PREFAZIONE 17. Prefazione
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- Ivo Palmieri
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1 PREFAZIONE 17 Prefazione Sono trascorsi più di cinquant anni da quando le differenze sociali e comunicative specifiche dell autismo furono descritte per la prima volta da Leo Kanner. Durante questo periodo la ricerca ha prodotto una grande quantità di conoscenze riguardo ai complessi processi di sviluppo coinvolti nella sintomatologia autistica. La triade di disturbi nelle relazioni sociali, nella comunicazione e nell immaginazione appare strettamente intrecciata con un profilo cognitivo idiosincratico fatto di punti di forza e punti deboli. Questa nuova visione dell autismo ha aperto la strada verso nuove e diversificate strategie di trattamento. Comunicazione e reciprocità sociale nell autismo offre una cornice di riferimento per comprendere le differenze di sviluppo dei bambini con autismo e per applicare queste conoscenze agli sforzi educativi volti a favorire lo sviluppo delle loro abilità sociali e comunicative. Il lettore sarà guidato attraverso una discussione delle modalità cognitive e sociali del bambino, verranno presentate delle strategie per migliorare la comunicazione e le relazioni interpersonali e verranno infine offerte delle linee guida per aiutare i bambini con autismo a orientarsi nel labirinto delle relazioni sociali. La prima parte, Prospettive sull autismo, presenta un excursus teorico e due testimonianze autobiografiche sulla natura di questo disturbo e sulle metodologie educative. Le altre sezioni di questo volume sono dedicate alle strategie volte a migliorare la comunicazione e lo sviluppo sociale che costituiscono i tratti distintivi dell autismo. Diagnosi e terapia sono trattate parallelamente. Le appendici dei capitoli offrono una descrizione di misure informali per l osservazione e la valutazione delle competenze comunicative e del comportamento sociale, e presentano
2 18 COMUNICAZIONE E RECIPROCITÀ SOCIALE NELL AUTISMO delle linee guida per una diagnosi specifica. La seconda parte, Promuovere lo sviluppo della comunicazione, presenta delle strategie di intervento per bambini verbali e non verbali. Le riflessioni includono considerazioni sull utilizzo della comunicazione aumentativa, il trattamento dell ecolalia e i metodi per migliorare la qualità delle interazioni sociali e comunicative. La terza parte, Promuovere la reciprocità sociale riguarda le strategie mirate a favorire il gioco, la comprensione delle situazioni sociali, l indipendenza, la flessibilità e l autocontrollo. Questo libro è rivolto a educatori, clinici, genitori e studenti che si interessano di educazione, disturbi della comunicazione o ambiti simili. Ci auguriamo che questo volume aiuti il lettore ad arricchire e perfezionare il proprio modo di affrontare l intervento e che queste idee siano facilmente integrabili e confrontabili con altre opzioni di trattamento che sono oggigiorno disponibili per i bambini con autismo. Sono grata a molte persone che hanno reso possibile la preparazione di questo libro, alla Delmar Publishers e Beckwith-Clark, Inc. che hanno dato un supporto inestimabile durante tutto il processo. Gli autori che hanno contribuito sono stati tutti molto disponibili ed entusiasti del libro rendendo questo compito più semplice. Tanti colleghi, specialmente Barry Prizant e June Fox, hanno offerto incoraggiamento e gentilezza che ho apprezzato sinceramente. La mia famiglia e i miei amici hanno condiviso le mie frustrazioni, le preoccupazioni, i risultati e la gioia, circondandomi sempre con tanto amore e supporto emotivo. Infine, sono grata soprattutto ai tanti bambini con autismo che fanno parte della mia vita ogni giorno e mi insegnano così tanto sulla vita, l amore e l animo umano. Se questo lavoro contribuirà a fare la differenza nella vita di un bambino, allora questo sforzo non sarà stato vano. Kathleen A. Quill
3 INTRODUZIONE 19 Introduzione Kathleen A. Quill Insegnare ai bambini affetti da autismo è una grande sfida per educatori e genitori. Tali bambini presentano un profilo unico di problemi che possono confondere in quanto, spesso, entrano in contraddizione con ciò che si sa sul comportamento e l apprendimento umani. Generalmente, nell ambito educativo si suppone che tutti i bambini seguano un percorso di sviluppo comune, anche se secondo diversi ritmi. I bambini con autismo mostrano uno stile peculiare di relazioni sociali e comunicative che sembra seguire un percorso differente. La comprensione di queste differenze deve essere incorporata nelle pratiche di intervento per abbracciare l insieme della prospettiva