Periodico Novembre. Giornale Parrocchiale della comunità S. Stefano - Bedizzole. Parrocchia: una Chiesa Missionaria

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1 v ita n ostra Periodico Novembre 2013 Giornale Parrocchiale della comunità S. Stefano - Bedizzole Parrocchia: una Chiesa Missionaria

2 orario S. Messe FESTIVI in Parrocchia: Messa festiva della Vigilia Sabato ore 18,30 DOMENICA ore ,15 ore 18,15 Vespro e S. Messa nelle contrade: ore 7,30 Suore Canossiane ore 8,30 Frazioni ore 9,00 Casa di Riposo ore 9,30 Pontenove ore 16,30 Santuario di Masciaga FERIALI in Parrocchia: ore Rosario e S. Messa nelle contrade: ore 7,00 Suore Canossiane ore 9,00 Santuario di Masciaga ore16,00 Casa di Riposo CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione Sabato ore Le celebrazioni dei Battesimi sono fi ssate solo la prima domenica di ogni mese. catechesi per adulti Ogni Martedi ore 8.30: S. Messa e rifl essione in parrocchia Ogni Domenica ore 18: Vespro - Breve catechesi - S. Messa Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio IN AVVENTO E QUARESIMA: Centri di Ascolto nelle Contrade Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F. sommario La Parola del Parroco 3 La sepoltura dei defunti Biblia Pauperum Vita della Chiesa Il Papa ai Catechisti Beatifi cato Rolando Rivi Lab... Oratorio Incontri Catechisti Vita dell Oratorio Programma Anno Catechistico Vita della Comunità indirizzi utili PARROCCHIA Don Franco Dagani cell ORATORIO Don Vincenzo Arici cell SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina cell ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA ISTITUTO SUORE CANOSSIANE COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA SCUOLA DELL INFANZIA S. FAMIGLIA SCUOLA STATALE SCUOLA DELL INFANZIA A. VOLPI PARROCCHIA S. VITO CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI PALAZZO MUNICIPALE CARABINIERI POLIZIA LOCALE I Consigli Pastorali Parrocchia in ritiro Vita della Parrocchia Occasioni per crescere la fede Famiglia luogo di missione Pellegrini in Grecia Viaggio Slovenia Croazia Bosnia Festa Momangione Dalla Casa di Soggiorno per Anziani Vita Culturale a Bedizzole Gemellaggio Italia - Francia Monumento al Carabiniere conosci e segui la Vita della tua Parrocchia La missione educativa Il mio Paese: tutti contro tutti? 27 Radio: 94,00 Mhz collegata con E.C.Z. Sito: parrocchia.bedizzole@alice.it redazione Editore e Redattore: Don Franco Dagani Direttore Responsabile: Don Adriano Bianchi In redazione: Don Franco Dagani Don Roberto Soncina - Don Vincenzo Arici Raffaella Berardi - Giovanni De Marco Carlo Bresciani - Vittorio Boniotti Realizzazione:TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole Re Artù - Scuola Canossiane Accoglienza - Scuola S. Famiglia Festa d Autunno - Scuola A. Volpi C.S.I. - Un calcio speciale 28 Un paese di sportivi 29 Un aiuto alle parrocchie 30 Grazie per la Generosità 30 Costo 3,00 a copia. Disponibile con offerta libera. In copertina: Quattro momenti vissuti dalla Comunità Anagrafe Parrocchiale 31

3 La Parola del Parroco UNA PARROCCHIA MISSIONARIA Anno della Missione Carissimi, in questo Anno Pastorale il Vescovo Luciano invita le parrocchie a diventare Chiese missionarie. È chiarissimo questo suo invito nella sua IV a lettera alla diocesi. Pur non trascurando la sua attenzione ai paesi lontani ogni parrocchia deve mettersi in stato di missione. Lo impongono i radicali cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni. I cristiani stanno diventando una minoranza, la realtà culturaleeconomica-sociale-familiare è profondamente mutata. Non si può più vivere di illusioni, le tradizioni religiose non reggono più, molti riti molte celebrazioni non dicono più nulla alle nuove generazioni. Tanti genitori non si pongono più il problema di far battezzare i fi gli. Rimpiangere il passato non serve, occorre il coraggio di aprire gli occhi sui mutamenti che stanno avvenendo, non bisogna perdere la fi ducia e avere la certezza che a guidare la chiesa è lo Spirito Santo. Proprio perché ogni parrocchia deve mettersi in stato di missione, il Vescovo suggerisce di riprendere l iniziativa delle Missioni al Popolo. Chiedo che almeno ogni dieci anni ciascuna Unità Pastorale programmi una Missione Popolare. L essenziale è che nel corso della Missione l annuncio del Vangelo giunga a tutti coloro che abitano nel territorio: sarà un annuncio positivo centrato sull amore e la misericordia di Dio. Avendo vissuto l esperienza delle Missioni a San Zeno Naviglio e avendone constatato i risultati, esse restano un mio forte desiderio anche per la nostra parrocchia di Santo Stefano. Nella sua IV a lettera il Vescovo suggerisce pure di intraprendere i Cammini Catecumenali che aiutino a rifondare la fede e a riscoprire il valore dei sacramenti. Chiede Mons Monari di dar vita a scuole di preghiera, a corsi di Esercizi Spirituali, a momenti forti di spiritualità che aiutino i cristiani a prendere coscienza delle loro responsabilità. Una pastorale stanca, devozionale, attenta solo ai vicini non regge più, fatta solo per salvare il salvabile non è più concepibile. È necessario andare, uscire, prendere iniziative, farci sentire. Oggi è richiesta una testimonianza convinta, sincera, decisa, gioiosa. Un cristiano triste non affascina, un cristiano con il muso lungo è scostante, un cristiano poco credibile scandalizza. Monari termina la sua lettera pastorale dicendoci che se vogliamo che la Chiesa diventi missionaria, devono diventare missionari tutti i credenti. Essere missionari vuol dire far vedere la propria fede, far capire quanto essa arricchisce, dialogare e confrontarsi con tutti, non arrendersi, essere sale che dà sapore, essere luce che illumina, essere fermento che fa lievitare Essere missionari vuol dire vivere in pienezza la propria scelta battesimale. Cominciamo a fare piccoli passi perché la chiesa di Bedizzole viva il suo mandato missionario. Don Franco vita nostra 3

