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1 Economia industriale Scuola di economia e studi aziendali Università Roma Tre Anno Accademico Docente titolare: Marco Causi (Dipartimento di economia Roma Tre) Docente a contratto: Andrea Baldini (SOSE, Dipartimento di studi aziendali Roma Tre) Rapporto banca-impresa e crisi dell industria bancaria in Italia (cap. 7 GR)

2 Struttura finanziaria delle imprese in Italia Rispetto a tutti i principali paesi europei le imprese italiane si distinguono per avere meno capitale e più debito bancario Solo 256 aziende non finanziarie quotate per un valore del 20 per cento del PIL contro 700 in Francia e Germania per valori sul PIL pari rispettivamente a 69 e 47 per cento Mercato obbligazionario si sta espandendo ma resta meno sviluppato In letteratura esiste evidenza che il ricorso al capitale azionario aumenta l attività innovativa. In Italia l emissione di azioni accresce di circa un terzo la probabilità di investimenti in R&S

3 Un sistema banco-centrico L ingresso nell euro accentua la caratteristica banco-centrica del sistema di finanziamento delle imprese italiane Fra 2000 e 2008 il credito bancario è abbondante e quello erogato alle imprese cresce dell 8 per cento l anno, con tassi di interesse calanti Due peculiarità: Affidamento plurimo: in media una grande impresa italiana aveva rapporti di debito a vario titolo con 15 banche, contro 8 in Germania. Le banche suddividono il rischio, le imprese evitano che una sola banca abbia tutte le informazioni che la riguardano Scoperto di conto corrente come strumento privilegiato (33 per cento del credito bancario in Italia contro 9 percento in Germania, dati 2008)

4 Grande Recessione e razionamento del credito La Grande Recessione ha colpito l industria bancaria e ha fatto emergere la vulnerabilità del sistema banco-centrico Circolo vizioso: Le imprese fanno fatica a ripagare i debiti e le banche restringono l accesso al credito Il sistema tradizionale banca-impresa si mostra pro-ciclico, e quindi aggrava la condizione recessiva

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6 Credit crunch e capacità selettiva Alla fine del 2015 la consistenza dei prestiti bancari con rimborsi non regolari arriva al 18 per cento del totale I bilanci delle imprese bancarie si appesantiscono I flussi di nuovo credito sono selezionati con maggiore prudenza (credit crunch) Sembra anche emergere una riduzione della capacità selettiva: il credito si riduce, analizzando i dati a livello settoriale, indipendentemente dall andamento del valore aggiunto

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8 Finanza non bancaria per l impresa Autofinanziamento: favorito negli ultimi anni dall ACE, allowance for corporate equity e adesso anche dall IRI, imposta sul reddito d impresa, nelle piccole imprese Quotazione in borsa ed emissioni azionarie Intermediari specializzati in private equity e venture capital Nuovo ruolo Cassa Depositi e Prestiti (CDP): CDP Equity (partecipazioni in aziende strategiche), Fondo strategico italiano Sgr (funzioni di private equity per medie aziende ad elevato potenziale), Fondo Italiano di Investimento Obbligazioni e collocamenti privati di quote di prestiti (private placement)

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10 L industria bancaria italiana Anche le banche sono un industria, un settore produttivo appartenente al terziario La loro crisi è una crisi industriale Frammentazione: le prime cinque hanno una quota di mercato del 41 per cento contro il 47 in Francia e il 60 in Spagna Concorrenza: nonostante la frammentazione può essere bassa, perché i mercati rilevanti possono essere anch essi frammentati fra i territori Bassa profittabilità: ROE (return on equity, cioè rendimento del capitale) del 10 per cento contro il 15 per cento negli altri paesi UE nel periodo Oggi 3 per cento contro 7 per cento

11 Problemi strutturali Frammentazione e localismo. Benefici e costi del localismo: conoscenza informale (soft information) vs criteri selettivi distorti ed eccessiva concentrazione territoriale dei rischi e delle fonti di approvvigionamento (caso delle obbligazioni subordinate) Azionisti che non vogliono perdere il controllo ma che non sono in grado di apportare nuove risorse (caso MPS, ruolo delle Fondazioni ex bancarie, banche popolari, banche cooperative) Governance inadeguata (voto capitario), soprattutto per le imprese non quotate (casi Popolare di Vicenza e Veneto Banca) Bassa profittabilità implica più difficoltà a trovare soggetti disponibili a investire nel capitale delle imprese bancarie Modello di business arretrato

