PIANO DI AZIONE COMUNALE PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA DELL ARIA AMBIENTE 2009

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1 COMUNE DI PRATO ASSESSORATO ALLE POLITICHE AMBIENTALI SETTORE MOBILITA, AMBIENTE E GRANDI INFRASTRUTTURE SERVIZIO TUTELA DELL AMBIENTE PIANO DI AZIONE COMUNALE PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA DELL ARIA AMBIENTE 2009 PRATO, marzo

2 Indice Premessa 1. Quadro conoscitivo 1.1 Normativa Accordo di Programma regionale per il miglioramento della qualità dell aria 1.2 Il contesto territoriale 1.3 I principali inquinanti, la loro origine e i loro effetti dannosi sulla salute umana. 1.4 Le fonti dell inquinamento atmosferico Traffico veicolare Traffico veicolare su arterie di competenza sovra comunale Impianti termici civili Analisi rendimento di combustione e del consumo di combustibile Impianti termici industriali Emissioni industriali provenienti dal ciclo produttivo 2. Qualità dell aria Rete di rilevamento della Provincia di Prato 3. Andamento annuale degli inquinanti analizzati 4. Rapporto tra emissioni inquinanti e dati meteorologici 5. Studio climatologico 6. Strategie ed azioni a livello comunale Premessa 6.1 Interventi per il controllo e la riduzione delle emissioni Emissioni da impianti termici Emissioni da traffico Stima degli effetti Controllo emissione veicoli Incentivi per l acquisto di veicoli a basso impatto ambientale e per la trasformazione di veicoli con impianti a gas (GPL o metano) Trasporto pubblico e mobilità alternativa 7. Interventi previsti dal Piano di Azione Comunale La risorsa finanziaria disponibile 7.2 Progetto denominato Bici in città Potenziamento del sistema già realizzato 7.3 Realizzazione del sottopasso di Via Leonardo da Vinci / intersezione di Via P. Nenni 7.4 Pista ciclabile Stazione FF.SS. Borgonuovo Centro 7.5 Pista ciclabile Pratilia-Centro 7.6 Pista ciclabile Cascine di Tavola- San Giorgio a Colonica-Macrolotto 2

3 7.7 Erogazione incentivi per l acquisto di veicoli a basso impatto ambientale e per l installazione di impianti a gas su veicoli alimentati a benzina. 7.8 Acquisto di auto ecologiche per la pubblica amministrazione 7.9 Realizzazione impianti solari termici a servizio di impianti comunali 8. Considerazioni conclusive Premessa Il presente lavoro trae spunto e motivazioni dal precedente Piano di Azione Comunale approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione n. 145 del 26 luglio 2007 quale atto di pianificazione dell Amministrazione in materia di tutela ambientale con particolare riguardo alle azioni volte al miglioramento della qualità dell aria. Tale strumento di programmazione ambientale rappresenta un momento di verifica degli interventi proposti e realizzati dall Amministrazione Comunale allo scopo di mitigare l impatto delle emissioni inquinanti, alla luce delle sinergie createsi tra Regione Toscana ed Enti locali che si sono concretizzate in Accordi di programma finalizzati al miglioramento della qualità dell aria ambiente all interno dei quali sono stati stabiliti precisi obiettivi temporali, ruoli istituzionali e certezza di risorse finanziarie per poterli attuare. In tal senso è da collocarsi l Accordo di programma tra Regione, Province e Comuni per il periodo 2007/2010 approvato dal Comune di Prato con la Delibera della Giunta Comunale n. 225 del 8/5/2007, che tra l altro rafforza il principio della programmazione ambientale vincolando infatti il trasferimento delle risorse economiche alla redazione del Piano di Azione Comunale. La sensibilità sulle problematiche connesse alla qualità dell aria nei centri urbani è ampiamente diffusa grazie al lavoro divulgativo svolto dalle pubbliche amministrazioni in questi anni. Rispetto al Piano di Azione Comunale del 2007, vi sono alcuni capitoli che vengono ripresi, per completezza d insieme, in quanto relativi ad argomenti oramai consolidati quali ad esempio le fonti dell inquinamento urbano, il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici, la produzione industriale e di energia e le interazioni tra le alterazioni della qualità dell aria, il permanere degli inquinanti in un area e le condizioni climatiche locali: la ventosità, l umidità, la nebbia, la pioggia, la tendenza al verificarsi di fenomeni di inversione termica. I provvedimenti restrittivi al traffico veicolare adottati dall Amministrazione Comunale in questi anni hanno cercato di superare il momento dell emergenza a favore di un graduale allargamento dell area urbana soggetta a costanti provvedimenti di limitazione al traffico per i veicoli maggiormente inquinanti. Il Piano di Azione Comunale 2009 conferma i principi che hanno improntato il precedente piano ovvero la necessità di ridurre al di sotto dei valori limite vigenti le concentrazioni degli inquinanti atmosferici ad oggi eccedenti tali limiti, e dall altro all opportunità di definire un progressivo percorso di complessivo miglioramento della qualità dell aria urbana che consenta di conseguire il rispetto dei valori limite ai sensi della direttiva europea 96/62/CE sulla qualità dell aria ambiente. 3