sociale del bambino, per sviluppare e utilizzare strategie che promuovano la comunicazione e la socializzazione e per guidare i bambini con autismo attraverso il labirinto delle relazioni interpersonali. Excursus storico Sono trascorsi più di cinquant anni da quando le differenze sociali e comunicative che contraddistinguono l autismo furono originariamente descritte da Leo Kanner (1943), la cui ricchezza di dati e profondità di analisi vengono riconosciute solo oggi. Nel suo lavoro principale Kanner descrisse quanto fossero pervasive le difficoltà interpersonali di questi bambini: Esiste sin dall inizio un profondo isolamento autistico. (p. 33) Questi bambini sono venuti al mondo con un incapacità innata di formare il tipico contatto affettivo con le altre persone, che è dato biologicamente,
4 20 COMUNICAZIONE E RECIPROCITÀ SOCIALE NELL AUTISMO proprio come altri bambini nascono con altri handicap fisiche o intellettive. (pp ) Sin dal principio Kanner riconobbe il ruolo centrale delle difficoltà sociali e descrisse le abilità relative all uso degli oggetti, evidenziando inoltre la distinzione tra le relazioni indirizzate prevalentemente all oggetto e quelle orientate alle persone. Oltre alle osservazioni circa i gravi problemi sociali, Kanner offrì anche delle acute descrizioni delle particolarità del linguaggio e della comunicazione di questi bambini. La sua attenzione verso l inefficienza dell uso del linguaggio appare evidente nelle sue descrizioni dell ecolalia, delle ripetizioni e dell inversione pronominale. Ma nonostante tutto, è stato necessario mezzo secolo di ricerca per giungere a una comprensione scientifica dell ipotesi di Kanner e perché fosse riconosciuta l importanza del suo lavoro di clinico. Le pratiche educative seguono le rotte indicate dalla ricerca scientifica e il trattamento dell autismo negli anni Cinquanta e Sessanta rifletteva teorie che attribuivano alla sindrome un eziologia emotiva. La teoria psicodinamica, nota prevalentemente attraverso il lavoro di Bettelheim (1967), ha dato origine a trattamenti il cui scopo principale consisteva nel «fare breccia nella corazza emotiva dell autismo». Una volta svanita la speranza di una riabilitazione emotiva, durante gli anni Settanta, la ricerca si orientò verso una concezione dell autismo come disturbo cognitivo e linguistico (Rutter e Schopler, 1978; Wing, 1976), aprendo la strada all intervento comportamentale (Lovaas, 1977) e a modelli simili di insegnamento strutturato. Questa nuova teoria assumeva che le difficoltà nelle relazioni interpersonali incontrate dai bambini con autismo avessero origine da deficit cognitivi e linguistici. Secondo quest ottica, il trattamento si focalizzava sull obiettivo di far raggiungere ai bambini un buon livello di abilità cognitive e linguistiche attraverso delle strategie di insegnamento altamente strutturate e precise. Ma anche quando gli interventi comportamentali più efficaci ottenevano dei risultati notevoli, la valutazione si basava sul livello di Quoziente Intellettivo e sui risultati scolastici (Lovaas, 1987), mentre veniva rivolta una scarsa attenzione alla crescita sociale ed emotiva dei bambini. Negli ultimi dieci anni la ricerca ha rivisitato l originario lavoro di Kanner e le riflessioni sulla natura dell autismo hanno enfatizzato la complessa interdipendenza tra stile cognitivo di apprendimento, comprensione sociale, apprendimento del linguaggio e forme della comunicazione (Dawson, 1989; Frith, 1989). Le spiegazioni dell autismo non si focalizzano più sull individuazione di un tipo di carenza particolare, sia essa cognitiva, linguistica o sociale. Le proposte odierne sono maggiormente sfaccettate e olistiche e tengono conto delle interrelazioni tra differenti aree di sviluppo. I sintomi nucleari dell autismo vale a dire le relazioni sociali e comunicative vengono esaminate nell ambito del loro contesto
5 INTRODUZIONE 21 naturale: la comprensione sociale e le interazioni socio-comunicative. Il risultato è che il trattamento può applicare queste nuove conoscenze, affiancando a strategie che considerino la prospettiva del bambino e il suo contesto sociale le opzioni di intervento che si sono già rivelate valide per l educazione dei bambini con autismo. Obiettivi del libro Questo libro ha lo scopo principale di offrire a educatori, studenti e genitori una cornice di riferimento per applicare le conoscenze riguardanti le acquisizioni teoriche correnti sull autismo ai tentativi concreti di trattamento, volti a promuovere la comunicazione e le abilità di socializzazione nei bambini. Il contenuto del libro riflette le sempre maggiori conoscenze sulla comunicazione e