Provincia Autonoma di Trento Servizio scuola dell infanzia Ufficio di Coordinamento Pedagogico Generale

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1 Provincia Autonoma di Trento Servizio scuola dell infanzia Ufficio di Coordinamento Pedagogico Generale

2 Benvenuti un modo di accogliere che, anche nella vita di tutti i giorni, sottolinea il piacere di un incontro di una conoscenza, un saluto cordiale che mette a proprio agio chi lo riceve e dispone alla curiosità di una relazione. Benvenuti non è solo un titolo preso momentaneamente a prestito per questa pubblicazione, ma è un messaggio rivolto in particolare ai genitori di bambini e bambine che entrano per la prima volta nella scuola dell infanzia.

3 a cura di Miriam Pintarelli in collaborazione con Giorgio Battocchio Claudia Bevilacqua Maria Fauri Patrizia Fellin Loredana Michellini referenze fotografiche Scuole dell infanzia provinciali: - Madonna Bianca (Trento) - Mattarello - Piccolo Mondo (Trento) - Ravina - Sardagna - S. Giuseppe (Trento) Giunta della Provincia Autonoma di Trento Servizio Scuola Materna Ufficio di Coordinamento Pedagogico Generale

4 Prefazione Benvenuti ai bambini, alle bambine ed ai genitori che entrano per la prima volta in una scuola dell infanzia del Trentino. E benvenuto anche a questo agile e simpatico opuscolo, che nei due anni dalla sua prima pubblicazione, ha già accompagnato molte famiglie nel loro primo ingresso. Uno strumento semplice, che ha l obiettivo di rendere più agevole e condivisa la delicata fase di inserimento del bambino. Le domande che vengono qui riproposte sono quelle che tutti noi, come genitori, abbiamo a cuore. Benvenuti aiuta a trovare le risposte assieme con le educatrici nella quotidianità dell esperienza di ogni bambino a cominciare da quella più esposta all angoscia naturale del nuovo, della prima volta. Domande che si legano innanzitutto al percorso dei bambini, ma che si rivolgono anche agli adulti, con l ambizione di riuscire a prestare ascolto a quel loro bisogno di rassicurazione e di fiducia quando lasciano a scuola i propri figli. Il mio augurio è che questo strumento non venga consultato dai genitori con interesse e curiosità solo nei giorni immediatamente precedenti l inserimento nelle scuole dell infanzia del proprio figlio o figlia, ma che diventi un riferimento costante per genitori ed educatrici, perché le domande che pone e le risposte che tenta di dare non perdono la loro validità dopo il primo giorno di scuola, ma accompagnano tutto il percorso di crescita dei nostri bambini, assumendo di volta in volta significato e pregnanza diversi a seconda del contesto, dell età e del momento in cui vengono poste. Senza dimenticare che sono proprio quelle domande ed il tentativo di quelle risposte a tenere aperti gli spazi di dialogo tra scuola, famiglia e comunità, con ruoli diversi e distinti, ma con la consapevole e condivisa responsabilità educativa verso il bambino. Tiziano Salvaterra Assessore all Istruzione e alle Politiche giovanili

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6 Quando giunge il momento di inserire il proprio bambino nella scuola dell infanzia, affiorano aspettative e incertezze: è un momento importante che segna una tappa di crescita del bambino e l apertura del suo mondo a nuove conoscenze e nuove situazioni. Per alcune famiglie si tratta di un passo facilitato dalla preliminare esperienza dell asilo nido, ma per molte è, invece, un primo momento in cui la cura educativa viene ad essere condivisa con altri adulti; entra in gioco la fiducia, il senso di affidabilità, l intesa rispetto alla relazione con il bambino. Inizia un cammino che sul piano emotivo, ma non solo, impegna insieme i bambini e gli adulti. La descrizione che segue, dei vari momenti tipici della scuola dell infanzia, vuole rispondere al bisogno immediato di ogni genitore: sapere. Sapere prima, infatti, può essere di aiuto dopo, consente di accostare meglio un mondo non conosciuto pienamente. L opuscolo riveste una funzione di accompagnamento nell esplorazione della scuola dell infanzia. Da dove cominciare?, è stata la domanda di partenza. Nella scelta hanno fatto da guida le prime domande che i genitori si pongono, un misto di curiosità, interesse e bisogno di rassicurazione. Il cuore di questo opuscolo è, infatti, la giornata del bambino a scuola: cosa fa, con chi sta e, soprattutto, come sta. è importante per un genitore conoscere le esperienze che il bambino compie, le sue conquiste quotidiane, ma è altrettanto importante sapere che sta bene, che si trova in un ambiente protetto, con persone che si occupano di lui. La descrizione della giornata educativa confluisce nella dimensione più invisibile di un organizzazione che sta dietro ad ogni lavoro, ma contribuisce fortemente a farne la qualità: l attività di progettazione, le relazioni attivate e la formazione degli insegnanti. L opuscolo è accompagnato, infine, dalle schede informative volte a presentare le finalità delle scuole e il quadro di riferimento che dà le linee di un servizio e lo colloca dentro un sistema più ampio. è nato così un percorso, all interno del quale ciascuno può scegliere, avvicinare singole parti, a mano a mano che l esperienza di ingresso nella scuola si fa reale, concreta. Ciò che lo anima non è tanto l idea di rispondere alle infinite domande possibili di fornire tutte le informazioni quanto di far nascere la voglia di conoscere di più, che nella dimensione ravvicinata di scambio con gli insegnanti può trovare altre forme di comunicazione.