4 1. Quadro conoscitivo 1.1. Normativa Di seguito viene riepilogata la normativa di riferimento : il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 Norme in materia ambientale ; il Decreto Legislativo 21 maggio 2004 n. 183 Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all ozono nell aria La Direttiva U.E. 96/62 valutazione e gestione della qualità dell aria; il Decreto del n. 163 (Ministero dell Ambiente e Sanità) definisce i criteri ambientali e sanitari in base ai quali i Sindaci di particolari Comuni (più di abitanti, superamento dei livelli di attenzione e degli obiettivi di qualità, inclusi in zone a rischio) adottano misure di limitazione della circolazione di cui all art. 7, comma 1, lettere a) e b) del D.Lgs. n. 285/92 (Nuovo Codice della Strada). Il D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell aria ambiente ; la Delibera della Giunta Regionale Toscana del 15 dicembre 2003 n Presa d atto della valutazione della qualità dell aria ambiente ed adozione della classificazione del territorio regionale ai sensi degli artt.6, 7, 8 e 9 del Decreto Legislativo n. 351/99 e del D.M. n. 261/02 individua i Comuni in cui, per una o più sostanze inquinanti, si ha il superamento dei valori limite indicati nel Decreto Ministeriale 2 aprile 2002 n. 60 e per gli stessi Comuni indica le azioni per ridurre i livelli di inquinamento. I Comuni individuati devono elaborare adottare e trasmette alla Regione e alla Provincia competente, appositi Piani di Azione Comunale, che debbono tener conto della localizzazione delle sorgenti di inquinamento, della diffusione sul territorio degli inquinanti nonché indicare le misure da attuare per il miglioramento della qualità dell aria. Il D.M. 2 aprile 2002 n. 60 Recepimento della direttiva 1999/30/CE concernente i valori limite di qualità dell aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le polveri e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell aria ambiente per benzene ed il monossido di carbonio; le D.G.R. n. 372 del 14 aprile 2003 e D.G.R. n. 990 del 6 ottobre 2003 individuano un piano di azione, ex art. 7 del D.Lgs. n. 351/99, per la riduzione del rischio di superamento del valore limite delle polveri PM 10; la D.G.R. n. 768 del 1 agosto 2005 stabilisce le modalità di riconoscimento e di segnalazione alle autorità competenti riguardo agli stati di informazione per l inquinante ozono, in applicazione del D. Lgs. 183/04; La D.C.R. n.44 del 25/06/2008 di approvazione del Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della qualità dell aria ; Dalla normativa sopra elencata in particolare si evidenzia quanto segue: Il D.Lgs. n.351 del 4 agosto 1999 ha stabilito, in attuazione della Direttiva 96/62/CE, che le Regioni debbano individuare le zone e agglomerati del proprio territorio nelle quali i livelli 4

5 di uno o più inquinanti comportino il rischio di superamento del valore limite e delle soglie di allarme. Gli inquinanti considerati sono il biossido di azoto, il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, il piombo, le polveri fini PM10, l ossido di carbonio, il benzene e l ozono per i quali sono stabiliti da specifiche Direttive del Consiglio UE i valori limite da rispettare entro il 2005 ed il La Regione Toscana con D.G.R. n del 21/12/2001 sostituita dalla D.G.R. n del 15/12/2003 ha adottato la classificazione del territorio regionale in base alla valutazione della qualità dell aria ambiente, individuando le aree a rischio di inquinamento atmosferico. Il territorio comunale di Prato è inserito tra le aree che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante. Conseguentemente la Regione con la richiamata D.G.R. 1325/03 ha stabilito che i comuni posti nelle zone a maggior rischio di inquinamento devono predisporre adottare e trasmettere alla Regione e Provincia, entro 12 mesi dalla pubblicazione della D.G.R. 1325/03, un Piano di Azione Comunale (P.A.C.) con misure da attuare per il raggiungimento dei valori limite. I Comuni provvedono inoltre alla predisposizione annuale del rapporto sulla qualità dell aria nel proprio territorio da inviare alla Regione e Provincia entro il 30 aprile di ogni anno Accordo regionale per il miglioramento della qualità dell aria. Nel maggio 2007 è stato sottoscritto un nuovo Accordo tra la Regione Toscana, ANCI, URPT le Province Toscane e trenta Comuni interessati dalla problematica igienico sanitaria dovuta al superamento del numero delle medie giornaliere per il parametro PM10 (polveri sottili) come stabilito dal D.M. 60/02. Tale Accordo di Programma individua una serie di misure finalizzate al miglioramento della qualità dell aria ambiente nelle aree urbane, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di PM 10 derivanti da veicoli. Le misure da adottate consistono nell incentivare l utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale (elettrici, bifuel) mediante contributi economici a fondo perduto, nel favorire l uso del mezzo pubblico, nel rinnovare o migliorare gli impianti di riscaldamento, nella riduzione delle emissioni locali producendo calore con il solare termico, nella riduzione delle emissioni veicolari con interventi di fluidificazione del traffico, ecc. 1.2 Il contesto territoriale Il territorio del Comune di Prato si estende su una superficie di 97,45 Kmq; l altitudine sul livello del mare varia da un minimo di 32 m. ad un massimo di 818 m. La popolazione residente alla data del 31/12/2008 è di abitanti. L estensione dell area urbana o centro abitato è pari a 44,94 Kmq mentre l area interessata al provvedimento di limitazione al traffico (ZTL Zona a Traffico Limitato) 5

6 adottato in base al Accordo di Programma regionale di cui al precedente punto 1.1.1, si estende per 1,123 Kmq. 1.3 I principali inquinanti, la loro origine e i loro effetti dannosi sulla salute umana. Principali inquinanti -ossidi di azoto (NOX - NO2); -monossido di carbonio (CO); -polveri sospese con diametro inferiore a 10µm o PM10 - biossido di zolfo (SO2) - ozono - benzene - idrocarburi policiclici aromatici Ossidi di azoto Le emissioni naturali di NO sono prodotte dai fulmini, dagli incendi e dalle emissioni vulcaniche. Le emissioni legate all attività dell uomo sono principalmente dovute ai trasporti, all'uso di combustibili per la produzione di elettricità e di calore ed, in misura minore, alle industrie. Negli ultimi anni questo tipo di emissioni sono aumentate notevolmente e questa è la causa principale dell'incremento della concentrazione delle specie ossidanti nell'atmosfera. Il monossido di azoto si forma per reazione dell'ossigeno con l'azoto nel corso di qualsiasi processo di combustione che avvenga in aria e ad elevata temperatura. La formazione di biossido di azoto avviene per ossidazione in atmosfera del monossido di azoto. Il suo effetto è sostanzialmente quello di provocare un'irritazione dell'apparato respiratorio. Ha inoltre un ruolo importante sulla formazione dell Ozono. monossido di carbonio La sua presenza nell'atmosfera è dovuta principalmente a fonti naturali, quali l'ossidazione atmosferica di metano e di altri idrocarburi normalmente emessi nell'atmosfera, le emissioni da oceani, paludi, incendi forestali, acqua piovana e tempeste elettriche; l'attività umana è responsabile delle emissioni di CO dovute alla combustione incompleta dei carburanti utilizzati per il movimento degli autoveicoli e da altri processi di combustione sia civile che industriale. Il monossido di carbonio è un gas incolore, inodore, insapore; e proprio queste sue caratteristiche lo rendono un pericoloso e silenzioso killer. Infatti, erroneamente, si ritiene che l assenza di odore di gas rappresenti una condizione di sicurezza. Le prime esposizioni a monossido di carbonio non provocano segni evidenti, sebbene esso venga assorbito rapidamente dagli alveoli polmonari, e per questo motivo i primi sintomi: un leggero mal di testa, affanno, sensazione di vertigini, nausea, generici disturbi alla vista, vertigini, vengono spesso ignorati. Il meccanismo di azione ben noto è la formazione di carbossiemoglobina che impedisce il trasporto di ossigeno dagli alveoli polmonari ai tessuti. 6