le differenze sociali dei bambini con autismo e la loro applicazione alla pratica educativa. Gli autori sono principalmente clinici e educatori che lavorano a contatto con bambini, famiglie e scuole e che riconoscono pienamente il valore delle realtà e delle sfide offerte dalla scuola, dall ambiente familiare e dalla comunità. Essi riconoscono inoltre la complessità dei disturbi dell autismo e descrivono strategie di insegnamento innovative adatte a rispondere a tali bisogni. Le strategie educative sono basate sulla ricerca e sulle pratiche cliniche che utilizzano le modalità cognitive e abilità già in possesso del bambino come mezzo per promuovere le competenze socio-comunicative in contesti naturali. I principi fondamentali al centro della discussione sono due: in primo luogo, l educazione e il trattamento devono rispettare e adattarsi allo specifico stile di apprendimento dei bambini con autismo; in secondo luogo, l educazione e il trattamento devono promuovere l inserimento del bambino in ambienti integrati sia scolastici che sociali assieme ad adulti e coetanei. Una recente caratteristica dell intervento in questo ambito nonché tema principale del libro è l enfasi su strategie didattiche che si adattino allo stile di apprendimento del bambino con autismo. Le strategie descritte in questo volume supportano l esplorazione del mondo delle persone da parte del bambino e, attraverso questo, rendono più semplice per lui comunicare e interagire. Le strategie per rinforzare i successi sociali e comunicativi includono materiali didattici aumentativi, la prevedibilità dell ambiente e le variazioni possibili nelle interazioni socio-comunicative tra adulto-bambino e coetaneo-bambino. Ogni autore descrive varie tecniche che incorporano questi supporti fondamentali, utili a far migliorare la comunicazione, il comportamento sociale e l autocontrollo nei bambini con autismo.
6 22 COMUNICAZIONE E RECIPROCITÀ SOCIALE NELL AUTISMO Un secondo punto centrale di queste proposte, e tema secondario del libro, è l accento posto sul contesto sociale come strumento per l apprendimento. Uno degli scopi principali in questo ambito è di far sviluppare abilità di comunicazione e socializzazione che aiutino la partecipazione dei bambini con adulti e coetanei in ambienti scolastici e sociali integrati. Le strategie delineate in ogni capitolo tengono conto del contesto sociale in cui avviene l acquisizione delle abilità sociali e comunicative, e gli autori chiariscono i ruoli degli adulti e degli altri bambini nell incoraggiare questo sviluppo. Il libro è diviso in tre parti: Prospettive sull autismo, Promuovere la comunicazione e Promuovere la reciprocità sociale. Prospettive sull autismo Nel 1988, Temple Grandin, una donna con autismo che ha raggiunto un notevole successo nella vita, tenne delle lezioni in Massachussetts sulla sua personale esperienza di vita con questo disturbo. Le descrizioni della Grandin circa i propri pensieri, sentimenti e stile di apprendimento hanno influenzato profondamente e positivamente, la comprensione della complessità dell autismo. Quella sera, però, la sua presentazione fu particolarmente significativa. Mostrò un lucido con l immagine di un aereo e disse: «Questo è qui per ricordarmi di parlare della mia ripetitività». L immagine successiva rappresentava del cemento e lei disse: «Questa è qui per ricordarmi del mio pensiero concreto». Parte del pubblico rise, mentre altri furono colpiti dal suo messaggio. In quel momento Grandin mostrò molto chiaramente una delle sue apprezzabili strategie di organizzazione e condivisione delle informazioni: ossia aveva elaborato un concetto attraverso la codifica di un esperienza in un immagine visiva e utilizzava l immagine come indizio per il ricordo! Il suo pensiero appariva costituito da una serie di associazioni visive, uno stile cognitivo descritto successivamente nei suoi scritti. Dopo la lezione, rilessi l autobiografia della Grandin (Grandin e Scariano, 1986) nella quale l autrice descrive l uso di analogie visive come mezzo per capire concetti astratti come le relazioni sociali. Sembrava utilizzare la logica più che l emozione come guida per la comprensione del mondo sociale. Nella prima parte del libro, Grandin ci mette a conoscenza di questa personale e profonda intuizione riguardo alle sue percezioni sociali e alle strategie da lei utilizzate per adattarsi al mondo sociale. Il suo importante contributo si è accompagnato ai progressi della ricerca, espandendo e rifinendo le possibilità di intervento, attraverso il rispetto dello stile di apprendimento individuale dei bambini e della loro percezione dell ambiente che li circonda.
