Roma è molto solido ed è testimoniato anche in alcuni documenti in cui si afferma che il rapporto tra i due degli Stati in collaborazione è destinato a continuare a lungo. Ciò è confermato anche dal comune impegno nella promozione della pace, delle regole e della libertà nel mondo ed è lodevole, dice Obama, che l Italia sia a comando delle forze dell ONU in Libano per una tra le missioni internazionali che più interessano i Paesi europei. Infine, al termine dell incontro, Obama rinnova i complimenti a Letta per il modo in cui sta guidando il paese e per il voto di fiducia e la legge di stabilità. Il premier, in risposta, offre un invito al Presidente degli USA ed alla First Lady presso la regione Toscana, regione molto apprezzata da Obama il quale accetta con piacere l offerta. Non possiamo che aspettarci un futuro di miglioramenti grazie anche al supporto degli Stati Uniti d America. Dovremo impegnarci per tenere duro, anche se per resistere avremo bisogno di un intervento immediato da parte dei nostri politici per risolvere i problemi che ci impediscono di raggiungere la piena stabilità economica. Alessandro Peluso II G

3 NUMERO 1 PAGINA 3 LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI (segue dalla prima pagina) E meglio credere in una rivolta di disperati, politicamente manipolabili (e riutilizzabili dagli americani in funzione anti-comunista), piuttosto che in un popolo pensante e animato da ideali politici. Ad Edoardo, ad Adolfo, ad Antonio Ottaviano, che arricchì l antifascismo di ideali europeisti, all anarchico Tito né monumento né medaglie. In occasione del 70 anniversario delle Quattro Giornate un giorno è stato dedicato ai carabinieri, un altro alla cultura ebraica, un altro ai luoghi dell insurrezione. Ma non ce n è uno dedicato all antifascismo. Fondamentale nel discorso di Aragno è la convinzione che la storia abbia senso solo in funzione del presente. Allora facciamo i conti con il nostro passato e siamo consapevoli del fatto che il Codice Penale Rocco attualmente in uso è di derivazione fascista ( in base a questo fu condannato, dopo la caduta del fascismo, Edoardo Pansini, per violazione di domicilio e furto : accuse dovute al fatto che aveva sfondato la porta delle case di alcuni gerarchi fascisti e aveva distribuito al popolo affamato la merce che vi aveva trovato e che era destinata al mercato nero); oppure che Gaetano Azzariti, che durante il fascismo era Presidente del Tribunale della Razza, divenne membro delle due Commissioni per la riorganizzazione dello Stato dopo la caduta del fascismo e poi giudice costituzionale della Repubblica; che Giovanni Leone, avvocato dei collaborazionisti, divenne Presidente della Repubblica; che il fascismo è stato riciclato nelle istituzioni repubblicane. In occasione delle Quattro Giornate il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è venuto a Napoli alla Sala dei Baroni il 28 settembre. Ricca di personalità politiche, militari e religiose ( il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, gli ambasciatori di Gran Bretagna, di Francia e di Germania, l arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, il prete anticamorra don Patriciello, rappresentanze delle forze armate, dell ordine e dei vigili del fuoco etc. ), la Sala dei Baroni è il quadro vivente dell Italia e dell Europa agli occhi degli studenti delle scuole scelte per assistere alla celebrazione, cioè Umberto, Pansini, Sannazaro e De Nicola. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è stato il primo a prendere la parola: ha reso onore alle Quattro Giornate come rivolta di donne, bambini e giovani, alcuni con una storia politica nota, altri nell anonimato, la rivolta di un popolo stremato dai bombardamenti da un lato e dall oppressore nazista dall altro. Il discorso del sindaco sottolinea che da questo tipo di rivolte è nata la Repubblica, ragion per cui la celebrazione delle Quattro Giornate diventa l occasione per difendere la Costituzione del 1948 spezzata e umiliata. Ha parlato Guido D Agostino, presidente dell Istituto Campano di Storia della Resistenza Vera Lombardi, che ha dato delle Quattro Giornate di Napoli un interpretazione storica. Egli definisce il 1943 uno spartiacque, l anno che aprì la strada a una svolta e a nuovi percorsi storico-politici. Nelle Quattro Giornate si sono concretizzati il deciso rifiuto della guerra e del nazifascismo in una rivolta dal basso attraverso la quale il popolo ha preso le redini del proprio destino. D Agostino afferma che in questa rivolta si è manifestato l istinto di libertà e la mancanza del bisogno di protezione della città di Napoli che autonoma- mente si è liberata prima dell arrivo degli Alleati. Ha parlato il Presidente del Comitato provinciale dell ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) Antonio Amoretti, che ha posto l accento sul significato storico e politico della rivolta: una rivolta che può essere inserita a buon diritto nella storia della Resistenza, una rivolta antifascista che segna la caduta del fascismo e inaugura l inizio della conclusione vittoriosa della Resistenza. Ed è anche il ricordo di queste imprese gloriose che deve ricordarci come l unione di forze democratiche abbia portato alla nascita della Repubblica e alla Costituzione, che dobbiamo difendere e tenere a riferimento per ogni rinnovamento politico e sociale. Infine, Giorgio Napolitano ha ringraziato le autorità presenti in sala e gli studenti e ha esaltato Napoli e il suo spirito forte che è servito nel 43 da stimolo per la Resistenza nazionale contro il nazifascismo. In quanto rappresentante dell unità nazionale, il Presidente, attraverso il riconoscimento del valore di Napoli nelle Quattro Giornate, ha sottolineato l importanza per l Italia di superare i pregiudizi e gli stereotipi e di abbandonare l idea di un Nord virtuoso e un Sud palla al piede della comunità nazionale, in nome della collaborazione e della fiducia reciproca. Napoli deve senza dubbio sottoporsi a una severa autocritica, ma ha un potenziale che va espresso nella mobilitazione collettiva. Le Quattro Giornate sono vive e devono continuare a esserlo in futuro nelle nostre memorie, come esempio di collaborazione, di determinazione collettiva, di sforzo comune per il rinnovamento. Antonia De Vivo III B