7 PM10 Gli inquinanti atmosferici chiamati "particolato" o "materiale particellare" includono polvere, fumo, microgocce di liquido emesse direttamente in atmosfera da industrie, centrali termoelettriche, autoveicoli, cantieri, e le polveri trasportate del vento. Il particolato si può anche formare in modo indiretto in atmosfera a partire da gas inquinanti quali l'anidride solforosa, gli ossidi di azoto, ed alcuni composti organici volatili. La loro pericolosità è quindi dovuta alle sostanze di cui sono composte e a ciò che trasportano. Con la sigla PM10 si definisce il particolato caratterizzato da una dimensione inferiore ai 10µm, che ha la caratteristica di raggiungere direttamente gli alveoli polmonari. Le polveri sono la causa maggiore di tutte le infiammazioni all apparato respiratorio, ad esempio la tracheite, la bronchite, la polmonite e concorrono all aggravamento delle patologie respiratorie e cardiovascolari. Sono ritenute inoltre cancerogene per esposizioni prolungate in quanto adsorbono sulla loro superficie sostanze tossiche, oppure sono esse stesse costituite da molecole tossiche come ad esempio quelle derivanti dai processi di combustione. biossido di zolfo L'emissione naturale di biossido di zolfo proviene principalmente dai vulcani, mentre l'emissione dovuta all attività dell uomo deriva dal riscaldamento domestico a gasolio, dai motori alimentali a gasolio, dagli impianti per la produzione di energia e, in generale, dalla combustione di carbone, gasolio ed oli combustibili contenenti zolfo. In atmosfera il biossido di zolfo attraverso successivi stati di ossidazione può dar luogo ad acido solforico, ed è quindi coinvolto nei processi di acidificazione dell'atmosfera e di formazione di piogge acide che hanno effetti negativi sia sull'ecosistema sia sui monumenti e le città. Negli ultimi anni l'emissione di biossido di zolfo nelle aree urbane è stata notevolmente ridotta grazie agli interventi operati sulla qualità dei combustibili. Il biossido di zolfo ha effetto irritante sulle prime vie respiratorie e provoca spesso un senso di stanchezza. L'esposizione cronica determina aggravamenti dell apparato respiratorio, quali polmonite, bronchiti, tracheiti. Ozono L'ozono in natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell'atmosfera terrestre (da 15 a 60 Km di altezza), dove costituisce una fascia protettiva nei confronti della radiazione ultravioletta del sole. In questa zona dell'atmosfera, detta "stratosfera", l'ozono è dunque indispensabile alla vita sulla terra perché impedisce di far passare i raggi pericolosi per la nostra salute.negli strati bassi dell'atmosfera invece, la cosiddetta "troposfera", esso è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteoclimatici favorevoli, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione. Al livello del suolo la molecola di ozono si forma quando altri inquinanti, principalmente ossidi di azoto e composti organici volatili, reagiscono insieme all ossigeno atmosferico in presenza di radiazione solare. Le sorgenti di questi inquinanti "precursori" dell'ozono sono di tipo antropico (i veicoli a motore, le centrali termoelettriche, le industrie, i solventi chimici, i processi di combustione etc. ), e di tipo naturale, quali i boschi e le foreste, che emettono sostanza organiche 7

8 volatili molto reattive chiamate "terpeni". Il fatto più importante da sottolineare è che nella bassa atmosfera l'ozono è un agente inquinante che non è prodotto direttamente dall'attività dell'uomo, ma è originato dalle reazioni fotochimiche di inquinanti primari. Le concentrazioni di ozono sono influenzate da diverse variabili metereologiche come l'intensità della radiazione solare, la temperatura, la direzione e la velocità del vento: ecco perché si osservano delle sistematiche variazioni stagionali nei valori di ozono. Nei periodi tardo-primaverili ed estivi, le particolari condizioni di alta pressione, elevate temperature e scarsa ventilazione favoriscono il ristagno e l'accumulo degli inquinanti e il forte irraggiamento solare innesca una serie di reazioni fotochimiche che determinano concentrazioni di ozono più elevate rispetto al livello naturale che è compreso tra i 20 e gli 80 microgrammi per metro cubo di aria. Al contrario in inverno si registrano le concentrazioni più basse. I valori massimi sono raggiunti nelle ore più calde della giornata, dalle 12 alle 18 per poi scendere durante le ore notturne. L'ozono è un gas, particolarmente nocivo se respirato in grande quantità. I primi sintomi sono: irritazione delle mucose, tosse, mal di testa, fiato corto e, se si inspira profondamente, dolore al petto. Secondo l'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la funzione respiratoria diminuisce in media del 10% nelle persone sensibili che praticano un'attività fisica all'aperto se la concentrazione dell'ozono nell'aria raggiunge 200 µg/m3. Benzene Il benzene appartiene alla classe degli idrocarburi aromatici, i cui componenti più noti sono oltre al benzene stesso, toluene, e xileni. La loro concentrazione in atmosfera nelle aree urbane è direttamente correlabile al traffico veicolare: infatti il benzene è diventato un inquinante atmosferico di primaria importanza solo da alcuni anni, con l introduzione sul mercato delle benzine verdi. Toluene e xileni sono composti di tossicità inferiore che non sono soggetti a limiti di legge, ma che vengono monitorati contemporaneamente al benzene. Effetti sull'uomo e sull'ambiente: Gli effetti del benzene sulla salute umana sono ormai accertati: il benzene è stato classificato dal 1982, dalla IARC (International Agency for Research on Cancer), in Classe 1 (cancerogeno certo per l'uomo). Idrocarburi policiclici aromatici Si originano da combustibili come benzina e soprattutto gasolio per il traffico nonché dalla combustione di oli densi (es.btz). Benzo-a-Pirene Effetto sulla salute - cancerogeno certo. 8