12 La crisi bancaria: Germania, Spagna, Italia Importanti crisi bancarie si sono manifestate fra il 2009 e il 2011 anche in Germania e Spagna Le cause sono però differenti: in quei casi, come negli Stati Uniti, nei bilanci delle banche scoppiarono strumenti speculativi e titoli tossici La crisi italiana arriva dopo ed è causata dall ordinaria attività creditizia in un quadro di grave recessione Le banche italiane insomma vanno in crisi anche se restano in prevalenza banche commerciali e non banche d investimento Il mercato penalizza ripetutamente le banche italiane quotate con riduzioni significative dei valori azionari Ciò, insieme a nuovi e più elevati requisiti di capitale a fronte del controllo dei rischi, le costringe a ripetute ricapitalizzazioni

13 Salvataggi bancari Perché i fallimenti bancari possono esercitare conseguenze nefaste: crisi di fiducia e corsa ai depositi, necessità di salvaguardare la stabilità del sistema In Germania (ma anche in Francia e Regno Unito) lo Stato è intervenuto per evitare fallimenti bancari con ampie ricapitalizzazioni. Nella sola Germania questi interventi sono costati 225 miliardi fra 2009 e 2015 (Eurostat) In Spagna fu chiesto nel 2011 l intervento dell ESM (European Stability Mechanism, il cosiddetto Fondo Salva Stati), ottenendo 40 miliardi e accettando come condizione il monitoraggio da parte della Troika (Commissione Europea, FMI, BCE) L Italia ritenne di potercela fare da sola: era appena uscita dalla crisi del debito sovrano e l ammontare dei crediti deteriorati era all 11 per cento

14 Unione bancaria europea Nel corso del 2012 matura la risposta di sistema europea alla crisi bancaria: il progetto di Unione bancaria, basato su tre pilastri Sistema unico di vigilanza: vigilanza da Francoforte per le banche sistemiche, dalle autorità nazionali (in Italia Banca d Italia) per le altre Fondo comune di garanzia dei depositi bancari Schema unico di risoluzione delle crisi bancarie

15 Unione bancaria: attuazione non completa e contraddizioni L attuazione, fra 2012 e 2013, tradisce però le promesse Il fondo comune per i depositi non è ancora stato varato e lo schema di risoluzione delle crisi viene vincolato a rigidi precetti pro-concorrenziali, e quindi alla minimizzazione degli aiuti di Stato Nasce così il bail in (salvataggio dall interno), contrapposto al bail out (salvataggio dall esterno, a carico dei contribuenti) Il salvataggio va pagato innanzitutto da azionisti, obbligazionisti e perfino depositanti (sopra i 100 mila euro), lo Stato può intervenire solo residualmente L obiettivo della stabilità viene sacrificato all obiettivo della concorrenza

16 L Italia diventa la cavia del bail in Caso Tercas Quattro piccole banche messe in risoluzione (Marche, Etruria, Ferrara, Chieti) Divieto di uso del Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) Valutazione dei crediti in sofferenza delle quattro banche effettuata dalla Commissione europea, fissando un livello irragionevolmente basso del 18 per cento (la percentuale di recupero dei crediti in sofferenza nell intero sistema bancario italiano nel periodo è del 40 per cento) Divieto all istituzione di una bad bank di sistema, sempre perché contrastante con il principio pro-concorrenziale di evitare aiuti di Stato

17 Nuovi criteri di vigilanza e aumento del rischio bancario percepito sull Italia Crediti deteriorati (non performing loans, NPL): in passato la vigilanza nazionale li distingueva in incagliati e in sofferenza, e considerava a rischio solo questi ultimi. La nuova vigilanza europea non fa distinzioni NPL vengono valutati come fattore di rischio più di crediti derivanti da investimenti speculativi (derivati) Intanto banche italiane fanno il pieno di titoli del debito sovrano del proprio paese, con le risorse della BCE, e ogni oscillazione delle prospettive di solvibilità dello Stato italiano si riflette sui loro bilanci Tesi di Giunta e Rossi: l azione e i messaggi pubblici della nuova vigilanza europea hanno aggravato la percezione del rischio Italia da parte dei mercati, insieme al nuovo intreccio fra debiti sovrani e bilanci bancari

18 Riforme e azioni di contrasto alla crisi Riforma Banche popolari e Banche cooperative Nuovi poteri di intervento della Banca d Italia sugli organi amministrativi degli istituti di credito Garanzia pubblica sui crediti deteriorati scorporati dalla banca Semplificazione e velocizzazione delle procedure di recupero dei crediti Capitalizzazione precauzionale da parte dello Stato

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