4 PAGINA 4 PAUSA CAFFÈ E in corso la Seconda Guerra Mondiale quando, dal 27 al 30 settembre 1943, si combattono le quattro giornate di Napoli. Uno dei protagonisti di questa battaglia è senza dubbio Adolfo Pansini: inizia la sua propaganda antifascista non ancora diciassettenne, e proprio a diciassette anni prende parte alla ribellione partecipando all attacco allo stadio Collana, riuscendo a liberarne i prigionieri sacrificando la sua vita. Il suo gesto è emblematico: un ragazzo che sacrifica la sua vita pur di far valere le proprie idee e non rimanere fermo a guardare mentre ciò che gli sta intorno (e, soprattutto, CHI gli sta intorno) viene distrutto dagli orrori della guerra A mio avviso, questo vuol dire quindi difendere la libertà, perché è ovvio che se non si fa nulla in situazioni come quella tutto è perso, e sopratutto significa difendere la parresia, ovvero la libertà di pensiero e di parola; non è inoltre da sottovalutare la dose di coraggio che un ragazzo di quell età debba possedere per voler combattere a tutti i costi contro soldati sicuramente più armati e preparati. L insegnamento di Pansini è probabilmente questo: la difesa delle nostre idee, che compongono una grandissima parte di noi stessi, e sono la cosa più preziosa che abbiamo in assoluto, le colonne portanti della nostra vita. Tornerei però a focalizzare sulla giovane età dell eroe partenopeo: il fatto che ci sia stata lasciato tanto da un nostro coetaneo è estremamente significativo: dimostra infatti che siamo capaci di grandi cose e che le nostre azioni, sono in grado di lasciare un segno indelebile nella memoria, addirittura nella storia di un popolo, come è riuscito a fare settant anni fa chi oggi definiremmo semplicemente uno di noi" e da cui avremmo invece tanto da imparare e che tanto ha dimostrato. E chi ha detto che il prossimo non possa essere proprio uno di noi"? Marco Sica I A Il giorno 11 ottobre 2013 muore a Roma Erich Priebke, ex-capitano delle SS che, insieme a Herbert Kappler, ex comandante dell SD ( Servizi Segreti delle SS) e della Gestapo a Roma, e Albert Kesserling, ex comandate della Luftwaffe ( Aeronautica militare tedesca fino al 1945), fu uno dei principali responsabili dell eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, in cui 365 italiani morirono fucilati. L eccidio fu una sorta di azione punitiva dei tedeschi, in seguito a un attacco del GAP ( Gruppi di azione patriottica, organizzazione partigiana) contro le truppe germaniche in transito in via Rasella a Roma, ed è uno dei più significativi esempi della durezza e crudeltà del nazifascismo in Italia. Fino all ultimo Priebke ha sostenuto che nei campi di concentramento le camere a gas non sono mai esistite, che c erano solo immense cucine e che le voci che incolpano i tedeschi di queste crudeltà sono frutto di falsi documenti fabbricati dagli Alleati. L opinione pubblica si è divisa sulla questione della sua sepoltura: è giusto che sia regolarmente e pubblicamente seppellito ( come ovviamente ritiene la famiglia di Priebke ) o è più giusto che venga seppellito in silenzio, in un luogo segreto, o addirittura cremato, in modo che la tomba non possa diventare meta di pellegrinaggio di gruppi neonazisti? Ma Priebke non voleva essere cremato, come ribadisce il suo avvocato Paolo Giachini. In secondo luogo, è giusto seppellire Priebke in Italia, dove commise crimini così orribili? Non sarebbe più giusto rimettere la questione alla Germania? Il portavoce del Ministero degli Esteri Martin Schaefer sostiene che la questione della sepoltura di una persona è da rimettere al Paese in cui questa persona è morta e aggiunge, d altra parte, che Priebke potrebbe essere sepolto in Germania, ma solo se lo richiedono i parenti, come stabilisce la legge per i tedeschi all estero. Provocatoriamente, il figlio Jorge ha proposto addirittura di seppellire la salma del padre in Israele. Sul piano religioso, la questione riguarda il perdono: cristianamente si potrebbe sostenere che ognuno ne ha il diritto. Ma c è da considerare che Priebke è morto senza pentirsi, difendendo il regime nazista. La salma è stata trasportata ad Albano Laziale, vicino a Roma, dove i preti lefebrviani ( cristiani ultraconservatori, seguaci di Marcel Lefebvre, vescovo francese che negava l esistenza delle camere a gas e sosteneva che i morti nell Olocausto furono trecentomila e non sei milioni ) volevano farsi carico delle esequie nella chiesa della fratellanza di San Pio X ( fondata da Marcel Lefebvre ). Il funerale è stato poi sospeso, data la tensione che si era creata fuori alla Chiesa di San Pio X: a scontrarsi gruppi neonazisti e di ultradestra e contestatori antifascisti. La salma è stata poi spostata nella zona militare di Pratica di Mare e da lì sarà trasferita in luogo segreto. E stata trovata una scritta nera presso la casa di Priebke a Roma: ONORE A PRIEBKE, con tanto di svastica vicino. Visto che la morte di Priebke e la questione della sua sepoltura sono state l imput per manifestazioni neonaziste, il liceo Adolfo Pansini è sceso in piazza il 19 ottobre e ha svolto una sorta di processione funebre in onore dei 365 italiani fucilati nell eccidio delle Fosse Ardeatine. A turno, a due a due, abbiamo portato sulla testa una bara fatta di cartone: R.I.P. 365 CADUTI DELLE FOSSE AR- DEATINE e a squarciagola abbiamo gridato SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI. Il corteo è partito da Piazza Quattro Giornate ed è arrivato a Via Scarlatti. Col megafono alcuni ragazzi hanno fatto degli interventi, per ricordare che il fascismo non deve esserci mai più. Abbiamo fatto il percorso a ritroso e, dirigendoci