4 Vita della Chiesa LA CHIESA HA SEMPRE PRIVILEGIATO LA SEPOLTURA DEL CORPO DEI DEFUNTI La Chiesa cattolica ha sempre preferito la sepoltura del corpo dei defunti come forma più idonea a esprimere la pietà dei fedeli verso coloro che sono passati da questo mondo al Padre, e a favorire il ricordo e la preghiera di suffragio da parte di familiari e amici. Attraverso la pratica della sepoltura nei cimiteri, la comunità cristiana facendo memoria della morte, sepoltura e risurrezione del Signore onora il corpo del cristiano, diventato nel Battesimo tempio dello Spirito Santo e destinato alla risurrezione. Simboli, riti e luoghi della sepoltura esprimono dunque la cura e il rispetto dei cristiani per i defunti e soprattutto la fede nella risurrezione dei corpi. Tuttavia, in assenza di motivazioni contrarie alla fede, la Chiesa non si oppone alla cremazione e accompagna tale scelta con apposite indicazioni liturgiche e pastorali. La prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come, ad esempio, nelle abitazioni private, solleva non poche domande e perplessità. La Chiesa ha molti motivi per essere contraria a simili scelte, che possono sottintendere concezioni panteistiche o naturalistiche. Soprattutto nel caso di spargimento delle ceneri o di sepolture anonime si impedisce la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso il dolore personale e comunitario. Inoltre si rende più diffi cile il ricordo dei morti, estinguendolo anzitempo. Per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute scompare senza lasciare tracce. Con la morte, separazione dell anima dal corpo, questo cade nella corruzione, mentre l anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorifi cato. Dio nella sua onnipotenza restituirà defi nitivamente la vita incorruttibile ai corpi riunendoli alle anime, in forza della risurrezione di Gesù. Divenuto tempio dello Spirito Santo attraverso il Battesimo anche il corpo inanimato conserva una sua dignità. I gesti di rispetto e di pietà riservati alla salma di Gesù dopo la sua morte e al momento della sepoltura hanno ispirato lungo i secoli il comportamento dei cristiani nei confronti dei defunti. Il lutto ha sempre comportato segni e precise forme espressive. I riti funebri, mentre esprimono il congedo rituale della persona amata, aiutano parenti e conoscenti ad affrontare ed elaborare i loro sentimenti. Essi, inoltre, indicano sempre il fi ne della vita al quale la persona defunta si è avvicinata. Fin dai primi secoli le tombe degli apostoli e dei martiri sono state contrassegnate con i nomi e i simboli della memoria o della risurrezione. I cimiteri divennero luoghi di culto e di pellegrinaggio, espressione positiva della memoria e del riconoscimento della dignità personale dei defunti, luoghi di annuncio della speranza cristiana nella risurrezione. Mantenere viva la memoria dei defunti e ricordarsi di loro è per le persone in lutto una consolazione e un aiuto. La potenza della risurrezione oltrepassa ogni limite umano e non è ostacolata dalle modalità di sepoltura. Tuttavia, non solo la celebrazione delle esequie, ma anche le forme di sepoltura e gli stessi cimiteri devono testimoniare la fede in Dio e la speranza nella risurrezione. INDICAZIONI PASTORALI 1. La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti. La Chiesa permette la cremazione se tale scelta non mette in dubbio la fede nella risurrezione. 4 vita nostra

5 Vita della Chiesa 2. Il fedele che abbia scelto la cremazione del proprio corpo, nello spirito di cui sopra, ha diritto alle esequie ecclesiastiche, nei limiti previsti dalla legislazione ecclesiastica e dai riti liturgici approvati. 3. La celebrazione liturgica delle esequie preceda la cremazione. I riti, nella Messa o nella Liturgia della Parola, sono i medesimi previsti per il caso della sepoltura. Si ponga però attenzione a scegliere i testi liturgici più adatti a questa particolare situazione. di benedizione del sepolcro al momento della deposizione dell urna con le ceneri. In caso contrario siano i familiari o gli amici ad accompagnare questo ultimo atto con la preghiera cristiana. 7. Qualora, eccezionamente, accada che la cremazione preceda le esequie e queste vengano richieste con la presenza dell urna cineraria, ci si attenga alle indicazioni del Vescovo diocesano. 4. Eccezionalmente i riti previsti nella cappella del cimitero o presso la tomba si possono svolgere nella stessa sala crematoria. In questo caso il sacerdote o il diacono utilizzino il rito previsto evitando ogni pericolo di scandalo, di indifferentismo religioso o l introdursi di consuetudini estranee ai valori della tradizione cristiana. 5. Anche nel caso della cremazione, dopo le esequie il sacerdote, il diacono o il laico incaricato accompagnino il feretro al luogo indicato, se ciò è possibile ed è consuetudine. Qualora la cremazione debba essere differita, si può omettere l accompagnamento. 6. La cremazione si ritiene conclusa solo al momento della deposizione dell urna nel cimitero. Pertanto, se i familiari lo desiderano e ciò è possibile, il sacerdote, il diacono o il laico incaricato si rendano disponibili per la preghiera vita nostra 5

6 Vita della Chiesa BIBLIA PAUPERUM catechesi con l arte di DonArVi Signore disse don Camillo cadendo in ginocchio eccomi davanti a voi per pagare i miei peccati. Si udì la voce del Cristo, una voce che si spandeva in tutto l universo: Siano rimessi tutti i peccati a chi ha saputo conservare puro il suo cuore. Alzati e vieni, don Camillo. Don Camillo si levò e fece per avviarsi ma, subito, si fermò: Signore, e lui? domandò indicando Peppone che rimaneva immobile a capo chino. Egli è stato strumento del demonio e la sua meta non è questa spiegò la voce del Cristo. Signore, non l ha fatto per cattiveria replicò don Camillo. E un povero cretino vittima della propaganda. Lo so, don Camillo: per questo non gli è stato assegnato l Inferno ma il Purgatorio. Signore implorò don Camillo io non posso lasciarlo solo. Concedetemi di fargli compagnia in Purgatorio. L aiuterò ad espiare. Peppone si buttò in ginocchio: Signore gemette non aggravate la mia pena! Con lui alle costole, il Purgatorio diventerà un Inferno, per me!. Anche questo è vero rispose la voce del Cristo. Assieme a lui il Paradiso diventerà per te un Purgatorio. Levati e vieni anche tu: la misericordia di Dio è grande Il caro Giovannino Guareschi mi presta il fianco, con questo suo racconto, per riprendere il percorso di catechesi con l arte riproponendo i famigerati articoli della Biblia Pauperum. Il ricorso all umorismo guareschiano mi è sembrato particolarmente utile nell affrontare questo mio nuovo attentato alla grammatica italiana. Il mese di novembre, tradizionalmente riservato alla preghiera per i defunti, e la tela che fa da pala all altare del Suffragio (quello collocato tra le due porte che immettono nel coretto) ci presentano il delicato tema della realtà del PURGATORIO. E qui mi sono subito reso conto della difficoltà di stendere uno scritto che avesse il pregio, se non della precisione, almeno della chiarezza circa la verità di fede che si vuole esporre. Infatti l opera d arte in questione rappresenta la visione popolare del Purgatorio che non è perfettamente corrispondente alla visione teologica dello stesso. Cercherò, per quanto mi sarà possibile, di fare sintesi tra quello che i nostri boni homines di Bedizzole hanno voluto esprimere commissionando tale opera, e quello che invece ci dice la nostra fede. Il Catechismo è molto parco sull argomento, e al numero 1030 afferma: Coloro che muoiono nella grazia e nell amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo. E aggiunge La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt altra cosa dal castigo dei dannati (CCC, 1031). Ed eccoci davanti alla criticità annunciata: Francesco Maggioni l autore della bella tela, a fronte di questa definizione ci offre invece la drammatica visione delle anime purganti immerse nelle fiamme, non diversamente da come, nel coretto, erano stati rappresentati i dannati nell inferno. Insomma: per i cristiani del XVIII secolo (solo per loro?) sia nell inferno che nel purgatorio le anime patiscono la terribile pena del fuoco! Ma è davvero possibile che il purgatorio non sia altro che una copia dell inferno con l unica consolazione che il primo ha un termine cosa che invece non avviene per il secondo? Ovviamente no! E per capirlo basterebbe osservare con attenzione uno dei saggi di bravura della tela, ovvero quello strepitoso panneggio rosso tenuto dall angelo che sta portando in cielo una delle anime. Quel manto rappresenta visivamente quale sia il carburante che alimenta le fiamme del purgatorio: l amore di Cristo per l uomo. Hoc Fecit Amor si legge appena al di sotto della pala su tre cartelle lignee, cioè Questo è opera dell Amore. Sono illuminanti, allora, le parole di Benedetto XVI: Il fuoco che brucia e insieme salva è Cristo stesso, il Giudice e il Salvatore. Davanti al suo sguardo si fonde ogni falsità. Il suo sguardo, il tocco del suo cuore ci risana mediante una trasformazione certamente dolorosa come attraverso il fuoco. Tuttavia è un dolore beato, in cui il potere del suo amore ci penetra come una fiamma, 6 vita nostra