7 Le prime informazioni utili Cosa serve? Cosa fare se? Il bambino o la bambina Poche cose, in accordo con le scuole - un abbigliamento adatto perché il bambino possa muoversi, giocare, fare esperienze e sporcarsi senza timore, qualche grembiule o camicia del papà per i grandi lavori - un paio di scarpe comode - pantofole o sandali - da calzare quando si sta all interno; in giardino si va invece attrezzati - un cambio di indumenti, nei casi in cui l emozione... faccia dimenticare di andare in bagno. Si ammala o rimane assente da scuola è cortesia avvisare prima possibile gli insegnanti il bambino è atteso. Dopo cinque giorni di assenza serve il certificato medico di riammissione. Se la malattia è infettiva è opportuno dare segnalazione alla scuola, per qualsiasi precauzione da prendere ma anche per far sì che gli altri genitori vengano informati circa la possibilità di contagio, è lo stare in comunità Non sta bene durante l orario di frequenza alla scuola è premura degli insegnanti avvisare i genitori. Per ogni evenienza, è utile lasciare i recapiti, la possibilità di contatto tra scuola e famiglia rassicura entrambi e dà modo di comunicare anche per piccole difficoltà quotidiane. Si fa male a scuola se è poca cosa, bastano un po di coccole e qualche accorgimento per disinfettare le piccole ferite, la scuola è fornita del necessario. Se invece, c è anche solo un minimo dubbio o la necessità di un controllo più approfondito, gli insegnanti avvisano immediatamente i genitori. Per gli

8 infortuni è prevista una copertura assicurativa; all occorrente viene fornito l apposito modulo di denuncia. Ha bisogno di qualche attenzione si può parlare con gli insegnanti, segnalare loro le necessità, verificare insieme cosa la scuola può fare. Sono attenzioni legate ad un giornata particolare? Sono situazioni passeggere o da tenere invece presenti nella vita normale della scuola? è allergico a qualche alimento è sufficiente presentare il certificato medico e la pietanza può essere variata. Se invece è solo una resistenza iniziale, di non preferenza verso qualche alimento in particolare, è opportuno accordare il da farsi direttamente con gli insegnanti. è importante che scuola e famiglia condividano la linea da assumere; fa parte della crescita del bambino anche accostare con gradualità cose non conosciute Deve uscire prima dell orario basta avvisare la scuola sull ora di ritiro un piccolo accorgimento per non interrompere le attività avviate. Deve essere ritirato da persone diverse dai genitori la scuola fornisce ai genitori i moduli per indicare le persone preposte al ritiro del bambino. è una modalità per garantire maggiore sicurezza. La consegna del bambino avviene comunque sempre a persone idonee a vigilare sulla sicurezza del bambino.

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10 L inserimento L inserimento non è solo una fase circoscritta ai primi giorni d ingresso nella scuola, è un processo che richiede di essere pensato nei modi e nelle forme. Può richiedere tempi diversi per ogni bambino o bambina e anche i segnali della fatica non sono gli stessi; è necessario sempre imparare a riconoscerli... Per il bambino è l incontro tra il nuovo e la storia che ciascuno porta con sé Per la famiglia si avvia quella delicata fase di costruzione della fiducia. Per la scuola è un momento pensato e programmato nelle condizioni organizzative come nello stile di accoglienza. L educatore si affianca anche al genitore per trovare con lui i modi personali per gestire il difficile processo di separazione. Come fare se? Il bambino o la bambina Piange è normale, non è facile staccarsi dai genitori. Ci vuole tempo per entrare in contatto con figure non conosciute. Il pianto del bambino poi passa, c è l insegnante che si avvicina a lui, ci sono i compagni, anche quelli più grandi: lo rassicurano, lo distraggono, lo invitano a fare delle cose insieme. Piange dopo tanto tempo dall avvio della frequenza nella fase iniziale il bambino può essere attratto dalla novità, dalla curiosità verso un ambiente nuovo; la crisi può presentarsi anche dopo diversi giorni ma non c è dà allarmarsi, non è legata a qualche problema particolare nel frattempo intervenuto, fa parte dei diversi modi di essere dei bambini. Non vuole staccarsi aspettare il momento in cui il bambino è distratto, per staccarsi da lui, non è solitamente il modo più efficace, può acuire il pianto, dare un senso di abbandono.

11 Scegliere invece il momento giusto per staccarsi, aiutati in questo dall insegnante, è preferibile: il saluto accompagna il bambino, le parole gli danno la sicurezza di un ritrovo, di un legame che non si perde. Chiede che il genitore rimanga... stare un po con il bambino, nei primi giorni può essere di aiuto, accorcia il tempo del distacco, lo rassicura Il genitore può agire un ruolo di mediazione per il tramite di una mano fidata è più facile esplorare, guardarsi attorno e prendere il coraggio per buttarsi. Non vuole stare con l insegnante se il genitore consola in modo esclusivo il bambino, senza lasciare spazio difficilmente il bambino riuscirà ad andare verso l insegnante. L inserimento riesce tanto meglio quanto più sono concordate anche le modalità di gestione tra insegnanti e genitori; si tratta, quindi, di decidere non solo quanto il bambino rimane nei primi giorni, ma anche gli atteggiamenti, gli stili a cui è abituato, le azioni che con lui riescono meglio e quelle che, diversamente, possono diventare motivo di disturbo. Chiede di portare i propri giochi a scuola nel primo periodo può essere una richiesta frequente, un oggetto portato da casa rende più facile il distacco, dà un senso di familiarità fa sentire più tranquilli. Via, via, è utile valutare, quale gioco, per quale uso è per il bambino un occasione piacevole per mostrare le proprie cose, è una modalità ancora legata alla fatica del distacco? Capire il perché, anche insieme all insegnante, aiuta a decidere. La prima cosa, per la scuola: conoscere i bambini e le bambine Come? Il primo colloquio tra insegnanti e genitori dà modo di capire il bambino, di attrezzarsi per il suo arrivo. Ma è importante anche per gli adulti: è lo spazio della conoscenza reciproca, in cui si comincia a dare corpo alla comune responsabilità educativa. 10