5 NUMERO 1 PAGINA 5 zifascismo, della crudeltà della guerra, delle vittime della Seconda Guerra Mondiale. Che ancora ci sia adesso il germe del nazifascismo, dopo tutto il male che ha causato, sconvolge. Ma sconvolge e fa riflettere ancora di più una parte del video-testamento in cui Priebke afferma che non avrebbero potuto fare altrimenti, perchè avevano ricevuto degli ordini e, per quanto terribili, dovevano eseguirli. Priebke deve diventare il simbolo di come la devozione assoluta e cieca a un ideologia o a un ruolo nella società possa in maniera gravissima offendeverso la sede centrale del liceo Pansini, abbiamo coinvolto una banda che suona musica country ( La Terza Classe ) che ha suonato per noi Bella Ciao, con grande interesse e partecipazione dei passanti. Arrivati alla sede centrale del liceo, abbiamo appeso alla porta di ingresso lo striscione che abbiamo portato durante il corteo: Non perdoniamo i nostri assassini. Ma il punto della questione non è il perdono che si può o no concedere a un assassino. Il punto è che Priebke in questi giorni è diventato il simbolo di tante cose: del nare il senso di umanità che ognuno dovrebbe considerare prioritario rispetto a ogni altra cosa. Priebke, per contrasto, deve servire come stimolo a ragionare con la propria testa, a essere liberi e autonomi nelle proprie scelte, perché, come direbbe Kant, la legalità non sempre coincide con la moralità. E la moralità, la coscienza e il senso di umanità devono sempre e comunque guidare il nostro agire. Antonia De Vivo III B Cos è la letteratura? Si sono date molteplici interpretazioni del termine a seconda delle posizione ideologiche, politiche, filosofiche, teoriche o perfino a seconda degli umori. Risulta quindi difficile spiegare il termine letteratura e, più in generale, spiegare cosa racchiude questo termine il cui significato è così ampio. Partendo dall etimologia del termine possiamo dedurre che letteratura deriva dal latino litteratura, derivante a sua volta da littera (lettera). L aggettivo litteratus indicava scritto con lettere. Quindi, è evidente che semanticamente letteratura va ricollegato, dal punto di vista etimologico, alla scrittura e alla grammatica. La letteratura va anche inscritta, per molteplici aspetti, nel campo dell antropologia. E parte privilegiata del sistema socio- culturale perché è attraverso essa che il genere umano ha espresso la sua identità, le sue regole civili, le sue speranze e paure ecc. Su questa linea possiamo quindi dire che qualsiasi testimonianza scritta di un dato periodo storico può essere considerata letteratura. A livello estetico è giusto affermare che la letteratura è, in quanto prodotto estetico, frutto del suo tempo, anche se si basa sul concetto di imitazione come per il Classicismo. Il genere letterario, qualunque esso sia, può essere considerato come una serie di rapporti fra il piano dell espressione e quello del contenuto. Sentendo la letteratura Non è mia intenzione fare un inutile trattato concettuale, quindi facciamo un esempio: al sonetto (piano dell espressione) si associa una materia (piano del contenuto), sia essa amorosa, politica o sociale. Partendo da questa rete di rapporti possiamo apprezzare meglio un testo letterario. Lo studio della letteratura, ossia della nostra storia e identità, per nostra sfortuna, molto spesso viene limitata a quelle poche ore scolastiche. Gran parte della generazione studentesca vive il suo incontro con la letteratura nei banchi di scuola a lezione. Proprio questa responsabilità ha reso contradditorio l insegnamento della letteratura in quanto l interessamento al prodotto estetico deve essere una scelta personale a seconda nei nostri bisogni interiori. Purtroppo l istituzione scolastica non può tener conto dei nostri bisogni e/o gusti personali e per questo motivo se alla tot ora del tot giorno di scuola tocca all Infinito di Leopardi non ci resta che studiare l Infinito o, come avviene più comunemente, rifugiarci in una colpevole distrazione. Al giorno d oggi per l incontro con i testi assume una funzione rilevante l esperienza che lo studente ne fa in aula. Se questa è positiva, ben venga la lettura di opere, se è negativa o mediocre l insegnante o lo studente non è riuscito non è riuscito ad esprimere la letteratura. Ma cosa s intende per espressione? Dal latino ex-primere significa tirare fuori. La letteratura si manifesta timidamente, non è il rumore chiassoso dei nostri comizi, è un grido sottile, una fiamma tenue che se alimentata può incendiarci in pochi secondi. Un grande critico della letteratura italiana, nonché autore di una sua propria letteratura, Francesco De Sanctis parla di ascoltare la letteratura. Cosa intendiamo per ascoltare? Dal latino auris( orecchio) è prestare orecchio, nel senso di prestare attenzione a ciò che ci viene detto. Tuttavia, la letteratura non parla in modo consueto, come abbiamo detto il suo è un mal di gola perenne, se mi viene passata l espressione alquanto maccheronica. Ma come possiamo apprestarci a dialogare con la letteratura se questa ha una voce così flebile? Prima di tutto assodiamo che la letteratura è una forma, nel senso che è un misto di oggetti-

