LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO E CRISTIANIZZAZIONE DEI TEMPLI

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1 LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO E CRISTIANIZZAZIONE DEI TEMPLI (sec. IV-VI) E. Testa Verso la fine del IV sec., i cristianissimi imperatori sia d Oriente che d Occidente accettano nella politica religiosa la laicizzazione dello stato, rompendo i vecchi vincoli che lo legavano al paganesimo, interdicendone il culto sia pubblico che privato, togliendo al sacerdozio gli antichi privilegi, chiudendo i templi, eliminando le statue degli dei. Purtroppo, monaci fanatici e vescovi locali, coadiuvati da vari governatori, applicarono le leggi imperiali con durezza inaudita, distruggendo templi e statue, nonostante il loro valore artistico, pensandoli piuttosto ricettacoli di demoni. Solo nel V sec., mutata la mentalità iconoclasta, con qualche ritocco architettonico, s incominciò ad adattarli alla religione cristiana vincente, conniventi la classe colta, i vescovi illuminati e i papi, specialmente da papa Sisto III (a.435) fino a Gregorio Magno, che diede direttive precise sul problema. La laicizzazione dello stato sotto i cristianissimi imperatori La parentesi di Giuliano l Apostata fece rifiorire presso le classi nobili e gli abitanti delle campagne il culto pagano, specialmente verso il dissoluto Ercole 1 e verso Mitra 2. Questo fatto preoccupò Graziano e Teodosio che vollero intervenire in materia religiosa. Ma Teodosio si accontentò di rinnovare le proibizioni costantiniane dei sacrifici cruenti notturni e delle pratiche divinatorie, e aggiunse soltanto due editti contro gli apostati dal cristianesimo, privandoli del diritto di testare e di ereditare (2 marzo 381 e 20 maggio 383); Graziano, invece, guidato da Ambrogio, soppresse il titolo di Pontifex maximus, detenuti dall imperatore, laicizzando la porpora; fece rimuovere dall aula del Senato la statua della Dea Victoria, dinanzi a cui i senatori pagani al loro entrare bruciavano alcuni grani d incenso; privò delle sovvenzioni e delle immunità di cui godevano tutti i collegi di sacerdoti 1. Gregorio Nazianzeno, Or. 4,70; Teodoreto, Affect., 8,17, SC 57,2, J. Geffcken, Der Ausgang des griechisch-römischen Heidentums, pp. 143ss. LA 41 (1991)

2 312 E. TESTA e di vestali e ne confiscò le proprietà, rendendo loro difficile il vivere. Vana fu l opposizione del Senato Romano, che si fece sentire dopo la tragica morte di Graziano, sia presso il giovane successore Valentiniano II, che presso Teodosio. Ambrogio difese con successo i nuovi principi che dovevano reggere la politica religiosa dei cristianissimi imperatori 3. Benché in inizio Teodosio I, in discordia con Ambrogio, non fece nessuna legge nuova contro il paganesimo orientale, pure lasciò impuniti monaci, vescovi e specialmente il prefetto Cinegio, che dal 385 al 388 in Egitto e nella Siria fecero chiudere o distrussero vari templi, altri ne trasformarono in chiese cristiane (ad Eliopoli e a Damasco) e infransero le statue; né diede peso all intervento di Libanio che nel 390 scrisse l accorato libro Pro Templis. Sottomessosi poi alla chiesa, Teodosio I prese i più severi provvedimenti: emanando ben quattro editti, da Milano, da Aquileia, da Concordia, e da Costantinopoli, per vietare non solo a Roma e in Egitto (dove era scoppiata la sommossa capitanata dal sacerdote Serapide Olimpio), ma in tutto l impero di fare sacrifici, di onorare con il fuoco i lari, con libagioni i geni, con l incenso i penati, di adorare idoli, di elevare altari di zolle. Era la proscrizione totale del paganesimo. Si capisce perciò la reazione pagana in Italia del , accolta dall usurpatore Eugenio, benché cristiano, proclamato imperatore alla morte di Valentiniano II in Gallia, dal generale pagano Arbogaste. Nella primavera del 393 accolse tutte le richieste dei pagani di Roma, restaurando i vecchi culti proscritti. Ma Ambrogio lo scomunicò e Teodosio, arrivato con un esercito, lo sconfisse nel Veneto il 6 settembre 394; applicò poi di nuovo tutte le severe prescrizioni del 392. Il paganesimo era così definitivamente sconfitto 4. I figli di Teodosio, morto poco dopo la vittoria, Arcadio in Oriente e Onorio in Occidente, nel 7 agosto 395, rinnovano solennemente le leggi paterne contro i pagani. Inoltre Arcadio comanda, nel 399, la distruzione di tutti i templi rurali 5. In Occidente, Onorio, guidato da Stilicone, cercò invece di frenare lo zelo fanatico degli iconoclasti, prescrivendo di rispettare gli ornamenti dei monumenti pubblici e di non distruggere i templi, una volta spogliati di ogni rappresentazione illecita 6. Ucciso Stilicone, però, Onorio, 3. A. Fliche - V. Martin, Storia della Chiesa, vol. III/2, Torino 1974, , pp Fliche - Martin, Storia della Chiesa, vol. III/2, , pp Cod. Theod., XVI,X, Cod. Theod., XVI,X,15.18, dell a. 399.