9 Caratteristica - trasportati assieme alle polveri. 1.4 Le fonti dell inquinamento atmosferico Le fonti primarie di inquinamento dell aria derivano da processi di combustione di origine civile (riscaldamento domestico), industriale (centrali termiche ad uso produttivo), traffico veicolare, emissioni da impianti industriali. Di seguito è riportata una tabella che illustra le emissioni per macrosettore relative all anno 2005 (dati Regione Toscana I.R.S.E. 2005) 9

10 1.4.1 Traffico veicolare Il traffico urbano costituisce una delle fonti dei principali inquinanti atmosferici ed inoltre delle sostanze cancerogene presenti nelle città. Proprio in ambito urbano si registrano i tassi di emissione più alti a causa sia delle basse velocità, sia dei viaggi relativamente brevi che comportano una maggiore incidenza delle percorrenze con motore a freddo. Le sostanze gassose inquinanti più comuni legate ai trasporti possono essere suddivise in primarie e secondarie. Gli inquinanti primari (il monossido di carbonio, il monossido di azoto, i composti organici volatili, gli ossidi di zolfo, il particolato e gli idrocarburi policiclici aromatici) sono presenti nelle emissioni da traffico veicolare e provocano direttamente effetti dannosi sull'organismo. Gli inquinanti secondari (biossido di azoto ed ozono), sono invece il risultato di reazioni tra gli inquinanti primari, o tra inquinanti primari e gli elementi naturali presenti nell atmosfera. Le emissioni di COV (Composti Organici Volatili)e di NOx contribuiscono non soltanto all inquinamento atmosferico locale, ma anche in certe condizioni (alta temperatura) alla formazione di inquinanti fotochimici (ozono, idrocarburi, aldeidi), ed indirettamente all aumento della temperatura a livello globale. Tra gli inquinanti da tenere costantemente sotto controllo il benzene e il particolato fine (PM10) prodotto dal traffico. Da sottolineare inoltre che il traffico veicolare concorre all emissione di CO2 e degli altri gas serra. A livello regionale il traffico incide per circa il 20% sul totale delle emissioni di gas serra (fonte: Regione Toscana) per la riduzione dei quali il Governo Italiano ha aderito al Protocollo di Kyoto. Di seguito è riportato l incremento del parco autoveicoli circolante nel Comune di Prato. Tab.1.1e - Comune di Prato Veicoli a motore circolanti distinti per categorie dal 1990 al 2006 Anni Categorie Totale Autovetture Autobus Autocarri/speciali Trattori Rimorchi Motocicli Motocarri (fonte: Annuario Statistico Comune di Prato) 10

11 Ulteriori dati statistici relativi al parco circolante nel Comune di Prato aggiornato al 2006 sono reperibili sul sito dell ACI Autoritratto Da tali dati risulta un totale di veicoli circolanti pari a Ulteriori dati statistici relativi al parco autovetture Euro 0 circolante nel Comune di Prato, aggiornato al 31/12/2006, sono stati forniti dall ufficio Infostat dell ACI. Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Differenza % (2004/2006) Autoveicoli Euro ,2 % Fonte ACI numero totale di veicoli circolanti n. veico li anno di riferimen to Traffico veicolare su arterie di competenza sovracomunale Il territorio del Comune di Prato è attraversato dal percorso dell autostrada Firenze Mare A 11, per circa 10 Km con tratti prossimi ad aree residenziali. Dalla sottostante tabella si evidenzia un notevole traffico medio giornaliero in aumento anno per anno, in entrata e in uscita, ai caselli Prato Est e Prato Ovest. 11

12 Tab Autostrada Firenze-Mare A11 Movimento veicoli leggeri-pesanti dal 2000 al 2007 (transiti giornalieri medi) Periodo Stazioni Veicoli leggeri Veicoli pesanti Totale Uscite Entrate Totale Uscite Entrate Totale Uscite Entrate Totale 2000 Firenze ovest Prato est Prato ovest Firenze 2001 ovest Prato est Prato ovest Firenze 2002 ovest Prato est Prato ovest Firenze 2003 ovest Prato est Prato ovest Firenze ovest Prato est Prato ovest Firenze ovest Prato est Prato ovest Firenze ovest Prato est Prato ovest Firenze ovest Prato est Prato ovest Impianti termici civili Gli impianti termici civili sono generalmente alimentati con gas naturale (costituito essenzialmente da metano, da piccole quantità di idrocarburi superiori, azoto molecolare e anidride carbonica) o gasolio. La rete che distribuisce il metano copre la quasi totalità del territorio del comune di Prato ed è pertanto utilizzata dalla maggior parte della popolazione. Nel novembre 2008 si è concluso il quarto ciclo di controlli degli impianti termici civili (biennio di riferimento 2007/2008) effettuato ai sensi della L. 10/91, del D. Lgs. 192/05 e del Regolamento Comunale per la disciplina dei controlli in materia di uso razionale dell energia, del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili di energia. Nel Comune di Prato sono stati censiti impianti termici ( rispetto al biennio precedente), così suddivisi in base alla potenza nominale : 12

13 Fonte Publies Srl impianti < 35 KW Impianti da 35 KW a 116 KW 589 Impianti da 117 KW a 232 KW 188 Impianti da 233 KW a 350 KW 188 Impianti da 351 KW a 657 KW 149 Impianti > 657 KW 35 Generatori aggiuntivi oltre al primo 403 Totale impianti censiti Fig. 1 "Gli impianti censiti nel Comune di Prato" caldaie < 35 kw autocertificate centrali termiche caldaie < 35 kw non autocertificate Le verifiche sono state eseguite sia su impianti alimentati a gas metano sia su impianti alimentati con altri combustibili (gasolio, GPL, legna) come di seguito riportato: Metano gasolio 80 GPL 320 combustibili solidi 1 13