12 Perché? Le informazioni sui singoli bambini entrano a far parte di un progetto di accoglienza più ampio da parte della scuola. Diventano anche informazioni sul come strutturare lo spazio, sulla scelta dei materiali più funzionali, sulle prime esperienze da proporre. I tre punti portanti del progetto di accoglienza Tempo nei primi giorni è utile che la permanenza del bambino a scuola sia graduale, in modo che egli possa, piano, piano, padroneggiare i diversi momenti. Dalle prime ore del mattino, al pasto, al sonno Spazio lo spazio di accoglienza dei bambini è pensato e progettato. C è lo spazio per stare insieme, ma c è anche lo spazio personale che aiuta il bambino a ritrovarsi in un ambiente ancora estraneo: l armadietto per riporre le proprie cose, i giochi portati da casa. Le attività le proposte hanno il valore di un primo avvicinamento tra bambini e tra bambini ed adulti. L attenzione dell educatore, in questa fase, non è rivolta tanto al fare del bambino ma allo stare con lui. 11

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14 Giocando si impara Il gioco è il modo più autentico di vivere del bambino attraverso il quale fare esperienza, costruire rapporti affettivi insomma crescere. Nella scuola dell infanzia, è il comune denominatore delle attività educative. Come gioca il bambino? In tanti modi Nel momento dell entrata a scuola il bambino ha bisogno di un suo tempo, per prendere il ritmo di una giornata: chi preferisce osservare cosa succede attorno, prima di mettersi in gioco, chi, invece, sceglie modi più immediati per entrare in relazione con l ambiente e le persone chi vuole fare da solo, chi chiede di essere aiutato. Nel momento dell attività il gioco segue un filo guidato, prende vita dentro esperienze di gruppo dove si sperimenta, si scopre, si pensa. Di passo in passo, attraverso l azione dell insegnante il gioco si struttura, diventa un percorso. Nei momenti particolari come quelli che precedono il sonno, il bambino va alla ricerca dell oggetto personale e della relazione più stretta con l adulto. Dove gioca? Con che cosa? E se un bambino non gioca? In uno spazio pensato uno spazio delimitato e organizzato aiuta il bambino a stare dentro il gioco, favorisce i tempi di concentrazione, lo aiuta anche ad organizzarsi, da solo, con altri compagni. Con tanti e diversi materiali che lo invitano ad esplorare i materiali aprono la strada della creatività e sono spesso quelli inconsueti, apparentemente semplici, a sollecitare inaspettatamente processi di trasformazioni delle cose da parte dei bambini. E necessario capire il perché. E una difficoltà? Un rifiuto? Un segnale? 13

15 Non bisogna sottovalutare o pensare che, o prima o poi a volte basta che l adulto si metta al suo fianco; giocare insieme con non è come giocare da soli. è importante osservare i giochi spontanei dei bambini, rivelano tante cose le tappe da raggiungere, le maturazioni da consolidare e le competenze da sostenere. Questa capacità di leggere dentro diventa per la scuola un importante compito di progettazione. Fa parte dell intenzionalità educativa. Quali sono i giochi frequenti? Il gioco del far finta negli angoli della casetta, del teatro e dei travestimenti le conversazioni spontanee, fra bambini e bambine, sono occasioni da cogliere sul piano educativo perché dense di emozioni, desideri, teorie sulle cose e sugli eventi. I giochi di ruoli - della mamma e del papà - un modo per imitare le attività tipiche della vita sociale degli adulti con i primi riconoscimenti dell identità di genere maschile e femminile. Gli intrecci tra finzione e realtà, tipici di questi giochi, favoriscono amicizie ed alleanze sia tra i pari che con i grandi. I giochi laboratoriali per manipolare, combinare oggetti compiere piccole scelte, superare ostacoli e cercare soluzioni. Può accadere che il bambino giochi in maniera diversa da casa a scuola? Si, ma non c è da preoccuparsi. La casa è l ambiente familiare nella scuola si è in tanti si può fare un po di fatica. All inizio, anche giochi consueti, familiari, possono essere abbandonati dal bambino per essere ripresi quando è più sereno. Un po alla volta, casa e scuola diventano due ambienti di vita più vicini; il bambino comincia a portare a casa le cose realizzate, diventa un piacere mostrare quanto è bravo o quanto è grande. E così anche il gioco fatto a casa portato nella scuola diventa patrimonio per altri. 14

16 Quando il gioco diventa attività Cosa cambia? - la situazione è più organizzata: c è uno spazio definito, all interno o all esterno della sezione c è un tempo riservato c è un lavoro da portare a termine o una nuova esperienza da affrontare c è l insegnante che guida ogni passaggio, raccoglie anche lo spunto occasionale e lo fa diventare un motivo comune - i materiali e gli oggetti messi a disposizione sono selezionati in base al tipo di proposta - il gruppo di bambini è generalmente di dimensioni ridotte, vicino per età e quindi per bisogni e competenze, l esplorazione riguarda contenuti più ampi. Alcune delle strade conoscitive preferite dai bambini: entrare in relazione con i materiali attraverso i sensi, trovare legami, scoprire differenze, rappresentare mediante simboli. 15

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18 Le rassicuranti routines Che cosa sono? Sono momenti ritualizzati della vita della scuola quali il distacco dai genitori o il ricongiungimento, il pasto, il sonno, le cure igieniche. Perché sono importanti? Regolano la giornata e la rendono prevedibile. Per il bambino è importante sapere cosa c è prima, cosa viene dopo come un certo momento della giornata si apre, come si chiude gli danno il senso del tempo e la cornice per diventare via, via, più padrone dell ambiente. 17