3 LA LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO 313 spinto sembra da Olimpio, diventò più duro: soppresse i sussidi per gli epula sacra e per i giochi rituali; comandò di togliere le statue dai templi e dai luoghi santi; destinò all uso pubblico questi edifici di culto; volle che si distruggessero le are; soppresse le feste; invitò i vescovi a dargli una mano per attuare queste norme 7. Nell anno 408, ribadendola poi il 30 agosto 415, emanò la legge contro la libertà personale religiosa 8. A tutte queste leggi, i pagani reagirono in vario modo; in principio con la violenza: Sozomeno parla di torbidi avvenuti in difesa dei templi a Petra, ad Areopoli in Arabia; a Rafia e Gaza in Palestina; a Eliopoli in Fenicia 9 ; nel 399 a Colonia Sufetana (Bizacena) uccisero 60 cristiani, perché avevano mutilato e gettato in terra una statua di Ercole; nel 402 in Fenicia ci furono morti e feriti tra i monaci che erano andati per demolire i templi. Ma a poco a poco gli stessi pagani, vedendo che i cristianissimi imperatori erano decisi a utilizzare i templi da cui avevano tolto i segni della superstizione si rassegnarono alla evidenza e fecero tutti gli sforzi per salvare le statue, nascondendole nelle spelonche, nelle grotte, sotto qualche palmo di terra; cosicché ai nostri tempi sono state ritrovate delle vere necropoli di statue (per esempio a Cipro, a Benevento, a Capua). Questa fu la storia dell Ercole Mastai trovato in una fossa a otto metri sotto il suolo e forse anche dell Ercole di Montefalco 10. Sotto Teodosio II, si tratta del paganesimo come della liquidazione di un regime ormai tramontato. Con la legge del 14 novembre del 435, l imperatore comanda che, se ancora ci fosse stato qualche tempio rurale non distrutto, debba essere trasformato in chiesa cristiana, pena di morte ai contravventori: Tutti i luoghi sacri, cappelle, templi se ancora ce n è qualcuno integro, per ordine dei magistrati, comandiamo che sia rifiutato e purificato, con il metterci il segno della veneranda religione cristiana novembre 407, Cod. Theod., XVI,X, Cod. Theod., XVI,V,42; XVI,X, Hist. Eccl., VII, A. Fliche - V. Martin, Storia della Chiesa, vol. IV, Torino 1975, 1-10, pp Cod, Theod., XV,10,15a; vedi Fliche-Martin, Storia della Chiesa, vol. III/2,553, p. 748; vol. IV,3, p. 24.

