INDICE. INCONSCIO Fra ricerca clinica e scienza cognitiva. CAPITOLO 1 Studi sulla coscienza nella scienza cognitiva contemporanea
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1 INDICE INCONSCIO Fra ricerca clinica e scienza cognitiva CAPITOLO 1 Studi sulla coscienza nella scienza cognitiva contemporanea 1.1 Coscienza e consapevolezza nella scienza cognitiva contemporanea: alcune considerazioni preliminari 1.2 Coscienza in psicologia cognitiva 1.3 Recenti contributi neuroscientifici allo studio della coscienza 1.4 Coscienza fenomenica e problema mente-corpo nella scienza cognitiva contemporanea Tassonomia sul problema mente corpo in Chalmers Classificazione delle prospettive al problema mente-corpo secondo Searle 1.5 Conclusioni CAPITOLO 2 Elaborazione implicita nei processi cognitivi, emotivi e motivazionali 2.1 Processi cognitivi impliciti Processi percettivi impliciti Processi mnestici impliciti Processi impliciti di apprendimento 2.2 Processi impliciti nelle emozioni, negli atteggiamenti e nelle motivazioni 2.3 Gestione centrale dei processi elaborativi impliciti ed espliciti 2.4 Alcune considerazioni sulla distinzione fra processi impliciti ed espliciti 2.5 Conclusioni CAPITOLO 3 Pensiero implicito ed inconscio nella ricerca clinico/psicopatologica 3.1 La concezione psicoanalitica dell inconscio I precursori La concezione freudiana dell inconscio L inconscio nella teoria del trauma L inconscio nella teoria topica L inconscio nella teoria strutturale Processo primario e secondario Gli sviluppi del concetto di inconscio nel modello misto di Sandler L inconscio al di là della metapsicologia Livelli e modalità di funzionamento del pensiero inconscio Gli sviluppi del concetto di rimozione 3.2 L inconscio nel cognitivismo e costruttivismo clinico I pensieri automatici nella terapia cognitiva standard La conoscenza tacita nella prospettiva costruttivista Processi impliciti e metacognizione nel cognitivismo evoluzionista 3.3 Conclusioni
2 CAPITOLO 4 Conoscenza implicita ed esplicita: livelli elaborativi, problemi di definizione e processi di cambiamento 4.1 Esperienze esplicite, esperienze implicite ed automatismi inconsci Automatismi non esperienziali (inconsci) Processi automatici innati (o nati automatici) Processi automatici acquisiti (o automatizzati con l esercizio) Esperienze implicite (bassa lucidità consapevole) Esperienze esplicite (alta lucidità consapevole) 4.2 La fragilità del pensiero: interazioni dinamiche fra attivazione emotiva e memoria di lavoro 4.3 Conoscenza implicita ed esplicita: alcuni problemi di definizione Definizione cognitivo/sociale del concetto di conoscenza implicita Precisazioni sul concetto di convinzione implicita ed esplicita 4.4 Processi di cambiamento delle convinzioni interpersonali implicite 4.5 Conclusioni APPENDICE 1 APPENDICE 2 BIBLIOGRAFIA
3 INTRODUZIONE Nel panorama della ricerca psicologica contemporanea è emerso un rinnovato interesse per lo studio teorico ed empirico dell attività inconscia ed implicita della mente. Un elemento caratterizzante le indagini su questo argomento è che numerosi gruppi di ricerca, appartenenti a tradizioni scientifiche differenti, se ne occupano sia nell ambito della scienza cognitiva (psicologia cognitiva, filosofia della mente, intelligenza artificiale, neuroscienze ecc ) che nell ambito della ricerca clinico/psicopatologica (infant research e ricerca empirica sul processo psicoterapeutico). In virtù di queste considerazioni appare fondamentale approfondire il contributo che gli studi sui processi mentali impliciti (Kihlstrom, 1990; 1999; Kirsner et al., 1998; Greenwald e Banaji, 1995; Dentale e Gennaro, 2003), sulle basi neurobiologiche delle emozioni (Damasio, 1999; LeDoux, 1996; 2002) e sul sostrato neurale della coscienza (Edelman, 1989; Edelman e Tononi, 2000; Damasio, 1999), possono offrire alla ricerca clinica sul pensiero implicito ed inconscio (Weiss e Sampson, 1986; Weiss, 1993; Eagle, 1987; Stolorow e Atwood, 1995; Bucci, 1997; Bebee e Lachmann, 2002; CPSG, 1998; 2002; Guidano, 1988; Liotti, 1993; 1994; 2001). Alla luce del complesso sviluppo storico del concetto di mente inconscia, è importante sottolineare che, il presente lavoro non pretende certo di essere esaustivo rispetto a tutte le possibili prospettive ed a tutti i possibili legami fra le diverse tradizioni di ricerca. Data la mole e l eterogeneità dei linguaggi di riferimento il tentativo di integrare, con adeguate analisi concettuali, l insieme delle diverse prospettive (cognitivismo, psicoanalisi ecc ) e delle diverse tradizioni di ricerca (psicologia cognitiva, neuroscienze, filosofia della mente, ricerca clinica ecc ) su questo argomento, risulta alquanto difficoltoso, e forse i tempi non sono ancora maturi per portare avanti un progetto simile. In virtù di queste considerazioni abbiamo tarato gli intenti di questo volume, cercando di porci delle finalità che fossero effettivamente