6 PAGINA 6 PAUSA CAFFÈ vità e soggettività e come entità concettuale può manifestarsi come contenuto sensibile se associata al concetto di spazio e tempo, ossia se inquadrata in un determinato contesto storico- culturale; ciò, ovviamente, non vale solo per la letteratura ma per qualsiasi ideologia, pensiero ecc. Accostarci alla letteratura non deve essere un salto repentino ma una tenera passeggiata in un giardino pieno di fiori e animali. Passeggiando tra i testi della nostra letteratura dobbiamo aguzzare i nostri sensi e quindi sentire, sentire e sentire. Se ci sediamo al centro di questo giardino parole melodiose come sinfonie, immagini di paesaggi agresti, uomini e donne innamorati perdutamente, scene di paese si accosteranno a noi, intorno usignoli, praterie, fiumi, cascate, scene di ogni sorta. Sta a noi interiorizzare il tutto, facendoci sommergere da questo fiume in piena per poi farlo nostro e sentirlo scorrere dentro di noi. Noi siamo alberi, ma gli alberi senza radici o linfa non resisteranno a lungo alle tempeste. Perché studiare la letteratura? Il dialogo con gli antichi ci nutre. In questo modo i nostri rami coperti di foglie color arcobaleno si estenderanno sempre di più, fino all infinito e allora e solo allora staremo vivendo realmente. Giuseppe Leone III A Le parole, ossia pietre Ma avete mai riflettuto sulla nostra lingua? Sì, intendo proprio l italiano. Noi lo diamo per scontato senza mai addentrarci, o per la complessità della materia o per puro disinteresse, nel magico mondo dell analisi linguistica. Se la letteratura è la pratica che esprime la nostra identità nella storia, l italiano è il mezzo che permette di esprimere tale identità. E uno strumento nelle nostre mani la cui storia è quanto mai affascinante, ma uno strumento se non usato in modo adeguato può fare tanti danni. Pensiamo solamente a quando non riusciamo ad esprimere perfettamente il nostro pensiero perché non ci viene in mente quella determinata parola e cadiamo nell incomprensione. Prima di tutto, tracciamo una linea diacronica dell italiano. Come tutti sappiamo, l italiano, essendo una lingua romanza, deriva dal latino quindi è giusto dire che la nostra è una matrice classica. Immaginando tale retta poniamo l origine nel latino volgare, non dimenticando la matrice indoeuropea. L indoeuropeo non è una lingua storicamente attestata ma attraverso studi di linguistica comparata gli studiosi sono riusciti a ricostruirlo. Dunque il nostro primo punto è il latino. Passiamo poi dal volgare latino a quello italiano. La prima testimonianza in merito è il Placito di Capua, che recita: Sao ke kelle terre per kelle fini que ki contiene trenta anni la possette parte Sancti Benedicti. Notiamo la presenza della congiunzione ke molto vicino all italiano che. Il verbo Sao (dal latino sapio) è molto vicino all italiano so. Non è affascinante notare in questa breve frase la presenza di parole così vicine alla nostra lingua? Pensate solo che ciò avveniva più di seicento anni fa. E giusto, ed anche doveroso, fare una sosta presso Dante. L italiano moderno è infatti modellato sul dialetto fiorentino del trecento, ripulito delle influenze locali. A partire dalla fine del Trecento la lingua parlata a Firenze di distacca da questo modello. Da questo momento in poi si aprirà una questione della lingua che si estenderà fino all ottocento. Perché focalizzare su questi punti? La risposta ci viene data, o meglio ci è stata data, dallo studioso Ferdinand De Saussure. La linguistica da lui inaugurata viene chiamata strutturalismo e vede le lingue come un insieme di fenomeni in continua dipendenza reciproca e interazione, insomma vanno ad influenzarsi reciprocamente; non a caso nella lingua italiana sono presenti francesismi, inglesismi ecc. Per fare un esempio, prendiamo una parola, antropolgia. Individuiamo i due morfemi (elemento di una parola dotato di significato) antropo e logia, entrambi dal greco. Un altro esempio, più vicino a noi napoletani, può essere il termine dialettale paccr. Questo deriva dal greco e significa con tutta la mano (pàs,pàsa,pàn tutto e keìr, keiròs mano). Sembra incredibile ma è così, quando parliamo in napoletano spesso le parole che diciamo derivano dal greco antico. Ogni produzione linguistica va associata al concetto di spazio e tempo. La deissi è la maniera più evidente con cui si manifesta il rapporto tra lingua e contesto. Analizziamo quindi brevemente il concetto di deissi temporale e spaziale. Quella temporale permette di focalizzare l enunciato lungo un asse temporale (si pensi agli avverbi ieri, oggi, domani, l altro ieri ecc), quella spaziale in un luogo fisico (si pensi agli avverbi qui e lì che indicano vicinanza e lontananza). Da questa breve dimostrazione possiamo capire quanto sia importante il linguaggio in quanto ci permette di esprimere idee, con- cetti, necessità ecc. E la base di qualsiasi scambio culturale interpersonale. Al giorno d oggi la bellezza della nostra lingua viene sottovalutata o messa da parte e sempre di meno sono le persone che fanno un corretto uso della lingua italiana. L italiano sta scomparendo! In alcuni paesi esistono vere e proprie istituzioni volte alla salvaguardia della lingua. La nostra costituzione recita: la repubblica italiana protegge le minoranze linguistiche. Per nostra sfortuna, anche la lingua principale sta diventando una minoranza a causa degli influssi di mille dialetti o lingue straniere. Sia chiaro, la lingua è un sistema aperto basato sullo scambio o prestito linguistico, tuttavia tutelare la lingua italiana non è una cattiva idea. Pensate al momento in cui pronunciate una parola, dietro ci sono molteplici meccanismi psico-fisici comuni a tutti. Le parole, quindi, sono come pietre. Ogni singola parola che pronunciamo ha un suo peso, una sua storia. La parola, o meglio la lingua, non è da sottovalutare. Come le pietre di una montagna, a seconda dell erosione a causa dei cambiamenti climatici più o meno aggressivi, ci permettono di capire la storia di quella montagna così la lingua, sollecitata da fattori sociali e spesso anche fisici, ci permette di capire la storia del nostro parlare. Questa storia accomuna tutti noi, a prescindere dalla nostra visione religiosa o politica; è un elemento comune a tutti noi la cui bellezza è talmente incommensurabile da essere quasi trascendente. Il pensiero e il linguaggio sono per l artista strumenti della sua arte. O.Wilde. Giuseppe Leone III A