14 Fig.3 "Suddivisione in base al combustibile usato" metano gpl gasolio comb. Solidi Come si evidenzia dal grafico relativo alla schematizzazione della suddivisione degli impianti termici in base alla tipologia del combustibile utilizzato, la quasi totalità degli impianti nel Comune di Prato è alimentata a gas metano. Ai fini della valutazione delle relative emissioni inquinanti, tra i combustibili presi in considerazione, il metano rappresenta attualmente il combustibile avente in assoluto il miglior impatto ambientale Analisi del rendimento di combustione e del consumo di combustibile. Alla conclusione del III ciclo dei controlli di cui alla Legge 10/91 e del D.P.R. 413/93, effettuato per conto dell Amministrazione da un azienda privata, la stessa ha affidato ad ARPAT Regionale la verifica dei risultati ottenuti al fine di valutare i miglioramenti ottenuti al susseguirsi dei cicli di verifiche dal punto di vista di rendimento degli impianti termici; la verifica ha preso in esame l insieme delle caldaie sulle quali, in sede di controllo, è stata effettuata la prova di combustione che costituisce l 80-90% del totale verificato. In sostanza dalla relazione ARPAT (settembre 2006), per quanto attiene al secondo ciclo, è stato rilevato un andamento del rendimento di combustione che parte dall 83%, mentre nel terzo ciclo si evidenziano andamenti a partire dall 86%. Significativo il fatto che nel terzo ciclo, la frequenza degli impianti che hanno un rendimento di combustione compreso tra 93 e 95% è molto elevata (v. grafico). 14

15 Andamento rendimento di combustione frequenza (%) secondo ciclo terzo ciclo Classi di rendimento Quanto sopra trova una correlazione interessante dal punto di vista delle emissioni in atmosfera poiché un miglior rendimento di combustione di un impianto termico consente la riduzione delle emissioni e conseguentemente degli inquinanti. Una considerazione interessante relativa al risparmio di combustibile nel 4 ciclo dei controlli, è quella relativa alla quantificazione della diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e anidride carbonica (CO2), come risulta dalla relazione conclusiva che il gestore dei controlli (Publies Srl) ha trasmesso all Amministrazione Comunale. Nel Comune di Prato gli impianti di cui si ha l attestazione di avvenuta manutenzione nel biennio sono Prendendo a riferimento il fabbisogno energetico nelle abitazioni calcolato con il metodo indicato dall Authority per l energia elettrica e il gas (considerando il 50% degli edifici costruiti fra il 1946 ed il 1971) pari a Mcalorie/anno per abitazione, si ha una prima valutazione sul risparmio di combustibile pari a N A. I A. Fe. ( R 1 R 2 ) dove N A = Numero anni del ciclo di riferimento I A = Impianti con attestazione di avvenuta manutenzione in unità/anno Fe = Fabbisogno energetico annuale metodo Authority in m 3 /anno ( R 1 R 2 ) = Differenza media di rendimento in percentuale 2 x ,5 x 630 x 0,04 = m 3 /ciclo Il secondo parametro preso in considerazione riguarda il rinnovamento del parco caldaie ed è ottenuto rilevando quante, tra le caldaie in esercizio controllate nel biennio, hanno età inferiore al biennio stesso. E un dato importante perché le caldaie di ultima generazione hanno consumi ed emissioni molto inferiori rispetto ad apparecchi anche relativamente recenti. Gli studi presi come riferimento dal gestore forniscono i seguenti valori medi per caldaie unifamiliari : risparmio energetico m 3 / anno riduzione NO x - 2,00 gr / m 3 15

16 riduzione CO - 0,70 gr / m 3 riduzione CO 2-2,10 kg / m 3 Per il Comune di Prato sono state individuate in sede di controllo n caldaie sostituite nel biennio (1.767 nel 2006, 738 nel 2007, 362 nel 2008), con un risparmio energetico, valutato prudenzialmente, di circa m 3 relativo al rinnovamento del parco caldaie. Il minor consumo di combustibile totale che si ottiene nell ultimo biennio viene quindi definito dalla somma dei due parametri individuati sopra ( m m 3 ) m 3 Conseguentemente la riduzione di emissioni inquinanti nel biennio è valutata sulla base degli studi della Stazione Sperimentale Combustibili di S. Donato Milanese, trasformando i dati di unità di peso su Joule nei più immediati kg per m 3 di combustibile, ottenendo i seguenti risultati: Ossido di azoto (NO x ) Monossido di carbonio (CO) Anidride carbonica (CO 2 ) kg kg tonn Impianti termici industriali Tali impianti sono correlati alla produzione di vapore necessario alle lavorazioni tessili come la tintura e la rifinizione del tessuto. Il processo di trasformazione del comparto produttivo tessile pratese, pur non avendo dati aggiornati sugli impianti termici industriali attivi, consente tuttavia di ipotizzare quanto meno una stabilità nel volume delle emissioni se non addirittura la sua diminuzione a causa della crisi del tessile. In rapporto alle emissioni totali, secondo i dati della Regione Toscana, il settore industriale contribuisce per: 30 % CO % NOx 4.7% PM10 Per le attività industriali, è nota la prevalenza del settore tessile che contribuisce alle emissioni soprattutto per l'inquinamento prodotto dai generatori termici. Nella tabella sottostante si riportano i dati su base provinciale relativi a tali impianti. 16

17 Caratteristiche delle emissioni in dipendenza dei combustibili Combustibile kcal prod./kg comb. kg CO2/kg comb. g CO/kg comb. g NOx/kg comb. g polveri/ kg comb. metano ,75 0,90 2,80 0,02 0,01 GPL ,03 gasolio <0,3% ,01 0,80 2,50 0,24 6,00 g SOx/kg comb. BTZ < 1%* ,21 1,80 6,00 1,00 20,00 Dalla tabella si evidenzia la stretta dipendenza del ciclo tessile dalla disponibilità di vapore e acqua calda. E' evidente la possibilità di migliorare gli impatti ambientali con la metanizzazione delle aziende del comparto, considerato il bilancio sfavorevole sia in termini di inquinamento che di rendimento per il BTZ. Si può facilmente osservare, infatti, come, a parità di energia prodotta, si abbia una netta riduzione degli inquinanti emessi, compresa la CO2 passando da BTZ a metano. 17

18 2. Qualità dell aria, rete di rilevamento della Provincia di Prato Nel territorio provinciale di Prato è stata istituita una rete di rilevamento della qualità dell aria ai sensi dell art. 7 del D.M. 20/05/1991. Nel territorio del Comune di Prato sono installate n. 6 stazioni fisse di rilevamento oltre alla possibilità di dislocare n. 2 autolaboratori mobili per campagne mirate di rilevamento della qualità dell aria. Localizzazione stazioni rilevamento (fonte ARPAT) 18