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20 L ingresso e l uscita Sono momenti in cui ci si stacca da qualcuno e si ritrova qualcun altro. Al mattino dai genitori... verso l insegnante e i compagni Al pomeriggio dall ambiente scolastico verso i genitori. Lasciare e ritrovare si accompagnano a volte a timori e insicurezze che, in qualche giornata, possono farsi sentire maggiormente, anche trascorso il primo periodo di inserimento. Oppure c è la giornata no, quella in cui va tutto storto o la giornata dei capricci che in fondo sono un modo per richiedere più attenzione. Che cosa può aiutare? Piccoli gesti del genitore spesso possono bastare: soffermarsi un attimo di più con il bambino entrare insieme a lui per prendere confidenza con le cose anche l oggetto portato da casa può ammorbidire l ingresso nella scuola, così come portare a casa qualcosa di proprio, realizzato durante la giornata a scuola, è gratificante. Sono situazioni ricche di rituali Il saluto da parte dell insegnante può essere diverso da bambino a bambino e da genitore a genitore. Questo crea da subito familiarità, dà il senso di essere attesi o di reincontrarsi il giorno dopo. Le prime azioni non è indifferente scegliere con ogni bambino cosa fare, l insegnante è un attento osservatore e può essere di aiuto al genitore nell accompagnamento del bambino. Insomma, il linguaggio, il gesto, il modo di atteggiarsi di genitori e insegnanti tutto contribuisce a rafforzare il senso di sicurezza del bambino. Sentirsi sicuri rende più capaci. 19

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22 Le cure igieniche Perché sono importanti questi momenti? In fondo, sono azioni regolari, come lavarsi le mani, i denti, andare in bagno che il bambino compie con naturalezza, sulla scorta di abitudini acquisite anche all interno della propria famiglia. Sono importanti per tre ragioni: - garantiscono il soddisfacimento di bisogni fisiologici - consolidano le abitudini legate all igiene personale - segnano i passi di conquista dell autonomia: il fare da soli. I bambini vanno da soli in bagno o sono accompagnati? Sono possibili entrambe le cose certo, un bambino piccolo che entra nella scuola, preso ancora dall emozione di questo passaggio, è accompagnato in qualsiasi momento abbia bisogno dall insegnante o dall ausiliaria che rappresenta una figura affettiva molto forte per i bambini. In tempi regolari, scanditi nella giornata, tali azioni sono svolte inoltre a piccoli gruppi di bambini. Si parte trovando un gioco che dia senso alla situazione. E così anche mentre si attende che arrivi il proprio turno; ci si siede sulle panchine il bagno è attrezzato, non è solo un luogo di passaggio. Il momento del bagno precede e segue alcuni momenti della giornata: la distribuzione della frutta a metà mattinata, il pasto, il sonno. Ma, se per caso succede qualche piccolo fatto nel corso della giornata? Nessun problema, i bambini vengono regolarmente puliti e cambiati. Il benessere è primario. Perché si parla di cure? Gli aspetti pratici, legati all assistenza fisica dei bambini, si mescolano con l attenzione alla sfera emotiva. si gioca un equilibrio continuo tra la tutela di uno spazio intimo, che va conservato, e la risposta ad una richiesta di aiuto spesso posta dal bambino. Nel gergo della scuola questi momenti rappresentano autentiche opportunità, dove la capacità educativa si esprime nella costante rassicurazione. 21

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24 Il pasto Il piacere di mangiare insieme Quali garanzie E possibile sapere cosa il bambino mangia a scuola? Come si svolge il momento del pasto? è una delle esperienze più significative del passaggio dall intimità familiare ad una situazione sociale nuova e più allargata. Ci si incontra mangiare insieme è il piacere di appartenere ad una comunità; la differenza di consuetudini e tradizioni, che ogni bambino porta con sé dal nucleo familiare come dalla diversa provenienza, fa sì che il pasto sia un punto di incontro sociale e culturale. Si parla durante il pasto il bambino vive contatti affettivi e intensi scambi di amicizia e simpatia nei confronti dei bambini e degli adulti. Cresce il dialogo, lo scambio di pareri, il racconto dell uno si innesta sul racconto dell altro. Dalla interazione a due, nella quale il compagno vicino diventa il confidente, si passa alla relazione più allargata, al tavolo, tra tavoli L informalità dello scambio spesso agisce come forma liberatoria anche per i bambini più riservati. Ci sono figure professionali specifiche: il cuoco/a, aggiornati anche sugli aspetti sanitari da osservare e sulle modalità di conservazione e cottura degli alimenti. Le tabelle dietetiche sono il punto di riferimento: le pietanze sono combinate e alternate con criteri precisi. Il menù è sempre esposto nella bacheca della scuola, così il genitore è informato e può regolarsi per il pasto serale. Il menù è steso settimanalmente, ma a volte anche per il mese intero. E per bambini trasportati? Gli insegnanti mandano a casa il foglio informativo o trovano il modo per comunicare con i genitori anche in occasione degli incontri o dei colloqui. A livello organizzativo è assicurata ogni attenzione; lo spazio è caldo, accogliente. Sono presenti gli insegnanti e il personale ausiliario e lo stesso/a cuoco/a, per i bambini figura carismatica nel suo ruolo. Tutti protesi alla personalizzazione del rapporto con i bambini. Il modo di porgere le pietanze consente a volte di superare certe barriere, favorisce l approccio a cibi inizialmente rifiutati. Così come la possibilità di sperimentare forme di autonomia, quali il servirsi da soli, o l assunzione di ruoli da parte dei bambini nell essere di aiuto ad altri, sono importanti processi che guardano alla dimensione sociale di questo momento. 23

