Vivere la difficoltà non come fallimento, delusione, errore, colpa, difetto ma come occasione di mettere in gioco e aggiungere abilità

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1 Vivere la difficoltà non come fallimento, delusione, errore, colpa, difetto ma come occasione di mettere in gioco e aggiungere abilità Michela Fogliani

2 Michela Fogliani

3 GESTIONE DELLE EMOZIONI Michela Fogliani

4 l emozione segnala il problema percepire, riconoscere le emozioni per comprendere tutti gli elementi del problema tollerare le emozioni negative per accettare e «vedere» bene il problema sentire le emozioni per identificare bisogni e desideri gestire le emozioni durante il problem solving GESTIONE DELLE EMOZIONI percepire le emozioni per identificare positività e negatività delle varie opzioni Michela Fogliani tollerare l ansia della confusione, dell incertezza e del rischio accettare le emozioni negative per accettare i limiti e individuare le priorità: scegliere e fare un piano di azione regolare le emozioni durante l azione saper tollerare la possibilità di non riuscire

5 SE NON SI ACCETTANO E «UTILIZZANO» EFFICACEMENTE LE EMOZIONI SI BLOCCA IL PROCESSO DI PROBLEM SOLVING E DI DECISION MAKING Senso di impotenza Peggioramento dei problemi Difficoltà nell acquisizione dell autonomia Michela Fogliani

6 Espressione e comprensione delle proprie ed altrui emozioni E la capacità di percepire, comunicare e comprendere le emozioni, la loro funzione, i loro effetti sui nostri pensieri, comportamenti e relazioni. Regolazione delle emozioni E la capacità di utilizzare in modo efficace le emozioni rispetto ai nostri scopi e di controllare l impulsività per far fronte alle situazioni problematiche. : Michela Fogliani

7 Hanno criticato il mio lavoro e non so come fare...mollo tutto! Michela Fogliani

8 1) riconoscere, accettare e tollerare l emozione negativa senza rinunciare ai propri scopi 2) sapere di poter raggiungere ed effettivamente raggiungere globalmente i propri obiettivi anche provando emozioni intense 3) modulare l intensità dell emozione per migliorare la performance e aumentare il piacere di fare le cose Michela Fogliani 07/04/2016

9 Michela Fogliani 07/04/2016

10 evento Pensieri funzionali, realistici interpretazione Pensieri irrealistici e disfunzionali: catastrofici, «tutto o nulla», «succede solo a me»... emozione Michela Fogliani

11 Modulare le reazioni fisiologiche Controllare gli Impulsi: quali conseguenze se li mettessi in atto? Modificare l espressione facciale, tono voce, gesti, postura Rivedere i pensieri sulla situazione Michela Fogliani

12 L IMMATURITÀ CEREBRALE DELL ADOLE- SCENTE NELLE CONNESSIONI FRA SISTEMA LIMBICO E CORTECCIA PRE- FRONTALE LO ESPONE A COMPORTAMENTI IMPULSIVI

13 RABBIA ESPRESSA (EMOZIONE SECONDARIA) Michela Fogliani

14 AIUTARE A IDENTIFICARE SCOPI, DESIDERI, BISOGNI Michela Fogliani

15 PARLARE DELLE EMOZIONI E DEI PROBLEMI IN FAMIGLIA NORMALIZZARE LE EMOZIONI CONDIVIDERE IL SENSO DELLE EMOZIONI AIUTARE A RICONOSCERE GLI EFFETTI DELLE EMOZIONI RICONOSCERE I COMPORTAMENTI IMPULSIVI MIGLIORARE LA NOSTRA COMPETENZA EMOTIVA Michela Fogliani

16 NON ALIMENTARE CREDENZE DISFUNZIONALI: «LE PERSONE IN GAMBA NON SI FANNO PRENDERE DALL EMOZIONE», «SE MOSTRI EMOZIONI SEMBRI/SEI UNA PERSONA DEBOLE», «SE SEI SICURO RIUSCIRAI», «SE SEI INSICURO E PERCHÈ HAI POCA AUTOSTIMA», «SE TI FAI VEDERE INSICURO NON TI APPREZZERANNO», «VOLERE E POTERE»... CONSIDERARE L EMOZIONE COME UN «CORPO ESTRANEO» O QUALCOSA CHE NON DOVREBBE ESSERCI: «SE SONO IN ANSIA/TRISTE C È QUALCOSA CHE NON VA IN ME» CONTESTARE L EMOZIONE: «NON DOVRESTI SENTIRTI COSÌ» SCAMBIARE LE EMOZIONI PER DISTURBI FISICI O DEFINIRLE COME TALI: DIRE «STA MALE» AL POSTO DI DIRE «E PREOCCUPATO, È TRISTE»; SOSTITUIRSI AL FIGLIO, EVITARE DIFFICOLTÀ «ALTRIMENTI SOFFRE TROPPO E POTREBBE DEMOTIVARSI» PREOCCUPARSI O ECCEDERE NEL TRANQUILLIZZARE E CERCARE SUBITO DELLE SOLUZIONI PER RISOLVERE IL PROBLEMA Michela Fogliani