19 Parametri chimici Sigla parametro Sigla parametro CO monossido di carbonio NO x ossidi di azoto NO monossido di azoto NO 2 biossido di azoto SO 2 biossido di zolfo O 3 ozono NMHC idrocarburi totali eccetto il IPA idrocarburi policiclici aromatici metano B(a)P benzo(a)pirene PM 10 polveri con diametro < 10 µ Tipologia stazioni: Tipo zona Decisione 2001/752/CE: - urbana: centro urbano di consistenza rilevante per le emissioni atmosferiche, con più di abitanti - PERIFERICA: periferia di una città o area urbanizzata residenziale posta fuori dall area urbana principale) - rurale: all esterno di una città, ad una distanza di almeno 3 km; un piccolo centro urbano con meno di abitanti è da ritenersi tale. Tipo stazione Decisione 2001/752/CE: - traffico: se la fonte principale di inquinamento è costituita dal traffico (se si trova all interno di Zone a Traffico Limitato, è indicato tra parentesi ZTL) - industriale: se la fonte principale di inquinamento è costituita dall'industria - fondo: misura il livello di inquinamento determinato dall insieme delle sorgenti di emissione non localizzate nelle immediate vicinanze della stazione; può essere localizzata indifferentemente in area urbana, suburbana o rurale. Identificativo stazione della Classificazione ex Decisione Europea 97/101/EC Classificazione ex Decisione Europea 97/101/EC Classificazione D.M. 20/05/1991 Tipo zona Tipo stazione Via Soffici Fontanelle Urbana Traffico Classe A Via Ponchielli S. Urbana Traffico Classe B Paolo Via Roma Urbana Traffico Classe B Via Ferrucci Urbana Traffico Classe C Via Strozzi Urbana Traffico Classe C Via Papa Giovanni Suburbana Traffico Classe D XXIII Pagina 19 di 55

20 Oltre alle stazioni fisse, la rete provinciale di Prato è dotata di n. 2 autolaboratori di cui uno è in fase di collaudo. La rete provincia è gestita da ARPAT Dipartimento Provinciale di Prato che fornisce giornalmente i dati di rilevamento e le relative valutazioni. 3. Andamento annuale degli inquinanti analizzati In questa sede sono stati esaminati gli andamenti annuali per ciascuno dei seguenti parametri : - monossido di carbonio (CO) - biossido di azoto (NO2) - Polveri PM10 - Ozono (O3) - Idrocarburi totali - Benzene - IPA I valori analitici dei suddetti parametri sono estrapolati dai rapporti annuali della qualità dell aria elaborati dall A.R.P.A.T. Dipartimento Provinciale di Prato. Si riportano di seguito i grafici per ciascuno dei suddetti parametri A) MONOSSIDO DI CARBONIO Riferimenti normativi e limiti: punto B Allegato XI, punto A Allegato XII ed Allegato XIII Direttiva 2008/50/CE - DM 60/02 DM 60/2002 Allegato VI Valore limite per la protezione della salute umana Periodo di mediazione Media massima giornaliera su 8 ore Valore Data alla quale il limite valore limite deve essere raggiunto 10 mg/m3 1 gennaio 2005 Pagina 20 di 55

21 Stazione Tipo zona Tipo Stazione Valore massimo Medie giorno 8 ore PO-FERRUCCI U T PO-ROMA U F Max=4.2* Max=3.1* PO-STROZZI U T Max=4.6* Valore Limite 10 mg/mc Fonte ARPAT 2009 Fonte ARPAT 2009 Codice Stazione Stazione 1 PO-XX-SETTEMBRE 3 PO-FONTANELLE (autolab orion) 11 PO-FERRUCCI 21 PO-ROMA 22 PO-STROZZI 24 PO-MONTALESE Pagina 21 di 55

22 Fonte ARPAT 2009 Andamento CO anni Fonte ARPAT 2009 Pagina 22 di 55

23 Come illustrato dal grafico la situazione relativa al monossido di carbonio non evidenzia alcuna criticità. La tendenza generale per questo parametro è di una graduale diminuzione legata probabilmente al rinnovo del parco autoveicolare e degli impianti termici. I valori medi registrati sono ampiamente al di sotto del limite imperativo di 10 mg/mc che doveva essere raggiunto entro il B) BIOSSIDO DI AZOTO Riferimenti normativi e limiti: punto B Allegato XI, punto A Allegato XII ed Allegato XIII Direttiva 2008/50/CE - DM 60/02 Valore limite orario per la protezione umana Valore limite annuale per la protezione salute umana Valore limite annuale per la protezione della vegetazione Soglia di allarme Periodo di mediazione Valore limite 1 ora 200 ug/mc NO2 da non superare 18 volte per anno civile Anno civile 40 ug/m3 NO2 Anno civile Anno civile Superamento di 3 ore consecutive 30 µg/m3 NOx 400 µg/m3 NO2 Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto Pagina 23 di 55

24 Fonte Arpat 2009 Fonte ARPAT 2009 Pagina 24 di 55

25 Biossido di Azoto ANNO 2008 Max. 18 volte > 200 media annua <40ug/m3 vigore 01/01/2010 PO-FONTANELLE Max. 172 media 32 PO-SAN PAOLO Max. 166 media 36 PO-FERRUCCI sup. 5 media 49 PO-ROMA Max. 180 media 36 PO-STROZZI sup. 3 media 43 PO-PAPA GIOVANNI Max. 174 media 27 Biossido di azoto - rapporto tra media annuale e limite normativo da raggiungere entro il ug/mc LIMITE NORMATIVO Media annuale (riferimento ai dati della stazione di Via Ferrucci) Pagina 25 di 55

26 Ai sensi del D.M. 60/02 si riscontra la conformità di tutte le stazioni per quanto attiene il rispetto dei limiti (medie orarie), in quanto non si sono verificati nel 2008 superamenti del limite da applicare dal 1/01/2010 di 200 ug/mc per più di 18 volte. Per quanto riguarda la media annuale anno 2008 i dati della rete di rilevamento evidenziano il superamento del limite di 40 ug/mc per la stazione di Via Strozzi e via Ferrucci il limite imperativo da raggiungere entro il Per l anno 2008 si evidenzia una tendenza al calo della media annuale. C) OZONO Riferimenti normativi e limiti: punti B, C Allegato VII e punto B XII Direttiva 2008/50/CE - DLeg 183/04) Valori bersaglio 1. valore bersaglio per la protezione umana 2. valore bersaglio per la protezione della vegetazione Parametro Media su 8 ore massima giornaliera AOT40 (*), calcolato sulla base dei valori di un ora da maggio a giugno Valore bersaglio per il ug/mc da non superare per più di 25 giorni per anno civile come media su tre anni ug/mc x ora come media su 5 anni (*) Per AOT40 si intende la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 ug/mc (=40 parti per miliardo) e 80 ug/mc rilevate in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori orari rilevati ogni giorno tra le 8:00 e le 20:00, ora dell Europa centrale. Obiettivi a lungo termine 1. obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana 2. obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione Parametro Media su 8 ore massima giornaliera nell arco di un anno civile AOT40, calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio a luglio Obiettivo a lungo termine 120 ug/mc 6000 ug/mc x ora Soglie di informazione e di allarme Parametro Soglia Soglia di informazione Media di 1 ora 180 ug/mc Soglia di allarme 240 ug/mc Media di 1 ora (il superamento della soglia deve essere misurato o previsto per tre ore consecutive) Beni materiali Media annuale 40 ug/mc Pagina 26 di 55