7 NUMERO 1 PAGINA 7 YOUTUBE SERIES La tv di qualità corre sul web Giovani, irriverenti, creativi, questo il ritratto dei giovani youtubers, che hanno sconvolto il mondo del cinema e della televisioni con il fenomeno delle web-series. Ma procediamo per ordine. Quando nel 2005 fu fondata la videocommunity di Youtube, l intento degli sviluppatori era quello di offrire a chiunque la possibilità di condividere brevi filmati su qualsiasi cosa passasse per la testa degli utenti. Non molti, però, avevano già intuito le grandi potenzialità che questa piattaforma on-line avrebbe offerto. Ma cos è esattamente uno youtuber? Questo neologismo, assai utilizzato nel linguaggio della rete, sta a indicare quelle persone che si impegnano a pubblicare video sul Tubo con assiduità e passione. E con risultati spesso stupefacenti. Uno dei primi youtuber italiani in assoluto è stato probabilmente Yotobi, iscrittosi nel 2007, il cui canale ha recentemente raggiunto le iscrizioni. Grande appassionato di cinema e videogames, Yotobi fa da sempre recensioni dei peggiori film di serie B, quanto di più trash il mondo della cinematografia ha prodotto dall invenzione della pellicola fino ai giorni nostri. Su Youtube, però, non troviamo soltanto recensioni. Il fenomeno più imponente, cui avevamo già accennato all inizio, è quello delle webseries. Vere e proprie serie tv, scritte, dirette e interpretate da ragazzi e condivise gratuitamente sul web. Ecco allora che emerge il fenomeno Nirkiop. Un gruppo di sei ragazzi di Taranto, nato da un idea di Nicola Conversa, che ha fatto ridere migliaia e migliaia di fan con la serie Facce da Scuola. Come non citare, poi, i The Jackal, tre ragazzi di Napoli, che hanno inventato un nuovo modo di fare spettacolo in maniera assolutamente interattiva. Stiamo lavorando a una serie sceneggiata dagli utenti, nella quale i migliori commenti verranno selezionati ed utilizzati per scrivere le puntate successive. Questa la promessa, poi mantenuta, fatta agli utenti il giorno del rilascio dell Episodio 0 della loro opera più conosciuta, Lost in Google. Non possiamo, inoltre, non menzionare Cotto e Frullato, parodia di un noto programma televisivo di cucina, condotto dal simpaticissimo Maurizio Merluzzo. In questa serie di filmati, si può assistere alla preparazione di deliziose leccornie, frullate al termine del programma insieme a qualche ingrediente assolutamente inappropriato. Come in ogni bella favola non mancano, però, i risvolti tristi. A cominciare dalle web series iniziate e interrotte dopo i primi episodi, a causa della mancanza di fondi. É il caso di Kubrick Una storia porno, serie riguardante il fascino (e le relative spiacevoli sorprese) che il mondo del cinema può esercitare sui ragazzi. Prodotta da Magnolia Fiction, sceneggiata da La Buoncostume e distribuita da The Jackal, la serie è stata interrotta dopo tre episodi, nonostante la qualità eccellente della recitazione. Un altro triste esempio è quello de La deriva del panda, prodotto interamente dai ragazzi de La Buoncostume, interrotto nel 2011 dopo appena una puntata. Ultimo, ma non per importanza, il caso di Nemesis A Chatroulette Story, serie scritta, ideata e prodotta dai Fancazzisti Anonimi, tre degli youtuber più famosi attualmente in attività. La trama della serie è una delle più intense e appassionanti tra quelle mai proposte alla community italiana di Youtube. Un vero peccato, insomma, che sia stata interrotta alla terza puntata. Non solo web-series, ovviamente. Youtube nasce come piattaforma per la condivisione on-line dei filmati degli utenti, quindi gran parte dei server del sito è occupata ovviamente da cortometraggi. Abbondano, dunque, anche i filmati di breve durata, la cui natura è quasi sempre comica. Gli autori? Citarli tutti sarebbe impossibile. Potremmo, però, accennare a Marco Merrino, in arte

8 PAGINA 8 PAUSA CAFFÈ Croix89, che con la sua comicità irriverente ha fatto ridere migliaia di ragazzi dai gusti pazzi, come lui stesso ama definire i suoi fan. E potremmo parlare degli ipantellas (recentemente sbarcati anche in televisione), di Guglielmo Scilla, in arte Wilwoosh, (approdato da qualche anno anche nel mondo del cinema), di NonApriteQuestoTubo, al secolo Claudio Di Biagio, o di tantissimi altri youtuber che, onde evitare di riempire queste pagine soltanto di nomi, non possiamo citare. Come non pensare, poi, alle possibilità che Youtube offre a musicisti indipendenti per farsi pubblicità. Un esempio potrebbe essere costituito dagli ElectrOphelia, una band electro-rock napoletana, cui si deve la straordinaria colonna sonora di Lost In Google. Oppure si potrebbe parlare di Mark The Hammer, eclettico musicista che propone sul suo canale pezzi sempre nuovi, modificando continuamente il suo stile. Insomma, dalla sua nascita la community di Youtube è cresciuta tantissimo, dando la possibilità a tanti giovani di mettere in mostra il proprio talento. C è da sperare adesso che anche i produttori comprendano presto l importanza di questo fenomeno. Il prossimo Steven Spielberg potrebbe essere già sul web e rischia di non essere mai scoperto. Giovanni Pezzella I C Yume Nikki: il Diario dei Sogni Urge una premessa: coloro che amano i giochi veloci, vivaci, dall'azione coinvolgente, giochi in cui occorre ammazzare nemici, avere scariche di adrenaline a saltare su edifici, piattaforme, esplosivi, giochi in cui far fuori nelle maniere più spensierate o cruente o eccitanti possibili i cattivi di t u r n o, anche a costo della qualità e ffe ttiva della trama e della s t o r i a contenuta nel gioco stesso, si astengano dal continuare oltre questo rigo. Per certi versi neanche il gioco che voglio trattare ha una trama, una storia effettiva che possa riuscire a strabiliare e a permettere di scalzare le classifiche dei giochi più belli. E' un gioco molto semplice, a tratti scarno, sicuramente infinitamente misterioso e confusionario, a prima vista sembra fatto di getto, superficialmente nel giro di una giornata da un uomo che non aveva nulla da fare; questa ipotesi non sarebbe neanche tanto campata in aria, giacché nei crediti di questo gioco indie freeware si verrà a scoprire che una sola persona, Kikiyama, è responsabile della creazione, della produzione, dei disegni e delle musiche