8 LA RISURREZIONE E LE APPARIZIONI (Gv 20,1-21,25)
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- Martino Gatto
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1 35 8 LA RISURREZIONE E LE APPARIZIONI (Gv 20,1-21,25) Gli evangelisti, la risurrezione e le apparizioni La caratteristica più evidente dei testi evangelici che parlano della risurrezione e delle apparizioni è che essi sono racconti. La Pasqua di Gesù è stata vissuta come fatto di morte: come per tutti gli uomini. Il mistero della risurrezione, nel suo momento iniziale, non è stato con-vissuto dai testimoni e non è stato raccontato. I testimoni e i racconti entrano in due momenti successivi: la scoperta del sepolcro vuoto e gli incontri con lui. In questi incontri fu ristabilito con il Risorto il rapporto precedente e fu inaugurata una comunione di fede in vista di un incarico missionario. a) I racconti del sepolcro vuoto Due tradizioni: alcune donne già al seguito di Gesù; Pietro e qualche altro apostolo. Il fatto: pietra ribaltata; sepolcro vuoto; interpretazione data da angeli e da Gesù stesso. Messaggio: è risorto; andate ad annunciarlo ai discepoli. b) Le apparizioni Gli episodi del sepolcro nascono dai protagonisti umani. Le apparizioni dipendono da Gesù: inattese, stupore, paura. Scompaiono le indicazioni cronologiche o topografiche. - Tempi: poche ore dopo l esperienza al sepolcro; un giorno; una settimana; 40 giorni. - Luoghi: Gerusalemme e dintorni (Emmaus: Lc; luogo chiuso: Mc; presso il sepolcro: Mt 28,9, ma cf. 28,7); Galilea (monte: Mt; lago: Gv). - Protagonisti: Maria Maddalena: Gv 20,16; Mt 28,1.9; Mc 16,9; Pietro: Lc 24,34; 1 Cor 15; due discepoli (Lc e appendice marciana); gli Undici riuniti: Lc 24, Mc 16,9-20; 1 Cor 15,5-8: prima a Cefa poi ai Dodici, poi a cinquecento fratelli, poi a Giacomo poi a tutti gli apostoli, infine anche a Paolo. - Costanti: il Risorto deve vincere i dubbi; gli incarichi affidati; la promessa di un assistenza divina. - L auto-comprensione del Risorto: legata al passato: ferite; legata al futuro: poteri. - Missione affidata ai Dodici che continua quella di Gesù.
2 36 - Garanzia di assistenza: Gesù (Mt); Spirito (Lc e Gv). Il Risorto non è immediatamente riconoscibile: conserva un corpo ma non è condizionato dalla materia. La possibilità di incontrare il Risorto non è legata a un luogo, ma alla testimonianza dei Dodici e dei credenti nella vita fraterna e nel mistero liturgico. Giovanni Il c. 20 ha due blocchi: - il primo al sepolcro (20,1-18) e comprende la visita di Maria Maddalena e dei due discepoli alla tomba vuota (vv. 1-10) e l apparizione di Gesù alla Maddalena (vv ); - il secondo blocco dove i discepoli sono riuniti (20,19-29) e comprende le due apparizioni di Gesù ai discepoli, la prima assente Tommaso (vv ), la seconda presente Tommaso (vv ). Gv, da una parte, è in linea con la tradizione e, dall altra, è originale, inserendo i dati in un suo progetto teologico. Pare che ci sia in Gv anche un interesse liturgico incentrato sulla domenica come giorno della risurrezione: i fatti al sepolcro avvengono té dé miá tón sabbáton (20,1: nel primo giorno dopo il sabato o nel primo giorno della settimana ; 20,19: l apparizione ai discepoli avviene la sera di quello stesso giorno ; 20,26: l apparizione presente Tommaso otto giorni dopo. L interesse apologetico si rivela nel confutare l ipotesi del trafugamento (20,2.13): avrebbero trafugato anche i vestiti (cf. 20,6-7); per Gv si tratta di una vera risurrezione del Crocifisso. Forte è l interesse cristologico: Gesù ha assunto una condizione nuova per continuare ad essere davvero presente come aveva promesso, e nuove sono le condizioni per incontrarlo; ancor più forte è l interesse ecclesiale: presentare l itinerario di fede dei discepoli per superare gli ostacoli all accettazione della risurrezione. Il grande tema è vedere e credere (20,8.29: vide e credette ). 20,1-18: al sepolcro Maria Maddalena (cf. Lc 8,2; Mt, Mc e Gv sono concordi nel presentarla sotto la croce e al sepolcro vuoto) si reca al sepolcro; va ad avvertire Pietro e l altro discepolo; Pietro e l altro discepolo si recano al sepolcro; Maria ritorna al sepolcro: a parte l inserzione dei due discepoli, Maria Maddalena domina la scena.