4 314 E. TESTA La cooperazione dei vescovi locali e dei monaci I teodosiani avevano invitato i vescovi locali a dar loro una mano per eseguire le leggi repressive contro il paganesimo. E questi non se lo fecero dire due volte, appoggiandosi su masnade facinorose di monaci, che con difficoltà l autorità civile riusciva a tenere nei limiti voluti: gente turbolenta, pronta a prendersi le eredità, guidata da spirito di insubordinazione 12. Libanio, nella sua apologia Pro Templis, li definirà: uomini nerovestiti più voraci degli elefanti. Di siffatti monaci si servirono alcuni vescovi bellicosi, protetti da funzionari energici, per attuare nelle singole diocesi i decreti imperiali contro il paganesimo alla fine del IV sec. e per tutta la prima metà del V. Così il vescovo Marcello, ottenuto l appoggio del prefetto d Oriente Cinegio e della fanatica sua moglie Acanzia, con una schiera di soldati e di gladiatori, marciò contro gli abitanti di Apamea, in Siria, che avevano armato dei Galilei e dei Libanesi a difesa dei loro santuari. Tra il 386 e il 388 prima incendiò con grande fatica il famoso tempio di Zeus costruito con pietre connesse fra loro con grappe di ferro saldate col piombo 13 ; poi distrusse altri santuari della regione; e finalmente demolì il tempio del distretto di Aulon; ma qui alcuni pagani, avendolo incontrato solo, lo presero e lo bruciarono vivo 14. Tanto fanatismo da parte dei cristiani si spiega con le idee teologiche che prevalevano allora e che durarono fino agli ultimi anni del IV sec. Come ci dice Agostino verso l anno 416 credevano che gli dei fossero composti di due nature, di anima e di corpo; il demonio fungeva da anima e la statua da corpo 15. Si spiega così come mai Marcello, mentre dava fuoco al tempio, faceva aspergere i focolai con acqua benedetta, per mettere in fuga il demonio / anima 16. Si spiega altresì la rabbia distruggitrice dei monaci e dei soldati contro i templi-e-statue / corpi demoniaci, impregnati del fumo dei sacrifici offerti e degli incensi bruciati in loro onore, che annusavano voluttuosamente. 12. Cod. Theod., XVI,II,20; II, Teodoreto, Hist. Eccl., V,XXI,7ss. 14. Sozomeno, Hist. Eccl., VII, De Civ. Dei, VIII,26,3, PL 41, Teodoreto, Hist. Eccl., V,XXI,7ss. 17. Pro Templis,

5 LA LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO 315 Libanio, nella sua accorata difesa Pro Templis, ci descrive la fanatica demolizione del tempio di Esculapio di Egea in Cilicia, le voraci spedizioni dei monaci egiziani contro i templi rurali della regione, l odio contro la statua di Esculapio infranta nella Siria 17. Né queste notizie furono smentite da autori cristiani: infatti Teodoreto, d accordo con Libanio, ci descrive la distruzione del tempio di Carrhae (o di Edessa?) nella Mesopotamia 18 e anche se altri cercano di attenuare le tinte, dicendo che in Siria e in Fenicia, nel 389, i templi di Damasco e di Eliopoli furono solo trasformati in chiese cristiane e ad Alessandria d Egitto numerosi templi furono soltanto chiusi, parlando del temerario e impulsivo vescovo della città, Teofilo, dovettero ammettere che approfittando di un permesso imperiale, nei primi anni del suo episcopato, mobilitò forze ufficiali e truppe d assalto reclutate dal monachesimo, e occupò parecchi templi, sfruttandoli senza riserve e offendendo il sentimento dei pagani. Si accontenta di purificare un mitreo 19, ma, trasformato in chiesa il tempio di Dioniso, mette alla berlina i phalli e gli altri oggetti di culto trovati nelle parti più sacre del Santuario. Naturalmente i pagani, offesi da tanto oltraggio, si ribellarono, occupando il Serapeo, e facendo subire crudeli tormenti a quei cristiani che riuscivano a prendere prigionieri e si rifiutavano di sacrificare a Serapide. Dovette intervenire Teodosio I, che fece deporre loro le armi e con l editto del 16 giugno del 391, firmato ad Aquileia, amnistiò tutti coloro che avevano ucciso dei cristiani, ma comandò la distruzione di tutti i templi della città. I cristiani sfogarono la loro rabbia contro il Serapeo, che, dopo il Campidoglio, era considerato l edificio più vasto, più solenne e più ricco del mondo 20. Lo rasero al suolo e sulle sue fondamenta eressero una chiesa cristiana. La statua gigantesca del dio era posta a ponente, e, attraverso uno spiraglio che i sacerdoti avevano praticato, un raggio di sole sfiorava le labbra dell idolo, con gran meraviglia del volgo. Inoltre si era diffusa una leggenda, secondo la quale se la statua fosse stata toccata si sarebbe provocata una catastrofe cosmica. Ma il vescovo Teofilo smascherò questa ed altre ciurmerie inventate dai preti del Santuario, come l esistenza di altre statue vuote all interno, poggiate con le spalle ai muri del Tempio, che stavano in comunicazione con stanze segrete, da cui essi, attraverso aperture invisibili, entravano nelle 18. Libanio, Pro Templis, 44; Teodoreto, Hist. Eccl., IV,XVIII, Socrate, Hist. Eccl., V,16; Sozomeno, Hist. Eccl., VII, Ammiano Marcellino, XXII,XVI,12; Rufino, Hist. Eccl., XI,23.