7 Vita della Chiesa consentendoci alla fine di essere totalmente noi stessi e con ciò totalmente con Dio. (Spe salvi, 47). Il purgatorio, quindi, come il processo nel quale l uomo perfeziona l opera di configurazione a Cristo iniziata su questa terra e interrotto con la morte. Ecco perché il pittore rappresenta l anima sostenuta dall angelo che, a braccia spalancate, guarda in atteggiamento di ringraziamento verso quel delizioso Gesù bambino benedicente, posto al vertice della scena, tra l elegante figura di Maria e quella di Antonio di Padova che si china a baciare la divina manina. C è tuttavia una presenza curiosa nell opera; una presenza umana in carne ed ossa, rappresentata come se non ci fosse distinzione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Si tratta di quei tre personaggi raffigurati nell angolo inferiore sinistro della tela. Sono ovviamente i committenti dell opera stessa, cioè gli appartenenti alla Confraternita del Suffragio che si riunivano a pregare nel retrostante coretto (dopo aver spalancato le ante di quell apertura che si vede tutt ora dietro ai candelabri dell altare). Gli abiti che indossano non lasciano dubbi circa la loro identità; ma quel bordone (il bastone tipico dei pellegrini) abbandonato in terra e quelle mani giunte ci suggeriscono anche un altra interpretazione: essi rappresentano la Chiesa ancora pellegrina sulla terra che intercede con la sua preghiera a favore delle anime che si stanno purificando. Dice infatti il Catechismo: Fin dai primi secoli la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinchè, purificati possano giungere alla visione beatifica di Dio. (CCC, 1032). Ecco perché la tela è sostenuta dalla mensa dell altare: c è un vincolo tra noi battezzati ancora in vita sulla terra e i battezzati che vivono oltre la soglia della morte. È quella che viene chiamata Comunione dei Santi che si concretizza nella celebrazione della Messa e che viene rappresentata efficacemente nella pala da quella inesistente separazione tra le varie figure, come se tutte appartenessero allo stesso mondo. All inizio del mese dedicato alla preghiera per i defunti rinnoviamo la nostra fede nella salvezza. Il discorso sul Purgatorio quindi, lungi dallo spaventare, diventa un inno alla speranza e nel medesimo tempo è anche un appello; un appello a crescere nell amore di Dio già in questa vita. vita nostra 7

8 Vita della Chiesa Il Papa ai catechisti: Siate testimoni del Vangelo, creativi, non codardi o statue da museo Ripartire da Cristo, avere familiarità con Lui, imitarlo nell uscire da sé, non avere paura di andare con Lui nelle periferie. E quanto Papa Francesco raccomanda ai circa duemila catechisti ricevuti nell Aula Paolo VI e partecipanti al Congresso Internazionale sulla Catechesi organizzato in Vaticano. L evento è promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione in occasione dell Anno della Fede. Aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti a conoscere e amare sempre più il Signore - spiega Papa Francesco, autodefinendosi un catechista - è una delle avventure educative più belle, si costruisce la Chiesa: ma occorre essere, non fare i catechisti o lavorare da catechisti. Il Santo Padre cita Benedetto XVI: la Chiesa non cresce per proselitismo, ciò che attrae è la testimonianza, quindi ricorda le parole di Francesco d Assisi: predicate il Vangelo e se fosse necessario con le parole, ma prima con la testimonianza. La gente - aggiunge - legge il Vangelo nella vostra vita. Per ripartire da Cristo bisogna avere familiarità con Lui, lasciarsi guardare da Lui, un cammino che dura tutta la vita: Ma tu ti lasci guardare dal Signore? Lasciarci guardare dal Signore! Lui ci guarda e questa è una maniera di pregare. Ti lasci guardare dal Signore? Ma come si fa?. Guardi il Tabernacolo e lasciati guardare. E semplice! E un po noioso, mi addormento.. Addormentati! Addormentati! Lui ti guarderà lo stesso. Lui ti guarderà lo stesso. Ma sei sicuro che Lui ti guarda! E questo è molto più importante che il titolo di catechista: è parte dell essere catechista. Il Papa poi si rivolge a quei catechisti, padri o madri, i cui impegni di famiglia poco si conciliano con una vita contemplativa: Capisco che per voi non è così semplice: specialmente per chi è sposato e ha figli, è difficile trovare un tempo lungo di calma. Ma, grazie a Dio, non è necessario fare tutti nello stesso modo; nella Chiesa c è varietà di vocazioni e varietà di forme spirituali; l importante è trovare il modo adatto per stare con il Signore ; e questo si può, è possibile in ogni stato di vita. Chi mette Cristo al centro della propria vita - spiega Papa Francesco - si decentra e si apre agli altri in un dinamismo d amore, il cui movimento è simile al battito cardiaco: Il cuore del catechista vive sempre questo movimento di sistole-diastole : unione con Gesù - incontro con l altro. Sistole-diastole. Se manca uno di questi due movimenti non batte più, non vive. Il Kerigma, ovvero l annuncio della morte e resurrezione di Cristo, è un dono che genera missione, che spinge oltre se stessi: Il catechista è cosciente che ha ricevuto un dono, il dono della fede e lo dà in dono agli altri. E questo è bello. E non se ne prende per sé la percentuale, eh? Tutto quello che riceve, lo dà! Questo non è un affare! Non è un affare! E puro dono: dono ricevuto e dono trasmesso. Il Papa esorta a non aver paura di andare con Gesù alle periferie: cita l esempio di Giona raccontato nell Antico Testamento, spaventato dall invito di Dio di andare a predicare nella città di Ninive, così al di fuori delle sue sicurezze, dei suoi schemi, alle periferie del suo mondo. Per essere fedeli - esorta il Papa - occorre saper cambiare : Se un catechista si lascia prendere dalla paura, è un codardo; se un catechista se 8 vita nostra