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26 Il sonno I bisogni dei bambini....il sonno è un tempo prezioso anche per conoscere di più i bambini. Essere rassicurati la fase di addormentamento è garantita dalla presenza costante di un adulto. La vigilanza è assicurata, anche tramite la collaborazione del personale non insegnante. Essere accompagnati ciascun bambino ha un suo modo di vivere questo momento; molti scelgono un oggetto da tenere vicino, da toccare, da strofinare sul viso. L oggetto rappresenta un legame affettivo, allenta le difese, i timori e l ansia della separazione. Essere seguiti tenere il filo con ciascun bambino significa per l insegnante conoscere anche le piccole sfumature del suo comportamento, sapere come accostarsi, sapere cosa il bambino accetta troppa vicinanza a volte non è gradita mentre per qualcuno è necessaria. Come ci si prepara? E un rituale inizia nel momento preparatorio ci si raccoglie in uno spazio, si va in bagno, si svolgono tutte le azioni pratiche, fino al momento di varcare la soglia dello spazio riservato prosegue in modo più avvolgente nel momento dell addormentamento, può esserci lo sfondo musicale per entrare nelle braccia di Morfeo, o il racconto di una storia, con la voce bassa, coinvolgente, della figura che sta accanto. Anche il momento del risveglio non deve essere brusco, ma dolce, per dare al bambino il tempo di rimettersi in contatto con E garantito in tutte le scuole? Ogni scuola cerca di fornire adeguate risposte coniugando i bisogni dei bambini con le reali opportunità offerte dalle strutture. A volte lo spazio può non essere ottimale ma questo non impedisce di cercare soluzioni alternative; ciò che conta, comunque, è il modo in cui lo spazio fisico viene riempito, riscaldato da uno spazio emotivo che tiene nella mente dei bambini il senso di fiducia, di affidabilità, di potersi abbandonare 25

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28 Il tempo prolungato Qual è la sua caratteristica? La pedagogia del tempo prolungato. Il tempo prolungato è nato come risposta alle esigenze sociali e lavorative delle famiglie. è un servizio al quale le famiglie concorrono economicamente in relazione alle ore richieste. Si parla di tempo prolungato sia per le ore del mattino - anticipo - che per le ore del pomeriggio - posticipo -, per un massimo di tre ore giornaliere. È un momento particolare, diverso dalla normale giornata educativa, ma di pari valore sul piano educativo. Per molti bambini rappresenta il momento di avvio e di chiusura di una giornata; porta con sé quindi le dinamiche legate al distacco dalle figure familiari o al ricongiungimento con le stesse. I bambini hanno bisogni diversi rispetto ad altri momenti rilassarsi, allentare il ritmo, stabilire nuove relazioni, avere con l adulto un rapporto ravvicinato. Le attività, quindi, sono diverse si formano nuovi gruppi, si frequentano nuovi spazi che diventano luoghi di appartenenza, in cui si lasciano e si ritrovano le proprie tracce. La dimensione cognitiva in senso stretto, legata alle attività, sfuma acquistano sempre maggior rilevanza relazione e affettività, diventano contenuti di lavoro ad alta valenza professionale. Dedicare del tempo alla conversazione, alla narrazione delle esperienze fatte nel corso della giornata, sono modi importanti anche per consolidare le conoscenze del bambino non è infatti nell accumulo di esperienze che si impara ma attraverso occasioni che consentono di riorganizzare le conoscenze stesse. Fare cose diverse non vuol dire perdere la continuità con gli altri momenti della giornata: la continuità è data soprattutto dallo stile educativo della scuola, dagli atteggiamenti, dal tipo di richieste poste ai bambini, è necessario non perdere di vista il fatto che, come ciascuna parte della giornata, c è un prima e c è un dopo. La scuola garantisce risposte qualificate all interno di momenti che cambiano. 27

29 La scuola progetta Dietro ad ogni organizzazione c è sempre un impegno e una riflessione sui modi di impostare i vari momenti della giornata, di stare con i bambini, di osservarli, di proporre le esperienze. Il progetto. Una possibile definizione. Il progetto è una costruzione... mattone su mattone. I mattoni sono le attività, i percorsi di lavoro, l organizzazione degli spazi, dei tempi, le iniziative... ma anche gli incontri in programma con le famiglie, con le altre istituzioni scolastiche... Cresce piano, piano e accompagna l intero percorso di un anno scolastico. La costruzione deve essere solida, per mettere al riparo da possibili errori... ma non chiusa. Le finestre sono importanti, consentono di spaziare con lo sguardo, di accorgersi di tante cose, di sfruttare le occasioni che si presentano e quindi di modificare le azioni. Spazio alle domande: quali sono le sue funzioni? Nella fase di avvio della scuola, il progetto è di orientamento, serve a fissare le prime linee; via, via che il percorso stesso prende forma è di aiuto per capire se la direzione intrapresa è quella utile, funzionale. Ma abbisogna anche di interventi di manutenzione, cioè di verifica costante per assumere gli interventi necessari e, soprattutto, per non perdere di vista il senso delle cose. Sulla base di cosa le scuole progettano? Nella progettazione delle scuole dell infanzia il quadro di riferimento generale è dato dagli Orientamenti dell attività educativa della scuola dell infanzia che indicano finalità, mete da perseguire, ambiti educativi-didattici e criteri metodologici. All interno di tale quadro, ogni scuola, in relazione alla specifica situazione data dai bambini, dai loro bisogni, dal contesto in cui si trova, compone in modo integrato i diversi aspetti pedagogici, sociali e istituzionali. 28

30 Viene fatto da ciascun insegnante o insieme? Quando tutti gli insegnanti della scuola si riuniscono... è il momento della programmazione collegiale. Il progetto della scuola nasce lì, in quanto espressione delle linee educative. La collegialità diventa indispensabile: - per costruire un pensiero comune - per definire gli obiettivi - per stabilire i criteri e gli strumenti per la verifica del lavoro. Si parla di collegialità solo per gli insegnanti? L organizzazione della scuola non è terreno esclusivo di singole figure, ma terreno condiviso di tanti apporti, dati da ciascuno per il suo ruolo e la sua funzione. Coinvolge, quindi, insegnanti e personale non insegnante: alcuni momenti della giornata sono gestiti in collaborazione, come l ingresso e l uscita dei bambini, le cure igieniche, il pasto... Ma anche la cura degli ambienti, le quotidiane azioni che qualificano la scuola nel suo modo di presentarsi sono parte della complessiva progettazione della scuola......che si sostanzia anche di altri momenti: - per singolo insegnante - per coppia di insegnanti sulla sezione - per gruppi di bambini seguiti. Sono situazioni che si prefiggono obiettivi diversi: dalla preparazione di un attività particolare alle attività comuni, al decidere cosa e come fare, alla definizione degli spazi e dei tempi... Ogni scuola riserva dei tempi specifici all interno del suo piano di lavoro. 29