6 316 E. TESTA medesime, e facevano oracoli a richiedenti ingannati e storditi; o di simulacri di quadrighe e di sóli che sembravano sospesi in aria, mentre erano attratti da gigantesche calamite fissate alle volte. Mentre un soldato smascherò la leggenda dell intoccabilità della statua di Serapide, piantando sul suo petto una scure. Visto che nessuna catastrofe era accaduta, la gente la fece a pezzi e i frammenti furono bruciati qua e là per la città. Così il volgo passava dal concetto che il tempio e la statua fossero covi di demoni a quello più razionale che fossero piuttosto ricettacoli di trucchi di furbi sacerdoti, non meno che di dissolutezze e di crimini rituali 21. E si esaltò il buon senso di Teofilo di aver causato questo importante progresso nei riguardi dell idolatria: Non pago di far radere al suolo i templi degli idoli mise a nudo, sotto gli occhi di coloro che ne erano vittime, le ciurmerie dei sacerdoti 22. Per questo la distruzione del Serapeo di Alessandria suscitò amarezza profonda tra i pagani, entusiasmo tra i cristiani. Basti sentire il commento di Eunapio di Sardi che scrisse: Senza una ragione plausibile, senza il minimo rumore di guerra, venne distrutto il tempio di Serapide. Furono rapite le statue e le offerte votive; il solo pavimento del tempio non venne asportato, perché le pietre erano troppo pesanti. E ciò nonostante si vantavano di aver vinto gli Dei 23. Dall altra parte, è sufficiente elencare i grossi nomi degli autori cristiani che ne parlarono tutti con entusiasmo 24. Ma questi nuovi concetti sui templi e sulle statue, a fatica però, entreranno nel popolo, specialmente in Occidente. Ambrogio dovette lottare strenuamente contro l usurpatore Eugenio, che dal 392 al 394, difende il paganesimo benché personalmente fosse stato cristiano. Solo nel come abbiam visto - Onorio comanda di rispettare gli ornamenti dei templi e di non distruggere quelli che hanno un valore artistico. E Girolamo ci assicura che questa legge fu osservata nel 400 con i templi abbandonati dai devoti pagani 25 ; lo stesso ci dirà, nel 402/403, Prudenzio, benché egli fosse 21. Rufino, Hist. Eccl., XI, Rufino, Hist. Eccl., V, Vite dei Sofisti, ed. Boissonade, p Sofronio scrisse un apposito opuscolo intitolato De Subversione Serapis; Girolamo, Epist., CVII,2; Paolino di Nola, Carmen XIX,109; Rufino, Hist. Eccl., XI,23; Socrate, V,XVI,1; Teodoreto, Hist. Eccl., V,XXII, Epist., CVII, Contra Symmacum, I,502.