17 QUANDO IL FIGLIO HA UN PROBLEMA/DIFFICOLTÀ: NON PUÒ SODDISFARE UN SUO BISOGNO Eventuali domande facilitanti: «raccontami»; «sono interessata a sentire cosa ne pensi»; «ti va di parlarne?»; «di che si tratta?»; «vorresti dirmi qualcosa di più?»; «c è qualcosa che mi vuoi dire?»; «è interessante, continua»; «ah...capisco»; «spiegati meglio... cosa vuoi dire?» Comprensione delle emozioni e dei pensieri del figlio, riformulazione non giudicante: «vedo che sei molto preoccupato... arrabbiato...ci sei rimasto male perché ti aspettavi che...mi sembra molto importante per te, capisco...» Michela Fogliani 07/04/2016

18 Il figlio/a ha un problema Genitore: Come va? Ti va di parlarne? Figlia: E troppo difficile, non ce la farò! Genitore: Hai paura e pensi di non farcela... Figlia: Si è difficilissimo...non so come lo farò...e poi ho anche paura di sbagliare perché sono troppo agitata! Genitore: Vorresti essere più tranquilla per fare meglio... Figlia: Sì, però non riesco... e poi che figura! Genitore: Capisco, siccome ci tieni molto e non sai ancora se andrà come vorresti sei molto preoccupata... Figlia:...Qualcosa però potrei fare per prepararmi di più, anche se sono così agitata... Genitore: Certo, è possibile fare tante cose e farle anche abbastanza bene pur avendo paura o sentendosi in imbarazzo... Figlia:...Magari cerco di calmarmi un po... Michela Fogliani 07/04/2016

19 QUANDO IL GENITORE HA UN PROBLEMA: I COMPORTAMENTI DEL FIGLIO INTERFERISCONO CON UN SUO BISOGNO, DESIDERIO, RESPONSABILITÀ Il genitore esprime in prima persona gli effetti che il comportamento del figlio ha su di lui, in termini di emozioni, Impulsi e pensieri. Non giudica, non rimprovera, non comanda «Quando mi rispondi con rabbia mi sento aggredita e a mia volta mi viene da irritarmi e da risponderti male...questo mi fa molto dispiacere perché vorrei avere un buon rapporto con te» Michela Fogliani 07/04/2016

20 IL GENITORE ESPRIME UN SUO PROBLEMA: «QUANDO TU TI COMPORTI COSÌ...IO MI SENTO...E PENSO...» IL FIGLIO RISPONDE AFFERMANDO UN SUO PROBLEMA: «MA IO DEVO FARE, VOGLIO...HO BISOGNO DI...» ASCOLTO ATTIVO DEL GENITORE E IDENTIFICAZIONE PIÙ ACCURATA DEI BISOGNI DEL FIGLIO: «CAPISCO...SPIEGAMI MEGLIO...» IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE PIÙ DETTAGLIATA DEL PROBLEMA PROBLEM SOLVING GUIDATO DAL GENITORE: «COME POSSIAMO FARE PER RISPETTARE LE RECIPROCHE ESIGENZE?»; «QUALI POSSONO ESSERE DELLE POSSIBILI SOLUZIONI A QUESTO PROBLEMA?»; «COSA SAREBBE UTILE FARE?» Michela Fogliani 19/03/2016

21 CONFRONTO NEI GRUPPI 1) QUALI PROGRESSI E DIFFICOLTA NELLA COMPETENZA EMOTIVA AVETE OSSERVATO IN VOSTRO FIGLIO/A NEGLI ULTIMI SEI/DODICI MESI? 2) PENSATE A UNA SITUAZIONE EMOTIVAMENTE PROBLEMATICA VISSUTA DI RECENTE DA VOSTRO FIGLIO/A E A UN DIALOGO: QUALI INTERVENTI HANNO FUNZIONATO? QUALI NO? IMPOSTATE UN ROLE-PLAYING IN CUI UTILIZZATE L ASCOLTO ATTIVO (SE È VOSTRO FIGLIO/A AD AVERE UN PROBLEMA) E/O I MESSAGGI IO (SE IL COMPORTAMENTO DI VOSTRO FIGLIO/A INTERFERISCE CON I VOSTRI SCOPI, BISOGNI, DESIDERI, RESPONSABILITA )

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