9 Vita della Chiesa ne sta tranquillo fi nisce per essere una statua da museo; se un catechista è rigido diventa incartapecorito e sterile. Vi domando: qualcuno di voi vuole essere codardo, statua da museo o sterile?... (risposta dei catechisti: No! ) Tanta creatività e nessuna paura di uscire fuori dai propri schemi: questo caratterizza un catechista. Quando restiamo chiusi nei nostri schemi, nei nostri gruppi, nelle nostre parrocchie, nei nostri movimenti - spiega il Papa - ci succede quello che accade ad una persona chiusa nella propria stanza, ci ammaliamo: Preferisco mille volte un catechista che abbia il coraggio di correre il rischio di uscire piuttosto che un catechista che studi, sappia tutto, ma sia chiuso I CONSIGLI PASTORALI DELL UNITÀ PASTORALE SI INCONTRANO A BEDIZZOLE Un incontro, quello dei Consigli Parrocchiali il 9 settembre, senza un nutrito ordine del giorno. Voluto semplicemente per conoscersi, guardarsi in faccia, provare a parlarsi, fi ssare un minimo di programma. Un accenno alla lettera pastorale del Vescovo l ha fatto sempre e ammalato. E alle volte è malato nella testa... La certezza che deve accompagnare ogni catechista - aggiunge Papa Francesco - è che Gesù cammina con noi, ci precede. Quando pensiamo di andare lontano, in un estrema periferia, Gesù è là: Ma voi sapete una delle periferie don Franco. A sua volta don Vincenzo ha ripercorso velocemente il documento del Sinodo sulle Unità Pastorali. Vari gli interventi nei quali si è espressa la bellezza del camminare insieme, la necessità di mettere insieme le iniziative, la voglia di condividere i problemi. Sono state formulate alcune piccole proposte (incontri per catechisti, bollettino, liturgie, iniziative per giovani ed adolescenti). che mi fa male tanto, che sento dolore? E quella dei bambini che non sanno farsi il Segno della Croce. A Buenos Aires ci sono tanti bambini che non sanno farsi il Segno della Croce. Questa è una periferia, eh! Bisogna andare là! E Gesù è là, ti aspetta per aiutare quel bambino a farsi il Segno della Croce. Pellegrinaggio alla tomba del Piamarta PARROCCHIA IN RITIRO Davvero intenso il pomeriggio che il C.P.P., i gruppi, gli animatori dei Centri di Ascolto hanno vissuto a S. Felice del Benaco il 29 settembre. I partecipanti non sono stati tantissimi, oltre una trentina, ma non è più il tempo dei grandi numeri. Preghiera, silenzio, adorazione, rifl essione condivisione hanno caratterizzato le ore passate insieme. All inizio dell Anno Pastorale si è offerta a chi voleva la possibilità di una esperienza intensa di fede. A far da guida la lettera pastorale di Mons Monari Come il Padre ha mandato me, anch io mando voi. Ci si è resi conto che non si può essere cristiani senza essere missionari. Il linguaggio nella condivisione è stato molto franco, non sono mancate critiche, varie le proposte. Tutti hanno sottolineato la necessità di pregare di più, di dare maggior spazio alla liturgia, di qualifi care la carità. Una piccola cenetta ha favorito la condivisione e la reciproca conoscenza. Tutti hanno chiesto di ripetere più volte l esperienza. Il Segretario vita nostra 9

10 Vita della Chiesa BEATIFICATO A MODENA IL 15 OTTOBRE 2013 IL SEMINARISTA DI QUATTORDICI ANNI ASSASSINATO NEL 1945 DAI PARTIGIANI COMUNISTI PERCHÈ PORTAVA L ABITO TALARE Aveva l età dei ragazzi che si preparano all esame di terza media quando fu sequestrato, torturato e poi barbaramente ucciso dai partigiani comunisti del battaglione FRITTELLI, brigata MODENA MONTAGNA. Era il 13 aprile del 1945, a un passo dalla fi ne della guerra. Un prete di meno, dissero i suoi assassini. In realtà Rolando Rivi era un semplice seminarista che non dimostrava i suoi 14 anni. Ma non voleva rinunciare alla tonaca nera che allora usavano i pretini. Non voglio toglierla, signifi ca che io sono di Gesù., diceva con ostinazione. Oggi una delle rare foto d epoca ci restituisce l immagine di quel cappello rotondo troppo grande, le orecchie pronunciate, gli occhi scuri e intensi di un adolescente con in testa pensieri grandi e un fi sico che non vuole crescere, ancora bambino. Il 5 ottobre Rolando viene proclamato beato a Modena. Il martirio di Rolando non è a favore di una fazione contro l altra: muore per tutti e nell evento è contenuto un alto valore civile, spiega Monsignor Antonio Lanfranchi, vescovo di Modena. La piazza del Duomo non era suffi ciente a contenere l enorme affl usso di fedeli, per questo la cerimonia, che coinvolge le diocesi di Reggio Emilia Guastalla e di Modena Nonantola, viene celebrata al PalaCasa, il palazzetto dello sport. Ma già in questi mesi di preparazione, da quando il 28 marzo scorso papa Francesco ha riconosciuto il martirio di questo santo bambino, in odium fi dei, è cresciuto il numero delle persone che si recano a pregare sulla sua tomba nella pieve del paese natale, San Valentino, comune di Castellarano in provincia di Reggio Emilia, dove sta sorgendo il museo a lui dedicato. Le persone rimangono colpite da quello che a suo tempo colpì anche me, spiega Emilio Bonicello, biografo di Rolando e segretario del comitato Amici di Rolando Rivi, e cioè l amore grande di un ragazzino che, benché spaventato a morte, non ha voluto rinnegare Cristo, perché se l avesse fatto avrebbe di sicuro avuta salva la vita. San Valentino fi gura sulle guide turistiche per la sua pieve romanica. Rolando Rivi si è formato proprio qui. Era un leader riconosciuto, uno di quei bambini che sanno trascinare i coetanei, nel bene e nel male. Lui la sua scelta l aveva fatta. Una scelta semplice e tenace come la fede dei suoi genitori, cristiani e contadini, papà Roberto e mamma Albertina. Rolando era nato nella frazione del Poggiolo, a pochi metri in linea d aria dalla chiesa, il 7 gennaio del 1931, secondo di tre fratelli. Una famiglia di fede solida, serena e laboriosa. Diventerà un santo o un mascalzone, dice di lui la nonna. Frequenta le elementari in paese. E pieno di amici ma decide che il suo migliore amico è Gesù. Fin da subito è un testimone. Serve Messa, guarda l esempio del suo parroco, don Olinto Mazzocchini, e decide che da grande sarà come lui. La Comunione e la Cresima rafforzano la sua scelta. I suoi non lo spingono ma nemmeno lo ostacolano. Rolando ha 11 anni, fi nisce le elementari con un giudizio più che brillante ed entra nel seminario di Marola. Ha le idee chiare. Diventerà prete e poi missionario. Siamo nel Dopo due anni i tedeschi occupano la struttura e i seminaristi devono tornare a casa, anche Rolando quell estate rientra a San Valentino. Il clima è cambiato. Il paese è vessato dalle incursioni dei tedeschi e dei partigiani. I sacerdoti sono malvisti e rischiano la pelle. Siamo nel triangolo della morte, scenario di numerosi crimini commessi da sedicenti rossi. Rolando non si vuole togliere l abito, nonostante il suo vecchio parroco sia appena stato trasferito in un luogo più sicuro dopo essere stato aggredito e picchiato da alcuni partigiani comunisti. Il nuovo parroco è don Alberto Camellini, ha solo 25 anni ed è al suo primo incarico. Sarà uno dei testimoni contro i suoi assassini. 10 vita nostra