del gioco, senza alcun altro collaboratore. La grafica, poi, su motore RPG Maker 2003 (per intenderci la vista dall'alto dei primi giochi di Zelda) non è certo tra le migliori e mozzafiato. Perché allora nel mondo del web è così tanto celebre, tanto discusso e ha anche tantissimi fan e persone che lo amano e lo c e l e b r a n o come un c a p o l a v o r o incompreso? Trama del gioco: il giocatore vestirà i panni di Madotsuki, ragazzina dall'età indefinita con le treccine e gli occhi sempre chiusi, il cui unico scopo è mettersi sotto le coperte del suo letto ed essere catapultata nel suo immenso mondo dei sogni; entrato in esso, l'unico obiettivo sarà quello di raccogliere gli Effetti, 24 oggetti sparsi per i 12 mondi dei sogni, ognuno dei quali, se evocati, cambieranno l'aspetto o fungeranno d'accessorio per la ragazzina. E basta! Chi della categoria che ho citato nella premessa ha avuto la curiosità ancora di continuare a leggere, o finalmente si sarà deciso a smettere di farlo sghignazzando, comunque continuerà a chiedersi allora cosa ha di così speciale e meraviglioso un gioco così banale. La soluzione sta proprio nel finale del gioco, pur sempre appartenente alla scarna trama effettiva del gioco: una volta raccolti i 24 effetti ed essersi risvegliata e tornata normale Madotsuki salirà su una scala, spuntata dal nulla vicino al balcone, e si suiciderà buttandosi giù nel vuoto. Qualsiasi giocatore che ha giocato per la prima volta a Yume Nikki, dopo aver assistito a tale finale, sarà saltato dalla sedia o comunque ci sarà rimasto di sasso e profondamente perplesso, se non angosciato. Ed a quel punto forse anche il gamer più spensierato e volenteroso dell'azione avrà iniziato a vedere il gioco sotto una luce diversa e a rivedere con occhio più vigile i tantissimi elementi di cui è composto nel contorno il gioco della protagonista, ognuno dei quali rivela un proprio significato celato che possa spiegare il perché di un simile ed estremo gesto, ognuno dei quali, tuttavia, allo stesso tempo rimane misterioso e impossibile da interpretare. Uno dei primi proprio quel mondo reale composto solo dalla stanza della ragazza e il balcone, in cui le uniche azioni che potremo fare è giocare al videogioco NASU e, alla fine di Yume Nikki, compiere il suicidio; andare oltre la porta della stanza sarà impossibile, poiché la ragazzina ogni volta scuoterà la testa e si rifiuterà di uscire. Nel mondo dei sogni, poi, ci si può sbizzarrire nel trovare elementi misteriosi in cui scervellarsi nelle interpretazioni: i 12 mondi sono luoghi perlopiù bui, solitari, composti tra l'altro da ulteriori luoghi secondari e nascosti, tutti ambienti misteriosi, celestiali o angoscianti ( alimentati soprat-

9 NUMERO 1 PAGINA 9 tutto dalle diverse musichette ripetitive che risuoneranno in ognuno di essi) pieni di bizzarri e, a volte, spaventosi particolari nelle scenografie e gli sfondi ( come volti urlanti, figure sanguinanti e mostruose o addirittura arti mozzati ambulanti); nella maggior parte di essi sarà possibile anche imbattersi in tantissimi personaggi, alcuni dei quali umani o dall'aspetto umanoide, molti altri creature dall'aspetto bizzarro e variopinto o spaventoso e macabro. Proprio questa mancanza di una trama e di una spiegazione per qualsiasi meccanica del gioco, sono le chiavi del successo di Yume Nikki, rendendolo un gioco che tutti possono far proprio. A differenza della maggior parte degli altri giochi, infatti, in cui il giocatore dovrà muoversi e avanzare entro una trama lineare già strutturata dall'autore, Yume Nikki pare lasciato apposta incompleto, affinché ogni giocatore possa interpretare alla propria maniera e farsi entrare nel cuore la triste storia di Madotsuki, e trovare il motivo conduttore per la sua tragica fine, celato in ogni minimo e all'apparenza insignificante elemento, personaggio e luogo del mondo dei s o g n i. Proprio questo enorme ed intrigante mistero che avvolge il titolo rappresenta quella ventata di novità, la sfida nello spalancare nuove frontiere del mondo videoludico, spingendo migliaia di giocatori a rispecchiare la propria vita, i propri pensieri e le proprie esperienze in quelle della piccola e sfortunata ragazzina, e a impietosirsi per le enormi sofferenze che hanno condotto alla distruzione prematura della sua fragile vita. Non vi biasimo se queste mie righe non sono riuscite a sollecitarvi, e a buttarvi alla sua ricerca giusto per curiosità; non ci sono parole per descrivere le emozioni, il mistero e il senso di malinconia, tristezza e solitudine che ho avvertito ogni secondo che vagavo in quell'insieme di mondi onirici, ma vi posso assicurare che solo se vi lascerete trasportare dall'atmosfera del gioco, potrete innamorarvene. Leonardo Bruno (ex- Pansiniano) Regia: Mario Bava Cast: Luigi Pistilli, Claudine Auger, Leopoldo Trieste, Laura Betti, Claudio Volonté. Musiche: Stelvio Cipriani Durata: 95 minuti ITALIA, 1971 Un anziana signora viene impiccata dal marito, dal quale è separata, nella sua villa che si affaccia su una baia. L omicida viene poco dopo ucciso a coltellate. Nel frattempo sopraggiungono: un architetto che vuole speculare sulla baia e i due possibili eredi della villa. Questo è uno dei migliori film di Mario Bava, che è anche il direttore della fotografia, talento trasmessogli dal padre Eugenio, effetti speciali del grande Carlo Rambaldi (il creatore di E.T. e dello xenomorfo di Alien), inquietante musica di Stelvio Cipriani. Un film in cui gli esseri umani sono raccontati come insetti in un mondo dominato da pulsioni brutali (Morando Morandini). È diventato un cult e ha dato inizio al genere slasher (morti violente con armi da taglio) ed ha ispirato numerose produzioni americane come Halloween La notte delle Streghe di John Carpenter e la saga di Venerdì 13 creata da Sean S. Cunningham (in un film della saga vi è una scena che copia spudoratamente questo film). Ottimi gli attori e la recitazione, così come è ben fatto il doppiaggio. Pino Locchi doppia Luigi Pistilli, mentre Rita Savagnone doppia Claudine Auger. Per una maggiore godibilità del film si sconsiglia l edizione DVD italiana, a causa della qualità audio scadente e del video disturbato, e dei pochi contenuti extra disponibili. In conclusione, Reazione a catena (anche noto col titolo Ecologia del Delitto ) è un buon film, molto inquietante e con un lavoro tecnico eccellente. Francesco Effuso I C