31 E le famiglie? Come vengono coinvolte? All interno di incontri appositamente dedicati allo scambio tra scuola e famiglie, il progetto viene presentato e discusso sia negli aspetti didattici sia in quelli di carattere educativo. L apporto delle famiglie costituisce sempre un occasione per costruire un punto di vista comune. Che cosa dà visibilità al progetto? La documentazione. La documentazione dà modo anche ai bambini di ricostruire concretamente un percorso, di riappropriarsene da un altro punto di vista. Le tracce sono tante: disegni individuali, commenti a lavori di gruppo, fotografie di sequenze particolari... 30

32 La scuola in relazione è l idea di rete l elemento oggi significativo. Cosa vuol dire creare rete? Vuole dire creare legami e non solo fermarsi ad una generica collaborazione, saper mettere a confronto il proprio specifico e tenere conto di quello degli altri. Le relazioni dentro... Con bambini e bambine che esprimono competenze già nei primi anni di vita, equipaggiati di capacità un tempo attribuite tipicamente solo agli adulti, disposti ad interrogarsi, a mettersi alla prova, interessati a conoscere... L adulto interpreta un ruolo di mediazione, più che di trasmissione di un sapere esterno: predispone situazioni, favorisce lo sviluppo delle competenze cognitive più evolute, offre supporto ai bisogni dei bambini. Con altri adulti, genitori la relazione insegnanti-genitori ha nella quotidianità della scuola l habitat normale. La regolarità degli scambi, i contatti nell avvio e nella chiusura della giornata sono utili per dare quelle informazioni essenziali sulla giornata trascorsa. Nei momenti organizzati, il rapporto scuola famiglia trova poi la cornice ideale per affermarsi in termini di confronto sull educativo. Quali sono i momenti previsti? Gli incontri a livello generale, di piccolo gruppo, di sezione. Sono momenti riservati alla descrizione della vita della scuola: cosa si fa, perché, in quale modo, con quali supporti... Le scelte didattiche fanno da sfondo per avvicinare temi educativi più ampi legati all evoluzione e alla crescita dei bambini. I colloqui lo spazio più diretto del confronto tra educatori e genitori. In una cornice di relazione più a misura, l attenzione è rivolta al singolo bambino, al suo percorso, ma anche agli adulti, alle difficoltà incontrate, alle domande che possono nascere. 31

33 Le situazioni di lavoro comune il genitore entra nella scuola per dare il suo contributo. Sono momenti di collaborazione importanti, sia per gli adulti che possono così avvicinarsi alle esperienze fatte dai bambini, familiarizzare tra genitori e educatori su un obiettivo condiviso e di portata generale per la scuola, sia per i bambini per vedere all opera mamma e papà. Le feste occasioni conviviali per condividere ricorrenze, festività, momenti significativi. Le relazioni fuori... La scuola si apre all ambiente circostante... instaura rapporti che contribuiscono ad accrescere le opportunità di conoscenza e di esperienza per i bambini e gli adulti e a costruire un metodo di lavoro tra professionalità diverse. Ad esempio... con chi? Con gli educatori dell asilo nido e della scuola elementare: pensando ad un bambino che viene da... e va verso, che ha cioè una storia e un futuro. Con gli operatori dei servizi specialistici e sociali, per far fronte meglio a certi bisogni evolutivi dei bambini. Con le agenzie e le istituzioni del territorio: i musei, le biblioteche... per progetti comuni, scritti a più mani. Per non parlare poi... delle relazioni nel quartiere, nel paese... è l idea di scuola che si apre al sociale, alla comunità. 32

34 La formazione degli insegnanti Le risorse e le competenze professionali degli insegnanti sono un elemento essenziale nella crescita qualitativa dell istituzione scuola. La formazione non rappresenta solo un obbligo professionale ma, un occasione di confronto che si espande dentro un servizio: tra insegnanti, tra insegnanti e formatori, tra insegnanti, formatori e coordinatori pedagogici. Il significato La formazione è: - uno strumento per consolidare le competenze e renderle attuali anche in rapporto ai mutamenti che entrano in gioco nel complesso sistema delle relazioni sociali e istituzionali - una possibilità per riflettere sul proprio operato, per controllare l impatto con la realtà educativa, per esplorare e sperimentare nuove strategie didattiche e verificare i risultati del processo - una strategia di rinnovamento e di crescita della professionalità, processo in sé mai compiuto che richiede di essere alimentato e sostenuto. I modi Per le potenzialità che riveste sullo sviluppo degli atteggiamenti professionali, la formazione deve avere delle coordinate cui far riferimento e una sua validazione sul piano scientifico: criteri di orientamento, metodologia e struttura. Per questa ragione, la formazione del personale insegnante costituisce un attività specifica del Servizio Scuola Materna seguita dall Ufficio di coordinamento pedagogico generale. L attuazione dei percorsi formativi che coinvolgono gli insegnanti in servizio ha alla base una puntuale attività di programmazione e verifica, rapportata ad esigenze diverse, proprie di ogni scuola o di ogni Circolo, ma dentro un orizzonte comune. Questa attività, infatti, è sostenuta da un costante ripensamento sulla concezione e sui metodi della formazione alla luce del significato che il ruolo docente assume all interno del contesto sociale. 33