11 Vita della Parrocchia OCCASIONI PER CRESCERE LA NOSTRA FEDE OGNI LUNEDI: ore LECTIO DIVINA IN ORATORIO (Guida Don Vincenzo) OGNI MARTEDI: ore 8.30 MESSA E CATECHESI PER ADULTI E ANZIANI SCUOLA DI PREGHIERA: 28 NOVEMBRE ore GENNAIO ore FEBBRAIO ore MARZO ore Aiutati da don Luca Paitoni (incaricato per la nuova evangelizzazione e predicazione itinerante), riscopriamo la preghiera di lode di ringraziamento di supplica di richiesta di perdono.. Presso le Madri Canossiane. IN AVVENTO: CENTRI DI ASCOLTO 9-16 DICEMBRE ore NELLE SEDI FISSATE 23 DICEMBRE ore LITURGIA PENITENZIALE IN PARROCCHIA ESERCIZI SPIRITUALI: DICEMBRE ore Conclusione 7 DICEMBRE ore18.30 Giornate di intensa spiritualità di rifl essione di grazia Detterà la meditazione don Mario Benedini direttore Uffi cio Pastorale della Diocesi FESTA PATRONALE SANTO STEFANO: 21 DICEMBRE ore CONCERTO CORALE SANTO STEFANO 26 DICEMBRE ore Pesentazione Comunicandi e Cresimandi - Solenne Pontifi cale presieduto dall Arcivescovo Mons. Vincenzo Zani segretario per l Educazione Cattolica DAL 20 DICEMBRE AL 6 GENNAIO 2014 MOSTRA IN CORETTO SUL CURATO BEDIZZOLESE SAN GIOVANNI PIAMARTA Si arriva così al 10 aprile del Dopo la Messa del mattino Rolando va a studiare in un bosco vicino a casa. I genitori trovano i suoi libri ed un biglietto lasciato dai partigiani, in cui si dice di non cercarlo. Ma Rolando non torna. Il papà e il giovane parroco si mettono in viaggio e scoprono la terribile verità. Rolando è stato sequestrato, portato in un casale a Piane di Monchio, nell Appennino modenese, torturato per tre giorni e infi ne ucciso il 13 aprile, alle tre del pomeriggio. Due scariche di rivoltella, al cuore e alla testa. La tonaca l hanno usata per farne un pallone e poi appesa come un trofeo. Prima di morire, ha chiesto ai suoi assassini di pregare per mamma e papà. Dio ha chiesto a Rolando il dono di tutta la sua vita, dice monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia. Lui non si è distratto, e ha risposto alla chiamata. CENTRI D ASCOLTO AVVENTO 2013 CANTRINA Presso fam. Averoldi MASCIAGA presso fam. Bianchi Franco PONTENOVE presso fam. Bettinsoli Sandro MONTEROSEO presso fam. Riva Lorella COGOZZO presso fam. Bottarelli GianPaolo MACESINA presso fam. Boletti Mirko S. TOMMASO - BAGATTE presso Famiglia Tagliani SEDESINA presso Famiglia Ambrogio Franca MONTESCANTINO presso Fam. Stretti Franco SAN ROCCO presso Fam. Locatelli Borno ZONA MONUMENTO presso fam. Ponza Luigi BOLOGNINA - Martedi presso fam. Barba Dario VIA BENACO presso Fam. Anataloni Giovanni VIA LARGA - Mercoledì presso Fam. Marchiori Paolo CENTRO SOCIALE Mercoledi ore 15 via Libertà vita nostra 11

12 VITA IN ORATORIO 12 vita nostra

13 Vita in Oratorio Un grande grazie alle organizzatrici (Flavia e Cristina), alle persone e ai commercianti che hanno donato i premi e a tutti coloro che hanno partecipato. Il ricavato servirà a rendere più accogliente il bar del nostro oratorio. Incontri di Programmazione per Catechisti II ANNO 3 ottobre - 23 ottobre 12 novembre - 3 dicembre 8 gennaio - 4 febbraio 4 marzo - 1 aprile - 6 maggio IV ANNO 3 ottobre - 8 ottobre 22 ottobre - 19 novembre 17 dicembre - 14 gennaio 11 febbraio - 11 marzo 29 aprile - 13 maggio V ANNO 3 ottobre - 9 ottobre 7 novembre - 5 dicembre 24 gennaio - 21 febbraio 20 marzo - 23 aprile 14 maggio MEDIE (II e III) 3 ottobre - 11 ottobre 14 novembre - 13 dicembre 30 gennaio - 25 febbraio 27 marzo - 3 aprile 21 maggio Incontri di Formazione per Catechisti: Annunciare il Vangelo giovedì 28 novembre magistero catechisti UP a Carzago giovedì 9 gennaio magistero catechisti UP a Mocasina giovedì 27 febbraio magistero catechisti UP a San Vito Incontri di Spiritualità per Catechisti 14 Dicembre - Ritiro di Avvento 5 Aprile - Ritiro di Quaresima 7 giugno - Verifi ca e Cena Conclusiva vita nostra 13

14 Vita in Oratorio I anno (15,00) II anno (15,00) III anno (11,00) IV anno (11,00) V anno (9,50) 27 ottobre 13 ott. GENITORI 13 ottobre 13 ottobre 13 ottobre 27 ottobre 19 ott. GENITORI 20 ottobre 20 ottobre Anno Catechistico 16 novembre 19 dicembre (cel.) 19 gennaio 15 febbraio 16 marzo 10 aprile (cel.) 17 maggio 3 novembre 17 novembre 23 nov. GENITORI 1 dicembre 15 dicembre 19 dicembre (cel.) 12 gennaio 18 gen. GENITORI 19 gennaio 2 febbraio 16 febbraio 2 marzo 15 mar. GENITORI 16 marzo 10 aprile (cel.) 13 aprile 4 maggio 27 ottobre 3 novembre 17 novembre 30 nov. GENITORI 8 dicembre 19 dicembre (cel.) 22 dicembre 12 gennaio 26 gennaio 8 febb. GENITORI 2 febbraio 16 febbraio 8 mar. GENITORI 2 marzo 16 marzo 6 aprile 10 aprile (cel.) 13 aprile 11 maggio 10 novembre 9 nov. GENITORI 24 novembre 1 dicembre 15 dicembre 19 dicembre (cel.) 12 gennaio 19 gennaio 25 gen. GENITORI 9 febbraio 23 febbraio 9 marzo 23 marzo 22 mar. GENITORI 6 aprile 10 aprile (cel.) 4 maggio 26 ott. GENITORI 10 novembre 24 novembre 8 dicembre 19 dicembre (cel.) 22 dicembre (pom.) 11 gen. GENITORI 12 gennaio 26 gennaio 9 febbraio 23 febbraio 8 mar. GENITORI 9 marzo 23 marzo 6 aprile 10 aprile (cel.) 13 aprile 11 maggio 18 maggio 25 maggio 18 maggio 25 maggio 1 giugno 1 giugno 1 giugno 1 giugno 1 giugno VI anno (14,30) 5 ottobre VI anno (9,50) 12 ottobre 6 ottobre 18 ott. GENITORI 13 ottobre 19 ottobre 18 ott. 26 GENITORI ottobre 209 novembre ottobre ottobre novembre 14 dicembre 10 novembre 19 dicembre (cel.) 1 dicembre 11 gennaio 15 dicembre 18 gennaio 19 dicembre 1 febbraio (cel.) 1215 gennaio febbraio 19 gennaio 1 marzo 15 marzo 2 febbraio 5 aprile 16 febbraio 10 aprile (cel.) 2 marzo 3 maggio 1617 marzo maggio 61 aprile giugno 10 aprile (cel.) 4 maggio 14 vita nostra VI anno (9,50) 6 ottobre 13 ottobre 18 ott. GENITORI 20 ottobre 27 ottobre 10 novembre 1 dicembre 15 dicembre 19 dicembre (cel.) 12 gennaio 19 gennaio 2 febbraio 16 febbraio 2 marzo 16 marzo 6 aprile 10 aprile (cel.) 4 maggio 18 maggio 1 giugno INCONTRI PER GENITORI INCONTRI PER I FIGLI Si tengono nel teatro INCONTRI PER GENITORI dell oratorio nelle date indicate 1 e 2 anno in neretto alle ore 15,00. oratorio alle ore15,00 Si tengono nel teatro dell oratorio nelle Per date i figli indicate che partecipano 1 e 2 anno 3 anno in neretto alle è proposta ore 15,00. una loro attività. oratorio alle ore15,00 oratorio ore 11,00 4 anno Per i figli che partecipano 3 anno oratorio alle ore è 11,00 proposta una loro attività. oratorio ore 11,00 INCONTRI PER I FIGLI CELEBRAZIONI PER FAMIGLIE 5 anno 4 anno oratorio alle ore 9,50 In Avvento e in Quaresima oratorio alle ore 11,00 6 anno CELEBRAZIONI verranno proposte due sole madri alle ore 14,30 celebrazioni così che tutta la 5 anno PER FAMIGLIE famiglia possa pregare unita, oratorio alle ore 9,50 6 anno Calcio in preparazione al Natale oratorio alle ore In 9,50 Avvento e in Quaresima e alla Pasqua. verranno proposte Si tengono due sole in chiesa alle ore 20,30 6 anno madri alle ore 14,30 6 anno Calcio oratorio alle ore 9,50 celebrazioni così che tutta la famiglia possa pregare unita, in preparazione al Natale e alla Pasqua. Si tengono in chiesa alle ore 20,30