7 INTRODUZIONE 23 La prima parte di questo libro include la trattazione di tre attuali prospettive sull autismo: una teorica, una autobiografica e una familiare. Nel primo capitolo, Adriana Schuler presenta un analisi molto ampia delle ricerche sullo sviluppo. Schuler esamina la costellazione di abilità e difficoltà dell autismo e descrive come i modelli cognitivi siano strettamente intrecciati con differenze nella comunicazione, nell acquisizione del linguaggio, nella comprensione sociale e nello sviluppo emotivo. Esaminando il lavoro di Kanner (1943) l autrice spiega le incongruenze nello sviluppo come differenze tra «pensiero riferito a oggetti e pensiero riferito a persone». Una capacità limitata di pensare alle persone opposta a quella di pensare al mondo fisico sembra caratterizzare il profilo atipico dell autismo. Il lettore viene guidato nelle idiosincrasie del pensiero, dell apprendimento e dello sviluppo dell autismo attraverso un caso studio, e parallelamente viene offerto un quadro teorico di riferimento per la comprensione delle strategie di insegnamento descritte nelle altre parti del libro. La comprensione di queste disarmonie nello sviluppo diviene più chiara grazie alla narrazione della propria esperienza fatta da Temple Grandin nel secondo capitolo. Grandin descrive il proprio «pensiero visivo», le frustrazioni comunicative, la propria ipersensibilità sensoriale, le problematiche e peculiarità di carattere sociale ed emotivo, con onestà e sensibilità. Queste descrizioni personali della natura dell autismo sono di valore inestimabile per tutti i lettori. Dal momento che i genitori si fanno carico delle maggiori responsabilità nel supportare lo sviluppo del proprio bambino, qualsiasi discussione sull intervento deve tenere conto del punto di vista della famiglia sull educazione. Le famiglie di oggi hanno a disposizione un gran numero di opzioni di trattamento tra le quali scegliere, ma ciò significa anche che sono poste di fronte a delle decisioni difficili da prendere. Nel terzo capitolo, Charles Hart ci offre il punto di vista di un genitore rispetto alle filosofie educative. Hart è genitore di un figlio adulto con autismo, è un professionista, un autore e un avvocato per persone affette da autismo. In una discussione nitida e stimolante, Hart riflette sull esperienza vissuta insieme al figlio, attraverso il labirinto dell educazione speciale; racconta le frustrazioni e le sfide emotive che hanno caratterizzato le tante, e spesso sconcertanti, opzioni di trattamento che sono state messe a disposizione a lui e ad altre famiglie durante più di tre decenni. Ciò che i genitori vogliono è il rispetto per il proprio bambino e una forte alleanza tra genitori e operatori. In questo modo, il lettore, forte di una cornice per inquadrare l autismo, è preparato a rivolgere la propria attenzione verso le implicazioni educative e le questioni metodologiche. Quattro capitoli dedicati alle strategie per promuovere la comunicazione, sono seguiti da cinque capitoli riguardanti le strategie per migliorare la socializzazione. Dalle riflessioni che emergono da questi capitoli apparirà evidente come l intervento stia cambiando in maniera significativa.