35 Le forme La formazione del personale insegnante si sostanzia di molteplici iniziative: corsi, laboratori, giornate di studio, forum... ciascuna di esse ha finalità e articolazioni proprie, ma insieme costituiscono il mosaico nel quale la formazione è promozione di cultura che si espande nel sociale e dialoga con i suoi interlocutori, prima fra tutti la famiglia. 34

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38 I riferimenti normativi dalla Legge Provinciale 21 marzo 1977, n. 13 le finalità della scuola dell infanzia pieno sviluppo della personalità del bambino... educazione integrale effettiva eguaglianza di opportunità educative, superando i condizionamenti sociali, culturali ed ambientali per assicurare ad ognuno una concreta realizzazione del diritto allo studio acquisizione di un comune livello culturale di base che superi concretamente ogni tipo di discriminazione. I punti fondamentali nell organizzazione della scuola dell infanzia. La scuola dell infanzia è aperta - per non meno di 10 mesi all anno, cinque giorni alla settimana, sette ore al giorno - in base alle necessità delle famiglie, il Comitato di gestione può stabilire un orario giornaliero di apertura della scuola superiore a quello previsto (tempo prolungato) - è organizzata per sezioni, che accolgono di norma 25 bambini e non meno di 15. Sono previste anche attività che coinvolgono i bambini di sezioni diverse - gli insegnanti sono due per sezione. Nei casi in cui la scuola sia aperta per più di 7 ore al giorno viene assegnato ulteriore personale, per il numero di ore giornaliere necessarie e per il periodo di attivazione del prolungamento d orario - il personale non insegnante - cuoco e ausiliario - svolge all interno della scuola importanti funzioni, legate al funzionamento del servizio di mensa e alle operazioni di pulizia. Sono figure affettive anche per i bambini, nei vari momenti della giornata - è assicurato il servizio di mensa con il concorso economico delle famiglie - i bambini in situazione di handicap sono inseriti e integrati nelle scuole dell infanzia che possono essere dotate di insegnanti supplementari

39 Dagli Orientamenti dell attività educativa della scuola dell infanzia Decreto del Presidente della Giunta provinciale n. 5-19/ Leg. dd. 15 marzo 1995 le finalità generali assicurare, rimuovendo eventuali difficoltà, le condizioni affinché tutti i bambini e le bambine sviluppino le proprie potenzialità, capacità e competenze cognitive, relazionali, affettive, espressive e sociali promuovere, il confronto e il dialogo con altri sistemi di senso, con credenze religiose diverse e con nuove espressioni di significato recuperare e potenziare il valore dell impegno e del senso di responsabilità sviluppare i valori della solidarietà, della cooperazione, dell impegno volontario, della comprensione e dell accoglienza dell altro e del diverso valorizzare le differenze socio-culturali in quanto segno della pluralità con la quale gli stessi valori possono essere interpretati e vissuti nel tempo, nello spazio e nei diversi gruppi sociali potenziare la valorizzazione dell identità dei gruppi linguistici e delle culture locali attraverso percorsi educativodidattici ideati e strutturati l idea di scuola la scuola dell infanzia non più intesa come grado preparatorio della scuola elementare o come sostituto della famiglia, si pone come scuola che persegue la piena valorizzazione della personalità infantile nella unitarietà ed integralità delle sue dimensioni, promuovendo un processo intenzionalmente finalizzato alla conquista della identità e della autonomia l idea di bambino...attivo, competente, già a tre anni con un bagaglio di esperienza, di emozioni e di perché, capace di leggere la realtà e darsi delle spiegazioni. 38

40 Il fare insieme all adulto dà senso alle esperienze vissute e lo aiuta ad appropriarsi di quelle capacità che favoriscono la conquista dell autonomia, la maturazione dell identità e lo sviluppo delle competenze l idea di relazione scuola-famiglia il compito educativo coinvolge con assoluta priorità la famiglia quale luogo primario di crescita e di sviluppo ma anche, e soprattutto, per la specificità delle sue relazioni formative. L indispensabile collaborazione dei genitori e degli adulti più prossimi o comunque responsabili apre una circolarità di comunicazione della scuola con l ambiente più immediato di vita dei bambini l idea di professionalità degli insegnanti saper accogliere e sostenere i bambini e le loro famiglie in contesti relazionali condivisi e saper rispondere ai bisogni di conoscenza

41 Gli organi di gestione Comitato di gestione Artt. 11, 12 L.P. n. 13/77 Presso ogni scuola dell infanzia è istituito un Comitato di gestione composto dal personale insegnante, da un rappresentante del personale non insegnante, da due rappresentanti del comune ove ha sede la scuola... e da rappresentanti dei genitori in numero pari agli altri membri. Il Comitato di gestione: - definisce gli orientamenti dell attività educativa, con le integrazioni eventualmente ritenute necessarie per adeguarli alle particolari esigenze della comunità e per il migliore conseguimento degli obiettivi fissati; - vigila sul funzionamento del servizio di mensa e delibera su orari, calendari e iscrizioni; - fa proposte su trasporti, iniziative assistenziali, attrezzature...; - fa proposte al Collegio del personale sulla determinazione dei criteri di attuazione degli orientamenti dell attività educativa e di organizzazione dell attività medesima. Assemblea dei genitori Art. 16 L.P. n. 13/77 L assemblea dei genitori fa proposte al Comitato di gestione e al Collegio del personale in ordine alle rispettive funzioni con particolare riguardo all azione educativa. Collegio del personale Art. 15 L.P. n. 13/77 Il Collegio del personale è composto da tutto il personale che presta servizio nella scuola. Ad esso spetta organizzare l attività della scuola e del personale. Spetta, inoltre, la programmazione dell azione educativa e curare i rapporti con i genitori adottando ogni opportuna iniziativa per lo scambio di informazioni sulle esperienze delle singole scuole. Il Collegio del personale determina, col solo intervento degli insegnanti, i criteri di attuazione degli Orientamenti dell attività educativa della scuola dell infanzia. 40