15 Vita della Parrocchia FAMIGLIA LUOGO DI MISSIONE NELLA CHIESA Il legame tra Chiesa e famiglia è molto vario: per molte famiglie coincide col rapporto con la propria parrocchia, luogo concreto per poter poi relazionarsi col Signore, per altre famiglie la chiesa eroga servizi, anche importanti come i sacramenti, perdendo però di vista quel Gesù vivo e presente, per altre la Comunità è qualcosa da guardare, da lontano o sulla soglia; c è chi poi con la Chiesa ha un rapporto diffi cile, quasi confl ittuale in conseguenza a scelte che, nel corso del proprio cammino hanno portato a staccarvisi dalla sua appartenenza. In questi giorni colpiscono gli interventi del papa, che ripete insistentemente un concetto: la vita può portare lontano, anche su strade sbagliate, per tutti però c è sempre una casa, una porta aperta, quella del Padre alla quale possiamo ritornare per sperimentare misericordia, accoglienza, comprensione, perdono. D altro canto la famiglia non si può salvare da sola: ha bisogno di Gesù Cristo; ha bisogno della Sua Parola per scoprire e capire la sua identità; ha bisogno della Chiesa per legare i suoi membri a Gesù attraverso i Sacramenti; ha bisogno della Chiesa per consacrare l amore degli sposi e porli nel dinamismo d amore col quale Gesù stesso, donandosi totalmente ci ha mostrato di essere per la Chiesa sposo fedele. La famiglia quindi non può essere Chiesa da sola, staccata, disarticolata dalla comunità. La famiglia cristiana è se stessa in quanto appartiene al corpo di Gesù che è la Chiesa. Senza fede non può capire la sua vera identità, quel Gesù che ha legato la sua presenza stabile in essa per continuare, con essa, la sua presenza nella Chiesa e nel mondo. Premesso questo, quando si parla della missione della famiglia cristiana nella Chiesa, ci si ferma al confronto con altre famiglie non cristiane, al dover testimoniare l amore di Gesù, al vivere la fecondità o all educare alla fede i fi gli. E qui la fede fa la differenza. La coppia vive il suo essere immagine e somiglianza della Trinità, con un costante collegamento alla sorgente dell amore, facendosi coinvolgere da Gesù nel Suo grande amore per la Chiesa, puntando ad amarsi e ad amare come Cristo ama, di quello stesso amore: a questa sorgente la famiglia attinge per diventare segno effi cace di missione. La fecondità non è solo fertilità ma, più completamente, capacità di generare fi gli di Dio. Fecondità è educare, accompagnare, contribuire alla crescita, nella fede e nell intelletto e nei comportamenti di ogni persona. I fi gli sono dono di Dio, voluti da Lui e a Lui destinati a tornare. La fede fa la differenza in qualità, grazia, speranza e dedizione. In Familiaris Consortio al n. 49 è citato il compito ecclesiale della famiglia cioè il suo dovere di edifi care il Regno di Dio con la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa. Così diventa soggetto della missione di salvezza della Chiesa grazie al Sacramento del Matrimonio e oltre ad essere salvata dall amore ricevuto da Cristo è anche salvante perché trasmette agli altri quello stesso amore. Al n. 50 Familiaris Consortio prosegue affermando che la famiglia partecipa a questa missione salvante in modo proprio e originale, in quanto intima comunità di vita e di amore; la famiglia come una Chiesa in miniatura, a suo modo viva immagine e storica ripresentazione del mistero stesso della Chiesa. L amore tra uomo e donna, in questo modo, opera una metamorfosi uscendo dall aspetto naturale e umano per andare verso altezze e bellezze divine (come la pianta che orienta la sua chioma verso la luce per raggiungere il vita nostra 15