27 L ozono è un parametro il cui andamento è legato sia alle condizioni meteorologiche sia alla presenza dei cosiddetti precursori e cioè NOx e i COV (Composti Organici Volatili). Nel corso dell anno 2008 si registra una riduzione in tutte e tre le stazioni di rilevamento, trend già iniziato nel Fonte Arpat 2009 Trend media annuale Ozono PO-PAPA- Anno GIOVANNI PO-FONTANELLE PO-ROMA Media rete , , , , , , ,7 Fonte Arpat 2009 Pagina 27 di 55

28 Fonte ARPAT 2009 Codice Stazione Stazione 9 PO-FONTANELLE 21 PO-ROMA 23 PO-PAPA-GIOVANNI Fonte ARPAT 2009 Pagina 28 di 55

29 D) POLVERI PM10 Riferimenti normativi e limiti: Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 D.M. 60/2002 Allegato III Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana Valore limite annuale per la protezione della salute umana Periodo di mediazione Valore limite 24 ore 50 ug/mc da non superare più di 7 volte per anno civile Data alla quale il valore limite deve essere raggiunto 1 gennaio 2010 Sino al 2010, consentiti 35 superamenti annuali Anno civile 20 ug/mc 1 gennaio 2010 Sino al 2010, 40 ug/mc media annuale Anno Pagina 29 di 55 PO- PO- STROZZI PO-ROMA FERRUCCI PO- FONTANELLE PO- AUTOLABORATORIO2 Media rete Prato ,5

30 , , PM10 - confronto tra la tendenza annuale ed i valori obiettivo da raggiungere entro il ug/mc SOFFICI ROMA Valori limite annuali FERRUCCI STROZZI Tab. superamento del limite obiettivo nel periodo di riferimento 2000/2008 (50 ug/mc, media 24 ore, max 35 volte/anno) Numero di superamenti Anno di riferimento massimi verificatisi in una delle postazioni Pagina 30 di 55

31 PM 10 - n. dei superamenti massimi per anno Strozzi Strozzi Strozzi Fontanelle Fontanelle anno di riferimento Fontanelle Ferrucci Roma Ferrucci 2008 Nelle caselle colorate sono indicati i nomi delle postazioni di rilevamento Serie1 La situazione inerente la frazione inalabile delle polveri (PM10) è certamente la maggior criticità ambientale. La stazione di via Strozzi, pur rimanendo un punto di riferimento analitico importante, non rispetta i nuovi criteri stabiliti per l'ubicazione di stazioni dedicate al rilevamento dell'inquinamento da traffico (distanza minima di 25 m dall'incrocio, anziché 10 m dal semaforo); a tale proposito la nuova convenzione stipulata tra la Provincia ed i Comuni di Prato, Vaiano, Montemurlo e Poggio a Caiano, per il biennio 2009/2010 prevede lo spostamento di tale stazione nei pressi dei giardini pubblici di Via Colombo. Tale stazione, comunque, ha rilevato un numero di superamenti in diminuzione a partire dal Nel 2008, per la prima volta, non è stato superato il limite di 35 volte il valore di 50ug/mc, il numero massimo è stato raggiunto dalla stazione di via Ferrucci con 32 superamenti. Pagina 31 di 55

32 Codice Stazione Stazione 1 PO-XX-SETTEMBRE 9 PO-FONTANELLE 11 PO-FERRUCCI 21 PO-ROMA 22 PO-STROZZI Pagina 32 di 55

33 BENZENE Riferimenti normativi e limiti Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 D.M. 60/2002 Allegato V Valore limite per la protezione della salute umana Periodo di mediazione Valore limite Anno civile 5 ug/m3 01/01/2010 Data alla quale deve essere raggiunto il valore limite Il valore limite per questo parametro non è stato superato in alcuna delle stazioni. Pertanto è stato raggiunto l obiettivo di legge previsto per l anno I valori rilevati nelle campagne effettuate da A.R.P.A.T. con i campionatori passivi denominati Radiello, periodo di riferimento 2000/2008, sono i seguenti (ug/mc) : Valori medi rilevati ,9 10,1 7 5,9 6,6 4,5 4,7 3,9 3,72 La tendenza annuale del parametro benzene è in diminuzione ed una delle possibili cause è da ricercare nel rinnovo del parco veicoli circolante che da una parte è rappresentato da veicoli che rispettano direttive più restrittive (Euro III ed Euro IV) oltre al fatto che la tendenza del mercato è quella di privilegiare l acquisto di veicoli diesel che non emettono praticamente benzene ma che al contrario rappresentano una delle fonti primarie di emissione di PM10. E da considerare inoltre la recente tendenza del mercato all acquisto di veicoli a doppia alimentazione benzina/gas, grazie agli incentivi economici previsti da iniziative statali o locali, come nel caso dell accordo tra Regione Toscana ed alcuni comuni tra i quali il Comune di Prato. Pagina 33 di 55