7 LA LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO 317 notoriamente avverso al paganesimo 26. Cosicché Onorio, nella legge già da noi esaminata, del 15 novembre del 407, comanda a Curzio prefetto del pretorio d Italia, di destinare ad usum publicum gli edifici sacri pagani sia quelli urbani, sia quelli rurali. In Oriente, invece, a causa delle vecchie idee, i templi e le loro statue furono molto meno rispettati che in Occidente. Teofilo, dopo il misfatto del Serapeo, distrusse in Egitto molti altri edifici sacri e fuse molte statue che c erano 27 ; un certo Damaas, in Asia Minore, frantumò la famosa statua di Artemide 28 ; a partire dall anno 399, con il permesso di Arcadio, inviò schiere di monaci fanatici sui monti del Libano e nelle pianure della Fenicia, per distruggere i santuari degli Dei rustici 29. Nello stesso periodo, nell Africa del nord, i conti Giovio e Gaudenzio ne demolirono e chiusero un gran numero, nonostante le lamentele dei pagani contro le leggi imperiali 30. E il grande teologo Agostino considerava quelle fanatiche e incivili distruzioni come lecite e ordinate da Dio! 31 Raccomandava soltanto di rispettare la proprietà privata, ricordando ai distruttori di non distruggere nessun idolo senza il permesso del proprietario del terreno su cui il monumento sorgeva 32 ; e di non farsi accecare dalla cupidigia, appropriandosi magari degli alberi dei boschetti sacri 33 e ritenendo alcunché per uso personale: ma anche questo, perché altrimenti parrebbe che avessimo posto mano a questa demolizione per mera cupidigia e non già mossi da religione 34. Abbiamo già accennato che i pagani di Colonia Sufetana, presso Cartagine, sempre nel 399 fecero una strage di cristiani, per vendicare l oltraggio inflitto a una statua di Ercole, che mutilarono gettandola in terra. Eppure l episcopato dell Africa del nord non si accontentò di queste dure disposizioni date da Giovio e Gaudenzio, e radunatosi in concilio nel 401 sollecitava dagli imperatori il permesso di condurre a termine la distruzione dei templi rimasti in piedi 35! Intanto in Palestina era incominciata una nuova ondata di distruzioni: il vescovo di Gaza Porfirio ottenne da Arcadio il permesso di chiudere tutti i templi della sua sede episcopale; il funziona- 27. Eunapio, Vite dei Sofisti, ed. Boissonade, p Forsch. d. Österr. Instit. in Ephesos, I, Teodoreto, Hist. Eccl., V,29; Crisostomo, Epist., CXXVI. 30. Agostino, Sermo LII, 12,18; Epist., XCIII,8, Sermo XXIV, Sermo LXI. 33. Epist. XLVI. 34. Epist. XLVII; cfr. De Civ. Dei, XVIII, Can. 2

8 318 E. TESTA rio che doveva eseguire il decreto imperiale si lasciò corrompere dai pagani e risparmiò i templi di Marnas; allora Porfirio, aiutato da Giovanni Crisostomo e dalla imperatrice, anche se con difficoltà, ottenne dall imperatore un nuovo decreto che gli permetteva di distruggere otto templi e in dieci giorni il vescovo stesso bruciò il Marneion e utilizzò il recinto esterno per costruirvi una chiesa cristiana 36. Quattro anni dopo, nell anno 404, Giovanni Crisostomo fece una nuova spedizione di monaci in Fenicia 37 ; e fece altresì abbattere tutti i templi di Cibele ancora esistenti in Frigia 38. Ma il più terribile e saccheggiatore di templi fu il superiore del Convento Bianco di Atripe, nella Tebaide, in Egitto, il quale con i suoi monaci e la complicità delle masse che, in quanto copte, odiavano gli elleni, identificati da loro come pagani, organizzava fruttuose razzie, contro gli edifici, che distruggeva (per esempio ad Atripe stessa, a Pleuit), bruciava, dopo averli spogliati di ogni ricchezza. Tutti, comprese le autorità, avevano paura di lui, durante il suo lunghissimo superiorato (dal 383 al 466). E aveva fama di santo! A causa di tutte queste crudeltà, compiute in nome di Cristo, si spiega come mai nel 408, anno della morte di Arcadio in Oriente e della deposizione di Onorio in Occidente, il partito pagano aspettò con ansia la vittoria di Stilicone che tentò di occupare l impero per il suo figlio Eucherio, che aveva promesso la restituzione dei templi e la distruzione delle chiese cristiane 39. Ma Stilicone e suo figlio sono trucidati e in Oriente sale al trono Teodosio II e in Occidente Onorio è reintegrato insieme con Costanzo III. Questi mutamenti politici portarono anche a un mutamento di mentalità da parte dei cristiani verso il paganesimo. Non solo in Occidente, ma anche in Oriente, agli inizi del V sec., si finì col capire che la politica religiosa seguita fino allora, fondata sulla distruzione dei templi o sulla loro chiusura era fallimentare sotto tutti i punti di vista: suscitava solo odi fra i due gruppi religiosi che dividevano l impero; era un vero delitto artistico consumato spesso a danno di capolavori dell antichità, ammessa pure l utilizzazione di materiali rimasti e di qualche elemento ornamentale caratteristico; era una spesa costosissima per lo stato che doveva pagare il trasporto del materiale e il lavoro di centinaia di operai adibiti per le demolizioni. Né era una soluzione ragionevole lasciare chiusi locali, spesso immensi (templi, atri, abita- 36. Marco Diacono, Vita di Porfirio, 26ss.; Girolamo, Epist., CVII; Comm. in Isaiam, VII,17, PL 24, Epist. CXXVI. CCXXI; Teodoreto, Hist. Eccl., V, Proclo, Or. XX, In Laud. S. Joh. Chrys., PG Orosio, VII, XXXVIII,6.