16 Vita della Parrocchia suo massimo splendore). Con il sacramento del Matrimonio la famiglia acquisisce un ruolo ben definito all interno della Chiesa, divenendone suo membro vitale, vivendo dentro essa per farla diventare sposa di Gesù. Oggi si pensa che gli sposi possano vivere la missione all interno della Chiesa collaborarando in parrocchia, prestandosi nei vari servizi richiesti. Se questo è vero ed importante, c è però un nucleo più profondo, sorgivo, che dà senso anche all impegno concreto che essa ha nella vita della Chiesa, e cioè che la famiglia è prima di tutto missionaria quando è se stessa. Ci sono infatti elementi essenziali dell essere famiglia che anche la coppia può testimoniare e vivere; essa, d altra parte, ha elementi del suo vivere quotidiano talmente permeati dallo Spirito Santo da diventare principi attivi di vita, capaci di parlare anche ad altre famiglie che, come dicevo all inizio, stanno a guardare. Dio, infatti, non ha inventato il sacramento del Matrimonio solo per unire gli sposi ma perché potesse essere utile strumento alla vita della Chiesa. Che cosa possono dare di specifico gli sposi cristiani alla Chiesa? In primo luogo la famiglia è Abitazione di Dio. Nella famiglia lo sposo vive la presenza della sposa sempre, anche quando manca e su questo si fonda la loro vita a due. Nella famiglia cristiana, la famiglia in quanto sposa, deve coltivare il senso della presenza dello sposo che diventa fondamento del suo essere Chiesa domestica. La coppia è chiamata a vivere con la presenza di Gesù sposo e proprio questo aspetto la famiglia può dare alla Chiesa. Gesù è presente stabilmente con gli sposi in virtù del Sacramento che li lega. Per usare le parole di Giovanni Paolo II nella Lettera alle Famiglie: lo Sposo è con loro. È Gesù vivo e presente che benedice gli sposi; che dona lo Spirito Santo, è Lui il cuore della famiglia e della sua missione, è Lui che la rende Chiesa domestica all interno della Chiesa. Un secondo aspetto che la famiglia può dare alla Chiesa è il suo volto di Sposa. Gli sposi vivono la sponsalità sia reciprocamente l uno verso l altra, sia insieme verso il loro Sposo Gesù. Vivere la sponsalità vuol dire cercare di piacere sempre al coniuge, voler renderlo felice, fargli sentire la gioia dello stare insieme. Quindi, quale volto di Sposa deve assumere la Chiesa per il suo Sposo? La Chiesa Sposa vive solo per lo Sposo, riconosce i doni che Lui continuamente le offre, è attenta alle Sue Parole, desidera godere della Sua Presenza nell Eucaristia, sempre loda e benedice lo Sposo, non riesce a fare a meno di dire a tutti la Sua bellezza e bontà. Un altro aspetto che la famiglia può dare alla Chiesa è l unità. Nelle nozze si evidenzia come la distinzione sia fatta per l unità e non per la divisione. È l unità trinitaria, di cui gli Sposi sono resi partecipi nel Sacramento, che dona significato alla distinzione. Nell esperienza umana non c è unione più alta di quella espressa da due coniugi. L unità degli sposi è annuncio e segno dell unità piena che solo in Dio è presente. L unione coniugale è consacrata dallo Spirito Santo per attualizzare l amore di Gesù per la Chiesa Sposa; è un unità che ha come scopo quella di costruire unità nella Chiesa. L unità è segno ma anche dono specifico che gli sposi sono chiamati a dare nella Chiesa e nella società. L unità e l indissolubilità degli sposi non è, pertanto, un fardello da portare in nome della conservazione e sopravvivenza (o ancor peggio della tradizione), bensì stile e fonte per la Sposa di Cristo. Infine un altra caratteristica: la famiglia è: casa aperta. Spesso abbiamo la percezione che la società in cui viviamo è insicura, di fatto in molti casi lo è. Allo stesso tempo Le nostre case sono sempre più blindate dietro a inferriate, cancelli, ci danno l impressione della sicurezza. Dietro alle porte di tante famiglie si nascondono gioia, serenità, ma anche tanti drammi e sofferenze. Chi le può vedere? Come poterle condividere? La famiglia è missionaria solo nella misura in cui spezza questo cerchio d insicurezza e di paure, aprendosi con fiducia agli altri. Solo nella condivisione, nell accoglienza, nella comu-nione dei beni preziosi di cui è portatrice, la famiglia diventa segno visibile del Vangelo. La famiglia è testimone quando nutre nel suo rapporto col mondo e con gli altri uno sguardo sereno e positivo, nonostante tutto, sapendo scorgere segni di speranza anche in una fiammella che sembra smorzarsi. Affidiamo al Signore e alla preghiera della comunità cristiana tutte le nostre famiglie, in modo particolare quelle che sentono il peso della sofferenza e della divisione, e chiediamo la grazia di poterci accostare a tutti con delicatezza, misericordia, amore. Don Roberto 16 vita nostra

17 Vita della Parrocchia La MISSIONE EDUCATIVA della FAMIGLIA I genitori sono i primi educatori: sono educatori perché genitori. «Nell orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile nel senso che non può essere delegato né surrogato». È dunque importante incentivare la responsabilità genitoriale e sostenere l esercizio della funzione educativa in famiglia, creando forme di sostegno alla genitorialità e spazi di ascolto e dialogo tra genitori e figli, resi difficili dai ritmi frenetici della Parrocchia S. Stefano Bedizzole Commissione Coppie Famiglie Coppie e Famiglie in Cammino Siete invitati al primo incontro, un occasione per ascoltare, riflettere e confrontarci su tematiche attuali: Maschio e femmina li creò (Gen. 1,27) Il miracolo dell Amore nella differenza con don Sergio Passeri ore 17,00 Ritrovo in Oratorio - Inizio incontro ore 19,30 Cena in fraternità (condividiamo con gli altri ciò che portiamo da casa, un primo verrà preparato al momento) Durante l incontro sarà garantita l animazione con attività per bambini e ragazzi Coppie e Famiglie in Cammino Bedizzole DOMENICA 3 novembre Vi aspettiamo! vita quotidiana. «Educare in famiglia è oggi un arte davvero difficile. Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d impotenza. Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non considera la famiglia come sua cellula fondamentale». È dalla famiglia, dove si imparano a sviluppare relazioni gratuite e non strumentali, che la società deve attingere il capitale sociale primario che innerva le principali relazioni sociali. Per questo l educazione è sì una relazione personale, ma non un fatto privato, e la famiglia un soggetto sociale a tutto tondo, punto di incontro tra pubblico e privato, portatrice di una responsabilità educativa. Da ciò deriva per x info don Roberto Raffaella i genitori il diritto/ dovere di educare i propri figli, un diritto/ dovere riconosciuto dalla Costituzione (cfr art. 30) e dal quale scaturisce la piena libertà della scelta educativa: spetta ai genitori la responsabilità di scegliere i luoghi che svolgono e completano la formazione dei figli. Per questo si tratta di definire e proporre alcune linee di azione per realizzare una politica dell educazione attenta al bene comune. Le alleanze educative, in particolare con la scuola Perché vi sia una vera libertà educativa, è necessario il riconoscimento pieno dell autonomia e della parità scolastica e del ruolo che la famiglia può svolgere all interno delle scuole stesse nella definizione del progetto educativo. Una scuola che non valorizza la presenza dei genitori e delle loro associazioni tradisce la sua missione educativa. In un clima dominato dall individualismo, dal permissivismo e dalla poca sensibilità al bene comune nel quale i genitori, i docenti, gli educatori incontrano difficoltà a educare, è fondamentale la partecipazione attiva dei genitori alla vita della scuola. Da parte sua, la scuola paritaria cattolica deve porre attenzione a un progetto educativo ispirato ai valori cristiani e a sviluppare una capacità critica nell interpretare la realtà. Si auspica il rilancio del protagonismo della famiglia nel gestire strutture educative attraverso politiche familiari che sostengano sussidiariamente le famiglie. La Conferenza Episcopale Italiana ha ricordato il principio dell uguaglianza tra le famiglie di fronte alla scuola, che impone «il pieno riconoscimento, anche sotto il profilo economico, dell opportunità di scelta tra la scuola statale e quella paritaria. La scuola cattolica potrà essere così sempre più accessibile a tutti, in particolare a quanti versano in situazioni difficili e disagiate». vita nostra 17