10 PAGINA 10 PAUSA CAFFÈ Colpa delle stelle I miei pensieri sono stelle che non riesco a convergere in costellazioni. Hazel Grace Lancaster ha sedici anni, a tredici anni le è stato diagnosticato un tumore alla tiroide e, successivamente, ai polmoni. Grazie a un farmaco sperimentale, però, il suo cancro è in regressione. I tre anni che lei ha perso in ospedale, tuttavia, cominciano a farsi sentire: la sua migliore amica di sempre, Kaitlyn, ha un ragazzo, e le cose sembrano essere cambiate così tanto che Hazel, già timidissima, si chiude sempre di più in se stessa, tra televisione e i suoi amati libri. La madre, temendo che la ragazza si stia avviando verso la depressione, e sotto consiglio dei medici, la convince ad andare ad un gruppo di sostegno, sperando che almeno lì si faccia degli amici. Ed è proprio lì che tutto cambia. Al gruppo di sostegno conosce un ragazzo affascinante e misterioso, amico del suo compagno di gruppo Isaac, Augustus Gus Waters, diciassettenne, ex giocatore di pallacanestro, a cui era stato diagnosticato un lieve osteosarcoma un anno e mezzo prima. Dopo un'iniziale diffidenza, Hazel e Augustus riescono a stringere un'amicizia che diventa sempre più stretta, attraverso libri, messaggi e risate. Hazel riesce addirittura a convincerlo a leggere il suo libro preferito : Un'imperiale afflizione,da cui Augustus è ossessionato quasi quanto lei. Quel libro, però, non ha finale. Lascia spazio all'immaginazione, lascia immaginare cosa sia successo, ma questo ad Hazel e Gus non basta più. Van Houten, però, è totalmente irraggiungibile, vive ad Amsterdam ed è impossibile rintracciarlo. Ma Gus, tramite la mail della segretaria dello scrittore, riesce a contattarlo. I due ragazzi, dopo varie difficoltà, riescono a partire per Amsterdam per incontrarlo.ad attenderli, però troveranno una grossa delusione. Lo scrittore, infatti, non è per niente come se lo aspettavano... John Green (scrittore statunitense di cui ricordiamo anche Città di carta e Cercando Alaska ), in Colpa delle stelle, è come Van Houten in Un'imperiale afflizione. Riesce a capire e colpire dritto al cuore dei lettori e a render chiari i pensieri di Hazel, i pensieri di una sedicenne che le ha passate letteralmente tutte. Con uno scenario al contempo romantico, dolce, divertente e malinconico e con un linguaggio giovanile e leggero, adatto a una ragazza della sua età, riesce a caratterizzare la protagonista in modo assolutamente straordinaria per il suo libro assolutamente straordinario. Giulia Sodano V H S A LVAT I O N "Signorina, dove scende?" "Lei pensi a guidare" 6 fermate. Sorrisi, chissà come le doveva sembrare la mia voce. Sono una delle poche persone al mondo ad avere una buona opinione della propria voce. Non che la qualità delle proprie emissioni vocali abbia molta importanza, quando un cancro ti divora lo stomaco secondo dopo secondo. E' un dolce, effimero conforto, sapere che avrei potuto fare il doppiatore, lo youtuber, lo sceneggiatore radiofonico. Ma anche un terribile dolore, che nascondo insistentemente dietro ogni angolo di strada, dicendomi che posso affrontarlo a tempo debito, con calma. Stasera l'autobus è quasi deserto. Guido assorto, immerso nella luce artificiale del mio abitacolo, con le luci stradali che ritmano la corsa lasciando sul mio volto ad intervalli regolari le loro strisce di arancione, bianco funereo, rosso rabbico, come i raggi laser immaginari lasciati da pistole immaginarie durante il gioco di due bambini. Gli speaker alla radio, dalla voce calda come un fuoco scoppiettante, stanno introducendo uno sceneggiato radiofonico, uno di quelli che dopo la calata del sole rendono il viaggio un'esperienza intima, fra me e me. I miei preferiti. Le malinconiche, seppur scontate, note di un pianoforte accompagnano l'entrata in scena del primo attore. Parlano, parlano, le loro voci riempiono il silenzio.

11 NUMERO 1 PAGINA 11 Parole belle, parole piene, che costano poco e danno tanto. Parole con un'anima, che avrei potuto pronunciare io alle orecchie di qualche altro autista con un cancro. Che avrei potuto pronunciare nella calma dello studio, sicuro che a casa avrei trovato pace. E che il massimo del dolore, a breve termine, era la perdita della mia squadra del cuore. Il viaggio è piacevole, la strada una lunga distesa dove far rotolare le ruote del mio mezzo pubblico, a cui tengo molto. Nulla può interrompere questa catarsi, nulla può rovinare la statica perfezione delle strade notturne di città, nulla. 5 fermate. Una goccia, poi un'altra, che si incrociano e si sfidano sul parabrezza lasciando scie. Delle compagne le seguono, una dopo l'altra, cadendo copiose e disegnando l'idrografia di quel pezzo di vetro incastonato nella scocca di un mezzo pubblico. Dandogli anima. La luce dell'abitacolo sfarfalla, e infine muore. La radio lascia l'ultima frase dell'attrice a metà, nel più bello di una dichiarazione d'intenti che mi era assolutamente indifferente, in quanto avrei potuto dirla io. Il placido brusio del motore non mi lascia, e proseguo nella notte piovosa, immerso nel pieno silenzio della notte. Romba, motore, romba, elimina il silenzio. Qualcosa mi scende in fondo al cuore, caldo e consolante, dandomi una sensazione di pace che ormai non provo da mesi, che solo al pensiero mi trasmette statica disperazione. E' consapevolezza. 