9 LA LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO 319 zioni dei sacerdoti e degli impiegati, boschetti sacri) senza trarne alcun vantaggio pubblico. Meglio, dunque, sarebbe stato adattarli, con qualche ritocco architettonico, ad una nuova destinazione, trasformandoli per esempio in chiese. Questo era avvenuto sporadicamente nel passato; sistematicamente per tutto l impero tali trasformazioni furono adottate dal V al VI secolo 40. Con la legge del 14 novembre del 435 che abbiamo sopra citata, Teodosio II, accettando queste nuove idee, comandò che ogni tempio o altro luogo sacro pagano rimasto destrui collocationeque venerandae christianae religionis signi expiari. È noto che nella bassa latinità il verbo destruere, oltre al suo significato tradizionale di distruggere, prese anche quello figurato di rifiutare (l opposto cioè di confirmare, il parallelo del greco ajnaskeuavzw, confutare, annullare, violare) che già si trovava in Quintilliano 41. La cristianizzazione dei templi e l opera dei papi Sparito il timore dei templi e delle statue, acquistata la nuova mentalità nei loro rapporti, dopo timidi tentativi nel primo trentennio del V sec., i cristiani forti della legge di Teodosio II, sia in Oriente che in Occidente, incominciarono sistematicamente a trasformare i templi in chiese cristiane. Già nel 437, Teodoreto scriveva: I templi degli dei sono talmente distrutti che non ne rimangono nemmeno le forme e i nostri contemporanei non ne riconoscono più le are. Il materiale, invece, di questi è stato dedicato, per farci le memorie dei Martiri. Infatti, il Signore Dio nostro introdusse i suoi morti nei templi, invece dei vostri dei che rese inutili e vani; e attribuì i loro onori ad essi. Al posto delle Pandie, delle Diasie, delle Dionisie e di altre vostre feste, si celebrano le solennità di Pietro, di Paolo, di Tommaso, di Sergio, di Marcello, di Leonzio, di Antonia, di Maurizio e di altri Martiri; invece delle antiche e turpi pompe e delle frasi oscene, noi celebriamo modeste festività, senza ubriachezze, senza buffonate ridicole, 40. S. Beissel, Die Umwandlung der heidnischen Tempel in christliche Kirchen, Stimmen aus Maria-Laach, luglio-agosto 1905; V. Marangoni, Delle cose gentilesche e profane trasportate ad uso ed ornamento delle chiese, Roma 1744; L. Homo, De la Rome païenne à la Rome chrétienne, Paris Souter, A Glossary of Later Latin to 600 A. D., Oxford 1949, p. 99. Per tutto questo periodo vedi Fliche Martin, Storia della chiesa, vol. IV, 4-11, pp Graecarum Affectionum Curatio, De Martyribus, Sermo VIII, LXIX, PG 83,1033.