18 Vita della Parrocchia SCUOLA PRIMARIA MADDALENA DI CANOSSA PROGETTO EDUCATIVO A.S. 2013/14 Re Artù: Il Cuore e la Spada Premessa La leggenda di Re Artù ha da sempre affascinato tutti. Ma cosa ci attrae di quel mondo perduto, raccontato in molte storie e leggende? Senza dubbio la magia che circonda le vicende e il coraggio che anima gli eroi ci esorta nel combattere le battaglie quotidiane. Alla Tavola Rotonda cavalieri e re sedevano per discutere di questioni di cruciale importanza per il reame, sottolineando in questo modo l uguaglianza poiché nessuno godeva di particolari privilegi. Obiettivi specifici di apprendimento - Conoscere se stessi: caratteristiche, pregi, difetti, limiti, potenzialità - Conoscere gli altri come diversi da se stessi - Riconoscere il valore dell uguaglianza: uguali dentro ma diversi fuori - Riconoscere la diversità come specifi cità e come risorsa - Promuovere la consapevolezza del valore delle regole all interno di un gruppo - Allenare l umiltà e la fi ducia nell altro - Capire e condividere il concetto di diritto e di dovere - Sperimentare il valore della solidarietà - Saper organiz zare in modo costruttivo e signifi cativo il proprio tempo, rispettando i propri impegni - Conoscere l azione dello Spirito Santo nella storia e l apprezzamento dei valori morali, le scelte di vita e i comandamenti cristiani, in quanto capaci di contribuire alla realizzazione del bene delle persone e della società - Promuovere la consapevolezza che la religione cristiano-cattolica ha come centro la persona, l opera e il messaggio di Gesù Cristo Destinatari Alunni delle classi I, II, III, IV e V Tempi A tappe durante l anno scolastico Obiettivi formativi - Rifl ettere circa il valore della diversità, che ci rende unici e il valore dell uguaglianza che ci accomuna - Interiorizzare comportamenti corretti e il valore delle regole sociali Metodologie Il percorso verrà affrontato in maniera trasversale alle diverse discipline, attraverso le quali gli insegnanti. Proporranno esperienze di uscita sul territorio, attività di lettura e di comprensione di testi, di rifl essione, di rielaborazione, di gioco, di manualità, di drammatizzazione teatrale per sviluppare i valori necessari per diventare cittadini consapevoli. 18 vita nostra

19 Vita della Parrocchia PROPOSTE FORMATIVE PER I GENITORI Come scuola cattolica vogliamo sostenere la famiglia, soggetto e luogo generativo senza uguali, nel faticoso compito genitoriale. Anche quest anno la scuola offrirà ai genitori momenti di rifl essione e formazione attraverso gli incontri con i relatori, i laboratori e i momenti di spiritualità natalizia e pasquale. L incontro con la relatrice: Dott.ssa Padovani Mara, psicologa e psicoterapeuta martedì 29 Ottobre 2013 tema: I minori ed internet: come educarli? LABORATORIO GENITORI Radici, affetti ed esperienze: fare i conti con sé per poter accogliere il sé dell altro Dott.ssa Za nelli Sandra, formatrice, consulente educativa e relazionale Tema: Genitori che si ascoltano per sapere ascoltare Sulla scia di quanto sperimentato lo scorso anno, quest anno si proporrà un percorso formativo che si prefi gge di approfondire la competenza dell ascolto nel ruolo genitoriale. La proposta chiede la disponibilità di ciascuno a fare i conti con la propria storia, le proprie origini e i propri legami per potersi prendere cura di sé al fi ne di potersi prendere cura anche dei propri fi gli. Si tratta quindi di un percorso che mette in evidenza l importanza delle emozioni che appartengono alle proprie storie e alle proprie esperienze, quali bagagli importanti e ineliminabili del nostro modo di relazionarci agli altri. Sarà importante lavorare come gruppo che sa ascoltare e accogliere l altro con la sua storia e i suoi vissuti. Per questo viene chiesta la disponibilità ad una messa in gioco personale che non consente una partecipazione come uditore, ma chiede una partecipazione attiva nel gruppo. Ogni partecipante ha la possibilità di portare nel gruppo il proprio sapere esperienziale come doni e ricchezze unici e fondamentali per tutti gli altri. Il percorso formativo si articolerà in 6 incontri laboratorio: - giovedì 21 novembre e giovedì 5 dicembre - giovedì 9 e giovedì 23 gennaio - giovedì 20 febbraio e giovedì 6 marzo Nel percorso ci saranno anche 2 incontri di gruppo autogestito. DISPONIBILITÀ Lezioni - Ripetizioni di matematica del Prof. Palestri Rino GRATUITE per indigenti Caritas presso PUNTO ASCOLTO CARITAS 1-3 Sabato del Mese dalle ore 15 alle 16 Rivolto a studenti: Scuola Media Inferiore Scuola Media Superiore Università vita nostra 19

20 Vita della Parrocchia Scuola Materna Sacra Famiglia FESTA DELL ACCOGLIENZA Sabato 28 settembre 2013 ore A.S. 2013/2014 La festa inizia alle ore con il saluto da parte di Don Franco, presidente della scuola dell Infanzia. Don Franco ringrazia le insegnanti per il lavoro che svolgono e i genitori per la collaborazione, ricordandoci che la scuola e la famiglia devono collaborare e che la scuola Sacra Famiglia è una comunità di fede e di amore. Segue un momento di preghiera. La parola passa alla professoressa Monetti, assessore alla cultura, per un breve discorso e i consueti saluti. Infi ne Maria Teresa, dà il benvenuto a tutti e illustra il programma del pomeriggio: due canzoni da parte dei bambini, una poesia e la consegna del regalo di benvenuto ai piccoli. La parola viene data ai bambini che intonano la prima canzone ciao ao.. e poi tutti insieme ripetono la poesia che hanno imparato durante le prime settimane di scuola, segue un altra canzone cuore... bruco.. Successivamente i piccoli raggiungono i genitori, mentre mezzani e grandi si raggruppano per sezione e ricevono dalle loro maestre la medaglia, in seguito i piccoli vengono chiamati uno alla volta dai loro amici per ricevere la medaglia e un applauso. Dopo questo momento emozionante, intorno alle inizia il momento ricreativo, dove i bambini giocano con i loro amici e fanno merenda. Salve a tutti!! Sono la mamma di un bambino che quest anno ha cominciato a frequentare il primo anno alla scuola materna Sacra Famiglia. Che emozione! Prima di tutto devo dire che non ho avuto alcun dubbio di dove iscrivere mio fi glio, avendo già frequentato lo scorso anno la sezione nido presso la stessa struttura. Sono stata ben contenta di aver ritrovato un clima e un ambiente molto accogliente, tranquillo e sereno, sembra quasi di stare in una grande famiglia! Dopo i due mesi di vacanze estive, non nego che per mio fi glio è stata un po dura riprendere i soliti ritmi, ma l inserimento e andato piu che bene, anche perche non e stato affatto frettoloso, ma si e svolto con tranquillita ma soprattutto secondo i tempi e le esigenze del bambino. Secondo il programma scolastico durante l anno verranno fatte molte attivita che sono sicura saranno molto utili e istruttive per la crescita di mio fi glio, e certo non mancheranno i momenti per ritrovarci tutti insieme. Buon anno scolastico a tutti! Mamma di Mattia Sono la mamma di una bambina di 3 anni che ha appena iniziato il percorso della scuola materna Sacra Famiglia. A dire la verita non sono nuova a questa emozione ( ho 3 fi gli) ma e sempre come se fosse la 1 volta, stesse paure, stesse ansie e insicurezze ; ma grazie alle insegnanti e a tutto lo staff, sia la mia bambina che io stiamo vivendo con serenita ed entusiasmo questa esperienza anche se con qualche lacrimuccia al mattino. Mamma di Martina 20 vita nostra

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