34 Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) Riferimenti normativi e limiti di legge Decreto Ministeriale 25 novembre 1994 e Decreto Ministeriale 163 del 21 aprile 1999 Limite normativo 1 ng/m3 Anche per questo parametro non si rileva alcuna criticità. I dati rilevati dalle centraline mostrano valori mediamente inferiori del 50 % ai limiti previsti dalla norma di legge. Media annuale IPA Stazione di rilevamento Via Arcivescovo Martini Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno Anno ,6 0,5 0,3 0,8 0,6 1,2 0,5 4. Rapporto tra emissioni inquinanti e dati meteorologici. Gli inquinanti emessi in atmosfera da una sorgente sono soggetti a fenomeni di diffusione e dispersione. Un ruolo di fondamentale importanza è giocato dalle variabili meteorologiche poichè il trasporto delle sostanze immesse nell aria è determinato dal movimento delle masse d aria. La concentrazione degli inquinanti nell atmosfera è determinata quindi non solo dal numero e dall intensità delle sorgenti di inquinamento, dalla distanza da tali sorgenti e dalle trasformazioni chimico-fisiche cui vengono sottoposti, ma anche dalle condizioni meteorologiche locali (per i fenomeni di inquinamento a scala locale) e dalle condizioni meteorologiche a grande scala (per i fenomeni di inquinamento a grande distanza dalle sorgenti), che spesso costituiscono il parametro chiave per la comprensione della genesi, dell entità e dello sviluppo nel tempo di un evento di inquinamento atmosferico. Per i fenomeni di inquinamento a scala locale l influenza maggiore sul trasporto e la diffusione atmosferica degli inquinanti è dovuta all intensità del vento, alle condizioni di turbolenza (meccanica e termodinamica) dei bassi strati atmosferici ed ad effetti meteorologici particolari quali le brezze (di mare o di monte), all incanalamento del vento nelle strade delle zone urbane. Per i fenomeni di inquinamento a grande scala, l influenza maggiore sul trasporto e sulla diffusione degli inquinanti è dovuta alle variazioni del vento con la quota (shear del vento) e alla turbolenza determinata dalle aree cicloniche e anticicloniche. In genere, a parità di emissione d inquinanti dalle sorgenti, le concentrazioni in aria a piccola scala (zone urbane, zone industriali, ecc.) sono minori quando il vento è moderato o forte e l atmosfera è instabile nei bassi strati, oppure quando il vento è debole o assente ma vi è forte insolazione con cielo sereno e sole alto sull orizzonte. Viceversa, le concentrazioni diventano elevate quando vi è inversione del gradiente termico verticale o in condizioni di alta pressione di notte e con vento debole, oppure in condizioni di nebbia persistente che provoca processi di accumulo. Pagina 34 di 55

35 Nei 10 km inferiori dell atmosfera (troposfera) la temperatura dell aria generalmente decresce con l altezza di circa 7 C per Km; le masse d aria più calde, vicine alla superficie terrestre, a causa della loro minore densità tendono a salire verso l alto e vengono sostituite da masse d aria più fredde provenienti dall alto. La conseguenza di questo processo è il rimescolamento degli strati inferiori della troposfera. In alcuni casi, tuttavia, la temperatura dell aria ad una certa altezza e per alcune decine o centinaia di metri, può avere un andamento crescente con l altitudine, per poi cominciare a decrescere di nuovo. Questa zona, nota come strato di inversione, agisce come un ostacolo sugli strati inferiori di aria più freddi che, a causa della loro maggiore densità, non possono attraversarla. In queste condizioni, gli inquinanti prodotti al suolo non vengono rapidamente miscelati con l intera troposfera, ma restano confinati nel volume di aria al di sotto dello strato di inversione, con conseguente aumento della loro concentrazione. Lo spessore dell inversione è definito dalla distanza verticale che intercorre fra la base e la sommità dell inversione (per base e sommità si intende il luogo dei punti in cui la temperatura comincia, rispettivamente, ad aumentare e a diminuire con l altezza). Per quanto riguarda la posizione nello spazio, l inversione termica può essere al suolo, se la base coincide con la superficie terrestre, o in quota se la base è posizionata ad una certa altezza dal suolo. Questi due casi possono verificarsi su terreni liberi da costruzioni: negli agglomerati urbani infatti le inversioni solo raramente possono avere inizio dal suolo a causa del fenomeno della cosiddetta isola di calore urbana. Questa determina nei primi strati un continuo mescolamento, ragione per cui la base dell inversione viene ad essere spostata al di sopra dei tetti. Tale situazione porta all accumulo degli inquinanti e ad una loro diffusione in area urbana in quanto i gas emessi al di sotto dell inversione (soprattutto scarichi domestici e degli autoveicoli) rimangono intrappolati dalla base dell inversione stessa. L inversione termica è un fenomeno tipico soprattutto dei mesi autunnali ed invernali, nei quali condizioni di cielo sereno e di alta pressione favoriscono l irradiazione notturna. Lo strato d aria a contatto del suolo si raffredda fortemente; mentre a terra si forma un cuscinetto d aria fredda pesante (con spesso formazione di nebbia), al di sopra si trova aria calda più leggera. Tale stratificazione è stabile (può durare anche alcune decine di ore) e impedisce qualsiasi circolazione verticale dell aria fredda più in basso e quindi la dispersione degli inquinanti immessi in questi strati dell atmosfera. Naturalmente il verificarsi del fenomeno di inversione termica può non essere sufficiente a provocare episodi critici. Il vento gioca un ruolo fondamentale, e quando è debole può consentire aumenti delle concentrazioni. La temperatura è a sua volta importante, in quanto le emissioni da traffico e da impianti di riscaldamento sono più elevate quando l aria è più fredda (moltissimi impianti possiedono una regolazione automatica in relazione alla temperatura interna o esterna). Un primo tipo di inversione termica che è spesso causa di eventi di inquinamento nei siti urbani è l inversione di tipo radiativo. L inversione radiativa è generata dal rapido raffreddamento sia della superficie terrestre che dello strato di aria immediatamente al di sopra di questa, dovuto all emissione di radiazione infrarossa subito dopo il tramonto. Durante le notti limpide, in condizione di alta pressione, questo raffreddamento può essere così rapido che lo strato d aria adiacente alla superficie terrestre diviene più freddo dello strato immediatamente superiore, con formazione di uno strato di inversione in genere a quote piuttosto basse (50 metri). Questa condizione persiste fino a che il riscaldamento mattutino della superficie e dell aria al di sopra di essa risulta sufficiente a rompere lo strato di inversione. Pagina 35 di 55

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!  # $% $ & % &  # # & !! ' $ ( ( #  )# ) $) $  ) !! (  * % & & + ! " #$%& "#"&!"'$("# )#$)"!" ("*%&"+ + ,-. 2003 2004 2010 Valori limite OSSIDI DI AZOTO 36 ug/mc 39 ug/mc 40 ug/mc POLVERI PM10 34 ug/mc 36 ug/mc 20 ug/mc OZONO 54 ug/mc 50 ug/mc 40 ug/mc Sorgenti fisse:

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