10 320 E. TESTA ma con canti divini, con l ascolto di sacri discorsi e con preghiere mescolate con lacrime lodevoli 42. Come si sente, Teodoreto sta polemizzando con alcuni pagani che tacciano i cristiani di plagio, per aver compiuto un transfert delle loro festività per gli Eroi a favore dei Martiri cristiani. Lo scrittore accetta l accusa, ma fa loro notare che le festività cristiane hanno mutato natura, anche se si celebrano in santuari costruiti sui ruderi dei templi o con il loro materiale. E porta l esempio delle feste Dionisie rurali che si festeggiavano con allegre processioni, con canti osceni, con rappresentazioni drammatiche e con commedie; che consistevano in sacrifici di montoni e di porci e in pizzette a forma di animali che venivano distribuiti ai fedeli e in doni che erano distribuiti ai bambini in onore dei morti; e che finivano con le Pandie, cerimonie, sembra in onore delle luna. Come sono mutate una volta che i cristiani le hanno plagiate! E sono mutate anche le offerte degli ex-voti che i miracolati sospendono nei santuari dei Martiri, per dimostrare la loro gratitudine per le grazie ottenute: si tratta sempre di simulacri di occhi, di piedi, di braccia, fatti con argento e con oro, come si soleva fare nei templi pagani, per esempio in quello di Esculapio; ma i miracolati cristiani offrono questi ex-voti direttamente al Dio vero, e i Martiri per loro non sono dei, ma solo uomini cari a Dio, intercessori per fratelli bisognosi 43. Negli anni immediatamente dopo il Concilio di Efeso (a. 431), in Sicilia ben otto templi pagani furono dedicati alla Madonna: sul Monte Erice fu purificato il tempio di Venere, consacrandolo alla Vergine della Neve; a Messina i templi di Venere e di Saturno; presso l Etna il tempio di Vulcano; a Catania il Pantheon, il tempio di Cerere e il sepolcro di Stesicoro; ad Agrigento il Mausoleo del tiranno Falaride fu trasformato nella chiesa della Madonna della Misericordia. Secondo una tradizione, di cui parleremo in altra sede, il santo vescovo di Spoleto Spes, che pontificò tra il 420 e il 452, avrebbe consacrato la Basilica di S.Fortunato, costruita nelle adiacenze del tempio rurale di Ercole nell Arce di Varano (Montefalco) dal Magister Militum Severo di Massa Martana. Sulla stessa linea del vescovo Spes (se non fu lui stesso) dovette essere l architetto che cristianizzò il Tempietto del Clitunno, posto su un alto basamento, di forma prostilo, con due portichetti laterali ai quali facevano capo le scale d accesso a un atrio quadrato di m. 3,40 3,40, da cui si en- 43. Ibidem, col

11 LA LEGISLAZIONE CONTRO IL PAGANESIMO 321 trava nell aula di m. 4,52 3,20, in fondo alla quale si apre un absidiola. Nella facciata ancora ci sono quattro colonne corinzie con scannellature contorte; e altre quattro dello stesso stile stavano avanti all absidiola, mentre all inizio dei portici ce n erano due, tutte fatte sparire dal 1730 al 1740 da P. Ilarione e fra Paolo che dilapidarono il monumento per acquistare arredi sacri e cercare un fantomatico tesoro, connivente un ignorante vescovo di Spoleto. La cristianizzazione consistette nell iscrizione dedicatoria scritta parte sull architrave della facciata e il seguito su quelli dei portichetti laterali: Il santo Dio degli Angeli dei Profeti degli Apostoli che fece la Resurrezione la Redenzione la Remissione ; consistette pure in croci floreali, fra steli, grappoli d uva, bacche di papaveri e fiori, nei due timpani della facciata e del frontone posteriore e dei due portichetti laterali. Nell interno, il frontespizio marmoreo intagliato che orna l abside, con la croce a sei corni nella parte culminante; consistette nella decorazione pittorica dell absidiola e della parete di fondo da attribuirsi a prima del VII sec.: nella nicchia S. Pietro e S. Paolo; nel catino Cristo benedicente con in mano un libro (= al Pantocrator); sopra il frontespizio una croce gemmata, e due busti di angeli alati ai lati, racchiusi in tre tondi; tra le colonnine ora scomparse due palme sbiadite. La cristianizzazione del tempio da alcuni è datata alla fine del IV sec., da altri con più ragione alla prima metà del V 44. Verso il 470, un nobile goto di nome Valila, latinamente Flavius Theodobius, cristianizza, annuente papa Simplicio, la basilica privata eretta dal console Giunio Basso nell anno 331, dedicandola all apostolo Andrea in Cata Barbara Patricia, aggiungendovi solo un altare, trasformando il nartece, rialzando il pavimento e mettendo nelle pareti dei mosaici 45. Sembra che risalga alla fine del V sec. la cristianizzazione di un aula della proprietà del patrizio Cilone, sull Aventino, che corrisponderebbe al Titulus Tigridae, vescovo presente con i suoi presbiteri al Sinodo romano del 499. È una navata unica e oggi corrisponde alla Basilica di S. Balbina, presso Via Nova. Verso la fine del V sec. o gli inizi del VI furono adattate a chiesa cristiana strutture templari dell età di Augusto che esistevano al centro della cittadella di Pozzuoli (Rione Terra). Accurati lavori di restauro, dopo 44. A. Palladio, I quattro libri dell architettura, Venezia 1570, lib. IV, c. XXV; L. Fausti, Clitunno pagano e Clitunno cristiano, Spoleto 1910; A. P. Frutaz, Il tempietto del Clitunno in un editto del Card. Carlo Rezzonico, camerlengo di S.R.C., RAC 18 (1941) Th. Asbhy - G. Lugli, La basilica di Giunio Basso sull Esquilino, RAC 9 (1932) A. D Ambrosio, Il Duomo di Pozzuoli. Storia e documenti, Pozzuoli 1973.