3 37 Non si dice perché vada al sepolcro: la motivazione dell amore è ovvia e sufficiente. Trova il sepolcro vuoto e pensa al trafugamento: corre ad avvertire i discepoli. I due discepoli hanno una consistenza storica ma anche una funzione simbolica. Sono concorrenti. Pietro arriva per secondo, entra per primo ma non crede; l altro arriva per primo, entra per secondo, ma vide e credette. I due ritornano dagli altri: hanno visto la traccia ma non il Signore. Manca la comprensione delle Scritture (20,9) e questo è molto importante. Quella del discepolo amato è vera fede ma non ancora ecclesiale (senza vedere dovrà credere a partire dalla Scrittura). Tornata al sepolcro, Maria piange (viene ripetuto 4 volte). Non riconosce Gesù neppure quando le appare: cerca il Gesù di prima e non riconosce il Risorto. Gv vuole relativizzare il vedere. Lo riconosce solo quando lui la chiama per nome (cf. Gv 10,3): occorrono occhi nuovi per vederlo. 20,17 è difficile ma centrale: Non trattenermi (letteralmente: non toccarmi, noli me tangere), perché non sono ancora salito al Padre. Gesù non risorge per riprendere la sua esistenza terrena precedente, ma per salire al Padre entrando in una condizione nuova. Pietro vede ma non comprende; il discepolo amato vede e crede, ma non ha ancora compreso le Scritture; Maria ha l ostinazione della ricerca e dell amore, ma nella sua tristezza è chiusa nel passato e prima non lo riconosce, poi, dopo l iniziativa di Gesù, comprende, ma cerca di ritornare al passato: deve superare la nostalgia e solo così potrà aprirsi ad un movimento nuovo verso il Padre e verso i fratelli: Va piuttosto dai miei fratelli e di loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro (20,17). Maria è l apostola degli apostoli. Debole è l ipotesi di Mateos-Barreto di vedere nel giardino il simbolo dell Eden e in Maria-Gesù la coppia inaugurale della nuova creazione (Gv lo chiama képos e non paradéisos). 20,19-29: le apparizioni ai discepoli Le apparizioni ai discepoli rappresentano un progresso rispetto a quanto precede: Gesù è salito al Padre e ora mostra la sua nuova presenza e offre i doni promessi (la pace, la gioia e lo Spirito). Mostrò loro le mani e il costato vuol sottolineare che Gesù è lo stesso di prima; entra a porte chiuse sottolinea che Gesù è ora diverso. L incontro con Gesù permette ai discepoli di fare un cammino dalla paura alla gioia. Gv 7,13; 9,22 e 12,2 presentano la paura che viene dalla minaccia del mondo: il Cristo risorto fa vincere questa paura.