8 24 COMUNICAZIONE E RECIPROCITÀ SOCIALE NELL AUTISMO La competenza socio-comunicativa è un fenomeno dinamico e le strategie volte a promuovere queste abilità devono essere parimenti dinamiche. Il linguaggio, la comunicazione e le abilità sociali non emergono come una serie di comportamenti isolati. È chiaro che il contesto dell interazione sociale, la percezione che il bambino ha delle dinamiche relazionali e le strategie utilizzate dalle persone che interagiscono con lui giocano un ruolo fondamentale per il successo di qualsiasi interazione e nel programma di acquisizione delle abilità. La consapevolezza di ciò ha dato nuova forma al modo di affrontare la valutazione e l intervento. Gli autori di questi capitoli esplorano vie creative per analizzare questioni complesse e sostenere il bambino nel suo percorso attraverso l ingarbugliata matassa della comunicazione e della socializzazione, conservando tuttavia la necessaria obiettività e affidabilità professionale. Promuovere la comunicazione La seconda parte del libro, Promuovere lo sviluppo della comunicazione, affronta l ampio spettro di abilità e difficoltà osservate sia nei bambini con sindrome autistica verbali che in quelli non verbali. Nel quarto capitolo, Tom Layton e Linda Watson incoraggiano l uso della comunicazione alternativa e aumentativa per stimolare la comunicazione nei bambini non verbali. Insieme alle linee guida per valutare il repertorio di comportamento comunicativo non verbale del bambino, viene offerta una descrizione di comportamenti comunicativi precoci. Il lettore viene condotto attraverso un analisi delle opzioni della comunicazione aumentativa, dei criteri per la selezione di sistemi aumentativi per il bambino e delle strategie per promuovere la comunicazione. I sistemi aumentativi includono il linguaggio dei segni, le tavole di comunicazione, il linguaggio scritto e il computer. C è stata negli ultimi anni una significativa attenzione rispetto alle tecnologie della comunicazione facilitata, e gli autori forniscono un resoconto critico della letteratura su questo argomento. Layton e Watson riconoscono che l accesso a un sistema linguistico sia un mezzo necessario ma non sufficiente per promuovere la comunicazione, e per questo motivo sottolineano l importanza dello sviluppo dell intenzionalità e della funzionalità del bambino. Il linguaggio ecolalico nei bambini autistici resta un aspetto affascinante e ancora scarsamente compreso del loro comportamento comunicativo. Nel quinto capitolo, Patrick Rydell e Barry Prizant ci aiutano a capire le caratteristiche specifiche dell ecolalia e dei fattori di interazione e contestuali a essa associati. Un attenzione particolare è rivolta agli strumenti di valutazione che identificano l uso funzionale dei messaggi ecolalici e agli approcci all intervento che studiano
9 INTRODUZIONE 25 come queste strutture contribuiscono alla crescita linguistica e comunicativa del bambino. Nel sesto capitolo, Diane Twachtman descrive alcune strategie per favorire la comunicazione nei bambini che hanno già uno sviluppo verbale. La disparità tra il linguaggio spesso verboso che essi esibiscono e la povertà delle competenze sociali effettive solleva nuove sfide. Twachtman illustra vari approcci per promuovere l uso sociale del linguaggio da parte dei bambini, che tenga conto della loro prospettiva sociale e della multidimensionalità del processo di comunicazione. Nel settimo capitolo, mi concentro più dettagliatamente sulla natura delle relazioni sociali reciproche e sulle strategie per costruire delle interazioni socio-comunicative nei bambini, a prescindere dal livello della loro competenza linguistica. Un attenzione particolare è rivolta alla valutazione delle interazioni socio-comunicative, alla complessità delle relazioni sociali e della comunicazione e ai molteplici fattori che devono essere presi in considerazione quando si interagisce con un bambino. Per aiutare il bambino a orientarsi nel «labirinto sociale» l operatore potrà fare ricorso a una serie di strategie. Esse includono routine interattive, l adattamento nello stile comunicativo (sia da parte dell adulto che da parte del coetaneo) e l uso di supporti ambientali. Questo capitolo sintetizza la nostra comprensione dei fattori contestuali e di interazione che favoriscono la comunicazione e le relazioni interpersonali. Promuovere la reciprocità sociale Nonostante l aspetto fondamentale dell autismo sia lo sviluppo deficitario delle relazioni sociali, i deficit sociali sono stati oggetto di scarsa attenzione nell area della programmazione abilitativa e educativa. Per questo motivo, la terza parte intitolata «Promuovere la reciprocità sociale» illustra nuove e stimolanti opportunità per il trattamento. Questa sezione inizia da quella che è la vera struttura fondante dello sviluppo sociale dei bambini piccoli: il gioco. Il gioco è il mezzo attraverso il quale i bambini capiscono il mondo attraverso esperienze condivise. Nell ottavo capitolo, Pamela Wolfberg presenta un modello per favorire lo sviluppo delle abilità ludiche in contesti integrati. Il modello di gruppo di gioco integrato enfatizza la natura sociale del gioco e offre al bambino con autismo l opportunità di imparare a giocare con coetanei esperti. Un sistema di supporto sociale per l attività ludica con i coetanei viene attuato attraverso una valutazione attenta e una partecipazione guidata dall adulto all interno di ambienti di gioco progettati attentamente. Il lavoro della Wolfberg compie un passo importante nella valutazione e nella predisposizione