12 322 E. TESTA l incendio del 17 maggio 1964, hanno riportato alla luce i resti del tempio romano 46. Con la caduta dell impero d Occidente (nel 476 Romolo Augustulo fu deposto) molti nuovi problemi sorgono per questa zona. In Oriente seguitò la stessa politica religiosa antipagana, anche se predominava sulla ortodossia cattolica la tesi monofisita e la legge dell Henoticon di Zenone, abbracciate anche dal successore Anastasio, uomo pio, caritatevole e asceta. Il quale, nell anno 502, soppresse i giuochi Saturnali e nel 505 proibì ai pagani l accesso alle cariche municipali e perseguitò gli intellettuali, pagani ostinati, scovati nei loro nascondigli da Giovanni di Cappadocia. In Occidente iniziò il problema religioso delle relazioni con gli Ostrogoti di religione Ariani. Fu Zenone a spingere Teodorico a occupare l Italia, come Magister militum. Teodorico passò i confini, e vinse sull Isonzo, sull Adige, a Verona, a Pavia, a Milano. Occupata Ravenna la dichiarò capitale il 25 febbraio 493; il 5 marzo occupò Roma e uccise Odoacre. Assicuratosi così il comando iniziò una politica di convivenza tra i consortes (i suoi Goti) e i possessores (i romani), tra i vincitori e i vinti, tra gli Ariani e i Cattolici. Volle una civilizzazione dualistica, giustapponendo due popoli, due civiltà, due poteri. L armata è completamente germanica, interdetta ai Romani; però è consegnata nella pianura padana, intorno a Ravenna, nella Toscana, nel Piceno e nel Sannio; ha qualche caserma in Campania e in Dalmazia. L amministrazione civile è lasciata all elemento romano, al senato, alla gerarchia tradizionale, all aristocrazia provinciale; però sotto l influenza di Eunodio, di Cassiodoro e di Boezio. La politica è controllata dai Comites Gothorum e dai Seoni. I beni culturali e artistici sono distribuiti a parità tra Ravenna e Roma, la nuova e la vecchia capitale. Fu naturale che questa politica di convivenza portò tra il popolo molta confusione religiosa e l episcopato dovette intervenire. Infatti, questa politica era penetrata anche tra i Burgundi, dopo che il loro re Sigismondo aveva abbandonato l arianesimo per simpatia verso i cattolici. Si tenne perciò, nel 517, a Epaone, località di incerta localizzazione, forse in Savoia, un concilio che emanò 40 canoni per regolare le facili conversioni, obbligando a una penitenza gli eretici che volevano essere riammessi nella comunità ecclesiale e nel can. 33 si obbligarono i cattolici a non accettare le loro chiese: Noi trascuriamo di adattare a santi usi le basiliche degli eretici, perché le riteniamo odiose per tanta esecrazione, dato che non pensiamo purgabile il contaminamento di esse. Per cui anche in Occidente, come in Oriente, si seguitò a cristianizzare soltanto i templi pagani.

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