4 realizzabili, pur conservando il potere integrativo e le suggestioni interdisciplinari così tipiche di questo argomento. Gli obiettivi di questo lavoro sono: primo (capitolo 1 e capitolo 2), quello di chiarire le principali problematiche relative alla definizione dei processi mentali inconsci e di quelli impliciti per come emergono da alcuni importanti e recenti contributi nell ambito della scienza cognitiva [Frensch 1998; Kihlstrom 1999; Bucci 1997; Damasio 1999; Dentale e Gennaro 2003; LeDoux 1996; 2002; Edelman.1989; Edelman e Tononi 2000]. Secondo (capitolo 3), quello di analizzare, all interno della letteratura clinica e nel loro sviluppo storico, le nozioni di conoscenza interpersonale implicita e di livello di funzionamento superiore dell inconscio che oggi rappresentano dei forti elementi di convergenza fra alcuni rilevanti modelli cognitivisti/costruttivisti da un lato [Kelly 1955; Guidano 1987; Liotti 1995; 2001] ed alcune importanti teorie psicodinamiche di stampo relazionale/intersoggettivo dall altro [Dazzi e DeCoro 2001; Migone e Liotti 1998; Weiss e Sampson 1986; 1999; Weiss 1993; Stern 1998; 2004; Lyons- Ruth 1998; Tronick 1998; BCPSG ]. Questi approfondimenti sono stati condotti tenendo conto di alcune problematiche legate: gli sviluppi della distinzione fra processo primario e secondario, gli sviluppi del concetto di rimozione e lo studio dei deficit metacognitivi nei pazienti psicopatologici. Terzo, quello di illustrare il contributo che la scienza cognitiva può offrire alla definizione (teorica ed operativa) di conoscenza interpersonale implicita, alla distinzione dei suoi differenti livelli elaborativi ed al chiarimento di alcune importanti interazioni dinamiche che si verificano fra questi livelli 2. 1 BCPSG è una sigla che sta per Boston Change Process Study Group. 2 Tali interazioni sono alla base della manifestazione e del cambiamento delle convinzioni interpersonali di base implicite ed esplicite.
5 Il presente volume si suddivide in quattro capitoli: nel primo abbiamo condotto una trattazione di alcuni importanti e recenti contributi allo studio della coscienza nella scienza cognitiva contemporanea. Questa illustrazione ci ha permesso di far emergere le differenze fra il concetto di processo mentale inconscio/implicito e le attività coscienti. In particolare, abbiamo messo in evidenza quattro macrotematiche che risultano essere accesi argomenti di discussione fra gli studiosi contemporanei di questo argomento: il riferimento al sé di ogni atto cosciente, l unità nell eterogeneità della coscienza, i differenti livelli e stati di coscienza ed alcune moderni contributi a quello che oggi viene chiamato il problema dei qualia (il problema mente-corpo). Successivamente, abbiamo messo in luce il ruolo che la coscienza svolge nella mente all interno della psicologia cognitiva (Shallice, 1988; Baddeley, 1988; Hilgard, 1977; Umiltà, 1994). In particolare abbiamo approfondito il concetto di controllo centrale cosciente (con i suoi sinonimi: sistema attenzionale supervisore, esecutore centrale, processore centrale, sistema di controllo cosciente ecc ) evidenziando come la psicologia cognitiva abbia una concezione prevalentemente funzionale della coscienza (piuttosto che fenomenica). Inoltre, abbiamo illustrato alcuni recenti contributi neuroscientifici sui meccanismi della coscienza (Edelman, 1989; Edelman e Tononi, 2000; Damasio, 1999; LeDoux, 2002) che risultano utili per approdare ad una chiarimento della distinzione fra attività coscienti e processi mentali inconsci/impliciti. Infine, abbiamo sviluppato un approfondimento di alcuni recenti contributi al problema mente-corpo (problema dei qualia) nell ambito della filosofia della mente. In questo senso, abbiamo illustrato la contrapposizione fra coscienza fenomenica e consapevolezza funzionale all interno della tassonomia delle prospettive al problema mente-corpo sviluppata da Chalmers (1996). All interno di tale classificazione sono stati messi in evidenza i contributi di Dennett (1991) e di Penrose (1994). Inoltre, metteremo in luce anche la concezione della coscienza e la classificazione delle prospettive al problema dei qualia proposta da Searle (1997).