4 fermate. Do uno sguardo nello specchietto, ho 3 passeggeri. Una ragazza, di bell'aspetto e sulla ventina. Due ubriaconi, seduti agli ultimi posti, addormentati uno nelle braccia dell'altro, in cerca di calore umano. La ragazza si è seduta quanto più lontano è possibile da loro, e ogni tanto si lancia occhiate diffidenti alle spalle. Lei pensi a guidare, penso fra me e me. Un sorriso dolce mi increspa il volto. "Beh io ci penso, signorina. Ma arrivati al capolinea non penso che potrò continuare ancora a lungo." "Lei dice?" Accolgo in silenzio la sua obiezione, sorridendo stolidamente. 3 fermate e dovrò fermarmi, far scendere gli ubriaconi e la signorina e andare placidamente a ritirarmi nel mio splendido appartamento del quale non posso più pagare le rate d'affitto. Che importanza ha, ormai? cambierebbe qualcosa se avessi i soldi? 3 fermate. Certi colleghi mi raccontano che a volte, quando fanno il giro lungo per le colline, guidano per ore e ore con i cadaveri dei barboni che cercano riparo nell'autobus. Guidano per ore con un cadavere a poca distanza, di notte. E quando arrivano alla stazione, e si accorgono della presenza, sono costretti ad avvicinarsi. Per sincerarsi delle condizioni. E toccano un cadavere, lo tastano, magari gli dicono anche in tono confidenziale che quell'autobus non è un hotel e che dovrebbero togliere le loro chiappe dal sedile. Certe volte mi chiedo se quando mia nipote mi bacia è come se stesse baciando un cadavere. 2 fermate. Placide, le luci. Le auto agli angoli della strada risplendono dei miei fari. Gatti randagi fuggono in direzione delle loro tane, in cerca delle loro compagne notturne. Come invidio la loro vita breve ed ignorante. Il nulla emotivo che compone lo scandire dei loro giorni. Com'è bello non essere consapevoli. Capolinea. Mi giro, la guardo. Apro con il bottone le porte. La guardo negli occhi. Sono verdi. Non ci vuole molto per capirci, le ore notturne, secondo me, amplificano la percezione. Chiudo le porte. Riparto, dirigendomi verso la periferia. Lei viene a sedersi accanto a me, su un sediolino immediatamente dietro il posto del guidatore. I suoi occhi sono verdi. Spesso mi ero lamentato di quel posto, quando magari vi si siedeva un bambino petulante ed ero costretto a sorbirmi le sue litanie nelle orecchie. Ma è da un po' che non accoglievo bambini sul mio autobus. Da quando era iniziata la mia agonia, era sopraggiunta l'insonnia, e con essa il trasferimento al turno di notte. Ora i sudditi del mio regno erano ubriaconi, drogati, figli di papà al ritorno dalla discoteca. Prendo la strada costiera. Le curve sono dolci, accompagnarle con il volante è un piacere. Mi fermo in mezzo alla strada, spegnendo i fari, gustandomi il silenzio. Respiriamo, per 10 minuti. Silenzio. A volte il mare è verde. Lei mi viene accanto, mi guarda, mi comunica. La bacio. E' un bacio dolce, un bacio di morte. Un effimero scampolo di vita nell'esistenza di due ruderi. Non so perchè lei è morente, ma lo sento, lo comunica. Ho un'erezione, mentre la sua lingua si muove nella mia bocca. Curioso come gli ultimi rantoli di vita siano sempre i più piacevoli. Lei mi sussura di ripartire, e mentre io premo l'acceleratore mi sfila con dolcezza le mani dal volante. E' lei ora ad accompagnare le curve, con un espressione beatamente risoluta sul volto, illuminata dagli sporadici lampioni. Mai il golfo di Napoli è stato così bello da vedere, mai la staticità del vesuvio, così imponente, è stata così bella, mai quelle curve sono state più belle, mai la bellezza ha riscaldato, ha invaso i cuori. Mai come quella sera. Bello, profondamente bello. La strada si fa dritta per un po', e a 100 m di distanza è visibile un'altra curva. La costiera Amalfitana è quasi alla fine. Lei non muove il volante. Mancano 20 m alla curva, ma il volante resta fermo, come il perno di un meccanismo che stiamo inceppando. Ce la stiamo facendo, mi dico, sto fermando questa macchina di morte, sto mettendo i bastoni fra le ruote al fato. Perchè quel volante, quel fermo ingranaggio di distruzione che girando mi porterà più vicino alla morte, non si muoverà. resterà ottusamente fermo. Mi salverà. Ho ancora il tempo di un ultimo sguardo, coronato da un sorriso. Anche lei sorride. I suoi occhi sono verdi. E, in pochi secondi, voliamo diretti verso la salvezza. Gianmarco Landi I A

12 REDAZIONE Coordinamento: Prof.ssa Maria Palumbo Caporedattori: Gianmarco Landi, Giovanni Pezzella, Lorena Liparoti Impaginazione e Grafica: Giovanni Pezzella Hanno collaborato a questo numero: Leonardo Bruno Antonia De Vivo Francesco Effuso Gianmarco Landi Giuseppe Leone Alessandro Peluso Giovanni Pezzella Marco Sica Giulia Sodano Eva Luna Tarallo ORA TOCCA A TE Ti è piaciuto Pausa Caffè? Sai scrivere, disegnare o sei semplicemente provvisto di tanta buona volontà e vuoi entrare anche tu a far parte di questo progetto? Se sei interessato, puoi contattare la pagina facebook Pausa Cafè oppure i nostri redattori Gianmarco Landi, Giovanni Pezzella (su facebook Giovy Petzy) e Lorena Liparoti e potrai anche tu entrare a far parte della nostra redazione! S I A M O SU F A C EBOOK PA U S A C A F È PAUSA CAFFÈ LA VOCE DEL PANSINI Cari signore e signori, benvenuti alla prima edizione de Gli indovinelli della Luna! Cosa c è di meglio che dilettarsi in alti passatempi volti ad esercitare ragione e logica? Scherzi a parte, vi propongo un indovinello, uno facile per cominciare, per far capire il funzionamento del rompicapo, da applicare poi per gli indovinelli futuri. Lo scopo finale ovviamente è trovare la soluzione tramite indizi. Gli indizi vi porteranno per prima cosa ad una parola, i successivi vi diranno come modificarla per ottenerne una parte, apparentemente senza senso. L unione di queste parti porterà alla soluzione. Buon divertimento! Ciò che ti dico non è una frottola, togli ciò che fa la trottola da chi ha il collo lungo e gira in coppia, senza dimenticare di togliere la doppia. In natura l alto verde, più inizi di giornata perde. Unisci ciò che hai trovato, scoprirai da chi è emesso un raggio dorato. Eva Luna Tarallo I F

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