42 Collegio dei docenti Artt. 59, 60 Contratto collettivo di lavoro 2001 Il Collegio dei docenti è composto dal personale insegnante di ruolo e non di ruolo in servizio presso le scuole dell infanzia appartenenti al Circolo di coordinamento ed è presieduto dal Coordinatore pedagogico. Ad esso spetta: - definire i tempi e i criteri della programmazione dell azione educativa e valutarne l andamento; - determinare i criteri generali di distribuzione degli orari del personale insegnante e lo svolgimento dell attività scolastica, comprese le modalità di integrazione e prevenzione, di tempo prolungato e di iniziative di collegamento con altre istituzioni; - formulare proposte per la formazione delle sezioni, per le scelte di attrezzature e materiale didattico di gioco; - formulare proposte al Servizio Scuola Materna per l aggiornamento degli insegnanti del circolo e per iniziative di sperimentazione metodologica e di ricerca educativa; - programmare annualmente le attività non di insegnamento connesse con il funzionamento della scuola. 41

43 42

44 Numeri utili Servizio Scuola Materna Dirigente del Servizio Luisa Pedrini Gestione amministrativa scuole dell infanzia Direttore Emanuela Maino Ufficio di Coordinamento Pedagogico Generale Direttore Miriam Pintarelli CIRCOLO n. 1 CAVALESE via Bronzetti, 10 cap tel fax dal con sede a Baselga di Piné via 26 Maggio, 6 - con l aggiunta di 4 scuole* Coordinatore Pedagogico Giuliana Battisti *Baselga di Piné *Brusago *Miola *Rizzolaga Capriana - M. Lazzeri Casatta Molina di Fiemme Daiano Grumes Varena CIRCOLO n. 2 - BORGO via Temanza, 4 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Riccarda Simoni Agnedo Bieno Canale S. Bovo Caoria Castello Tesino Imer Levico Terme Sagron-Mis Novaledo Prade

45 CIRCOLO n. 3 PERGINE viale Dante, 5 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Antonella Giurato Bosentino Civezzano Palù del Fersina S. Agnese S. Orsola - Il Girotondo Tenna Seregnano Vattaro Vigolo Vattaro CIRCOLO n. 4 - TRENTO via Gilli, 3 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Patrizia Fellin Trento - Carlo Collodi Trento - S. Giuseppe Trento - Torrione Campo nomadi - Ravina Cimone - Mamma Teresa Mattarello - Il Castello Ravina - Girotondo Romagnano - Gli gnomi del bosco CIRCOLO n. 5 - TRENTO via Gilli, 3 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Maria Fauri Cadine - Il Melograno Calavino Cristo Re - Il Piccolo Principe Gardolo - Biancaneve Lasino Piedicastello Roncafort - M. Levinson Trento - S.Martino Sardagna Terlago CIRCOLO n. 6 - TRENTO via Gilli, 3 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Flavia Ioris Cavedago - L Albero Azzurro Fai della Paganella Grumo Martignano - Arcobaleno Meano Melta - Il Girasole Roverè della Luna S. Michele all Adige Solteri - Il Quadrifoglio

46 CIRCOLO n. 7 CLES viale Degasperi, 10 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Laura Bertoldi Castelfondo Cavareno - Peter Pan Cles - Casa del Sole Cunevo Livo-Varollo Rumo-Mione Rallo Revò Romeno - S. Pio X Ruffrè Sarnonico Sporminore - F.lli Remondini Vervò CIRCOLO n. 8 TIONE via Gnesotti, 2 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Giuseppe Pesenti Bezzecca/Enguiso Cimego Darzo Dro Preore - Filippo Serafini Riva - Rione 2 Giugno Romarzollo Tiarno di Sopra Tiarno di Sotto Zuclo-Bolbeno CIRCOLO n. 9 ROVERETO via Craffonara, 2 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Silvano Giordani Rovereto - Cesare Battisti Brione Fucine Noriglio Raossi Rione Nord Rione Sud S. Anna S. Giorgio - don A. Rossaro S. Ilario Rovereto - Via Livenza CIRCOLO n. 10 ROVERETO via Craffonara, 2 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Enrico Parziani Besenello Calliano Folgaria Isera Lavarone-Chiesa Luserna Nogaredo Nosellari Piazza Pomarolo Tierno di Mori - Il Girasole

47 CIRCOLO n MALé via 4 Novembre, 7 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Lucia Cova Cogolo Croviana Mestriago Mezzana - Agostino Ravelli Monclassico Pejo Pellizzano - A. Bontempelli Piazzola Pracorno Terzolas - C. Graifemberg CIRCOLO n. 12 TRENTO via Gilli, 3 cap tel fax Coordinatore Pedagogico Ruth Maria Stankowski Trento - Crosina Sartori Trento - Gianni Rodari Madonna Bianca - L Albero del Sole Trento - Piccolo Mondo Palù di Giovo - Arcobaleno Povo Verla di Giovo Villazzano Tre - Officina degli Gnomi Zambana - Girotondo CORDINAMENTO PEDAGOGICO SCUOLE DELL INFANZIA LADINE via San Giovanni, 6 cap Pozza di Fassa tel fax Sorastant de la scola ladines Fortunato Bernard Canazei Pera di Fassa Soraga

48 47

49 Finito di stampare dalla tipografia TEMI Ristampa aggiornata I - aprile

50 La nostra scuola Scuola dell infanzia nome recapito tel. fax Coordinatore pedagogico recapito tel. Presidente del Comitato di gestione recapito tel. nome nome fax fax N. bambine e bambini iscritti N. sezioni Orario di funzionamento: dalle ore alle ore orario normale di apertura della scuola dalle ore alle ore anticipo dalle ore alle ore prolungamento le/gli insegnanti le/gli addetti d appoggio la/il cuoco

51 Organizzazione della giornata

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