4 38 La Chiesa giovannea può apparire ripiegata su se stessa, paurosa in un mondo ostile, solo preoccupata della propria coesione interna; amatevi gli uni gli altri pare restare nel perimetro della sola comunità. Ma ecco 20,21: Come il Padre ha mandato me, così anch io mando voi. Non viene detto a chi (cf. ogni creatura di Mc 16,15 e tutti i popoli di Mt 28,19). L indeterminatezza fa risaltare la continuazione nel tempo e nello spazio della missione di Gesù in quella dei discepoli (cf. Gv 15,16). La missione dei discepoli è come quella di Gesù e consiste proferire le parole e compiere le opere del Padre, soprattutto obbedire al Padre, nel dare la vita del Padre, come ha fatto Gesù. Segue il dono dello Spirito, anch egli inviato e missionario, anch egli obbediente ( Non parlerà da sé, ma dirà tutto quello che ha udito : 16,13). Il suo compito sarà quello di rendere attuale in ogni tempo e in ogni luogo la parola di Gesù che è la parola del Padre. Soffiò su di loro (20,22) richiama Gn 2,7: è una nuova creazione, che realizza le grandi promesse profetiche di Ez 36,26-27; 37,9; Sal 51, Per Paolo (1Cor 15,45 che cita Gen 2,7) questa ri-creazione dell umanità si produrrà solo al ritorno di Cristo. In Gv abbiamo una escatologia realizzata. Rispetto alla pentecoste lucana (At 2,1-11), Gv sottolinea che lo Spirito è dono di Cristo, in vista della missione e del perdono dei peccati (20,23), che si attua nella comunità e attraverso la comunità, anche se qui Gesù sta parlando ai discepoli. Anche i Sinottici parlano del dubbio dei discepoli (cf. Mt 28,17 e Lc 24,36-38); Gv presenta il dubbio e il suo superamento in modo non astratto, ma narrativo, con due scene contrapposte e un personaggio, Tommaso. Gli altri discepoli dicono a Tommaso: Abbiamo visto il Signore (20,25): ora il Crocifisso è entrato in una vita e in una condizione che appartengono a Dio. In Gv 1,41 due discepoli dicono: Abbiamo trovato il Messia. Alla fine riconoscono che il Messia è il Signore e il Messia è il Crocifisso. Tommaso vuole personalmente vedere e toccare, ma quando Gesù torna non si dice che egli tocchi; Mio Signore e mio Dio! è il riconoscimento più alto ed esplicito di tutto il vangelo. Quel mio indica completa appartenenza e adesione: Tommaso ha conosciuto il dubbio, ma arriva per primo a una fede piena. Viene anche rimproverato perché avrebbe dovuto fidarsi della testimonianza apostolica. 20,29 riporta la beatitudine giovannea della fede: beato chi crede senza vedere, basandosi sulla testimonianza di chi ha veduto. È il tempo della Chiesa. L esperienza apostolica risulta di due elementi: la visione storica (non più ripetibile) e la comunione di fede con il Signore (sempre possibile e attuale).
5 39 20,30-31: la prima conclusione del vangelo Non tutto è stato scritto di quello che Gesù ha detto e fatto; scopo di questo scritto è condurre alla fede. Ecco i passaggi della fede: Gesù si è rivelato storicamente con segni ai discepoli; questi hanno visto, hanno creduto e testimoniano; la comunità successiva si fida della testimonianza dei discepoli e crede senza aver visto; lo scritto di Giovanni tiene il posto della testimonianza dei discepoli. Gv 21: epilogo. Gv 21 è un appendice della comunità giovannea per motivi ecclesiali. 21,1-14: la terza apparizione del Risorto I discepoli erano stati inviati in missione, ma li ritroviamo intenti al loro lavoro di pescatori. La pesca miracolosa è una parabola della futura missione: vuota senza Cristo, fruttuosa con lui (cf. 15,15: Senza di me non potete far nulla ). Letta così, precisa l invio in missione. 153 grossi pesci: testimone oculare? tutti i pesci conosciuti all epoca? La rete non si spezzò: ci sono diversità e tensioni tra gli apostoli (vedi Pietro e il discepolo che Gesù amava), ma ambedue appartengono alla Chiesa che non deve dividersi. Ministero e profezia, istituzione e amore: debbono comunque coesistere nella Chiesa. Tutti riconoscono il Signore quando ripete il gesto del servizio a mensa (come in Lc 24) 21,15-25: il compito di Pietro e la sequela Le tre domande di Gesù e le tre risposte di Pietro intendono recuperare i suoi tre rinnegamenti. Pietro è roccia non per merito, ma per grazia. Gesù per due volte chiede se Pietro lo ama (agapáo), Pietro risponde che gli vuole bene (philéo); la terza volta anche Gesù gli chiede se gli vuole bene (philéo) e Pietro umilmente risponde: Tu sai tutto, tu sai
6 40 che ti voglio bene. Gesù si accontenta e incarica Pietro di pascere le mie pecore e i miei agnelli. A Pietro viene predetto il martirio e si mette subito dietro Gesù alla sua sequela; il discepolo che Gesù amava per la prima volta è dietro a Gesù e Pietro. Sia Pietro sia il discepolo che Gesù amava sono qualificati per ciò che ricevono: Pietro riceve il ministero sul gregge, l altro discepolo riceve l amore di Gesù. In 21,24 c è il noi della comunità giovannea. In 21,25 c è la ripresa un po esagerata e retorica di 20,30-31.
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