10 26 COMUNICAZIONE E RECIPROCITÀ SOCIALE NELL AUTISMO di opportunità per la crescita sociale dei bambini e per l apprendimento tramite il gioco. I restanti capitoli descrivono vari modi in cui i supporti ambientali possono essere utilizzati per promuovere la comprensione sociale, le abilità sociali, la flessibilità sociale e l autocontrollo. I supporti ambientali sono materiali di insegnamento che stimolano l abilità di organizzare e integrare l informazione più prontamente. La premessa che sottostà all uso di tali supporti è che essi offrono chiarezza sociale per il bambino, permettono l auto-monitoraggio e l autoregolazione e accrescono l indipendenza nel prendere decisioni di carattere sociale. Nel nono capitolo, Carol Gray descrive una tecnica innovativa per insegnare ai bambini con autismo a leggere le situazioni sociali attraverso l uso delle «storie sociali». «Lettura sociale» è il termine che si riferisce a materiali didattici che presentano l informazione sociale e insegnano abilità sociali. Libri personalizzati, cassette audio e storie video vengono sviluppati come mezzo per migliorare le abilità del bambino attraverso un progresso nella comprensione sociale. Le tecniche di Gray usano i supporti ambientali e la semplicità nell interazione attraverso un mezzo gradevole e accessibile a molti bambini. Nel decimo capitolo, Nancy Dalrymple descrive in dettaglio i molti usi dei supporti ambientali per promuovere l indipendenza e la flessibilità nei bambini. Vengono presentate numerose idee per aiutare e sostenere la comprensione del tempo, dell organizzazione spaziale, delle scelte e delle regole sociali. Genitori e operatori troveranno i lavori di Gray e Dalrymple ampiamente applicabili a diversi bambini e contesti sociali. La funzione comunicativa dei problemi di comportamento sociale è stata oggetto di molte ricerche nell ultimo decennio. Nell undicesimo capitolo, Linda Quirk Hodgdon, sulla base di queste considerazioni, offre a genitori e educatori degli strumenti concreti per facilitare lo sviluppo di abilità comunicative nel bambino, come mezzo per ridurre le occasioni in cui si manifestano problemi di comportamento sociale. Le strategie raccomandate rinforzano i benefici dei supporti ambientali nell aiutare i bambini a comprendere e interpretare le esigenze dell ambiente sociale di cui fanno parte, e a facilitare l acquisizione di comportamenti socialmente appropriati. Un altro sistema di insegnamento tramite supporti visivi è descritto nel dodicesimo capitolo da June Groden e Patricia LeVasseur. Groden e LeVasseur sviluppano una procedura di ripetizioni di schemi a immagini per insegnare comportamenti socialmente appropriati e strategie di autocontrollo. Attraverso la pratica reiterata delle scene raffigurate, ai bambini con autismo viene insegnato a identificare gli eventi per loro potenzialmente stressanti, e imparano ad attuare delle strategie per fronteggiarli. L uso di procedure basate sull immagine
11 INTRODUZIONE 27 per favorire lo sviluppo dell autocontrollo incorpora tutti gli elementi sulle buone prassi educative sostenute nel presente volume. Sommario Vi sono una consapevolezza e un rispetto crescenti riguardo alle difficoltà incontrate dai bambini con autismo nei loro sforzi per comunicare, socializzare e capire le relazioni sociali. Le relazioni sono complesse e non possono essere risolte attraverso rimedi semplici, ma ogni idea nuova o trattamento proposto può condurre a una maggiore comprensione. Speriamo che questo libro contribuisca a chiarire le opzioni di valutazione e di intervento, apra nuove porte per i bambini e stimoli nuove idee su come educare i bambini con autismo. Bibliografia Bettelheim B. (1967), The empty fortress, New York, Free Press. Dawson G. (1989), Autism: Nature, diagnosis and treatment, New York, Guilford. Frith U. (1989), Autism: Explaining the enigma, Oxford, Blackwell. Grandin T. e Scariano M. (1986), Emergence: Labeled autistic, Novato, CA, Arena. Kanner L. (1943), Autistic disturbances of affective contact, «Nervous Child», 2, pp Lovaas O.I. (1977), The autistic child: Language development through behavior modification, New York, Irvington. Lovaas O.I. (1987), Behavioral treatment and normal educational and intellectual functioning in young autistic children, «Journal of Consulting and Clinical Psychology», 55, pp Rutter M. e Schopler E. (a cura di) (1978), Autism: A reappraisal of concept and treatment, New York, Plenum. Wing L. (a cura di) (1976), Early childhood autism (2 a ed.), Oxford, England, Pergamon.
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