6 Il secondo capitolo è dedicato al chiarimento della distinzione fra i processi inconsci ed i processi impliciti (Kihlstrom, 1999; Kirsner et al,, 1998; Dentale e Gennaro, 2003) ed all approfondimento delle altre caratteristiche salienti della definizione di tali costrutti. In questo senso, illustreremo un ampia serie di studi, nei quali, si mette in luce il ruolo dell elaborazione implicita nella cognizione (percezione, memoria ed apprendimento), nelle emozioni, negli atteggiamenti e nelle motivazioni. Un ultimo paragrafo sarà dedicato alle dinamiche della gestione centrale (consapevole od inconsapevole) dei processi impliciti ed espliciti. Nel terzo capitolo abbiamo sviluppato un approfondimento del concetto di inconscio all interno della ricerca clinica sia psicoanalitica che cognitivista. Il fulcro della nostra trattazione ruoterà intorno alla graduale transizione storica nella letteratura clinica da un inconscio incompetente e stupido ad un inconscio sempre più competente ed intelligente. Questa fondamentale chiave di lettura storico/epistemologica (Weiss e Sampson, 1986; Weiss, 1993) pone al centro dell attenzione degli studiosi contemporanei il dibattito fra l assunto del livello di funzionamento automatico e quello del livello di funzionamento superiore. In virtù di queste considerazioni abbiamo trattato l evoluzione del concetto di inconscio nel pensiero freudiano, la concezione dell inconscio nel modello misto di Sandler (1987; 1997) e gli sviluppi del concetto di inconscio in tradizioni di ricerca che si pongono al di fuori della metapsicologia. Per quanto riguarda il cognitivismo clinico, abbiamo approfondito il ruolo dei pensieri automatici nella psicoterapia cognitiva standard (Beck, 1976), l elaborazione tacita nel costruttivismo (Kelly, 1955; Guidano, 1988) ed i processi impliciti nella prospettiva cognitivo/evoluzionista (Liotti, 1994; 2001). Da tutti questi studi emerge, come elemento di convergenza centrale della ricerca clinica recente (specie quella di natura empirico/metodologica), il concetto di livello di funzionamento superiore dell inconscio e quello di conoscenza relazionale/interpersonale implicita. Nell ultimo capitolo è stato messo in evidenza il contributo che gli studi di scienza cognitiva possono offrire al chiarimento della definizione e delle
7 principali caratteristiche della conoscenza implicita ed esplicita. In questo senso, abbiamo innanzitutto messo in luce una serie di problematiche relative alla classificazione dei livelli elaborativi inconsci, impliciti ed espliciti della mente. Tenendo conto degli studi di Edelman e Tononi (2000), quelli di Sandler (1987; 1997), quelli di Kihlstrom (1990; 1999) e quelli di LeDoux (1996; 2002) abbiamo illustrato la distinzione fra automatismi non esperienziali (inconsci), esperienze implicite (bassa lucidità consapevole) ed esperienze esplicite (alta lucidità consapevole) Inoltre, abbiamo illustrato l ipotesi che esistano delle massicce interazioni dinamiche varianti momento per momento fra l attivazione emotiva ed i processi di pensiero superiori legati alla memoria di lavoro. In questo modo è stata messo in evidenza che i livelli elaborativi più complessi della nostra mente sono il frutto di un fragile equilibrio (dinamico ed instabile) fra differenti attività cerebrali e mentali. Successivamente, abbiamo chiarito alcuni problemi di definizione teorica ed operativa dei concetti di conoscenza implicita ed esplicita. A questo proposito abbiamo chiarito le definizioni di atteggiamento, stereotipo ed autostima impliciti, sviluppata all interno della prospettiva cognitivo/sociale, da Greenwald e Banaji (1995); quest ultima ha il pregio di poter essere operativizzata mediante il test delle associazioni implicite (Greenwald et al., 1998). Inoltre, abbiamo messo in luce come le convinzioni interpersonali di base non possano essere considerate come dei meri atti cognitivi poiché vengono massicciamente influenzate dalle interazioni dinamiche fra emozioni e memoria di lavoro. In questo senso la convinzione è un concetto cognitivo/affettivo di natura essenzialmente psicodinamica. Infine abbiamo illustrato, attraverso l approfondimento di una serie di recenti studi sul processo terapeutico (Weiss e Sampson, 1986; Weiss, 1993; BCPSG, 1998; 2002; Bebee e Lachmann, 2002),, il ruolo degli stati della mente intersoggettivi (Tronick 1998; Stern 1998; 2004; Liotti 1995; 2001] nei processi di cambiamento delle convinzioni implicite. In particolare, gli stati di coscienza intersoggettivi essendo modulati (attraverso gli scambi comunicativi affettivi) dalle interazioni dinamiche fra emozioni e memoria di lavoro,
8 possono influenzare la formazione, il mantenimento e la trasformazione delle convinzioni interpersonali di base implicite.
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